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Ah, la vecchia BUR! Storie di libri e di editori. Nuova ediz.
È difficile immaginare oggi l'enorme impatto che ebbero i piccoli volumetti grigi della BUR quando uscirono nel 1949 e si diffusero in tutta Italia, da Palermo a Trieste. In un'Italia appena uscita dai disastri della Seconda guerra mondiale, ma desiderosa di riprendersi e rinascere dalla crisi economica e morale ereditata dal ventennio fascista. Oltre alla ricostruzione materiale delle case, delle industrie, delle strade, dei commerci, era indispensabile e urgente una ricostruzione culturale e morale. La nascita della BUR si inserisce in questo sforzo di ripresa di un decoroso e civile livello di vita. I libri della BUR presentavano i grandi classici di tutti i tempi e di tutte le letterature, in ottime traduzioni integrali a un prezzo bassissimo. Per tutti gli anni Cinquanta e la prima metà degli anni Sessanta la diffusione della BUR fu un fenomeno mai visto prima in Italia. Già nel 1952 l'Unesco definì la BUR ""iniziativa di importanza e interesse mondiale"""". Poi venne il Sessantotto e la contestazione della cultura tradizionale, quindi dei classici, e nel 1965 gli Oscar con la narrativa contemporanea e le copertine colorate. Era cambiato il mondo, era in corso il miracolo economico e l'innalzamento della scuola dell'obbligo alla media. Anche la BUR doveva cambiare e cambiò. Fu introdotta la narrativa contemporanea, per i classici fu introdotto il testo a fronte e le introduzioni e le note si alzarono di livello. Era nata la seconda BUR. Per definire la differenza tra la prima e la seconda BUR non ci sono parole migliori di quelle di Giorgio Manganelli: """"La vecchia BUR assomigliava alla Reclam, l'universale tedesca che esiste tuttora; la nuova prende il tè con la Loeb, con i Classiques Garnier, magari si fa presentare alle Belles Lettres"""". Queste vicende ci racconta Evaldo Violo, storico direttore della collana dal 1973 al 2002, in una lunga conversazione con Marco Vitale, ripercorrendo, da un'angolazione privilegiata, un buon tratto delle storia dell'editoria italiana della seconda metà del secolo scorso."" -
Storia della letteratura autoprodotta. Da Ariosto ai self-publishers
Quale è il sogno di ogni scrittore? Vedere pubblicato il proprio libro. Non è facile per un autore esordiente trovare un editore disposto a pubblicare i suoi scritti, motivo per cui spesso decide di finanziarne la pubblicazione stampando in proprio, con la fatale conseguenza di destinare nella maggior parte dei casi se stesso e la sua opera all'oblio. Di tanto in tanto però la Storia sistema le cose e inciampa in un piccolo paradosso: l'anonimo scrittore diventa famoso. Se proviamo a ripercorrere la storia degli autori che si sono autopubblicati troviamo, sorprendentemente, quasi tutti i più grandi scrittori della letteratura mondiale e alcuni tra i loro capolavori. Nella galassia dei libri autoprodotti ci sono opere di Poe, Melville, Hawthorne, Whitman, Dickens, Carroll, Austen, Verlaine, Rimbaud, Rilke, Tolstoj, Gogol, Proust, Joyce, Pound, Garcia Marquez, e alcuni tra i massimi scrittori italiani, da Foscolo a Manzoni, a Verga, Fogazzaro, Svevo, Moravia, Palazzeschi, Gozzano, Pasolini, Gadda e Montale, insieme a moltissimi altri di pari fama -
Manuale di astrologia dell'India antica
Il Manuale di astrologia dell’India antica, qui proposto per la prima volta in traduzione italiana, ci trasporta nell’ambiente di corte dell’India del V-VI secolo, consentendoci un’immersione nella sapienza ancestrale e nel clima culturale della raffinata corte dell’Impero Gupta (320-510 d.C.). La Brihat Samhita o “Grande Raccolta”, manuale di astrologia dell’India antica, venne composta da Varahamihira, uno dei massimi astronomi-astrologi del suo tempo. Nell’opera confluirono, insieme agli studi dell’autore, le conoscenze tradizionali attribuite ai saggi del passato ordinate e sistemate in 106 capitoli e 2790 strofe, così divise per poter essere consultate dagli astrologi e studiate da chi si apprestava a diventarlo, come un vero e proprio manuale d’uso quotidiano. Il Manuale di astrologia dell’India antica, benché noto agli indologi dalla seconda metà del XIX secolo ma praticamente sconosciuto al lettore italiano, viene proposto in questa versione curata da Annamaria Dallaporta e Lucio Marcato sulla scia di altri trattati e manuali del catalogo