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La condanna
I mesi della guerra civile in montagna con la Resistenza lo hanno reso adulto, Carlo Cerruti è avviato ad un brillante futuro, in una Torino del primo dopoguerra distrutta dai bombardamenti, ma quel periodo è ancora foriero di insidie. Sullo sfondo delle vicende politiche e sociali di quegli anni, dal referendum repubblica/monarchia, all'immigrazione nella Torino operaia, alla ricostruzione della città devastata il passato torna a farsi presente: “Se non fosse stato per lui non avrebbe saputo nulla di quella faccenda e avrebbe potuto continuare a vivere tranquillamente, invece era ripiombato a tanti anni prima e a quel senso di colpa che lo aveva accompagnato, sottotraccia, non riuscendo mai a domarlo. Stava lì con lui, silente per lunghi periodi ma poi, inevitabilmente, tornava a galleggiare. Riemergeva come una bolla d'aria che si fa strada dal profondo del mare e sale, sale per conquistare la superficie. Così il senso di colpa prendeva il via dal profondo delle viscere per arrivare fino in gola e lì si fermava con quella fastidiosa impressione di soffocamento.” -
Grafite
Una raccolta più “umana” che mai. Piena di differenze e sfaccettature. Dall'amore e dalla rima, all'odio e al verso libero. I componimenti di questa raccolta sono molto eterogenei. Le prime poesie, prevalentemente in rima, sono scritte con una particolare attenzione al ritmo e al suono delle parole. Una poesia molto musicale. Il che non significa sia adatta a essere accompagnata da una melodia di sottofondo, né che sia scritta per essere recitata a voce. Anzi, l'intento è che il ritmo e i suoni scaturiscano direttamente dalla lettura individuale. Una poesia acerba dal punto di vista tecnico, che vuole essere senza tempo proprio per questo motivo. La mancanza di uno schema fisso slega questi testi dalla tradizione poetica classica, ma la presenza delle rime li distacca anche dalle caratteristiche preponderanti in quella contemporanea. La nostra è un'epoca di consumo. Ma oltre a consumare, tutti quanti ci consumiamo. Lasciamo pezzi di noi in ogni oggetto, persona o animale che fa parte della nostra vita. O meglio, lasciamo pezzi di noi stessi in ogni momento che viviamo, il quale è generato da oggetti, persone e animali. Scrivere vuol dire dare l'occasione a questi attimi di non sfumare nel turbine del tempo, di riprendere vita ed essere consegnati a chi sente la necessità di riviverli, di rispecchiarsi in ciò che viene raccontato. Veniamo dunque al titolo. La grafite è la pietra da cui si produce la mina della matita, dunque uno dei principali mezzi che l'uomo ha per incidere parole su un foglio. Ogni millimetro di questa pietra contribuisce a dare vita a una lettera, quindi a una parola e a un testo. Essa lascia un pezzo di sé in ogni componimento, proprio come noi esseri umani lasciamo pezzi di noi nei momenti della vita. Dunque la grafite è lo scrittore, il quale lascia andare una parte di sé affinché altri possano ritrovarla per sé stessi. Con la prefazione di Hafez Haidar. -
Cuore segregato
Raccolta poetica con la prefazione di Alessandro Quasimodo. -
L'azzurro sopra
In questa raccolta, la poetessa tratta tematiche che spaziano dalla natura, che ella ama molto, al tema della morte, che sente incombere nella vita. Il linguaggio usato è semplice e contribuisce a rendere le sue poesie piacevoli e affascinanti. Con la prefazione di Hafez Haidar . -
L'infiltrata
Spirito libero, indagava criticamente la realtà, scopriva, denunciava, cercava ripristinare la giustizia. Avanti ai suoi tempi, autoritari e retrogradi, cercò di affermare il suo valore e conquistarsi il posto che meritava: una lotta sempre in salita. Ma, pur coinvolta fino al collo, finiva per allontanarsene o per essere espulsa: colpita, ferita, ma mai abbattuta o inglobata in un sistema che non le piaceva affatto: privilegiò i deboli, che protesse dall'indifferenza dei potenti. Difese con orgoglio la sua 'regola dell'amore', pagando con l'emarginazione la sua 'diversità': amata dalle vittime, odiata dal potere. Nella solitudine, scelta o imposta, ascoltò i suoi fertili silenzi, cogliendo con ironia le contraddizioni dell'animo umano, salvando sempre la sua autonomia di giudizio. -
7° Premio Internazionale Salvatore Quasimodo. Narrativa
