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Ugo Betti today. L'attualità di Ugo Betti. Atti del Convegno internazionale del Dip.to di italiano dell'University of Strathclyde (Glasgow, 24-25 aprile 2008)
L'opera di Ugo Betti (1892-1953), poeta scrittore e drammaturgo, è pressoché sconosciuta al grande pubblico italiano. Le sue opere, durante la sua vita, sono sempre state accolte con riserve e incomprensioni. Negli anni giovanili il suo stile intimista lo rese inadatto al ""teatro di massa"""" a cui aspirava il fascismo e successivamente, dopo la liberazione, il suo pensiero e il suo approccio estetico si scontrarono con una cultura filo-marxista le cui premesse erano ostili alla sua mentalità. Oggi le sue opere non fanno parte del repertorio di routine del teatro occidentale e i suoi drammi non vengono quasi più messi in scena, né in Italia né in altri paesi. Negli anni Cinquanta Betti fu introdotto sulla scena teatrale londinese assieme a Brecht e Beckett, ma se l'interesse per quest'ultimi è arrivato ininterrotto fino ad oggi e le loro pièces riprese regolarmente, Betti invece svanì dopo quel breve momento di fortuna. Gli studiosi presenti al Convegno hanno voluto riflettere proprio su questa dimenticanza. Ugo Betti merita tale oblio? È veramente uno scrittore inattuale o al contrario è in grado di porre e affrontare le questioni profonde che disturbano la pace interiore di uomini e donne anche del terzo millennio? Forse sarebbe sensato riconoscergli un posto di rispetto fra gli autori del Novecento, e non solo nel teatro."" -
La metafora nella tradizione testuale ed esegetica della «Commedia» di Dante. Problemi ecdotici e ricerca delle fonti
Il volume uno studio delle metafore presenti nel testo della ""Commedia"""", uno dei momenti maggiormente caratterizzanti e innovativi della scrittura dantesca. Dei tre capitoli che compongono l'opera, nel primo vengono illustrate le caratteristiche generali della metafora nel poema dantesco, e vengono forniti elementi culturali utili a orientarsi nelle successive sezioni. Il secondo è un excursus che contiene i vari percorsi evolutivi del concetto di metafora nella retorica antica, dalle basi aristoteliche fino alla trattatistica appena precedente e contemporanea a Dante, per poi dare conto delle rare allusioni tecniche presenti nelle stesse opere dantesche. Il terzo capitolo, di impostazione più propriamente filologica, è dedicato interamente alla discussione di una serie di varianti testuali: sono stati selezionati e approfonditi circa trenta luoghi problematici che si caratterizzano nella tradizione della """"Commedia"""" per il diretto coinvolgimento di metafore. In questo ambito, nel valutare ogni volta le diverse lezioni alternative, vengono ipotizzate tanto possibili fonti quanto nuove interpretazioni, prestando anche una speciale attenzione alle proposte di lettura offerte dai primi commentatori del poema."" -
Poesia sulla poesia. La «Vita Nova»: una scuola d'amore «novissimo»
Dopo l'edizione in lingua tedesca esce in Italia lo studio sulla ""Vita Nova"""" di Dante di Winfried Wehle. La """"Vita Nova"""" è la prima opera di sicura attribuzione a Dante, presumibilmente allestita tra il 1292 e il 1293 anche se lo stesso Alighieri parla già di una stesura di alcuni testi databile intorno al 1283. Certamente si tratta di un'opera dalla gestazione lunga riunita sotto il titolo di """"Vita Nova"""" a partire dal 1290, anno della morte di Beatrice. Lo studioso tedesco, tra i maggiori dantisti viventi, propone una lettura assai innovativa dell'opera dell'Alighieri, da lui considerata dal principio alla fine, un libro dell'amor cortese. Wehle, necessariamente, sia dal punto di vista storico che da quello poetologico, vuole svincolare innanzitutto la """"Vita Nova"""" dalla """"Divina Commedia"""" e analizzarla in base alla sua particolare costituzione storica e letteraria. È quindi un'opera di poesia, ma è al contempo poesia sulla poesia - poetica e metapoetica in uno. Pur mostrandosi perfettamente inserita nella tradizione del suo tempo, la sovrasta, con l'esibizione di un'ardita, addirittura azzardata modernità contemporanea."" -
