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Il cinema di Elio Petri
Elio Petri è tra i più importanti registi italiani. La sua notorietà in campo internazionale è legata al successo di A ciascuno il suo (1967), ma soprattutto a Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (Oscar 1971 per il Miglior film straniero) e La classe operaia va in Paradiso (Palma d’oro al Festival di Cannes 1972). Benché lo si sia sempre associato quasi esclusivamente al cinema di impegno politico e civile, la sua posizione in questo ambito – e anche nella cultura di sinistra dell’epoca – è sempre stata piuttosto anomala. Tra l’altro, è soprattutto nell’ultima fase del suo lavoro, tra il 1973 e il 1982, anno della sua morte prematura a 53 anni, che il regista mette costantemente in gioco, film dopo film, una personale visione del mondo, ponendo il proprio linguaggio fuori da qualsiasi appartenenza a stilemi narrativi realistici. Il suo rimane certamente un cinema politico, ma ad un livello diverso, ben più alto e dialettico. Il libro, che contiene anche due racconti brevi di Petri, dà conto dell’itinerario artistico di quest’uomo affascinante e complesso, ateo, comunista, materialista, di cultura francese, sartriano, nel tentativo di mettere a fuoco il suo cinema per quello che davvero è, ossia una ricerca nevroticamente tesa alla sperimentazione di nuove strutture narrative, dominata da un pensiero allucinato, da un linguaggio violento, iroso, febbrile come quello di Céline e, insieme, anarchico come quello di Bataille e Sade, in un’ottica grottesca e carnascialesca che rimanda anche a Bosch e Rabelais. -
Douce France
Cosa hanno in comune Montaigne, Voltaire, Céline e il commissario Maigret? Tutti inseguono, caparbiamente, l'""aspra verità"""" - su di sé, sulla società, sul mondo, sulla nostra condizione. Il nostro rapporto con la Francia è stato (per lo più) di amore, di fascinazione, a volte di diffidenza. Dei cugini d'oltralpe non ci entusiasmava la esibita grandeur, però ci hanno sempre attratto il radicalismo, l'esprit, l'eleganza dello stile, la passione per la giustizia, la fiducia quasi fanatica nella ragione, l'oscillazione tra gli estremi (nichilismo cupo del marchese de Sade e delicata felicità delle tele degli impressionisti). Questo impulso di disarmata sincerità ha contagiato gli scrittori italiani ospitati in questo volume - tra i migliori della nostra letteratura attuale - che hanno raccolto l'invito a parlare della Francia: i loro testi, diaristico-narrativi, si rivelano come tanti microromanzi di formazione, schietti e privi di convenevoli. Non sapremo mai se è meglio, in assoluto, il formaggio francese o quello italiano, ma forse d'ora in poi ognuno di noi potrà deciderlo senza più sciovinismi e pregiudizi culturali."" -
Dante e il cinema. I film ispirati alla vita e alle opere dell'autore della «Divina Commedia»
Sommo poeta, ma anche straordinario sceneggiatore ante litteram, Dante Alighieri ha intrigato e ispirato il cinema fin dalle origini, con l’obiettivo – o forse dovremmo dire il sogno – di dare vita anche attraverso le immagini in movimento alle sue potenti visioni, ai drammi di cui è intessuta la Divina Commedia (in special modo l’Inferno), all’intensità psicologica ed emotiva dei tanti personaggi che ha reso immortali. Un’impresa affascinante e al tempo stesso titanica, che è riuscita solo in parte: ancora oggi la realizzazione di un film sull’universo poetico dantesco rappresenta una delle sfide più aperte ed emozionanti per produttori, registi e attori di tutto il mondo. In questa monografia l’autore, docente di letteratura e storico del cinema, ripercorre la parabola del filone dantesco nel cinema mondiale lungo le coordinate temporali (dal muto al sonoro) e geografiche, dal cinema americano delle origini a quello italiano, dalla Francia alla Germania, fino a Hollywood, contestualizzando i singoli film (molti dei quali perduti) secondo la ricezione culturale dell’opera di Dante e l’evoluzione artistica e tecnica del cinema, organizzando i