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Il senso del lavoro. Pratiche e saperi di donne
Il ""senso del lavoro"""", come pratica e pensiero, che tiene assieme bisogni, desideri e relazioni, è il filo conduttore del ciclo di incontri seminariali dal quale nasce questo volume. Donne di generazioni diverse affrontano le tante questioni che riguardano il lavoro inteso anche come lavoro di relazione. Ne scaturisce un ampio confronto che ruota attorno alla consapevolezza che il lavoro di ciascuna è perlomeno duplice, retribuito e non retribuito, e che sempre meno può essere circoscritto a un'attitudine strettamente """"lavorativa"""". Ciò che in effetti viene richiesto nel tempo di lavoro è un impegno relazionale, affettivo, comunicativo e di cura che appartiene a ciascuna prima e oltre il lavoro. Un lavoro, dunque, sulla complessità del """"tenere insieme"""", che si nutre di un sapere femminile e che può essere un potente motore di cambiamento non solo del lavoro delle donne, ma del lavoro tout court. Organizzato dal Comitato pari opportunità dell'Università di Verona, il percorso mostra anche la capacità di lavorare a partire dall'eterogeneità delle esperienze e collocazioni dentro l'Università, rendendola un elemento di trasformazione. Questi contributi si affiancano così a tutta quella ricerca che oggi si interroga sulla """"femminilizzazione"""" del lavoro in un sistema produttivo che ormai si nutre dell'intera vita delle persone e non solo del loro tempo di lavoro."" -
Corpi ad arte. La drag queen e l'illusoria consistenza del genere
In precisi spazi e tempi della vita sociale, la pratica rituale del travestimento rende lecito assumere abiti, lineamenti e atteggiamenti comunemente assegnati a individui di un sesso (ovvero, di un genere) diverso dal proprio. Se però scambiarsi ruoli e accessori per motivi spirituali, artistici o ricreativi richiede la piena consapevolezza del processo che genera il prodotto finale, cosa succede quando gli stessi abiti, lineamenti e atteggiamenti sono parte di ciò che chiamiamo ""identità di genere""""? Qual è il confine tra imparare a recitare un genere e imparare a riconoscersi in esso? Idealmente scandito dalle fantasiose metamorfosi della Drag Queen, insieme soggetto narrante e spunto di osservazione, """"II corpo ad arte"""" è un viaggio antropologico che (tra letteratura e mitologia, arti dello spettacolo e fenomeni di costume) sfoglia il corpo come un vocabolario fatto di verbi, sostantivi e soprattutto desinenze somatiche - attraverso cui il genere e i suoi modelli sono scritti e codificati, tramandati o rielaborati, incorporati per tradizione o impersonati, per l'appunto, ad arte."" -
Le ragioni del reddito di esistenza universale
Il reddito di esistenza universale, liberando l'individuo dal ricatto della povertà e riconoscendo la dignità della persona al di fuori dal mercato, costituisce uno strumento di emancipazione degli individui, ponendoli nella condizione di poter decidere e progettare la propria esistenza. Lungi dunque dal poterlo considerare come una sorta di ammortizzatore sociale (come alcuni ritengono), esso costituisce piuttosto uno strumento che favorisce la possibilità di opporsi a un ordine sociale fondato sulla ""razionalità"""" del mercato. Permette di riformulare lo stato sociale non più secondo la centralità del lavoro, considerato come l'unica, prevalente o normale condizione di vita su cui ancora si fondano le misure di welfare rivolte agli individui. Nella battaglia per il reddito di esistenza Pisani individua inoltre una sorta di grimaldello con il quale scardinare alcune categorie della moderna teoria sociale del diritto, per aprirla a una dialettica del riconoscimento che assuma il diritto come continuamente esposto ai rapporti sociali. Ma in che modo e con quali strumenti la politica e la pratica del diritto possono contrastare la logica economica e assumere i bisogni degli individui reali dando loro cittadinanza nella progettazione di una nuova società? Prefazione di Luigi Pannarale."" -
Migranti in cronaca. La stampa italiana e la rappresentazione dell'«altro»
