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I nuovi protocolli delle reti e di internet. Cosa bolle in pentola nelle reti degli anni 2000: QUIC e tutto il resto
Nei corsi di informatica e telecomunicazioni, spesso, e con ragione, ci si sofferma a presentare e spiegare i protocolli classici delle reti, che sono il fondamento dell'ICT-Information and Communication Technology: IPv4, TCP e UDP, SSL, DNS, Telnet, FTP, STP per evitare gli ""switching loop"""" nelle LAN, ecc. In questo volume, come base del nostro ragionamento, ne cataloghiamo e ricordiamo brevemente una ventina. Non bisogna però dimenticare che siamo in un settore in vorticosa evoluzione, e che stanno apparendo sempre più spesso, o sono in avanzata fase di studio e sperimentazione, nuovi protocolli più veloci e sicuri dei loro antenati, quali IPv6, QUIC (soprattutto lui, per una migliore navigazione sul web!), UDP-Lite, TLS, DNSSEC, SFTP ed FTPS, SSH, SPB, TRILL e molti altri, che qui presentiamo in modo breve, ma sufficiente a darne un'idea."" -
Mai dire troppo tardi. Manuale di sopravvivenza digitale per la terza età
La rivoluzione digitale è iniziata ormai da tempo e ha invaso ogni ambito della nostra vita, dai servizi alla comunicazione, dalla cultura alla socialità. Le nuove tecnologie e i nuovi dispositivi cambiano anche gli interessi, le esigenze, il senso di comunità, del vivere comune e del condividere gli spazi. Oggi è quindi fondamentale non trovarsi impreparati, per non essere tagliati fuori dai meccanismi di cambiamento dell'epoca digitale. Un corso di apprendimento digitale per la terza età deve avere come obiettivi: in primo luogo una comunicazione semplice e mirata a persone adulte e con una lunga esperienza in ambiti diversi; in secondo luogo, mettere in evidenza quelle funzionalità che risultano oggi indispensabili nel vivere quotidiano, soprattutto quelle pratiche burocratiche che attraverso la rete possiamo (e talora dobbiamo) svolgere per dialogare efficacemente con la struttura amministrativa dello Stato e delle organizzazioni economiche. A prescindere quindi dagli aspetti più ludici, il corso deve aiutare le persone mature a orientarsi in un ambiente virtuale che, non facendo parte della loro esperienza quotidiana, può costituire una barriera o un motivo di esclusione da parte di chi è più giovane. Assumendo la specifica prospettiva della terza età in questo tipo di apprendimento, ci focalizzeremo in particolare su ciò che il digitale ci permette di fare per semplificare le operazioni di tutti i giorni e migliorare la qualità della vita. Per aggirare, ad esempio, il carattere troppo piccolo del quotidiano preso in edicola, o la difficoltà per trovare la soluzione adeguata a un problema burocratico. -
Origine di Bologna. Vol. 2: Storia dei nomi delle vie del centro storico
Il reticolo delle vie di una città rispecchia, nel suo disegno, la storia della città stessa. Medesima considerazione va fatta per i nomi delle vie, vicoli e piazze, che riservano sorprese a volte inaspettate. Questo secondo volume dell'opera “Origine di Bologna” tratta proprio la storia dei nomi e dei tracciati di vie vicoli e piazze del Centro Storico di Bologna: quali nomi ebbero nel tempo e quale il loro significato, quale fu l'origine e l'evoluzione dei percorsi. La disciplina che studia i nomi delle vie, vicoli, piazze, ovvero, detto in maniera più corretta, delle “aree di circolazione”, è un sottoinsieme della toponomastica: l'odonomastica. Quindi, in altri termini, questo secondo volume tratta l'odonomastica storica del Centro Storico di Bologna. “Origine di Bologna” è un progetto rivolto alla storia e alla comprensione dei nomi delle “aree di circolazione” della città e del territorio bolognese: vie, vicoli, piazze e, estendendo il significato di “aree di circolazione”, corsi d'acqua. Carlo Pelagalli è cultore e appassionato di Bologna, della sua storia e delle sue tradizioni. Nell'ambito delle tradizioni ha approfondito l'argomento del ballo popolare bolognese “alla filuzzi”, collaborando ad alcuni libri, scrivendo articoli e partecipando ad eventi televisivi e culturali. Nell'ambito della storia ha sviluppato il tema della topografia della città e della sua odonomastica storica, ovvero lo studio della storia dei nomi delle vie, piazze e vicoli della città. È titolare del sito www.originebologna.com gestito in collaborazione con il Comune di Bologna, collabora con il Museo Civico del Risorgimento di Bologna. Vive nel capoluogo emiliano, dove ha lavorato per anni in un'importante azienda manifatturiera locale. Ora dedica il suo tempo alle sue passioni. -