Roma pagana e Roma cristiana nel Rinascimento. Atti del XXIV Convegno Internazionale (Chianciano Terme-Pienza 19-21 luglio 2012)
Il volume raccoglie gli Atti del XXIV Convegno Internazionale organizzato dell'Istituto di studi Umanistici Francesco Petrarca che si è svolto a Chianciano e Pienza dal 19 al 21 luglio 2012. Tema del congresso e degli atti, ""Roma pagana e Roma cristiana nel Rinascimento""""; un argomento ampio e affascinante che gli importanti letterati e storici intervenuti alla tre giorni di studi hanno trattato da diverse angolazioni, ognuna delle quali corrisponde a una sezione del volume: letteratura, storia dell'arte, filosofia, pensiero politico. Oscurata per lungo tempo da Firenze - città-faro in ambito politico, culturale, artistico dal Medioevo - nel corso del Rinascimento la città eterna torna a essere una fonte di ispirazione per le nuove generazioni di letterati, filosofi, artisti e giuristi. È in questo periodo, infatti, che rinascono in modo diffuso l'interesse e l'ammirazione per le antichità romane e le spoglie dell'antico impero diventano un modello nell'architettura e nelle arti figurative nonché oggetto di molte composizioni poetiche, sia italiane che straniere."" -
Letteratura di vino. Un viaggio enoico tra le pagine della letteratura d'Italia
Il volume, suddiviso in due parti, propone un viaggio ""ebbro"""" tra le pagine della letteratura d'Italia. La prima parte delinea un excursus tra i versi di alcuni degli autori più rappresentativi della letteratura latina, di età imperiale. Da Virgilio ad Orazio, a Tibullo, a Marziale, la proposta dei versi enoici ambisce a guidare il lettore alle radici della letteratura italiana, evidenziando la cospicuità e la varietà delle suggestioni latine operanti soprattutto sui primi autori della tradizione letteraria italiana. La seconda parte si snoda intorno alle pagine di vino della nostra storia letteraria, dal Trecento al Novecento. Il viaggio a bordo di questo battello ebbro comincia nelle cantine ricche e povere del microcosmo umano del Decameron, accompagna nell'instancabile quête i paladini ed i saraceni di Ariosto, prosegue entrando nella grande macchina narrativa del Pentamerone, percorre i filari delle vigne manzoniane e di quelle verghiane, brunite dal sole di Sicilia; si ferma all'ombra delle tavernelle napoletane di fine Ottocento, percorre le Langhe di vino pavesiano e approda, infine, al sud di Alvaro e Scotellaro. Il vino, proteiforme creatura di Bacco, diventa lo strumento d'indagine di un mondo letterario in cui l'antico remedium doloris si fa alternativamente compagno e nemico di quel Bildungsroman che, in fondo, se ne sta tacito o urla prepotente tra le righe e i versi di ogni autore."" -
Boccaccio e Napoli. Nuovi materiali per la storia culturale di Napoli nel Trecento. Ediz. illustrata
Questo libro s'inserisce in un programma di ricerca triennale che è durato dal 2011 al 2013 e si è ispirato all'idea che si potesse studiare un ""Boccaccio angioino"""". Sotto questo titolo si è infatti iniziata la serie di attività scientifiche che, prendendo spinta dalla Seconda Università di Napoli, hanno messo insieme i colleghi di tutti gli Atenei pubblici campani, dall'Università """"Federico II"""" a """"L'Orientale"""" fino all'Università di Salerno con la sua sede di Fisciano. Atenei che hanno stretto una convenzione finalizzata a promuovere e sostenere gli studi dedicati alla cultura meridionale del s. XIV e in particolare a quella più direttamente collegata alla presenza di Giovanni Boccaccio nella capitale del Regno, così da inserire l'autore di origine toscana dentro il più ampio contesto culturale, storico, politico e artistico del complesso mondo angioino del Trecento. In vista delle celebrazioni per il VII Centenario della nascita (1313-2013), nel 2011 sono stati organizzati un Seminario e un Convegno internazionale, al quale hanno partecipato studiosi provenienti da settori diversi: dalla storia della letteratura, dalla linguistica e dalla filologia fino alla storia dell'arte, della musica e della scienza. I primi risultati sono stati pubblicati a Bruxelles, presso Peter Lang, con il titolo di """"Boccaccio angioino"""". Da quella prima esperienza è emerso un gruppo di ricerca che ha poi animato le celebrazioni del 2013, i cui lavori si pubblicano adesso sotto il titolo di """"Boccaccio e Napoli""""."" -
