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Il Piccolo Principe
"Il Piccolo Principe"""" fu pubblicato per la prima volta il 6 aprile del 1943 in inglese presso l'editore Reynal & Hitchcock di New York. Qualche giorno dopo, precisamente il 13 aprile del 1943, Saint-Exupéry salutò l'America per raggiungere le forze francesi in Algeria. Un viaggio da cui non fece mai ritorno. L'idea del libro nacque probabilmente a tavola, in uno dei ristoranti che l'autore frequentava in compagnia di Elisabeth, sua moglie, e di Reynal, l'editore. Saint-Exupéry disegnava spesso sui tovaglioli un piccolo saltimbanco che, avvolto in una sciarpa svolazzante al vento, poggiava i piedi nell'aria. Forse fu Reynal a suggerire di trasportare in un libro per bambini quel """"ragazzino nomade"""", o forse fu Elisabeth. Fatto sta che, nell'estate e nell'autunno del 1942, Saint-Exupéry lavorò alacremente al progetto """"con una dedizione quasi pazza, stando sveglio intere notti, ingurgitando caffè nero e fumando un numero smodato di sigarette condite dal gin"""". Il libro ha l'aspetto di una favola, ma è in realtà un """"romanzo filosofico"""" che affronta i temi eterni della condizione umana: la solitudine, il senso della vita, il significato dell'amore e dell'amicizia. Tradotto in più di duecento lingue e dialetti (tra cui l'esperanto), viene riproposto in una nuova accurata traduzione integrale, condotta sulla base dell'edizione originale dell'opera e illustrata dagli acquerelli di Saint-Exupéry." -
La morte dell'erba
Pubblicato per la prima volta nel 1956, ""La morte dell'erba"""" è diventato da allora un classico della narrativa, superando di gran lunga i ristretti confini del genere e della fantascienza. Il libro muove dalla descrizione dell'agiata esistenza londinese di John Custance e famiglia. Ingegnere, John predilige i comfort della grande città, e tuttavia non disdegna di trascorrere lunghi soggiorni nella valle del Westmorland, dove suo fratello David sovrintende con cura alla sua fattoria. La campagna è, del resto, il luogo d'origine dei Custance, oltre che il mondo per eccellenza della """"Englishness"""": un universo flemmatico, rispettabile, idilliaco, fatto di """"campi fertili, cittadine tranquille e borghesi pasciuti, di cassette delle lettere, birre, partite di cricket, tè del pomeriggio e correttezza"""". Un mondo che non batte ciglio dinanzi alle prime allarmanti notizie che giungono dall'Estremo Oriente. Un virus del riso altamente contagioso - chiamato Chung-Li - si sta diffondendo a macchia d'olio nella Cina comunista, distruggendo coltivazioni, causando carestia e tumulti e mettendo a repentaglio la vita di milioni di persone. La flemma e la correttezza inglesi si sciolgono, tuttavia, come neve al sole quando, alla quinta mutazione, il Chung-Li si mostra in grado di danneggiare ogni tipo di pianta appartenente alla famiglia delle graminacee, compresi grano, orzo, avena e segale, e dilaga ovunque in Europa, fino ad attraversare l'Atlantico e giungere in America..."" -
Sahara sconosciuto
Se davvero ogni disciplina vive un'età eroica, quella delle avanguardie e dei precursori, Sahara sconosciuto può essere considerato il classico per eccellenza della letteratura di viaggio nel deserto. Non a caso, questo libro del 1939 - il diario di László Almásy sulle tracce della leggendaria Zarzura e dell'oasi di Cufra, con l'aereo e in auto, facendosi guidare solo dalla bussola e dalle stelle - resta il più amato e il più citato dagli appassionati del Gran Mare di Sabbia. Al fascino delle prime, pionieristiche esplorazioni del Sahara, si aggiunge quello dell'autore, che fu pilota dell'aviazione austroungarica durante la prima guerra mondiale, guida dei guastatori di Rommel nella seconda, importatore di automobili in Egitto, esploratore, scrittore, cartografo. A lui è ispirato il protagonista del libro di Michael Ondaatje, ""Il paziente inglese"""" e dell'omonimo film vincitore di nove premi Oscar e due Golden Globe."" -