documenti finora disponibili e offrendo ai lettori informazioni inedite e preziose. Particolare rilievo viene dato alle riduzioni cinematografiche dell’Inferno e ai numerosi titoli ispirati alle straordinarie figure femminili che Dante ha eletto a protagoniste di ciascuna delle tre cantiche della Divina Commedia. Un viaggio emozionante e ancora in progress, che incrocia anche i tanti film sognati, da Pasolini e da Fellini ma non soltanto, così come i tentativi di imitazione, le parodie, i progetti continuamente annunciati e mancati ancora oggi, nel settecentesimo anniversario della scomparsa di Dante. -
Vivere e morire a Los Angeles di William Friedkin
Quarta incursione di William Friedkin nel poliziesco metropolitano, il neonoir ""Vivere e morire a Los Angeles"""" è stato considerato, fin dalla sua distribuzione, «un pionieristico esempio di avanguardia pop, capace di dialogare con il più raffinato audiovisivo del suo tempo, tanto dal punto di vista dei contenuti quanto da quello visivo. Un noir forse troppo colto per ambire a quel consenso generalizzato a cui doveva aspirare una forma d'arte per definizione minore come il cinema di genere». Adattamento cinematografico del romanzo di Gerald Petievich, agente federale, il film si è guadagnato negli anni uno status cultuale in buona .parte dovuto al cospicuo debito contratto nei suoi confronti da tutto il poliziesco successivo del cinema americano, soprattutto sul piano espressivo per i brani pop rock eseguiti dai Wang Chung nella colonna sonora, le adrenaliniche scene d'azione e la varietà cromatica della fotografia di Robby Múller. Con """"Vivere e morire a Los Angeles"""" Friedkin tende ancora una volta a imporsi come uno degli -irregolari- del cinema americano, poiché nella sua poetica il poliziesco ha sempre svolto la funzione di una coordinata per definire l'ambiguità, e il labile confine fra bene e male."" -
I Queen in 3D. Ediz. illustrata
Per la prima volta, la storia di una delle rock band più famose di tutti i tempi viene raccontata con testi e centinaia di immagini inedite da uno dei suoi membri: il co-fondatore, compositore e chitarrista Brian May. Un lungo racconto che a partire dagli anni Settanta ripercorre la travolgente affermazione internazionale del gruppo e approda alle sue più recenti performance insieme al cantante Adam Lambert, spingendosi fino sul set di Bohemian Rhapsody, il celeberrimo biopic vincitore di quattro premi Oscar. Ricordi, aneddoti e dietro le quinte sono rievocati in prima persona da May («Non esiste un ghost writer per questo libro. Sono solo io») e accompagnati da un ricchissimo e quanto mai originale corredo fotografico. Da sempre, infatti, May è un appassionato di fotografia stereoscopica, speciale tecnica di realizzazione e visione delle immagini capace di trasmettere un'illusione di tridimensionalità. Ebbene, Queen in 3D raccoglie oltre 300 foto stereoscopiche dei Queen scattate dallo stesso autore durante i momenti più vari della loro cinquantennale carriera, e in più, regala ai lettori uno speciale visore stereoscopico progettato appositamente da May. Inquadrando secondo le istruzioni ogni stereocoppia fotografica del volume, i lettori la vedranno animarsi in un emozionante effetto 3D e avranno l'impressione di stare proprio lì, insieme a Freddie Mercury e al resto del gruppo: sotto i riflettori dei loro grandiosi concerti e nei backstage, insieme ai fan, nelle camere d'albergo durante i tour in giro per il mondo, in sala di registrazione, persino in vacanza. Queen in 3D racconta come nessun altro aveva mai fatto prima l'avventura di una delle band più influenti e amate nella storia della musica: per milioni di appassionati ai quattro angoli del globo, l'unica vera ""regina"""" che il rock abbia mai avuto."" -
Roman Polanski
