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Roma medievale. Il volto perduto della città. Ediz. illustrata
La pubblicazione copre un arco temporale che va dal VI al XIV secolo, dal tempo di papa Gregorio Magno all'indizione del primo Giubileo del 1300, e si sviluppa in 9 principali nuclei tematici che hanno l'obiettivo - grazie alle oltre 160 opere tra mosaici, affreschi e opere mobili, di far luce sull'aspetto di una città ancora in piccola parte superstite, anche se spesso nascosta. Il lettore è accompagnato tra le pieghe storiche, architettoniche e artistiche della Roma medievale, attraverso i suoi luoghi più iconici, quali basiliche e palazzi, ma anche grazie alla ricostruzione del contesto ambientale, oggi profondamente modificato, caratterizzato, per esempio, dal serpeggiante corso del Tevere che, con i suoi porti e i suoi ponti, era sfondo e teatro della vita e delle attività urbane. L'immersione nella realtà del Medioevo romano è poi approfondita prendendo in esame le ricche committenze di papi e cardinali, l'attività di artisti e botteghe artigiane, che contribuivano al fascino esercitato dall'Urbe, meta imprescindibile di pellegrinaggio anche per re e imperatori. Uno spazio di rilievo è dedicato al rapporto privilegiato tessuto nel corso dei secoli tra la città e il papato. Il lettore potrà così conoscere i papi più rappresentativi dell'epoca, come Gregorio Magno, Leone III, Innocenzo III e Bonifacio VIII, protagonisti di momenti chiave del Medioevo. A Roma si installò, già a partire dal II secolo a.C., la comunità ebraica, la più antica al mondo, che con alterne vicende visse continuativamente in città, costituendo, soprattutto nel Duecento, un polo culturale di alto livello, anche per i suoi scambi internazionali. Roma poi, per la sua stessa natura di centro di potere, politico, economico e religioso è sempre stata al centro di un fitto intreccio di culture. -
Tiziano. «Venere che benda amore» e i dipinti degli ultimi anni. Ediz. illustrata
Il volume indaga nel dettaglio una celebre opera di Tiziano conservata presso la Galleria Borghese: ""Venere che benda Amore"""", tra i primi dipinti ad entrare nella quadreria del cardinale Scipione e considerata fin da subito un capolavoro. Nei saggi contenuti all'interno di questo primo numero della collana Galleria se ne analizzano gli aspetti storico-artistici, la complessa allegoria, la tecnica e le modalità di esecuzione all'interno della pratica di bottega, grazie anche agli esiti delle indagini diagnostiche, presentate integralmente in questa occasione in un accurato studio tecnico. Insieme a """"Venere che benda Amore"""" vengono presentati anche gli studi tecnici relativi agli altri due dipinti tardi di Tiziano oggi in collezione Borghese: il cosiddetto """"San Domenico e il Cristo flagellato"""", anch'essi oggetto di indagini diagnostiche illustrate in questo volume, accompagnate da una breve scheda storico-artistica che illustra le opere nel contesto della raccolta e della produzione tizianesca degli ultimi anni. Una lettura approfondita, ma al tempo stesso accessibile, destinata ad ogni tipo di pubblico: di curiosi, di amatori ma anche di studiosi, con elementi utili per ulteriori approfondimenti."" -
Roma medievale. Itinerari da scoprire. Ediz. illustrata
La storia turbolenta di Roma nei secoli medievali si intreccia indissolubilmente con quella della Chiesa attraverso una rete capillare di eventi che spaziano dalla nascita del papato carolingio all'avvento del Senato (1143-44). Spina dorsale della ""nuova Roma"""", urbanisticamente intesa, rimangono le chiese. Oltre che come veicoli privilegiati del sacro, esse si pongono come le uniche testimonianze superstiti di un assetto civico che, in larga parte, sarebbe andato perduto nella furia del Sacco di Roma e nel revisionismo integrale dei cantieri di Sisto V. Ed è appunto attraverso le chiese, come unica strada percorribile, che si è qui tentato di recuperare alcuni tratti peculiari della città, legandola per quanto possibile al territorio o ad un progetto comune di difesa o semplicemente di percorribilità."" -
Prospero Fontana. «Pictor bononiensis» (1509-1597). Ediz. illustrata
