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David Bowie. L'arte di scomparire. Indagine sugli ultimi dodici anni dell'Uomo delle stelle
Il 10 gennaio 2016 l'improvviso annuncio della morte di David Bowie ha lasciato sconcertati tutti i suoi fan, che fino a qualche ora prima avevano avuto modo di apprezzare il ritorno sulle scene di una star forse invecchiata ma comunque sempre al passo con i tempi, in grado di realizzare negli ultimi mesi di vita due opere che hanno lasciato il segno. La verità è che Bowie era scomparso dai radar già molto tempo prima. A partire dal 25 giugno 2004 - quando sul palco dell'Hurricane Festival a Scheefiel, in Germania, avvertì un lancinante dolore al petto che si rivelò essere un infarto in atto, trattato con un urgente intervento di angioplastica - e per undici anni e mezzo, Bowie aveva smesso di essere la rockstar presenzialista dei decenni precedenti, non rilasciando più interviste e assumendo un bassissimo profilo per uscire di casa solo raramente per eventi selezionati. Un po' come Greta Garbo, Scott Walker, J.D. Salinger o il nostro Lucio Battisti. Questa è la visione comune. Ma è andata veramente così? Cosa è realmente accaduto in questa dozzina di anni, tra complicazioni di salute, passeggiate in incognito per Manhattan e progetti avviati e poi cancellati? C'è ancora qualcosa che può - anzi che deve - essere raccontato? Questo libro si propone di far luce su quei mesi, tra il 2004 e il 2016, che l'Uomo delle Stelle ha voluto (o dovuto?) passare lontano dalla luce dei riflettori. Una ricostruzione per quanto possibile accurata, sulla base delle testimonianze dei suoi collaboratori e della cronologia dei suoi avvistamenti, dei dodici anni ""misteriosi"""" di David Bowie. Gli anni senz'altro più tormentati e difficili della sua vita e della sua carriera, ma assai meno vuoti di quanto comunemente si pensi dal punto di vista artistico, sfociati negli splendidi ritorni di """"The next day"""" e """"Blckstar"""", oltre al musical """"Lazarus""""."" -
I segreti dell'Autotune. La guida definitiva. Con espansione online
Diavolo o acquasanta? Da quando è apparso, infatti, questo software ha scatenato dibattiti e non poche polemiche. L'AutoTune è un programma creato dalla Antares Audio Technologies nel 1997 per permettere una manipolazione audio in grado di correggere l'intonazione o mascherare piccoli errori o imperfezioni della voce, benché venga spesso utilizzato anche per creare particolari effetti di distorsione. Se l'AutoTune è da sempre al centro della discussione musicale e più che mai di quella rap-hip hop è proprio per questa sua doppia natura: in alcuni casi serve ad accentuare un talento, in altri a mascherarne la mancanza, di conseguenza c'è chi ne ha fatto un marchio di fabbrica e chi non lo sopporta, chi lo considera uno scempio e chi invece lo ritiene prettamente hip hop. Wsht e Akes, che l'AutoTune lo usano da sempre, hanno deciso di raccontare la loro esperienza e, soprattutto, di svelare tutti i trucchi del mestiere, realizzando un manuale che spiega le procedure corrette per impostare l'AutoTune. Testo e immagini spiegano come suonare come i grandi artisti, da Drake a Future, da PNL a Young Thug, da Fabri Fibra a Ghali e Sfera Ebbasta. Wsht e Akes, insomma, indicano tutte le impostazioni, i settaggi e le tecniche utilizzate per cantare alla perfezione grazie all'effetto più rivoluzionario del XXI secolo. -
Breve storia del pianoforte jazz. Un racconto in bianco e nero
Gli afroamericani hanno inventato la batteria e il banjo; hanno ridato nuova vita a strumenti ingiustamente trascurati dalla musica classica, come il contrabbasso, il sassofono, la tromba; hanno creato nuovi ruoli per il clarinetto e per la chitarra. Con il pianoforte è stata tutta un’altra storia. Quando, alla fine dell’Ottocento, i primi musicisti di colore ebbero l’occasione di percuotere i tasti bianchi e neri, lo strumento aveva già alle spalle almeno un secolo e mezzo di illustre carriera, che ne aveva fatto il principe delle sale da concerto. Qui non si trattava di inventare o reinventare, bensì di fare i conti con un vero e proprio monumento della tradizione europea. Che per di più, con le sue note dell’intonazione fissa, poco si prestava alle sottigliezze di emissione e di pronuncia tipiche delle musiche di origine africana. L’evoluzione del pianoforte nel jazz è dunque una continua sfida: con le possibilità espressive dello strumento e con la sua stessa storia. Questo libro intende raccontarla attraverso le personalità di alcuni grandi maestri, inquadrati all’interno del proprio contesto storico e stilistico; ne viene illustrato il modo in cui hanno affrontato e risolto le sfide proposte dallo strumento, esaminando l’influsso sui musicisti che insieme a loro hanno scritto la storia del jazz. -
Miles Davis. Principe delle tenebre. Nuova ediz.