Compito del giornalismo è rintracciare le nervature della società e coglierne i cambiamenti, ma nel momento in cui si avvicina al tema ""immigrazione"""" le istantanee scattate appaiono spesso sfuocate e piegate alle convenienze politiche, frammenti di verità schiacciati nel tempo lungo delle retoriche dominanti. Come una sorta di anello di congiuzione fra politica e immigrazione, la stampa è il luogo in cui la società riflette se stessa, si pensa fra le sue pagine, mentre plaude l'ultimo disegno di legge o sostiene le performance mediatiche del ministro di turno. L'attenzione che qui l'autrice dedica all'informazione giornalistica - assumendo come caso di studio quella che è passata alle cronache come """"la rivolta di Rosarno"""" - nasce dalla convinzione che essa contribuisca a plasmare uno spazio sociale di significazione in cui si definisce il rapporto (spesso conflittuale) tra residenti e immigrati, regolari o """"clandestini"""" che siano. Al di là delle aree di riferimento, che segnano profondamente l'identità di una testata giornalistica e polarizzano il dibattito, è possibile scorgere alcuni tratti talora sorprendenti, che hanno le loro radici in costanti di lungo periodo. Sono queste le sfocature che il libro cerca di mettere in rilievo, cercando di leggere le invarianti del pensiero, che resistono sotto la superficie di alcune dichiarazioni, rappresentazioni o prese di posizione."" -
Geometria dello spazio sociale. Pierre Bourdieu e la filosofia
Pierre Macherey, filosofo francese tra i più importanti dell'attuale scena culturale, in questo libro pensato per il pubblico italiano ci presenta un'interpretazione ""d'autore"""" della sociologia di Pierre Bourdieu. Al centro della sua analisi Macherey pone il rapporto conflittuale, ambivalente e mai del tutto risolto, che il sociologo ha sempre avuto con la filosofia, a cui deve del resto la propria formazione. A testimoniarlo, la sua passione per Blaise Pascal, figura per eccellenza dell'eterodossia, dal quale Bourdieu impara a diffidare delle vane illusioni create dai filosofi e a mettersi alla ricerca di quella """"ragione degli effetti"""" che guida inconsciamente le azioni apparentemente più bizzarre degli agenti sociali. Dagli studi etnologici a quelli sul sistema educativo, dal concetto di pratica a quello di ragione scolastica, Macherey valorizza sempre la dimensione politica del dispositivo sociologico di Bourdieu, la sua volontà di svelare i meccanismi di dominazione che si annidano anche nelle pratiche sociali più banali e quotidiane."" -
Islam e modernità. L'incontro dell'Islam con l'Occidente
Questa raccolta di saggi di Hamadi Redissi consente di acquisire uno sguardo critico sull'Islam attraverso un approfondito confronto con l'Occidente. I saggi ricostruiscono l'evento traumatico della scoperta della potenza del mondo occidentale alla fine del secolo XVIII e le risposte che l'Islam tentò di fornire per essere all'altezza della sfida: dai movimenti di riforma (Islah) alla fine del secolo XIX, all'affermazione di un ""Islam radicale"""", come quello dei Fratelli musulmani, negli anni Venti del secolo XX, all'estensione a livello internazionale della rete di Al-Qaida. Ciò che Redissi sottolinea è la destrutturazione e perdita dell'unità dell'Islam come conseguenza dello scontro con la modernità occidentale. Si produsse così una lacerazione tra tradizione e modernità che aprì il mondo islamico alla controversa ricezione delle influenze occidentali nell'ambito del diritto e dei diritti, dei processi di secolarizzazione, del cammino verso la democrazia nella stagione appena avviata delle """"primavere arabe"""". II libro di Hamadi Redissi è un importante contributo per comprendere il dibattito all'interno dell'Islam e per individuare le vie verso un possibile incontro con l'Occidente. Con la prospettiva introdotta da questo volume, questioni decisive del nostro tempo, come lo """"scontro di civiltà"""" e il terrorismo di matrice islamica, trovano delle fondamentali categorie interpretative."" -
Carteggio (1933-1963)
Che cosa dobbiamo o vogliamo ancora sapere di Hannah Arendt, dopo anni di studi fondati su scritti editi e inediti? Dai diari e dai carteggi ci si attende il disvelamento dell'aspetto privato della vita di un pensatore o delle sue idee allo stato nascente. Nel caso di Hannah Arendt, ci si trova di fronte a qualcosa di più complesso, a sentieri interrotti del suo pensiero. Come se questioni vissute dal vivo incontrassero un limite insormontabile nella loro formulazione teorica e potessero venire espresse per illuminazioni, per esperimenti di pensiero, solo nel contesto di una relazione, come quello della lettera o dell'insegnamento. Tutto questo si può dire anche per uno degli aspetti più controversi della vicenda intellettuale di Hannah Arendt, il suo rapporto con l'ebraismo, al centro del carteggio con Kurt Blumenfeld, amico e figura di grande rilievo nella maturazione del pensiero politico della filosofa tedesca. L'ebraicità di Hannah Arendt si gioca interamente sul confine tra vita e pensiero e per questo motivo i carteggi sono particolarmente adatti a metterne in luce i dilemmi esistenziali e intellettuali. Sono la viva testimonianza delle ""amicizie politiche"""" che nutrirono la sua vita e il suo pensiero, e nelle quali essa diede prova di grande maestria, e insieme di una drammatica ambiguità. Introduzione di Laura Boella."" -