Il volume accoglie il primo studio monografico mai dedicato al pittore bolognese Prospero Fontana (1509-1597), completo di catalogo ragionato dei dipinti, elenco dei disegni autografi e apparati documentari di corredo. Da sempre mancante e lungamente attesa, l’indagine complessiva sull’attività di questo prolifico e poliedrico artista, che fu anche scenografo e pratico dello stucco, nonché coordinatore di importanti cantieri decorativi, restituisce finalmente una precisa identità e una statura storica a una figura finora rimasta evanescente e spesso misconosciuta e che fu, invece, vera protagonista del suo tempo. Formatosi nel capoluogo felsineo e più tardi a Genova con Perino del Vaga, Fontana divenne infatti un pittore stimato e autorevole, non solo nella sua città, e fino agli ultimi anni la sua carriera non conobbe eclissi, dipanandosi tra Bologna, Roma e vari altri centri italiani, con una fugace tappa anche nella francese Fontainebleau. Pittore pontificio, amico e comprimario di Giorgio Vasari, riferimento a Bologna per le committenze più qualificate e per artisti e intellettuali dell’epoca, padre di Lavinia, famosa pittrice, e primo maestro dei Carracci. Personaggio complesso che meritava di essere riscoperto e che ora è stato possibile mettere a fuoco grazie a un riesame integrale delle fonti e a nuove ricerche d’archivio. -
Pietro Guida. Lo spettacolo della vita. Ediz. illustrata
Lo spettacolo della Vita / Life is a show è un'installazione di quattordici sculture dell'artista Pietro Guida. Attraverso la forza comunicativa che da esse straripa è possibile manifestare e auspicare un ritorno progressivo alla normalità di gesti essenziali e preziosi della nostra umanità: il bacio di due ragazzi, il ballo di due tangheros, l'abbraccio tra madre e figlio, la conversazione sulla panchina, la sonorità di un trio musicale, la passeggiata di una coppia, ma anche la giocosità di acrobati e saltimbanchi e la serenità di un'ora di sole. Il bambino con i palloncini e il padre che lo sostiene sulle spalle esprimono, infine, con i loro sguardi volti verso l'alto, il desiderio di percorrere la vita con l'attesa della conoscenza di quanto di bello il mondo può ancora offrire. -
Le sale Farnesiane e la Quadreria. Museo nazionale di Castel Sant’Angelo. Ediz. illustrata
Un nuovo e completo volume sulle decorazioni ad affresco cinquecentesche di Castel Sant’Angelo e sulla Quadreria che occupa alcune delle sale farnesiane. Il visitatore potrà così informarsi in modo approfondito sulle emergenze artistiche del Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo, monumento tra i più visitati della città, che conserva testimonianze importantissime dell’arte a Roma nel Cinquecento e dove si sono fatte confluire nei primi decenni del XX secolo donazioni private con pezzi di grande valore, come i due Crivelli, il Lorenzo Lotto, il Signorelli, il polittico Zavattari e altri ancora. Primo di una serie che porterà il visitatore a scoprire tutte le particolarità che Castel Sant’Angelo racchiude, questo volume redatto dallo storico dell’arte Michele Occhioni, è molto più di una guida, piuttosto un piccolo ma completo compendio di quanto il luogo conserva storicamente e di quanto nel corso della sua apertura al pubblico, all’inizio del XX secolo, vi si è voluto trasportare per immaginarlo come museo. -
Johann Georg Hertel. Nella Collezione Giuliani di Venafro. Ediz. illustrata
Nel volume sono catalogate per la prima volta un gruppo di acqueforti realizzate a partire dal primo trentennio del XVIII secolo da artisti tedeschi per Johann Georg Hertel, rinomato editore e incisore di Augsburg. Il fondo confluì in un secondo tempo nella Collezione Giuliani a Venafro in Molise e i fogli, come si è potuto ricostruire, furono impiegati come modello per le decorazioni di chiese e palazzi dalle officine di pittori e ornatisti altamente specializzati attivi a Oratino, piccolo centro vicino a Campobasso. L’autrice ritesse gli scambi formali e la diffusione dei motivi ornamentali, portando alla luce l’ibridazione ideativa tra centri apparentemente estranei tra loro: da Augsburg, passando per Napoli fino a Oratino. Emerge un contesto storico legato alla committenza, ancora molto poco indagato, che vede un’intera generazione di artisti attivi in Molise aggiornarsi alle tendenze nord europee più in voga, mediate attraverso l’esempio dei protagonisti della scena napoletana. -