A novant’anni dalla nascita, e venticinque dalla morte, Miles Davis resta un enigma. Nonostante la messe di lavori, studi, analisi e ricostruzioni biografiche, e i fiumi di inchiostro che hanno provato a raccontarne l’esistenza leggendaria e a spiegarne la musica inarrivabile, per molti il trombettista di Alton, Illinois, si colloca nella sfera dei misteri ancora da decifrare. Ci prova anche un film, ""Miles ahead"""", scritto e diretto da Don Cheadle, a testimoniare quanto sia ancora indelebile la figura di Miles Davis nell’immaginario collettivo – musicale e non – del ventunesimo secolo. Questo libro, che appare in una nuova edizione aggiornata e ampliata, ha come scopo primario quello di parlare di Miles Davis a tutti: non solo agli appassionati, che pure troveranno informazioni dettagliatissime e non sempre rinvenibili altrove, quanto piuttosto a chi non lo conosce, affinché sia possibile comprendere come la magia di quella musica sia nata prima di tutto da una vita intensa, dura, formidabile. Un tuffo nelle tenebre, quindi, per riscoprire l’esistenza e la creatività di Miles Davis, genio dell’arte afroamericana, pietra miliare del jazz. C’è tanto di lui in questo libro, delle sue donne, della sua musica, del suo continuo morire e rinascere. La narrazione lascia emergere la figura di un uomo orgoglioso delle sue origini etniche, artista nero, fiero, combattivo, e ne traccia – grazie all’analisi delle incisioni così come del contesto umano in cui esse prendono forma – un ritratto finalmente preciso, definito, chiaro."" -
Mannarino. Cercare i colori
Cantastorie, animale da palcoscenico, giramondo. Mannarino ha saputo diventare, da giovane promessa del panorama italiano, uno dei cantautori più interessanti degli ultimi tempi. Cresciuto nella periferia di Roma nel quartiere San Basilio, dopo una gavetta nei locali multietnici dei rioni Monti ed Esquilino ha sviluppato uno stile che mette assieme stornello, blues, cantautorato italiano, Capossela, teatro di narrazione, samba. Il suo percorso artistico parte con bar della rabbia, un disco incentrato su una serie di personaggi outsider che cercano protezione fra le mura di una calda, malfamata bettola. Nel successivo, supersantos, si esplora lo spazio alienante della grande città nel quale l'unica ancora di salvezza sono i rapporti d'amore. In al monte, considerato il suo punto di svolta, Mannarino si ferma a riflettere su alcuni temi cruciali per la nostra società al fine di cercare una via di salvezza dal malessere strisciante. Infine in apriti cielo, reduce da un lungo viaggio nell'amato Brasile, Mannarino fa sua la filosofia del samba che Vinicius de Moraes definisce ""una tristezza che balla"""", ma in quella tristezza racchiude """"la speranza di non essere più tristi"""". Parallelamente all'attività di """"scrittore di dischi"""", come una volta ha definito se stesso, Mannarino porta avanti da anni un'intensa attività live. Questo libro è un tentativo di ripercorrere sinteticamente la sua storia artistica e il suo pensiero."" -
Tu lo conosci Coez?