Il profumo del caffè
Londra, 1896. Robert Wallis ha ventidue anni e conduce una pigra esistenza da esteta, tra oppio, vaghe aspirazioni letterarie, una raffinatezza ricercata e languidi incontri con donne di facili costumi. Vive in un limbo ozioso: non più studente, dopo l'espulsione da Oxford, non ha alcuna fretta di trovare lavoro, assistito com'è dalla benevola munificenza del padre. Il giovane bohémien ignora però di avere un dono prezioso: un palato molto sensibile e una ""plume"""" precisa ed elegante, capace di tradurre in parole ogni sfumatura del gusto. Il caso vuole che un giorno capiti al Café Royal, la brasserie frequentata da Robert e da una nutrita schiera di eccentrici nullafacenti come lui, Samuel Pinker, un mercante di caffè basso come uno gnomo e dall'aria compunta e sobria come la sua finanziera senza fronzoli. Perspicace come pochi, Pinker assolda il giovane esteta per un progetto rivoluzionario: creare un cofanetto di aromi per dare al caffè un lessico universale. Il mercante ha una figlia, Emily, una ragazza dal viso espressivo e vivace, e dai capelli setosi e dorati raccolti in una crocchia severa. La razionalità e tenacia di Emily, allevata dal padre all'insegna del progresso e della modernità, compensano perfettamente la mollezza sensuale di Robert e, con grande disappunto di Pinker, tra i due nasce un amore condito da profumi e sapori afrodisiaci."" -
I siciliani
Non vi è forse popolo, tra le genti che affollano lo stivale, che più dei siciliani abbia dato alla storia patria grandi geni e, insieme, grandi criminali, sublimi scrittori e altrettanto eccelsi malfattori, sofisticate menti politiche ed efferati attentatori del bene pubblico. Questo libro perciò si guarda bene dall'avanzare una qualsiasi tesi sulla loro impenetrabile identità. Esso narra piuttosto di alcuni personaggi che hanno il pregio di esporre in maniera esemplare il ""mistero della sicilitudine"""". Da Federico stupor mundi a Tomasi di Lampedusa che, in ossequio alla ferrea regola dell'odio vigilante, scrisse il suo capolavoro per dare una lezione a De Roberto, accusato di aver raccontato, con """"I viceré"""", la nobiltà spiata dal buco della serratura; da Telesio Interlandi improbabile cantore del razzismo mussoliniano con tanto di prezzario degli aggettivi a Luigi Pirandello che della sicilianità esprime al massimo grado la goduria di farsi la guerra da solo (""""Il fu Mattia Pascal""""), e la consapevolezza che il manicomio sia il nostro habitat naturale (""""Sei personaggi in cerca d'autore""""); Ettore Majorana convinto estimatore del nazismo a Giuseppe Peri oscuro vicequestore angariato, insultato e fatto morire di crepacuore per aver denunciato in grande anticipo la strategia della tensione; dai fratelli Lanza di Trabia saltellanti fra i Ciano, Eisenhower e Togliatti per difendere feudi e privilegi a Vito Guarrasi signore incontrastato e sconosciuto di cinquant'anni di potere in Italia."" -
La vita luminosa di Lilly Afrodite
Dagli infimi night club di Fox trot al sordido ambiente delle foto per i rotocalchi, all'ineguagliabile glamour del cinema berlinese, tutto il mondo della capitale tedesca del breve periodo d'oro tra le due guerre scorre in queste pagine. E accompagna la vita luminosa di Lilly Afrodite fino a quando diventerà una stella del cinema e si innamorerà perdutamente di un regista russo, fino a mettere in discussione la sua stessa esistenza dorata. ""La vita luminosa di Lilly Afrodite"""" è la storia di una donna che ha vissuto fino in fondo la sua vita, una storia fatta di sfarzo e miseria, di luce e ombra, di dissolutezza e amore, di salvezza e perdizione, una storia che illumina un periodo straordinario del secolo scorso."" -
