Sfoglia il Catalogo ibs041
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 2301-2320 di 10000 Articoli:
-
Una rabbia da leone. Ediz. a colori
Leone si arrabbia proprio per tutto! Un bel giorno, però, Furia, la sua rabbia, esce dalle sue fauci e inizia a tenergli testa. Un profondo racconto sull'accettazione delle proprie emozioni. Età di lettura: da 5 anni. -
Non mi piace stare solo. Come prevenire e affrontare l'ansia da separazione del nostro cane
Amiamo i nostri amici a quattro zampe ma non possiamo stare tutta la giornata con loro. E loro ne soffrono perché vorrebbero stare con noi tanto, per giocare e vivere insieme esperienze. Come vivere al meglio con i nostri amici cani e riscoprire parti di noi spesso nascoste. -
Il clitoride càtaro
"Il clitoride càtaro"""" è un romanzo a tre voci che narrano in prima persona una storia di pulsioni violente, dove la dominazione è uno dei temi preponderanti. La struttura letteraria è perno dell'intera narrazione. La pornografia che caratterizza il romanzo è nella sua grammatica e nella sua sintassi più che nei contenuti, che ne sono il pretesto. I protagonisti degli episodi di lussuria sembrano unirsi in una voce sola, la voce della mano che scrive, la voce del clitoride càtaro. Nell'abiezione sono presentate diverse parafilie generalmente considerate estreme dal buon senso comune, e altre inaccettabili: necrofilia, pedofilia e zoofilia erotica. Consigliato a un pubblico adulto." -
Commento all'«Inferno»
Guiniforte Barzizza (Pavia 1406-1463), figlio prediletto del noto umanista Gasparino, è conosciuto perlopiú come giureconsulto dedito all’oratoria e ai classici, mentre degli altri suoi interessi letterari non resta oggi quasi piú memoria. Fra questi, acquista rilievo la composizione di un poderoso Commento all’Inferno, realizzato su esplicita richiesta del duca Filippo Maria Visconti nel 1438, quando ormai Guiniforte si era stabilmente trasferito a Milano. Secondo il progetto iniziale, il Commento si sarebbe dovuto estendere a tutta la Commedia, ma il silenzio della tradizione sulle altre due cantiche e i pochi dati ricavabili dai paratesti che lo precedono lasciano credere che la chiosa a Purgatorio e Paradiso non abbia mai visto la luce.rnIl Commento, strettamente legato all’ambiente che ne promosse la realizzazione, non ha goduto di grande diffusione: la morte del committente (1447), ultimo della propria dinastia, e con essa la conseguente dispersione della biblioteca di famiglia ebbero non poco peso sul silenzio da cui fu presto avvolto il testo. Le poche testimonianze manoscritte giunte fino a noi, tutte di area lombarda, entrarono nei fondi della Bibliothèque Royale o in collezio-rnni private, togliendo visibilità all’opera. Se ne recuperò memoria soltanto quattro secoli piú tardi, quando l’avvocato imolese Giuseppe Zacheroni, esule a Marsiglia, ne pubblicò il testo con la collaborazione degli editori Mossy e Molini (1838). L’edizione Zacheroni si fondava in larga parte sull’esemplare di dedica fortunosamente ritrovato pochi anni prima in Dordogna dal pubblicista Gaston de Flotte, qua e là integrato attraverso la consultazione di un secondo codice. Benché prestigiosa sotto il profilo tipografico, l’edizione – la sola fin qui disponibile – ha stabilito un testo altamente inaffidabile, guastato da numerosi errori di lettura e da tagli arbitrari.rnSulla base di ulteriori acquisizioni filologiche, la presente edizione fornisce il primo testo critico del Commento. La collazione del testimoniale ha inoltre portato alla luce indizi circa la sussistenza di almeno due fasi elaborative: questo dato, fin qui insospettato, emerge in tutta la sua rilevanza se si considera che alla fase elaborativa piú tarda sono da addebitare migliorie esegetiche di discreto rilievo. Il Commento di Barzizza offre una preziosa testimonianza di gusti che vanno progressivamente trasformandosi e di nuove modalità di lettura del poema, ormai stabilmente acclimatatosi in Lombardia: se pure la corte viscontea dell’epoca condivideva pochi valori con la Firenze di primo Trecento, di certo non poteva non subire il fascino della sua migliore letteratura in volgare. -
La sciamana del deserto
