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Le idee estetiche di Pietro Ardito. Ediz. per la scuola
In un contesto filosofico spesso sottovalutato come quello calabrese dell'Ottocento, la figura di Pietro Ardito rappresenta una delle voci meno note e a un tempo più originali e profonde. Nella sua opera più importante, Artista e Critico, egli si sforza di pervenire a una revisione dell'estetica in cui pulsano la riflessione del teorico, la pratica dell'artista e il giudizio del critico. Un manuale nel quale Ardito ha avuto il merito non solo di elencare nelle questioni controverse i vari pareri, ma anche di pesarne le ragioni assumendo posizioni anche estreme. Sulle idee di Ardito e in generale sulla sua opera più conosciuta pesa ancora oggi l'autorevole giudizio di Francesco Fiorentino, legato per tutta la vita allo studioso da amicizia vera e profonda: «Artista e Critico è diviso in tre parti: Estetica, Arte e Critica... La forma di questo libro è piana, lucida, castigata; il contenuto ne è serio, pensato e rivela nell'autore un lungo ed attento studio sulla nostra letteratura, non scompagnato da quello delle letterature straniere». -
Montepaone. I suoi figli illustri da Saverio Mattei a Gregorio Di Siena. La storia millenaria, le risorse, lo sviluppo
Il presente lavoro di Francesco Pitaro è dedicato a Montepaone (CZ). Nella parte iniziale si dedica a tracciare le linee essenziali della storia di Montepaone, evidenziando i numerosi personaggi distintisi, in varie epoche, nel campo culturale, religioso e politico (ad es. Saverio e Gregorio Mattei, Luigi Rossi, Francesco Antonio Spadea, S. Basilio Scamardì, Fra Serafino, Gregorio Di Siena, D. Mario Squillace, etc.) Segue la scia di una serie di originali studi, che nel recente passato l'autore ha dedicato al paese in cui vive, dimostrando vasti e variegati interessi culturali nonché un forte attaccamento alle proprie radici. Usa un linguaggio chiaro, semplice, sobrio, misurato, privo di fronzoli, con una prosa duttile e versatile, di immediata comprensione, tale da stimolare il lettore a proseguire speditamente la lettura con interesse, senza stancarlo, fino alla conclusione dell'opera. Il volume contiene, quindi, tutti gli ingredienti per una lettura e una pacata meditazione, non solo da parte dei consueti lettori, ma anche dagli occasionali turisti che numerosi soggiornano nel nostro Comune o nel comprensorio circostante. -
Fatale privilegio
Rosaura, giovane donna di un paesino dell’Italia meridionale, è animata da un forte desiderio di emancipazione e da un atteggiamento ribelle verso un padre austero. Vive la sua giovinezza alternando momenti di fierezza a momenti di fisiologica insicurezza. La vita non le risparmia eventi drammatici ma, grazie alla potente forza d’animo che la contraddistingue, si dimostra agile nel divincolarsi dalle morse di un destino sfavorevole, sgattaiolando da cunicoli apparentemente ciechi, come un giovane gatto nella notte. Rosaura è un archetipo di forza e di determinazione, ma non ha nulla da insegnare. Osa, inciampa, cade, si rialza e affronta il nemico, ma non sa odiare. Compie importanti salti nel buio con la forza del dolore, ma anche con i dubbi e le angosce di chi non possiede certezze. Non è un modello da seguire, ma forse può offrire a chi la legge, l’accompagna e la prende per mano, un sogno che prende corpo o, anche, un’occasione di sofferenza. -
Il corpo ferito
