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Bari IV municipio. Patrimonio paesaggio spazio pubblico
Catalogo di ricerche e progetti esposti in ""Natura, storia, archeologia: strategie di riuso e rigenerazione per il Municipio"""". Catalogo della mostra Urban Center (Bari 5-12 novembre 2018)."" -
Le sckattarùle
"[...] Con Franca Fabris Angelillo siamo di fronte all'uso della poesia dialettale come fenomeno letterario degno di essere seguito, letto e analizzato. Poesia, insomma, a tutti gli effetti, non certo puro materiale folklorico. L'autrice è in grado di affrontare diverse tonalità del 'poetico: il lirismo a tutto campo, l'ambientazione in luoghi tipici della città, l'attenzione alle vicende del sociale, la tenerezza del volgere delle stagioni e dei momenti della giornata, la dimensione della nostalgia, l'irrompere dell'ironia o del comico. La sensazione che ti dà questa poesia è che - da una parte - è poesia legata ad un territorio, ad una città, dall'altra è poesia universale (e qui sta l'arte dell'autrice) perché si poggia su sentimenti ed emozioni comuni a tutti. Inoltre, produce testi di estrema musicalità (che certamente saranno vieppiù valorizzati dalla lettura della stessa autrice, maestra anche nella recitazione dei suoi versi)"""". (dalla presentazione)" -
Stefano da Putignano. «Virtuoso» scultore del Rinascimento
Il volume rappresenta un'accurata rivisitazione critica della personalità artistica di Stefano Pugliese da Putignano (1470 c.-dopo il 1538), il più noto e prolifico fra gli scultori pugliesi attivi tra Quattro e Cinquecento, e segue, a trent'anni esatti di distanza, il volume sullo stesso argomento della stessa autrice edito nel 1990. La necessità di dedicare allo scultore un nuovo, più aggiornato e approfondito studio, accompagnato da un pregevole apparato iconografico in buona parte realizzato per l'occasione e finalizzato a favorire una più vasta conoscenza della sua arte presso il pubblico degli studiosi e degli appassionati, nasce dalla presa d'atto dei grandi passi in avanti compiuti dagli studi sulla scultura rinascimentale pugliese dal 1990 ad oggi, che hanno consentito di distinguere chiaramente la personalità artistica di Stefano rispetto a quella di altri scultori coevi con i quali era stato spesso confuso in passato. Il grande numero di restauri che hanno interessato le opere di Stefano da Putignano negli ultimi anni permettono inoltre di valutare meglio le sue qualità di ""virtuoso"""" scultore, aggettivo con cui l'artista viene definito in una fonte settecentesca. Il volume ripercorre la storia critica dello scultore e tratteggia ampiamente l'ambiente storico e storico-artistico in cui egli si trovò ad operare, proponendo nuove, inedite direzioni d'indagine sulla sua formazione, avvenuta in loco e presumibilmente perfezionata in area lombarda, e prendendo in esame l'intero corpus delle sue opere, costituito da oltre un centinaio di sculture in pietra scolpita e vivacemente policromata sparse in un territorio molto vasto, che va dalla Terra di Bari alle attuali province di Brindisi, Lecce, Taranto e Matera (quest'ultima sino al 1663 parte integrante della """"Terra d'Otranto"""")."" -
Come un treno in arrivo a stazione desiderio. Quaderno di viaggio
"Bisogna prendere speciali precauzioni contro la malattia dello scrivere, perché è un male pericoloso e contagioso.""""" -
I due gattini e la casa di ricotta e gruviera
"Questa storia l'ho ascoltata da una lumaca e dal suo amico grillo. Si raccontavano, ridendo sotto le antenne, di quella volta che..."""" Età di lettura: da 3 anni." -
Il miele salute in cucina
Le ricette, i consigli e i segreti per utilizzare, in preparazioni dolci e salate, il nettare degli dèi. -
Curarsi con le api. Miele, propoli, polline, pappa reale e veleno
Le virtù terapeutiche dei prodotti dell'alveare, per dare equilibrio ed energia al nostro corpo. -
Per amica silentia lunae