È emozionante presiedere al Premio Internazionale che porta il nome di mio padre. L'iniziativa, unica in tutto il mondo nel panorama della cultura contemporanea, organizzata dalla casa editrice Aletti, dopo numerose sessioni di notevole successo, vuole ricordare, a sessant'anni dal conferimento del Nobel, l'opera di un uomo che si definisce «operaio di sogni» e che ha dedicato tutta la vita alla scrittura, in una ricerca costante di adesione ai temi trattati. Non è mai stato un fautore dell'arte per l'arte, ma si è impegnato civilmente. Celebri alcuni suoi versi: «Sei ancora quello della pietra e della fionda/ uomo del mio tempo.» «E l'uomo che in silenzio s'avvicina/ non nasconde un coltello fra le mani/ ma un fiore di geranio.» Tutta l'umanità viene inclusa in un potente affresco che abbraccia secoli lontani e nel contempo vicini a noi. Possiamo individuare la dimensione etica della letteratura con le sue parole: «Nessuno ignora la funzione del poeta nella struttura della società esistente e in evoluzione. Dalla prefazione di Alessandro Quasimodo. -
Mare di poesie
“Un mare di poesia” è una raccolta di poesie sul mare, questo elemento meraviglioso, ricco di vita, di storia nei suoi scogli, nei colori e paesaggi, nei suoi borghi affacciati sull'acqua. Le poesie scritte dall'autore, spesso nei momenti di lontananza dal mare per impegni lavorativi, raccontano il mare genovese, gli scogli dell'infanzia ed il mar di Corsica dove, da anni, l'autore passa le vacanze estive. Ogni scorcio del mare è rappresentato nella poesia con le sensazioni che ciascuno di noi può provare dinanzi ad un paesaggio suggestivo, ad un'onda, al mare calmo o mosso, al tramonto, ad una tempesta sull'acqua, ad un ricordo della propria esistenza, ad un'emozione che un'immagine può creare e che rimane impressa nella nostra mente. -
La poesia veste bianco
Il colore bianco rappresenta la poesia che trasfigura le immagini della abituale esperienza e le sottrae al tempo. È come se un vestito delicato, candido e sottile circondasse le parole. Persino il vento, che spazza via ogni cosa, si ferma davanti alla creatività, che invita a comporre e a resistere all'incessante divenire. L'opera della Qafa si pone in questa prospettiva perché vuole lasciare un segno, una testimonianza che superi il perenne movimento ciclico dell'universo... Dalla prefazione di Alessandro Quasimodo. -
La vergine e la femme fatale. L'eterno femminino nell'immaginario grafico del simbolismo e dell'art nouveau. Ediz. illustrata
Catalogo della mostra allestita a Sesto Fiorentino dal 26 marzo al 28 maggio 2017, il volume propone un'indagine nella cultura figurativa europea tra Otto e Novecento concentrandosi sull'immaginario legato all'""eterno femminino"""". Le opere grafiche riprodotte, perlopiù incisioni e illustrazioni di libri e riviste, riflettono l'idolatria esasperata di un'epoca per un universo femminile dalle mille sfaccettature e contraddizioni, alle soglie di un progresso e di un'emancipazione dei costumi ormai sentiti in tutta la loro impellente necessità. Artisti come Gustave Moreau, Aubrey Beardsley, Félicien Rops, Georges De Feure, Alfons Mucha, Max Klinger vanno a comporre un caleidoscopio che si delinea soprattutto nella fantasia maschile, modellando l'idea di donna su basi che da un lato ne rivendicano la libertà assoluta e l'estremo predominio, dall'altro la inchiodano a ruoli e archetipi rigidi e contrapposti, mitizzandone ed estremizzandone l'immagine: donna mercificata e sublimata, riprodotta in immagini simulacro di godimento estetico e sensuale, amplificata e proiettata dalla letteratura alle arti maggiori e minori."" -
Il tarlo del critico
Una piccola ""scatola a sorpresa"""" di contributi saggistici per festeggiare il novantesimo anniversario, e i sessant'anni di militanza critica, di un grande protagonista della cultura letteraria italiana del ruggente secondo '900, come Walter Pedullà. Capace come pochissimi di scavare nel magma delle forme letterarie decrittandone i più riposti enigmi, sempre nel porsi (da scrittore-critico di razza) sulla lunghezza d'onda delle scritture osservate; invenendo, nella propria vulcanica invenzione, chiavi sempre illuminanti e nuove, a una comprensione del presente (delle forme, ma in esse della storia) nelle sue brucianti rivoluzioni. I contributi raccolti nella """"scatola"""", nuovi o tratti dagli archivi, esplorano una per una le prospettive critiche così come l'ordine del discorso di questa militanza critica inarrestabile e geniale, che ha illuminato, dal vivo e nel vivo, ben più di mezzo secolo della nostra cultura."" -
