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Dialogo infinito
L'intera produzione poetica di Giorgio Bárberi Squarotti a partire da ""La voce roca"""" del 1960 a """"Le voci della vita"""" del 2016."" -
Vernice. Rivista di formazione e cultura. Vol. 54: Intervista a Roberto Pazzi.
Rivista di formazione e cultura, semestrale, fondata nel 1994, si occupa di tematiche letterarie e propone nuovi testi di poesia, narrativa, teatro e testimonianze di arte contemporanea; ogni numero è monotematico e caratterizzato da un'inchiesta diffusa presso tutti gli abbonati e commentata da un autore di rilievo nazionale. -
Chi sono io tra loro?
La domanda del titolo, posta in forma di affermazione, suona come uno spunto di riflessione filosofica più che come un quesito. La voglia di sapere, l'ansia di conoscere le proprie origini che attraversa tutto il romanzo sembra acquietarsi nella pacata considerazione finale riassunta nel titolo. L'elenco dei nomi che viene sciorinato in ordine alfabetico dal narratore all'inizio del libro, con esplicito riferimento al Qoelet, l'Ecclesiaste biblico, è la trama destinata a dipanarsi di generazione in generazione con il procedere dei capitoli, scoprendo la vanità del vagare umano nel mondo in rapporto al disegno sovrannaturale che lo guida. Il protagonista stesso vi si nasconde come una particella fondamentale all'insieme delle reazioni chimiche degli intrecci individuali, sullo sfondo della Storia del Novecento. Dall'Australia agli Stati Uniti d'America, dall'Europa della Seconda guerra. L'interesse di questa particolare saga sta soprattutto nella coscienza di non essere più importante di altre, ma quanto le altre assolutamente necessaria, impossibile da tacere. L'obbligo morale di testimoniare, ancora e ancora, non abbandona un istante queste pagine e ne è la forza. -
Sulla scia del vento
«Il genere del romanzo giallo psico-etico acquista con ""Sulla scia del vento"""" una nuova dimensione. La suspense di una trama descritta borderline al compimento di un crimine, propone il tema dell'appagamento dei bisogni indispensabili tramite l'alienazione di ciò che di maggiore valore ci appartiene. Il tema è antico come la Bibbia e risale al piatto di lenticchie di Esaù (dietro c'è sempre l'artiglio del diavolo, che trasformerà in crusca la farina). L'invenzione di una trama del tutto innovativa e singolare, che prevede la sostituzione delle lenticchie con un prezioso gioiello di famiglia di antica fattura, sortisce però in una riflessione di natura più filosofica sul perdono, che oltrepassa la distinzione tra il Bene e il Male e sfocia nel processo psicologico definito """"scia del vento"""" che produce, tra identificazione e camuffamento, l'unione dell'Io e dell'Alter-Ego. In una Cagliari di inizio millennio, illustrata nell'attualità nevrotica e consumistica della vita moderna, Federico Aru ambienta una vicenda criminosa che trasforma la trama del giallo noir in una ricerca sul fascino incantatore della cattiveria umana e sul veleno che essa diffonde. [...]»"" -
D'orod'argentod'ombra
Con D'oro d'argento d'ombra siamo di fronte alla più vasta e profonda riflessione compiuta da Edith Dzieduszycka sul tema misterioso del tempo. Ci introducono al libro le due citazioni collocate in epigrafe, rispettivamente tratte da Fernando Pessoa e da Tadeusz Ró?ewicz, delle quali va subito notato il carattere di marcata specificità novecentesca. Pessoa è sicuramente un monumento di ineguagliata grandezza della Poesia europea, che ispirò l'intero secondo Novecento, con un anticipo di svariati decenni, essendo morto nel 1938. Tadeusz Ró?ewicz, poeta e drammaturgo polacco, devastato dall'esperienza tragica della Seconda Guerra mondiale, si portò dentro il ""vizio di scrivere poesie"""" quasi come una colpa inspiegabile agli occhi di chi aveva vissuto in epoca contemporanea agli orrori di Auschwitz-Birkenau, la """"fabbrica della morte""""."" -
