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Ho scritto le mie cose sull'etichetta dei tuoi jeans
“Ho scritto le mie cose sull'etichetta dei tuoi jeans” è una raccolta di momenti sulla pelle, come se fosse un piccolo album fotografico. Ci sono i giorni che si canta in auto, quelli in cui si parla di avventure e di vivere su una palafitta, con il mare che parla a bassa voce. E c'è lei, sempre. -
Le avventure di Zoe. Ediz. illustrata
Zoe è una bambola di pezza che vive sul letto della sua padroncina circondata da altri pupazzi, tra cui il suo migliore amico Sam, un cucciolo di orso polare. Zoe si diverte a immaginare e disegnare mondi fantastici con i suoi pastelli a cera, vivendo altrettanto fantastiche avventure all'interno dei suoi disegni. -
Gatti nei sacchi di plastica
Tre ragazzi, Massimo, Crista e Pietro con una spietata visione della realtà, uniti da un’amicizia fraterna. L’improvvisa partenza di Pietro, il silenzio di un anno, un misterioso appuntamento in un aeroporto con la promessa di dare spiegazioni. Un incontro per ritrovare quella famiglia artificiale tanto più autentica di qualsiasi genetico legame di sangue che i tre abbiano mai avuto. Massimo, Crista e Pietro viaggiano nello spazio, verso la loro comune destinazione e al contempo a ritroso nella loro vita, in un costante intreccio di ricordi che mettono in luce una visione del mondo fredda, disillusa e la nascita del loro legame, generatosi per affinità elettive e utilizzato come scudo contro gli inganni, la finta benevolenza, l’amore elargito con il contagocce dalle loro famiglie, di una società fatta di iPhone a rate per gli operai, di incoerenze socialmente accettate, di colloqui di lavoro simili a sedute psicanalitiche e rigurgiti neofascisti. Un appuntamento per ricucire uno strappo, per rimettere insieme i pezzi della loro amicizia o dissolverla per sempre. Quale sarà l’esito del loro incontro? Riusciranno a rivedersi nonostante i numerosi e tragicomici imprevisti? Un aereo li aspetta… -
Tanto per contâ. Tanto per raccontare
Un’autobiografia moderna, rigorosamente pensata e scritta in lingua genovese con traduzione in italiano. Un testo divertente ed a tratti malinconico, illustrato con foto originali e inframezzato da spartiti e da testi, alcuni di questi composti dall’autore. Un’opera ideale per gli amanti del genovese e - grazie alla traduzione integrale in calce ad ogni pagina - particolarmente adatta alla lettura nelle scuole, per avvicinare i più giovani alle tradizioni del territorio. L’autobiografia ripercorre le tappe della vita dell’autore tra Liguria e Piemonte e rimarca fortemente i drastici cambiamenti negli ultimi cinquant’anni. A far da filo conduttore c’è la musica… -
Dialogo sulla tenerezza
«Voglio dire che oggi sono felice perché ho letto questi dialoghi, e mi sono inserito pacificamente nel colloquio. È una grazia: un libro sulla tenerezza, in questi tempi stolti di fanatismi e terrori e armamenti e genocidi; tempi senza poesia» (David M. Turoldo). -
La lunga veglia 1934-2002
Un'autobiografia ""ragionata"""", ricca di tutto il travaglio umano e intellettuale di un autore sempre attento a ciò che accade in sé e fuori di sé per arrivare all'essenziale, a ciò che fa la vita, l'uomo uomo, l'amore amore, ecc. Perché, se questo avviene in sé, anche la città diviene tale, e la società, le relazioni, le amicizie, i conflitti, le strutture, la cultura escono finalmente dall'ipocrisia, perdono il potere asfissiante, si liberano della grettezza, della paura, della banalità e divengono libere, costruttive, si aprono alla """"carità"""", all'agápe."" -
Consumazione. Un temporale
Consumazione è un libro senza progetto fatto per accogliervi la vita, perché l'evento che ha accecato l'autore per la prima volta nella vita ritorni una seconda volta per abbagliarlo sulle pagine. ""Un evento nella vita - dice Bobin - è una casa con tre porte separate: morire, amare, nascere. Non si può entrare se non varcando le tre porte simultaneamente. È impossibile, ma questo avviene"""". Bobin è un autore particolare che sembra indifferente a tutto ciò che appartiene all'ordine del sapere. La persona viva che ripetutamente evoca è il bambino, colui che ama, che gioca ad amare, che non deve giustificare le proprie azioni. Nessun autentico incontro può avvenire fuori dall'amore, ma nessun amore è possibile se non comincia dalla spogliazione del proprio io, dal ristabilire dentro di sé il silenzio che prelude all'accoglienza."" -
Diavoli e meraviglie
Una quotidianità fanciulla, questa storia di una bimba curiosa come tutti, che cresce fra gli adulti, che memorizza parole e affetti dei grandi e li rivive nella sua solitudine. Ma comunica quella meraviglia della scoperta, del contatto pulito e fresco con le cose, il giardino, i fiori, l'aria, l'acqua, il mare, i corpi che sfuggono all'indaffarato quotidiano degli adulti. -
Cristiani oggi: un impegno contraddittorio?