La sposa pakistana
Romanzo pieno di forza e sensualità, La sposa pakistana ci conduce nel cuore della civiltà islamica, là dove grazia e brutalità, amore e tirannide, passione e gelosia, onore e desiderio sono indissolubilmente legati.rn«Passione, potere, sensualità e crudeltà in un romanzo che toglie il respiro.» - Financial Timesrn«Un innocente erotismo che tocca il cuore e la mente.» - Houston Chroniclern«Un romanzo pieno di passione e vitalità.» - New York TimesrnNel villaggio del Kohistan, dove Quasim ha condotto Zaitoon, la sua piccola figlia adottiva cresciuta con lui a Lahore, le montagne si ergono scure e minacciose all’infinito. Tra urli selvaggi e festose scariche di armi da fuoco che rimbombano contro i fianchi dei monti, in una delle case di fango e pietra del villaggio, Zaitoon si appresta a consumare la sua prima notte di nozze.rnSakhi, il suo sposo, la osserva con eccitazione a stento trattenuta. Profilo affilato, aquilino, pantaloni sbuffanti, capelli seminascosti dall’ampio turbante bianco, occhi a mandorla, Sakhi contempla con orgoglio di padrone la sua piccola sposa dalle ciglia fitte, i grandi occhi neri e la pelle ambrata dei popoli di pianura. -
Parlando con le api
In un paesino della California del Sud, l'anziano Albert Honig butta i resti della colazione e si prepara ad andare al lavoro. Non importa che sia domenica e che faccia caldo: lo aspettano mezzo ettaro di bosco da pulire, sedici arnie da controllare e una miriade di barattoli di miele da inscatolare per il mercato. Mentre si sciacqua le mani al lavello di cucina, però, oltre la finestra avverte un rumore. Non può essere un vicino che aspira le foglie sul vialetto o il ronzio dei cavi elettrici, né tantomeno il motore di qualche macchina. Albert esce di casa e percorre la siepe che divide la sua proprietà da quella delle ""Signore delle api"""", e suona il campanello, ma nessuno risponde. Da dentro, si sente gracchiare una radio. Claire o Hilda saranno uscite per qualche commissione, pensa Albert, lasciando l'apparecchio acceso per scoraggiare i ladruncoli. Fa per andarsene, ma quando nota la vecchia Rambler parcheggiata sul retro, cambia idea e, trovando la porta aperta, entra: le sorelle Straussman sono a terra, legate, imbavagliate; morte. Sigillata la casa e raccolte le impronte, il detective Grayson non ci mette molto a capire di trovarsi di fronte a una rapina finita male. Ci sono segni di effrazione, mancano all'appello alcuni gioielli e i barattoli del miele usati come salvadanaio sono in frantumi sul pavimento. Tuttavia, come trovare il colpevole?"" -
Un bravo ragazzo
È un pomeriggio d'inverno in una via centrale del quartiere di Fuencarral a Madrid quando Rubén Polo incontra casualmente Bianca, amica dei tempi dell'università. Dieci anni sono passati dall'ultima volta che Polo e Bianca si sono visti, da quella notte in cui un episodio di incredibile violenza e brutalità ha improvvisamente sciolto la rock band di cui entrambi facevano parte assieme agli inseparabili Nacho e Chino e ha messo fine a tutto, alla giovinezza, alla spensieratezza, alla musica. Quella che inizia come una normale, magari un po' imbarazzata, conversazione tra vecchi amici - Bianca e Chino ora sono una coppia, e Nacho... beh, Polo lo ha incontrato qualche mese prima ed è chiaro che non sta granché bene - si trasforma per Polo nella certezza che quell'episodio vive ancora dentro di lui, che niente può resistere a dieci anni di oblio, che non ci si può sbarazzare del passato come fosse una cicca. Il passato: gli anni Novanta e la miglior band di Malasaha, un gruppo di ragazzi uniti dall'ansia di vivere e dalla musica, i cinque dischi da portarsi su un'isola deserta, da Maxinquaye a Nevermind. Ma il passato ha anche il suono sinistro di un farmaco, il roipnol, la droga dello stupro. E le attraenti fattezze di Bianca, che tutti chiamavano Chicana, corpo tonico, elastico, i capelli nerissimi e la pelle scura, quasi rossiccia. E di Gabi, la bellissima e biondissima Gabi dagli occhi chiari, che a quei tempi usciva con un idiota fascista ma che ora ama e vive con Polo... -