È successo tutto così all'improvviso che quasi non ce ne siamo accorti. Un album particolarmente riuscito e una manciata di belle canzoni hanno fatto di Silvano Albanese, in arte Coez, una delle migliori rivelazioni della musica italiana degli ultimi anni e uno dei cantautori più seguiti dai giovanissimi. ""Faccio un casino"""" ha scalato a sorpresa le classifiche di vendita e ha catapultato Coez tra i big. Ma i dischi d'oro e di platino e il tour da tutto esaurito sono solo il coronamento di un lungo percorso che è cominciato sui palchi dei centri sociali e dei club romani, quelli sui quali Coez si esibiva all'inizio della carriera insieme alla sua crew. La strada è stata quasi sempre in salita e Coez ha dovuto fare i conti con tante difficoltà e tante porte sbattute in faccia, a partire dall'iniziale diffidenza dei media tradizionali: non era abbastanza rap per entrare in certi circuiti e non era abbastanza pop per il pubblico generico. Di tutt'altro avviso i social network, che alla fine ne hanno decretato il successo su larga scala. Tra biografia e romanzo, questo libro racconta la storia di Silvano-Coez, i suoi lati oscuri e quello che si nasconde dietro le sue canzoni, ripercorrendo le tappe principali del percorso che dalle prime rime scritte nella sua cameretta lo ha portato al tour sold out, passando per i graffiti sui muri della sua Roma, i dischi autoprodotti, la firma per un'etichetta, la svolta di """"Non erano fiori"""" e la consacrazione con """"Faccio un casino""""."" -
Una batteria in valigia
Dai dancing emiliani ai bagni di folla, dai concerti nelle piazze di paese ai tour mondiali accanto a Miguel Bosé, Vasco Rossi e Massimo Ranieri. Daniele Tedeschi inizia a suonare la batteria giovanissimo, per gioco e divertimento. Ben presto però quella passione si trasforma in professione: il primo ingaggio arriva quasi per caso a quindici anni, poi, dopo la classica gavetta nelle orchestre minori, approda ai Supercircus di Andrea Mingardi al posto di Giulio Capiozzo, lo storico batterista degli Area. Dal 1980 al 1986 Tedeschi calca palchi internazionali di grande prestigio al fianco di Miguel Bosé: insieme suonano ovunque, dal Madison Square Garden di New York a Iquitos, nel cuore della foresta amazzonica. Nel 1984 l'incontro con Vasco, al fianco del quale Daniele resterà per undici anni, anche dopo il distacco fra la Steve Rogers Band e il rocker di Zocca. Nei tour ""Fronte del palco"""" e """"Rock sotto l'assedio"""" - momenti che hanno fatto la storia della musica italiana - lui c'è. Poi altri ingaggi, esperienze, collaborazioni e tournée. Oggi Tedeschi continua a essere un punto di riferimento per tanti batteristi, e la sua storia meritava di essere scritta e conosciuta. Attraverso aneddoti, racconti e curiosità, questo libro disegna il percorso di un uomo che ha dedicato la sua vita alla musica, vivendo sempre in bilico tra grancassa e rullante."" -
Thegiornalisti. Roma, Pamplona, Riccione e altri lidi
Chi sono i Thegiornalisti? La band rivelazione del 2017 è sulle scene da quasi dieci anni, eppure prima del singolo ""Completamente"""" Tommaso Paradiso, Marco Antonio Musella e Marco Primavera erano conosciuti solo all'interno di una ristretta cerchia di fan. Il loro successo è arrivato gradualmente e ha portato con sé non poche polemiche: i tre sono partiti dai piccoli locali della capitale per arrivare ai palazzetti di tutta Italia, alla radio e alla televisione, raggiungendo quella fama che li ha portati a subire pesanti attacchi da parte dei fan storici. Questo libro è un viaggio alla scoperta della carriera e della vita dei tre musicisti romani, attraverso curiosità, aneddoti, critica musicale e tanta ironia. Si parlerà dell'amore in tutte le sue forme, dei mille modi per vivere la notte, dell'ansia presente nella vita e nei testi di Paradiso, della città eterna e degli anni Ottanta. Il percorso musicale dei Thegiornalisti è stato graduale e sempre in crescita: li ha portati ad avere all'attivo quattro album, concerti da migliaia di persone e un numero infinito di parodie. Un gruppo che è nato come indipendente, si è autoprodotto i primi due album e ha cercato in tutti i modi il successo, anche a costo di rivoluzionare la propria estetica, il proprio sound e le parole che lo accompagnano. Una band che ora viene definita da tutti pop, leggera e senza pretese, ma che è nata con tutta un'altra attitudine."" -
