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Asimmetrie dello sguardo. La sorveglianza e il controllo sociale nell'era digitale
Nel volume, le riflessioni degli autori partono da uno sfondo storico in cui la prigione antica e pre-illuminista ha rappresentato il ""luogo"""" di custodia del soggetto deviante - dove """"custodire"""" equivaleva a garantire un controllo sociale sugli individui e, di riflesso, una sicurezza sociale per la comunità - fino a pervenire ai contemporanei scenari in cui la sorveglianza digitale rappresenta la nuova frontiera del controllo. Il lento processo di alleggerimento della panoplia panoptica e lo sfaldarsi delle maglie rigide e serrate di un controllo disciplinare verticalizzato e gerarchico, esercitato in spazi segmentati e parcellizzati, ha lasciato il posto ad una forma di sorveglianza che esce fuori dagli spazi chiusi e architettonicamente funzionali a tali pratiche di appropriazione di abitudini e identità contrise, per guardare oltre la cortina di ferro del penitenziario, della caserma, delle istituzioni totali."" -
Tolleranza e diritti nella società multiculturale
Il carattere multiculturale e multietnico della società globale ci pone dinanzi a nuove sfide a cui è possibile dare risposte solo attraverso un cambio di paradigma basato sulla riscoperta della tolleranza. Un principio che, nel corso della storia, ha dato vita alla lunga stagione dei diritti dell'uomo. L'apertura all'alterità e l'accettazione della fallibilità umana divengono le nuove bussole per orientarsi in una contemporaneità portatrice di due istanze dicotomiche: libertà e sicurezza. -
Cooperazione e conflitto. Modelli interpretativi tra Comte e Simmel
Alla luce delle attuali trasformazioni socio-economiche si ripropone qui come testo l'analisi di un percorso classico della sociologia ampliata e riveduta. Integrazione socio-culturale e controllo sociale sono stati da sempre temi dominati nel pensiero sociologico. Tuttavia, l'obiettivo che ogni società si pone di una messa a punto di sistemi interni di regolazione sociale, si scontra con imprevedibili controtendenze, le quali costringono i mondi sociali a vivere in bilico tra cooperazione e conflitto. Un bilico che va percorso problematicamente affinché la funzione critica della sociologia possa essere riaffermata. -
La società e il suo altro. Scienze sociali in dialogo
Cosa lascia dietro di sé l'agire sociale? Quali strumenti occorrono per decifrare il presente? Dove risiede l'altro della società? Questo volume propone una lettura del sociale, delle sue strutture e delle sue istituzioni e lo fa con una grande ricchezza di prospettive. Ovunque l'analisi critica offre al lettore uno spaccato per muoversi attraverso le forme e i processi dell'agire sociale, mostrando quanto la tenuta del sistema si fondi sempre su una sintesi complessa tra agentività e struttura, tra natura e cultura. Apparentemente distaccato dall'attualità, è un testo che offre invero numerose chiavi per comprendere il presente e collegare anche ciò che sembra imprevedibile all'interno di cornici di senso che affondano le radici nel tempo. Un momento storico così deflagrante come quello che stiamo vivendo mostra - se ce ne fosse bisogno - l'imprescindibilità degli strumenti offerti dalle scienze sociali per affrontare e comprendere il presente: ciò è ancor più vero se il percorso è transdisciplinare e condiviso. Con contributi di Martina De Marco, Valentina Faloni, Fabrizio Fornari, Antonella Napoli, Laura Rando, Iolanda Romualdi, Daniela Sideri. -
Il corpo dell'altro. Percorsi su diversità ed esclusione nel Frankenstein di Mary Shelley
È utile avvalersi di sguardi plurimi e interdisciplinari per rileggere il Frankenstein di Mary Shelley. Il volume propone diverse angolature critiche per assecondare la ricchezza di un caleidoscopio inesauribile. Il romanzo di Mary Shelley, per quanto designato come un caposaldo del genere fantastico-gotico, resta un unicum che annulla ogni confine di genere. Nell'intima costituzione genetica porta in sé già la cifra dell'""andare oltre"""". È un crocevia di scritture discorsive: racconto della crescita, favola pedagogica, scrittura di viaggio, riscrittura mitico-allegorica, racconto epistolare, racconti di vita, ibridazione letterario-scientifica. È necessariamente un grande pastiche letterario, ed anche scientifico e filosofico, in cui risuonano tracce profonde del pensiero di eminenti personalità letterarie e scientifiche di tutti i tempi e di tutti i luoghi, poiché come insegna Paracelso, l'alchimista prediletto dall'ancora acerbo studioso, in Victor Frankenstein, prima della """"separazione originaria"""" non vi era distinzione dei saperi. Con contributi di Antonella Cagnolati, Manuela D'Amore, Eleonora Federici, Tiziana Ingravallo, Alessandra Squeo, Luigi Traetta, Anna Nunzia Troiano."" -
Tanti anni fa...