Ca' del vént. Parole nell'aere
Il vento è il filo conduttore della silloge, immagine del soffio vitale, ma anche del tempo interiore e dell'ispirazione poetica che lo esplora. Al medesimo archetipo sono legate tutte le altre citazioni. Ca' del vént, che nel nome sembra evocare qualche località delle colline oltrepadane, è un locus immaginario, ove soffiano memorie e poesie. Il vento suggerisce inoltre l'idea della musica e della danza: e le parole, i versi, i testi si susseguono infatti in una sorta di flusso danzato (spesso cromatico). -
Avanti fino in fondo
"Di Renato Greco si dovrà parlare di eclettismo poetico, per la varietà delle forme e degli stili che la sua poesia contiene. Si va dal sonetto in versi liberi, composto senza la cantilena della rima ma nel rispetto della metrica dell'endecasillabo, per giungere fino alla prosa poetica, che trasferisce totalmente il criterio della poeticità dalla forma delle parole al contenuto delle cose che le parole esprimono. L'uso di un differenziato registro degli stili e delle forme è prova non solo della versatilità del Poeta e del suo sconfinato patrimonio di letture, ma più di tutto dell'equivalenza creatrice delle espressioni, una sorta di sinestesia delle parole, che risultano comunque orientate al magnetismo della Poesia, quale che sia il criterio formale del dettato""""." -
Parole d'amore
Con un singolare rovesciamento dei ruoli fra uomo e donna, secondo un antico topos della lirica amorosa, l'innamorata porta perennemente nel cuore l'immagine dell'amato, anche quand'egli è lontano. E proprio quell'immagine, quell'intimo globo di luce, è fonte della poesia. Questa rispondenza, questo rispecchiamento di due anime, eternati dalla forma poetica, attraverso queste pagine riemerse ora dal passato, ma così intensamente vive, continuano a parlarci e a persuaderci della loro predestinata e superiore necessità. -
Ventaglietto
"In """"Ventaglietto"""" Dora Mauro ci offre una nuova chiave di lettura della sua scrittura, ma, ancor più, della sua personalità spigolosa e pur dolce, schiva e al tempo stesso socievole, interessata e partecipe quanto indifferente e quasi estranea al fluire dei giorni e degli avvenimenti. Da ogni stecca del suo immaginario ventaglio escono le istantanee, ora riflessioni personali, ora aforismi, ora pungenti satire, ora lampi di sensazioni e sentimenti che la coinvolgono nel profondo o la sfiorano appena e che spaziano dalla gioia al dolore in una vasta e profonda gamma di sfumature. Dispiegandolo a poco a poco il ventaglio rivela rime in cui le parole vibrano e si trasformano in musica o si fondono per dar vita a pennellate di colore in continua trasformazione; dietro ogni verso, dietro ogni parola c'è l'essenza dello spirito indipendente e forte di Dora che si fonde con l'intensità dei sentimenti che la permeano""""." -
Le avventure di Maurizino
Dieci racconti dedicati alla fanciullezza e all'adolescenza che è fiorita dopo la seconda guerra mondiale, intorno agli anni '50, nell'epopea del ""miracolo economico italiano"""": dieci piccole storie, come i celeberrimi piccoli indiani di Agatha Christie, simbolo di fanciullezza e di adolescenza in ogni luogo e tempo. Forni, con i suoi dieci piccoli racconti, ci porta a riflettere sulla potenza e sulla fragilità della crescita dei bambini. Quanto sono vivaci e interessati a muoversi nel mondo! Altrettanto sono indifesi e ingenui. La loro fiducia nel futuro è incrollabile: ricca di sogni, di gioiosa alacrità, di speranze. Il loro mondo affettivo si costruisce come bastione intorno a poche ma risolutive fonti: la famiglia, la scuola, gli amici. Età di lettura: da 10 anni."" -