Ry Cooder. Il viaggiatore dei suoni
Ry Cooder, maestro indiscusso della chitarra bottleneck e slack key, del mandolino, del bouzouki e del banjo, è probabilmente lo strumentista più eclettico che il rock abbia mai prodotto. Ma la sua versatilità non si limita a un eccelso stile compositivo ed esecutivo. Cooder è anche scrittore, produttore, cantante, sessionman e autore di colonne sonore: su tutte quelle di Paris, Texas e del suo celebre progetto Buena Vista Social Club. Nessuno meglio di lui è riuscito ad addentrarsi nei molteplici linguaggi della musica popolare americana, dal folk al blues, dal rock'n'roll al tex-mex, passando per il rhythm'n'blues, il soul, il gospel, il cajun, il bluegrass, e avventurandosi con gusto e maestria anche nelle più svariate e variopinte musiche internazionali: l'africana, l'hawaiana, l'irlandese, la giapponese. Una leggenda vivente, uno dei pochi artisti di cui tutti, indistintamente, hanno un'opinione altissima. Questo omaggio al mitico chitarrista californiano è quello che si dice un libro definitivo, che oltre a una dettagliatissima biografia contiene le schede di tutti gli album e l'analisi delle collaborazioni, delle session e delle colonne sonore, nonché preziosi spartiti e tablature a uso dei tanti appassionati ammiratori della tecnica sopraffina di Mr Ryland Peter Cooder, al secolo Ry. -
Good vibrations. La storia dei Beach Boys
Tre fratelli (Brian, Dennis e Cari Wilson), un cugino (Mike Love) e un amico dei tempi del liceo (Al Jardine), uniti da un'innata passione per la musica e trascinati dall'estro di Brian Wilson, controverso, sofferente, rivoluzionario, timido, geniale, fra i più grandi musicisti del secolo scorso. Signori, ecco i Beach Boys, la più grande band d'America. Come su una tavola da surf, i quattro ragazzi hanno cavalcato le onde del successo e del fallimento a più riprese: dall'allegria di “Surfin' USA” passando per l'immensità di “Pet sounds” e il mistero mai svelato di SMILE, l'album che avrebbe dovuto cambiare la storia del rock e che invece non vide mai la luce. Mai diventati icona generazionale, ma band in continua evoluzione e involuzione, i Beach Boys hanno attraversato trionfi e cadute, risalite e clamorosi fallimenti, crisi mistiche e amicizie pericolose, dischi d'oro e battaglie legali, separazioni e ricongiungimenti. Questo è il primo libro scritto in Italia sui Beach Boys. Non semplicemente una storia di Brian Wilson e compagni, ma un vero e proprio tesoro di informazioni: tutto, ma proprio tutto, quello che avreste voluto sapere su concerti, dischi, libri, film, Dvd, con un corredo di notizie, curiosità, statistiche, una mappa turistica dei luoghi frequentati dai Beach Boys in gioventù, premi, riconoscimenti, riflessioni e narrazione. Una nota scritta di suo pugno da Brian Wilson e la prefazione del più grande storico della band, l'americano David Leaf, completano questa opera indispensabile per ogni serio appassionato di musica. Prefazione di David Leaf. -
In the court of the Crimson King
“In the court of the Crimson King” segna una forte discontinuità con la psichedelia e il blues revival, e le varie forme miste, popolari in Inghilterra verso la fine degli anni Sessanta. Supera cliché estetici e filosofici ormai in crisi e inaugura una nuova era del rock non solo per mezzo di strumenti mai utilizzati prima come il mellotron, ma anche con sonorità e stilemi del tutto originali come quelli della chitarra elettrica di Fripp o del sax di McDonald. I King Crimson decidono di non abbeverarsi più al pozzo della musica americana, ma di attingere alla musica colta europea, al jazz e al folk con