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Revolution. Il '68 dei Beatles
Smessi i panni della Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band, scesi dal bus del Magical Mystery Tour, i Beatles abbandonano le visioni psichedeliche per rivolgersi alla Trascendenza professata dal nuovo guru, il Maharishi Yogi. Dal suo ashram alle pendici dell’Himalaya, mentre altrove è già tumulto, essi imboccano la Long and Winding Road al termine della quale si scopriranno non più un’unica entità ma quattro individui, ognuno con lo sguardo rivolto a un diverso punto cardinale. Le gemme raccolte lungo questo cammino, stupende quanto diseguali, comporranno l’acclamato White Album, disco di assoluta sincerità sonora dopo l’estasi di sgt. pepper, a conclusione del loro tormentato 1968. Un anno di utopie, tensioni e rivoluzioni anche per la band di Liverpool. La creazione della Apple e il suo maldestro tentativo di “comunismo occidentale”; l’arrivo di Yoko Ono e l’approccio lennoniano all’arte concettuale; i primi progetti solisti; gli scandali e le crisi personali; le voci in rivolta di una gioventù che li ha eletti a portavoce assoluti e che adesso ne attende la presa di posizione. Tre brani di John Lennon, Revolution, Revolution 1 Revolution 9 (suo personale ritratto sonoro del Maggio francese), offrono altrettante voci – non prive di ripensamenti – alle sue certezze sul bisogno di cambiare il mondo e ai suoi dubbi sul come farlo. Ancor più numerose e vibranti le risposte dei movimenti, degli intellettuali e degli artisti impegnati di mezzo mondo, dalla New Left a Jean-Luc Godard. Proprio il punto di vista della ricezione, dei destinatari del messaggio lanciato dalla band, occupa un posto centrale in questo racconto: dal ’68 visto dai Beatles, ai Beatles visti dal ’68. Dodici mesi cruciali racchiusi in un doppio Lp, due 45 giri e un film, che parlano con ispirata maturità di un’irripetibile esperienza artistica e di costume che, prima di avviarsi all’epilogo, incide con rinnovato vigore sulla cultura e sulla società di quel Sessantotto e degli anni a venire. Con la prefazione di Donato Zoppo -
Contessa
Due vecchi amici si ritrovano a palare del '68. Gli anni della loro giovinezza e dell'illusione che il mondo potesse essere cambiato. Gli anni in cui “Siate realisti, chiedete l'impossibile” si andò a scontrare con la violenta resistenza della conservazione reazionaria. In questo loro viaggio nella memoria immaginano un confronto intergenerazionale dove la loro fiducia incrollabile sulla possibilità di emancipazione progressiva si scontra con il profondo senso di sconforto delle giovani generazioni. -
Vini e vinili. Gaber & champagne
Ovviamente non solo Gaber e non solo Champagne ma un viaggio Oltralpe con una colonna sonora tutta italiana per chiudere la trilogia di Vini e Vinili, che nei due volumi precedenti si era concentrata sui piccoli vignaioli del nostro Paese, prima accompagnati dalle canzoni americane e poi da quelle inglesi. Per compensare le nobili bottiglie transalpine occorreva una provocazione musicale: così Maurizio Pratelli e Dan Lerner si sono concessi ai ""francesi che si incazzano"""", per dirla con Paolo Conte, servendo vino con una colonna sonora tutta italiana. Infine, compromessi da una sottile seduzione per i nostri vignaioli, hanno lasciato aperto un piccolo sentiero che ci riporta ancora in Italia. Prefazione di Andrea Scanzi."" -
Queen in Rocks. Tutte le canzoni dalla A alla Z
"Queen in Rocks"""" ripercorre le 190 canzoni che hanno scritto insieme Freddie Mercury, Roger Taylor, Brian May e John Deacon. Con singole schede disposte in ordine alfabetico, è sì uno studio sistematico, ma racconta aneddoti e curiosità, e getta luce sul significato che si cela dietro grandi opere, piccole canzoni pop e album compositi. Di ogni brano si profila una spiegazione, parlando di musica e testo e della compenetrazione tra questi, senza tralasciare il valore dei videoclip e dei concerti. Inoltre ogni canzone è presentata con una scheda che indica valore artistico, fama raggiunta, album di riferimento, autore, genere, l'eventuale presenza di un videoclip e persino di un pezzo gemello: quasi ogni brano è infatti associato a un altro di cui sembra essere o lo specchio compositivo o il rifacimento. """"Queen in Rocks"""" è un libro che può affascinare il lettore comune, rivelando mondi improvvisi su canzoni che si canticchiano inconsapevolmente, ma anche soddisfare i fan più esigenti con intuizioni musicali e rivelazioni filosofiche. Il volume è infine uno strumento di consultazione e unta guida critica per il rock, per mostrare ancora una volta la profondità di un'opera spesso sottovalutata." -