Luni, considerati imprescindibili per la conoscenza dell’India antica. In Occidente, nonostante la diffidenza di stampo post-illuminista riservata all’astrologia, molti studiosi di prim’ordine dalla fine del XIX secolo hanno indagato la natura, la struttura e la stratificazione dei significati dell’astrologia antica, che consideravano come il tentativo essenziale dell’umanità di elaborare un rapporto con il Cosmo. Questo libro, se da un lato è un vero e proprio manuale di astrologia per comprendere le vicissitudini quotidiane spesso oscure che capitano a tutti gli uomini, dall’altro lato è una “finestra” aperta sulla vita di corte dell’India dell’Impero Gupta. -
Cento volti delle parole. Ediz. a colori
Dedicando una imponente parte del suo lavoro ai ritratti di protagonisti di ogni tempo della parola scritta, Fabio Sironi ha colto, con lo spirito di chi siede di fronte all'immensità, il tutto, l'uomo e l'opera. Riuscire a far ""parlare"""" un ritratto, disegnandolo è, per molti versi, un dono di natura: non tutti ne possiedono la grazia, non tutti ne sono capaci. Attraverso molte diverse tecniche di disegno (dal semplice disegno a matita o penna biro oppure con composizioni d'atmosfera con tecniche più complesse come l'uso del pennino, i ritocchi con la grafite e il colore acrilico usato in maniera pittorica, il collage con colla e forbici e il fotoritocco digitale), Sironi ci introduce in questa sua personale wunderkammer costituita da 100 ritratti non dei soliti volti noti copiati sulla carta, ma di vere e proprie """"anime disegnate"""". Dietro l'opera di uno scrittore vi è, sempre e comunque, un uomo, con tutti i suoi pregi e le sue idiosincrasie, le sue paure e i difetti, i sogni e spesso, gli incubi; vi sono tutte le fragilità che l'arte conficca nel cuore di questi """"esseri"""". Cogliere il senso di tutto questo in un tratto, in un disegno, genera in chi guarda, quello stupore spontaneo, genuino, immediato, simile a un'esplosione di bellezza nell'infinito. Questo esprimono i ritratti eseguiti da Fabio Sironi: una ammaliante e profonda empatia che nasce mentre guardi quel volto e ti pare di aver compreso tutto, di essere lì, insieme a colui che è stato ritratto, parafrasando Gabriel Garcia Marquez, la storia che sta scrivendo si scrive insieme a noi e noi siamo parte della stessa e con essa veniamo trasportati via da quel vento meraviglioso che ci insegna che l'eternità, tutto sommato, non è prerogativa del divino, ma la si può trovare dentro quel ritratto che vediamo, che è l'autore stesso del ritratto, colui che lo sta ritraendo e che, in sostanza ultima, siamo noi stessi. Prefazione di Ferruccio de Bortoli."" -
Mani pulite. Governo dei giudici, «pensiero unico» 1992-2022
1992: ""Mani pulite"""". Trent'anni fa, un evento giudiziario mai visto prima cambiò radicalmente la storia politica italiana. e, forse, non solo quella politica. Finora, di Tangentopoli e del terremoto che sconvolse un'intera classe dirigente, abbiamo avuto una descrizione del quadro storico-politico. Questo volume a più mani, invece, ci offre un quadro composito e articolato della situazione dal 1992 a oggi, che racconta, con precisione e senza pregiudizi ideologici, quello che successe a livello storico, politico, giudiziario, culturale e giornalistico. Un quadro che cerca di rispondere ad alcune domande che finora sono rimaste sostanzialmente senza risposta."" -
Il libro dei morti
Giappone, VIII secolo. Un morto si risveglia nel proprio tumulo ma non riesce a ricordare chi fosse stato in vita. L'unico legame che lo trattiene in questo mondo è il ricordo di una donna. Nel frattempo, una giovane di nobili natali fugge nella notte inseguendo una visione luminosa apparsale sulla sommità di un monte. In questo romanzo modernista, impressionistico e inquietante, il Giappone dell'antichità riemerge dalle tenebre del tempo con la gravità sacrale di un mondo in cui il mistero faceva ancora parte della vita. La vicenda della giovane protagonista diventa l'occasione per guidarci alle scaturigini stesse di ogni letteratura, dove i temi universali della vita, dell'amore e della morte tornano a pulsare della primordiale vitalità dei miti. -
La maledizione di Oiwa e altri racconti
