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Sulla linea del fuoco
"A frequentarlo nella quotidianità, non si direbbe per niente che la vita intima di Antonio Zavoli sia quella di una persona tragica così come emerge dalle sue poesie. il suo carattere gioviale, aperto, romagnolo, colloquiale, lo rendono un capotavola delle cene tra amici, un simpatico carissimo personaggio che, nella sua vita, non ha mai disdegnato quella forte accettazione sociale di cui gode, già consolidata a Rimini nel Sessantotto al tempo del Circolo Maritain e successivamente accresciuta con la sua attività di avvocato in città, nonché come politico locale. Invece, dalle sue poesie non emerge nulla di questi successi, di queste affermazioni collettive: proprio niente di tutto quello che potremmo chiamare il 'teatro sociale' sembrerebbe avere peso per lui. A Zavoli parrebbe interessare solamente il proprio io intimo, il proprio 'paesaggio interiore'. E come ci descrive questa sua vita segreta, questo suo raccordo con l'io interiore?"""" (Dalla Prefazione a cura di Giuliano Della Pergola)" -
La valle di Iglesias. La nostra storia
Il racconto ha come fulcro la storia di una città, Iglesias, il cui tessuto, connotati e caratteristiche, risultano profondamente marcati dall'attività economica dominante (lo sfruttamento delle miniere), che accomuna in condivise aspirazioni e proposizioni tutti i residenti. La storia di una città è, in fin dei conti, la storia dei propri residenti che nel racconto vengono descritti attraverso una retrospezione della vita personale al periodo dell'infanzia (o poco più), rivista da occhi oramai adulti. -
L' infinito in fondo all'anima. Omelie di padre Angelo Sterrantino
Con il suo magistero spirituale e culturale, Padre Angelo Sterrantino ha costituito una delle voci più originali del mondo cattolico a Messina ed è stato - da prete, intellettuale ed esperto di comunicazione - un lucido e coerente testimone del proprio tempo. Nell'attività di predicazione, testimoniata da un corpus diversificato di interventi tra omelie, articoli giornalistici, racconti, diari, lettere alle famiglie, la riflessione sterrantiniana si è sempre caratterizzata per la spiccata valenza culturale e l'impronta etica. Il volume ospita una selezione di omelie circoscritte, sotto il profilo cronologico, agli anni 90 del secolo appena trascorso, la fase conclusiva del magistero di P. Sterrantino. Tali omelie rappresentano uno specchio della sua spiritualità, della sua visione ed impegno, ma possono pure diventare un'occasione per riflettere sulla nostra fede e sul nostro modo di viverla. I saggi introduttivi sono a cura di: Antonio Baglio, docente di Storia contemporanea all'Università di Messina; Giovanni Giacobbe, preside della Facoltà di Giurisprudenza della LUMSA (Roma); Francesco Sgalambro, Vescovo emerito di Cefalù; Nino Gigante, storico esponente del mondo cattolico. -
L' impegno di Umberto Zanotti Bianco a favore del popolo armeno
Umberto Zanotti Bianco, tra le figure più interessanti del Novecento italiano, è principalmente conosciuto e ricordato per il suo impegno nel Meridione italiano. Ad esso, soprattutto nel periodo giovanile, affiancò l'interesse per tutte quelle popolazioni che, ancora oppresse dentro le compagini imperiali, premevano per ottenere l'indipendenza nazionale, tra queste l'Armenia. Lo scritto analizza le diverse vie attraverso cui si concretizzò l'impegno di Umberto Zanotti Bianco a favore della causa armena. In primis una fervente attività editoriale, volta a far conoscere le motivazioni sociali, storiche e culturali che risiedevano dietro la richiesta armena di riconoscimento nazionale. Ma anche tramite le iniziative umanitarie, infatti non bisogna dimenticare che grazie all'azione congiunta di Zanotti e del poeta armeno Hrand Nazariantz nacque, nei pressi di Bari, il villaggio di Nor Arax, dove furono ospitati centinaia di esuli armeni sfuggiti ai massacri perpetrati in patria per mano turca. -
