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Fiori di fessura
"Adriana Cigna è poetessa di versi elevatissimi per contenuti, per cura estrema degli stessi e per innovazione espressiva. Quando si finisce di leggere un suo libro di versi, si esce arricchiti di visioni nuove, che sanno di spazi immensi e di ponti fra le persone, c'è sempre qualcosa che va oltre il limitato posto che si ha su questa delicatissima Terra..."""" (...dalla Presentazione di Antonio Seracini). Viole fra i capelli mi guardi oggi vivrò in eterno. Nota agli Haiku di Miura Takayo." -
La guerra tra Cesare Ottaviano e Sesto Pompeo e le corrispondenze attuali
La Guerra tra Cesare Ottaviano e Sesto Pompeo (43-36 a.C.) e le corrispondenze attuali, vuole essere una visione d'insieme di tutte le ricerche effettuate finora in questo settore coll'evidenziarne soprattutto la base storica. La pubblicazione s'impone per la sua originalità suscitando interesse per i problemi e le radici che riguardano la popolazione dello stretto, le presunte origini magnoelleniche e grecaniche dei reggini e la quasi assoluta incidenza dell'elemento latino. Conferme sulla presenza di Cesare Augusto a Reggio, dei suoi legati (più di dieci) da Cornelio Gallo a Menodoro, da Murena a Valerio Messalla sono documentate a Mesa, nelle vallate di Fiumara, del Gallico, del Calopinace, del Tuccio, nella baia di Pellaro. È ricostruita tutta la vicenda drammatica della figlia Giulia mandata in esilio a Reggio e importanti anelli legati alle vicende belliche di quell'epoca riguardanti fatti religiosi chiariscono anche la venuta di S. Paolo a Reggio, il sorgere della devozione alla Madonna della Lettera, l'origine delle Paucciane. Cognomi come Gangemi e Bosurgi, toponimi come l'Amendolea e il Bonamico rivelano segreti fino ad ora sconosciuti. Tutto è conservato insieme coi riferimenti alla storia in quell'archivio che è il dialetto reggino-siculo ricco di toponimi, cognomi e lessico e scientificamente vagliato. Il lettore passerà di sorpresa in sorpresa. -
Imparare da Las Vegas. Il simbolismo dimenticato della forma architettonica. Ediz. illustrata
Quando questo libro venne pubblicato nel 1972 scatenò immediatamente un vero e proprio putiferio: che cosa mai si può imparare da Las Vegas, la valvola di sfogo organica al puritanesimo americano nonché il territorio legalizzato gestito per anni dalle peggiori mafie del paese? Forse a giocare d'azzardo, frequentare prostitute e gigolò, a bere, mangiare e fumare smodatamente magari ascoltando canzonette come Viva Las Vegas di Elvis Presley? Venturi, Scott Brown e Izenour decisero semplicemente di studiare da vicino una città che era cresciuta a una velocità mai vista prima nel bel mezzo del deserto del Mojave come una ""città-miraggio"""". I cartelloni pubblicitari illuminati dal neon e la sua bassissima densità urbana lasciavano immaginare che Las Vegas fosse il primo esemplare di città virtuale - specie di notte - tanto che Tom Wolfe, in uno dei suoi primi reportage, scrisse che """"le insegne sono diventate l'architettura di Las Vegas"""" anticipando di fatto la teoria progettuale del """"decorated shed"""" qui avanzata dalla coppia di Filadelfia. In realtà in pochi decenni la capitale del vizio, nota anche come Sin City, si trasformerà in una città molto più tradizionale circondata da campi da golf, ma questo studio resta paradigmatico perché gli autori hanno avuto il coraggio di guardare negli occhi il drago del capitalismo trionfante a scala urbana, gettando luce su alcune delle forze che sono alla base delle trasformazioni più dirompenti anche delle vecchie città europee"" -
Vincent a Theo. Van Gogh in parole e colori