44 Boötis B. Esopianeta Spes. Un'ultima chance per l'umanità
Theodor e Clara - una biologa e un agronomo - si trovano in una situazione di limbo, invisi ed esclusi dalla società in un precario equilibrio di rifiuto e dipendenza reciproci, ma necessari al Consorzio che gestisce il potere mondiale. Nel sistema stellare 44 Boötis B è appena stato individuato un esopianeta abitabile, ricco di una vegetazione primordiale incontaminata e apparentemente senza vita animale: forse una nuova terra promessa? Serve qualcuno che vi si stabilisca per capire se il pianeta sia veramente abitabile e si pensa ai due protagonisti come soggetti ideali per valutarne la colonizzazione. Un compito facile solo in apparenza. -
Ainu. Un popolo alla ricerca dell’identità negata
La cultura ainu è stata a lungo considerata come un relitto di tempi antichi: è solo negli anni ’90 dello scorso secolo che, grazie ad alcuni eventi legati alla sua promozione, tanto in Giappone quanto all’estero l’attenzione su tale realtà etnologica e sociale si è fatta via via più diffusa fornendo nuove prospettive di studio e di analisi. Ciononostante, la mutata percezione nei suoi confronti ha anche sollevato problematiche che il testo analizza ed evidenzia attraverso un percorso cronologico che affronta tematiche di varia natura. Le basi essenziali su cui gli Ainu hanno intrecciato forme di auto-narrazione sempre più ricche e accurate via via che ci si avvicina ai giorni nostri, sono fornite perlopiù da osservatori esterni, occidentali e giapponesi, ma il risultato è una sorta di ‘risveglio identitario’. -
Il cuoco pubblico. Tratto dal Dizionario delle Arti e de’ Mestieri (Venezia, 1775)
Concepito come voce per un dizionario delle arti e dei mestieri di fine Settecento, il ricettario compilato da Fassadoni combinando varie fonti francesi rappresenta una straordinaria testimonianza non solo dell’evoluzione del gusto dagli eccessi della cucina barocca alla sobrietà di quella di fine Settecento (in nome del principio utilitaristico del “massimo diletto per il palato col minor nocumento per lo stomaco”), ma anche dell’affermazione della nuova figura del “cuoco pubblico” che, con la fine dell’Ancien Régime, lasciò le cucine di corte per andare a servire l’emergente ceto borghese. -
La carica dei 101 (e oltre) video per il public speaking. Per imparare a parlare in pubblico
In questo volume desidero condividere una serie di strumenti che provengono dalla mia esperienza: in primo luogo “l’arte di parlare in maniera efficace” che risale all’oratoria classica; in secondo luogo gli spunti e le riflessioni che nascono dai TED Talks. Un connubio tra mondo classico e contemporaneo per focalizzare l’attenzione sulle tecniche di comunicazione efficace in pubblico: il tutto esemplificato attraverso concreti esempi tratti da spezzoni di film e video esaltando la capacità di questi di rappresentare un’esperienza “globale” nelle attività di formazione, tramite il richiamo al vissuto dei partecipanti e le modalità con cui, nello specifico, sia possibile apprendere le competenze sul parlare in pubblico. -
Il volto, l'ombra, la memoria. Pagine di diario 1992-2017
Nell’accostare gli scritti di Andrea Martinelli, raccolti in questa edizione, si ripresenta anzitutto quel tratto di originalità che è il connotato diaristico nel movimento, nella segretezza, nell’intensità partecipe della scrittura. Vivono, rivivono ricordi, memorie indelebili. Quasi momenti iconici, riappaiono taluni incontri (la grande eccentricità di Giovanni Testori, la figura di Piero Bigongiari). Si scoprono le emozioni nelle aperture agli artisti europei. Si aprono infine improvvise, indicibili le fascinazioni nei sentimenti affettivi. Rispetto al divenire storicistico della cultura, ritroviamo in Martinelli la dialettica ultimativa del volto e dell’ombra. Il volto è l’atto destinale, l’evento irriducibile dell’esistenza. L’ombra è l’aura misteriosa dell’assenza, l’esilio struggente del tempo. Accompagnano gli scritti significative testimonianze: di Vittorio Sgarbi, nell’orizzonte della sua scrittura, di Mario Botta nella singolarità di una visita allo studio del pittore. Come ulteriore suggestione figurano alcune fotografie di Giovanni Berengo Gardin. -