Dire Mu
Mu si riferisce a ?, dodicesima lettera dell'alfabeto greco - detta abitualmente mi - lettera muta e silenziosa, come la h in spagnolo. Dire la lettera muta che accompagna certe parole è una porta invitante e impegnativa. Il titolo ""Dire Mu"""" è un ossimoro: dire l'impronunciabile e il silenzio, enunciare l'assenza. Scommessa decisa, rispettosa e audace fronte al silenzio: da un lato, perché evoca certi silenziamenti che non fanno bene, dall'altro, perché bisogna saper tacere fronte a certe cose, a condizione di non restare muti; e, finalmente, Céline arriva a intrecciare e annodare il silenzio dell'assenza strutturale del femminile con il suo stile."" -
Il voltolino
Una quarantina di racconti brevi da leggere in ogni momento della giornata, ma soprattutto prima di andare a dormire. Magari insieme, in famiglia, avvolti dal tepore di casa. Sulle ali di un instancabile voltolino l'autore sorvola molto di ciò che egli ha visto e vissuto fino a oggi: dalle campagne sarde, scrigni di avventurose scoperte infantili, alle coste frastagliate della Liguria, luoghi per lui di passaggio e di fervente immaginazione; dalle grandi città d'Italia, che egli descrive come frenetiche fucine di caos e di solenne memoria storica, ai pianeti fantastici che custodiscono verità, conoscenze e desideri che sanno un po' di nostalgia e un po' di desiderio. Come a dire che viaggiare attraverso la fantasia, in fondo, è una delle più serie missioni della nostra esistenza. -
Il prezzo della libertà
La supremazia di Napoleone si è definitivamente sgretolata, favorendo la restaurazione borbonica e l'incoronazione del Re Luigi XVIII. Le controversie però, non tardano ad arrivare: un tesoro nascosto, ambito da molti, mette a dura prova il sistema della Gendarmeria e della giustizia francese. Savarin, in questi anni, oltre a lavorare per il suo importantissimo progetto La fisiologia del gusto, non mancava di insegnare ancora a Gilles, nuove preparazioni riportando a riguardo, importanti nozioni storiche. -
Resilienze
Poesia di luminosa intensità lirica è quella sviluppata da Barbara Panelli nella raccolta ""Resilienze"""", in cui la tenacia contemplativa ed ammirativa rivolta a ogni forma di manifestazione della vita si estende, come insegnò Petrarca davanti alla salma di Laura, anche nel riconoscimento dell'estrema bellezza degenerata e ultimativa della decadenza e del degrado biologico. Il trionfo della bellezza resta impresso e luminescente negli occhi di chi ha profondamente amato la vita anche nell'attimo del baratro e della vertigine che drammatizza l'epifania della morte. Poesia di purissima espressione linguistica, con un verseggiare piano e attento all'uso sapiente e moderato dell'artificio letterario."" -
Siamo tutte Elettra
"Siamo tutte Elettra"""" è un vivacissimo lavoro teatrale che segue un modello molto caro a Mirella Berardino, quello del chiasmo creativo o se si volesse disturbare Plutarco si potrebbe dire delle vite parallele, nel senso non già di fare un confronto tra il mondo greco e quello romano, ma di inanellare una serie di convergenze parallele date da vite di donne appartenenti ad ambienti diversi, in civiltà differenti, in tempi distanti fra loro, addirittura abitanti in altri continenti eppure in un qualche modo riconducibili a una matrice ideale comune. Non si fraintenda l'aggettivo ideale col sostantivo idealista. Mirella Berardino è tutt'altro che un'idealista, perché non vive affatto nel mondo iperuranico delle idee, ma è profondamente e irrimediabilmente radicata nella realtà del suo tempo." -
Il prigioniero di Ushuaia-El prisionero de Ushuaia. Ediz. bilingue