Lady Gaga. La seduzione del mostro. Arte, estetica e fashion nell'immaginario videomusicale pop
Star internazionale e brand commerciale che ha costruito un autentico impero finanziario, Stefani Germanotta alias Lady Gaga domina da una decina di anni l'orizzonte della popular culture; ereditata la corona dalla regina Madonna, Gaga ha saputo rinnovare l'immaginario pop, coniugando provocazione e sperimentazione visiva, i linguaggi dell'alta moda e le arti visive. In piena logica postmoderna, androginia e neostoria, post-human e blasfemia partecipano a una spirale vertiginosa finalizzata ad alimentare il potenziale di seduzione, una seduzione amorale che adotta come tecniche di attrazione l'eccesso e il parossismo visionario più che la dimensione erotica, il morboso e l'anamorfico più che la bellezza, l'alieno e il mostruoso più che il glamour. Come risulta evidente nella sua produzione videomusicale, che come per i servizi fotografici annovera i migliori professionisti e creativi del settore, nella sua ricerca Lady Gaga ha lavorato sempre sulla polarità tesa tra concetti inconciliabili: amore/odio, nascita/morte, naturale/artificiale, umano/inumano. Attraverso l'analisi dei suoi video, facendo riferimento all'outfit, al fashion design e all'apparato estetico complessivo (dalle scenografie alle coreografie, dalle tecniche di ripresa alle ambientazioni), questo importante saggio mette in evidenza come proprio il videoclip musicale, testo postmoderno per eccellenza, si dimostri non solo una delle modalità espressive più efficaci del circuito massmediale contemporaneo, ma soprattutto uno degli ambiti più produttivi di rinnovamento estetico. -
Fuori campo. Storie e personaggi nelle canzoni dei Modena City Ramblers
Non c'è un termine esatto per definire questo libro: esegesi è troppo formale e ingessato; i testi delle canzoni vengono presi in considerazione per essere ampliati, non spiegati. Anche biografia non è corretto: i Modena City Ramblers fanno sì da sostegno al racconto, che è scandito dai loro lavori, ma ne sono co-protagonisti, non attori unici. Loro stessi ne hanno scritto la traccia, disseminando di riferimenti il proprio percorso artistico. E allora l'intento del libro è di creare un percorso fra le storie contenute nei testi, mettendo in connessione luoghi, personaggi, avvenimenti. Capita così di trovarsi a viaggiare assieme a Emiliano Zapata o Nestor Serpa Cartolini, di leggere di Enrico Mattei e trovare subito dopo Pinelli; si racconta di Bobby Sands come di Peppino Impastato. Tutto scorre in questo sincretismo culturale, in questa santeria laica: le canzoni dei Modena City Ramblers sono al tempo stesso il motore di questo lavoro e il carburante, sono la passione che alimenta la conoscenza, sono la poesia delle lacrime per i torti subiti e di quelle versate quando c'è da festeggiare. Leggere ""Fuori campo"""" è come viaggiare in una via Emilia che passa dall'Irlanda, per proseguire in Sud America e diramarsi poi fra tutte quelle terre dove ci sono frontiere da superare, muri da abbattere, speranze da raccontare. Leggere """"Fuori campo"""" vuol dire ascoltare le canzoni col pensiero, viaggiando fra sogni e delusioni, conquiste e sconfitte, desideri e utopie."" -
Born on the Bayou. La storia dei Creedence Clearwater Revival
