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Le bombe dell'USAAF sull'Italia. Ediz. illustrata
Trascinati con forza dal Giappone nel Secondo Conflitto Mondiale, gli Stati Uniti d'America nel 1942 incrementarono gradualmente la loro presenza anche nel bacino del Mediterraneo. Qui, fino ad allora la bilancia del conflitto era rimasta sempre in bilico tra le forze dell'Asse e quelle Britanniche e del Commonwealth. L'innovazione tecnologica e la corsa agli armamenti messa in campo dall'industria bellica statunitense fece sì che rapidamente anche le sorti del conflitto dell'area del Mediterraneo cambiassero radicalmente a favore delle forze Alleate. Una potenza di fuoco inaudita si scagliò dapprima sulle città dell'Italia meridionale e, nel corso del 1943, su tutto il territorio nazionale, portando alla caduta del regime fascista, poi all'armistizio e successivamente alla dichiarazione di guerra dell'Italia alla stessa Germania. In poco meno di tre anni, la forza militare Alleata riuscì, dunque, a conquistare gran parte del territorio italiano, raggiungendo la capitale, Roma, il 4 giugno del 1944. -
Operazione Tifone. La marcia su Mosca 1941-1942
Il 30 settembre 1941, il Gruppo Armate del Centro del feldmaresciallo Fedor von Bock lanciò l'operazione Tifone, l'attacco su Mosca, che lo stesso Hitler annunciò come ""l'ultima, decisiva battaglia dell'anno"""". I reparti tedeschi chiusero in una morsa due gruppi di armate sovietiche. Sei armate sovietiche ad ovest e altre tre nella zona di Briansk. I soldati di Von Bock fecero circa 700.000 prigionieri e distrussero 1200 carri e 4000 pezzi di artiglieria. Quando l'esercito tedesco era pronto per sferrare l'attacco finale arrivò l'ordine di Hitler di deviare la strategia in quanto riteneva Mosca un obiettivo non importante. Non aveva calcolato che così facendo il tempo avrebbe giocato a favore dei sovietici. Con l'arrivo delle piogge le strade si trasformarono in un terribile pantano che rallentò notevolmente la marcia dei reparti tedeschi. Con l'arrivo del ghiaccio la marcia tedesca riprese e a novembre i sovietici tornarono nuovamente a ripiegare. Ciò permise un nuovo riavvicinamento delle unità tedesche a Mosca che arrivarono a poche decine di chilometri dal Cremlino. Quando tutto sembrava fatto, una disperata controffensiva sovietica unita alle terribili condizioni climatiche..."" -
Play the Napoleonic wars. The French army. Vol. 2: esercito francese di linea, L'.
Sotto Napoleone I, l'esercito francese conquistò la maggior parte dell'Europa durante le guerre napoleoniche. Migliorando nuovamente la professionalità delle forze rivoluzionarie e usando colonne d'attacco con supporto di artiglieria pesante e truppe di cavalleria all'inseguimento, l'esercito francese sotto Napoleone e i suoi marescialli fu in grado di superare in manovra e distruggere gli eserciti alleati ripetutamente fino al 1812. Napoleone introdusse il concetto di corpi d'armata, ognuno dei quali era un esercito tradizionale ""in miniatura"""", che permetteva alle forze in campo di essere divise su diverse linee di marcia e di ricongiungersi o di operare indipendentemente. La Grande Armée operava cercando una battaglia decisiva con ogni esercito nemico e poi distruggendolo in dettaglio prima di occupare rapidamente il territorio e forzare una pace."" -
U-Boot tedeschi nel Mediterraneo (aprile 1942-settembre 1944). Nuova ediz.