L'intero poemetto è un inno elevato al silenzio della natura che cresce e domina la scena, spettacolare e immanente, come una forza assoluta, che non ammette confronti. Nello stesso tempo, è anche un inno alla resilienza, al riscatto, alla capacità di resistere, perché ""Nella pace spoglia della neve / hai toccato con un dito / l'inferno, con lo stesso dito / hai toccato il cielo""""."" -
In confidenza ed altre confidenze
La poesia di Renato Greco è espressione lirica della voce della nostra gente, che si eleva dall'incanto marino di Modugno, ma che si espande in lungo e in largo per le contrade della nostra terra, ad interpretare con passione e con disincanto splendidi momenti di amore, dolorose vicende di morte, luminose giornate di speranza, meravigliosi incanti della natura, dolci memoriali del tempo passato, in un mare poetico in cui il naufragar è dolce. -
Il pensiero poetante. L'altrove
L'altrove è quello a cui volge lo sguardo Leopardi, oltre la siepe sul monte Tabor: ed è l'immaginazione che permette al Poeta di intravedere quegli ""interminati spazi"""" che l'occhio non vede, sentieri interrotti mai percorsi interamente dai nostri passi, infiniti mondi pensati anche se non visti. La ricerca di un altrove, di altro-da-qui è la condizione di ogni essere umano, pensante, oltre che senziente. Se i sensi, laddove non ci sia una siepe che impedisce lo sguardo, ci danno conto di uno spazio """"altro"""", è la mente che di questo puro """"spazio"""" fa un """"luogo"""" del possibile. L'altrove è l'insieme delle possibilità che non ci sono date immediatamente, è luogo di sviluppo prossimale e potenziale del nostro esserci, esserci come individui, come collettività, come specie, come viventi tra i viventi. Un luogo esistenziale o un luogo politico: un """"luogo che non esiste"""", un' utopia , o un """"bel luogo"""", eutopia (secondo un'altra possibile etimologia). Ciò che non c'è ma che potrebbe esserci."" -
Vagando
Dora Mauro implicitamente risale a Charles Baudelaire che ha reso celebre il vocabolo francese flâneur per indicare il gentiluomo d'altri tempi che vaga con ozio e con esercitato spirito d'attenzione per le vie della città, senza mai lasciarsi prendere dalla fretta delle faccende quotidiane, ma al contrario sperimenta una vivida emozione nell'osservare le cose e le persone che incontra per la strada, come se assistesse da spettatore a un varietà, che vada gustato con buona creanza e con sincero apprezzamento, per la gioia degli occhi e della mente. Tuttavia, la scrittrice calabro-occitana amplia di molto la nozione tutto sommato metropolitana del bighellone descritto da Baudelaire - il termine italiano non rende giustizia alla ricchezza lessicale dell'espressione francese. -
La banca dei reincarnati
Il realismo fantastico di Davide Riccio poggia su un sistema di reperti oggettivi che trova riscontro nella realtà. È davvero esistita, infatti, una banca che prevedeva di versare dei cospicui lasciti ereditari a chi fosse stata riconosciuta la reincarnazione vivente di un De cuius scomparso dopo avere costituito lo specifico tesoretto presso la banca a vantaggio della sua anima ritornata in vita in un nuovo corpo. La teoria della metempsicosi o reincarnazione è antichissima, per lo più diffusa nell'antica Asia, in India, in Tibet, e altrove. Similmente è riscontrato non solo da certi pranoterapeuti, ma anche da alcuni psicanalisti, l'esistenza del fenomeno della regressione, come facoltà dell'individuo, in particolare se sottoposto a ipnosi, di immedesimarsi in personaggi vissuti in tutt'altre epoche e luoghi rispetto al ""qui ed ora"""" in cui il soggetto vive. Sulla base di questi e di altri dilettosi reperti delle umane conoscenze, lo scrittore costruisce una variopinta vicenda che ha per protagonisti principali Tumata, un guerriero papuasico della Nuova Guinea, e Orlando, un ricco discografico torinese, ritiratosi in pensione.""