I Creedence Clearwater Revival rappresentano la quintessenza del rock’n’roll. Un rock essenziale e stringato che ha il marchio indelebile di quel piccolo genio di John Fogerty e dei suoi compagni di viaggio. Negli anni a cavallo fra i Sessanta e i Settanta, i Creedence hanno interpretato l’ala moderata del San Francisco sound e della California, un gruppo atipico sia musicalmente sia filosoficamente. Eppure sono stati la punta di diamante dell’industria discografica, abili come nessun altro a confezionare meravigliose canzoni senza tempo a 45 giri così come in Lp di straordinario impatto artistico, sonoro ed emotivo. La formula era semplice: pochi fronzoli, arrangiamenti secchi e precisi, la voce di gola ruvida e arrabbiata, una sezione ritmica pulsante e coinvolgente, un ritmo forsennato che si rigenera mescolandosi alle paludi della Louisiana, al blues del Mississippi, alle ballate epiche, al country del Sud e ai trip lisergici della baia. Il loro sound è un concentrato di emozioni epidermiche con ritornelli immortali come quelli di Proud Mary e Born on the Bayou. Questo doveroso omaggio al gruppo californiano vuole essere un libro esaustivo e definitivo che, oltre a una lunga biografia e a una dettagliata discografia, contiene le schede dei dischi, le collaborazioni, le cover italiane e internazionali, un albero genealogico, la lista di tutti i concerti, i brani apparsi nei film e nelle colonne sonore, i più svariati piazzamenti nelle classifiche di vendita, fatti e antefatti, curiosità e aneddoti. -
Robert Wyatt. Folly bololy. Testi commentati
Robert Wyatt è una figura emblematica per comprendere l'evoluzione lirica e musicale dei decenni successivi al secondo conflitto mondiale. Puramente inglese nella sua quieta disperazione, dotato dell'infantile capacità di giocare con la verità e incline alla visione laterale, alla sperimentazione non fine a se stessa, al dadaismo e alla curiosità politica e sociale, Wyatt è una lente variopinta attraverso cui guardare per comprendere le spinte che animano un uomo solo e la sua volontà all'interno di una società rumorosa, esaltante, opprimente e conflittuale. Bambino attratto dalle possibilità creative della musica nel fiabesco reame di Canterbury, si troverà tra Londra e gli Stati Uniti a lavorare spalla a spalla con le massime personalità musicali del suo tempo: da Jimi Hendrix a Brian Eno, da Bjórk a Daevid Allen. Formerà un gruppo di inquieta sperimentazione come i Soft Machine, e come solista affiancato da amici talentuosi darà vita a opere che splendono di luce propria. Un uomo mutante nella forma e nei contenuti, dalla personalità oscura e luminosa, che abbraccia linguaggi altrui per formarne uno proprio, assoluto e inconfondibile. Dall'ascolto di una musica fatta di suoni liberi associati a canoni variabili, e dei testi — liberi pensieri associati a lettere e parole nuove — si traccia un percorso che a partire dall'uomo-artista Wyatt, bipede batterista e autore incatenato, abbraccia la sua società e il suo tempo, del quale egli si è fatto voce cristallina, spezzata e sincera. -
Elettronica hit-tech. Introduzione alla musica del futuro
"Retromania"""", il celebre libro di Simon Reynolds del 2011, spiegava come grazie all'avvento di Internet tutto il mondo si fosse ritrovato tra le mani un grandissimo archivio che forniva la possibilità di accedere al passato in maniera semplice e veloce, generando la più forte esplosione revivalistica degli ultimi 15-20 anni. Forse per risposta alla provocazione, o forse semplicemente perché erano maturi i tempi, da quell'anno una copiosa serie di uscite futuristiche e dalle sonorità ultratecnologiche ha trovato il modo di mettere in discussione la tesi di Reynolds. Quello che è successo dal controverso Far Sede Vertual di James Ferraro, vera e propria pietra miliare che ha incoraggiato l'avvio del genere, a Garden of Delete di Oneohtrix Point Never, che è evidentemente un punto di non ritorno, ha assunto importanza tale da spingere il critico Adam Harper a rinominare il tutto col nome """"Estetica hi-tech"""". È infatti un vero e proprio macrogenere, che spazia dall'eleganza da sound designer dell'ambient per arrivare al furore anfetaminico della gabber, passando per il grime e addirittura il pop. Porre l'obiettivo di tratteggiare un quadro generale di questo movimento significa inevitabilmente parlare dell'elettronica pre-2011, quindi degli Autechre e di etichette come Hyperdub, Warp, Raster No-ton, Mille Plateaux, Editions Mego, per poi presentare e discutere ampiamente la discografia dei protagonisti degli anni che vanno dal 2011 a oggi, considerando il loro interesse per l'aspetto politico, sociale e filosofico. Prefazione di Valerio Mattioli; introduzione di Manlio Perugini; postfazione di Demented Burrocacao." -
