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Breve storia del clarinetto
Questa bnreve storia parla a tutti coloro che subiscono il fascino del clarinetto, così come accadde a Mozart o a Brahms e ad altri compositori in un tempo in cui non era ancora lo strumento tecnicamente perfezionato che conosciamo e che ancora oggi, per le sue straordinarie potenzialità, continua a sorprendere gli stessi addetti ai lavori. Con questo testo di facile consultazione Elena Ferrofino si rivolge a chiunque nel corso degli studi o per interesse personale, desideri approfondire la conoscenza e l'evoluzione di questo bellissimo strumento. L'autrice intende fornire agli allievi clarinettisti le basi culturali per stimolare la creatività, acquisire maggior coscienza a livello interpretativo e giungere infine a una capacità esecutiva che non potrebbe rivelarsi appieno senza un'adeguata conoscenza teorica e storica. -
Tut a ven a taj. I migliori proverbi piemontesi con traduzione e commento
Il saggio sui proverbi piemontesi di Bruno Sartore fa seguito al libro ""Balengo, Gariboja"""" del 2019 dove passava in rassegna i modi di dire. Al pari di allora la cernita è stata attenta come pure la loro spiegazione. I proverbi costituiscono il corpo di un sapere popolare antico, tramandato di generazione in generazione dove gli autori sono ovviamente sconosciuti. Essi sono nati così, per l'acuta perspicacia dei più versatili ingegni popolari diffondendosi sul territorio per contagio antropico. Oggi forse nessuno è più in grado, o non ne ha più l'occasione, di crearne di nuovi. Chi oggi, per studio o per diletto, vuole non solo conoscere ma approfondire il loro significato e utilizzo può, consultando queste pagine, addentrarsi nella vita di tutti i giorni dei nostri avi per coglierne meglio il loro modo di pensare, di piangere e di ridere, cioè vivere. Ne scaturisce un mondo di tribolazioni dove l'unico appiglio era la saggezza popolare e l'esperienza quotidiana. I proverbi contenuti nel libro costituiscono una preziosa e interessante fonte genuina di studio, decisamente piacevole, che riguarda un passato ormai lontano, rivolta segnatamente ai giovani, ma sono oggetto anche di una riscoperta e ricordo per i più anziani."" -
Musica ribelle. Gli anni '70 Pop rock jazz folk. 100 protagonisti tra album, interviste, aneddoti, biografie
«Ed è la musica, la musica ribelle, che ti vibra nelle ossa, che ti entra nella pelle, che ti dice di uscire, che ti urla di cambiare, di mollare le menate, e di metterti a lottare». Questo il refrain, divenuto subito celeberrimo, usatissimo come sigla, jingle o stacchetto in tante radio libere, addirittura un inno generazionale: la canzone è di Eugenio Finardi, allora ventiseienne, incisa nel 1976 per la Cramps Records. E Musica ribelle è il titolo di questo libro perché i due termini - 'musica' e 'ribelle' - riassumono assai bene l'obiettiva novità in fatto di suoni giovanili che si dipanano lungo gli anni '70 (1970/1980), attraverso stili, generi, filoni, movimenti, spesso fra loro distanti sul piano delle idee, delle qualità, delle problematiche, delle forme, ma tenuti 'insieme' dagli ascoltatori per un comune obiettivo: vivere, mediante il linguaggio delle sette note, il sogno di una ribellione assoluta, che andasse persino al di là della politica, della società, della persona, dell'arte. E in effetti, mai come negli anni '70 (o Seventies all'americana) del XX secolo, viene offerto un panorama così vario, colorato, versatile, cangiante di situazioni musicali ribelli (e ribellistiche) anche dietro e davanti alle apparenze, rispetto a 150 anni di attività di scuole, estetiche, tendenze rock, pop, folk, jazz, nel segno dello spartito, del disco, del concerto, della registrazione sonora. -
Ognuno crea il proprio inferno
Ancora una volta si ritrovarono circondati dai clacson invadenti e ininterrotti dell'India. Se c'era un posto peggiore dell'ashram quello era senza dubbio il mondo esterno. Se c'era un posto peggiore dell'ashram quello era l'India. Un mondo così contorto e insensato, agli occhi dei non indiani, da sconvolgere ogni attesa, tanto provocatorio da turbare quelle menti sprezzanti presuntuosamente ancorate ad un solo mondo possibile, il loro. Moreno l'aveva amata e ancor più, molto di più, ne aveva amato il ricordo, ma come una storia d'amore era finita, forse l'India era mutata, o forse lui dei tempi andati non aveva conservato neppure una sola cellula. Come Moreno anche l'India era in via di estinzione, ma era ancora viva, rivoltante o meravigliosa, proliferante di comportamenti insensati, quasi quanto i nostri, densa di un fascino talmente ricolmo di follia da indurre a dubitare che potesse essere reale. -