Per celebrare uno dei più talentuosi registi viventi, è stato necessario fare appello a un insieme di 27 ricercatori e ricercatrici: una polifonia di spiriti liberi, psicanalisti, storici, scrittori e, naturalmente, critici cinematografici. Concepito per far rivivere il piacere di tutta la sua opera, questo libro propone un'analisi, allo stesso tempo tematica e film per film, di 23 lungometraggi e di circa una quindicina di corti. E possibile così viaggiare, grazie a prospettive diverse, attraverso lo stile e gli universi di Roman Polanski, che gli assicurano un posto d'onore nella storia del cinema mondiale. Un vasto e originale inserto fotografico, curato da Enrico Giacovelli, include disegni e immagini inedite tratte dai suoi storyboard, oltre a fotogrammi da tutti i suoi film. Alcuni dei quali come L'inquilino del terzo piano, Chinatown, Tess ma soprattutto Rosemary's Baby sono diventati letteralmente degli archetipi. Come afferma Malgosia Abramowska, sua assistente personale da Il pianista in poi, intervistata per questo volume da Alexandre Vuillaume-Tylski «Roman Polanski è un direttore d'orchestra che sa suonare tutti gli strumenti». Emerge allora il ritratto di un perfezionista, con un gran senso dell'umorismo e pieno di attenzioni, lontano milioni di chilometri dall'immagine sulfurea che i media e qualche critico hanno tratteggiato per decenni. Per Roman Polanski, come scrive qui Michel Ciment, «il principe di Danimarca è sicuramente Amleto. Ha indubbiamente trovato nella cultura britannica quel dialogo tra tradizione e innovazione che gli è caro». -
Tutto Pasolini. Ediz. illustrata
Scrittore ""corsaro"""", poeta d'opposizione, cineasta suscitatore di """"scandalo"""", Pier Paolo Pasolini è stato un instancabile protagonista di polemiche e l'autore di folgoranti anticipazioni su fenomeni ancora all'ordine del giorno (la deriva capitalistica, l'omologazione culturale, il consumismo del superfluo, lo sviluppo senza progresso). A 100 anni dalla nascita e a 47 anni dalla morte, Pasolini è ancora a noi contemporaneo e costituisce un """"caso"""" politico-culturale a cui si fa continuo riferimento. Eroe del nuovo ma attento ai valori del passato, rivoluzionario incline alla contraddizione, votato alla classicità ma pronto a sperimentare linguaggi anche inediti, portato allo spiazzamento e all'intempestività, con la sua opera sterminata e proteiforme (narrativa, poesia, cinema, teatro, saggistica) ha affrontato temi generali ed eterni come il destino dell'uomo, il mito della Natura e della Storia, il senso sacro della vita e della morte, facendone materia di confronto, sfida, spesso provocazione. La forza e l'inesauribile vitalità della sua voce sono il tema di """"Tutto Pasolini"""", un volume che con il contributo di 50 saggisti, accademici e critici militanti italiani e francesi, presenta l'Opera Omnia dell'Autore, mettendone in evidenza la profondità e la straordinaria attualità. Come scrive Joubert-Laurencin nel suo saggio: «Pasolini non ha mai smesso di morire nell'ultimo mezzo secolo, eppure è nato e non ha mai smesso di vivere da un secolo, prima nella sua vita, poi nella sua eredità». """"Tutto Pasolini"""", con la forma di un dizionario-laboratorio diviso per voci alfabetiche di facile e funzionale consultazione, raccoglie l'intera opera pasoliniana e un'ampia e aggiornata rappresentazione del pensiero critico sull'Autore. Dalla """"A"""" di Accattone alla """"C"""" di Censura, dalla """"R"""" di Religione alla """"S"""" di Sartre, nel volume si passa dalla narrativa alla poesia, dal cinema al teatro, dalle famose invettive pasoliniane pubblicate sul «Corriere della sera» alla proficua frequentazione di altre discipline (semiologia, strutturalismo, antropologia) e di arti come la pittura, la musica, la danza. Pensato non solo per un pubblico di specialisti, bensì immaginando un'auspicabile nuova generazione di lettori, """"Tutto Pasolini"""" propone un'ampia scelta di testi che pur salvaguardando completezza e qualità assicurano un tono leggibile e volutamente non accademico. Completano il volume un ricco apparato iconografico, una biografia completa e una selezione di testi pasoliniani."" -
I bravi ragazzi