Guerrafesta
«Finito di leggere Guerrafesta, la terza opera poetica di Flaminia Colella, si rimane a lungo nell'alone luminoso e turbinoso a cui già il titolo ci introduce. Il nome composto, il neologismo ossimorico inventato dall'autrice per dar nome alla sua raccolta, non indica alternanza di due situazioni: non c'è qui avvicendamento tra il negativo della guerra e il positivo della festa, né oscillazione tra i due poli, anzi, l'immagine del pendolo è negativa: «Oscilla la notte, è un pendolo/ nella città che non cambia mai/ dalla periferia al centro le voci/ si rincorrono come in un cerchio», come la staticità, la circolarità, la ripetizione. Guerra e festa sono sincroniche, siamo sempre nell'una e nell'altra, i due dispositivi [ ... ] tendono persino, in certi passaggi, a coincidere e a identificarsi. La poesia di Colella accetta l'ineluttabile compresenza di bene e male e ci mette in moto. Il lettore che l'ha seguita ne esce con la definita percezione di un movimento continuo e una ricerca instancabile [.. .]» (Dalla Prefazione di Gianfranco Lauretano) -
Le parole di Roma. Storia della letteratura latina
Questa nuova storia della letteratura latina intende coniugare un alto livello scientifico con le esigenze didattiche della leggibilità, particolarmente pressanti nel contesto universitario attuale, in cui la materia deve essere presentata a studenti dal percorso scolastico spesso molto variegato. Dal punto di vista scientifico, il rifiuto di privilegiare una metodologia o una prospettiva di studi preserva il testo dall’esasperazione di mode esegetiche spesso effimere, riconsegnando la letteratura latina alla serietà di un approccio multifocale, insieme filologico, letterario, stilistico e storico-filosofico. Allo stesso tempo, però, l’indiscusso magistero universitario di Paolo Fedeli garantisce la coerenza e l’unità del taglio interpretativo, dall’epoca arcaica al tardoantico. I tre autori, forti anche di un continuo e stretto contatto con il mondo della scuola, hanno lavorato per calare questo impianto scientifico in una forma aggiornata nei contenuti, ma anche viva, aperta e di alta leggibilità. Rubriche di lessico (Le parole e il loro significato), schede di due tipologie (Focus, su aspetti peculiari della letteratura latina, e Nexus, sui rapporti con altre culture), tabelle riassuntive delle opere e utili Sintesi visive alla fine di ogni capitolo contribuiscono a fare di questo testo un manuale ideale per la preparazione degli esami universitari. -
Consonanze. Sondaggi ed esperienze musicali
Vivere l'esperienza musicale, indagarla, insegnarla. Tre aspetti intrecciati fra loro, che il libro cerca di sondare da diversi punti di vista, dall'approfondimento di percorsi didattici storico-musicali al suggerimento di ""letture utili"""", dalla suggestione analitica del saggio sino alla ricerca che emerge dagli appunti di studio. Queste pagine, che costituiscono un itinerario musicologico vario e solcato da necessarie aperture, tentano di compiere un primo passo lungo cammini """"poetici"""", in senso lato, attraverso l'arte dei suoni, sia nella sua autonomia che nelle sue relazioni con le altre espressioni artistiche (in particolare il teatro e il cinema). Piccoli cabotaggi adatti non solo a chi della musica è già navigato conoscitore, ma anche, se non soprattutto, a coloro che si sentono affascinati dalla consonanza tra le arti."" -
I tempi del rito. Il santuario di Monte li Santi-Le Rote a Narce. Ediz. illustrata