Giovanni Gentile. L'apologia del pensiero
L'opera s'è posta il compito di ricostruire la filosofia di Gentile dall'interno secondo un metodo genetico. Tale progetto ha seguito il tema dominante dell'atto del pensiero che s'impone da fondamento dell'intera realtà. Codesta linea interpretativa è stata illustrata secondo un profilo teoretico, corredato però da un'adeguata documentazione storica. Con questi presupposti, è stato fatto largo spazio ai due volumi del Sistema di logica rispettivamente dedicati alla struttura dialettica del pensato e del pensante. Tale andamento accentuatamente teorico contraddistingue il presente saggio da altri, che peraltro, seguendo un criterio storico, hanno avuto il merito di sottrarre il pensiero di Gentile da un'immeritata dimenticanza e di averne valorizzato la risonanza europea. La ricostruzione, qui tentata dell'attualismo, s'è posta la domanda intorno alla sua prosecuzione: è stata reperita nell'apologia del pensiero, non inteso come una semplice procedura, ma come l'atto di una sovrana investitura di senso della realtà. -
Moderni e contemporanei. Letture di poeti e scrittori
Italianista internazionalmente noto, Marco Marchi raccoglie in questo libro una serie di saggi dedicati a personaggi e opere letterarie rapportabili nel loro insieme a quel vasto e complesso ambito storiografico che salda la modernità alla contemporaneità: ambito che direttamente riconduce, con la sua segnaletica di tipo periodizzante deliberatamente calcata, a un'area d'interesse culminante nel Novecento che è stata da sempre, per lo studioso, luogo elettivo di ricerca e insieme di applicazione didattica. Sfilano così in queste pagine autori canonici del Novecento italiano, i più antichi dei quali - da D'Annunzio, Svevo e Tozzi a Campana e Palazzeschi - inevitabilmente implicati nelle vicende culturali di quell'Ottocento da cui anagraficamente derivano; e assieme a essi, autori che con la loro avventura umana costellata di eventi, incontri e testi scritti hanno coperto tratti anche ampi di un percorso secolare - esempio preclaro Mario Luzi -, sconfinando poi nel nuovo millennio. -
Il ms. London British Library Add. 6891 della «Monarchia»
Questo volume è uno strumento in servizio all'Edizione Nazionale della Monarchia di Dante curata da Prue Shaw e pubblicata nel 2009 dalla Casa Editrice Le Lettere sotto gli auspici della Società Dantesca Italiana. -
Vite spezzate. Storie di uomini e di donne nel terrore staliniano
Il direttore di un centro di ricerca di Mosca, una guardia armata nell'estremo nord siberiano e due cantanti d'Opera in una stazione di transito sono i protagonisti delle tre storie raccolte in questo volume e ambientate negli anni del terrore staliniano. Scritte da Georgij Demidov tra il 1964 e il 1978, sequestrate e poi rimaste a lungo negli archivi segreti del KGB e comunque ritenute ""inadatte"""" al lettore russo, sono state riproposte in Russia solo di recente e rappresentano un tassello fondamentale per conoscere la letteratura russa del secolo appena trascorso. In esse troviamo alcuni temi della grande letteratura: l'amore e la pena per il distacco dalle persone amate; la crudeltà verso gli inermi; l'assurdità dei talenti sprecati; la follia; la pena di uomini e donne che una catapulta ha scagliato fuori dall'umana esistenza."" -
T. S. Eliot, Eugenio Montale e la modernità dantesca