Sono convinto che le fiabe insegnino sempre qualcosa a tutti e che possano far bene alla mente dell'uomo bisognosa, a volte, di far spazio alla fantasia. Infatti il mondo degli adulti è rivolto, molto spesso, verso interessi economici ed una forte razionalità. Sarebbe opportuno lasciare che i bambini, qualche volta, facciano da guida agli adulti attraverso le fiabe! L'obiettivo delle mie tre piccole nipoti è proprio questo: non considerare una perdita di tempo abbandonarsi ad un mondo magico fatto di illusioni, di sogni e di speranze. Questa boccata di ossigeno fa bene all'anima perché le fiabe suggeriscono una visione valoriale diversa rispetto a questa società così febbrile, complessa e problematica. Le illustrazioni delle fiabe, disegnate sempre dalle mie nipoti Micol, Miriam e Maddalena Marconi, vogliono esprimere, ancor meglio, il messaggio di ciascuna fiaba e, per questo, hanno dato un valido aiuto al loro nonno. Età di lettura: da 5 anni. -
L' odore silenzioso della notte
«È la notte la patria indiscussa delle lacrime più brucianti e degli amori più meravigliosi, del sentire più alato e della violenza più inaudita. Come un lupo solitario, Vincenzo è un superstite di mille tempeste e altrettante malinconie, ed offre la sua pelle sotto forma di salvifiche parole a chi incontra.» (Dalla Prefazione di Mario Sicolo) -
Archeologia urbana a Cagliari. Scavi nella chiesa di Sant’Eulalia alla Marina. Vol. 17/1: Il quartiere dalle origini ai giorni nostri: status quaestionis all'inizio della ricerca
Le indagini sotto la chiesa di S. Eulalia, nel quartiere della Marina a Cagliari, sono iniziate nel 1990, riprese e condotte ininterrottamente dal 1999 al 2002 con due campagne ulteriori nel 2005 e nel 2007-2008. Hanno restituito una realtà urbana pluristratificata che consente di ripercorrere e raccontare la storia e l’urbanisticadel quartiere stesso e più in generale di Cagliari, dall’antica Karales alla città odierna, attraverso strutture, sedimentazioni, asportazioni e interri: una storia fatta di costruzioni e distruzioni, di ‘pieni’ e ‘vuoti’, altrettanto significativi questi ultimi nelle dinamiche di evoluzione di un centro urbano. I contesti rinvenuti sono numerosi e assai significativi, e ancor più i reperti, testimonianza della cultura materiale che accompagna il vissuto quotidiano della città in oltre duemila anni. Si è ritenuto opportuno suddividere la grande mole di materiale e di dati acquisiti in singoli contesti in 6 volumi. La serie inizia dunque con il volume 1. Il quartiere dalle origini ai giorni nostri: status quaestionis all’inizio della ricerca, un inquadramento doveroso sulla storia del quartiere, necessario al lettore. -
Pòl èsse' Mèjo. Una guida dei paesi del Comune di Perugia oppure la ricerca della Tletìna
"Pòl èsse, originale atto d'amore di Andrea Proietti Bertolini verso """"Mamma Perugia"""", verso """"la dolce Mamma de tutt'i paese / che tal su' còre da sempr' enn' appése"""", torna alle stampe a quindici anni di distanza dalla prima edizione, apparsa nel 2005. Con un percorso immaginario e concreto al tempo stesso - l'intreccio narrativo è di fantasia, mentre le tappe del cammino rispondono a realtà - l'autore ottiene più risultati: aiuta a conoscere meglio Perugia, propone la bellezza meno nota del territorio comunale, esalta l'identità cittadina, evidente già nella scelta del dialetto. Andrea Proietti Bertolini, alias Bindlìno, impegnato nella ricerca della bizzarra Tletìna, si muove agli estremi del nostro Comune proponendoci una Perugia inconsueta: non la bellezza nota della Fontana Maggiore o dell'Arco Etrusco, ma il fascino aggraziato dei borghi, dei castelli, dei campanili e delle campagne che fanno da corona al nostro centro storico. Il risultato è un amorevole omaggio a Perugia, un volume agile e piacevole che accompagna il lettore lungo una passeggiata in rima, appassionata e divertente"""". (Dalla Prefazione di Leonardo Varasano, Assessore alla Cultura del Comune di Perugia)" -