L'idea di promuovere un progetto espositivo condiviso sui risultati dello scavo condotto appena pochi mesi orsono nel santuario di Monte Li Santi-Le Rote, nel Parco del Treja, nasce dalla consapevolezza che la tutela del territorio passa anche e soprattutto attraverso la sua valorizzazione. Due sono i musei coinvolti nella mostra, il Museo archeologico dell'Agro Falisco nel Forte Sangallo di Civita Castellana, e il Museo Archeologico -Virtuale di Narce a Mazzano Romano. La mostra ""I tempi del rito"""" rappresenta senz'altro per il MAVNA una nuova sfida, mentre non è la prima volta che il Forte del Sangallo realizza una mostra sul santuario, testimoniando così l'attenzione che la Soprintendenza per i beni archeologici dell'Etruria meridionale ha da sempre nei confronti di questo straordinario complesso sacro, inserito negli anni scorsi anche nel Progetto di Soprintendenza """"I grandi santuari d'Etruria"""". Le indagini che hanno riportato in luce altre eccezionali testimonianze del rito praticato nel santuario sono state condotte grazie ad un finanziamento regionale per la messa in opera dei plinti di fondazione di una nuova tettoia di protezione dell'area."" -
Medea. Fortuna e metamorfosi di un archetipo
Esistono miti, antichi e moderni, che possono essere definiti ""ridondanti"""", poiché offrono alla rielaborazione letteraria e allo studio critico un'eccezionale densità di temi e pluralità di sensi. Soprattutto quando vengono tradotti in forma drammatica, danno origine a una costellazione di testi, ognuno dei quali è intessuto di richiami e di citazioni tratti dai modelli che lo precedono e, nello stesso tempo, grazie alla ridondanza del soggetto, individua e sviluppa nuclei semantici e schemi strutturali inediti, poi ripresi e rielaborati dalle riscritture successive. Tale è il caso di Medea, da intendere sia come titolazione di una vicenda teatrale sia come antroponimo della sua protagonista. Seguendo l'evoluzione del personaggio e del mito dagli archetipi classici ai più significativi rifacimenti moderni, il libro analizza l'intreccio delle costanti e delle varianti, il gioco dei rimandi e delle contrapposizioni che legano una Medea a un'altra: dalle tracce sparse della leggenda arcaica al capolavoro di Euripide, dal dramma perduto di Ovidio alla versione di Seneca, prototipo forse ancor più seguito di quello greco; dalla fedele rielaborazione euripidea di Ludovico Dolce alla tragedia di Corneille; dalla trilogia di Grillparzer all'atto unico di Anouilh."" -
Intanto che la vita
Raccolta di poesie. -
Parlare ai nomi
Raccolta di poesie. -
Sam e Dave scavano una buca. Ediz. a colori
Un giorno Sam e Dave decidono di scavare una buca alla ricerca di “qualcosa di spettacolare”. Scavano e scavano ma non trovano nulla, e a un certo punto iniziano a cadere, cadere, cadere... finché non tornano al punto di partenza. O almeno, questo è quello che credono. Una storia divertente su come, a volte, non ci accorgiamo delle cose preziose che abbiamo proprio sotto gli occhi. Età di lettura: da 5 anni. -
Il tempo della vita
Considerato l'erede di Marias e Vila-Matas, Marcos Giralt Torrente racconta nella sua ultima opera, che ha ottenuto il Premio Nacional de Narrativa, il difficile rapporto con il padre in quel tempo, ""il tempo della vita"""" appunto, trascorso insieme a lui tra incomprensioni e odio-amore, fino alla morte dell'uomo. In una prosa letteraria e trasparente al tempo stesso, sospesa tra autobiografia e romanzo, tra narrazione e confessione, l'autore, completamente a nudo, indaga il senso profondo della relazione tra un figlio e un genitore. Questa materia, pericolosa e profondamente intima, quasi sfacciata, nella scrittura di Giralt Torrente diventa emozione, sorpresa e, soprattutto, grande letteratura capace di rivelare al lettore un significato universale. """"Il tempo della vita"""" è la storia di una riconciliazione tra un padre e un figlio che, nonostante le reciproche chiusure, i silenzi, i lunghi periodi di separazione, non hanno mai davvero smesso di amarsi."" -
Rust Remix. Architecture: Pittsburgh Versus Detroit. Ediz. italiana e inglese
Tra la città dell'acciaio, Pittsburgh e quella iconica dell'auto, Detroit, nella Rust-Belt americana, progetti con gradienti diversi di intervento disegnano il cambiamento. Architetture che determinano nuove spazialità, usi e forme, che comportano in prevalenza riplasmazioni di scocche strutturali e di materiali e raccontano un contesto segnato dalla crisi della post-industrializzazione. Narrazione e riscrittura di alcuni casi studio offrono una riflessione sul ruolo che il progetto e gli architetti possono oggi assumere nella ridefinizione di un sistema del live, work e play diversamente produttivo.