La poesia di T. S. Eliot e quella di Montale sono cresciute agli occhi della critica letteraria soprattutto italiana secondo criteri di affinità che trovavano i loro punti fermi nell'esempio fornito da Dante a tanto modernismo inglese e statunitense, oltre che a quello italiano. Il libro si propone di esplorare alcuni capisaldi comuni alle poetiche dei due poeti in questione in rapporto alla lezione dantesca secondo tre direzioni fondamentali, raccolte nei tre capitoli che compongono il libro. Il primo capitolo affronta ""le ragioni di affinità`"""" che hanno contribuito ad una lettura critica concentrata sulle similarità e sui punti in comune dei due poeti. Il secondo capitolo discute non soltanto la poesia dell'oggetto così come viene proposta da Eliot e da Montale, ma anche la questione della poesia stessa come oggetto del fare poetico. Il terzo capitolo prende in considerazione la congiunzione del motivo del viaggio come esplorazione da parte del soggetto verso la conoscenza di se stesso e del motivo della donna come forma di conoscenza dell'alterità per eccellenza. Chiude il libro un breve capitolo sulle traduzioni effettuate da Montale di alcuni componimenti di Eliot."" -
Cartesianismi, scetticismi, filosofia moderna. Studi per Carlo Borghero
Il volume trae origine da due giornate di studio tenutesi presso il Dipartimento di Filosofia dell'Università ""La Sapienza"""" di Roma, dedicate a Carlo Borghero in occasione del chiudersi della sua attività di docente presso l'ateneo romano. Gli studi che lo compongono sono opera di colleghi e di amici che hanno condiviso con lui ricerche, discussioni ed interessi scientifici. Sono messe a fuoco due delle grandi questioni teoriche e storiografiche al centro della filosofia moderna, ovvero il diffondersi nell'Europa del Seicento di una filosofia cartesiana, distinta dalla stessa filosofia di Descartes, con sue specifiche caratteristiche a seconda dei diversi contesti culturali e geografici, nonché l'emergere di un nuovo scetticismo che, tra Sei e Settecento, interagisce criticamente con i diversi sistemi filosofici. Pur nei differenti approcci, questi lavori rinviano a una historia philosophica attenta non solo alle modificazioni concettuali e alle variazioni lessicali, ma anche a una complessità teorica che può essere ripercorsa solo ritornando ai testi dei singoli autori ed ai rapporti che essi mantengono con il loro contesto storico."" -
Dugald Stewart. Scienza della mente, metodo e senso comune
Dugald Stewart (1753-1828) fu rappresentante di primo piano della scuola scozzese del senso comune e autore di riferimento per il dibattito filosofico europeo nei decenni a cavallo fra Settecento e Ottocento. Accademico di chiara fama e autore prolifico, raccolse l'eredità filosofica di Thomas Reid contribuendo a rinnovarne i presupposti e a costruire la fortuna continentale della scuola. Questo studio muove da alcuni temi centrali della riflessione stewartiana, offrendone una lettura che intende valorizzarne l'autonomia e l'originalità non solo rispetto all'evoluzione della scuola scozzese, ma anche a quella più ampia dell'Illuminismo scozzese. La messa a punto di una scienza della mente umana, il metodo più appropriato per perseguirla e, infine, la conseguente rielaborazione di alcuni fra i parametri fondamentali della filosofia del senso comune, costituiscono gli snodi centrali del pensiero stewartiano che aiutano a comprenderne gli sviluppi e le ricadute non solo in ambito strettamente epistemologico, ma anche in sede antropologica, morale e politico-sociale. -
La caduta del 1914-1915. Velleità, opinione pubblica e teologia
L'intervento nella Prima guerra mondiale rappresentò un vero e proprio spartiacque nella storia dell'Italia, demolendo una bellissima posizione diplomatica a vantaggio di velleità nazionalistiche oltre alle legittime rivendicazioni su Trento e Trieste conseguibili quasi certamente con la neutralità. La ""vittoria mutilata"""" e la conseguente debolezza economica e politica fino all'avvento del fascismo, al Patto d'Acciaio e alla débàcle successiva ne costituirono le conseguenze, per cui fu la politica di potenza il vero obiettivo della classe dirigente italiana, l'esca diabolica che portò lo Stivale verso l'abisso, mentre i cattolici e i socialisti non erano in grado di dialogare per consentire una stabilità necessaria, essendo divisi da steccati profondi di natura puramente teologica."" -