Tamiya Iemon è un ronin senza scrupoli, schiavo della lussuria e della cupidigia. Riunitosi con la moglie Oiwa, che nel frattempo ha dato alla luce un bambino, impiega poco tempo a stancarsi della condizione di povertà in cui si ritrova. Il vicino di casa, Ito Kihei, membro del feudo rivale, gli propone di convolare in seconde nozze con la nipote, la bella Oume, innamorata di lui perdutamente, nonché il reintegro al rango di samurai a patto di abbandonare Oiwa. Il loro piano è diabolico: prima le somministrano con l'inganno un veleno che le gonfia orribilmente parte del viso e porta ciocche di capelli a staccarsi a ogni passata di pettine, poi la accusano ingiustamente di adulterio. Oiwa è disperata e, complice l'effetto del veleno, muore in circostanze tragiche, trafitta da una spada conficcata in una colonna della sua stessa dimora. Da allora il suo spirito vendicativo trascinerà Iemon e tutti coloro che gli sono vicini in una spirale di rancore e morte, imponendosi nella storia della letteratura giapponese come una delle figure più memorabili e celebrate anche nelle arti figurative. Oltre a Yotsuya Kaidan nel volume sono inclusi altri tre racconti brevi che narrano di paure, vizi e costumi della società giapponese del tempo. -
Labirinto d'erba
Dopo anni di ricerca in tutto il Giappone, il giovane Hagoshi Akira crede di aver trovato nella Porta Nera, una vecchia residenza situata presso un promontorio maledetto, il luogo dove potrà finalmente trovare l'unica persona che ricordi la filastrocca cantatagli un tempo dalla defunta madre. Quella che sembra solo una casa fatiscente si trasformerà nel teatro di eventi inesplicabili e crudeli cui Akira resisterà come un novello Teseo proiettato in un labirinto mentale da cui, tuttavia, non vorrà fuggire. In una vorticosa alternanza di voci e personaggi dominata dall'uniforme, implacabile mistero che aleggia su tutto il villaggio di Akiya, la narrazione di Izumi Ky?ka ricorda un'opera di no dove ogni gesto ha l'inequivocabile nitore di una stampa, mentre, incastonati come gemme, brillano per tutto il testo raffinati richiami alla letteratura giapponese classica e alle arti figurative: è un tripudio visionario dove l'elemento fantastico risulta essere talmente concreto nella sua meticolosa evocazione da suscitare nel lettore una sincera sospensione dell'incredulità. La presente edizione è arricchita dalle raffinate illustrazioni dell'artista giapponese Yamamoto Takato. -
Il mastino dei Baskerville illustrato da Fabio Sironi. Ediz. illustrata
Quando sir Charles Baskerville muore in circostanze misteriose, Sherlock Holmes viene chiamato a indagare nella brughiera inospitale e desolata. Il re dei detectives deve affrontare il suo caso più intricato, per non dire diabolico, e dovrà fare ricorso a tutte le sue capacità di deduzione per risolvere il mistero agghiacciante del terribile mastino dei Baskerville, in un susseguirsi senza respiro di colpi di scena. Pubblicato a puntate nel 1901 dal giornale inglese The Strand Magazine, è uno dei racconti più celebri del famoso investigatore. Conan Doyle trasse l’ispirazione da un soggiorno a Dartmoor, una regione selvaggia del Devon, con un paesaggio arcano, inospitale, tra paludi e brughiere, in cui circolavano strane leggende di bestie soprannaturali; qui si trovava anche una tetra prigione che lo scrittore visitò. Immerso in quest’atmosfera inquietante, tra leggende e superstizioni, Conan Doyle trova il materiale perfetto per una serie di vicende in cui il più fitto mistero si accompagna a una logica implacabile. È uno dei romanzi più amati della letteratura inglese: Il mastino dei Baskerville nel 2019 è stato inserito dalla BBC nella lista dei 100 romanzi in lingua inglese più influenti (100 Novels that Shaped Our World), e oggi rivive in questa nuova edizione insieme ai disegni del grande Fabio Sironi, dal tratto intenso, suggestivo e non privo di ironia… proprio come Sherlock Holmes. -
Pasolini, una vita
Edizione riveduta e ampliata con documenti inediti a cura di Simone Gianesini. -
L' avvenire della globalizzazione. Scritti giornalistici (1969-79)