Doña Maria, italiana del nostro Sud, nel 1991, dopo un'adolescenza difficile e un matrimonio sbagliato, incontra in Messico il suo destino. Sugli altipiani della Sierra Madre, abitati fin dai tempi più lontani dagli indios Huichol, famosi per le loro tradizioni risalenti all'epoca precolombiana, la sua vita cambia. Doña Maria viene iniziata alle arti sciamaniche incentrate sull'uso del peyote e diventa in poco tempo uno dei pochissimi sciamani non nativi riconosciuti dagli Huichol. Questo libro è la testimonianza di quell'esperienza, ma è anche una guida alla via che porta ciascuno di noi all'incontro con sé stesso. Una via semplice, a dispetto di chi sostiene il contrario per ignoranza o per interesse. Arrivare all'autoconoscenza è infatti alla portata di tutti, spiega Doña Maria, perché in realtà è l'atto più naturale del mondo. Ma noi ce ne siamo dimenticati. Eppure basterebbe vivere nel presente, liberi dall'ossessione per il passato e dal timore per il futuro, e non attaccarsi alle forme, perché la forma è nulla. La purificazione è un processo lento - segue il tempo della Natura - e capillare - investe ogni nostra cellula -, e per essa può essere utile l'uso delle erbe di potere, come il peyote. Guidati dalla sapienza di uno sciamano, quando assumiamo il peyote il nostro corpo viene rigenerato, il nostro organismo viene invaso dal suo potere e purificato dalla sua energia, fino a che possiamo dire, con gli indios Huichol, ""di camminare le proprie parole""""."" -
Leggere l'«Introduzione del '57» di Marx
Il testo conosciuto come ""Introduzione del '57"""" è certamente, insieme al """"Manifesto del partito comunista"""", lo scritto marxiano che ha goduto di più larga fortuna e di maggiore risonanza lungo il corso del ventesimo secolo. Ritrovata fra le carte di Marx in un quaderno siglato M e recante la data del 23 agosto 1857, l'Einleitung rimase inedita fino al 1903, quando Karl Kautsky ne curò la prima pubblicazione. Corredata di un ampio saggio introduttivo e di un adeguato apparato di commento critico-esegetico, la presente edizio-ne ambisce a presentarsi come la prima traduzione in lingua italiana fedele al manoscritto originale. Il lettore potrà ritrovarvi alcuni fra i più importanti temi della critica marxiana dell'economia politica, proposti allo stato nascente. Da queste pagine emerge già nitidamente la struttura logico-concettuale che si ritroverà, più ampiamente articolata, nella grande opera che vedrà la luce otto anni dopo, e che consacrerà la fama dell'autore del Capitale."" -
Contro i tagli alla cultura
Nel 1848 e nel 1849, Victor Hugo prende per due volte la parola all'Assemblea costituente per dichiarare la propria opposizione ai tentativi del governo di ridurre le spese per la cultura. Due discorsi brevi ma molto chiari, in cui il grande poeta e scrittore francese sostiene l'importanza e il valore delle lettere e delle arti per il progresso del paese. Ridurre gli investimenti per la cultura significa compromettere il prestigio della nazione ma significa anche impedire la crescita civile della popolazione e minare le basi stesse dell'organizzazione sociale. Parole pronunciate oltre centocinquant'anni fa ma che potrebbero essere ripetute utilmente anche oggi... -
Il vastu. La scienza dell'architettura indiana
L'autore - architetto e docente di architettura indovedica - spiega in quest'opera come deve essere l'abitazione concepita secondo i criteri del Vastu. Per vivere in armonia e benessere, e per potenziare le proprie capacità è necessario inserire sé stessi e la propria dimora nell'equilibrio del mondo, trovando il giusto orientamento fra le stelle, i pianeti e gli elementi naturali. Sono numerosi i consigli pratici per la disposizione dei locali e l'arredamento, completati da esempi concreti di progetti realizzati. -
Etnicità e conversione. I moriscos nella cultura visuale dell'età moderna
Dopo la conquista di Granada, avvenuta nel 1492 da parte dell'esercito dei Re Cattolici, ebbe inizio il processo di conversione dei musulmani che abitavano la penisola iberica: i cosiddetti cristianos nuevos de moro o moriscos. L'integrazione di questa minoranza religiosa non fu facile: durante più di un secolo, agli occhi della società ispanica, l'immagine e la percezione dei moriscos cambiarono a tal punto che Filippo III decise di espellerli nel 1609. Le rivolte interne, le guerre contro l'Islam nel Mediterraneo e la minaccia dei pirati barbareschi ebbero un ruolo fondamentale nei rapporti tra la comunità dei convertiti e quella dei cristianos viejos. In questo libro si analizza la rappresentazione dei moriscos nel Cinquecento e nel Seicento, indagando in particolare come l'ambiente politico abbia determinato la creazione di un'immagine mutabile e non sempre realistica, che fu soggetta alla propaganda e alla necessità di mostrare il morisco talora come alleato talora come nemico. -