Roma, 1975. Nella dolce atmosfera di fine estate, tre giovani dei quartieri alti incontrano due ragazze del popolo. La simpatia reciproca si fa subito gioiosa e piena di promesse: insieme, flirtano al ritmo della musica nei caffè, si scambiano battute e si ripropongono di incontrarsi ancora. Di lì a poco, Alberto, uno dei tre, le invita a una festa che si terrà a Lavinio, sulla costa laziale. Maria Grazia e Raffaella accettano volentieri, lusingate e fascinate da una frequentazione che forse le porterà via dal modesto quartiere in cui vivono con le loro famiglie. Durante il viaggio, però, scoprono con crescente apprensione che la destinazione in realtà è un'altra: una sontuosa villa isolata sul promontorio del Circeo - lì dove la mitologia omerica colloca la dimora della maga Circe e ambienta l'oscuro sortilegio che trasformò in maiali i marinai di Ulisse... In questo romanzo, Pierre Adrian rielabora liberamente uno dei fatti di cronaca più efferati che l'Italia abbia mai conosciuto, insieme evocando gli anni di piombo e di Pasolini, la fine dell'infanzia, l'esplosione dei sensi e la scoperta del corpo, la musica degli anni Settanta e i paesaggi come set cinematografici. Ma esplora anche la complessità delle relazioni tra i sessi, il divario tra le classi sociali, le ingenue aspettative dei più deboli e il cinismo che talora si annida tra le pieghe delle esistenze più fortunate. -
Preparazione alla danza. Allineamento specifico per esibirsi al meglio in qualunque tipo di danza. Vol. 2
Eric Franklin – autorità internazionale nelle tecniche di visualizzazione mentale per l’allenamento di atleti e ballerini – ha sviluppato un metodo di allenamento applicato in compagnie e scuole di danza di tutto il mondo. In questa nuova edizione di Preparazione alla danza, l’Autore integra i risultati delle più recenti ricerche scientifiche su forza, flessibilità e allenamento agli esercizi specifici per la danza da lui ideati. Il manuale, diviso ora in due volumi (v. il Piano dell’opera qui di seguito), offre una vasta gamma di materiali inediti. n Oltre 100 nuovi esercizi per allenare tutte le parti del corpo, utili ai danzatori di ogni genere, forma o stile di danza. Foto e disegni interamente a colori, con oltre 100 nuove illustrazioni per spiegare gli esercizi e la loro esecuzione. n 1 nuovo capitolo per un programma di allenamento completo. Nuove risorse online che includono: 22 videoclip (in inglese) nei quali lo stesso Franklin mostra la corretta esecuzione degli esercizi indicati nel testo; 2 serie da 20 minuti di esercizi total body con le bande elastiche, per incrementare forza e condizionamento per la danza; 1 programma di allenamento personalizzato, per fissare capitolo per capitolo gli obiettivi da raggiungere e monitorare i progressi fatti. Preparazione alla danza unisce visualizzazione, focalizzazione e allenamento per migliorare tecnica e prestazioni, mettendo sempre in atto un’attenta strategia di prevenzione degli infortuni. Gli esercizi condotti secondo i principi della cinestetica svilupperanno in qualunque danzatore una maggiore consapevolezza di ogni suo movimento, apportando benefici immediati a forza e flessibilità del corpo. -
Volver di Pedro Almodovar
"Volver"""" riveste un ruolo chiave per la maturità di Pedro Almodóvar, enfant terrible del cinema spagnolo fattosi maestro celebrato. La pellicola, trascorso qualche anno dal successo di Tutto su mia madre, segna infatti un inedito punto di equilibrio per il regista, unendo argomenti e stilemi del passato (la famiglia, le donne, la solidarietà femminile, la Spagna profonda) a spunti rivelatisi via via più urgenti. Incisivo è il sottotesto politico del film: nel momento in cui nella nazione si spendevano parole infuocate sulla legge per la memoria storica, promossa dal neoeletto governo Zapatero, le vicende di Raimunda (una strepitosa Penélope Cruz, candidata all’Oscar) e di sua figlia Paula, quelle della madre Irene, della sorella Sole e della vicina Agustina, si trovarono a raccontare, in figura, la transizione del Paese dalla dittatura franchista alla democrazia, fra crimini inconfessati, rimozioni consapevoli e presenze fantasmatiche. Un’ulteriore conferma del valore critico dell’opera di Almodóvar, ben lontano dall’essere soltanto lo spensierato cantore di un’effimera movida, innocente e trasgressiva a un tempo." -