Il primo volume di questa collana ha riguardato l'attività dei sommergibili tedeschi nel Mediterraneo, che Hitler trasferì in numero consistente dal fronte dell'Atlantico per dare un aiuto alla Marina italiana, la quale, di fronte agli attacchi della Marina britannica e pur disponendo di un complesso rilevante di navi da guerra, a causa di una strategia del tutto errata, si trovava in uno stato di piena crisi nei confronti del nemico. Questo determinante aiuto, a cui si aggiunse quello altrettanto determinante della Luftwaffe, proseguì, soprattutto dal punto di vista offensivo, fino all'armistizio dell'Italia, l'8 settembre 1943, per poi continuare, come viene narrato in questo secondo volume, con rilevanti successi, fino al settembre del 1944, quando gli ultimi U-Boot della 29ª Flottiglia furono distrutti dagli attacchi dell'aviazione anglo-americana nelle basi di Tolone e di Salamina. -
La guerra sul mare dell'ammiraglio Luigi Biancheri (11 giugno 1940-28 luglio 1945)
In questo libro, Guido Biancheri narra le gesta militari compiute durante il secondo conflitto mondiale dal suo prozio, l'Ammiraglio di Squadra Luigi Biancheri, figura fuori dall'ordinario, che egli aveva d'altronde conosciuto negli anni della sua infanzia. Basandosi esclusivamente su documentazioni originali a disposizione della sua famiglia, l'autore ha integrato le tante informazioni ricavate dalle relazioni ufficiali, dai diari personali, dalle lettere e dai racconti di famiglia per riassumerle in una ricostruzione ""autentica"""" del servizio prestato in guerra da questo Soldato del Mare nel difficile conflitto del 1940-1945."" -
Due volte con gli arditi sul Piave
Nel 1938 il Generale Ottavio Zoppi dava alle stampe il suo libro ""Due volte con gli Arditi sul Piave"""", lasciando così traccia scritta della sua esperienza quale Comandante della 1ª Divisione d'Assalto nelle due battaglie cruciali della fase finale della Prima Guerra Mondiale sul fronte italiano: la Battaglia del Solstizio del giugno 1918 e la Battaglia di Vittorio Veneto dell'ottobre 1918. I motivi che lo indussero a scrivere li spiega egli stesso nella premessa: non cronaca, non storia, ma racconto degli avvenimenti come si svolsero e di cui egli fu testimone e protagonista, intrecciando fatti d'arme e fattori umani, di fatto indissolubilmente vincolati gli uni agli altri. Ma, soprattutto, egli ne scrive per lasciare ai suoi eccezionali guerrieri, gli Arditi, narrandone le gesta. Tra la vastissima pubblicistica degli Arditi, la presente ristampa di questo raro e ricercato volume, arricchito da approfondimenti e immagini a cura di Monica Gasparotto Battaglia e della Federazione Nazionale Arditi d'Italia, si segnala come tra le pochissime testimonianze contemporanee scientificamente storico-militari dedicate agli Arditi."" -
I miei anni con la Legione «Tagliamento» 1943-1945
La 1ª Legione d'Assalto M ""Tagliamento"""" è indubbiamente uno dei più controversi reparti delle Forze Armate della Repubblica Sociale Italiana, unità duramente impegnata esclusivamente nella lotta contro i partigiani, contro i quali operò una feroce repressione e che, di conseguenza, subì un'altrettanta feroce reazione partigiana. Questo volume nasce da anni di ricerche e dalle riflessioni di un reduce della Legione: non ha la pretesa di essere una monografia approfondita sulla storia del reparto, ma ha l'ambizione di cercare di fornire un quadro della storia della Legione vista da un Legionario, con il coinvolgimento emotivo che ne consegue."" -
M.V.S.N. La storia e le uniformi dell'esercito in camicia nera. Vol. 1