tutte le sue suggestioni medievali. In questa monografia dedicata a ”In the court of the Crimson King”. Staiti ripercorre anno dopo anno, aneddoto dopo aneddoto, le vicende umane e artistiche dei cinque componenti originari della band fino alla nascita dei King Crimson, alla registrazione del disco e al tour americano che provoca lo scioglimento di quella incredibile band dopo soli nove mesi. Tuttavia, soprattutto grazie a Robert Fripp, i King Crimson - pur con diversi cambi di organico e di direzione musicale - hanno continuato fino ai nostri giorni a influenzare la scena internazionale. Nel libro anche un'intervista esclusiva rilasciata da Jakko Jakszyk - secondo chitarrista e cantate degli attuali King Crimson - e il racconto dell'ottava incarnazione della band che ripropone i brani dal primo album mai più suonati in concerto fin dal 1969. -
Shine on... you, crazy diamond. Viaggio virtuale all'interno di un emblema pinkfloydiano
"Shine on you crazy diamond"""", considerato da molti sostenitori e critici uno dei capolavori musicali degli ultimi quarant'anni, rappresenta senza dubbio un capitolo a sé stante all'interno del vasto panorama discografico dei Pink Floyd. Il brano rappresenta uno struggente, anche se indiretto, omaggio all'ex componente che fu il primo vero compositore dei pezzi originali del gruppo, ovvero il geniale Syd Barrett, diamante pazzo. La lunga suite si apre con un celeberrimo motivo di appena quattro note, definite “Syd's Theme”, che hanno costituito un pezzo di storia della popular music di tutto il pianeta. Pianeta in senso fisico, perché esse hanno poi attraversato nei decenni tutte le aree geografiche del mondo in senso trasversale, tramite dischi, libri, concerti, tv, onde radio e rete. Attraverso una minuziosa analisi armonico-melodica delle parti in cui è suddivisa la suite (I-V e VI-IX), raccontata in forma di viaggio virtuale, questo lavoro vuole testimoniare quanto l'estro compositivo dei Pink Floyd sia stato in grado di accogliere, al suo interno, elementi poi rivelatisi decisivi per il patrimonio stilistico della musica successiva. Uno stimolante spunto di approfondimento per chitarristi e musicisti di ogni genere, studenti impegnati o professionisti. Uno strumento anche utile per uno studio e soprattutto un'esecuzione musicale più consapevoli e meno prettamente imitativi, come invece spesso accade. Una lettura, infine, che, pur contenendo diversi passaggi tecnicamente più complessi, è destinata anche al lettore appassionato ma non musicista, permettendogli di scoprire più da vicino l'immenso e affascinante, quanto complesso, “mondo parallelo” che si cela dietro tutto ciò che si ascolta ogni giorno." -
Leonard Cohen. Hallelujiah. Testi commentati
Nel corso dei suoi ottantadue anni di vita, Leonard Cohen ha sperimentato molto. Si è distinto come giovane scrittore nella francofona Montréal e ha ceduto anche alla poesia, ma è con la musica che ha guadagnato la fama. Le sue canzoni esplorano vette e miserie dell'animo umano con lucida sincerità, ma nei loro versi si nasconde spesso più di un'interpretazione, il che rende necessario individuare diverse chiavi di lettura che rivelino una scrittura talvolta simbolica, altre volte onirica: la Bibbia, il suo essere ebreo, il sesso. Come il suo canzoniere, anche la sua biografia si snoda fra ostinate ricerche spirituali e un'assoluta necessità di amore. Mistica e passione trovano in Cohen un'impensabile compenetrazione, una sintesi suprema che non rischia mai l'incoerenza. Entrare nello spirito del testo diventa essenziale per impadronirsi di tutte le sfumature che esprime, per scoprire ansie di vita talmente profonde da diventare universali. È ciò che si propone di fare questo libro, un omaggio sentito e doveroso alla lunga carriera di uno dei più influenti songwriters dell'ultimo secolo. -
Battiato. La voce del padrone. 1945-1982. Nascita, ascesa e consacrazione del fenomeno