Hotel Calcutta
Anni Cinquanta: Calcutta si chiama ancora Calcutta e vive gli ultimi splendori del suo recente passato coloniale. Nella ""striscia d'oro"""", la zona della città che gli inglesi chiamano Esplanade e gli indiani Chowringhee, il centro della vita mondana e dei grandi alberghi, si aggira Shankar, un ex babu, un giovane impiegato di un avvocato inglese dell'alta corte, anzi, per essere precisi, """"dell'ultimo avvocato inglese dell'alta corte di Calcutta"""". L'illustre esponente del foro imperiale britannico è morto e il ragazzo si è ritrovato di colpo nel deserto di povertà e penuria da cui viene, e che credeva di essersi lasciato definitivamente alle spalle. Per allontanare lo spettro della fame, vaga per la città cercando di vendere cestini per la cartastraccia fabbricati da un giovanotto di Madras, che oltre ai cestini non possiede altro che due paia di calzoni e una sudicia cravatta. Per i dannati della terra come Shankar, basta il minimo temporale a distruggere l'oasi. Ma per fortuna non è sempre così. In un giorno in cui sonnecchia al parco di Chowringhee, si imbatte in uomo dalla pelle color mogano, lucida come le scarpe che hanno ricevuto il trattamento dai lustrascarpe di Dharmataja. È il detective Byron, il grande investigatore: per lui qualunque caso, per quanto complicato o misterioso, è immediatamente """"chiaro come la luce del giorno, trasparente come l'acqua"""". Byron gli trova un lavoro nell'albergo più antico e prestigioso dell'Esplanade: lo Shahjahan Hotel."" -
Nel limbo
Grace Covey ha trentanove anni, un marito di successo, Mike, e due figli: Jenny, che ha sedici anni e gambe lunghe da far girare la testa a uomini ammirati e a donne invidiose, e Adam, un bambino di otto anni, sensibile e dolce, che legge di cavalieri buoni e si fa chiamare Sir Covey. Grace non sa che la vita che ha conosciuto finora durerà meno di ventiquattro ore. Un fumo nero e denso sporca il cielo limpido di una tranquilla giornata estiva e si alza da dove non dovrebbe: dalla scuola. Adam è fuori, salvo. Vicino alla statua di bronzo davanti all'edificio singhiozza appoggiato a un'amica di Jenny che lo tiene stretto. Grace si concede un secondo, o forse due, di straziante sollievo, poi comincia a cercare Jenny. Caschetto biondo, alta, magra... Non c'è nessuno come lei, lì fuori. Sul ponte che conduce alla scuola le sirene continuano a ululare quandi Grace prende a correre. Corre oltre la paura, oltre le fiamme, oltre il dolore, corre a sfidare l'incendio, perché la sopravvivenza di una madre dipende da quella dei suoi figli. E nessun fumo che riempie la bocca e penetra nella gola e nei polmoni, nessun fuoco che fischia e sibila come un enorme serpente, nessun ruggito delle fiamme possono fermarla. Grace e Jenny vengono salvate dai pompieri e condotte d'urgenza in ospedale. La ragazza ha riportato ustioni gravissime e ha bisogno di un trapianto di cuore, mentre Grace è in coma. Entrambe si trovano intrappolate in quel limbo che separa i vivi dai morti. -
March. Il padre delle piccole donne