La M.V.S.N. fu un vero e proprio esercito, su base volontaria, divenendo la quarta Forza Armata dello Stato. Oggi è di fatto un esercito dimenticato nonostante le innumerevoli prove di valore e di sacrificio testimoniate in oltre vent'anni di storia. Pesano su questa ""damnatio memoriae"""" la connotazione politica della Milizia, definita la """"Guardia armata della Rivoluzione"""" , e l'essere stato il principale strumento, secondo la definizione stessa di Mussolini, che consentì di trasformare un governo in un regime. Ad oltre settant'anni da quegli avvenimenti, sopite le esasperazioni e le strumentalizzazione di parte, alla Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale dev'essere giustamente riconosciuto un proprio ruolo nella storia militare italiana testimoniato dagli oltre 14000 suoi caduti, da 20 ordini militari di Savoia e da 37 ricompense al valore ai labari di legioni di CC.NN., oltre a 90 medaglie d'oro, 1232 d'argento, 2421 di bronzo e da 3658 croci di guerra al valor militare meritate dalle camicie nere in Libia, in Africa orientale, in Spagna e sui fronti del secondo conflitto mondiale."" -
M.V.S.N. La storia e le uniformi dell'esercito in camicia nera. Vol. 2
In modo completo e organico, vengono finalmente raccolti in questo volume tutti i Regolamenti ufficiali sulle uniformi della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale (M.V.S.N.). Per la prima volta, oltre a quelli noti del 1923, del 1931, del 1935 e del 1941, viene infatti qui pubblicato dal Comando Generale della Milizia di Mussolini nel luglio del 1938 per meglio puntualizzare a tutti gli ufficiali in camicia nera le varie tipologie di uniformi, la loro composizione e le prescrizioni specifiche per l'uso. -
Carristi italiani nel Dodecaneso 1940-1945
Nelle isole del Dodecaneso negli anni '40 del secolo scorso fu inviato un piccolo reparto di Carristi italiani, il CCCXII Battaglione Carri Misto dell'Egeo, un reparto sconosciuto e dimenticato, del quale esiste scarsissima documentazione ufficiale. Nonostante non abbia preso parte a scontri bellici, a causa dell'isolamento a cui furono condannate le Isole italiane dell'Egeo, se non all'invasione di Creta del 1941, questo reparto fu toccato da dolore e morte dopo l'Armistizio, quando la quasi totalità dei Carristi fu fatta prigioniera dei tedeschi e moltissimi di loro morirono tragicamente negli affondamenti dei piroscafi che dall'Egeo li portavano verso l'Europa, una immane tragedia ingiustamente dimenticata. -
L' Agide di Alfieri e il mito degli ultimi re di Sparta
Nel 1784, Vittorio Alfieri rese protagonista della sua ""quarta tragedia di libertà"""" Agide IV, il giovane re condannato a morte nel 241 a.C. per aver cercato di risollevare le sorti di Sparta in nome dell'eguaglianza, ripristinando le leggi di Licurgo. Vittorio Alfieri ebbe, nei confronti di Plutarco, che ne aveva tramandato la tragica vicenda, un rapporto in equilibrio tra fedeltà, innovazione e reinterpretazione della fonte. Benché le vicende di Agire IV e del suo successore Cleomene III siano ad oggi pressoché obliate, il """"mito"""" degli ultimi re di Sparta, testimoniato da Plutarco, Polibio, Diodoro, Livio e Pausania, ebbe una straordinaria fortuna tra pensatori, letterati e filosofi dell'Europa moderna: da Machiavelli ai monarcomachi, dai tragediografi della Gloriosa Rivoluzione e della Rivoluzione francese ai tragedia dell'Italia del Preromanticismo, dai poeti e filosofi dell'Illuminismo ai pensatori novecenteschi. Dopo Gli ultimi re di Sparta 309-146 a.C., Martine Chantal Fantuzzi ricostruisce la ricezione delle vicende di Agide IV e Cleomene III nella letteratura, nella politica e nella filosofia dell'Europa moderna dal XVI al XX secolo."" -
La carne del Carnaro. Un giorno nella vita di Gabriele D'Annunzio: venerdì 12 Settembre 1919, la marcia su Fiume