Danilo Breschi, con questa raccolta di articoli giornalistici scritti da Ugo Spirito negli ultimi dieci anni di vita (1969-1979), aggiunge un tassello importante nella ricostruzione del percorso umano e intellettuale del filosofo. Sono anni particolari. Il '68 è passato e Spirito si è trovato, per la prima volta nella sua lunga vita, isolato dalla cultura ""che conta"""". Lo Spirito che qui emerge discute di aborto e di inquinamento, di conformismo e di futurologia, di divorzio e di minoranze, di parità dei sessi e di rivolta delle carceri, di limiti della scienza e di debolezza della Costituzione: insomma, parla di temi che declina in termini filosofici, sorprendendo per la freschezza e la modernità delle analisi. In particolare egli avverte la presenza di un fenomeno, che oggi chiamiamo globalizzazione, che non solo individua trent'anni prima che il concetto diventi cultura diffusa, ma ne prevede limiti e sviluppi con una lucidità impressionante. La raccolta antologica, preceduta da una esaustiva introduzione di Danilo Breschi, si conclude con le interviste a quattro intellettuali, amici, colleghi e allievi, Giuseppe Bedeschi, Hervé A. Cavallera, Francesco Perfetti e Antonio Russo, che contribuiscono a completare il quadro intellettuale e umano del filosofo."" -
La via di Sorel al socialismo
Rivoluzionario sul piano politico ma conservatore su quello morale, apologeta di Lenin ma ispiratore di Mussolini, cantore della rivoluzione operaia ma icona dei Camelots du Roi. Difficilmente nella storia del pensiero politico contemporaneo si può incontrare una figura più tormentata e contraddittoria di Georges Sorel. Tutta la sua vita è orientata verso una ricerca spasmodica di una sintesi politico-ideologica in grado di coniugare rivoluzione e reazione, ed è in quest'ottica che va considerato il suo pellegrinaggio politico che lo porta dal marxismo al leninismo, passando attraverso il riformismo, il sindacalismo rivoluzionario e il nazionalismo. Ossessionato dall'idea di decadenza e mosso da un profondo odio verso lo spirito borghese, Georges Sorel elabora una teoria volta a fornire al protagonista del progresso sociale (il proletariato) i mezzi per compiere il suo fine (la rivoluzione). Tuttavia, differentemente da Marx, Sorel non ingabbia il socialismo in una struttura deterministica che procede in modo meccanico verso una realizzazione certa ma, tramite la funzione del mito, lo lega inestricabilmente all'azione umana e ai suoi imprevedibili sviluppi. Questa visione, in cui si fondono elementi divergenti appartenenti a diverse culture politiche e filosofiche, porta alla teorizzazione di un sistema elastico facilmente strumentalizzabile. L'obiettivo del libro è, dunque, quello di fornire al lettore il proverbiale filo di Arianna indispensabile per orientarsi in quel peculiare labirinto rappresentato dall'intricato pensiero del «filosofo della violenza operaia». Prefazione di Danilo Breschi. -
Soggiorno a Venezia. D'Annunzio nella Recherche: un inedito
L'Europa che dalla Belle Époque, dal Gran Ballo Excelsior, era piombata a piè pari nelle trincee del Carso, in un battito di ciglia era passata dalle tinte rosa dei quadri delle femme fleures di Boldini ai cupi manifesti di guerra rosso sangue, si trovava a dover ricomporre i suoi cocci e già vedeva i primi scontenti della pace, tra i quali e prima di tutti proprio Gabriele D'Annunzio che, animato da sentimenti di rivalsa contro Versailles, gridava alla ""vittoria mutilata"""". In tale temperie germina questo controverso episodio della """"Recherche"""" di Marcel Proust che vede aleggiare la presenza del Vate in una frivola, ma quanto mai pregnante discussione da caffè, in una Venezia di cent'anni fa. Proust, l'11 dicembre 1919, all'indomani dell'assegnazione del premio Goncourt, e circa due mesi dopo l'entrata a Fiume dei legionari fiumani al seguito di D'Annunzio, intenti a riprendersi l'Istria e la Dalmazia loro negata dai burocrati, pubblica sul Matin un'anticipazione del suo romanzo maggiore, inserendo questo ironico cammeo sull'impresa fiumana. Il brano in questione, che avrebbe dovuto far parte del sesto volume della """"Recherche"""", ossia del tomo """"Albertine disparue"""", poi """"La Fugitive"""", fu ripreso in Italia nell'edizione del 2 settembre 1924 del quotidiano Il Mondo (fondato da Giovanni Amendola a Roma), nel quale si riproduceva tradotto ma per poi apparire, curiosamente purgato del riferimento a D'Annunzio, nell'edizione definitiva della """"Recherche"""". Il traduttore dell'epoca, che si firmava con la sigla G.S., dava in questo modo in pasto al pubblico italiano questo gustoso estratto, che vede un elogio piuttosto enfatico, per non dire smaccato, rivolto a D'Annunzio da parte di un misterioso autore francese di nome Marcel, appunto, Marcel Proust."" -
Naxos. Rivista di storia, arti, narrazioni (2022). Vol. 2: Pasolini & Pound. Il corpo del poeta.