«Favellare ai lontani». Tipologie epistolari tra Sette e Ottocento
Adottando una prospettiva liberamente tipologica questa raccolta di saggi esplora la grande varietà di impieghi, forme e registri espressivi che lo scriver lettere assunse in Italia fra il Settecento e il primo Ottocento. Pur appuntandosi su argomenti, casi ed autori particolari della letteratura e cultura epistolare italiane del periodo (Gian Maria Ortes, Giuseppe Baretti, Pietro Chiari, Saverio Bettinelli, Carlo Innocenzo Frugoni, Francesco Algarotti, Pietro e Alessandro Verri, Gaspare Luigi Oderico, Francesco Carrega, Elisabetta Mosconi Contarini, Niccolò Tommaseo), i vari contributi si offrono - nel loro complesso - come un'indagine diacronica e trasversale. Al sondaggio dei motivi sottostanti a singole raccolte di lettere o ad usi particolari del genere epistolare, si accompagna la riflessione teorica e l'illustrazione delle ragioni che ne hanno stimolato la trattazione da parte degli studiosi. Il volume intende arricchire la letteratura critica degli ultimi dieci o quindici anni che si è occupata, sempre più coscientemente, della centralità della scrittura epistolare nella vita sociale, culturale, politica ed economica, sia locale che nazionale e sovranazionale dei secoli diciottesimo e diciannovesimo. -
Pragmatica e interculturalità in italiano lingua seconda
Negli ultimi anni l'insegnamento della pragmatica si è rivelato un filone di ricerca particolarmente fecondo; molti gli studi condotti per lingue come lo spagnolo o l'inglese L2, meno numerosi, invece, quelli dedicati all'italiano L2. Ecco quindi la finalità di questo volume: riunire testi di carattere teorico ed empirico dedicati all'italiano lingua seconda, nei quali la teoria incontra la pratica didattica. I contributi - di carattere tanto pragmalinguistico quanto sociopragmatico - approfondiscono la tematica sotto vari aspetti, in particolare: l'acquisizione e l'insegnamento degli atti linguistici in italiano L2; l'uso dei modificatori e di altre strategie di mitigazione; la valutazione delle conoscenze pragmatiche ricettive e produttive in L2; il confronto tra diversi approcci per l'insegnamento della pragmatica; per poi soffermarsi, infine, sui vari tipi di scambi conversazionali, soprattutto tra parlanti nativi e non nativi, in contesti culturali e linguistici diversi. All'interno i saggi di: Elena Nuzzo, Elisabetta Santoro, Luciane do Nascimento Spadotto, Viviane Carvalho de Oliveira, Phyllisienne Gauci, Elisa Ghia, Sandro Caruana, Ineke Vedder, Greta Zanoni, Giulia Grosso, Anna De Marco, Paola Leone, Elisabetta Materassi. -
Pirandello
Il libro di Roberto Salsano nasce con l'obiettivo di far acquisire agli studenti, ma non solo, gli strumenti di base per conoscere e approfondire l'opera di Luigi Pirandello. Otto le sezioni, brevi, chiare e lineari, impostate in modo critico e problematico: la biografia, l'esordio letterario, le opere (dai romanzi alle ""Novelle per un anno"""", sino alla produzione teatrale), l'umorismo, lo stile e i temi, infine le maggiori voci della critica. A scandire le pagine del breve manuale, tanti """"post-it"""" pensati per aiutare il lettore a ripercorrere le tappe e i concetti chiave della vita e della poetica dell'autore. Un libro essenziale per studiare e apprezzare uno dei più grandi scrittori del Novecento."" -
L' italiano della politica e la politica per l'italiano
L'XI Convegno dell'ASLI ha affrontato il rapporto dell'italiano con la politica, guardando sia ai tratti di una varietà linguistica oggi annoverata, sia pure con giusta prudenza, tra i linguaggi settoriali, sia a ciò che la politica ha fatto o ancora deve fare nei confronti della nostra lingua. -
Il discorso riportato nella titolazione dei giornali. Il caso del Corriere della Sera