"So che la barra di Cantrida guardano i moschetti e le mitragliatrici delle tre Potenze, ma anche dell'Italia spuria. Spezzeremo la barra. Io sarò innanzi: primo. Ufficiali di tutte le armi, ognuno a capo della sua gente e delle sue macchine. Vi saluto. Eja, carne del Carnero! Alalà!""""" -
Reparti corazzati delle repubbliche baltiche Estonia-Lettonia-Lituania
Dopo aver dichiarato l'indipendenza nel corso del 1918, le neonate forze armate dell'Estonia, della Lettonia e della Lituania riuscirono a sconfiggere l'Armata Rossa. Durante la guerra furono costituiti i primi reparti corazzati, dotati di mezzi conquistati al nemico o consegnati dai britannici. Terminato il conflitto, quei reparti iniziali vennero potenziati con l'acquisto di carri armati e autoblindo, fino a costituire delle componenti blindo-corazzate successivamente inglobate dai sovietici nel 1940, dopo l'annessione all'Unione Sovietica. -
Dopo la fine
La storia inizia nel fatidico 476 d.C., anno della caduta dell'Impero Romano d'Occidente. È raccontata da Alateo, figlio del goto Valamiro e della greco-marsigliese Elena. Con gli occhi di Alateo, antenato degli italiani di oggi, il lettore segue la storia di un paese dove i latini cercavano di salvare quanto restava dell'impero romano e i goti di re Teodorico trattavano con disprezzo i romani vinti. Intanto, a Costantinopoli, un imperatore, più greco che romano, guardava all'Italia come terra di conquista... -
Cesare
Cesare è sicuramente, tra i protagonisti della Storia con la maiuscola, uno di quelli su cui si è scritto di più negli oltre duemila anni intercorsi dal suo omicidio; non passa un anno senza che escano nuove biografie, nuovi lavori scientifici e divulgativi. Amato, ammirato, imitato, odiato, Cesare non lascia indifferenti: e si può dire che esistano tanti Cesari quanti sono gli autori, gli storici, i filologi che hanno scritto su di lui. Cesare fu colui che più di ogni altro percorse le tappe del potere politico-militare bruciandole, mettendo l'ambizione al servizio delle capacità e viceversa. Il suo nome è diventato sinonimo di imperatore in tedesco (Kaiser), nelle lingue slave (Zar), in arabo (Qaysar i Rumi), in turco (Qäiser). In questo libro vogliamo presentarne la vita e le imprese civili e militari di Cesare tramite le voci dei contemporanei e degli storici latini e greci di poco posteriori, in primis tramite gli scritti di Cesare, che oltre che condottiero e statista fu uno dei massimi storici e letterati della letteratura universale, insieme a Svetonio, Plutarco, Nicolao di Damasco, Plinio, Appiano, Cassio Dione. -
Carri armati «partigiani»
Per le forze partigiane italiane l'utilizzo di mezzi blindati fu veramente sporadico, ad eccezione degli ultimi frangenti di guerra. Soprattutto nei giorni dell'insurrezione, infatti, i partigiani italiani riuscirono ad impadronirsi di carri armati di produzione italiana, sia catturandoli ad unità italiane e tedesche, sia prelevandoli direttamente dalle fabbriche, spesso grazie alla complicità con la Resistenza degli operai che lavoravano in questi opifici. Nei concitati momenti dell'insurrezione, convenzionalmente fissata al 25 aprile 1945, molti furono i casi di veicoli depredati e riutilizzati dal movimento partigiano o da militari di Salò, che addirittura cambiarono mano più volte nel volgere di brevissimo tempo; di alcuni se ne è conservata, in qualche modo, traccia, mentre di altri, specialmente se utilizzati da formazioni di insorti, non se ne sa nulla. Un gran numero di mezzi corazzati di produzione italiana fu invece impiegato da parte dei partigiani jugoslavi, che li poterono catturare ""in massa"""" in seguito allo sbandamento del Regio Esercito dovuto all'Armistizio."" -
Italiani in Spagna 1936-1937. Nuova ediz.