Bartolomeo Pinelli. Visioni dantesche. Ediz. a colori
Il Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo conserva la serie di stampe incise da Bartolomeo Pinelli (1781 – 1835) per illustrare la Divina Commedia di Dante tra il 1824 e il 1826, edite in Roma da Giovanni Scudellari. Le 145 acqueforti colgono gli episodi più significativi dell’Inferno, del Purgatorio e del Paradiso, con l’accompagnamento delle terzine dantesche, rivelando “franchezza di disegno”, “felicità d’invenzione” e “verità di mosse e affetti”, come riporta una recensione all’opera sulla Biblioteca Italiana del 1828. Interpretando con intelligenza le parole del Sommo Poeta, l’opera di Pinelli si inserisce in un ricco filone di riscoperta del poema di Dante che percorre l’Europa romantica tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento, quando una nuova sensibilità riconosce nella Commedia l’espressione autentica di un potente sentimento individuale, il “sublime”. Da queste tavole traspare la capacità dell’artista di affrontare temi colti e letterari, superando i consueti soggetti popolareschi e vernacolari che lo hanno reso famoso. Tra gli entusiasti ammiratori dell’opera c’è stata anche Costanza Monti Perticari, figlia di Vincenzo Monti e moglie di Giulio Perticari, poetessa e studiosa di Dante, che ne lodava la “semplicità sublime”, intravedendo nel Pinelli la capacità di sentire il bello con il cuore “prima anche di averlo studiato con la mente”. -
Danzo, nuda come la verità. Ediz. illustrata
"Danzo, nuda come la verità."""" è il racconto autobiografico coraggioso onesto provocatorio della vita di un'artista di fama internazionale della cultura e della danza italiana. Donna pienamente libera ribelle anticonformista. Un viaggio appassionato dell'anima nel corpo, nell'atto della creazione e alla scoperta dell'Eros, in cui Patrizia Cerroni si mette a nudo rivelando i propri segreti più intimi e le sue storie d'amore. Una lettura avvincente, una scrittura nitida precisa chiara. Il racconto si snoda in giro per il mondo durante le sue numerose tournée internazionali per soffermarsi su Roma, New York e l'India, dove lei a lungo dimora, e sui suoi memorabili incontri e collaborazioni dagli anni '70 a oggi con artisti quali Charlie Mingus, Zakir Hussain, Giacinto Scelsi, Mario Schifano, David e Dory Zard, Michelangelo Antonioni e Fabio Mauri. L'autrice nel rendere partecipe il lettore degli EFT (Emotional Freedom Techniques), strumento terapeutico da lei praticato, offre molte efficaci chiavi di accesso alla pienezza creativa e trasmette la consapevolezza che siamo noi i veri autori delle nostre vite attraverso la più difficile delle conquiste, quella di riuscire ad amare noi stessi." -
Gabriele Mayer. Una vita di costumi. Ediz. illustrata
Il volume illustra la vicenda professionale di Gabriele Pacchia Mayer, sarto costumista, noto al grande pubblico per aver vestito Raffaella Carrà in TV negli anni Ottanta e Novanta ed aver reso sempre più originali gli abiti di scena di Renato Zero. Titolare dal '70 al 2010 della G.P.11, una delle più importanti sartorie italiane per lo spettacolo, ha realizzato le creazioni di tutti i più famosi costumisti italiani. Sempre presente nel cast esecutivo di film diretti da registi come De Sica, Fellini, Monicelli, Wertmüller e in centinaia di produzioni teatrali di lirica e prosa in Italia e all’estero, alla sua perizia sartoriale si ascrivono anche i costumi per gli spettacoli di Garinei e Giovannini al Teatro Sistina e quelli per le trasmissioni televisive di intrattenimento più celebri degli ultimi cinquant’anni. Meno note, ma altrettanto preziose, le autografie dei costumi di molti degli spettacoli dei registi Luca Ronconi e Walter Le Moli. Oggi prosegue la sua attività come libero professionista. -
Il complesso della Sapienza. Progetto per la valutazione e riduzione del rischio sismico. Ediz. illustrata