"A una prima lettura, si comprende immediatamente che Per Amica Silentia Lunæ è una divagazione su due temi cari a Yeats: la maschera e la visione. La bellezza del testo sta però proprio nella stranezza di queste divagazioni, nel loro procedere senza continuità dialettica da monologhi a squarci e pensieri fulminanti, quasi aforistici, che fanno della loro oscurità la loro forza. Il problema dei morti, che occupa quasi tutta la seconda parte del testo, e del rapporto che i vivi hanno con loro, è centrale nel pensiero di Yeats. [...] Ma chi sono questi morti di cui parla Yeats? I poeti che lo hanno preceduto, secondo Harold Bloom, che legge questo testo anche come un saggio sull'Influenza Poetica e sul modo in cui un poeta riesce a liberarsi dei propri predecessori e a crearsi una propria individualità. [...] C'è infine un ultimo modo in cui è possibile leggere questo testo: Yeats immaginò queste meditazioni come una lettera a Iseult Gonne - la giovane donna di cui credeva di essere innamorato, figlia di quella Maud Gonne che era stata e forse era ancora un suo grande amore. [...] Ma nel parlare d'amore, Yeats dimentica quello che era il suo scopo e parla di ciò che ama e parla a ciò che ama. E questa lettera d'amore a Iseult diventa così anche una lettera d'amore per i poeti romantici, e una lettera d'amore per i morti appassionati. Un amore infelice, ovviamente, e illusorio come la luna."""" (Dallo scritto di Gino Scatasta)" -
Quaderni in ottavo
«Egli è un libero e sicuro cittadino della terra, perché è legato a una catena abbastanza lunga per lasciargli raggiungere qualunque luogo terrestre, ma non tanto che qualcosa lo possa trascinare oltre i limiti della terra. Al tempo stesso, però, è anche un libero e sicuro cittadino del cielo, perché è legato anche a un'analoga catena celeste. Ora, se vuol scendere in terra, lo strozza il collare del cielo, se vuol salire in cielo, lo strozza il collare della terra. E tuttavia egli ha a disposizione tutte le possibilità, e lo sente; anzi, si rifiuta persino di attribuire la colpa di tutto ciò a un errore commesso nell'incatenarlo a quel modo». Note di Max Brod. -
Carmi priapei
“La cattiveria, l’aspra misoginia, il più logoro e consunto luogo comune sconcio scatta in arguzia, e la volgarità si riscatta in leggerezza, finisce in risata o in irridente sentenza gnomica. Ecco il trionfo gaudioso dei Carmina Priapea nell’astutissimo gioco verbale di senso e di suono che incalza ossessivo il fantasma fallico, più che il fallo, fino a circuirlo e a stringerlo in una griffa di complice tenerezza. Sferzante però resiste l’intento morale, di fustigazione dei costumi, che manda in frantumi il supercilium dei Romani, la gravitas tradizionale, pur nella discontinuità delle voci, rigorosamente anonime, che lì dove il tono è minore e minore la tensione che le regge, non mancano di apparire monocordi o ripetitive. Ma si sa, l’osceno non è facile, sempre in bilico sul precipizio, legato a un sottilissimo filo d’intelligenza […]. Il divertimento, in senso etimologico, come brusco spostamento e improvviso mutamento, segna questi testi per lo più epigrammatici, e avviene che l’elemento fallico sia ridotto a puro pretesto e, spogliato per così dire della sua consistenza, si tramuti in altro da sé, – figurazione con altri sensi e significati, di altre ossessioni o fobie, soprattutto quando la freccia dell’offesa, con la punta intinta in altro veleno, mira ad altro bersaglio.” (Dalla postfazione di Jolanda Insana) -
Ludwig Van Beethoven nei miei ricordi giovanili
Questo volume è un classico della letteratura memorialistica su Beethoven e una delle più importanti fonti dirette sulla sua vita. Alla sua origine sta la singolarissima esperienza di un ragazzo poco più che dodicenne, che per due anni, gli ultimi della vita di Beethoven, ne frequenta quotidianamente la casa, gli diviene amico affettuoso, lo assiste, e più tardi, in età ormai avanzata, con consapevolezza ben maggiore e in più ampia prospettiva ripercorre quei momenti, riferendone episodi e impressioni con fedele semplicità e composta commozione. Sullo sfondo della vita culturale-musicale, non soltanto viennese, del tempo, nella quale il Maestro appare assorbito dalla sua imponente attività, prende rilievo un Beethoven intimo e umanissimo. Considerato testimonianza di incantevole bellezza questo libro di memorie è arricchito nella presente edizione da tre appendici: i ""Ricordi di Beethoven"""" di Grillparzer, una sezione dei """"Quaderni di conversazione"""" e il famoso """"Testamento di Heiligenstadt""""."" -
Il signor Croche antidilettante