I manoscritti italiani del XVIII secolo. Un approccio genetico
"Il secolo dei Lumi e, in generale, l'Ancien Régime hanno risentito a lungo della loro ubicazione a cavallo di due grandi periodi della storia della tradizione dei testi: a monte l'epoca medievale, in cui la trasmissione manoscritta è la sola possibile; a valle l'epoca contemporanea, i secoli XIX e XX, in cui l'importanza del manoscritto risiede nel suo valore di testimonianza e autentificazione del lavoro autoriale. Lo studio dei brogliacci e delle versioni preparatorie di un testo, ma anche di quei materiali non strettamente redazionali che, tuttavia, possono contenere un testo in nuce o suscitarne la scrittura (liste di parole, estratti di lettura, appunti manoscritti, postille, o semplici disegni), permette di esplorare l'opera nel suo farsi e rappresenta la chiave prima dell'interpretazione, come ricorda giustamente Carla Riccardi e come mostra il contributo su Alfieri di Vincenza Perdichizzi. Le opere del Settecento, non diversamente da quelle dei contemporanei e dei secoli precedenti, non sono il frutto di un istante di genio, ma dello studio laborioso dei loro autori, del dialogo che hanno intrattenuto con la tradizione, di furti inconfessabili, di esitazioni, pentimenti e riscritture incessanti. La loro genesi ci offre insegnamenti non meno importanti di quelli delle loro versioni definitive..."""" (Dalla presentazione)" -
Ottavia e le altre
Trenta donne si svelano e rivelano storie nascoste. Molte si raccontano con il loro linguaggio e la loro cultura, altre sono raccontate, così come si raccontava una volta, senza precisazioni di cronaca, ma con quel fascino dell'oralità, fatto di corpi vicini, caldi del fiato delle parole che transitano. Tutte hanno dovuto resistere per esistere, ma troppe non ce l'hanno fatta. Hanno tutte le età, appartengono a diverse epoche e classi sociali, ma c'è un filo che le lega, un filo di perfetta democrazia: la violenza. Sono vere? Sono vere come le cronache che riempiono i giornali, cariche di una realtà che a volte supera la fantasia. Rappresentano quelle notizie ""Punte di spillo"""" che ogni giorno sentiamo; provocano rabbia e indignazione, ma subito si spengono assorbite dalla quotidianità della vita di ciascuno."" -
Calde lontananze. Brendon a Moliterno
A metà strada tra realtà e fiction, il libro descrive l'esperienza di un viaggiatore inglese intenzionato a rivivere con intelligenza e passione la situazione culturale, sociale, umana di un piccolo comune della Lucania. Brendon H.H. Whitestone partecipa alla vita locale di cui sa cogliere il fervore creativo e le qualità nascoste in una condizione di lontananza ma non di solitudine. Il Meridione è raccontato in maniera discreta, originale e non senza blanda ironia, nel quadro di un percorso dotato di numerose variazioni tematiche, che coinvolge il lettore e lo introduce nella quotidianità di una comunità che ha la sua identità, la sua storia, i suoi costumi, le sue arti, le sue degne attività e anche le sue virtù nel campo culinario. Una sorprendente appendice di ricette mostra la praticabilità attuale delle elaborazioni tradizionali del gusto del cibo. Le immagini che costellano il testo sono anch'esse forme della narrazione e hanno il merito di evocare scene e atmosfere talvolta dense di suggestioni poetiche. -
Immagine, voce femminile. Arte e poesia
Nel cambiamento in atto nell'orizzonte del contemporaneo, l'immagine femminile (in arte), la voce femminile (in poesia) vengono a rappresentare l'intuizione profonda dell'esistenza rispetto allo scenario dei linguaggi. Nelle testimonianze dell'arte, l'immagine femminile diventa corpo, luce, emozione, atto indicibile, mistero della presenza, mistero dell'assenza (Modigliani, Giacometti, Balthus). La voce femminile è la voce non abdicante dell'interiorità nella più varia esplorazione (da Ingeborg Bachmann a Simone Weil, da Antonia Pozzi ad Alda Merini). Siamo immersi nella cultura empirica del «vedere». La correlazione tra arte e poesia nel femminile apre la dimensione senza fine dello «sguardo»: l'inconscio, la memoria di ciò che è stato amato, ciò che non è accaduto.