Franco Battiato è da oltre cinquant'anni una figura unica nel panorama artistico italiano per il suo impavido muoversi tra il pop e la ricerca più ardita, fino a esplorare il mondo dell'opera, della pittura e del cinema. Ogni passo compiuto da Battiato è peculiare per coraggio, originalità, intraprendenza e forza di volontà. Questo libro narra del percorso che da un piccolo paese siciliano arriva alle vette delle classifiche: dal 1945, anno di nascita del musicista, al 1982, momento della consacrazione con la voce del padrone, uno degli album più venduti nella storia della discografia italiana. In questo lasso di tempo il cammino di Battiato è impervio e segnato da numerose crisi: abbandona il paese natale per affrontare la metropoli e le sue sirene incantatrici, realizza il sogno di diventare musicista ma presto rinuncia al facile successo commerciale, imbocca la strada della sperimentazione, divide aspramente pubblico e critica fino a tornare sui propri passi per riprendersi, finalmente, quel successo che aveva solo sfiorato agli albori della carriera. Per ricostruire questa appassionante vicenda, Fabio Zuffanti ha effettuato una certosina ricerca in tutto ciò che finora è stato pubblicato sull'argomento e ha analizzato ogni singola canzone dell'artista siciliano (relativamente al periodo citato) con scrupoloso fare musicologico. Ma non sono solo i brani di Battiato a essere sviscerati dall'attenta penna del musicista/scrittore genovese, bensì anche i concerti, le scelte di vita e tutte le collaborazioni, dichiarate e non. Zuffanti ha inoltre interpellato un gran numero di persone che hanno percorso piccoli o lunghi tratti di strada insieme a Battiato: musicisti, grafici, fotografi, giornalisti, collaboratori o semplici amici che con i loro contributi inediti raccontano gustosi retroscena su canzoni, dischi, concerti, registrazioni, copertine, foto, partiture e misticismo. Anche lo stesso Battiato è chiamato a ripercorrere la sua ascesa e consacrazione, e lo fa tramite rare dichiarazioni estrapolate da interviste d'epoca e incontri vari. Dichiarazioni che mettono in luce il suo carattere fiero e senza compromessi, in analisi sempre lucide e illuminanti su arte e società. -
Neil Young. (After) The Gold Rush
A più di settant’anni, Neil Young detta ancora i tempi. Autore, cantante, chitarrista, attivista, il musicista sigilla anno dopo anno, con la veemenza che lo contraddistingue da sempre, album e concerti, attività benefiche e studi sul suono, invettive contro le corporazioni e soluzioni ecologiche. Un artista a tutto tondo che Stefano Frollano e Fabio F. Pellegrini hanno osservato e studiato, rileggendone la storia musicale in un viaggio che parte dal Canada per approdare in California, terra sognata come il Nuovo Paradiso: è così che la corsa all’oro del 1849 trova la sua nuova creazione durante gli anni Sessanta del secolo scorso, quando decine di musicisti partiranno alla volta del “Golden State”. La natura incontaminata, i nativi americani, una nuova Terra Promessa diventano gli elementi dove misurare se stessi, trasformando la Frontiera da luogo fisico a un non luogo, dove l’immaginazione e la fantasia diventano altri confini da raggiungere. The Squires, i Buffalo Springfield, CSN&Y, i Crazy Horse e altri protagonisti dell’universo del musicista canadese trovano spazio in questa saga, che continua a ispirare nuove generazioni di musicisti in tutto il mondo. Il volume è corredato da alcune immagini inedite in Italia, da una accurata discografia dell’artista, da una cronologia dei concerti dal 1961 al 1978 e da un’intervista con Ralph Molina, il leggendario batterista dei Crazy Horse. -
Brunori Sas. La vita pensata e la vita vissuta