La scelta di Mussolini di intervenire dalla parte dei nazionalisti spagnoli nella Guerra Civile degli anni '30 fu principalmente legata all'atteggiamento della Francia che promise aiuti militari alla parte repubblicana, anche se alla fine i primi aerei stranieri ad entrare nel conflitto furono gli S.81 italiani. L'Italia fascista temeva l'installazione duratura di un regime del Fronte Popolare in Spagna, che avrebbe avuto l'effetto di rafforzare l'asse Parigi-Madrid, mentre l'Italia stava al tempo diplomaticamente isolata in seguito alle sanzioni decretate dalla Società della Nazioni in risposta all'invasione dell'Etiopia. Inoltre, Franco promise a Mussolini, tramite Luccardi, l'istituzione di una repubblica fascista e un chiaro riavvicinamento diplomatico in caso di vittoria nazionalista, un argomento da non sottovalutare in quanto la Spagna era un paese chiave per la politica italiana nel Mediterraneo. -
Vi racconto Austerlitz. La campagna, la battaglia, i luoghi e le truppe
Ancora Austerlitz? Già, ancora Austerlitz. Ormai è stato detto e raccontato tutto di quella celebre battaglia del 2 dicembre 1805, che rappresenta uno dei momenti apicali del ""genio"""" di Bonaparte. La battaglia di Austerlitz è stata enfatizzata come la battaglia dei Tre Imperatori, l'ultimo dei quali, considerato in Europa un""""parvenu"""", era proprio Napoleone. Fu una della battaglie che ebbero l'onore di dare il nome ad una delle più importanti stazioni ferroviarie di Parigi, Gare de Austerlitz, per l'appunto; oltre a dare il nome anche ad un ponte sulla Senna, inaugurato nel 1807, in ferro e a pedaggio. Già queste banalissime considerazioni sono realtà testimone di come il novello imperatore fosse rimasto compiaciuto della Campagna del 1805 e del suo esito finale."" -
I carri leggeri CV L3/33-35-38
Nato nei primi anni '30 per fornire all'esercito italiano un carro armato leggero su larga scala, l'L3 rimase in prima linea nelle unità corazzate fino al 1941. Anche se ebbe un ruolo importante solo nei combattimenti della campagna d'Etiopia e della guerra civile spagnola, la ""scatola di sardine"""" successivamente si limitò al combattimento antipartigiani e al sostegno delle truppe d'occupazione dopo l'inizio difficile della seconda guerra mondiale. Prodotto in largo numero, in considerazione della capacità industriali del paese negli anni 30. Ne furono realizzati circa 2.000 esemplari a partire dal 1933 e fino al 1938, anno in cui cessò la produzione."" -
Treni blindati delle Repubbliche Baltiche
I movimenti indipendentisti estone, lettone e lituano colsero l’occasione dello scoppio della Rivoluzione russa per rivendicare la propria identità nazionale, dichiarando l’indipendenza nel corso del 1918, a cui seguirono anni di sanguinose guerre con il neonato stato sovietico. Il dato comune a tutti e tre i conflitti, seguiti alla dichiarazione d’indipendenza delle tre Repubbliche Baltiche, fu la carenza di armi, leggere e pesanti, mezzi blindati e corazzati, autoveicoli e autocarri che interessarono i neonati eserciti. Un notevole contributo operativo, logistico e strategico venne invece dall’utilizzo delle ferrovie, con linee ferroviarie e materiale rotabile, molto sviluppate in tutte e tre le Repubbliche. Fu proprio grazie a questa disponibilità, oltre all’ingegnosità e alla capacità delle maestranze impiegate, che in breve tempo furono allestiti numerosi treni blindati adatti a tutti i tipi di scartamento presente, consentendo a questi mezzi improvvisati di risultare determinanti in numerosi scontri con il nemico. Al termine del conflitto, in tutte e tre le Repubbliche Baltiche, le battaglie sostenute dai treni blindati vennero giustamente celebrate, merito sia dei...