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Groupie
La storia di Katie, diciannove anni, e della sua incrollabile devozione al sesso, alla droga e al rock'n'roll in quello che fu un romanzo cult degli anni Sessanta. È del 1969 la prima edizione del libro. A scriverlo, insieme a Johnny Byrne, Jenny Fabian, all'epoca diciannovenne freak a seguito delle più grandi star della musica: da Syd Barrett dei Pink Floyd ad Andy Summers dei Police, passando per Animals, Soft Machine e Jimi Hendrix Experience. L'uscita di ""Groupie"""" scatenò un terremoto: della Fabian si innamorarono intellettuali e giornalisti e il libro ottenne ottime recensioni. L'Oxford English Dictionary le dedicò ben ventidue citazioni, trasformando il romanzo in un vero lessico anni Sessanta."" -
One too many mornings
Quarant'anni dopo lo scandaloso ""Groupie"""", Jenny Fabian torna sulle sue memorie di """"pupa della band"""", """"consolatrice di artisti"""" o """"starfucker"""" che dir si voglia. Oggi, costumata sessantenne, la scrittrice inglese con un turbolento passato da autentica groupie concepisce un nuovo """"romanzo a chiave"""" raffinato e maturo, certamente più meditato e profondo del suo scabroso predecessore. Come in """"Groupie"""", anche in """"One Too Many Mornings"""" (espressione idiomatica per """"un altro giorno è passato"""", ma soprattutto titolo di una celebre canzone di Bob Dylan) i personaggi reali si celano sotto nomi fittizi, in un gioco di ambiguità e chiaroscuri che intriga e coinvolge dalla prima all'ultima pagina. Se Ben è Syd Barrett, come ormai noto, chi sarà Theo? E Gisela? E Pentron? Ma non c'è altro modo per scoprire le vere identità di Maxwell McKewen, Shultz e Billy che arrivare in fondo alla storia, quando si sarà consumato un altro di quei baccanali di sesso, droga e rock'n'roll che solo negli anni a cavallo tra i Sessanta e i Settanta si potevano sperimentare. """"One Too Many Mornings"""" lambisce i bordi di quell'epoca estrema e irripetibile, quando l'amore libero si avviava al crepuscolo e non restavano che macerie, rimpianti e oblio."" -
Giorni memorabili. Conversazioni con John Lennon e Yoko Ono
La storia di Jonathan Cott inizia un giorno del 1968 quando va a intervistare John Lennon e Yoko Ono nel loro appartamento di Londra. Più tardi, quella stessa sera, Lennon invita Cott - all'epoca corrispondente londinese per la neonata rivista musicale ""Rolling Stone"""" - ad assistere a una seduta di registrazione agli Abbey Road Studios. Da questo primo incontro professionale nasce un'amicizia, una bella amicizia che perdura anche dopo che Lennon e Ono si trasferiscono a New York e i Beatles si sciolgono definitivamente. È proprio Cott a intervistare la coppia il 5 dicembre 1980 nel loro appartamento al Dakota Building per l'uscita dell'album """"Double Fantasy"""". È l'ultima intervista importante rilasciata da Lennon, che viene ucciso tre giorni dopo. """"Giorni memorabili"""" è un nuovo capitolo nella bibliografia dei Beatles, perché getta uno sguardo sulle figure di Lennon e Ono in quanto individui, artisti e amanti. Celebrazione di due vite straordinarie che hanno toccato lo stesso Cott in molti modi, è anche il memoir di un'epoca di grandi tumulti politici, culturali, musicali. L'autore e Yoko Ono sono rimasti molto amici anche dopo la morte di Lennon: mentre lei si riaffermava come artista, lui è stato tra i pochi a riconoscerle di aver esercitato su Lennon un'influenza positiva."" -
Bob Marley. La musica e lo spirito. Guida illustrata alla discografia completa
Dalle registrazioni semiclandestine degli anni Sessanta alle leggendarie session londinesi dei Settanta, ""La musica e lo spirito"""" è un'approfondita analisi album per album, pezzo per pezzo, di tutte le canzoni incise da Bob Marley a partire dalle prime session giamaicane fino agli storici dischi per la Island e alle compilation pubblicate dopo la sua scomparsa. Il libro base per ogni fan del grande artista reggae, denso di fatti, dettagli e immagini. una sezione speciale dedicata alle ristampe e alle compilation, un'appendice con i dischi dal vivo e le pubblicazioni postume, tutte le copertine dei dischi, un'ampia selezione di fotografie."" -