Bowienext. Interviste, ricordi e testimonianze sull'Uomo delle Stelle. Ediz. illustrata
Ma ci ha davvero lasciati David Bowie? Non si direbbe, dando un’occhiata a tutte le iniziative sorte intorno al suo nome e alla sua opera dal 10 gennaio 2016. Anche l’Italia ha dato il suo contributo con il film ""Bowienext"""" di Rita Rocca andato in onda il 13 giugno 2018 su Rai 5, e in versione streaming sul sito di Rai Play. Si è trattato di un labour of love della regista, che usando il web e i social network ha chiesto ai fan di tutto il mondo di mandare dei contributi video (cortometraggi, animazioni, testimonianze di vita, spettacoli teatrali, performance, brani originali dedicati all’artista). Nato come progetto indipendente dal respiro internazionale, nel corso di due anni di lavorazione """"Bowienext"""" si è arricchito anche di interviste a musicisti/artisti che hanno lavorato o che hanno conosciuto David Bowie, e critici musicali che ne hanno approfondito l’opera. Questo volume, oltre a essere un “companion piece” di """"Bowienext"""", mira a presentare un panorama più completo, includendo spezzoni di interviste, immagini, testi di canzoni, poesie e racconti che per ragioni di tempo e di opportunità non è stato possibile inserire all’interno del film. Il libro è anch’esso, come il suo “compagno”, una sorta di cutup e ci si augura che sia ugualmente – sebbene diversamente godibile."" -
Guida al thrash metal
Siamo nel 1983. La guerra fredda tra USA e URSS vive uno dei momenti di maggiore crisi dagli anni Cinquanta, con il rischio di un’escalation nucleare che minaccia di spazzare via l’umanità. Il mondo occidentale si bea nell’illusorio benessere generato dalle politiche di Reagan e Thatcher, pagato a caro prezzo dai lavoratori e dalle fasce più deboli della popolazione. La musica rock, che un paio di decenni prima era stata al centro del movimento di rivolta studentesca, sembra aver esaurito la sua spinta progressista. In questo contesto deflagra il thrash metal, con la bomba sganciata dai Metallica tramite il loro album d’esordio ""kill ’em all"""". La rabbia di un’intera generazione si riversa nei riff di chitarristi leggendari come James Hetfield, Dave Mustaine e Jeff Hanneman. Il thrash è destinato a dominare la scena metal mondiale per quasi un decennio, riscrivendo la storia e lasciando un segno indelebile sulle future evoluzioni nel campo della musica estrema. Questa guida ne ripercorre le vicende, attraverso le discografie commentate di tutti gli interpreti più importanti, dai Megadeth agli Slayer, dai Sepultura ai Pantera, oltre ai già citati Metallica, fino ai più recenti Vektor, prestando attenzione anche a fenomeni underground e riservando uno spazio all’evoluzione stilistica negli anni Novanta e alla rinascita del movimento nel nuovo millennio. Il testo contiene più di 150 schede su altrettanti gruppi, con informazioni circa l’inquadramento storico e stilistico, i musicisti, le pubblicazioni e oltre 300 album recensiti in dettaglio."" -
Breve storia della musica elettronica e delle sue protagoniste
Breve storia della musica elettronica e delle sue protagoniste affronta la nascita e lo sviluppo della musica elettroacustica ed elettronica ponendo al centro della narrazione l'attività di compositrici impegnate nella costruzione della nuova musica del Ventesimo secolo. Suddiviso in dodici capitoli, lo scritto segue l'ordine cronologico dello sviluppo di tecniche, tecnologie e generi, dalla comparsa del Theremin ai primi software commerciali destinati alla produzione di computer music, creando sezioni geograficamente definite: la nascita della musica elettroacustica in Francia, lo sviluppo della musica per radio e televisione in Inghilterra, l'avvento della storia del sintetizzatore negli Stati Uniti d'America, le complessità del panorama italiano dopo la fondazione dello Studio di Fonologia di Milano... Ogni capitolo affronta uno specifico momento della storia della musica elettronica narrato attraverso le composizioni e le esperienze di compositrici, virtuose e innovatrici. Breve storia della musica elettronica e delle sue protagoniste è un testo divulgativo, di facile comprensione, destinato ai cultori della musica elettronica e al mondo dei non addetti ai lavori: è un volume che desidera portare a conoscenza del grande pubblico una storia della musica paritaria. -