Alessandro Rovetta (1956) è professore associato di Storia della critica d'arte presso l'Università Cattolica di Milano, dove insegna anche Storia dell'architettura, e consulente scientifico della Pinacoteca Ambrosiana. Le sue ricerche sono rivolte all'iconografia urbana medioevale, alla trattatistica e all'architettura rinascimentale, alla letteratura artistica in età moderna e contemporanea. Un tentativo di immedesimazione nel percorso umano di Vincent Van Gogh, trascorrendo dall'intenso carteggio col fratello Theo alle sue tele, così cariche di colore e di anelito al vero. La scelta e la comparazione dei testi e dei dipinti è solo suggestiva di un incontro personale che si distende, leggendo e osservando, nel folgorante accadimento espressivo di uno dei più grandi interpreti della modernità. -
La terra della sera. Scritti di Par Lagerkvist
L'ultima opera teatrale, l'ultima raccolta poetica, l'estremo tentativo di narrazione del premio Nobel norvegese, per la prima volta pubblicati in Italia in una traduzione diretta dalla lingua svedese. È stato scritto che tutta l'opera di Lagerkvist sembra scossa per ""l'urto dell'esigenza di significato"""" e consiste infatti di una oscillazione tra fede e dubbio, sempre a un passo da Dio, ora a meno di un passo da un nume perfino pregato e implorato e, subito dopo, avvertito come un'impossibilità, un vuoto, ma pregnante. Questo Dio sfuggente si presenta in molteplici apparenze nell'opera di Lagerkvist, esplorato, si direbbe, in tutte le sue possibili concezioni e figurazioni, con un accanimento e una profondità vertiginosa, che si fa particolarmente lancinante nei suoi ultimi scritti, che qui presentiamo: il dramma Fate vivere l'uomo (1949), la straordinaria silloge poetica La terra della sera (1953), l'abbozzo di narrazione Il dio solitario (primi anni Settanta)."" -
Travestimenti. Mondi immaginari e scrittura nell'Europa delle corti
Maschere dell'identità nella civiltà letteraria europea tra XV e XVIII secolo. Un discorso a più voci sui travestimenti della letteratura europea è un primo tentativo di confronto sulla funzione culturale e sulla densa valenza antropologica che quelle pratiche mimetiche, con i loro vari tipi (il cavaliere, il pescatore,il pastore, il picaro, ecc.) e modi discorsivi, assumono nella lunga durata della civiltà di corte. L'invenzione di mondi ideali fittizi, iperformalizzati, nei quali interagiscono pulsioni e valori archetipici, è una cancellazione non ingenua del Tempo, una proiezione del sé nell'affabulazione di un grande desiderio di eternità. Il legame fra maschera e mito, il bisogno di astrazione e di fuga dalla realtà vi affiorano come una vocazione costitutiva, che appartiene al patrimonio genetico del classicismo europeo: ne definisce di volta in volta l'anima sognante o tragicomica. Contributi di Ph. Guérin, F. Tateo, E. Fenzi, M. de Nichilo, R. Girardi, D. Canfora, E. Buron, E. Graziosi, E. Fosalba, V. Intonti, M. Pirro. -
Un enciclopedista ebreo alla corte di Federico II. Filosofia e astrologia nel Midrash ha-hokmah di Yehudah ha-Cohen
Nato verso il 1215 a Toledo, Yehudah ha-Cohen è uno dei più importanti enciclopedisti del Medioevo ebraico. La sua opera principale, composta originariamente in arabo, si è conservata solo nella traduzione ebraica realizzata successivamente da Yehudah stesso (con il titolo di Midrash ha-hokmah, ovvero Esposizione o Insegnamento della scienza), dietro richiesta di alcuni amici ebrei. Il complesso lavoro di recupero e di ripensamento del sapere secolare, compiuto in quest'ambito essenzialmente alla luce dei modelli che gli venivano offerti dalla tradizione ebraica, giustifica l'interesse che Yehudah suscitò sia nel mondo ebraico che in quello latino, come ad esempio attestano i suoi stretti contatti con la corte di Federico II. Il ""Midrash ha-hokmah"""", di cui si presenta qui la traduzione della sezione astrologica (I decreti degli astri), costituisce da questo punto di vista non solo una significativa testimonianza della trasmissione delle scienze greche in ambito ebraico, ma anche un punto d'accesso inconsueto al fervido clima culturale e, almeno entro certi limiti, interconfessionale che regnava alla corte imperiale sveva."" -
Opere teatrali. Vol. 1: Panechio-Tiranfallo.