A 50 anni dalla morte di Ezra Pound (1972) e a cento dalla nascita di Pier Paolo Pasolini (1922), Naxos celebra due giganti che, grazie alla storica intervista Rai del 1968, hanno saldato vicendevolmente le prospettive personali. Entrambi liberi, entrambi martiri. Due uomini che hanno pagato con il dolore della carne una chiarezza di vedute destinata, oggi come allora, a produrre scandalo. Il poeta americano ha subìto l'umiliazione disumana della gabbia; il genio friulano ha lasciato questo mondo tra i misteri della cronaca più nera. Ma è lo stesso Pasolini a offrire gli strumenti d'indagine utili a individuare le medesime inquietudini dettate dal procedere della contemporaneità, un Pasolini che dichiara una sintonia che sfocia addirittura in una paradossale intesa meta-politica. Nell'incontro tra i due lo si può evincere dai saggi dei vari autori del presente numero di Naxos, la tensione tra destra e sinistra cede il passo ad altro senza produrre nuova ideologia. Inutile rievocare qui le reciproche provenienze, sono fin troppo note. Quello che interessa è altro: ribadire il principio che senza il corpo non vi è incontro e quindi relazione. Nemmeno tra poeti. Ma anche altro, che senza corpo non può esserci parola alcuna. -
Riflessioni sulla figura del maestro di karate
Per essere Maestro, non basta iniziare ad insegnare, né aver studiato per anni, né tanto meno aver semplicemente conseguito un attestato. La Via del docente richiede persistenti valutazioni: significa non solo seguire una vocazione, ma farla progredire in modo professionale, talvolta tangente al ruolo genitoriale, e intrecciarla con varie dinamiche sociali, mirando sempre a una metodologia il più possibile efficace e virtuosa. È un incessante processo evolutivo che coinvolge sia l'insegnante sia gli allievi. Un argomento complesso e delicato che è stato qui approfondito per favorire una coscienziosa e costruttiva riflessione al praticante di karate che intende intraprendere questo responsabile cammino. -
L' inferno delle ragazze
Tre indimenticabili protagoniste femminili, al contempo vittime e carnefici, per un'opera in tre atti scritta da uno degli autori più intriganti nel panorama letterario giapponese della prima metà del Novecento. Yumeno Kyu - saku trascina il lettore nell'inferno dei vivi mettendo in scena i tragici destini di un'infermiera affetta da pseudologia fantastica, di una giovane controllora innamorata di un autista dall'oscura fama di serial killer, e di una liceale assetata di vendetta contro il preside della sua scuola, macchiatosi di crimini inimmaginabili. -
La torre spettrale
Kodama Mitsuo, il protagonista di questa incalzante avventura nello stile che è il marchio di fabbrica di Edogawa Ranpo, eredita dallo zio una grande e vecchia casa che ha una strana torre dell'orologio la quale svetta sulle alture nei dintorni di Nagasaki. Su questa antica magione ruotano molte leggende e dicerie locali: fatti di sangue e di geniale follia, efferati omicidi e sterminati dedali sotterranei; durante una visita preliminare in vista dell'imminente trasloco, Mitsuo incontra, in modo del tutto imprevisto, una misteriosa figura femminile la quale finisce per cambiare il corso della sua vita e di chi gli sta attorno. A partire da qui si snoda la trama del libro, in un intreccio vivace e incalzante di avventura, investigazione e fantasia propri dello stile scorrevole e asciutto classico di Edogawa Ranpo. Al termine del volume vi è una postfazione che considera in profondità la complessa genesi dell'opera e i suoi significati meno apparenti. -
La crisi del mondo moderno