1861, Virginia. La Guerra civile infuria e nel salotto di Augustus Clement, dove un tempo la moglie riceveva gli ospiti, ora sono accampati i feriti delle truppe unioniste. Accovacciato in un angolo c'è anche il cappellano March, che si perde nei ricordi di una notte di vent'anni prima quando, ancora venditore ambulante, era stato ospite di Augustus e aveva scoperto i baci e le carezze di Grace, la bella schiava di colore dei Clement. Per scacciare il turbamento di quella primavera, il cappellano estrae dalla tasca un piccolo involto di seta con un riccio biondo, un ciuffo nero, un ricciolo castano: le ciocche dei capelli di Amy, Beth e Meg, le sue figlie, le sue piccole donne lontane... Geraldine Brooks rivolge un doppio omaggio a ""Piccole donne"""". Da un lato narra quello che nel celebre libro della Alcott è taciuto (l'anno che Mr. March trascorse in guerra) e, dall'altro, modella la figura di quest'ultimo su quella del padre vero della Alcott, Bronson Alcott, uno dei grandi esponenti dell'idealismo americano del XIX secolo con Emerson e Thoreau."" -
Le regole dell'impegno
Le regole dell'impegno conferma l'impareggiabile talento dell'autrice di Guardatemi nell'illuminare i più riposti angoli dell'animo femminile.rn«Anita Brookner è una delle grandi scrittrici della narrativa contemporanea.» - Literary Reviewrn«Con le regole dell'impegno l'autrice inglese continua la sua esplorazione dell'universo sentimentale femminile.» - il Sole 24Orern«In Inghilterra, per dire del senso di solitudine, hanno coniato l'espressione ""Brookner Experience"""": un viaggio interiore nell'isolamento, nella perdita delle emozioni, nella difficoltà di misurarsi con la società.» - Nicola Manuppelli, D - la Repubblica delle DonernBetsy ed Elizabeth sono due giovani donne nell'Inghilterra degli anni Settanta, un'epoca in cui a Londra, come in tutte le capitali europee, la ribellione dilaga e la giovinezza sembra per la prima volta una conquista permanente. Betsy è andata a Parigi a «completare la sua formazione», in realtà a vivere l'esistenza bohémienne della gioventù ribelle parigina. È tornata a Londra con gli occhi splendenti di felicità, in compagnia di un ragazzo dalla bellezza scultorea, uno di quegli uomini per i quali si finisce col pagare sempre un prezzo alto. Elizabeth ha sposato un uomo di ventisette anni più vecchio di lei, con il quale condivide una vita coniugale decorosa e stabile, del tutto priva di slanci ed emozioni. Ogni giorno, però, dopo aver svolto le mansioni domestiche senza lamentarsi, Elizabeth incontra il suo amante, un uomo alto e biondo, il tipo d'uomo che, si percepisce subito, ama il piacere più di ogni altra cosa. Le regole dell'impegno è un romanzo che indaga sugli irrisolti dilemmi della vita sentimentale, confermando l'impareggiabile talento di Anita Brookner nell'illuminare i più riposti angoli dell'animo femminile."" -
Neuland
Dai giorni del corso come osservatore nell'esercito di Israele, gli occhi di Dori sono sempre in cerca di minacce potenziali: cecchini sui tetti, movimenti sospetti fra i vicoli, una tenda spostata, uno scintillio che rivela che qualcuno ti sta osservando col binocolo. Un'attività inutile, ma così radicata che il timore di pericoli alberga ormai stabilmente nella sua mente. Roni, ad esempio, è la prima donna alla quale Dori ha permesso di toccare il suo amaro nocciolo di solitudine, la prima donna di cui si è fidato, sino al punto da appoggiarsi e assuefarsi totalmente a lei. Tuttavia Dori è convinto che, camminando col suo passo svelto, un giorno lei non si fermerà più e lo lascerà. E allora per evitarlo, Dori ha deciso di andarsene lui. Suo padre, Meni Peleg, eroe della guerra del Kippur, dopo la morte dell'amata moglie è scomparso da qualche parte in Sudamerica. Per scacciare i suoi spettri privati, Dori parte alla sua ricerca. Inbar ha la stessa età di Dori, non più giovane come le giovani, né avanti negli anni come quelle avanti negli anni. Una via di mezzo. Esattamente come Dori. Anche Inbar è in fuga dai suoi fantasmi privati e dalle persone in carne e ossa cui è attaccata la sua vita in Israele. Dori e Inbar si incontrano e si amano in Sudamerica. E in Argentina, là dove alla fine dell'Ottocento il Barone Hirsch comprò molte terre, convinto che fosse il posto migliore dove creare un focolare nazionale gli ebrei, si imbattono insieme in Meni Peleg. -