Senti che bel rumore. Un anno di lotta per l'Università pubblica
L'università italiana è chiamata in questi mesi a confrontarsi con una riforma che, presentata come un passaggio decisivo e improcrastinabile verso la modernizzazione, in realtà costituisce un'occasione mancata per rendere gli atenei e la ricerca davvero competitivi a livello europeo. Il potere dei ""baroni"""" rimane immutato, mentre vengono colpite le radici stesse di un'università pubblica, libera e aperta. Una controriforma che ha spinto per la prima volta diverse categorie del mondo universitario, soprattutto quelle più penalizzate, a confrontarsi a viso aperto per trovare una reazione comune che non fosse solo di difesa ma anche di proposta. Questo volume è scritto a più mani dai protagonisti della mobilitazione: ricercatori, precari della ricerca, studenti. Nella prima parte, dieci interventi si misurano con alcuni dei nodi più significativi con i quali il sistema universitario dovrebbe fare i conti, individuando gli aspetti critici preesistenti alla nuova legge, analizzando gli elementi di novità introdotti dalla riforma, proponendo modelli alternativi. Nella seconda parte si tenta di restituire alcune delle tappe di un anno vissuto con grande intensità: esperienze nazionali e locali, sguardi diversi e complementari, costruzione di nuove forme di comunicazione e protesta."" -
Figure della paternità nell'Ancien Régime
Nel Novecento si è consumata l'epopea, tragica, di Edipo. Ma l'ingiunzione di un altro mito, sui padri e sui figli, echeggia da Omero a Joyce, da -Fénelon a Pasolini: quello di Telemaco. Gli atti di seminario qui raccolti offrono una serie di contributi che non vogliono considerarsi esaustivi, né espressione di un'unica chiave interpretativa, ma intendono restituire il clima della discussione su un nodo che, per la sua declinazione letteraria, artistica, etica, pedagogica, teologica, costituisce un terreno privilegiato per quel confronto fra i saperi che i curatori ritengono vitale non solo per i rispettivi percorsi di ricerca, ma per le discipline che insegnano. -
Metamorfosi dei Lumi. Vol. 6: Le belle lettere e le scienze.
Come muore la gloriosa ""Repubblica delle Lettere"""" del Settecento? In che modo, al confine tra Sette e Ottocento, la comunità dei """"gens de lettres"""" cede il passo alla frammentazione del sapere e della curiosità intellettuale, alle diverse modalità di scrittura che annunziano l'età moderna? A questa ricerca è dedicato il sesto volume pubblicato dal Centro Studi Interdisciplinare Metamorfosi dei Lumi dell'Università di Torino, che raccoglie il frutto della riflessione collettiva svoltasi nell'ambito del centro durante gli anni accademici 2009 e 2010. Prendendo le mosse dagli sviluppi della filosofia nel corso del Settecento, si focalizza l'attenzione su due aspetti dell'evoluzione culturale del periodo di transizione tra illuminismo e modernità: il rapporto della scienza medica con la letteratura, e il sorgere di una nuova identità dei letterati."" -
Il critico e l'attore. Silvio D'Amico e la scena italiana di inizio Novecento
In quarant'anni di ininterrotta attività, Silvio d'Amico ha influenzato la scena italiana del Novecento come pochi altri uomini di teatro hanno saputo fare. A partire dai suoi esordi come critico 'militante' sulle pagine dell'""Idea Nazionale"""", ha perseguito con coerenza e costanza la sua battaglia per una scena rinnovata e contro il modello ottocentesco del Grande Attore e delle compagnie di giro. Per comprendere il suo percorso, culminato in una delle più resistenti egemonie culturali in campo teatrale che l'Italia del Novecento abbia conosciuto, Donatella Orecchia pone in relazione la sua voce con le molte che hanno animato la vita culturale e teatrale italiana in particolare negli anni Venti e Trenta, dagli attori ai direttori di compagnia, dai registi e teorici del teatro a scrittori come Bontempelli e Pirandello, fino ai critici di ogni formazione."" -
Tra norma e forma