Scritto poco dopo la Prima guerra mondiale e ripubblicato appena dopo la Seconda, in anni lontanissimi, ma la lucidità della sua analisi rimane più attuale che mai, anzi, l'epoca contemporanea ha portato alle estreme conseguenze i problemi dai quali l'autore metteva in guardia: «La caratteristica più visibile dell'epoca moderna: bisogno di agitazione incessante, di continuo cambiamento, di velocità che aumenta senza sosta come quella con cui si svolgono gli avvenimenti stessi. È la dispersione nella molteplicità, e in una molteplicità che non è più unificata dalla coscienza di alcun principio superiore; è, nella vita corrente come nelle concezioni scientifiche, l'analisi spinta all'estremo, la frammentazione indefinita, una vera e propria disgregazione dell'attività umana a tutti i livelli in cui si può ancora attuare; da qui deriva l'inettitudine alla sintesi, l'impossibilità di qualsiasi concentrazione, così lampante agli occhi degli orientali. -
Consigli ai giovani scrittori
Come essere d’aiuto ai tanti giovani intellettuali, artisti, scrittori, che – in un sistema in cui tutto deve essere monetizzato e garantire un profitto, quale è quello dei tempi di Baudelaire – sono ormai a rischio? Charles Baudelaire, come scrive Anna Pensante nell’Introduzione, «è stato sempre consapevole della realtà del suo tempo, osservatore senza ipocrisie della società a cavallo della Seconda repubblica e fino alla fine del Secondo Impero (1852-1870), in cui lo sviluppo industriale, la trasformazione di Parigi, l’ascesa della borghesia di capitali e il predominio della finanza prefigurano le origini dell’odierno capitalismo». Lucido conoscitore delle leggi e delle logiche del sistema di produzione editoriale e culturale del suo tempo, nel quale gli aspiranti scrittori, giornalisti, poeti si moltiplicano e devono cercare di ritagliarsi uno spazio nell’industria culturale dell’epoca, Baudelaire scrive per loro, ma anche per se stesso, questi consigli e questi suggerimenti per meglio destreggiarsi e per non naufragare tra le molte situazioni di rischio e i molti inciampi: la gestione dei compensi, la reazione alle critiche e alle stroncature, il metodo di lavoro quotidiano, la prudenza e l’avvedutezza nei rapporti con le donne, le amanti, così come con i creditori. Un vademecum che non sente il peso del tempo ma che è di una grande attualità per chi pensa di intraprendere la dura vita dello scrittore. -
Chiesa e democrazia
Giovanni Spadolini intuì per primo, nel 1958, il cambio di rotta del neo eletto Papa Giovanni XXIII, il quale rispose al messaggio augurale di Olindo Malagodi, segretario nazionale del Partito Liberale, il Partito di Porta Pia, benedicendo il Risorgimento e affrancando la Chiesa dalle preoccupazioni del “potere temporale”. “Il Tevere è diventato più largo”, commentò Spadolini sulle colonne del quotidiano da lui diretto, Il Resto del Carlino, dando vita a un’espressione entrata nel lessico quotidiano, a significare i miglioramenti delle relazioni fra le due rive del Tevere, la sponda laica e quella cattolica. Ripercorrendo gli scontri (talvolta anche aspri come per il referendum sul divorzio e quello sull’aborto) e gli incontri fra Chiesa e Stato in Italia nel secondo dopoguerra, dopo il contrastato inserimento dei Patti Lateranensi nella Costituzione italiana, l’autore risponde agli interrogativi su quale e quanta continuità abbia avuto la “svolta” di Papa Giovanni XXIII fino alla revisione del Concordato, che egli stesso contribuì in modo determinante a realizzare. Il volume è sostanzialmente diviso in due parti: la prima, già pubblicata dallo stesso Spadolini precede gli ulteriori studi e approfondimenti presentati nella seconda parte, inedita e interessantissima, curata dal prof. Cosimo Ceccuti, che vede la luce solo con la presente pubblicazione.