Il volume esamina criticamente, in una serie di approfondimenti scientifici, lo studio storico-architettonico, l’analisi diretta e indiretta, la sintesi, quindi la progettazione e il cantiere per la realizzazione di una prima fase di interventi di restauro e conservazione, quelli relativi al miglioramento strutturale, avviati nel 2018 sul complesso della Sapienza, conseguenti agli eventi sismici del 2016 nel centro Italia. Attraverso un esempio concreto gli autori si soffermano su valutazioni circa l’approccio metodologico relativo ad interventi di “sicurezza strutturale” su edifici storici, avviando le analisi da una preliminare fase conoscitiva che, per risultare efficace ai fini delle valutazioni matematiche, esige un approccio pragmatico, attraverso la corretta correlazione dei dati d’archivio con la conoscenza dello stato attuale della fabbrica. Lo studio storico-critico dell’edificio, dalla sua genesi sino ai giorni nostri rappresenta, in particolare nel caso di episodi architettonici come il complesso della Sapienza, quella base consapevole e profonda che deve necessariamente accompagnare, o meglio, condizionare i modelli matematici a riferimento dei progetti di “sicurezza strutturale”. -
Il nuovo nell'arte medievale. Temi, percorsi, rappresentazioni. Ediz. illustrata
I saggi che il volume raccoglie sono dedicati ad aspetti o temi della produzione artistica degli ultimi secoli del Medioevo e descrivono la svolta epocale che le arti conobbero in Italia intorno all’anno 1300 da punti di vista diversi, nella loro specificità e nel loro divenire storico attraverso percorsi più o meno estesi. Con un’impostazione storico-culturale necessariamente aperta verso altri ambiti del sapere, in particolare quello letterario e quello scientifico, sono tessute alcune delle fila lunghe della trama storica attraverso un lavoro di scandaglio sottile e di paziente ricucitura, volti a raccontare un’eredità culturale che è forte della sua consapevolezza storico-artistica ma rifugge dai manierismi e dagli irrigidimenti disciplinari. Da punti di vista sovente non convenzionali ne risulta una descrizione originale di una stagione cruciale e dibattutissima della Storia dell’arte in Italia come fenomeno europeo. -
Le Sistine svelate. restauro dell’Arcispedale di Santo Spirito in Saxia
Il volume si propone come testimonianza dell’intervento di restauro delle Corsie Sistine, eccezionale patrimonio di storia della medicina, architettura civile e arte, integrato nel più ampio Complesso Monumentale di Santo Spirito in Sassia. L’Ospedale di Santo Spirito, il più antico d’Europa, svolge da oltre 800 anni una funzione di accoglienza e di cura nel cuore della Città. Le Corsie Sistine, che fino agli anni ’80 del secolo scorso erano ancora utilizzate per l’attività di ricovero, sono un luogo dal fascino irresistibile. Si sviluppano attraverso due sale (Lancisi e Baglivi) per oltre 120 metri e raccontano con il loro imponente ciclo pittorico, eseguito a fresco alla fine del ‘400 da artisti della scuola Umbro-Romana, le origini dell’ospedale e gli episodi più importanti della vita di Innocenzo III e Sisto IV. Ogni affresco, ogni dettaglio e tutti i molteplici elementi - dal portale del Bernini al ciborio del Palladio - ci comunicano la dedizione e l’attenzione alle diverse dimensioni della cura che connotano l’atmosfera dell’Arcispedale di Santo Spirito, una delle istituzioni che ha contribuito a introdurre la concezione dell’ospedale moderno. Lo straordinario progetto di restauro conservativo delle Corsie è stato realizzato dalla ASL Roma 1 grazie a un finanziamento della Regione Lazio, sotto la supervisione della Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma. “Svelare” le Corsie, riportandole dopo lungo tempo alla loro antica bellezza, consente di diffondere la conoscenza e garantire il rispetto di un luogo che è parte integrante della storia di un binomio inscindibile, nel nostro Paese, tra Cultura e Salute. -
Franca Bettoja Tognazzi. La moda di un'attrice
