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Emozioni private. Lucio Battisti. Una biografia psicologica. Nuova ediz.
“Emozioni private” è un testo prezioso nella sterminata bibliografia battistiana. La vita e le opere del grande artista scomparso venticinque anni fa sono oggetto di un’accuratissima ricerca di informazioni condotta attraverso i giudizi di chi lo ha frequentato più da vicino, a cominciare da Mogol, che in una lunga conversazione con l’autrice svela molti segreti della sua amicizia e della sua fertile collaborazione con Lucio. La ricerca effettuata da Amalia Mancini mette in luce una personalità che nei suoi tratti esteriori e nei suoi discreti comportamenti di uomo di spettacolo non manifestava a tutti la sua intima essenza, così bene trasmessa invece nella sua musica. Già nella prima parte del volume sono posti in rilievo quei temi che verranno poi ripercorsi nella seconda parte, che analizza le singole opere: il tema dell’amore, della malinconia, della libertà, della natura, dell’ecologia, della paura, dell’alienazione, della solitudine, del timore di una catastrofe naturale e umana. «Ascoltare significa qualcosa» dice Lucio, e riascoltare può essere un’operazione stimolante e coinvolgente. Questo libro, perciò, stimola e coinvolge trascinando a sua volta il lettore che viene sospinto a risentire parole e musica dell’opera di Lucio Battisti, immortale nel suono e nel ricordo. La seconda edizione di questo libro è un’occasione imperdibile per riscoprire questa lettura attraverso le voci degli amici e collaboratori di Lucio, preziose fonti di informazioni per la sua conoscenza. -
Da Tapum a Sktr. L'onomatopea nella canzone italiana
Da TaPum a Skrt si concentra sull’uso dell’onomatopea nella canzone italiana considerandola come un immaginario filo rosso che lega storie e tempi diversi, in un percorso che si è snodato attraverso l’Italia dagli anni Trenta a oggi. Riferimento iniziale, seppure non appartenente al periodo scelto, non poteva non essere TaPum, brano dal titolo onomatopeico capace di richiamare con immediatezza la Prima guerra mondiale. A partire da una definizione di onomatopea come fenomeno fonosimbolico, l’autore procede all’ascolto dei brani maggiormente significativi, avendo a riferimento alcuni tra i tanti studi sulla storia della canzone italiana, selezionando e analizzando quelli che presentano al loro interno questo accorgimento linguistico. Il viaggio è appassionante, e a lavoro concluso si può affermare che le onomatopee utilizzate registrano sempre come effetto la capacità di fungere da lente di ingrandimento di contenuti meglio approfonditi nel dispiegarsi del testo e sottolineati, poi, dall’interpretazione artistica. Nei diversi processi creativi si rileva l’esistenza della potenza simbolica e comunicativa che scaturisce dall’onomatopea nelle sue varie articolazioni. La canzone diventa, ancor più in questo modo, un ulteriore strumento sociologico per una facile e immediata comprensione degli avvenimenti e dei contesti sociali del nostro paese nel tempo -
Storie e cronache di rock italiano
Il rock italiano (cantato in italiano) non è una contradizione in termini, ma un movimento vivido, complesso ed eterogeneo che, all’inizio degli anni Ottanta, ha timidamente approcciato la scena musicale nostrana riuscendo, successivamente, a incarnarne lo spirito più istintivo, ricercato e battagliero. Il percorso, benché tortuoso e irto di ostacoli, è stato teatro di un’espressività intensa e peculiare inscenata fondendo linguaggi sonori di respiro internazionale all’innata propensione italica per il lirismo e la fantasia. Del rock italiano, questo libro fornisce un’interpretazione originale: una descrizione del periodo dal 1993 al 2022 raccontata riprendendo il vissuto di appassionati, addetti ai lavori e musicisti. A fare da fil rouge, le esperienze e i gusti dell’autore: la prima, parte – Storie – sintetizza avvenimenti e intreccia la musica al contesto sociale; la seconda – Cronache – sfocia in una selezione di artisti giudicati rappresentativi e iconici. A completare l’opera le testimonianze dirette dei protagonisti, un ampio apparato iconografico, approfondimenti di carattere collezionistico e disgressioni varie. -