"Finora le commedie popolari senesi sono state lette nella prima edizione che capitava sotto mano. Ci si deve invece convincere che questi testi vanno trattati con lo stesso metodo filologico con cui trattiamo quelli di Cicerone e Petrarca, che la tradizione va censita e valutata come quella di qualsiasi altro testo"""", lamentava - venticinque anni or sono - uno studioso del calibro di Michele Feo; e, di fronte al rigoglio storico-critico che il tema poteva aver registrato almeno a partire dalla celebre monografia sul Teatro dei Rozzi di un esordiente Roberto Alonge (1967), ammoniva: """"noi riteniamo che sia giunto il momento di non scrivere più saggi critici. I compiti veri sono quelli del nuovo catalogo scientifico, della costituzione e edizione dei testi nel loro complesso, accompagnati da commento linguistico, storico e folklorico"""". A tale esigenza risponde la presente edizione, dedicata all'opera teatrale del Fumoso, l'autore di punta della tradizione rusticale senese: un corpus di sei commedie - di cui questo volume presenta le prime due: Panechio e Tiranfallo -, la cui ricchezza culturale e la cui originalità artistica erano da tempo meritevoli di un ampio risarcimento filologico e critico. L'edizione delle due commedie, riccamente annotata da Anna Scannapieco, comprende anche una traduzione italiana a cura di Roberto Alonge." -
Petrarca, l’Italia, l’Europa
Petrarca non è stato solo il poeta di Laura, il letterato che ha dato un indirizzo imperituro alla lirica nei secoli. Egli è stato molto altro: un colto pensatore politico, un precursore in campo linguistico, un pioniere nella ripresa umanistica del genere dialogico. Ancora, uno dei grandi lumi dell’Europa moderna, che ha saputo osservare dall’alto i confini delle discipline e delle nazioni.rnColui, infine, che con la sua autorevolezza e molteplicità di interessi, con la sua forse ingenua ma sincera vocazione per la pace, aprì le porte della riflessione moderna su questo tema.rnL’unità degli studi e delle prospettive, l’ammirazione per l’antico e il gusto per la modernità, fatta di recupero e al tempo stesso di rinnovamento, di rigore filologico e di varietà linguistica e disciplinare: questo il lascito maggiore dell’umanista aretino, ciò su cui si cerca qui di gettare qualche luce, con contributi dedicati alla fortuna italiana ed europea – non univoca e costante, ma comunque straordinaria – di Petrarca attraverso i secoli, a partire già dai suoi tempi e dall’età, l’Umanesimo, che più di altre riconobbe in lui un autentico maestro di studi, per giungere all’epoca del trionfo della letteratura volgare e, infine, ai giorni nostri.rnrnAtti del Convegno di studi (Bari, 20-22 maggio 2015). Interventi di: A. Andreoni, A. Antonazzo, G. Baldassarri, G. Bonifacino, D. Canfora, G. Cascio, S. Castellaneta, C. Cavallini, L. Chines, C. Consiglio, C. Corfiati, G. Dell’Aquila, G. Distaso, L. Geri, R. Girardi, P. Guaragnella, M.D. Limongelli, F.S. Minervini, L. Mitarotondo, M. Mongelli, J.-L. Nardone, R. Palmieri, G. Perucchi, A. Quondam, I. Ravasini, R. Ruggiero, S. Rutigliano, P. Salwa, B. Sasse, G. Scianatico, M. Sciancalepore, P. Sisto, F. Tateo, E. Tinelli, S. Valerio, P. Vecchi Galli, P. Vescovo, P. Viti -
Nel cantiere della modernità. Storia, memoria, identità
Il mondo moderno si è edificato nel corso dei secoli, poggiando sulle fondamenta delle civiltà fiorite ai bordi del Mediterraneo e nel continente europeo. Alle eredità raccolte dalle tradizioni preesistenti, ha aggiunto scoperte e innovazioni che hanno alimentato uno sviluppo sempre più potente e conquistatore, capace di instaurare rapporti tutt'altro che equilibrati con le altre realtà del contesto planetario. L'esito finale ha portato a prendere le distanze in modo molto netto dalle premesse da cui si era partiti. È stato corretto in profondità il codice culturale, cioè il sistema di pensiero, la trama di regole e di valori in base ai quali si organizzava l'ordine complessivo del cosmo sociale, senza però recidere del tutto il legame che ci tiene uniti al nucleo su cui l'Occidente ha modellato il suo progresso materiale e l'invenzione di una identità aperta all'incontro/scontro con gli attori molteplici della storia globale. -
Se l'uno è l'altro. Ontologia e intersoggettività in Antonio Rosmini