Production design. Vol. 2
In qualunque produzione per il grande schermo o per la televisione - cortometraggio, film o serie tv - , le immagini devono supportare la narrazione, presentando ambientazioni coerenti, accompagnando le svolte della trama e sottolineando le caratteristiche dei personaggi. In altre parole, devono raccontare visivamente la storia, cioè costruire un efficace visual storytelling. L'innovativa opera di Jane Barnwell, di cui questo volume rappresenta il secondo e conclusivo tomo (vedi il Piano dell'opera), descrive il lavoro dello scenografo quale professionista che non si limita a disegnare le scene ma più in generale mette a punto il complessivo design della produzione, studiando e scomponendo la sceneggiatura, concordando il concept visuale con regista e direttore della fotografia nonché sovrintendendo agli altri membri del reparto creativo (direttore artistico, truccatori, costumisti, arredatori, ecc.). Per illustrare l'argomento, l'autrice ricorre all'analisi di cinque categorie specifiche: 1. Spazio; 2. Interno ed esterno: limiti e transizioni; 3. Luce; 4. Colore; 5. Arredamento del set, ed esamina ciascuno di essi con l'ausilio iconografico di fotogrammi, disegni e bozzetti di pre-produzione, istantanee di set e dietro-le-quinte. Le interviste esclusive con scenografi di fama internazionale offrono lo spunto per approfondire accanto alla teoria scenografica anche la pratica quotidiana sui set (location o teatri di posa), con esempi tratti da importanti produzioni come The Legend of Tarzan e Minority Report, ai quali si aggiungono decine di altri titoli esaminati nel corso della trattazione. Ogni capitolo, infine, è concluso da appositi esercizi che accompagnano il lettore attraverso l'intero processo ideativo. Per qualunque appassionato di cinema e per gli studenti, i cineasti, gli scenografi e gli altri ""creativi"""" dell'immagine in movimento. Piano dell'opera: Tomo I: Capitolo 1: Risvolti pratici: il processo scenografico. Capitolo 2: Il tema visivo. Capitolo 3: Lo spazio. Capitolo 4: Interno ed esterno: limiti e transizioni. Tomo II: Capitolo 5: La luce. Capitolo 6: Il colore. Capitolo 7: Arredare il set."" -
La bella confusione
Il regista di successo Massimo Barbiani si avvia alla produzione di un nuovo lungometraggio. Viene firmato il contratto, vengono assunti i primi interpreti e costruiti i set... Ma l'idea per questo film, che all'inizio gli sembrava così chiara, adesso è quasi del tutto svanita. Massimo non sa più cosa voleva fare, e l'ansia lo attanaglia a tal punto che, a seguito di uno svenimento, gli viene prescritto un periodo di riposo presso una località termale. La tregua, però, è di breve durata, poiché la produzione, ormai avviata, lo raggiunge al Grand Hotel della Fonte dove sta alloggiando. E, come se non bastasse, qui arrivano anche la sua formosa amante, poi la sua tenera moglie, e infine la divina Claudia Cardinale, per la quale il cuore di Massimo palpita incessantemente... Tra dilemmi sentimentali e dubbi creativi, il celebre regista è sollecitato da tutte le parti. Gli attori vogliono conoscere il loro ruolo, i decoratori aspettano istruzioni, il produttore risposte... -
Il balletto del nostro tempo. La danza ai tempi di Djagilev