Come interpretare il più genuino cristianesimo, ispirando pensieri e atteggiamenti al vangelo di Gesù, traducendone non solo la forza e la globalità del messaggio, ma soprattutto la salvifica presenza che generi speranza e proponga umanità? Quale la disponibilità delle tradizioni e delle strutture ai mutamenti culturali, alle nuove domande di senso, alle nuove situazioni esistenziali? Una risposta che tenda davvero a essere validamente ""umana"""" dev'essere aperta al confronto, alla collaborazione a tutti i livelli, da pari a pari, come il presente libro testimonia e propone."" -
Buona cosa è il sale. Vangeli domenicali nell'anno di Marco
Sotto il titolo ""Buona cosa è il sale"""" l'autore ha raccolto gli appuntamenti settimanali con i lettori di """"Toscana oggi"""" per commentare una pagina del Vangelo secondo Marco, seguendo il ritmo del calendario liturgico, ciclo B. """"Sale"""" è parola """"che dà forma all'homo sapiens: all'uomo dà un sapere ricco di sapori e di profumi, quelli evangelici appunto; uomo iniziato a una lettura della condizione umana attraverso l'identificazione con i personaggi che popolano il Vangelo"""". Questi, venuti a contatto con Gesù di Nazaret, sono testimoni di come egli sia """"al malato nel corpo e nella mente guarigione, pane all'affamato, al morto risurrezione, perdono al peccatore, al non istruito insegnamento; a una natura minacciosa calma e ai grandi problemi dell'uomo come la qualità del proprio cuore, il tempio, lo stato - il comandamento che orienta l'esistere""""."" -
L'ultimo uomo
Il testo di quest'opera picardiana, ""L'ultimo uomo"""", è indubbiamente intriso di pessimismo, pagina dopo pagina; ma una venatura di speranza proviene da una sorta di """"controcanto"""" sostenuto dalla misteriosa figura di Veronica, che sembra fiorire nella decomposizione e cantare tra i lamenti. La dolce voce di Veronica è tinta di ingenuità, di candore, e poiché è naturale optare per lo scoraggiamento o per la speranza, non si rimane a lungo senza scegliere... Picard non propone rimedi, non mostra una via d'uscita né chiede aiuto: il libro è privo di una utilità immediata; Picard piuttosto introduce, accompagna il lettore in questa sorta di incubo da poeta, seguendo la mano, la voce, la dolce presenza di Veronica. Introduzione di Silvano Zucal."" -
Il Signore e il Satana. Al di là del bene e del male
Il grande filosofo delle religioni Mircea Eliade accosta il simbolo del serpente a quello delle scale a chiocciola, delle corse intrecciate, addirittura alle scale che richiamano quella del sogno di Giacobbe nella Bibbia; secondo Eliade, queste immagini raggiungono l'idea di asse del mondo, cioè del principio vitale che unisce il cielo alla terra, presente in tutte le tradizioni. La rappresentazione del serpente è tuttavia la più corrente e la più forte, a volte un serpente bicefalo, altre il serpente attorcigliato come quello del caduceo. Non dobbiamo confonderli. Sembra che il serpente bicefalo sia quello di cui una testa è quella del Satana ontologico, l'altra quella del Satana diabolico che Cristo, seme di 'Ishah, schiaccia sul Golgotha. Dal canto loro, i due serpenti attorcigliati sembrano esprimere fin dall'alba dei tempi l'intimità del Signore e del Satana. -
Carlo Gesualdo principe di Venosa. L'uomo e i tempi