«L'atto finito si perde, o piuttosto si ritrova nell'infinito, e l'atto infinito nel finito, l'unione è perfetta, l'unione è compiuta. Udite voi come sono due ed uno ad un tempo?» (Rosmini). La locuzione «se l'uno è l'altro» riflette tale esperienza paradossale dell'unità - quella nella quale si è uno, ma essendo più di uno - e la pone come cifra interpretativa dell'itinerario teoretico rosminiano. Il volume intende via via dischiudere il significato ontologico racchiuso nelle parole di Rosmini, ma coniugandolo con la questione dell'intersoggettività: quale concezione del rapporto interpersonale scaturisce da e in questa ontologia? Quanto Rosmini la sviluppa e in quali luoghi lo ha fatto? A partire da quali fonti e in confronto con quali pensatori? Orientata da queste e altre domande, la ricerca condotta dall'Autore si propone innanzitutto di riempire, basandosi su un'ampia documentazione, una lacuna storiografica in riferimento a un tema che diverrà centrale per diversi e variegati filoni del pensiero contemporaneo; in secondo luogo, da un'angolatura interpretativa, restituisce un'originale lettura dell'ontologia di Rosmini, specie nell'adozione del lemmainaltrarsi, neologismo coniato nella Teosofia, quale architrave di un pensare che s'impegna a esprimere l'inesauribile mistero dell'essere. -
Il castello di Elsinore (2022). Vol. 86
«Il castello di Elsinore» è una rivista semestrale di teatro profondamente radicata nell'Università italiana. Nata nel 1988, la rivista raccoglie nel suo comitato scientifico quasi la metà degli ordinari di Storia del teatro in Italia e illustri studiosi di università straniere. La rivista è articolata in tre sezioni (talvolta quattro): la prima, intitolata Saggi, comprende rigorosi studi critici su personaggi e opere della storia del teatro e dello spettacolo; la seconda, Materiali, raccoglie e cura documenti, lettere e riflessioni di poetica; la terza, Spettacoli (e/o Libri), recensisce e analizza gli avvenimenti più significativi della stagione teatrale italiana e straniera. I temi di cui la rivista si occupa sono svariati e attraversano l'intera storia del teatro europeo, dal teatro greco alla Commedia dell'Arte, dal teatro rinascimentale italiano al teatro nordico di Ibsen e Strindberg, dal simbolismo europeo a Pirandello. -
Ciò che non inganna
Dedicato al Seminario X di J. Lacan ""L'angoscia"""", tenuto negli anni 1962-1963, questo è il terzo volume della collana promossa dall'Antenna del Campo freudiano di Rimini. Il concetto di angoscia è quanto mai pertinente all'attualità del vivere di ciascuno. Oggi, in un tempo in cui Godere è un imperativo, ogni campo è tanto mobilitato a negare fino a neutralizzare questo affetto, da mortificarsi nel mare degli oggetti di consumo. Lacan, proprio nell'affrontare il problema dell'angoscia, ne coglie il suo aspetto positivo: essa è la via privilegiata per accedere al reale, a quell'al di là del significante che si fa """"resto"""": egli lo chiama oggetto a. L'oggetto che causa il desiderio. Ecco, dunque, di nuovo, ma con una nuova lettura, il tema della sessualità, della sessualità femminile e maschile. Cosa infatti angoscia più l'uomo di una donna che desideri e la donna un vero desiderio dell'uomo? Ognuno filtra l'esistenza attraverso il proprio fantasma ed il fantasma mostra l'Altro sesso in un punto singolare, insegna Lacan. Le lezioni tenute da Miquel Bassols, Rosa Elena Manzetti, Pierre Skriabine, a commento del testo nell'anno accademico 2006-2007, aprono alla lettura del Seminario. Nella seconda parte i contributi della nostra comunità di lavoro sul tema. A concludere il volume la postfazione di Antonio Di Ciaccia, curatore dell'edizione italiana del seminario, pubblicato da Einaudi nel 2007 e che in quell'occasione ne ha fatto, a Rimini, una memorabile presentazione."" -
Un tragico amore
Letizia è una ragazza bella, intelligente e intraprendente che non accetta le rigide regole che una civiltà patriarcale le impone. Si ribella alla volontà del padre, maschilista e autoritario, che la costringe a lasciare la casa paterna e a trasferirsi a Bologna. Purtroppo il destino sarà crudele con lei e la sottoporrà a prove difficili e, talvolta, tragiche. -
Un' emozione lunga una vita. Il miracolo del Torre Pedrera Baseball
La storia del Torre Pedrera Baseball è un miracolo sportivo che si snoda in un arco di tempo lungo più di quarant'anni. Un miracolo nato dalla curiosità e dalla passione di Luigi Bellavista, fondatore di un club diventato ben presto il punto di riferimento e il centro di aggregazione per i ragazzi della zona. L'intento della società è sempre stato quello di dare ai giovani la possibilità di aggregarsi e divertirsi, senza mai ostinarsi al raggiungimento del risultato sportivo, le vittorie sono arrivate in maniera naturale. Il miracolo del Torre Pedrera è stato quello di trasformare un gruppo di amici con la passione per il baseball in una vera e propria squadra, composta da persone leali sia in campo che fuori. Perché il baseball racchiude in sé gli elementi stessi dell'esistenza: un meraviglioso mix tra individualismo e gioco di squadra. -