"Le scritture disegnate di Franco Purini, ancor giovane maestro dell'architettura italiana, testimonianza di un acuminato, lucido racconto teorico e progettuale, si confrontano con le sapienti scritture conservate in una biblioteca universitaria insigne, quella intitolata ad Arturo Graf, che bene compendia le vocazioni del Dipartimento di Studi Umanistici e della cattedra di Storia dell'arte contemporanea dell'Ateneo torinese, dando luogo a un dialogo fatto di affinità e contrasti, nello spirito di una cultura che si vuole comparabile e comparata.""""" -
Il campo religioso. Con due esercizi
Il volume presenta la prima traduzione italiana di due importanti saggi pubblicati nel 1971 dal sociologo francese Pierre Bourdieu (1930-2002), ""Un'interpretazione della teoria della religione secondo Max Weber"""" e """"Genesi e struttura del campo religioso"""". I traduttori si sono poi confrontati con il concetto bourdeusiano di """"campo religioso"""" applicandolo a due testi della letteratura cristiana antica, la """"Passio Perpetuae et Felicitatis"""" (Emiliano R. Urciuoli) e la """"Vita Melaniae"""" (Roberto Alciati). Completano il volume, pubblicato nella collana di studi del Centro interdipartimentale di scienze religiose dell' Università di Torino, diretta da Claudio Gianotto, un'introduzione di Roberto Alciati dedicata alla rivoluzione simbolica operata da Bourdieu e una postazione di Enzo Pace sulla fortuna italiana del sociologo francese."" -
Introduzione all'etica medica
Quali rapporti ha l'etica con la medicina? Quali principi possono offrire un fondamento razionale alla deontologia professionale del medico, nella società pluralista contemporanea? Ha senso oggi parlare di beni che la medicina è chiamata a servire? Che criteri possono guidare il medico nella valutazione delle proprie azioni dal punto di vista etico? Esiste una differenza tra aspetto etico e aspetto giuridico nella decisione di che cosa è giusto fare? Che cos'è la responsabilità nella professione medica? Perché il medico può invocare l'obiezione di coscienza? Che cosa significa rispettare l'autonomia del paziente? Questo volume è dedicato a coloro che svolgono già o si stanno preparando a esercitare la professione medica, e intende essere un invito a intraprendere una riflessione sulle numerose questioni etiche insite nell'agire medico, attraverso il metodo filosofico. Ha perciò un carattere introduttivo, più che sistematico, e privilegia la semplicità espositiva rispetto alla sovrabbondanza di riferimenti alla storia del pensiero. Nasce dall'attività didattica svolta dall'autrice ed è quindi anche frutto della discussione svolta con gli studenti, occasione preziosa di approfondimento teoretico per chi si dedica alla ricerca, nella convinzione che la filosofia può essere una guida efficace, anche se non l'unica, per comprendere il senso e il valore della professione medica. -
Parole & immagini. Tra arte e comunicazione
Il rapporto fra le parole e le immagini costituisce da sempre un aspetto caratteristico della comunicazione, in tutte le epoche, ed è perciò argomento di studio affascinante e inesauribile. Concentrandosi soprattutto sulla modernità e sul presente, i contributi raccolti in questo volume affrontano il tema da una molteplicità di prospettive disciplinari e attraverso svariate metodologie. Così, a una prima sezione di riflessione teorica e di sintesi storica seguono contributi dedicati alla letteratura italiana e a quella straniera, allo spettacolo - cinema, teatro, opera - e a diversi media: pubblicità, televisione, fumetti, giornali femminili di moda. Nel complesso il campo delle relazioni funzionali fra parola e immagine è dunque scandagliato in profondità in ambito artistico, pubblicitario, nel mondo dell'informazione scritta e parlata, confermandosi argomento di grande interesse anche per le aperture teoriche che suggerisce. Attraverso opere e autori classici ma anche affrontando forme di comunicazione popolare e di massa, il lettore ricaverà tanti spunti diversi e non scontate interpretazioni trasversali. -
Jerzy Grotowski. L'eredità vivente
Il XXI secolo è destinato a diventare il ""secolo di Grotowski"""" perché, come dimostrano i saggi raccolti in questo volume, in diversi paesi del mondo stanno nascendo nuove riflessioni e nuove pratiche del teatro all'insegna dell'incontro più che della rappresentazione e dello spettacolo e ciò soprattutto per merito del Workcenter of Jerzy Grotowski and Thomas Richards. Contributi in varie lingue di Bénédicte Boisson, Franco Perrelli, Maria Pia Pagani, Madga Romanska, Tatiana Motta Lima, Antonio Attisani, Giulia Randone, Iwona E. Rusek, Éric Vautrin, Yannick Butel, Kris Salata, Isabelle Schiltz, Mario Bagini."" -