La vita pensata e la vita vissuta, i desideri e le insoddisfazioni, i progetti e le esitazioni sono alcune delle dicotomie principali presenti nelle canzoni di Dario Brunori, intorno a cui ne ruotano molte altre: istinto-ragione, tempi interiori lunghi-frenesia contemporanea, Sud-Nord, Lamezia-Milano, valori rocciosi senza tempo-modernità liquida, profondità-leggerezza, idealismo-realismo. I suoi dischi cantano la normalità e il quotidiano, così come uno slancio quasi utopico verso il cambiamento e il superamento di ciò che è dato: se non basta scrivere canzoni per «dare al mondo una sistemata», la musica può comunque combattere la tentazione di arrendersi passivamente al presente e raccontare di contro la possibilità di agire e intervenire nel mondo, operando un cambiamento, purché ognuno parta da sé stesso. Brunori non punta mai il dito contro i difetti degli altri, ma osserva in sé il rischio dell’indifferenza, della superficialità, della possessività o della disperazione. In una dialettica tra dentro e fuori, narra istantanee della sua vita vissuta, così come esce dalla rassicurante dimensione privata e casalinga per osservare la società. In questo libro si analizza il percorso musicale del cantautore calabrese tra suoni minimali e arrangiamenti più elaborati, dimensione acustica e orchestrale, tra il calore del suono di strumenti tradizionali e tocchi più algidi di sonorità elettroniche e metropolitane, tra una leggerezza divertita e argomenti importanti (lavoro, famiglia, fede, ecc.), i drammi giornalieri dei poveri cristi e la necessità di stemperare ogni tristezza con il sorriso bonario dell’ironia, o con la levità ora giocosa ora incantata della musica. Tutta la carriera del cantautore tra primi pezzi e collaborazioni, dischi e tour, racconti, articoli e spettacoli teatrali, cinema e tv, recensioni e riconoscimenti. -
Le luci della centrale elettrica. Canzoni ai tempi dei licenziamenti
La Terra, l'Emilia, la Luna. Sono tante le immagini che affollano le poesie di Vasco Brondi, cantautore salito al successo nel 2008 grazie a una semplice chitarra acustica, dei testi scarni, originali, inaspettati. Si fa chiamare ""Le luci della centrale elettrica"""" e quello che propone è un progetto complesso e vario, nel quale la voce si confonde con gli oggetti di cui canta: dalle strade sterrate alle centrali a turbogas, dallo schermo luminoso di un pc ai viaggi della speranza nel Mediterraneo, ogni elemento della quotidianità diventa un simbolo potente con il quale leggere la nostra contemporaneità. Partendo dalle canzoni da spiaggia deturpata del primo disco e arrivando alle spiagge di terra, finora l'ultima produzione, questo libro racconta la poesia del cantautore ferrarese e il suo modo di affrontare grandi temi come le migrazioni, il lavoro, la produttività, l'amore ai tempi dei licenziamenti e delle partenze. Attraverso dischi, libri, fumetti e collaborazioni importanti, si descrive l'evoluzione di un progetto vivo e in costante crescita. Indipendente nella sua accezione più profonda, Vasco Brondi è oggi una pietra miliare dei cantautori del Duemila, un artista apprezzato da critica e pubblico grazie a uno stile e a un'estetica tra le più riconoscibili; un grande protagonista della nuova scena musicale italiana e forse, come è stato definito, """"il più bravo di quelli nuovi""""."" -
Calcutta. Amatevi in disparte
È il 24 ottobre 2015 quando il sito de «la Repubblica» lancia la bomba che farà esplodere di lì a poco i confini tra l’indie e il pop italiano: il video di ""Cosa mi manchi a fare"""" conta più di diecimila visualizzazioni in soli due giorni ed Edoardo D’Erme, in arte Calcutta – dopo anni di gavetta nei locali underground, ex ragazzo con la felpa e il cappuccio che girava l’Italia in treno con la sua chitarra per suonare su palchi piccolissimi, che dimenticava i testi ma ne scriveva come pochi – diventa mainstream. I giornalisti fanno a gara per intervistarlo, alcuni lo etichettano come il cantautore del disagio della sua generazione, altri come un gran paraculo. Social, passaparola, radio, la sua comunicazione sghemba, la capacità unica di raccontare il suo mondo e le sue emozioni attraverso le assurde immagini che gli ronzano attorno: nei tre anni a seguire il cantautore di Latina farà sold out ovunque, scriverà canzoni per le stelle della musica leggera, inciderà un album straordinario che lo renderà evergreen e terrà un concerto all’Arena di Verona registrando il tutto esaurito. In quest’anomala monografia Antonio Coletta – che ha lavorato per l’ufficio stampa Sunday Press alla promozione dell’album """"Forse..."""" e dell’Ep """"The Sabaudian tape"""" – racconta il fenomeno Calcutta scomponendo e ricomponendo canzoni, ricordi, foto e interviste."" -