Tutto De André. Il racconto di 131 canzoni
C'è una sola strada per conoscere e apprezzare l'eredità del più grande artista della musica italiana d'autore, a vent'anni dalla scomparsa: riascoltare tutte le sue canzoni. Sono solo 131 in fondo, da ""Nuvole barocche"""" uscita nel 1961 all'album """"Anime salve"""" del 1996, più gli improbabili inediti usciti postumi nel 2008. Tanto si è detto, tanto si è scritto e visto - perfino uno sceneggiato a puntate - ma il modo per ricostruire il ritratto più autentico, sacrilego e spirituale insieme, di Fabrizio De André è in questo libro che ripercorre ogni brano, dal primo all'ultimo, raccontato attraverso la genesi, le testimonianze, gli aneddoti, i segreti, i retroscena svelati dallo stesso Faber - come era chiamato dall'amico Paolo Villaggio - e dalle persone che lo hanno vissuto, amato, odiato e compreso. Il risultato è una sorta di romanzo a capitoli, 131 appunto, con schede dettagliate, accompagnate dalle stelline - da 1 a 5, in stile cinematografico - che tengono conto del valore artistico e storico. """"Tutto De André"""", che richiama anche il titolo del primo album del 1967 (""""Tutto Fabrizio De André"""") è molto più che una guida all'ascolto di un protagonista - poeta, musicista, cantautore - del Novecento, ancora oggi riferimento esistenziale e artistico delle nuove generazioni."" -
Grande Tony. Little Tony. Storia matta di un cuore rock
Little Tony potrebbe essere considerato solo un cantante come tanti altri che hanno avuto il loro momento di gloria nei favolosi anni Sessanta e poi, dopo l’inevitabile declino dovuto alle nuove mode, hanno cercato di restare faticosamente a galla per tutti gli anni seguenti. In realtà Little Tony è stato innanzitutto, insieme a Celentano, il pioniere del rock in Italia. Quando esplose il rock’n’roll qui da noi, anche personaggi come Giorgio Gaber o Luigi Tenco si cimentarono, giovanissimi, con la nuova travolgente musica. E con loro tanti altri. Ma Little Tony lo ha fatto meglio e lo ha fatto per tutta la vita, sempre fedele a se stesso e assumendo una connotazione rock anche nel look. Questo libro, che colma un’evidente lacuna nel mercato editoriale italiano, racconta gli aspetti più importanti della sua storia di uomo e di artista. Il racconto è arricchito dalle parole di chi lo ha conosciuto e lo ha amato: il suo primo biografo, che scrisse un breve libro su di lui nel 1970, gli amici più intimi, il parrucchiere e il meccanico di fiducia, musicisti che hanno lavorato con lui, registi che lo hanno diretto in veste occasionale di attore, collezionisti, l’amicone di sempre Bobby Solo. E infine il cantautore italiano per eccellenza, Francesco De Gregori, che ha raccontato la genesi della dolcissima ""Come un anno fa"""" e, con reverenza, ha ammesso che un artista come Little Tony, la cui popolarità era calata proprio con l’avvento dei cantautori, andrebbe necessariamente rivalutato. Questa biografia ha l’ambizione di delineare finalmente un profilo giusto e veritiero del Grande Tony."" -
Ministri. Suoniamo per non lavorare mai