King Crimson. Islands. Testi commentati
Le beibe beibe a gambe spalancate care ai Led Zeppelin, i pruriti e gli sberleffi di casa Zappa, i diavolacci su di giri a zonzo con i Black Sabbath, i mattoni in caduta sui Pink Floyd, le strade di tuono per raggiungere Springsteen: i King Crimson sono davvero lontani. Uomini schizoidi, divinità marine, risvegli di principi e isole lontane, lingue di allodola, grandi ingannatori e incubi rossi, chiacchiere da elefante, nevrotiche e uomini modello, dinosauri, luci in costruzione e curve pericolose. Altro che musica leggera. Qui ci sono anomalie dentro altre anomalie, una matrioska rock tutta da smontare. Se il progressive rappresenta una grande ""deviazione"""" nella storia popular, i King Crimson che del prog sono stati gli artefici e tuttora la massima incarnazione - sono una cellula impazzita a dir: poco sorprendente. Hanno inventato un genere, se ne sono distaccati senza abbracciare i suoi opposti, hanno un padre-padrone-fondatore-demiurgo senza il quale non esisterebbero, ma i testi delle varie incarnazioni del Re Cremisi sono opera di personalità esterne come Peter Sinfield e Richard Palmer-James, o di un alter ego conflittuale e pacifico come Adrian Belew. Un gruppo/progetto che cammina tra esoterismo e humour, letterature e surrealtà, razionalismo e follia, allegorie e 'clare loqui'. Un'isola nel mare magno del rock, una piccola unità collettiva dove si parla con il vento e si attende il ritorno di Me, Neal e Jack."" -
Michael Jackson. La musica e l'anima. Guida illustrata alla discografia completa
Una guida per orientarsi nel ricco e variegato panorama discografico della famiglia Jackson. Album per album, pezzo per pezzo, il libro passa in rassegna tutte le canzoni incise dai Jackson 5, intesi sia come gruppo e sia singolarmente, con particolare attenzione al songbook di Michael. -
Uno! Dos! Tré!... Cuatro! Green Day in Italia. Ediz. illustrata
Attesissimi dopo il doppio forfait dell'Heineken Jammin' Festival del 2010 e dell'I-Day Festival del 2012, a fine maggio e inizio giugno 2013 i Green Day hanno letteralmente invaso l'Italia con tutta la loro energia rock'n'roll, facendo deflagrare quell'inconfondibile spirito punk che li ha resi uno dei gruppi più amati e seguiti del panorama rock internazionale. ""Uno, Dos e Tré"""" si intitolavano gli album del trio californiano pubblicati alla fine del 2012; Uno, Due, Tre e Quattro sono stati i concerti che hanno infiammato gli animi di decine di migliaia di giovani accorsi sotto i palchi dell'Arena Fiera di Rho a Milano, di Piazza Unità d'Italia a Trieste, dell'Ippodromo delle Capannelle a Roma e dell'Unipol Arena di Casalecchio di Reno. Con le immagini catturate da Henry Ruggeri e le parole di tanti fan coordinati da Emanuele Binelli Mantelli, """"uno! Dos! Tré!... Cuatro!"""" racconta e celebra una tournée che ha lasciato un segno."" -
Our love is real. Bruce Springsteen in Italia. Ediz. illustrata
Chi pensava che Bruce Springsteen avesse esaurito la sua spinta propulsiva con la prima parte del Wrecking Ball Tour che toccò l'Italia per tre date nel 2012 si sbagliava di grosso. La seconda leg della tournée è stata ancora più entusiasmante, la E Street Band ancora più rodata e su di giri, il pubblico ancora più partecipe e numeroso: dall'ironica e gioiosa 'O sole mio, omaggio a Napoli nella splendida cornice di Piazza del Plebiscito, al pienone dello Stadio Euganeo di Padova, dove il Boss ha suonato per intero uno dei suoi album più celebri, Born to run; dall'amato San Siro, dove ad essere eseguito per intero è stato Born in the USA, a una Roma di luglio assolata e festosa come non mai, radunata negli ampi spazi dell'Ippodromo delle Capannelle. Dovunque passi Bruce, in Italia, è un trionfo: della musica, dell'energia, della passione. E dell'amore condiviso: il suo nei confronti dell'Italia è ormai acclarato; quello del pubblico italiano verso il Boss è ""autentico"""", come si leggeva nella spettacolare coreografia allestita sulla tribuna di San Siro. Con le fotografie di Henry Ruggeri e i testi di Vittorio Pio, arricchiti da vari contributi dei fan, ripercorriamo le emozioni di quattro concerti che rimarranno nella storia. Our love is real, Bruce, II nostro amore è reale."" -