"Un coraggio da autodidatta volontario ha obbligato Debussy a ripensare tutti gli aspetti della creazione musicale: così facendo provoca una rivoluzione profonda, se non sempre spettacolare: i due ritratti di Monsieur Croche ne fanno testimonianza: in nero: «Vi si saluta con sontuosi epiteti, e siete soltanto dei furbi! Qualcosa che sta fra la scimmia e il cameriere»; in bianco: «Bisogna cercare la disciplina nella libertà e non nelle formule di una filosofia caduca e buona soltanto per i deboli». Colpa clamorosa agli occhi dei costruttori: nulla venne promulgato. Eppure ecco la chimera più fascinosa. Debussy rimane uno dei musicisti più isolati che siano mai esistiti: se la sua epoca lo forzò a trovare talora soluzioni sfuggenti, feline, con la sua esperienza incomunicabile e la sua riservatezza sontuosa, è l'unico musicista francese a essere universale, per lo meno nei secoli XIX e XX. Conserva un potere di seduzione misterioso, avvincente; la sua situazione, all'inizio del movimento contemporaneo, è di punta, ma solitaria. Mosso da «quel desiderio di andare sempre più lontano che gli fungeva da pane e da vino», ha negato in anticipo ogni tentativo di riferirsi all'ordine antico. Non possiamo dimenticare che il tempo di Debussy è anche quello di Cézanne e di Mallarmé: congiunzione triplice alla radice, forse, di ogni modernità, anche se non è possibile trovarvi un insegnamento discorsivo, ma non v'è dubbio che Debussy ha voluto far capire che occorreva non solo costruire, ma sognare la propria rivoluzione."""" (Dallo scritto di Pierre Boulez)" -
Questione di donna
«Sacra profondità dorme nella donna. Il suo cervello è fresco, non incatenato dal sapere. Lasciate crescere la donna libera dal modo di agire e di pensare dell'uomo! Immensi torrenti di idee nuove si leveranno in turbine, verranno nuove religioni, nuovi dèi, nuovi mondi. La donna non conosce limiti al pensiero, non si adatta a nessun sistema, non è ancora stata scoperta, è enigmatica, sorprendente. L'uomo perisce, ma la donna è eterna. Si risveglia una civiltà della donna, del sesso forte. Le donne sono forti, piene di speranza, di buona speranza». Con uno scritto di Jutta Prasse. -
De profundis
Oscar Wilde (1854-1900) è uno degli scrittori più amati e discussi dell'Ottocento. La sua prosa spregiudicata ha dato alla luce capolavori come ""Il ritratto di Dorian Gray"""" e """"L'importanza di chiamarsi Ernesto"""". Il """"De Profundis"""" (1897) è fra le ultime opere del grande autore irlandese. Composta in parte durante la detenzione nel carcere di Reading - dove era rinchiuso per essersi «macchiato» del reato di sodomia - si presenta in forma di lettera indirizzata al giovane amante Alfred Douglas. Wilde vi appare affascinante ribelle, spirito eccentrico e contraddittorio, come sempre fu, ma ormai fiaccato nell'animo e sofferente per la sua condizione di uomo condannato dalla società puritana e di artista incompreso e isolato dal resto del mondo."" -
Sulla volontà nella natura
«Dopo diciannove anni ho avuto la gioia di poter porre mano per la seconda volta, per rivederla, a questa piccola opera; e la gioia è stata tanto più grande in quanto quest’ultima è di particolare importanza per la mia filosofia. Giacché, partendo dalla pura empiria, dalle osservazioni di naturalisti spregiudicati, intenti a seguire il filo della loro scienza specifica, qui giungo direttamente al vero e proprio nocciolo della mia metafisica, mostro i suoi punti di contatto con le scienze naturali e fornisco così, in certa misura, la prova del nove del mio dogma fondamentale, che in tal modo riceve la sua fondazione più pregnante e più specifica, e inoltre si presta all’intelligenza nella maniera più chiara, comprensibile e precisa che in qualsiasi altro luogo». -
Charlie Chaplin
Iniziato da Sergej M. Ejzenstejn nel 1937, «Charlie the Kid», che qui presentiamo con altri due brevi testi del grande regista su Charlie Chaplin, avrebbe dovuto far parte di un libro incompiuto, ""Metodo"""", insieme a studi sulla fruizione dell'opera d'arte, sul cinema di David W. Griffith e sul «grande artista e maestro» Walt Disney. Ejzenstejn nutrì per l'intera vita un affetto profondo, una stima senza confini nei confronti di Chaplin, che ebbe modo di conoscere nella sua sfortunata esperienza cinematografica in America nel 1930. «Si festeggia in questi giorni il vostro giubileo,» così scrive Ejzenstejn «e io ricordo con calore quei sei mesi durante i quali ci siamo frequentati a Hollywood, le nostre partite di tennis, i nostri giri per i grandi parchi d'attrazioni popolari, dove i giovani che incontravamo vi battevano amichevolmente sulla spalla dicendo: """"Hello, Charlie!"""", le nostre crociere sul vostro yacht nelle