Sonorità sommerse
"La parola è nuda, non ha possibilità di fuga o difesa. L'autrice assume questa consapevolezza durante il suo trascorso analitico e ne fa tesoro: sa perfettamente il luogo dove scavare per dissotterrare ciò che l'espressione muta le ha reso, nel tempo, con la saggezza del silenzio. Sa che le parole taciute hanno, nel suo caso, una via di fuga eccellente e, come bene prezioso, le culla nell'unico spazio possibile: la poesia. [...]"""" (Dalla Prefazione di Katia Colica)" -
Il tarlo di Ruth
"Mi chiamo Ruth. Ho trentasei anni. E sono malata. Cioè, penso di avere una malattia rara, e d'altronde non saprei come altrimenti definirla: sono una visionaria. Ogni persona che incontro e che abbia un qualcosa, anche d'insignificante, che attiri la mia attenzione, stimola la mia immaginazione e mi fa inventare delle storie. Anzi, più che inventare, le vivo, letteralmente. Secondo alcuni è una dote, ma per me è una condanna, un tarlo che, pian piano, si sta divorando la mia salute mentale...""""" -
Dieci giorni di Dakar
Vorrei tornare a Dakar. Eppure, ho lasciato un luogo nel quale c'è quanto di peggio si possa credere. Strade piene di buche e sabbia, che ogni tanto sembrano ricordarsi d'avere avuto l'asfalto, tanta sporcizia accumulata ai lati, più di quanta si trova nella zona in cui vivo. Nugoli di uomini e bambini che chiedono, propongono, assillano, blandiscono, lamentano, che ti si appiccicano addosso e non ti mollano neanche se fai la faccia feroce. Taxi sporchissimi, tenuti su con nastri di plastica e filo di ferro, pronti a lasciarti per strada da un momento all'altro o di farti finire all'ospedale. Eppure, ho nostalgia di Dakar... -
Il mito di Alcesti e le sue elaborazioni a teatro e oltre
"Tragedia a lieto fine, l''Alcesti' è un esempio clamoroso dello sperimentalismo euripideo. Il poeta ripristina il datato impianto drammaturgico, caro al primo Eschilo, che prevede due soli personaggi dialoganti, e si produce in una spericolata commistione di generi. La 'maschera' comica di Eracle, lo stereotipo buffonesco privo di profondità, è chiamata in scena per rimettere in moto la vicenda, arrivata a un punto morto. Euripide applica una sorta di paratragedismo rovesciato: la citazione comica aiuta la tragedia a recuperare il proprio senso più profondo. Tutti questi elementi (il fascino della protagonista; la complessità intrigante della vicenda; la novità della drammaturgia) spiegano la fortuna di cui l''Alcesti' ha sempre goduto, dall'antichità ai giorni nostri. Il saggio di Maria Diletta Strumolo ne percorre le tappe principali, dandone una ricostruzione informata, precisa, estremamente originale. A riprova del fatto che la cultura classica è l'indispensabile chiave di lettura della modernità"""". (Dalla Prefazione di Giuseppe Zanetto)" -
Una spiga di grano
"La spiga di grano, che nella passata cultura popolare era simbolo di nascosta macerazione tesa ad alimentare la vita, nel racconto rappresenta simbolicamente il confine naturale per superare il buio dell'esclusione, eliminando gradualmente la diffidenza che serpeggia dentro e intorno a ogni individuo. Solo in questo modo le umane spighe possono passare dalla precarietà della crescita alla generosa ricchezza della maturità. E così tenta di fare anche il protagonista della storia, riconsiderando meglio il suo passato e il velleitarismo dei suoi rapporti. Nella comunità in cui si trova, tormentato dai suoi segreti, cerca il riscatto, insegnando ai bambini del posto la saggezza del vivere che ha ritrovato analizzando i suoi errori."""" (Dalla prefazione di Bruno Pinsuti Berrino)" -
Sensi da sfogliare