Ogni cuore umano
Che cosa spinge un essere umano a scrivere il suo diario intimo? Il bisogno impellente, a un certo punto della propria vita, di essere sinceri con se stessi? Di dirsi tutta la verità senza pudore, e gettare così finalmente luce su quegli aspetti della propria esistenza che non osiamo confessare neanche a noi stessi? Niente di tutto questo vale per il protagonista di queste pagine: Logan Gonzago Mountstuart, scrittore nato in Uruguay nel 1906 da madre uruguayana e padre inglese, e vissuto più o meno ovunque nel corso della sua esistenza. Logan Mountstuart scrive il suo journal intime per quello che lui ritiene lo scopo di ogni vero diario: venire a capo delle infinite personalità che compongono quello strano animale che è l'essere umano. -
Lezione di tedesco
È il 1953 e nell'aula del riformatorio situato alle foci dell'Elba, non lontano dal confine tra Germania e Danimarca, è entrato oggi un individuo smilzo, profumato di brillantina. Si chiama Korbjuhn, dottor Korbjuhn, ed è entrato con l'aria che i ragazzi rinchiusi nel riformatorio chiamano korbjunesca, cioè sprezzante e timorosa insieme. Il dottor Korbjuhn si è fatto augurare il ""buon giorno signore"""" e, senza preavviso, senza avvertimento, ha distribuito i quaderni dei temi. Non ha detto nulla. Semplicemente, quasi godendo della cosa, è andato alla lavagna, ha preso il gesso, ha alzato una mano insignificante e, mentre la manica gli scivolava fino al gomito scoprendo un braccio secco, giallognolo, vecchio almeno di cent'anni, ha scritto sulla lavagna il tema con la sua scrittura prona, obliqua, l'obliquità dell'ipocrisia. Era intitolato: """"Le gioie del dovere"""". Ora, nel chiuso della sua cella, il giovane Siggi Jepsen sta meditando davanti al suo quaderno dei temi con l'etichetta grigia. Siggi si trova alle foci dell'Elba, perché, nel lontano 1943, avrebbe raccolto in un vecchio mulino una serie di quadri rubati. In realtà, Siggi ha semplicemente nascosto le opere di un pittore amico, Max Ludwig Nansen, un artista espressionista, sulle quali pendeva la minaccia nazista di essere """"verboten und verbrannt"""", proibite e bruciate. Come cominciare quel compito sulle """"gioie del dovere""""? Da suo padre, poliziotto obbediente agli ordini, a qualunque ordine, nella Germania di Hitler?"" -
Ovunque io sia
Ofelia, Margarida e Maria do Ceu sono le tre donne di una travolgente saga familiare che parte negli anni Quaranta e finisce ai giorni nostri. Sullo sfondo di una Lisbona dalla bellezza magica, ma anche oppressa da una dittatura che finirà solo con la rivoluzione del 1974, i loro tragici destini si incroceranno per sempre. Manuel, Carlos e Tiago sono gli uomini che, dopo le false promesse, le porteranno verso il dolore, il sacrificio e l'annientamento. Romanzo di amori mancati e sbagliati, ""Ovunque io sia"""" è anche la storia della forza di una maternità senza confini, la frase lascito che ogni madre, prima di morire, affida ai figli nel desiderio di non abbandonarli del tutto. Romana Petri dipinge l'affascinante affresco di un Portogallo chiuso, dolente e tragicamente arretrato. Il lungo cammino umano di un popolo che, dopo il forzato silenzio, troverà il coraggio di essere moderno scegliendo la libertà."" -
L'ombra di Heidegger