Questa biografia percorre le tappe della complessa e tormentata vicenda umana di Carlo Gesualdo, raccontando e documentando (sulla base di uno sterminato epistolario e di inedite pagine di archivio), felicemente mediando tra l'istanza del narrare e il rispetto dei fatti storici, decifrando e traducendo l'incontro del personaggio biografato con la realtà contestuale. Viene così a delinearsi la storia di un'epoca - seconda metà del 1500-primi decenni del 1600 - che rivive nelle sue tensioni e nei suoi conflitti, nel costume come nella mentalità, nell'ordito straordinario dei grandi eventi come nell'intreccio ordinario della piccola quotidianità, in uno scenario fitto di personaggi: dagli Estensi (Gesualdo sposerà in seconde nozze Eleonora d'Este): Alfonso, Cesare e il cardinale Alessandro, agli altri grandi nomi della feudalità e delle corti italiane, al cardinale Federico Borromeo, a Torquato Tasso, a numerosi altri. -
Matera. Nuova guida
Le città, come gli uomini, perché son fatte di uomini, cambiano continuamente. Ma Matera cambia più delle altre. In poco tempo essa è stata capitale dei contadini, città dei Sassi, città della cultura, laboratorio del recupero... Le guide di Matera, perciò, più che le altre, sono destinate a diventare vecchie nel giro di poco tempo. A meno che non si tratti di una guida nuova, capace di cogliere l'identità nel cambiamento, cioè non il volto, ma la vita. La presente guida, proprio per rispondere a tale esigenza, ridefinisce la città di Matera nelle sue molteplici espressioni di religione, arte, letteratura, tradizioni, miti, pietre. Assemblata attraverso tasselli diversi, più e meglio di un libro di storia, essa si presenta come un'opera a più facce, offrendosi ad una lettura a più livelli. Per cerchi concentrici e per richiami, il viaggiatore, più che turista, viene guidato per i segreti più suggestivi della città. A ciò sono utili i diversi approfondimenti che, per ogni aspetto, ma anche per ogni termine, vengono proposti, grazie a ""finestre"""" appositamente aperte. Accurati dossier, intanto, dànno le informazioni indispensabili a simili """"affacci"""". Il viaggio per la città, per questa via, si fa materiale e spirituale nello stesso tempo. Visitare una città, del resto, soprattutto quando si tratta di una città come Matera, capitale europea della cultura 2019, deve significare trasferirsi in essa, per dimenticare e dimenticarsi. A ciò è funzionale, in particolare, il ricchissimo apparato fotografico, ricchissimo di dettagli, per cui il testo letterario circola e s'insinua, comunicandogli la vita. Alla stesura del quale, molto opportunamente, non è stata chiamata la mano neutra del """"tecnico"""", ma quella agile e coinvolgente di uno che alla lettura della propria città e alle sue problematiche, senza retorica e senza miti, ha dedicato anni di studi e partecipe attenzione."" -
Brateís datas. Pratiche rituali, votivi e strumenti del culto dai santuari della Lucania antica
Nell'ambito della ricerca storico-archeologica sulla Lucania antica, la fisionomia e il ruolo dei santuari e la ricostruzione delle pratiche devozionali e rituali che vi si svolgevano. Al centro del percorso scelto dai curatori è lo studio delle offerte votive alle divinità e degli strumenti utilizzati per cerimonie e riti religiosi. Cinque sono i contesti santuariali esaminati, ascrivibili ad un arco cronologico che va dal IV sec. a. C. alla prima età imperiale: Garaguso, Timmari, Rivello, San Chirico Nuovo e Rossano di Vaglio. Le ricerche rientrano in cinque progetti di studio avviati dalla Scuola di specializzazione in archeologia di Matera in collaborazione con la Soprintendenza per i beni archeologici della Basilicata. -
Eikones. Portraits en contexte. Recherches nouvelles sur les portrais grecs. Ediz. illustrata