Che il modo in cui le persone si informano sia cambiato, è un dato di fatto: le notizie non si sfogliano ma si ""scorrono"""" su smartphone e tablet e, nella maggior parte dei casi, ci si ferma a titoli e sottotitoli. Per questo, il ruolo degli elementi della notizia si è fatto ancor più centrale che in passato: il titolo, in particolare, da semplice """"etichetta"""" introduttiva del testo, è diventato esso stesso """"la notizia""""; di qui la necessità di concentrare in poche righe il maggior numero di informazioni e di catalizzare l'attenzione del lettore. Ma come scrivere un titolo, un occhiello, un sommario efficaci? Quali le strutture sintattiche più adatte e quali segni interpuntivi privilegiare? Come si riporta una dichiarazione (di un politico, di un calciatore, di un esperto ecc.) sintetizzandola ma non modificandone il senso? Nel suo libro Alfredo Marino analizza questo particolare aspetto della comunicazione giornalistica, partendo da un corpus di articoli del Corriere della Sera. Il risultato è un accurato studio sui costrutti frasali impiegati per la rappresentazione e riproduzione del discorso diretto, sull'uso della punteggiatura, in accordo o rottura con le norme morfosintattiche. Un manuale immediato, semplice e utile per chi lavora nel giornalismo ma, più in generale, per tutti coloro che desiderano leggere in modo consapevole."" -
Il Lazzaretto Nuovo di Venezia. Le scritture parietali. Ediz. a colori
Il volume contiene per intero II corpus delle scritture parietali, per lo più frammentarie, cinque-secentesche (a cui se ne aggiunge una del 1855) del Tezon Grando, sito nell'isola del Lazzaretto Nuovo, nella laguna Nord, adibita dalla Repubblica di San Marco alla disinfezione delle merci e alla quarantena degli equipaggi che giungevano a Venezia. L'isola infatti era impiegata non solo per la contumacia di uomini e merci e per lo stoccaggio di queste ultime, ma funzionava come lazzaretto durante le pestilenze. Il volume, arricchito da un ampio corredo fotografico, riproduce e descrive scritture, disegni, marchi mercantili, monogrammi che i facchini (i bastazi), o altri che lavoravano o alloggiavano temporaneamente nel Lazzaretto, eseguivano per lavoro, per diporto o per lasciare una testimonianza del loro passaggio. Si tratta di scritture semicolte, che testimoniano l'affiorare dell'italiano, unito a tratti di italiano regionale e dialettale, veneziano e bresciano della Val Sabbia, uno dei luoghi di provenienza dei facchini. L'edizione, organizzata in schede che contengono la trascrizione diplomatica, l'interpretativa, e il commento, è completata da sezioni che informano sulla grafia e il ductus, da indici onomastici e toponomastici, da un glossario commentato. Le pareti del Tezon, ricoperte per secoli da strati di calce impiegata per la disinfezione, hanno restituito ai nostri occhi frammenti di una lunga attività. Un'introduzione dedicata alla peste, due appendici che riportano i principali fatti veneziani coevi e l'indicazione puntuale delle datazioni delle scritture completano il volume. -
Il Settecento nell'Ottocento di Ippolito Nievo. «Se la mia vita non correva a cavalcione di questi due secoli». Riflessi settecenteschi nell'opera di Ippolito Nievo
"Fin dall'adolescenza Ippolito Nievo ha potuto conoscere e riflettere su storia, letteratura e vicende del secolo precedente per la continua e affettuosa presenza del nonno materno Carlo Marin, patrizio veneto con diritto di voto nel Maggior Consiglio. Uomo colto e con una buona cerchia di amicizie, tra cui i fratelli Pindemonte, il nonno Carlo è un ottimo testimone del secolo dei lumi per il nipote, che farà tesoro di quanto appreso per gli scenari delle """"Confessioni"""" e ancor prima per il romanzo """"Angelo di Bontà"""". D'altra parte, come appare evidente leggendo le sue opere, le notizie apprese dal giovane Ippolito sono corroborate dalla lettura di diversi libri, scelti inizialmente con l'aiuto del nonno Marin dalla ricca biblioteca della casa di Mantova - eredità del nonno paterno Alessandro - dove la famiglia si è trasferita, raggiunta anche dal nonno Carlo che nel frattempo è andato in pensione."""" (Dalla prefazione di Mariarosa Santiloni). Introduzione di Rino Caputo." -