È il 1948 e Dieter Muller, allievo del maggiore filosofo del Novecento, il pensatore tedesco Martin Heidegger, prima di compiere il gesto estremo di togliersi la vita, scrive una lunga lettera al figlio. La lettera illumina il clima della cultura tedesca degli anni Trenta, la percezione di trovarsi dinanzi a una svolta cruciale della storia umana in cui si sfidavano nel duello finale, in una vera e propria apocalisse dell'accadere storico, l'universalismo giudaico-cristiano della tecnica, rappresentato dal dominio anglo-americano, e le forze della tradizione europea. Sono gli anni in cui il nazionalsocialismo trionfa, e Martin Heidegger si trasforma nel profeta di una intera generazione chiamando la gioventù tedesca alla lotta per la grandezza perduta della Germania sotto la guida del Fuhrer. Dieter Muller racconta al figlio la sua fede incrollabile in quegli ideali, e il fervore con cui lui e altri giovani intellettuali tedeschi del tempo condussero quella battaglia. Finché, rifugiatosi in Argentina dopo la guerra, la foto di un ebreo condotto alla camera a gas dalle SS, lo pone dinanzi alla terribile verità del genocidio e della soluzione finale. Una verità insopportabile per Dieter Muller, che non esita a porre fine alla propria vita. Dall'istante in cui entra in possesso della lettera del padre, un solo pensiero ossessiona il giovane Muller: rintracciare il responsabile della fine del padre, Martin Heidegger. -
Una nave per l'inferno
La drammatica storia della St. Louis: la nave di rifugiati ebrei rifiutata dagli USA nel 1939.rnrnrn«Gilbert Sinoué dimostra che i colpevoli non portavano tutti l’uniforme bruna» – La Viern«L’epopea di una nave entrata nella leggenda dei dannati della storia» – Nice-MatinrnQualche mese dopo la Notte dei Cristalli, Adolf Hitler autorizzò gli Ebrei che ne avessero fatto richiesta a lasciare la Germania. Ad Amburgo la Saint-Louis, una nave battente bandiera nazista, partì con a bordo 937 passeggeri, di cui 550 femmine e bambini. Erano tutti ebrei tedeschi, tutti muniti di visto e con destinazione La Havana. Speravano di soggiornare a Cuba, prima di ricevere il permesso d'entrata negli Stati Uniti. Ma né il governo cubano, o statunitense, o canadese e neppure quelli dei diversi paesi dell'America latina accolsero i profughi e la Saint-Louis visse una tragedia qui ricostruita grazie alle testimonianze dei sopravvissuti e a documenti d'archivio. -
I Melrose
Il ciclo narrativo contenuto in queste pagine, composto da quattro romanzi (il quinto conclusivo, ""At Last"""", apparirà in seguito), ha destato enorme scalpore nei paesi in cui è apparso. Edward St Aubyn, rampollo di un'antica e nobile famiglia che """"viveva in Cornovaglia fin dai tempi della conquista normanna"""" (Guardian), è stato accostato dalla critica britannica e statunitense a Evelyn Waugh e Oscar Wilde per la sua sferzante descrizione dell'upper class inglese o a Martin Amis per il nichilismo che spira nelle sue pagine. Tuttavia, come ha notato la """"New York Book Review"""", nei """"Melrose"""" si mostra una contemporaneità non riscontrabile nelle opere degli scrittori citati, """"un'aristocratica atmosfera di caustico orrore"""" mai percepita prima. Scevro, come ogni membro di una famiglia che può fregiarsi del titolo di baronetto sin dal 1671, dall'infatuazione per le forme di vita dell'aristocrazia inglese che caratterizza, invece, la prosa di Wilde e Waugh, St Aubyn ritrae il personaggio di Patrick Melrose, impegnato tenacemente a porre fine alla sua esistenza abusando di alcol e droga, e l'irresistibile galleria di titolati snob, ubriaconi, dementi, tiranni e tossicomani che lo circondano, come nuovi demoni della contemporaneità, in una maniera che è a un tempo cosi disperatamente moderna e cosi armoniosamente classica da spingere una scrittrice come Alice Sebold a dichiarare che """"I Melrose"""" 'sono un capolavoro del XXI secolo, e St Aubyn è uno dei più grandi prosatori di lingua inglese'.""