I Cani. I dischi, i bagni nel mare, l'umanità
Un pensiero distratto in un giorno qualsiasi, mentre si sfreccia in motorino in centro a Roma. Tutto inizia quasi per gioco, nel più totale anonimato. È il giugno del 2010 quando ""I pariolini di diciott'anni"""" e """"Wes Anderson"""" vengono caricati sotto il nome de """"I Cani"""" su SoundCloud e YouTube. La reazione del pubblico è qualcosa di molto simile a un fenomeno virale, preludio al primo disco uscito l'anno dopo per la 42 Records. I primi concerti e le interviste con un sacchetto di carta in testa, due buchi per gli occhi: la scelta iniziale di non rivelare la propria identità, per sentirsi più liberi di raccontare e raccontarsi. Quando si parla de """"I Cani"""" la tentazione è sempre quella di usare il plurale, ma sarebbe più giusto parlare di one man band. La mente dietro il progetto è Niccolò Contessa, classe 1986, nato a Spoleto, romano d'adozione, laurea in matematica e già leader del gruppo elettronico Tavrvs. Per Niccolò i cani sono gli attori che non sanno recitare, ma anche i migliori amici dell'uomo; ci sono i cani randagi e da salotto, fino a quelli da combattimento. È il nome giusto per parlare di molte cose, anche diverse tra loro. Da un volto sfocato o nascosto all'apprezzamento di Roberto Saviano che definì le canzoni de """"I Cani"""" """"tra i migliori racconti sul nostro paese"""", da una cameretta solitaria ai grandi palchi, dal cantautorato come passione un po' nerd all'esperienza come produttore per Calcutta e Coez, sino alla candidatura ai David di Donatello: tra l'amore-odio per la visibilità e un'innata timidezza, un sorprendente album d'esordio e la voglia di """"Sparire"""", la storia dell'""""ennesimo gruppo pop romano"""" tra biografia e racconto."" -
Street fighting man. Il '68 dei Rolling Stones
Alla fine di agosto del 1968 i Rolling Stones pubblicano ""Street fighting man""""; negli stessi giorni esce il 45 giri """"Hey Jude"""" dei Beatles, che ha come retro """"Revolution""""«Attraverso il racconto della genesi del brano e della tiepida accoglienza, Barbieri ricostruisce un contesto storico complesso, con gli Stones adottati dalla sinistra inglese e da artisti come Godard e Schifano. Una folgarazione sociale che resta un momento unico nella storia della band» - Andrea Silenzi, Robinsonrn""""Street fighting man"""" è una delle canzoni più citate tra le tante pubblicate nel '68. Nella sua cronistoria scorrono e si sovrappongono vari momenti e differenti contesti: dai figli dei fiori alle manifestazioni di piazza, dalla musica psichedelica all'avvento della musica rock, dalla violenza della polizia durante la convention dei democratici a Chicago a un'autentica offensiva delle istituzioni contro una scena pop-rock inglese decisamente invisa soprattutto a un'aristocrazia conservatrice. E poi ancora, la condanna di Mick Jagger e Keith Richards per possesso di droga, la loro incarcerazione, l'editoriale del «Times» a favore di Jagger, la fascinazione subita dalla New Left inglese nei confronti dei Rolling Stones, recepiti come espressione diretta della ribellione. """"Street fighting man"""" è anche ricordata per la veemente polemica che vide schierarsi in Europa, negli Stati Uniti e nell'Unione Sovietica contrapposte fazioni che condannavano l'ambigua posizione di Lennon sul """"movimento"""" ed esaltavano """"Street fighting man"""". Dissidi personali e musicali all'interno della band, vessazioni continue da parte della polizia, tentativi di alcune fazioni politiche di conquistare l'attenzione di Jagger, nonché l'interesse di Jean-Luc Godard e Mario Schifano hanno infine iscritto il brano nella Storia e nella storia del gruppo.""