Dante visualizzato. Carte ridenti. Vol. 1: XIV secolo
"Questo è il primo volume di una serie di cinque, tutta dedicata allo studio delle diverse visualizzazioni su supporto cartaceo della 'Commedia' di Dante, vale a dire all'indagine del rapporto esistente tra il testo e le immagini contenuti in manoscritti, in incunaboli ed in edizioni a stampa, in quanto cardine della ricezione dell'opera di Dante nei secoli XIV, XV e XVI. È nostra intenzione proporre un quadro il più possibile esatto e cronologico di questi manufatti. Ma oltre la volontà di censire il materiale, c'è anche la determinazione a ripercorrere programmaticamente e approfonditamente la storia delle illustrazioni della 'Commedia' lungo questi primi secoli della sua ricezione artistica, in relazione al contesto in cui sono state prodotte ma anche alle altre manifestazioni letterarie, artistiche, culturali, ideologiche, politiche e religiose con le quali possono essere collegate, mediante uno studio sia dell'aspetto formale che della tipologia di visualizzazione/illustrazione che volta per volta ci troveremo davanti. Il titolo generale 'Dante visualizzato' s'ispira ovviamente al notissimo 'Boccaccio visualizzato. Narrare per parole e per immagini fra Medioevo e Rinascimento', promosso da Vittore Branca (Branca 1999); il sottotitolo 'Carte ridenti' rimanda invece alla famosa frase con cui Oderisi da Gubbio, in Pg. XI, 82-83, fa riferimento alle miniature di Franco bolognese («più ridon le carte / che pennelleggia Franco bolognese; / l'onore è tutto or suo, e mio in parte»), ripresa poi da Millard Meiss (Brieger/Meiss/Singleton 1969: 31-80). Il numero latino che accompagna il sottotitolo indica la periodizzazione: I corrisponde a tutto il Trecento; II alla prima metà del Quattrocento; III alla seconda metà del Quattrocento; IV tratterà solo Botticelli; V corrisponde a tutto il Cinquecento."""" (Dalla Presentazione)" -
Compendium particulare artis ritmicae in septem generibus dicendi
Il volume propone un'edizione critica del Compendium particulare artis ritimicae in septem generibus dicendi, trattato di metrica scritto intorno al 1448, all'età di 16 anni, da Francesco Baratella, figlio del poeta loreggiano Antonio Baratella. L'opera - concepita e composta sotto l'egida di quest'ultimo - si colloca nella storia dei volgarizzamenti della Summa artis rithimici vulgaris dictaminis, scritta in latino dal poeta padovano Antonio da Tempo. L'appartenenza di entrambi gli autori all'area veneta non è casuale: sentendo il bisogno di comprendere i meccanismi e le regole di composizione della poesia provenzale prima, toscana poi, il Veneto produsse infatti vari tentativi di descrizione dei generi metrici più importanti proprio per mezzo di trattati-manuali che avevano lo scopo di portare un pubblico non istruito alla conoscenza dei princìpi rudimentali e delle forme della poesia volgare. Un bisogno interpretato dallo stesso compendio baratelliano, di cui il volume mette in luce caratteri e peculiarità, non ultime la tendenza del giovane autore ad attingere esempi poetici dalla produzione paterna e la presenza del primo, conosciuto, abbozzo di micro-rimario volgare delle origini. -
Dante
Tradizionalmente Dante viene considerato il padre della lingua e della letteratura italiana. La sua produzione, in effetti, ci appare oggi come un vivacissimo cantiere di idee, forme, stili, modelli, generi, problemi: un laboratorio in cui Dante affronta e rielabora le grandi questioni del Medioevo, quasi chiudendolo, ma insieme pone i fondamenti e gli strumenti della nuova società e della nuova cultura che stanno nascendo. Lo scaffale delle opere di Dante non è infatti solo particolarmente vasto, ma anche assai vario per generi e temi. Fondamentale dunque - per un pubblico di studenti ma anche soltanto di appassionati - è una lettura che, con chiarezza ma anche puntualità critica, ricostruisca per ognuna delle opere la loro ricchezza formale e culturale. Al volume si aggiunge poi un'appendice che presenta con semplicità il quadro contemporaneo di edizioni, riviste, commenti, strumenti, biografie dedicati a Dante. -