Paternità e leadership. L'autorità nelle comunità religiose
Il popolo dei superiori di comunità religiose, sia maschile che femminile, è molto numeroso e variegato. Lo testimonia anche la grande varietà di nomi con cui ne viene indicato il ruolo: abate, priore, preposito, ministro, guardiano, rettore, presidente, decano, responsabile, coordinatore, padre, madre, fratello (sorella) maggiore, arciprete. Altrettante sono le modalità con cui la loro funzione viene esercitata. Alcuni nutrono di sé un concetto così alto che non è più possibile vederlo a occhio nudo, altri vivono l'incarico come un peso opprimente, altri ancora sono capaci di trasmettere la loro vitalità in modo costruttivo e gioioso a tutta la comunità. Siamo certi che il superiore ognuno a modo proprio - fa onestamente quello che può, gestendo in modo diverso limiti e opportunità. Questa convinzione di fondo permette all'autore di scrivere questi ""pensieri in libertà"""", dove prevale, sulla critica, il buonumore e il sorriso. Il libro, frutto di molte osservazioni e di alcune esperienze concrete, propone una riflessione divisa in tre parti: la prima mette a fuoco una """"galleria di ritratti"""" o di modi diversi di concepire e realizzare il compito di superiore; la seconda indaga su alcuni documenti della Chiesa e delle Congregazioni che descrivono funzioni e ruolo del superiore; la terza parte, infine, propone qualche suggerimento pratico per orientarsi nell'esercizio quotidiano dell'autorità."" -
Beaute insolite. Chefs-d'oeuvre de la collection Ceil Pulitzer d'art africain. Ediz. illustrata
Ceil Pulitzer ha iniziato il suo percorso come collezionista di arte africana oltre 30 anni fa. Il suo spirito artistico l'ha portata ad avvicinarsi a qualsiasi forma di cultura ed espressione umana nel tempo e nello spazio. Pittrice appassionata, ha costantemente esercitato il suo occhio nello studio dell'arte e della storia dell'arte. In qualità di collezionista, dapprima di arte moderna, ha capito che l'arte africana ha segnato la traiettoria dell'arte del XX secolo. In seguito, a Parigi, ha incontrato lo stimato esperto e leggendario mercante di arte africana Charles Ratton che, in un'occasione, le disse: ""Hai un buon occhio"""". Questo incontro riassume la passione e la ricerca dell'eccellenza nell'arte africana tradizionale da parte di Ceil Pulitzer. La Ceil and Michael Pulitzer Foundation ha sviluppato e supportato svariate iniziative filantropiche in Africa e presso importanti istituzioni che promuovono l'arte africana e sforzi umanitari nel continente nero."" -
Un amore al tempo della Dolce Vita
Roma anni '60, la Roma più bella, più vivace e intensa intellettualmente, più accogliente coi caffè di via Veneto e piazza del Popolo affollati fino alle ore piccole della notte, col cinema, il teatro, la Roma della Belle Époque, l'ultima e splendida prima degli anni di piombo. In questa Roma è ambientata la storia di Kiki e Giovanni, due amici dell'autore, due ""belli e dannati"""" di quegli anni. """"Felice non si dice e chi lo dice è già infelice"""" è lei, Kiki, che commenta cosi la sua storia con Giovanni."" -
Cultura karaoke
Critici e accademici si sono scervellati per cercare di definire la cultura in cui viviamo, con risultati spesso faticosi e monotoni: post-postmodernismo, antimodernismo, pseudomodernismo, digimodernismo. Dubravka Ugresic, con la sua ironia implacabile, ha frugato nel repertorio dei prodotti di massa per trarne un'espressione leggera e pungente: cultura karaoke. Come nella candida esibizione canora esplosa nevroticamente negli anni '80, la cultura karaoke rende tutti, contemporaneamente, star e fan, fruitori e creatori. È insieme collettiva e narcisistica, frenetica e conformista. Dalla tv alla letteratura, dai social media al libero mercato, da internet alle mode e ai tic della vita quotidiana, dall'informazione-spettacolo all'attualità politica, Ugresic perlustra una cultura magmatica nata da un compulsivo consumo tecnologico, dietro cui balugina la paura contemporanea di ""dissolversi nel fango come i salmoni""""."" -
Food experience. Design e architettura d'interni