Welcome to our world. Depeche Mode in Italia 2013-14
"I Depeche Mode torneranno in concerto in Italia anche nel 2014!"""". La notizia si è diffusa poche settimane dopo gli spettacolari bagni di folla registrati a Milano e Roma lo scorso mese di luglio. La leggendaria band britannica pioniera della musica elettronica - era arrivata in Italia per le prime due tappe del tour di presentazione del nuovo album """"Delta machine"""", fissate per il 18 luglio allo Stadio San Siro di Milano e il 20 allo Stadio Olimpico di Roma. È stato un successo senza precedenti: sold-out, stadi pieni, entusiasmo irrefrenabile di fan vecchi e nuovi, in un vorticoso ricambio generazionale che riconferma i ragazzi di Basildon come uno dei gruppi più amati della storia del pop. Dave Gahan, Martin Gore e Andy Fletcher hanno poi annunciato le date della seconda tranche del loro """"Delta Machine World Tour"""", che li ha riportati in Italia il successivo febbraio: il 18 al PalaOlimpico di Torino, il 20 al Mediolanum Forum di Assago e il 22 all'Unipol Arena di Casalecchio di Reno (BO). Le magiche fotografie di Henry Ruggeri e i testi raccolti dallo staff del sito depechemodeitalia.com, mandate in archivio le emozioni delle due date estive, sono pronti a documentare queste nuove tappe invernali, non più negli stadi ma nelle più grandi arene della Penisola. """"Welcome To Our World è un nuovo volume della collana """"Live!"""", e un'altra occasione per i fan di rivivere i momenti indelebili della musica del nostro tempo." -
Il martello degli dei. La saga dei Led Zeppelin
Mostri sacri del rock che non tramonta, i Led Zeppelin hanno fatto la loro ""scalata al paradiso"""" attraverso una storia di grandi e piccole rivoluzioni musicali, di eccessi e dissolutezza, di pirotecniche esibizioni dal vivo e di canzoni indimenticabili, che hanno incendiato il corpo e l'anima di intere generazioni con un'inimitabile miscela sonora di blues, hard rock, heavy metal, folk celtico, psichedelia e miti medievali. """"Il martello degli dei"""" analizza l'universo Zeppelin, soffermandosi tanto sugli aspetti più oscuri e scioccanti della band quanto sulla loro musica e sui loro concerti, che hanno restituito al rock la sua dimensione più selvaggia e genuina. Dai tempi degli esordi, Led Zeppelin I, e del suo potente blues psichedelico all'incredibile successo di massa, raggiunto nonostante l'esclusione dalle hit parade radiofoniche, Davis ripercorre una vicenda lunga più di trent'anni, che ha alternato i trionfi discografici alle tragedie umane, la fama mondiale alle accuse di pratiche esoteriche e sataniste, fino allo scioglimento del 1980, in seguito alla morte di John Bonham, il leggendario batterista della band, e alle carriere solistiche, arrivate fino ai nostri giorni."" -
Pearl Jam. Still alive. Testi commentati
Diventare grandi quando si viene da una piccola città è un peccato di quelli che non si perdonano facilmente. Lungo più di vent'anni di carriera, e senza inciampare in grandi cambi di formazione, i Pearl Jam si sono guadagnati l'etichetta di ""U2 del grunge"""": definizione non priva di malizia, specie se usata da chi in quel movimento aveva visto l'ultima grande rivoluzione """"dal basso"""" nella storia del rock. Una scena giovane e dal forte senso etico, che mai avrebbe dovuto sporcarsi le mani con le grandi arene e i grandi incassi. E invece... """"Still alive"""" ripercorre la storia del quintetto americano, dalle origini nei primi anni Novanta al recente ritorno con """"Lightning bolt"""", attraverso i testi di Eddie Vedder, che del gruppo è da sempre voce e primo autore. Nelle sue parole ritroviamo la rabbia e i dolori della giovinezza, le ansie per un successo arrivato troppo in fretta, prima rifuggito e infine accettato alle proprie condizioni; le tentazioni eremitiche contro la vocazione politica di chi si ritrova, suo malgrado, a fare da megafono a un'intera generazione; in ultimo, anche la sindrome del sopravvissuto. Più che i Santoni del grunge, i Pearl Jam sono """"quelli che non sono morti"""" e che hanno proseguito a percorrere la stessa strada, lasciandosi alle spalle molti compagni di viaggio."" -