Bartholomaei Eustachii Sanctoseverinatis, Libellus de dentibus-Bartolomeo Eustachio di San Severino, Trattatello sui denti
Il presente volume offre la prima traduzione dal latino all'italiano del trattatello monografico ""Libellus de dentibus"""" (1563) di Bartolomeo Eustachio, medico ed anatomico del Cinquecento, originario di San Severino Marche. Alla traduzione del trattato, che costituisce la prima opera monografica a stampa interamente dedicata all'anatomia dentale, si affianca quella dell'apparato di note al testo allestito da Pietro Matteo Pini, allievo e stretto collaboratore di Eustachio. Oltre ad una introduzione sulla vita e le opere di questo importante medicus philologus del XVI secolo, il lettore potrà trovare una serie di utili considerazioni intorno all'originalità e alle innovazioni scientifiche apportate dal """"De dentibus"""" rispetto agli altri grandi anatomisti del tempo (Vesalio e Falloppio, in primis) nonché un'Appendice dedicata a riflessioni linguistico-stilistiche sull'opera (e sulla sua traduzione italiana), nel più ampio quadro della prosa medica in lingua latina del Rinascimento."" -
Versi sfusi
"Cosa aggiunge, dunque, questo libro, a quanto già detto da Francesco Curto nelle raccolte che si dipanano per oltre un cinquantennio? Molto o poco, non importa. Si tratta di una necessaria conferma. Una nuova raccolta che dimostra, inconfutabilmente, come il poetare sia, di per sé, un'esigenza costante e incomprimibile. Per chi è poeta"""". Sandro Allegrini" -
Mesamianno. Vocaboli perugini da non perdere e altre peruginerie
Maria Luisa Ranieri propone un recupero linguistico (antropologico e identitario) di persuasa peruginità: azione meritoria, degna di chi ha contezza delle radici colte della nostra lingua locale. Così ci presenta murigge (che discende da ""meridies""""), tamanto (che viene da """"tam tantus""""), pescolla (che richiama """"pes cum olla"""", ossia piede che entra in un contenitore) e tanti altri lacerti di consapevole latinità. Ma quello che più amo, di questa civilissima donna e poetessa sensibile, è il racconto della sua vita umana e professionale. Il ritratto del filosofo nonviolento Aldo Capitini è veridico e inusuale. Così come ha fatto bene a recuperare da precedenti raccolte poesie come Recita di Natale o L magone, legate alla propria esperienza di maestra. Che, secondo l'etimo, è """"magis ter"""", ossia """"tre volte più grande"""". Non solo dei suoi scolari, ma anche di tutti noi. Sandro Allegrini"" -
Umberto Palumbo. In gioco con Raffaello. Ediz. illustrata
Il trompe-l'oeil, come dimostra in queste opere Umberto Palumbo, ha, ancora oggi, qualcosa da dire, una sua innegabile modernità come alcune mostre hanno cercato di spiegare. La sua attualità consiste, come sostiene giustamente Ernst Hans Gombrich, nel legame che unisce pittore e spettatore, ""sul reciproco potenziarsi dell'illusione e dell'attesa: la mosca dipinta sul piano di fondo, le lettere dipinte sul portacarte"""". Ogni inganno dell'occhio, financo sulle opere di un Maestro sublime e perfetto come Raffaello, presuppone la presenza di un contesto spazio-temporale e la partecipazione di uno spettatore attivo, che interagisca con l'opera, che la guardi, la studi, la osservi, prima per crederla reale, surreale o forse iperreale, poi, per ammirare l'abilità del suo artefice, quindi per provare attrazione, divertimento, sorpresa paura, ma anche solo per riflettere sul mondo della realtà e delle illusioni. Nell'anno di Raffaello e del coronavirus, questo piccolo libro ne è testimonianza."" -