La lingua che fa scena. Dalle grammatiche rinascimentali alla comunicazione via web
I prismatici interessi dell’autrice sono testimoniati dalle quattro sezioni di cui si compone il volume: nella prima, grammatica e grammaticografia, si affrontano questioni che vanno da Leon Battista Alberti alle indicazioni normative del XIX e del XX secolo. La seconda si incentra sull’italiano lingua per musica, con attenzione sia a studi di carattere lessicale sia ad analisi più circoscritte di libretti d’opera. L’informazione (compresa quella più moderna sul web) e la carta stampata sono poi al centro della terza sezione, dedicata ai mass media. Chiudono il volume alcuni saggi sulla lingua letteraria di Manzoni e di altri autori contemporanei, con particolare attenzione alla scrittura femminile. Prefazione di Maurizio Vitale. -
Migrazioni della lingua. Nuovi studi sull'italiano fuori d'Italia
Il volume raccoglie i contributi di linguisti e storici che riflettono sul ruolo centrale dell’Italia e della sua lingua nel mondo continentale e mediterraneo. Un tema, oggi più che mai al centro del dibattito, non solo culturale ma anche politico. L’italiano fuori d’Italia si è imposto come lingua tanto di cultura che di comunicazione, diffusasi nello spazio e nel tempo senza una dominazione politica ma solo grazie al prestigio culturale e al successo dell’italiano come veicolo efficiente di scambio nel Mediterraneo e nell’Oriente balcanico. È oramai è noto che nel mondo si sono affermate e diffuse le parole della musica, delle arti, dell’artigianato artistico e, su altro piano, delle operazioni commerciali e finanziarie, ed è conosciuta altresì la fortuna degli italianismi nel periodo del Grand tour e, in epoche recenti, delle parole e degli stili della cucina, della moda e del Made in Italy. -
Dialetti alpini bergamaschi
Karl von Ettmayer (Jessenetz 1874 - Vienna 1938) è romanista di origine austriaca, prominente allievo di Hugo Schuchardt e di Wilhelm Meyer-Lübke, due degli esponenti più illustri della linguistica romanza a livello internazionale nella seconda metà dell'Ottocento. Il presente volume è la traduzione in lingua italiana dell'edizione che l'autore pubblicò a Lipsia nel 1903. Rappresenta una rarità editoriale e bibliografica: la ricostruzione del sistema fonologico del dialetto bergamasco di fine Ottocento-inizio Novecento reso famoso dal film di Ermanno Olmi ""L'albero degli zoccoli"""". Il lavoro di Ettmayer è completato da un accurato apparato di indici (dei nomi, delle lingue e dei dialetti citati e delle forme)."" -
Scrivere al tempo della globalizzazione. Narrativa italiana dai primi anni Duemila
Nell’arco di un quarto di secolo, ondate migratorie successive hanno trasformato un fenomeno episodico in una condizione strutturale dell’Italia contemporanea. I flussi (di persone ma anche di merci e culture) hanno avuto (e hanno tuttora) notevolissimo impatto su società, politica, economia, demografia, cultura. E sulla letteratura? È cambiata in questi ultimi vent’anni la letteratura italiana? Interroga il mondo in trasformazione? Si adatta? Reagisce? Innesca la propria forza diagnostica? La risposta a queste domande non è semplice, implica privilegiare approcci interdisciplinari e considerare gli effetti della globalizzazione su rapporti egemonici, geopolitica della conoscenza, cultura, lingua e canone nazionali. Le problematiche con cui dialogano le produzioni letterarie italiane ipercontemporanee, di cui nel presente volume si propone una lettura critica, sono il riflesso di un’Italia che (non) cambia, di un Paese attraversato da trasformazioni mondiali più subite che volute, cui talvolta resiste, talvolta si arrende, ma di cui sa anche approfittare per rinnovarsi e reinventarsi. In questo spazio evolutivo e cangiante, l’immaginario letterario è luogo privilegiato di decostruzione e creazione. In questo spazio, nuove prospettive teorico-critiche, collegando temporalità e spazialità, passato e presente, colonizzazioni, migrazioni, Sud endogeno e Sud del mondo, ridefinizioni identitarie e circolazione mondiale di culture omologanti, aprono fertili piste di riflessione.