Un dono di suono e visione. David Bowie e il teatro di Lazarus
Che fine ha fatto Thomas Jerome Newton? L’alieno caduto sulla Terra è rimasto bloccato qui, tra il sogno di tornare indietro e il dolore di una realtà che lo sta divorando. Qual è la colonna sonora di una vita che si snoda in un labirinto sospeso tra reale e irreale? Che suono ha la morte? E il risveglio? Che colori hanno l’amore, il dolore, l’arte e l’attesa che essa giunga in nostro soccorso? Il saggio analizza “Lazarus”, lo spettacolo scritto da Enda Walsh e David Bowie (un’opera rock definita “Il regalo d’addio di David Bowie al mondo”), non con lo scopo di trovare delle risposte, ma con il desiderio di seguire tutte le domande, per porsene altre, in una ricerca senza conclusione definitiva. Perché “Lazarus” è un dono di Suono e Visione, da scartare con la curiosità di chi non smette di cercare, seguendo la scia che il razzo di Newton lascia idealmente nel cielo di ognuno di noi, come fossimo sempre quei ragazzini anonimi, che provano a disegnare la forma delle nuvole sognando di vivere l’impossibile, in universi lontani ma più probabili di quelli che abbiamo a portata di mano. Perché non c’è addio nell’arte, nell’amore e nell’universo: c’è solo trasformazione. -
Cammina sul lato selvaggio. Vivere e morire a New York
“Cammina sul lato selvaggio” (“Walk on the Wild Side”) è la biografia essenziale di Lou Reed, sviluppata in chiave narrativa. Il racconto indaga l’adolescenza tormentata del cantautore newyorkese nell’America perbenista degli anni Cinquanta, fino alla formazione dei Velvet Underground, quando Reed saprà dare forma e sostanza al suo genio creativo, sopravvivendo al rapporto di dipendenza con l’eroina ed esplorando tutti i più oscuri recessi della sua sfaccettata sessualità. Dopo la rottura con Andy Warhol, John Cale e infine con l’intera band, il rocker newyorkese intraprenderà la sua carriera da solista, scrivendo tra gli altri transformer, il disco prodotto da David Bowie, in grado di regalargli la popolarità e i riconoscimenti di cui la scena underground della Grande Mela era avara. Ma questa è anche la storia di un artista schivo, dal carattere burbero e fragile, capace di scovare la poesia nei bassifondi della metropoli e di affermarsi come uno degli autori musicali più importanti del Novecento. -
Quattro anelli tra le dita. Vita di Ringo Starr
Richard Starkey Jr per qualcuno è Ritchie, ma a casa sua per mamma Elsie era semplicemente Richy. Nasce in un quartiere modesto di Liverpool, il Dingle. Sono le brevi note utili a raccontare non tanto una biografia dettagliata di Ringo Starr, quanto piuttosto un profilo del musicista, per alcuni solo un uomo fortunato a trovarsi nel posto giusto al momento giusto, per altri un punto di riferimento di un certo modo di suonare la batteria, ma per altri ancora un vero e proprio collante senza il quale il complesso più famoso al mondo avrebbe avuto difficoltà a stare unito. Negli anni, Ritchie/Richy diventa Ringo, un po’ per trovare un nome d’arte e un po’ per far sapere a tutti che porta… gli anelli alle mani. E intanto entra nella band più famosa al mondo: i Beatles. Prima c’erano il desiderio di farcela, Amburgo, l’attesa del successo, poi sono arrivati il successo, i soldi, una casa che sembra una reggia, ma anche le tournée e il logorio. Dopo, l’incertezza di ricominciare da capo, il divorzio dalla moglie, il lavoro sul set cinematografico, le tante bevute con gli amici, gli album non sempre al top, e poi ancora la sua band di superstar e infine Peace & Love, un mantra da ripetersi all’infinito. Niente male per il ragazzino dagli occhi malinconici ma inconfondibili, e con addosso tanta voglia di riscatto per sé e per la sua famiglia. Il figlio di Elsie e Richard che voleva suonare i tamburi fin da piccolo ha finito per lasciare un segno indelebile di come si possa tracciare uno stile di drumming anche senza soffermarsi troppo sugli assolo: basta avere un po’ di amici ad aiutarti, quando serve. -