A raccontarsi è una donna che decide di riversare in pagine d'inchiostro i ricordi del proprio passato. Lo sforzo lucido e consapevole della memoria la riconduce inizialmente agli anni dell'infanzia, già brutalmente segnati da un rapporto pericolosamente conflittuale con il proprio corpo, per ripercorrere poi tutte le fasi della vita. Dagli anni del liceo, alla scelta universitaria. Dai primi baci, all'incontro con l'uomo che sarà suo marito. Dal divertimento innaffiato d'alcol, al ricovero in una casa psichiatrica. Da una gravidanza non voluta, alla perdita della persona più cara. E, intanto, non è un caso che il lettore non scopra mai il nome della protagonista. La narratrice sa che la sua storia è interscambiabile con la storia di tante altre donne, accomunate da un identico destino. -
Frammenti quotidiani
"Il filo conduttore dei racconti inseriti in questa raccolta è l'incontro (o lo scontro?) tra frammenti di persone (o di superfici?). Le relazioni non avvengono (mai?) tra individui ma tra sole parti di essi, l'individualismo estremo porta (paradossalmente?) all'annientamento dell'individuo, inteso nella sua complessità. L'intera raccolta, prendendo le mosse da constatazioni quotidiane, potrebbe inserirsi in una prospettiva iperrealista, a tratti surrealista. Anche questa presentazione, in ultima istanza, non è che un frammento di frammenti, un po' come una bevanda al gusto d'arancia.""""" -
Kaleido, il circo delle donne
"Kaleido"""" racconta la discriminazione e la violenza, sia essa fisica, verbale o psicologica e, più in generale, racconta la dimensione femminile nella nostra cultura. Kaleido racconta le anime vinte, che vagano in un mondo, solo apparentemente surreale, dove per ogni donna che ha vinto ce ne sono ancora tante che hanno perso. """"Kaleido"""" è tutte le donne in una sola. """"Kaleido"""" è la follia di una clown banditrice. """"Kaleido"""" è un luogo immaginario, un luogo in cui le donne mostrano la propria gabbia, affinché si sveglino le coscienze." -
Dall'andata al ritorno. Una magica estate
Le parole di Elena Carletti ci restituiscono una dimensione che troppo spesso si tende a trascurare, a dimenticare. La semplicità dei sentimenti autentici. Amicizie e amori vissuti intensamente fanno da sfondo alle avventure di un gruppo di amici e al loro confrontarsi con il mondo ""esterno"""". Emma, Edoardo e gli altri protagonisti del romanzo riusciranno a trascinarvi nelle loro dinamiche e a farvi vivere le loro stesse emozioni. Perché, in fondo, nessuno può essere immune all'amore."" -
La razza eletta
Esiste la remota possibilità che, leggendo questo romanzo, si determini un cambiamento sostanziale delle convinzioni generalizzate sui lavoratori della pubblica amministrazione. Appunto, remota. L'autore non ha la pretesa, né crede sia possibile in un arco così ristretto di parole e pagine, di impedire che il pregiudizio sui pubblici dipendenti prevalga su un punto di vista coraggiosamente diverso. Ma ha l'esigenza, quella sì, di riabilitare una peculiare consuetudine del dipendente pubblico, che nell'immaginario collettivo è un'atavica quanto deprecabile abitudine, ovvero la pausa caffè. Perché, ci si consenta la provocazione, è proprio la pausa caffè a dare un senso alla vita lavorativa di colui che, seppur indegnamente, tuttavia tenta di dare un contributo al funzionamento della macchina statale. -
Concorso letterario Racconti-amo. 1ª edizione
Questa antologia di racconti chiude il cerchio della prima edizione del concorso letterario ""Racconti-amo"""", organizzato dall'Agenzia letteraria Ponte di Carta e dalla Casa editrice Valletta Edizioni. I partecipanti sono stati invitati ad inviare componimenti a tema libero e, tra i tanti racconti arrivati in redazione, i migliori dieci sono stati selezionati per dare vita a questa raccolta. Lo spirito che ha guidato il lavoro di squadra di Ponte di Carta e Valletta Edizioni è stato quello di dare voce a chi ama scrivere, a chi ama mettersi in gioco e partecipare alla realizzazione di un piccolo miracolo, come può essere quello di una raccolta di racconti che prende forma in maniera quasi indipendente da quanti l'hanno pensata e voluta. Lo spirito, come sempre, è stato quello di contribuire ad alimentare la passione per la lettura e per quella meravigliosa forma d'arte che è la scrittura."" -