Con il termine Food Design, secondo una recente definizione, si intende la progettazione del complesso insieme degli atti alimentari. Riconosciuti studi scientifici hanno dimostrato come l'ambiente all'interno del quale il cibo viene consumato abbia un impatto considerevole sulla nostra percezione del gusto. Questo implica un rapporto con lo spazio in cui l'azione si compie, in una complessa interazione tra cibo, uomo e ambiente. -
La centuria alata
"La Centuria alata"""", uno dei maggiori successi editoriali degli anni Trenta, è un classico della letteratura aeronautica italiana. Questa edizione, la prima in oltre 60 anni, rende nuovamente disponibile il racconto in prima persona di una delle imprese aviatorie più celebri di ogni tempo. Nelle sue pagine rivive la doppia traversata dell'Atlantico, che nel 1933 chiuse l'era dell'avventura ed aprì quella dei servizi aerei regolari. In pochi giorni, cento aviatori italiani volarono da Orbetello a Chicago, raddoppiando in un sol colpo il numero di quanti avevano trasvolato l'Atlantico. Poi i 24 idrovolanti rientrarono a Roma, dopo aver coperto 20.000 chilometri in circa 100 ore di volo." -
Diario di un tenente d'artiglieria. Sull'Isonzo, sull'Altopiano di Asiago e sul Montello
La guerra di uno studente romano, nobile, interventista, che recluta del genio prima e ufficiale d'artiglieria poi, attraversa tutta la guerra con una verve ironica e priva di retorica, producendo uno dei più avvincenti diari di guerra. Prefazione di Mario Prato di Pamparato. -
Guida alla clinica della riabilitazione miofunzionale della bocca nella prima infanzia: lavorare in interdisciplinarietà. Con QR Code
il manuale è scritto per rendere disponibili, con senso pratico, strumenti semplici e in quanto tali utili tanto alla formazione quanto all’aggiornamento che sono alla base della conoscenza personale e della curiosità scientifica. -
Piccoli attori naturali. Teatro per bambini
Volume dedicato ai bambini e i loro educatori che vogliono affrontare l'esperinza del teatro attraverso facili esercizi e proposte di rappresentazioni teatrali tratte da fiabe e storie conosciute. Età di lettura: da 9 anni. -
An etymological dictionary for reading Boccaccio's «Filocolo». Vol. 1-2
Dopo il corposo lavoro sul Decameron di Boccaccio, sull'Elegia di Madonna Fiammetta, sul Ninfale fiesolano e sul Ninfale d'Ameto lo studioso Osamu Fukushima propone un altro utile dizionario etimologico del Filocolo, il primo romanzo avventuroso della letteratura italiana scritto in prosa e in volgare. L'opera è la prima indagine sulla storia, l'origine o l'etimologia delle parole del romanzo di Boccaccio. Il testo affronta in modo diffuso argomenti grammaticali e sintattici come proprietà linguistiche nominali e pronominali quali persona, genere, numero e caso, proprietà linguistiche verbali come tempo, aspetto, modo e voce ed elementi sintattici come causativi, conversioni e costruzioni impersonali. -
Le iscrizioni romane del Canton Ticino
Per chi studia la storia dei territori al di qua e al di là delle Alpi in età romana (vd. ora i diciotto contributi del volume I Romani nelle Alpi. Storia, epigrafia e archeologia di una presenza, Roma 2021) il lavoro di Dell'Era si rivela prezioso, in quanto si tratta di un catalogo completo e ragionato di tutte le iscrizioni romane rinvenute entro i confini di questo Cantone, che l'Autore ha personalmente controllato, fotografato, quando possibile, e studiato con dovizia di particolari, assumendo come modello di scheda epigrafica quello proposto nel 1987 da Ivan Di Stefano Manzella, generalmente accettato. Per ciascuna iscrizione l'Autore ha saputo mettere in evidenza tutti gli aspetti più interessanti e significativi, dal tipo di supporto, al formulario, con utili raffronti ricavati dalle epigrafi di altre comunità della Transpadana, all'onomastica, la quale lascia talora intravvedere la sopravvivenza in aree periferiche, ancora durante l'età imperiale, di individui almeno in apparenza privi di cittadinanza romana. Con quest'opera viene finalmente colmata una lacuna, dal momento che per le iscrizioni ticinesi esistevano finora corpora solo per quelle celtiche e medievali. Il lettore troverà qui schedate e commentate non solo le iscrizioni tuttora conservate, ma anche quelle perdute, mentre è stato scientemente escluso l'instrumentum iscritto, vale a dire marchi delle officine, i graffiti e testi su ceramica, laterizi, pietra ollare, vetro, bronzo o argento, che, per la sua diversa e variegata natura, avrebbe richiesto un metodo di studio diverso da quello ormai consolidato per le iscrizioni su pietra. Prefazione di Gian Luca Gregori.