E Street Shuffle. I giorni di gloria di Bruce Springsteen & the E Street Band
Il posto che Bruce Springsteen occupa nel pantheon del rock è frutto principalmente dei dischi e degli infuocati concerti fatti con la E Street Band negli anni Settanta e Ottanta. Incentrato su nuove interviste a compagni e colleghi di Springsteen, questa biografia di Clinton Heylin cattura il Boss nella fase classica della sua carriera, offrendo un vivace ritratto della sua ascesa da provinciale di Asbury Park a megastar internazionale. Heylin traccia con cura i progressi di Springsteen come songwriter e come performer, pedinando le prime svolte che condussero l'artista al fatale incontro con il mitico dirigente della Columbia John Hammond. Disseppellendo vario materiale d'archivio, registrazioni, bootleg, appunti della Sony, ci svela l'evoluzione del processo creativo di Springsteen, facendo luce sul ruolo del pianista/arrangiatore David Sancious e su quello di Little Stevie Van Zandt. Il ritratto di Bruce che emerge da queste pagine mostra un uomo determinato a rendere viva la sua visione d'autore, restando fedele alla sua musa anche a costo di frustrare la band e la casa discografica gettando via interi album di grandi canzoni. La narrazione ricca di sfumature di Heylin rivela il contrasto tra gli esaltanti concerti grazie ai quali la band è diventata leggendaria e i dischi di studio dalla cui difficile gestazione si evince l'ossessivo perfezionismo del loro creatore. -
Apathy for the devil. Memorie dagli anni Settanta
Sedici anni dopo la raccolta di scritti ""The Dark Stuff,"""" Nick Kent torna a raccontare gli anni Settanta, l'era dorata del rock. Ma questa volta lo fa in prima persona, spalancando i suoi ricordi personali su quegli anni belli e difficili, eccitanti e turbolenti. Lui era lì, almostfamous, a dividere slanci ed eccessi con i Rolling Stones e i Sex Pistols, Lou Reed e Iggy Pop, Captain Beefheart e gli MC5, e ancora con i Led Zeppelin e David Bowie e Chrissie Hynde. Come Lester Bangs, solo che Kent è ancora vivo e ne ha, appunto, memoria, e può narrare ciò che ha visto, che ha fatto, che ha vissuto: il candido entusiasmo dei primi tempi, appena ventenne, e la decadenza dell'ultimo scorcio del decennio, divorato pericolosamente tra i brividi del successo e gli abissi della droga."" -
Pop style. La musica addosso
Un viaggio per immagini e parole alla scoperta dell'evoluzione della musica a braccetto con le passerelle, fino all'avvento dello Street style. Gli stili e le mode che hanno fatto epoca, dalla strada ai magazine, passando per i palchi dei maggiori performer del nostro tempo. Dal rockabilly al mod, dal glam al punk, dalla new wave alla disco, dall'hip hop alla techno. Una carrellata articolata per decenni dove si inseriscono a pieno titolo gli artisti di riferimento e gli stylist che hanno capito prima di chiunque altro l'impatto della musica sui défilé. E ancora, focus sui capi simbolo, i momenti che hanno contrassegnato una tendenza in maniera essenziale, i videoclip, le copertine dei dischi più significativi e i brand divenuti gergo comune nelle canzoni. Un viaggio in cui i palcoscenici si trasformano in passerelle e i musicisti in stilisti di grido. Perché musica e moda rappresentano un binomio inscindibile. Perché ogni indumento o accessorio, non solo ha la sua storia, ma anche una colonna sonora che sarebbe un peccato ignorare. -
King Crimson. Il pensiero del cuore
Nei trentacinque anni della loro storia, e attraverso le otto incarnazioni nelle quali si è dispiegata, i King Crimson hanno scritto un capitolo fondamentale nel libro del rock. Dopo aver posato alcune pietre miliari del progressive con i loro primi album (a partire dall'esordio del 1969, il celebre ""In the court of the Crimson King"""") si sono presto allontanati dai canoni, e dalle strade più battute, del genere che hanno contribuito a creare, avventurandosi, sotto la guida del loro leader indiscusso Robert Fripp, nei campi sconfinati della creatività. senza mai derogare dal carattere rigoroso della loro sperimentazione, la band, o meglio, le band di Fripp negli anni successivi hanno