Eppur si muore
Bologna, Italia, futuro prossimo. Qualcosa è cambiato nella vita di tutti quanti, a seguito di quella che le persone chiamano semplicemente La Rivoluzione. Tutti ricordano come è cominciata: fu a causa di un libro. Un libro che parlava di come sarebbe stato il nostro futuro, un libro che parlava di cosa avremmo dovuto fare. Quel 13 Giugno di pochi, pochissimi anni fa ha portato a un nuovo ordine, una nuova calma. Una nuova democrazia del tutto simile a quella precedente, ma molto più efficace. Almeno in apparenza. Di tanto in tanto, qualcuno riceve un invito a cena dal Circolo. C'è chi ne ha già sentito parlare e chi ancora non sa che il Circolo ha un ruolo fondamentale nel mantenere i nuovi equilibri di questo Paese rinnovato. Sembra una normale cena ma loro sanno bene come giustificare le proprie azioni. Così, qualsiasi tipo di crimine è stato quasi azzerato. Quasi. -
Ultime ore a Roosendaal
Il tema della fuga è il filo conduttore delle vicende narrate in ""Ultime ore a Roosendaal"""", un romanzo lungo sessant'anni. Salvatore è un giovane che fugge dalle leggi razziali del fascismo. Renato è un bambino che cerca di sfuggire alle sue paure. Dinetto è un ragazzino che fugge da quelle che crede siano le sue responsabilità. Willy è un uomo che fugge da se stesso. Ad unirli c'è l'infanzia trascorsa al Dono, un centro di accoglienza per orfani di guerra e per quanti hanno bisogno di aiuto. A riunirli, forse, una donna che non si arrende e spera costantemente che il passato non sia del tutto cancellato, che rimorsi, ricordi dolorosi e rimpianti possano ancora essere superati."" -
È colpa di chi vive
Quando sente il bisogno di partire, Davide Mattei non ha ancora chiara la sua meta. Si convince comunque a lasciare l'amata Sardegna per frequentare l'università a Roma, e lì conosce Barbara, un'italiana residente a Dublino. L'incontro è travolgente, così tanto che Davide decide di rifare le valigie per volare in Irlanda. Inizialmente spinto dall'amore, avrà poi modo di capire che ciò che cerca davvero è un equilibrio. Quello per cui bisogna fare i conti con il proprio passato, mettere ordine e ripartire. Perché ciò che importa non è coprire lunghe distanze, ma godersi il piacere del viaggio. Una storia raccontata con un'intensità tale da proiettare il lettore nel vivo di quella ""esperienza all'estero"""" che offre sempre una possibilità a chiunque sia alla ricerca del proprio posto nel mondo."" -
Lejla & Hamid
Hamid è un giovane eritreo che ha attraversato l'inferno per giungere in Italia. Lejla è scampata all'orrore di Sarajevo grazie all'amore dei suoi genitori. A fare da sfondo alla loro storia una Genova con le sue mille contraddizioni, la sua paura del diverso, la sua violenza nascosta sotto la patina opaca della società bene. Entrambi saranno costretti a prendere decisioni difficili che faranno vacillare la loro gioia di vivere. Un romanzo che tocca gli animi e scuote le coscienze e le convinzioni più radicate. -
Roma kaputt mundi
"Vengo sparato fuori dal treno. A momenti cado. Il tempo di rimettermi in sesto e vengo accerchiato. Una quantità di prossimo pazzesca, un'orda lanzichenecca che assale lo spazio per fottere ogni centimetro. Mi ci ritrovo dentro, mentre l'uscita comincia ad intasarsi. C'è chi urla, chi ride. C'è chi, disperato per il ritardo e con la paura di perdere l'ultimo treno utile per lasciare Roma, si trasforma in una belva. E spinge, sgomita e strepita affinché lo si lasci passare. Ci si muove piano, mezzo passo la volta, uno incollato all'altro. In una forma di contatto che non ha niente di umano. In un trionfo di isteria che nessun buonsenso può e potrà battere. Le scale si avvicinano con una lentezza agghiacciante. Sembrano volerti portare giù, più giù, in qualche specie di inferno""""." -