Plusvalore e cultura sedimentata
"In fondo, attribuire ogni progresso della tecnica a un inventore, anziché alla cultura sedimentata nel tempo, sarebbe come chiamare coltivatore chi allunga il braccio e raccoglie il frutto, invece di chi ha dissodato la terra, piantato, concimato e accudito l'albero fino alla sua produzione. Si potrebbe affermare che Steve Jobs e Bill Gates sono gli uomini che hanno messo la ciliegia finale sulla torta, e sono andati al mercato mentre chi l'aveva realizzata se ne stava passivo a guardare"""". Lasciare, per un presunto liberismo, gli ingenti capitali prodotti dalle tecnologie informatiche in mano a multinazionali si configura come un reato ai danni della società; nella temperie dei giorni nostri è ormai un imperativo, sul piano morale e soprattutto economico, che la ricchezza partorita dall'umanità debba essere impiegata socialmente per il suo divenire." -
Relazioni letterarie tra Spagna ed Europa nei secoli XVIII-XX
el secolo XVIII, il cambiamento dinastico che portò sul trono ispanico la Casa di Borbone accelerò la conclusione della secolare politica di autoisolamento della Spagna rispetto all'Europa e significò l'avvio di un lungo e proficuo lavoro di riavvicinamento al Continente con la partecipazione al vasto processo di rinnovamento scientifico, letterario ed ideologico in atto. I saggi raccolti nel presente volume hanno inteso indagare sul contributo che singoli autori, di varie nazionalità, a partire dal Settecento ed in tempi successivi, hanno dato al consolidamento e sviluppo delle relazioni culturali tra Spagna, Italia ed altri Paesi, con opere che hanno consentito di ravvivare il dialogo superando malintesi e pregiudizi e mantenendo intense e feconde quelle relazioni, con benefici reciproci per culture e società. -
Ricerche storiche. Rivista semestrale di Istoreco - Istituto per la storia della Resistenza e dell'Età Contemporanea della Provincia di Reggio Emilia (2022). Vol. 132
RS-Ricerche Storiche è la rivista di Istoreco (Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Reggio Emilia) e nasce nel 1967, due anni dopo l’Istituto stesso. Da allora ha proseguito regolarmente la sua pubblicazione, giungendo al numero 132 e saluterà nel 2022 il cinquantacinquesimo anno di edizione. La rivista che è stata diretta negli anni da figure significative della politica e della cultura reggiana (fra gli altri Giannino Degani, Salvatore Fangareggi, Ettore Borghi) è uno dei punti di comunicazione più efficaci delle iniziative dell’Istituto e rappresenta un punto di riferimento nel dibattito storiografico e memoriale non solo in provincia di Reggio Emilia ma a livello nazionale, anche per l’appartenenza di Istoreco alla rete nazionale degli Istituti storici della resistenza e della società contemporanea che fa capo all’Istituto Parri di Milano. Dopo una recente riorganizzazione nella veste grafica RS-Ricerche Storiche ospita nelle sue sezioni (Ricerche, Interviste, Memorie e biografie) contributi provenienti da ricerche originali, testimonianze di protagonisti ed esperienze condotte nei settori dell’archivistica e della didattica della storia. Grande attenzione è riservata agli apparati iconografici (in buona parte inediti per ogni numero), alla produzione cinematografica a tematica storica e a interventi caratterizzati da forti legami con il territorio reggiano ed emiliano. -
Il Borgo Insigne in cartolina. San Colombano al Lambro. Ediz. illustrata
Il volume rappresenta un'ampia raccolta di cartoline di San Colombano al Lambro, exclave milanese tra le province di Lodi e Pavia. Il Borgo Insigne, titolo concesso nel 1691 dal re di Spagna Carlo II, si presenta in oltre 235 immagini che ripercorrono la storia del nucleo cittadino e della sua collina, dal 1901 alla fine degli anni Sessanta. Le cartoline, accompagnate da didascalie e testi tematici introduttivi, ci immergono nella bellezza e nell'evoluzione urbanistica di San Colombano. -
Come foglie in ostaggio del vento
Nel suo libro Ada Gardini racconta le vicende del nonno materno Domenico Modugno, molfettano giunto a Mantova nel dopoguerra, testimone della battaglia di Bardia nel 1941 e poi prigioniero degli inglesi. Dopo aver attraversato mezzo mondo nei campi di prigionia alleati (Egitto, India, Australia) Modugno torna in Italia solo nel 1947. Trova un paese dilaniato, in cui anche lui dovrà ricostruire un'esistenza. I dettagliati racconti di prigionia del nonno alla piccola nipote diventano, dopo molti anni, un diario di guerra e di emozioni ben documentato.