I Ministri erano tre ragazzini tra i banchi del liceo Berchet di Milano. Il preside forse ancora li aspetta. In cortile però non si può più fumare. In cantina ora c’è una sala prove e digitando Ministri su Google escono prima loro di quelli che stanno al governo. Davide, voce e basso, è rimasto fedele a Porta Romana, dalle aule al terzo piano vede casa. Federico, penna e chitarra, che avrebbe preferito fare Scuola di fumetto, è cresciuto in Piazzale Susa. Michele, il batterista, in corso Lodi. Conoscersi era una probabilità geografica. Anni in giro da band emergente, le canzoni su Myspace, le cover, cercandosi le prime date da soli o partecipando a concorsi dall’affidabilità discutibile, fino ad arrivare alla prima etichetta e a quel primo disco con l’euro in copertina. Iniziano ad affermarsi alcune delle caratteristiche che diventeranno punto di riferimento per i fan e per gli stessi Ministri: le giacche e le locandine. Ma soprattutto iniziano ad affermarsi i loro valori, il loro non venire a patti con la decadenza morale e l’omologazione, il loro racconto crudo di quello che succede dentro di noi e intorno a noi. Tutto questo con testi criptici, pregni di metafore, ma che scivolano via come la poesia più lineare che esista. Si crea così, live dopo live, una stretta empatia col pubblico, un pubblico che pian piano cresce e urla a ogni canzone la propria disillusione, sentendosi capito, libero. Ecco arrivare le prime soddisfazioni, dalla radio ai sold out nei più grandi live club d’Italia, dalle major al passaggio su Blob, ma, soprattutto, ecco come una rock band è riuscita a ritagliarsi un importante tassello nella storia della musica italiana. -
Zero, nessuno e centomila. Lo specifico teatrale nell’arte di Renato Zero
La musica di Renato Zero non è solo musica. Un concerto di Renato Zero non è solo un concerto. Parte da questi due semplici assunti l’idea di Zero, nessuno e centomila, viaggio nella carriera di uno degli artisti più eccentrici e longevi della storia della canzone italiana alla ricerca di quell’elemento tutto teatrale che è alla base dell’unicità, dell’originalità della sua produzione. Seguendo l’evoluzione della proposta artistica di Renato Zero, dalla sua formazione fino alle pubblicazioni più recenti, avvalendosi anche della testimonianza di alcuni collaboratori, il libro mette in luce le modalità, i meccanismi scenici e drammaturgici grazie ai quali la sua musica diventa a tutti gli effetti teatro. Individuati i punti di riferimento teatrali che avrebbero indirizzato il giovane Zero (Petrolini, Poli, Bene…), il volume accompagna il lettore a scoprire i primi tentativi dell’artista alle prese col palcoscenico in opere come Orfeo 9 di Tito Schipa jr e Anconitana di Gianfranco De Bosio, per poi entrare nel vivo del laboratorio creativo, e dunque della scena, di Renato Zero, andando a studiare da vicino la sua tecnica compositiva e performativa. Conclude il volume una puntuale disamina dei concerti-spettacolo più significativi di Zero come cantattore e vero e proprio regista. Metà saggio e metà racconto, ora analitico ora narrativo, un po’ pop e un po’ letterario, Zero, nessuno e centomila si propone così come uno studio alternativo ma indispensabile per chi voglia approfondire o scoprire il “fenomeno Zero”. -
Ambulance songs. Non dimenticare le canzoni che ti hanno salvato la vita
"Ambulance Songs"""" è un inclassificabile atto d'amore e devozione nei confronti della musica e del potere salvifico delle canzoni. Un libro commosso per """"non dimenticare le canzoni che ti hanno salvato la vita"""" e per un'erotica della musica, che deponga le ostilità dell'interpretazione in favore del sentimento poetico. Gli autori Luca Buonaguidi e Salvatore Setola propongono narrazioni inconsuete rispetto ai classici registri della critica, prediligendo di brano in brano uno stile emotivo, intimo e in consonanza poetica con lo spirito dei diversi brani scelti e in cui poesia e prosa si affiancano in interazione reciproca, per raccontare i due emisferi dell'ascolto nell'attimo esatto della scossa sismica prodotta dalla musica nell'anima di un appassionato. Il volume ha la struttura di un cofanetto con tanto di ghost track, bonus track e contenuti extra - a cura degli ospiti Diego Bertelli, Carlo Bordone e Claudio fabretti - e copre una moltitudine di generi, epoche e tematiche: dalla ribellione all'amore, dalla follia alla malinconia, dal dolore alla spiritualità. II risultato è una playlist eterogenea che affianca pietre miliari a capolavori dimenticati, ma soprattutto un kit di pronto soccorso per musicofili in crisi di senso. Un invito alla catarsi attraverso la musica." -