Costruire nell'azzurro
Aveva ragione Zanzotto, quando diceva che una poesia torna sempre al mittente: un ritaglio di anima spedito a se stessi. Non un esercizio solipsistico: la chiusura, l'impermeabilità sono ciò che di più contrario alla poesia si possa concepire. Ma un soliloquio sì: un dialogo fluente di agostiniana introspezione, anche una monade senza porte e senza finestre, in cui tuttavia la vastità del mondo si compendia nella densità di un microcosmo. -
Perle d'ambra
Raccolta di poesie. -
Emanuele Fonte, il cronista
Premio Regionale di giornalismo Emanuele Fonte Prima Edizione 2017 Opere vincitrici e selezionate sezione studenti. -
Premio regionale di giornalismo Emanuele Fonte il cronista. «Realtà economica in Sicilia tra luci e ombre» II edizione 2018
Opere vincitrici e selezionate. -
Di mamma non ce n'è una sola
Età di lettura: da 10 anni. -
Le pallide dita della luna
Prefazione di Nazario Pardini. -
Premio regionale di giornalismo Emanuele Fonte il cronista. «Liberi insieme contro la mafia» III edizione 2019
Opere vincitrici e selezionate del premio regionale di giornalismo ""Emanuele Fonte il cronista"""" edizione 2019."" -
I carusi della solfara. Vergogna e schiavitù. Ediz. per la scuola
Edizione scolastica con apparato didattico a cura di Rosy Alario e M. Catena Sanfilippo. -
Mi chiamo Thiago. Breve storia di un viaggio senza fine
"Mi chiamo Thiago"""" è il racconto di una storia di potere e di intrighi vissuti da dentro """"il Sistema"""". Il romanzo-storia di un uomo dai mille volti, e della tante vite, la cui presenza nella società è scomoda, il cui istinto di lotta e sopravvivenza si innalza e si rafforza dinanzi agli abusi di potere, la cui emarginazione darà l'input per intraprendere una nuova e silenziosa guerra. Un'occasione per discutere cosa rappresenti l'uomo oggi, se stesso e il suo rapporto col mondo. Il percorso narrativo mescola realtà e finzione, unisce storie ricche di simboli ed analisi, attraverso una linea sottile che rifiuta di spezzarsi, dando volutamente alla scrittura un ritmo nervoso e sincopato. """"Mi chiamo Thiago"""" è il viaggio di un'anima complessa che, pagina dopo pagina, diventerà """"altro"""". Un personaggio inventato, il cui cammino verso la libertà è fatto di percorsi incerti e tortuosi, ma anche esperienze irripetibili, tradimenti, eroica umanità, viltà, illusioni e disillusioni. Un lungo viaggio che parte da Tijuana, città messicana di confine, dove i sogni si scontrano con la realtà e riaffiorano ricordi del passato con tutto il loro insopportabile carico. Con prefazione di Pietro Folena." -
Rami secchi. Romanzo fallimentare
Battipaglia, Piana del Sele, Meridione, Italia: una Multinazionale delle telecomunicazioni, una fabbrica tecnologicamente all'avanguardia, un centro di ricerca di sviluppo con giovani laureati. Antonio, uno di essi, riesce a conquistare l'assunzione. Sembra realizzarsi il sogno lavorativo suo e di tanti ragazzi che come lui ruotano, chi a tempo indeterminato, chi come precario, intorno alle produzioni della Multinazionale. Ma è solo l'inizio di un percorso che si delineerà, secondo le ""sacre"""" leggi del profitto, lungo la direttrice di un continuo conflitto, solo apparentemente a bassa intensità, tra gli interessi dell'azienda e quelli dei lavoratori e costituirà per il protagonista lo stimolo più potente per lo sviluppo di una coscienza di sé, attraverso i continui peggioramenti dei rapporti di lavoro."" -
C'era una volta... la festa. Sant'Alfonso, l'occasione sprecata
È un mix di riflessione antropologica, studio storico-religioso, analisi statistica, reportage giornalistico, manifesto di denuncia culturale, inedito book fotografico. Ripercorre la storia della festa e del santo, intervista esperti, spiega come la presenza di questo vescovo e compositore di Marianella (Sant'Alfonso fu, tra le altre cose, anche autore di ""Quanno nascette Ninno"""", canto da cui ebbe origine """"Tu scendi dalla stelle"""") possa tutt'oggi influire positivamente sul territorio di Pagani. Soprattutto, disvela le sempre attese delusioni, di fronte all'incapacità di creare le giuste congiunture perché questa città si trasformi in un punto di riferimento per il turismo storico-religioso, fino ad auspicarne la elezione a città del Natale."" -
Il centro si guarda meglio dalla periferia