Il segreto del monastero
Per Jessica non è una decisione quella di invaghirsi di altre donne, semplicemente accade. Spinta a fuggire a causa del provincialismo che la circonda e la soffoca, si rifugia in un monastero di monache benedettine per riflettere sulla sua sessualità. Un tragico segreto custodito tra quelle vecchie mura sconvolge i suoi piani. Nella eccitante ricerca di svelarlo, i suoi sentimenti per una giovane monaca sono messi a dura prova. -
Ristretta descrizione degli avvenimenti occorsi ai Cisalpini nello trasporto, e permanenza loro a Cattaro. I deportati cisalpini e la scrittura dell'io di François Bouchard
Con l'occupazione austro-russa dell'Italia centrale e settentrionale tra aprile 1799 e giugno 1800, vengono deportati senza processo in Dalmazia e in Ungheria parte dei prigionieri politici raccolti nelle carceri milanesi. Tra questi, trentotto approdano il 2 luglio 1800 a Cattaro, l'odierna Kotor in Montenegro, dove sono rinchiusi nella casamatta chiamata Posto Soranzo. Questa esperienza carceraria durata un anno la racconta l'ingegnere Antonio Maria Porcelli, ex rappresentante al consiglio dei Giuniori e unico a farne la cronaca. Il suo testo porta una testimonianza preziosa su un episodio poco noto della storia italiana. -
I tre apprendimenti circolari per il management 5.0. Il modello della leadership generativa tra change management ed engagement organizzativo
Il testo prende spunto dal concetto di paideia applicata al management, ovvero da un sapere ""circolare"""" e da una visione sistemica necessari per affrontare le nuove sfide lavorative, organizzative e sociali che si stanno profilando all'orizzonte. Tema centrale è un riformismo manageriale di carattere non solo esecutivo, ma soprattutto """"umanistico"""". Per realizzarlo, l'autore avanza l'ipotesi di un nuovo modello di leadership, una leadership che definisce generativa, capace cioè di """"generare significato"""" per sé stessa, ma in particolare per le persone che vivono e lavorano dentro le moderne organizzazioni.Gli ambiti presi in esame sono quindi quelli del Management, della Leadership e delle Risorse Umane, le loro criticità tipiche e le soluzioni possibili, non solo sotto il profilo meramente specialistico, ma anche e soprattutto in un'accezione sociologica e pedagogica, quest'ultima intesa qui come """"educazione degli adulti"""". L'opera guarda al mondo organizzativo e al fenomeno della leadership da una prospettiva più lata: quella """"umanistica""""."" -
Autonomia reponsabilizzante. La Repubblica dei Ragazzi di Civitavecchia
Nel volume si fa un'attenta lettura del metodo educativo di responsabilità personale e sociale ideato da Tullio Granci, educatore umbro nativo di Città di Castello. Tullio, sviluppando un'azione educativa di ottimismo, di fiducia e di obiettivi trainanti, ha posto le basi all'essenza stessa del vivere civile e democratico, sperimentato dagli ""scugnizzi"""" del dopoguerra prima e dai """"giovani a rischio"""" poi, come bene di ciascuno e di tutti i membri della """"Repubblica"""". In tal modo è riuscito a far amare la scuola, il lavoro e l'onestà restituendo ai ragazzi la propria dignità personale. Compito dell'educatore, per Tullio, è quello di indicare via via una pluralità di traguardi sempre più consistenti, in un intervento a spirale verso la meta più alta quale la formazione personale e sociale del giovane racchiusa nella dizione-obiettivo: lo """"spirito del villaggio"""" sintesi di lealtà, giustizia e libertà, nella fraternità."" -