Le more d'autunno
Vedi, l'amore non è. L'amore vive, in ogni singolo cervello, come un'assenza ingombrante, un presente indefinito. Pensi di potergli dare confini ma è lui che confina te in un cerchio dal quale non puoi uscire. Ti dà luce, quando pensi di essere spento, e vita, quando qualcuno tenta di svilirti. Ti redime dal tuo passato, anche fosse quello di un santo o di un martire. Perché l'amore ti cambia, comunque. Ed è bene che sia così. -
Le sembrava bello e altri racconti
Pioveva da giorni e l'hinterland romano era proprio brutto con la pioggia, brutta la fantascienza e l'incuria umana che lo deformavano: edifici anonimi con le mura imbrattate, costruzioni di cemento abitate solo da fantasmi e cumuli di immondizia sui cigli delle strade. Anche la natura sembrava brutta, violentata dall'asfalto deserto, dalle colonne imponenti delle sopraelevate. Questo era lo spettacolo impietoso che Matilde vedeva solitamente dal finestrino del Regionale su cui viaggiava per andare al lavoro, un treno fiacco e lento, ostinato nella sua decadenza, sciatto e senza cura per la dignità di chi trasportava. Quella mattina la vettura dove sedeva era più sporca del solito, c'erano residui di pioggia macchiati dalle pedate nere dei passeggeri e si sentiva uno sgradevole odore di aria viziata e di bagnato. Da poco il treno si era allontanato dalla stazione Tiburtina e stava proseguendo per raggiungere la nuova fermata: Togliatti. Il suo marciare costante, era disturbato di tanto in tanto dal tremolio delle carrozze che sussultavano leggermente come a cullare i passeggeri seduti nelle rispettive poltroncine blu. -
Il sogno e altri racconti
"Mi hai dato un sogno. E l'ho perso.Mi sono svegliata stanotte, urlando. Un dolore lancinante mi percuoteva le viscere. Ti ho visto: solo il tuo corpo illuminato nel chiarore della notte, e i tuoi occhi che mi scrutavano nel buio, venuti per farmi paura. Per ricordarmi perché sono qui. E io qui non ci voglio stare. Non mi mancano le passeggiate, e il tempo speso per me, se solo ce ne fosse stato. Mi mancano i tuoi occhi. Sarà per quello che li ho sognati. Sarà per questo che li incontro ogni volta che chiudo i miei, di notte. Sarà per questo motivo che non me li riesco a togliere di dosso. Ma non provo vergogna.""""" -
Sofia in punta di piedi
L'inizio è la parte più difficile. Cominciare a raccontare è un po' come dare il primo bacio: non sai in che modo muovere le labbra, non sai se opporre resistenza all'imbarazzo o se è opportuno staccarle in tempo. Cominciare a raccontare è un po' come la prima volta alla posta: gli occhi puntati addosso, i turni da rispettare, il codice fiscale che nel portafoglio non c'è mai. -
Foglie morte
L'uomo era vecchio e, quando si trovava accanto al camino acceso nella tenebra incipiente del crepuscolo autunnale, lo sembrava ancora di più, con i barbagli rossi delle fiamme che danzavano sulle rughe delle sue guance e della sua fronte, facendole somigliare a crepe in un muro o a spaccature in un terreno arido. In quei momenti, pareva pietrificato e privo di vita, una specie di logoro fossile ricoperto di polvere e sabbia... -
Giacaranda, diario di un'anima vagabonda
Ogni sera, dopo cena, le donne del vicinato si radunavano fuori casa della comare Piuccia per scambiare due chiacchiere, per sparlare di quella e di quell'altra, per raccontarsi a vicenda le disavventure dei rispettivi mariti o per recitare un rosario insieme. Quella sera faceva caldo e l'aria era ferma. Luglio era alle porte: era arrivato il tempo di mietere il grano, di scartocciare le marrocche, di lavorare quasi incessantemente nei campi sotto il sole cocente...