I contributi di questo volume si riferiscono alle ricerche sulle statue-ritratto greche dal V al I secolo a.C. privilegiando documenti inediti o reinterpretati. Queste nuove ricerche sulle statue d'epoca classica o ellenica prevalentemente di personaggi storici, pongono l'accento sul tema della ricontestualizzazione, che implica passaggi culturali nel tempo e nello spazio. L'opera rivolge l'attenzione soprattutto al trasferimento delle statue, e in particolare alla loro collocazione in siti diversi da quelli originali, nonché alle loro trasformazioni, ossia alle modifiche, riutilizzazioni, distruzioni di cui sono state oggetto. -
La Basilicata di Leonardo Sinisgalli nella «Civiltà delle Macchine». Antologia di una rivista tecnico-culturale (1953-1958). Ediz. illustrata
In «Civiltà delle macchine», house organ ideologicamente lontano dal mondo lucano e meridionale, per destinatari, per tematiche, per spirito, Leonardo Sinisgalli ingloba il Sud povero e polveroso, convinto come Fortunato che i destini dell'Italia passano attraverso il Meridione e la risoluzione dei suoi atavici ritardi. Sinisgalli è anche consapevole che la sua poesia non può essere utilizzata per urlare la rabbia di un riscatto. Però, da direttore di «Civiltà delle macchine», sa che può svolgere un ruolo di sollecitazione rispetto ad una Basilicata e ai suoi ritardi. Sa di avere a disposizione uno strumento ben più potente della sua stessa poesia: la sua Rivista. E non esita ad utilizzarla. Più che essere il primo violino, preferisce salire sul podio e dirigere l'orchestra con la sua bacchetta (Biagio Russo). Il quadro che emerge dalla lettura di questo libro è un punto di partenza utile, innanzitutto perché questo lavoro offre una visione d'insieme di quanto apparso su «Civiltà delle macchine» nei cinque anni di Sinisgalli, in un periodo economicamente importante per l'Italia e, ovviamente, relativa ad una regione che scontava più di altre ritardi di sviluppo e che oggi si presenta al mondo con una nuova immagine di sé, a partire da Matera che nella rivista era già ""Capitale"""" negli anni '50 (Gianni Lacorazza)."" -
Metaponto. Tombe arcaiche della necropoli nord-occidentale
Un contesto straordinario in questo volume, unico per la possibilità che offre di rivolgere uno sguardo nuovo al fenomeno complesso della ""colonizzazione"""" greca, alle dinamiche di connettività mediterranea che sullo scorcio del VII sec. a.C. coinvolgono - rinnovandolo - il già variegato popolamento della costa ionica di Italia meridionale. Un volume articolato in due studi separati ma complementari scritto da Angelo Bottini e Mariasilvia Vullo, per quanto riguarda la prima parte dedicata alle prestigiose sepolture arcaiche di fondo Giacovelli (che da troppo tempo attendevano una pubblicazione), e da Raimon Graells i Fabregat, che ha curato la seconda parte, incentrata sulla ricostruzione del corredo di una tomba rinvenuta nel 1942, finito a Saint Louis, dove fu snaturato con """"restauri"""" inappropriati, fino a rendere irriconoscibili e incomprensibili una serie di manufatti. Stéphane Verger, nella postfazione: «est une nouvelle page importante de l'histoireet de l'archéologie de la côte ionienne qui est écrite avec ce livre, qui vient rappeler opportunément, en cette fin d'année marquée par le cinquantième anniversaire de l'inaugu¬ration du 'Museo Archeologico Nazionale della Siritide'. La pubblicazione, infatti, presenta alla comunità scientifica un contesto rimasto inedito per decenni, ma soprattutto contribuisce a ricostruirlo, rivolgendo l'attenzione a tutta la documentazione disponibile, in un approccio """"investigativo"""". E contribuisce a far luce su quel depauperamento del nostro patrimonio che ha afflitto e continua ad affliggere l'Italia (e i paesi mediterranei), complici spesso Musei internazionali. Scorrendo il volume si comprende come questa ricerca lunga e laboriosa, realizzata portan¬do attenzione specifica alla materialità degli oggetti, di cui si ricostruiscono storia e biografia, costituisce un evento """"rivoluzionario"""", per la possibilità che ci offre di riconsiderare problemi e dinamiche storiche fondamentali per la storia mediterranea di un'epoca (la prima metà del VI sec.) che ha segnato lo sviluppo di fenomeni urbani e di dinamiche sociali ed economiche che hanno dato vita ad una parte significativa della storia dell'Occidente."" -