Valerian Svetlov era già un romanziere molto popolare quando, appassionatosi alla danza, cominciò a scriverne nell’ultimo scorcio dell’Ottocento. Entrato in contatto con Sergej Djagilev, ne diventò uno dei più stretti collaboratori prima e durante le Stagioni dei Balletti russi del 1909 e 1911 a Parigi. Di tale esperienza, come di altri importanti capitoli della storia della danza in Russia, legati a Marius Petipa e a Isadora Duncan, lasciò una brillante descrizione in Il balletto del nostro tempo. Il volume, oggi unanimemente considerato uno dei testi di danza più illuminanti del primo Novecento, uscì nel 1911 in lingua russa e l’anno successivo in francese: due edizioni di pregio impreziosite da rare fotografie e dai bozzetti a colori dell’artista Lev Bakst, e diventate nel tempo autentiche rarità bibliografiche. In queste pagine, Svetlov attinge alle sue impressioni di testimone oculare – uno dei pochi ammessi anche dietro le quinte degli spettacoli – e alle recensioni di giornali e riviste francesi dell’epoca per far rivivere una stagione irripetibile della danza e del balletto, così come della musica e della scenografia, e portarne altresì in primo piano gli straordinari protagonisti: coreografi e danzatori come Michail Fokin, Tamara Karsavina, Anna Pavlova, Vaclav Nižinskij, musicisti come Nikolaj Čerepnin e pittori come Lev Bakst, Aleksandr Benois e Nikolaj Rerich. Quella qui proposta è la prima versione italiana dell’opera. Tratta dall’originale russo, essa è preceduta da ampi testi introduttivi, accompagnata da un dettagliato apparato di note esplicative e infine seguita da un’appendice con l’elenco dei balletti citati e la bibliografia della sterminata produzione dell’autore, in ambito letterario e ballettistico. -
L'oro di Klimt
"Il bacio"""" dell'austriaco Gustav Klimt (1862-1918) è diventato il dipinto di tutti i record: il più noto del XX secolo, il più ammirato, il più copiato, il più “mercificato”. Ma cosa sappiamo della sua creazione? E soprattutto, che significato ha voluto dargli il suo straordinario autore? Gustav Klimt – l'inquieto pittore che seduceva compulsivamente le sue modelle, si ribellava all'accademismo dei colleghi e condivideva con l'amico Egon Schiele il gusto per la trasgressione – trovò nell'impiego dell'oro una risposta artistica all'ansia di armonia e trascendenza che lo attanagliava. E a lungo vi incastonò le sue figure, isolandole dal mondo esterno e consegnandole all'armonia metafisica di icone senza tempo. Tra racconto e indagine storica, il romanzo di Alain Vircondelet introduce i lettori alla vita e all'arte di questo monumentale artista, soffermandosi proprio sul “periodo aureo” di cui """"Il bacio"""" (1908) rappresenta l'esito più emozionante ed evocativo." -
I Beatles prima dei Beatles. 1956-1963: dalle origini a «Love me do» e all'esplosione della Beatlemania
Negli anni della loro gloria mondiale, non pochi devono essere stati i momenti in cui i Fab Four volentieri si sarebbero sottratti alla ""persecuzione"""" di occhi e obiettivi puntati continuamente su di loro. Ma c'è stato un periodo, tra la fine degli anni Cinquanta e l'inizio degli anni Sessanta, in cui i neonati Beatles si aggiravano per Liverpool e dintorni desiderosi proprio di essere riconosciuti, intervistati e fotografati, disposti a suonare praticamente ovunque ci fosse del pubblico ad ascoltarli. E quando, alla fine del 1962, fu pubblicato Love Me Do, primo singolo del gruppo e miccia esplosiva di un fenomeno planetario, già avevano alle spalle una consistente gavetta fatta di esibizioni su palchi scalcinati, infruttuose selezioni per show televisivi, tournées traballanti e repentini cambi di formazione. L'argomento di questo libro è dunque proprio il periodo della storia """"beatlesiana"""" che va dal 1956 al 1963. Anni impetuosi ed eroici qui raccontati non solo a parole ma anche con moltissime immagini che restituiscono, nella grana imperfetta delle istantanee, l'atmosfera elettrizzante di quei giorni. Alcuni di questi scatti, tra l'altro, rappresentano una miracolosa sopravvivenza alla distruzione imposta dal manager Brian Epstein, il quale li aveva giudicati troppo informali e disinvolti per l'immagine pubblica dei suoi protetti. Scandite da una dettagliata cronologia che segue i quattro di Liverpool tra prove, concerti e tour, queste pagine ospitano anche un'ampia ed esclusiva documentazione rinvenuta negli archivi della Repubblica Federale di Germania (relativa al turbolento periodo amburghese) e una tra le più ampie bibliografie """"beatlesiane"""" mai realizzate, con oltre 700 titoli. Quando John e Paul si conobbero a Liverpool il 6 luglio 1957, in occasione della festa parrocchiale di St. Peter, nessuno dei due immaginava cosa sarebbe nato dal loro incontro. Questo libro è una cronaca ben documentata di quel """"prima"""". Prima che il mondo fosse per sempre conquistato dal mito dei Beatles."" -