"La vita per me prende un senso quando puntiamo gli occhi e allarghiamo il campo visivo verso nuovi panorami, da scoprire. Ed è scoperta anche la poesia, perché è l'intima intuizione di quello che ci fa stare meglio, è il desiderabile, il sogno che si avvera. Spero che vi piaccia la mia raccolta e che troviate 'leggibile' questo tentativo di arrivare ai vostri cuori. Io disegno queste letterecome il giorno disegna la sua immaginecome soffia su di loro la meraviglia. Vi auguro buona lettura."""" (Dall'introduzione dell'autrice)" -
Tu
"Cupido, Venere, Afrodite, Eros, Frevja, Kama, Xochipilli tutte divinità dell'amore, dalla mitologia greca, alla latina, alla norrena, all'indù, all'azteca. Amore, amore, amore che gioia, tenerezza e luminosità scolpisci in ogni cuore, la rima par banale, eppure questo accade nel reale. Quando lui s'impadronisce del cuore, bellezza irradia al volto. Eppure non è facile parlar d'amore, ci riescono in misura superiore le persone semplici, ché """"la semplicità"""" è maestra, insegna le virtù. Ecco, allora, che la gioia m'ha spinto a parlar con l'autore di 'Tu', un autore che non ha paura di parlar d'amore. Struggimento, comunione, affetto, passione anche fisica, amore romanticissimo e amore verso il mondo naturale che pare musicalmente e silenziosamente l'amore avviluppare"""". (Dalla prefazione di Antonella Pagano)" -
Virgini Mariae navigantium sospitae. La chiesa parrocchiale di Gallico marina nei suoi due secoli di storia
"Per la comunità di Gallico Marina, sottoposta da decenni a un accentuato processo di omologazione, è divenuto purtroppo molto forte il rischio di smarrire irreversibilmente la propria identità storica e culturale. Bisognerebbe pertanto cercare di impedire che, per imprevidenza o colpevole superficialità, sia reciso ogni legame temporale nella consapevolezza che, come scrive Marc Bloch, 'l'incomprensione del presente nasce fatalmente dall'ignoranza del passato'. Questo tentativo di ricostruzione storica è stato felicemente compiuto da Domenico Mazzù che da alcuni anni con impegno, passione civile e competenza crescente si sta dedicando allo studio di personaggi e aspetti della microstoria di Gallico Marina. [...]"""" (Dalla Prefazione di Giuseppe Caridi)" -
Lokroi e la battaglia del Sagra
La costa ionica dell'attuale Calabria è lo scenario dove si svolge una delle guerre fredde dell'antichità finita poi nella memorabile battaglia del Sagra. Siamo all'incirca nella metà del VI secolo a.C. e Lokroi da molto tempo vive nell'ansia di una possibile invasione da parte della potente città di Kroton. Quel giorno arriverà e quindicimila opliti locresi dovranno difendere la loro polis da più di centomila crotonesi. Non c'è confronto tra i due schieramenti. Gli invasori vinceranno, ne sono convinti. Ma davvero basterà la forza numerica a decidere l'esito dello scontro? La vita dell'indigeno Tarho cambia quando incontra il comandante Kiros, tanto da venir risucchiato da una guerra che non gli apparteneva e che invece lo coinvolgerà totalmente, più di quanto lui stesso potesse immaginare. Età di lettura: da 12 anni. -
Il figlio del re. La leggenda di Nanoà
Un professore si reca presso la biblioteca di un antico monastero della Gusciona per svolgere alcune ricerche e incappa per caso in alcuni diari che parlano di Nanoà, un'antica città costruita in cima al monte Falco e di cui oggi si è persa ogni traccia. Attraverso la storia di quattro giovani amici (il Matto, il Diavolo, il Gobbo e il Falco) conoscerete la storia di Nanoà, l'antica città perduta che nasconde molti segreti; su tutti, quello del figlio del re, annunciato da un vecchio cavaliere che tutti ritengono pazzo. Tra circoli segreti, feste paesane, elezioni politiche, un tempio nascosto sotto le fogne e una guerra incombente, l'amicizia dei quattro giovani sarà messa duramente alla prova dall'arrivo di un assedio e della pazzia che travolgeranno Nanoà; loro dovranno combattere per difenderla e salvare se stessi e le persone che amano. -