elaborato linguaggi e stilemi, innovato e inventato forme spesso visionarie, quasi avanguardistiche, mantenendo vivo un culto tra le legioni di fan sparse in tutto il mondo. questo libro ripercorre per la prima volta dall'inizio alla fine la complicata vicenda del gruppo, con l'intento di proporre, oltre alla ricostruzione delle diverse fasi dei progetti guidati da Fripp, un'analisi critica e musicologica, ma anche storica e sociale, della produzione crimsoniana, attraverso cui si rinviene la radice di un fondamentale concetto-sentimento: quello della musica come arte. L'arte di tradurre in suoni l'esistenza e, con essa, il possibile destino dell'uomo e le infinite vibrazioni dell'universo."" -
Dave Grohl. Il richiamo del rock'n'roll
Tutti credono di conoscere Dave Grohl. In un'epoca in cui il social network ha trasformato in realtà l'intuizione del villaggio globale che Marshall McLuhan ebbe negli anni Sessanta, in cui Twitter, Facebook, Tumbl e Flickr complottano per registrare e classificare continuamente ogni cosa con precisione maniacale, il profilo pubblico di Grohl è stato ridotto a un semplice epiteto: per consenso comune, Dave è ""L'Uomo più Gentile del Rock"""". Ma in realtà questa espressione piuttosto riduttiva e priva di significato ha permesso al """"vero"""" Dave Grohl di restarsene nascosto in bella vista, sconosciuto a tutti tranne che ai suoi amici più intimi. Basato sulle idee ricavate da interviste di prima mano agli amici di Grohl, compagni e colleghi, e dalle conversazioni avute con Dave stesso, """"Il richiamo del rock'n'roll"""" è un racconto epico volto a documentare il viaggio che lo ha portato dai più sordidi club punk-rock di Washington D.C. fino alla Casa Bianca e ai più imponenti stadi di tutto il mondo. È una storia che racchiude in un'unica carriera molti elementi degli ultimi cinquant'anni di rock, da Bob Dylan, i Beatles e i Led Zeppelin, fino ai Sonic Youth, i Queens of the Stone Age e i Prodigy, una carriera che la dice lunga sia sull'evoluzione dell'industria discografica, sia sul modo in cui la musica fa da colonna sonora alla nostra vita. A un livello più semplice, è una storia sulla famiglia e su una comunità musicale che continua a essere stimolante, a crescere e a impegnarsi a fondo in ciò che fa."" -
America indie 1981-1991. Dieci anni di rock underground
"American indie"""" è la storta della rivoluzione musicale avvenuta proprio sotto il naso di Reagan negli anni Ottanta, quando un piccolo ma agguerrito manipolo di gruppi, etichette, fanzine, stazioni radio e altre entità sovversive infuse nuova energia al rock americano innestandovi il credo 'do it yourself' del punk e creando un musica fortemente personale, spesso brillante, sempre stimolante, la cui influenza si sarebbe estesa fino a oggi senza mai perdere di Intensità e attualità. Attraverso le dettagliate biografie di tredici gruppi storici - Mission Of Burma, Minutemen, Black Flag, Hüsker Dü, Minor Threat, Replacements, Butthole Surfers, Sonic Youth, Big Black, Fugazi, Mudhoney, Beat Happening, Dinosaur Jr - Michael Azerrad dipinge un potente affresco con tutti gli elementi di un grande romanzo: politica, droga, paura, disgusto, fede e, ovviamente, musica." -
Rivoluzioni. L’insurrezione poetica e la rivolta politica. Controcultura (1955-1980)
«Una mappa immaginaria per decifrare la vita nascosta e i percorsi culturali di chi ha fatto davvero la controcultura» - Sabina Minardi, L'EspressornCosa lega Marcuse e Jean-Paul Sartre, Che Guevara e Jim Morrison, Frantz Fanon e la Pantere Nere, gli hippie e Allen Ginsberg, Bob Dylan e i Pink Floyd? Quali sono le tradizioni e le innovazioni che costituiscono il pensiero contemporaneo, da dove arrivano le modalità di lettura e di comprensione del reale che sono proprie all'oggi? In breve, quali sono le radici del presente, da quale ideale discende l'attuale reale, chi ha posto le premesse del nostro mondo? E ancora, quali sono le correnti che hanno modificato la nostra percezione del reale e fin dove possiamo risalire? In questo studio si cerca di rimontare il corso del tempo, riannodare qualche legame, riconoscere le origini. Il libro ricostruisce, in una grande