Blues highway. Da Chicago a New Orleans. Viaggio alle origini della musica americana
Dormire nelle vecchie sharecropper's cabin, le baracche dei mezzadri che lavoravano il terreno, girovagare di notte nel South Side di Chicago alla ricerca di sperduti juke joint, visitare quel trionfo del kitsch postmoderno chiamato Graceland, dove Elvis finì imprigionato nel suo ultimo periodo di vita, e ripercorrere la storia della leggenda del blues, Robert Johnson, un misterioso ragazzo che diede un impulso decisivo alla storia della musica popolare americana del ventesimo secolo. A metà strada tra reportage e viaggio musicale on the road l'autore ha percorso oltre duemila chilometri da Chicago a New Orleans, seguendo quella leggendaria Highway 61 che proprio cinquant' anni fa prestò il suo nome a uno degli album più importanti della storia del rock. Un viaggio alla ricerca delle misteriose storie del Grande Fiume, il Mississippi, e alla scoperta delle zone di origine della musica americana e di un pezzo di America troppo spesso dimenticato. Ma che rievoca, seppur a ritroso, il percorso della Grande Migrazione, quando nei primi decenni del Novecento milioni di afroamericani scelsero di abbandonare la terra dei padri per cercare fortuna altrove, nelle città del Nord e del Midwest. A fare da colonna sonora, naturalmente, il blues. Perché, come dicono nel Delta del Mississippi, il blues è un modo di essere prima ancora che un tipo di musica. -
B-side. L'altro lato delle canzoni. Estate
L’estate nel mondo di “B-Side” è rovente e sfrenata come i riff di una chitarra distorta dal ritmo infuocato che suona musica punk. Partendo dalle canzoni di Sex Pistols, Ramones, Offspring, Green Day, Rancid, Circle Jerks, Dead Boys e altri grandi esponenti del genere musicale protagonista del volume, l’autrice infiamma la sua penna dando vita ai racconti più irriverenti e spregiudicati dell’intera tetralogia. Per chiudere il cerchio, distinguendo le “mezze stagioni” da quelle “piene”, la struttura segue la falsariga di quella del volume “Inverno” grazie a Shadow, un personaggio esterno alle canzoni, che si infiltrerà di tanto in tanto nei racconti collegandoli in un intreccio tutto da scoprire nel finale. Inoltre, dopo la chiusura del Bar Ricata (nel volume “Primavera”), nasce in questi racconti un nuovo punto di ritrovo alternativo: un club privato-ma-non-troppo all’interno di uno degli store della stravagante stilista e filosofa di fantasia Lilian Yetsu-Wu. È questo il luogo cardine in cui si ritrovano i membri della crew protagonista delle nuove storie, personaggi liberi, ribelli e fuori dagli schemi, che prendono vita dalle parole e dalle note delle canzoni. Ciascuno di loro ha la propria storia da raccontare, i propri sogni da realizzare o le proprie battaglie da combattere e, tra avventure divertenti, commoventi, rivoluzionarie e indisciplinate, sarà impossibile non affezionarsi a qualcuno di loro… o anche a tutti! Buon viaggio nello scatenato mondo di “B-Side Estate”! Prefazioni di Federico Guglielmi e Roberta Sammarelli. -
Dream Theater. La discografia internazionale
Il 7 luglio 1992 i Dream Theater pubblicano images and words, vero e proprio manifesto programmatico e indiscussa pietra miliare su cui verrà edificato il metal progressive moderno. A distanza di trent’anni da quel capolavoro, la band newyorkese continua il suo percorso di crescita artistica ed evoluzione creativa, che fin dagli esordi li ha portati a fondere, con innata maestria, tecnica sopraffina e melodia, per dare vita a qualcosa di unico nel panorama musicale, riuscendo a generare attorno al proprio nome un vero e proprio culto, che ogni anno accresce le fila di nuovi adepti affascinati e affamati della loro musica. In questo volume, corredato da numerose immagini, troverete aneddoti e curiosità su tutte le pubblicazioni ufficiali della band, dagli esordi col moniker Majesty fino all’ultima fatica discografica a view from the top of the world. Una vera e propria guida definitiva per collezionisti e fan della prima ora. -