La nebbia
"La nebbia, che intitola quest'ultima raccolta di Antonio Zavoli, è la metafora per eccellenza che intesse il ricco intertesto della produzione poetica del poeta riminese fin dai lontani esordi, con esiti, anche in questo caso, importanti quanto inediti, non di maniera, pur dentro il coerente, identitario, assunto stilistico tematico. La poesia di Zavoli ha i tratti e la misura di un diario di viaggio, nella puntualità icastica delle annotazioni e nella metafora della nebbia quale forma di una condizione esistenziale, privata e collettiva, di spaesamento: '[...] La nebbia, oggi, ha parole che non implorano, ma chiedono, con insistenza, spiegazione del giorno e della notte, della nebbia' ('La nebbia')."""" (Dall'introduzione di Ennio Grassi)" -
Quattro asparagi in fila. «Educa perché crescano» è scritto sul portone di un vecchio carcere
"Quattro asparagi in fila"""" è un insieme di esperienze che attingono alla realtà di situazioni intriganti e drammatiche. Esperienze caratterizzate da risvolti inquietanti [...]. Il titolo è curioso ma metaforicamente vuole sintetizzare una varia umanità che la fila non è stata in grado di rispettarla o accettarla, creando un groviglio di situazioni chiaramente fuori dalla cosiddetta normalità. [...] Una narrazione atipica e interessante, che invita all'analisi di misteriose e sfortunate combinazioni esistenziali, dove interesse e riflessione debbono prevalere sulla curiosità."""" [...] (Dalla prefazione di Bruno Pinsuti Berrino)" -
Il racconto della mia terra
"Intuitiva e riflessiva, Rosa Maria Armentano dà voce alla dolcezza e all'emotività propri di una donna del suo tempo, a quella delicata percezione dell'intelletto femminile, palpitante di gioia e di vita. Il romanzo, chiaramente autobiografico, svela una dimensione intima e realistica, un microcosmo familiare che, tuttavia, si arricchisce di invenzioni letterarie traboccanti di suggestioni immediate e vivide, tratte dalla terra di Calabria, madre calda e feconda di paesaggi meravigliosamente arcani in cui cogliere tutta la bellezza e la sacralità secolare. La narrazione opera quella commozione, impalpabile e pura, tutta femminile, verso i piaceri e i tormenti amorosi, da cui scaturiscono, vicendevolmente, sofferenze ed estasi e richiama forti contenuti affettivi e soggettivi: l'autrice ferma, attraverso una straordinaria perfezione formale e un uso pressoché costante di immagini metaforiche, i moti individuali dell'animo e le vicende della sua vita, sospesa tra sogni e visioni, seguendo l'ispirazione autentica che si fa plasmare dai ricordi fanciulleschi."""" (dalla prefazione di Ines Ferrante)" -
L' imbroglio americano. La luna sorride agli angeli
Il romanzo, a sfondo storico, getta un sasso nello stagno dei segreti della seconda guerra mondiale. La narrazione si sviluppa attorno alla storia d'amore del barone Martin von Bienepaar con la bella sefardita toscana Lilith. Un diario segreto, documenti contesi, silenzi da mantenere. Inglesi, tedeschi, americani, ma i veri protagonisti saranno i marinai italiani imbarcati sull'U-Boot 108 e incaricati di una missione davvero strana! -
Fregugge. Piccoli frammenti di vita. Testo italiano e genovese
Poesie in genovese di Mario Miari, raccolte e tradotte da Ettore, suo figlio. -
Oltre la musica. Simboli e messaggi subliminali
Questo libro vuole essere uno strumento per riflettere e capire di più su quello che a volte una canzone può nascondere. Proprio così, perché a volte oltre la musica c'è di più, addirittura la musica non è più l'obiettivo principale, ma fa solo da veicolo per altri messaggi.