acque dell'Oceano Pacifico al largo dell'isola Catalina. [...] La vostra via fu quella di un'arte che gode di un favore senza pari nel mondo intero, e che professa un profondo amore per l'umanità, quale voi avete manifestato sin dai vostri primi film. Per questo amore verso l'uomo, per il vostro desiderio di partecipare alla lotta dell'uomo in cerca della sua dignità e di condizioni di esistenza degne di lui, per le vostre magnifiche opere, si vorrebbe battervi confidenzialmente sulla spalla, come si usa da voi, in America, e dire dal profondo del cuore: """"Hello, Charlie!... Mano nella mano per molti anni ancora, e lunga vita ai più grandi ideali dell'umanità!""""»."" -
Marginalia. Le forme della libertà. Ediz. italiana e inglese
Gli artisti sono esseri liberi che devono affrontare anche il pericolo e la difficoltà di non essere compresi. Del resto il dilemma rimane sempre lo stesso: farsi capire da tutti tradendo se stessi o essere se stessi rischiando la solitudine e la marginalità? Gli artisti presenti in questa esposizione sono dei personaggi che non si sono adagiati nel già visto, negli standard di quello che può piacere a tutti, semplice, riposante, magari ""carino"""". Sono artisti veri che hanno portato e portano nel mondo dell'arte la propria personalità, la propria storia, le proprie ossessioni. Oggi che l'arte è uno dei molti canali della comunicazione, confrontarci come pubblico con delle personalità così definite e non certo semplici da accettare, è la prova che l'arte resta un'occasione di conoscenza unica e irripetibile. Un'esperienza intraducibile, che deve essere vissuta direttamente, perché la si possa avvicinare e comprendere. La libertà di esprimersi è sempre una conquista perché l'arte è un viaggio verso territori sconosciuti da cui si ritorna più ricchi e più sensibili. Questa mostra è piena di mondi differenti, di universi visionari che ci affascinano e coinvolgono portandoci... La mostra a Pavia, Musei Civici - Castello Visconteo 20/11/2021 / 28/02/2022 La mostra vuole rivalutare la """"marginalità"""" come scelta e come punto privilegiato per osservare la realtà nella sua compressa unicità."" -
Dare un nome al dolore. Il cammino di Fondazione ISAL. Trent'anni di storia
"Ho scritto sul dolore, specie quello inutile, l'ho visto, l'ho frequentato, ne ho tratto motivi di rabbia e ragioni – sì, proprio ragioni – per riconciliarmi con un'idea di solidarietà e di cittadinanza. La mole di letteratura sul significato teologico e storico del dolore può aiutare a elaborare (o ritrovare) un contesto in cui cercare risposte sul significato del soffrire ma non risolve l'evento immanente che colpisce brutalmente l'individuo. Per permettere che la persona malata possa vivere con dignità il proprio destino, senza che il dolore insopportabile annulli i sensi, è necessario che il dolore divenga comunicazione cosicché, uscendo dal silenzio, possa produrre senso: per fare ciò il dolore deve essere alleviato e dominato. (…) L'interruzione o l'affievolirsi della sofferenza dirà che la vita è ancora capace di vincere, di essere se stessa"""". (Sergio Zavoli)" -
Irae. This is (not) the end. Ediz. illustrata. Vol. 2
IRAE nasce come un progetto che illustra un impegno concreto per la sostenibilità in relazione all'arte pubblica, nata insieme all'associazione Yourban 2030. Questa onlus, nei suoi primi anni, si è posta l'obiettivo di promuovere iniziative ispirate agli obiettivi delle Nazioni Unite 2030, attraverso gli occhi degli artisti. E con IRAE vogliamo portare alla luce il tema della sostenibilità per quante più persone possibili e ispirarle a contribuire con i propri punti di vista - ma soprattutto con il loro talento. -
In-e-volution. Lorenzo Scarpellini. Ediz. illustrata
L'evoluzione, termine qui messo in discussione, ci ha educati a contare teste, arti, code, orecchie e ossa. Siamo abili nel riconoscere ciò che è scientificamente corretto e ciò che non lo è. Ciò che è in equilibrio, finora, con l'ambiente circostante e ciò che è capace di ribaltarlo o di esserne sopraffatto. La linearità dell'esistenza diventa ed è un'utopia alla quale gran parte dell'arte contemporanea ci sta divezzando. Questi esseri vivono nell'innerspace, legati tangibilmente alla realtà che portano dentro di loro. Non sono i guardiani della spiritualità, come i gargouille di Notre-Dame, ma rappresentano la potenzialità distopica nell'oggi per il domani.