narrazione plurale, gli anni della controcultura e i suoi protagonisti che, tra la fine della seconda guerra mondiale e il 1980, tra teoria, arte e prassi, hanno scosso gli equilibri politici e culturali del pianeta e cambiato il mondo. Perché rivoluzioni al plurale? Perché si è trattato di un grande movimento generazionale, collettivo e mondiale. Questo gruppo, che potremmo paragonare alla folla di grandi personaggi radunati dai Beatles nel 1967 sulla foto di copertina di Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band, ha da tutti i punti di vista attivato quei processi di innovazione e cambiamento che definiamo, al plurale, ""rivoluzioni"""". Questi legami e le loro mille possibili relazioni sono la materia di cui è formato questo libro, che spazia tra poesia e musica, politica e riflessione sociale, storia e rivolta, usando alcuni nomi e scritti come aree di confronto, zone critiche, pensieri di riferimento. Per costruire un mosaico dei sogni ma anche delle speranze."" -
Prog rock! 101 dischi dal 1967 al 1980
Prendete uno dei saggisti musicali più preparati ed eclettici in circolazione, e un musicista prog tra i più attivi e rappresentativi della scena italiana (e non solo). Metteteli davanti a un microfono, o una telecamera, e otterrete Astrolabio. Dapprima fortunata trasmissione radiofonica, poi televisiva, ora si materializza su carta trasformandosi in Prog rock! Un libro nel quale Storti e Zuffanti scelgono, commentano, analizzano, contestualizzano e raccontano i 101 dischi prog che non possono mancare nello scaffale del vero appassionato. Per i due autori, prog, aggettivo che tende a essere usato con una certa disinvoltura, designa tutte quelle musiche che, a partire dai tardi anni Sessanta, hanno cominciato a espandersi e, contaminandosi con stili diversi, hanno allargato il concetto di pop song, sperimentando arditi accostamenti tra diverse influenze senza il timore di ricercare nuove melodie, armonie, suoni e strutture. Quindi, è progressive tanto il rock sinfonico degli Yes quanto la musica cosmica dei Tangerine Dream, l'hard psichedelico degli High Tide, il jazz-rock dei Nucleus, l'art-pop dei Roxy Music, le favole celtiche di Alan Stivell e molto altro. Il prog, insomma, non come definizione di un genere codificato, quanto come filosofia, modo di essere e approccio a ciò che si suona e si ascolta: qualcosa che ha portato la musica rock a scalare un gradino in più e che ha contribuito ad aprire diverse porte della percezione. In centouno schede i dischi senza i quali il prog non sarebbe il prog. -
Captain Mask Replica
Captain Beefheart, al secolo Don Van Vliet, è uno degli artisti più importanti e mitizzati dell'intera storia del rock. Partito da solide basi blues e armato di una voce potente degna di Howlin' Wolf, negli anni Sessanta registrò, con diverse incarnazioni della sua Magic Band, alcune delle opere più decisive per l'evoluzione del blues-rock, approdando nel 1969, anche grazie al supporto dell'amico Frank Zappa, alla prodigiosa epopea di ""trout mask replica"""". Il disco, considerato da molti critici, primo fra tutti il leggendario Lester Bangs, come il più importante mai partorito nell'ambito della musica rock, è un'opera in cui il blues del Delta, il free jazz, il dadaismo, il surrealismo, la poesia beat e l'immaginario americano si fondono in una sintesi ancora oggi incredibilmente aliena. Ma il percorso di Captain Beefheart non si fermò certo a quella straordinaria pietra miliare. Anche dopo il suo ritiro dalle scene, avvenuto nel 1982 per dedicarsi a tempo pieno alla pittura, egli continuò, infatti, ad affascinare intere generazioni di musicisti, che ancora oggi venerano la sua musica come un esempio di creatività senza limiti, lontana dalle costrizioni del music-business. Oltre a seguire da vicino tutta la vicenda biografica e ad analizzare criticamente ogni disco di Captain Beefheart (con un occhio di riguardo per i testi delle sue canzoni), questo libro dedica spazio anche alla sua pittura, influenzata dagli spazi dilatati del deserto del Mojave (dove egli visse a lungo) e dalle forme dell'espressionismo astratto di Franz Kline, Jackson Pollock e Willem de Kooning.""