La via del rifugio
Lodovico Barbiano di Belgiojoso è figura emblematica del rinnovamento dell'architettura italiana del Novecento ed esponente di spicco del razionalismo. Dopo aver creduto in un primo tempo all'illusorio rinnovamento promesso dal fascismo, fu tra quanti aderirono all'impegno contro il regime, pagato con la deportazione a Mauthausen. Ed è nel sottocampo di Mauthausen-Gusen che poté disegnare su alcuni foglietti gli episodi più significativi della sua vita da deportato. Questi schizzi, insieme ad altri realizzati al momento della liberazione e del ritorno a Milano, sono stati esposti in una mostra organizzata dal Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università di Torino, nell'ambito delle celebrazioni del Giorno della Memoria 2013, presso la Biblioteca ""Arturo Graf"""" e all'interno del progetto """"Scritture disegnate in biblioteca""""."" -
L' architetto nelle città
Due città omologhe ma molto diverse: Torino e Trieste - ma pure ampi percorsi veneziani - in un dialogo mediato dall'architettura e dalle riflessioni di Luciano Semerani, uno dei protagonisti del dibattito architettonico italiano degli ultimi cinquant'anni, attraverso la cattedra dello IUAV, le riviste, i numerosi libri pubblicati e le opere realizzate. Le ""scritture disegnate"""" dell'architetto e intellettuale triestino, dell'antico allievo di Samonà e Rogers, rivelano un temperamento d'artista capace di immettere il cimento progettuale in una corrente di suggestioni che non è riduttivo definire autobiografiche. Il tratto leggero e trasparente - arioso - dei disegni di Semerani sembra fatto apposta per restituire, mediante la sintesi delle immagini, la complessità di una narrazione che altro non è se non l'altra faccia del magistero esercitato a Venezia. Un magistero per il quale teoria e tecnica della progettazione, attraverso la pratica del comporre, si incaricano di celebrare, ancora una volta, i valori simbolici della forma costruita."" -
Itinerari mediterranei fra VI e IX secolo. Città-capitale e deserto-monastico
Il volume raccoglie i saggi presentati in occasione del convegno dal titolo Itinerari mediterranei fra IV e IX secolo: Città-capitale e Deserto-monastico (Genova, 11-12-13 novembre 2010), mettendo in dialogo i contributi di spessore scientifico elaborati da studiosi appartenenti a diverse aree e abbracciando l'articolato contesto del Mediterraneo nella Tarda Antichità e nell'Altomedioevo. Nel risalire alle origini dell'iconografia cristiana, è stato sottolineato il ruolo fondamentale svolto dall'Egitto fra IV e VI secolo dove, grazie all'interazione tra i monasteri cenobitici e i grandi centri urbani del mondo antico, venne elaborato quel sapere figurativo e dottrinale che ha portato alla formazione della ""civiltà dell'immagine"""", poi sviluppata nel corso dei secoli in Europa. Ed è il denso e ricco rapporto tra questi due poli, Città e Deserto, che costituisce un tassello decisivo nel disegnare le rotte e le dinamiche culturali irradiate nel crogiolo mediterraneo. Il confronto tra le situazioni scelte e analizzate dai relatori traccia percorsi e itinerari a doppio senso. All'interno di questo approccio multi-disciplinare, le tangenze religiose, storiche, geo-politiche, sociali e artistiche stimolano approfondimenti per ulteriori indagini e future collaborazioni nel quadro degli scavi archeologici."" -
Esperienze di psicologia clinica di allievi e docenti in una istituzione universitaria
I lavori che compongono questo volume originano direttamente dalle esperienze di Psicoterapia e Psicodiagnosi Istituzionale svolte all'interno dei corsi di Specializzazione in Psicologia Clinica dell'Università di Messina. L'idea di riunire questi lavori è una testimonianza positiva dell'opportunità per gli allievi, giovani specializzandi, di intrecciare saperi e visioni in un mutuo scambio con i loro docenti, e il volume testimonia il credo nella formazione delle giovani generazioni che si sono appassionate al lavoro psicologico e psicoterapeutico avendo ricevuto l'ottica psicoanalitica come humus del lavoro clinico. Con reciproca soddisfazione questi giovani psicologi e psichiatri, hanno guardato gli uni al campo degli altri con curiosità, interesse e rispetto reciproco, fino a costruire un insieme condiviso non tanto di nozioni quanto di atteggiamenti mentali, fatti di apertura al non conosciuto e disponibilità a usare le proprie emozioni come strumento principale di lavoro nell'incontro con l'Altro, sia paziente che collega.