Franca Bettoja, attrice, apprezzata interprete de “L’uomo di Paglia” di Pietro Germi nel 1958, moglie di Ugo Tognazzi, uno degli attori più amati dal grande pubblico, viene raccontata attraverso un cospicuo numero di abiti da sera, che segnano gli eventi mondani di Roma e i red carpet dei festival cinematografici, in un periodo di grande rinascita e affermazione del Cinema italiano dagli anni ’50 agli anni ’70, gli stessi che l’hanno vista più volte partecipare a film sia in Italia che all’estero, a fianco di famosissimi attori e registi dell’epoca. Il suo gusto, sempre elegante e insieme personalissimo e fuori dal coro, si esprime sia attraverso la scelta di stilisti famosissimi quali Schuberth e la Sorelle Fontana, sia attraverso la predilezione di tessuti preziosamente ricamati e modelli personalizzati fatti realizzare da famose sartorie romane, ultime eredi di un mestiere di alto e raffinato artigianato. Il guardaroba di gala di Franca Bettoja, oltre a sottolineare la sua riservata, ma nello stesso tempo istrionica personalità, testimonia il gusto di un’epoca in cui si può affermare senz’altro che “l’abito faceva il monaco”, soprattutto nel mondo del Cinema. -
Palazzo Borghese. L'appartamento terreno. Funzione, decorazione, arredo. Ediz. illustrata
A partire dalle guide di Roma del tardo Seicento, l’appartamento terreno di palazzo Borghese, che si allunga dall’ingresso su piazza Borghese fino al Tevere, è sempre stato celebrato per la collezione di dipinti e i mobili che lo arredavano. La sua storia viene qui ripercorsa seguendo tre linee di lettura (la funzione degli ambienti, la loro decorazione e il loro arredo) e dando spazio alle descrizioni della letteratura periegetica e ai resoconti dei viaggiatori internazionali. Un’attenta analisi dell’iconografia dei temi rappresentati nei soffitti delle stanze al tempo del principe Marcantonio IV, fra il 1767 e il 1774, e del loro rapporto con i pezzi antichi allora ivi conservati porta alla conclusione che nell’appartamento terreno del palazzo sia andato in scena per la prima volta quello stretto dialogo fra decorazione pittorica e scultura classica e moderna da sempre considerato distintivo del casino della villa pinciana (attuale sede della Galleria Borghese). -
Cristo e la Samaritana di Artemisia Gentileschi. Ediz. illustrata
Nel volume si descrive tutta la straordinaria storia documentaria e collezionistica del dipinto Cristo e la Samaritana al pozzo, capolavoro di Artemisia Gentileschi, di cui si ha traccia già nelle sue lettere indirizzate al Cavalier Cassiano Dal Pozzo (1637). Recentemente acquisito dalla Fondazione Pisa per le raccolte del Museo di Palazzo Blu, il quadro viene esposto dopo un attento restauro conservativo. ""L’opera ci appare oggi com’era percepita allora, pulita da vernici ossidate, restauri coprenti e debordanti: i colori accesi, splendenti, le espressioni e i gesti eloquenti, penetranti, la monumentalità delle figure e del paesaggio della campagna partenopea sono i particolari che rendono il dipinto una prova strepitosa della pittrice matura. Guardando la Samaritana, apprezziamo l’eloquente e intensa dolcezza con la quale è rappresentato l’incontro tra Gesù e la peccatrice di Samaria attorno al pozzo di Giacobbe: le due figure a grandezza più del naturale sono affrontate attorno al pozzo, un Cristo giovane e attraente è simile a quello bellissimo, leggermente più antico, ritratto nel Sinite parvolus oggi conservato presso la sacrestia dalla chiesa romana dei Santi Ambrogio e Carlo""""."" -
Equazioni dell'umano
« […] .Come in ogni poesia c’è la cosiddetta “parola-chiave”, da cui spesso si ricava la poetica dell’autore, così nelle sillogi, a saperla vedere, si incontra sempre la “lirica-chiave”, quella composizione che orienta il lettore verso il nucleo del pensiero del poeta. È comunque una intuizione soggettiva, ma aiuta a far luce nella strada che il flusso poetico traccia. In questa raccolta balza netta agli occhi una specie di dichiarazione, che riprenderò alla fine e ora rileggo insieme a voi: “Com’è amara la sorte del poeta: vede quello che nessuno vede, e nessuno gli crede, scava parole per chiarirlo al mondo, plastica sintesi e orecchio musicale, formula le equazioni dell’umano. Come ringraziamento, da vivo, il mondo è già tanto che lo sopporti, poi se lo perde nell’anagrafe dei morti”. […] ». (dalla prefazione di Alessandro Masi). -