Alfabeto dei personaggi pirandelliani
Il lettore che apre queste pagine si trova davanti una serie sorprendente di informazioni, un regesto di prelievi e di memorie recuperate e rianimate. I personaggi del teatro pirandelliano si allineano in una prodigiosa galleria, che non ha vuoti o mancanze. Nessun nome manca all'appello. I protagonisti maggiori di quell'opera capitale nella storia del Novecento convivono con presenze che sono appena percepibili e che si riassumono qualche volta in poche battute o in un gesto. Una folla di creature addolorate, dolente come un coro di anime ferite dalla vita, riemerge opera dopo opera. Ciascuna di esse intreccia il suo destino con le avventure di altri nomi e con il peso di altre esperienze. Alla fine, nella mente del lettore, tutti guadagnano una dignità drammaturgica inconfondibile. L'autore di questa sistemazione rigorosa e impeccabile riserva a ciascuna esistenza uno spazio. Ognuna ritrova una poetica carta d'identità, in cui nessun dato è omesso: dalla genesi fino al cuore delle parole che ne rappresentano l'anima. Gli eroi addolorati e perplessi, i grandi, memorabili archetipi dell'universo di Pirandello, coesistono con figurine appena indicate. Si accompagnano con comparse che hanno una vita sottotraccia, eppure necessaria nel sistema globale di un'opera che non prevede salvezza. Se i personaggi pirandelliani, nella loro sostanza più eversiva, ""narrano e recitano da sé il loro destino"""" (Peter Szondi), Vaccaro trova il modo perché questa condiziona agisca per ogni voce e per ogni nome dell'immaginazione teatrale pirandelliana. Ogni personaggio esce dal coro e recita la sua ballata. Indossa la maschera che lo imprigiona e si offre al lettore con le parole che Pirandello ha scelto per lui. Alla fine di questo viaggio, tutti hanno un'identità. E la ritrovano nel lavoro, ostinato e paziente, di chi raccoglie i segni della loro realtà estetica."" -
Oltre il confine
Sandro è un personaggio reale, zio vero dell'autore, della cui burrascosa esistenza la famiglia ha conservato il mito, con notizie scarse ed incerte. Si sapeva che fu fascista e repubblichino e che fu catturato sull'Appennino toscano dai partigiani nel '44. Lo salva Laura, la giovane sorella di un capo del CLN che si innamorò di lui. I due si sposarono mettendo a confronto due mondi e due culture. Tornarono a Querceto, il piccolo villaggio lucano dove viveva la famiglia del giovane. Ben presto quel matrimonio agli esordi vacilla e nella minuscola casetta sulla loggia, governata da una suocera bizzosa, il loro amore soffoca e muore. Sandro decide di emigrare in Argentina portandosi addosso l'amarezza di un fallimento, spinto anche dai timori di essere ""epurato"""" dalla giustizia post-bellica. Si imbarca a Genova nel '49, in compagnia di Giovanna, una procace compaesana con la quale ha intessuto una storia d'amore ed insieme sbarcano a Buenos Aires dove loro incomincerà una nuova vita. Da queste scarne informazioni, le sole circolate in famiglia, l'autore ricostruisce la vita di Sandro e delle sue due donne, al di qua e al di là dell'oceano, passando per l'esperienza peronista e fino agli anni Settanta.""