Amore in quarantena
«Queste poesie della silloge ""Amore in quarantena"""" di Gino Goti nascono dal mese di marzo 2020. È marzo, appunto - sebbene in pandemia - il mese della rinascita alla vita, nel perpetuarsi eterno e misterioso della natura. Che risponde alle proprie leggi. Così come l'amore non risponde ad altri che a se stesso. Quell'amore, appunto, che ha orrore di tutto ciò che non sia se stesso. E questa raccolta lo dimostra inconfutabilmente. (...) Amore come croce e delizia, gioia e pena. Perché, come dice la Yourcenar, """"L'amore è un castigo: siamo puniti per non aver saputo, o voluto, restare soli"""". E l'amore, appunto, non ammette solitudine, ma è insieme delirio e quiete accesa, desiderio acuto e potente di condivisione. Perfino nel buio più oscuro, non siamo mai soli. Perché l'amore è un """"delitto"""" per il quale si ha, giocoforza, bisogno di un complice. Amore, insomma, come alimento di vita (...)» (Sandro Allegrini)"" -
Mulini ad acqua nei territori di Vico nel Lazio, di Guarcino e di Collepardo
«Molti anni fa, esplorando il corso del fiume Cosa nel territorio di Guarcino e di Vico nel Lazio, nonché il corso del fiume Rio e Fiume, nel territorio di Collepardo, notai una serie di ruderi di vecchi mulini. La scoperta mi riportò indietro nel tempo quando avevo incontrato per la prima volta ""l'uomo bianco"""", il mugnaio, che dialettalmente a Vico veniva chiamato """"mul?nar?"""". La curiosità è stata sempre patrimonio del mio conoscere, così, grazie all'aiuto di alcuni amici archivisti, in particolar modo Giorgio Troja, mi sono ritrovato una infinità di documenti da esaminare dai quali estrapolare notizie per dare risposte alle mie domande. Il presente studio lo dirà a chiare lettere: darà risposte a chi vuole sapere cosa c'era lungo il corso dei fiumi dei nostri paesi. L'amore viscerale che ho per queste tre cittadine, Vico nel Lazio, Guarcino e Collepardo, mi ha permesso, dopo lunghe ricerche, di scrivere le belle pagine di scoperta e di conoscenza sul come venivano trasformati, attraverso i mulini ad acqua, i chicchi """"d'oro"""" di grano che diventavano farina, poi, pane quotidiano.»"" -
Radici e foglie soltanto. Catalogo. Ediz. illustrata
Espongono adesso al Museo civico di Palazzo della Penna due artisti di sensibilità e orientamento del tutto diverso tra loro, avvicinati però appunto dalla scelta di site-specificity: che significa, in qualche modo, una scelta di fedeltà territoriale o topografica, un desiderio di associazione costante a comunità residenti o al paesaggio locale. Siamo lieti di presentare due percorsi di ricerca artistica sicuramente aperti a questo o quell'orientamento internazionale; tuttavia non privi di rapporto a elementi nativi, che prendono di volta in volta forme e aspetti personali. Ne emerge una correlazione, tra ""questo mio luogo"""" e il Mondo, tra ciò che è nativo (e perciò anche spontaneo, non calcolato, ingenuo) e ciò che è cosmopolita, che caratterizza oggi, in un contesto di giorno in giorno più policentrico, la scena artistico-contemporanea globale. Poniamo dunque questa nuova mostra, Radici e foglie soltanto, all'insegna di una fluidità di movimento, dell'andare-e-venire tra Casa e Mondo. Mi sembra, lo ammetto, un gioco radicato in profondità nella storia del luogo - territorio, città, museo, collezioni: gioco fiducioso, circostanziato, promettente.""