Gli Indiani d'America. Folclore e tradizioni
Dal deserto del Mohave ai Grandi Laghi, fino alle distese artiche dell'isola di Baffin, i rituali e le tradizioni dei Nativi nord-americani non hanno mai perso nulla del loro fascino misterioso, sospeso tra mito e realtà. In questo volume, otto tribù (Crow, Piedi Neri, Menomini, Irochesi, Apache, Mohave, Nootka, Inuit) rivivono nelle loro tradizioni e abitudini di vita attraverso le testimonianze di alcuni importanti antropologi vissuti a cavallo tra XIX e XX secolo - incluso Franz Boas, uno dei padri fondatori dell'antropologia moderna. Prive di qualsivoglia giudizio, commento o altra interpolazione critica, tali testimonianze scaturiscono esclusivamente da quanto quegli studiosi videro e ascoltarono nel corso di più o meno lunghe frequentazioni con le comunità native, e rappresentano dunque, ancora oggi, un documento diretto di eccezionale valore. Guaritori, guerrieri, cacciatori e capiclan sono i protagonisti - insieme alle donne, ai bambini e ai vecchi delle loro tribù - di rituali ancestrali e cerimonie comunitarie, guerre con altri popoli e faide familiari, eventi eccezionali e momenti di vita quotidiana, struggenti storie d'amore e impressionanti resoconti sull'eterna lotta per la sopravvivenza. Racconti che celebrano la diversità e la complessità delle culture native del Nord America, ai quali si accompagna un apparato iconografico di preziose foto d'epoca, dipinti e disegni: tra di essi, i celebri ritratti fotografici di Edward Curtis (autore di oltre 40.000 scatti presso 80 tribù diverse) e le opere di C.M. Russell, l'""artista cowboy"""" che creò circa 2000 dipinti di indiani e paesaggi del West."" -
Il grande libro degli enigmi matematici
Benvenuti nell'antica Grecia, con i suoi matematici, i suoi filosofi e... i suoi enigmi. In questo volume troverete circa 200 rompicapi, indovinelli e giochi a base di numeri, operazioni aritmetiche e figure geometriche che metteranno alla prova le vostre capacità logiche e intuitive. Che vogliate risolverli da soli o in divertenti sfide di gruppo, dovrete calcolare, per esempio, il tempo impiegato da Demitro per scolpire una colonna del Partenone, l'età dei figli di Pitagora, la variazione del peso della Terra dopo la costruzione del labirinto di Dedalo, o semplicemente quante pecore sono rimaste al povero Agapenore dopo l'incursione di un lupo nel suo ovile. Scaldate i neuroni, dunque, e preparatevi alla sfida: chissà che tra di voi non si nasconda un degno avversario di Ulisse, il più astuto degli eroi greci... -
Marilyn e JFK. Spiati, intercettati, manipolati. I segreti della love story che scandalizzò l'America
La star più desiderata di Hollywood e il presidente più carismatico degli Stati Uniti hanno intrattenuto una relazione che è durata alcuni anni prima di trasformarsi in una love story ""sotto sorveglianza"""". Registrati dalla mafia, intercettati dal KGB, spiati dalla CIA,i due amanti da un certo momento in poi non sono stati mai più soli. Voyeurismo di Stato, ricatto, manipolazione, elezioni truccate, soldi sporchi. E mentre il Presidente (erotomane onnivoro, maschilista e compulsivo) ascoltava Marilyn (diva drogata dalla fama, dal sesso e dagli psicofarmaci) intonare """"Happy Birthday"""" in modo inequivocabilmente allusivo davanti a milioni di spettatori, la guerra delle ombre era già al suo culmine. E ci sarebbero stati dei morti. Documentato fin nei minimi dettagli ma aiutato anche da una scrittura affilata che avvince il lettore in uno spietato racconto """"in presa diretta"""", il libro di François Forestier svela il ritratto inedito e disturbante di un'America inaspettatamente sordida, dove i grandi marionettisti politici, i gangster e i miliardari si affrontano in una lotta senza quartiere. E in primo piano loro, Marilyn e JFK: due icone della contemporaneità che Forestier riconsegna senza tanti sconti alla loro quanto mai fragile e contraddittoria dimensione umana."" -