Il volume punta a offrire una prospettiva diversa da cui guardare ciò che ci sta intorno e ciò che intorno a noi accade, una prospettiva dalla quale immaginare un nuovo approccio alla realtà stessa. E' per questo che gli autori che hanno profuso le loro energie in questa opera hanno messo nero su bianco la parolaconcetto ""periferia"""", declinandola ciascuno dalla propria dimensione esistenziale. Ne viene fuori un lavoro intrigante e non di rado provocatorio. Come solo un'antologia apripista poteva essere. Perché provocatorio, destabilizzante (per quanti sono arroccati su posizioni comodamente rispondenti alle leggi della massa e, per questo, immuni da critiche ed attacchi), di certo stimolante è il fulcro del dibattito che si intende alimentare: la periferia non è e non è solo quella geografica. Periferia è concetto che va dalla dimensione urbanistica a quella socio-culturale, dalla visione storico-evoluzionistica a quella antropica."" -
All'inferno senza colpa. Farid e Rashida, l'Unico e la Saggia
Conosciamo i loro volti, i loro sguardi che sembrano tutti uguali. Perché i loro occhi hanno visto in faccia la morte due volte: nella terra che hanno abbandonato e durante la traversata del Canale di Sicilia. E quegli stessi occhi raccontano una speranza, quella di una vita lontano dall'orrore della guerra o della miseria. Quello che non conosciamo sono le loro storie: la vita che hanno vissuto e quella che vivranno da quel momento in poi quando, spente le telecamere che raccontano dell'ennesimo sbarco di migranti sul suolo italiano, torneranno nell'ombra. Di loro resterà traccia solo all'interno di una statistica, gelida sì, ma pur sempre meno agghiacciante della tragica contabilità di quanti non ce l'hanno fatta. Contabilità che è perfino approssimativa, come se fosse la somma di unità indistinte e non quella di singole vite umane, ciascuna con la propria storia. -
Crimini al microscopio
"Niente può fermare la scienza"""". Questo, almeno, è ciò che il capitano Alfredo Piana, fresco di promozione, ha sempre creduto e che il suo lavoro ha puntualmente confermato... finora. Perché il ritrovamento di un cadavere fuori Roma fa vacillare questa sicurezza: nessuna traccia, solo le palpebre spillate ed una puntura d'ago sul collo. Unico indizio: un oggetto """"fuori epoca"""". Il quadro porta una certezza agghiacciante: l'assassino non si fermerà. Al fianco di Piana in questa """"caccia all'uomo"""" il tenente Gregorio Matino, romano DOC, fresco di nozze con il sottotenente Elvira Borghesi, anche lei nella squadra da anni, e tre elementi appena arrivati da altre sedi e reparti: il sottotenente bolognese Luca Ferrari, mago dei computer, il tormentato sottotenente calabrese Francesco Russo, esperto di armi ed esplosivi, e l'ambizioso tenente siciliano Rosita Arena, psicologa e interprete. Ma le sfide non finiscono in laboratorio, per Piana. Lo aspetta, infatti, l'impresa più difficile di tutte: la paternità!" -
A me pare che il mondo resti fermo. La storia di un Primo Maggio
In questa edizione, così come nella prima, sono raccolti i pensieri e gli appunti di Galante Oliva sul Primo Maggio a Nocera Inferiore, con una puntatina fuori cinta a dir la verità. Nocera, città che si configurava (e penso che lo sia tutt'oggi) come una delle più importanti dell'intera provincia e probabilmente quel giorno, era il suo giorno, quello dedicato ai lavoratori: il più importante del salernitano. E' vero, secondo un paragone calcistico, partiva dall'uno a zero, grazie alle numerose industrie esistenti e al bacino straordinario di lavoratori che ruotava intorno alla città, detta non a caso delle cento ciminiere. I pensieri di Galante esposti in questo libro vanno dal 1956 al 1974, anni in cui era stato protagonista attivo della storia sindacale di Nocera Inferiore e della provincia di Salerno. -
Cocci di cuore
Un incontro: Ocram, Roma e la loro storia non storia veicolata da FacciaLibro. La domenica pomeriggio fiacca e senza pretese come fondale per una panchina galeotta, in una più che mai letteraria Nofi. Una sigaretta, lo smalto per le unghie dei piedi. La vita reale vissuta per dovere e necessità, un'esistenza diversa sfiorata con la punta delle dita e poi rinchiusa in una polverosa cassapanca dal lucchetto arrugginito. Il mistero della collina: Un finto prete. Un letto d'ospedale. Una donna per la quale nella clessidra della vita resta poca, pochissima sabbia. Un segreto (o un mistero se volete) da confidare per alleggerirsi la coscienza nell'impossibilità di rigirare la clessidra. Una vita, tante vite senza diritto di replica o d'appello.