Italia d'autore. 1965-1985: il periodo d'oro dei cantautori dal vinile al Cd
Dal vinile al Cd: decine di cantautori hanno scritto la storia d'Italia, diventando protagonisti dello spettacolo e della cultura e rimanendo dei giganti anche agli occhi di chi è venuto dopo. De André, Battisti, Dalla, Battiato, Guccini, De Gregori, Fossati, Rossi e tutti gli altri compaiono ora in un racconto ragionato e inserito nel contesto storico di un fenomeno unico nel mondo della musica, ancora del tutto vivo. Un solco è stato tracciato prendendo le mosse da figure come Gino Paoli e Sergio Endrigo, e attraversando tutti i fenomeni — storici, d'attualità, di costume — che hanno caratterizzato un periodo particolarmente vivido per il nostro Paese. E accanto ai giganti, ecco raccontate anche le figure ""laterali"""", i pensatori alternativi, i personaggi sempre in grado di buttare all'aria lo spartito, da Luigi Tenco a Rino Gaetano, da Gaber e Jannacci ad Alberto Camerini. """"Italia d'autore"""" si propone anche di fornire il contesto, con uno sguardo rapido ai fatti della storia e uno più approfondito ai dischi che uscivano nel mondo in contemporanea, per capire meglio in quale terreno di coltura i capolavori dei nostri migliori autori sono nati, si sono sviluppati, sono cresciuti e sono arrivati fino ai negozi di dischi. Una guida per riscoprire con piacere dischi e persone in grado di lasciare tracce indelebili nella musica e nella cultura italiana."" -
Mamma Roma. La terza scuola di cantautori della capitale
Questo libro è una foto di gruppo che immortala i protagonisti della nuova scena cantautorale romana e un viaggio nei luoghi-simbolo di questa generazione di giovani fenomeni.rnrn«C’è un cuore che batte nel cuore di Roma», direbbe Antonello Venditti: è quello della nuova scena di cantautori della Capitale. Calcutta, Tommaso Paradiso e i suoi Thegiornalisti, Coez, Carl Brave x Franco126, Niccolò Contessa / I Cani, Gazzelle, Galeffi, Motta, Ultimo, ma anche Giulia Ananìa, Giorgio Poi e Viito, sono i protagonisti di quella che possiamo a tutti gli effetti definire “La terza scuola romana”, il capitolo più recente di una storia che partendo dalle pareti un po’ polverose del Folkstudio di Francesco De Gregori, di Rino Gaetano e dello stesso Venditti, e passando per il Locale di Niccolò Fabi, Daniele Silvestri, Max Gazzè e Tiromancino arriva fino ai palchi dei club di San Lorenzo e del Pigneto, i laboratori in cui la leva cantautorale degli anni Duemiladieci sperimenta un nuovo modo di scrivere le canzoni e di farle arrivare al pubblico. -
Questi i sogni che non fanno svegliare. Storia di un impiegato, l'opera rock di Cristiano De André
Acinquant'anni dal Sessantotto, Cristiano De André ha riscritto la musica di ""Storia di un impiegato"""", tramutando lo storico album di Fabrizio in un'opera rock. Un modo per riproporre, con un vestito nuovo, l'attualità del messaggio poetico e sociale di quel disco. Nel libro di Alfredo Franchini e Ottavia Pojaghi Bettoni, Cristiano spiega che cosa lo ha spinto a rivestire di nuovi suoni le canzoni che sono presentate nei concerti con proiezioni e ambientazioni di palco in modo da riportarci nel clima degli anni Settanta quando, alla sera, i giovani andavano a dormire sapendo che si sarebbero svegliati nel futuro e avrebbero partecipato al cambiamento del mondo. Ma lo scopo è anche quello di trovare nelle parole di quelle nove canzoni dell'album i punti di contatto con la realtà attuale. Le musiche originali furono scritte da Fabrizio De André con l'ausilio di un giovane Nicola Piovani, """"scoperto"""" solo un anno prima da De André che lo aveva chiamato per gli arrangiamenti e la direzione dell'orchestra di """"Non al denaro, non all'amore né al cielo"""". E se in quel caso erano stati scelti dei suoni country o classici, in """"Storia di un impiegato"""" si sente l'influenza della musica """"progressive"""", caratteristica degli anni Settanta. Da qui l'esigenza da parte di Cristiano, musicista tra i migliori polistrumentisti d'Europa, di dare a quelle canzoni un abito nuovo. Ed è un suono elettronico che è stato calibrato sui momenti psicologici del protagonista della storia.""