Longo. Dall'industria alle opere di Marco Angelini
Oggetti, persone e opere d’arte raccontano un’epoca recente ma che sembra lontanissima nel tempo. Un percorso insolito per riscoprire una delle industrie protagoniste del boom economico italiano. Ascanio Balbo di Vinadio ha concepito questo volume quale seguito della mostra A ciascuno il suo giorno. Opere di Marco Angelini ispirate alla storia dell’azienda Longo allestita a Bologna al Museo del Patrimonio Industriale. Un dialogo tra materiali di cancelleria e creazioni artistiche che fanno rivivere una quotidianità d’altri tempi nell’era digitale. -
8 racconti 8 di un antiquario di presepi napoletani
L’autore, antiquario e collezionista del presepe napoletano del Settecento, attraverso otto racconti affronta varie tematiche d’attualità, soffermandosi anche sulla sua vita e su quell’antico legame con il palazzo materno di Fabriano ove trascorreva da fanciullo e poi da giovane le vacanze estive e tante festività. La cittadina marchigiana resta avvolta in un’aura di luce, cristallizzata nel tempo, com’era sessant’anni prima tranquilla e spensierata. Quel passato non esiste più. Permangono ancora le spesse mura del palazzo materno ma degli abitanti di allora non c’è più traccia. Questa dicotomia fra desiderio di rivivere quei tempi e lo stato di vuoto ed abbandono di quei luoghi di oggi lo spinge a entrare in stretto contatto, forse per un desiderio di evasione, con i suoi personaggi presepiali che sembrano essere dotati di un’anima. In alcuni suoi racconti traspare il desiderio di immedesimarsi in loro tanto da partecipare intensamente alla loro vita vivendo la magica rappresentazione partenopea non da semplice spettatore ma dal “di dentro” come se lui stesso ne facesse parte. -
Museo Nazionale di Castel Sant'Angelo. Il castello racconta la sua storia. Armerie inferiori. Ediz. illustrata
Raccontare la storia di Castel Sant’Angelo attraverso le opere d’arte conservate al suo interno è stato il tema del riallestimento di questa parte del complesso Monumento, le cosiddette Armerie inferiori, corpo di fabbrica costruito nel XVI secolo per ricoverare le armi, numerose, conservate a Castello. Dopo la seconda guerra mondiale, con il progressivo allontanamento dal Castello dei militari del Genio, l’intero edificio delle Armerie è stato convertito a spazio espositivo per divise, armi e cimeli di guerra. È attualmente in corso la progettazione delle sale delle Armi storiche, che troveranno posto come tema non eludibile del Museo di Castel Sant’Angelo in ambienti più idonei alla loro esposizione, mentre le Armerie superiori e inferiori sono state ristrutturate per accogliere le prime le mostre temporanee e le seconde la Storia di Castel Sant’Angelo. Dipinti, sculture, incisioni, stampe e fotografie d’epoca raccontano la complessità delle trasformazioni e degli usi che, dal Mausoleo di Adriano del II secolo d.C. alla roccaforte difensiva e prigione ancora in uso nell’800, si sono succeduti incidendo profondamente nella struttura del Monumento, mai allontanandolo tuttavia dal suo essere un evidente simbolo romano, ora del potere pontificio ora di quello laico. Si è voluto anche dar conto della fortuna dell’immagine di Castel Sant’Angelo, diffusa prima attraverso stampe, incisioni e dipinti, poi con l’avvento della fotografia divenuta facilmente riproducibile e vendibile. La famosa “Girandola di Castello” è stata tra gli eventi più riprodotti dagli artisti, sia italiani che stranieri del Grand tour. Si può senza dubbio affermare che Castel Sant’Angelo, con il suo ponte e lo sfondo della basilica di San Pietro, è stata tra le immagini di Roma più riprodotte nei secoli; le sue collezioni ancora conservano una parte cospicua di queste immagini. Nella Guida gli storici dell’arte Michele Occhioni, Laura Salerno e la direttrice Mariastella Margozzi, presentano l’iter espositivo che il pubblico può seguire per comprendere i tanti aspetti del Monumento e anche diversi aneddoti ad esso legati. Dopo la Guida sulle Sale Farnesiane e la Quadreria, questa è la seconda, ma non ultima tappa di un racconto, quello di e su Castel Sant’Angelo, che ha ancora molto da illustrare. Contiamo di continuare a farlo.