Babaje. Il richiamo dei bambini invisibili
«Esiste un luogo remoto, così remoto che il mondo intero sembra essersi dimenticato della sua esistenza. Lì sorge un villaggio che accoglie i bambini invisibili, quelli rimasti orfani, quelli che il mondo non vede. Quando si varca il cancello di questo luogo un po' speciale, si sentono risa e canti, voci piene di gioia e parole dolci. E poi un nome, che viene ripetuto infinite volte ed esce dalla bocca di ogni bambino come una musica: ""Babajé"""", che vuol dire """"papà mio"""". Quella che segue è la storia di quel villaggio. È la storia delle persone che lo abitano ed è anche la mia. Io sono """"Babajé""""». Quasi vent'anni fa ad Adwa, nell'Etiopia settentrionale, Romagnoli riesce a realizzare il suo sogno: costruire il Villaggio dei bambini, un rifugio sicuro per i """"bambini invisibili"""", quelli che il mondo ha dimenticato... """"Babbaiè"""" (papà mio) è il grido di gioia che lo accoglie ogni volta che rientra, ma dallo scoppio della guerra civile nel Tigray, tornare è diventato impossibile, e inviare aiuti sempre più arduo. In queste pagine, lo stesso Romagnoli racconta la storia di quel villaggio, la storia delle persone che lo abitano, dei bambini che ha accolto e aiutato. Un viaggio emozionante nelle vite di chi si aggrappa alla speranza. Con una semplicità che arriva dritta al cuore, questo libro racconta un'avventura folle e straordinaria, che da oltre vent'anni offre sostegno e speranza ai più deboli del Tigray, regione etiope flagellata dalla siccità, dalle malattie e da un'atroce guerra civile."" -
Dizionario del western americano 1899-2022
Il western, il genere che più di ogni altro identifica Hollywood fin dalle sue origini, è nato, cresciuto e maturato con il cinema, e quasi tutti i più importanti registi statunitensi si sono confrontati con il mito della Frontiera, così come quasi tutti gli attori hollywoodiani sono saliti prima o poi in sella a un cavallo impugnando la Colt con lo Stetson sul capo. Mai come oggi per gli appassionati è facile avere a disposizione (grazie a DVD, blu-ray, copie in streaming o comunque reperibili in rete) buona parte degli innumerevoli film western realizzati in più di un secolo di cinema. Proprio pensando a tale pubblico, abbiamo cercato di dar conto di questa produzione immensa, dai primordi del genere alle ultime uscite, in schede che comprendono circa 1500 pellicole ordinate alfabeticamente. Ci sono tutti i western interpretati da divi come John Wayne e James Stewart, Gary Cooper e Gregory Peck, Henry Fonda e Burt Lancaster, ma anche quelli con attori apparentemente minori come Rod Cameron, Audie Murphy e Randolph Scott. Ci sono ovviamente tutti i film di autori celebrati come John Ford, Howard Hawks, Anthony Mann e Sam Peckinpah, ma anche opere di registi dimenticati come Joseph Kane o Lesley Selander. Sfogliando a caso il volume, non mancheranno sicuramente preziose scoperte perfino per i più documentati estimatori del genere. Gli autori delle schede, tra i maggiori esperti italiani, sono poco meno di trenta, ciascuno con il suo stile e i suoi gusti. E se in linea di massima le schede più lunghe sono quelle dei film più importanti, vi sono anche western considerati a torto o a ragione minori che hanno avuto in questa sede uguale spazio e considerazione. Circa 1500 titoli analizzati nei contributi di: Francesco Ballo, Marco Daperno, Steve Della Casa, Andreina Di Sanzo, Ilaria Feole, Giampiero Frasca, Enrico Giacovelli, Gabriele Gimmelli, Roberto Guarino, Mario Guidorizzi, Massimo Lastrucci, Mariella Lazzarin, Roberto Manassero, Mario Molinari, Alberto Morsiani, Sabrina Negri, Massimo Olivero, Meo Ponte, Lorenzo Rossi, Antonio Rubini, Giulio Sangiorgio, Roberto Silvestri, Simone Tarditi, Emanuele Tealdi, Bruno Ugioli, Carlo Valeri, Paolo Vecchi, Roberto Vezzani.