Musica imprevedibile. Storia, metodi e training per l'improvvisazione collettiva
“Musica imprevedibile” affronta un campo di indagine, quello dell’improvvisazione libera collettiva, connotato da consistenza bibliografica ridotta, e tuttora oggetto di dibattito artistico-scientifico, cui si affianca, tuttavia, una diffusa e crescente pratica quotidiana in tutto il mondo: il testo si configura quindi come un vero e proprio manuale per i praticanti, gli studenti e gli amanti della musica improvvisata collettiva. La prospettiva di lettura è multiforme, proponendo sia uno sguardo storico dell’improvvisazione collettiva dal secondo Dopoguerra, sia la descrizione di alcuni metodi di creazione collettiva e di analisi delle modalità di training e performance: sistemi di analisi e studio dell’improvvisazione, ancora costantemente in progress, si affacciano nel panorama musicologico e vengono introdotti per consentire un approccio di studio a chi si avvicini alla disciplina. Dal testo emergono alcune figure chiave della musica recente quali John Cage, Karlheinz Stockhausen e Cornelius Cardew, ma anche una galassia di esperienze e pratiche che si sono succedute nel tempo, con una ricchezza espressiva straordinaria, in luoghi come Roma, New York, Londra, Amsterdam e numerosi altri. Infine, il libro propone anche alcuni progetti improvvisativi dell’autore, orientati a una pratica che vuole costantemente rinnovarsi senza rinunciare al supporto insostituibile della tradizione come della tecnologia. -
Led Zeppelin. Dazed and confused. Testi commentati
Dov'eravate il 5 luglio 1971, mentre stava iniziando il primo e ultimo concerto in Italia dei Led Zeppelin? Non eravate ancora nati oppure la loro magia elettrica aveva stregato anche voi? Riuscivate a distinguere ogni singola sillaba dentro quel calderone ribollente di watt, adrenalina e sesso? Avevate già riciclato qualche loro strofa per rimorchiare donne-angelo, partner infedeli e amanti fugaci? Vi incontravate con gli amici per commentarle e confrontarle con altrettante poesie? È cosi che avete scoperto Omero e Achille, Thor e il Valhalla, Tolkien e II signore degli anelli? Non sognate di partire ogni volta che li sentite evocare misticismo e Oriente? E anche secondo voi il loro canzoniere assomiglia a uno sterminato greatest hits di blues, rock o addirittura heavy metal? Ma soprattutto: è vero che il capolavoro Stairway To Heaven nasconde invocazioni a Satana? Vale la pena di leggere un libro per rispondere a tutte queste domande: in fondo un gruppo così non nascerà mai più, vero? -
Bowie. La trilogia berlinese
Nella prima metà degli anni Settanta Bowie aveva anticipato tutti i trend, indossando i panni di camaleontico musicista folk, poi hard rock, poi icona giani, infine profeta del plastic soul. Da Major Toni a Ziggy Stardust, da Halloween Jack al Sottile Duca Bianco, una carrellata di personaggi e maschere aveva celato la sua vera personalità. Fino a quando nel 1975, in preda ai demoni della cocaina e a una paranoica ossessione per l'occulto, fuggì da Los Angeles per dirigersi con Iggy Pop a Berlino - la Berlino di Isherwood e dei fumosi cabaret, quella ""città fatta di bar in cui la gente triste può andare a ubriacarsi"""" - in cerca di anonimato e di nuovi stimoli. Per Bowie, affascinato dall'arte espressionista e dalla musica kosmische, dalla devastazione della guerra e dall'atmosfera di sbiadito glamour che la pervadeva, Berlino, divisa dal Muro al confine tra l'Est comunista e l'Occidente capitalista, era """"tagliata via dal suo mondo, dalla sua arte, dalla sua cultura, agonizzante e senza alcuna speranza di risarcimento"""". Lì, insieme a Brian Eno, Tony Visconti, Robert Fripp, diede vita a tre album sperimentali, oscuri e intrisi di alienazione, ormai entrati nella leggenda: """"Low"""", """"Heroes"""" e """"Lodger"""", che con la loro sintesi di avanguardia elettronica, rock'n'roll e world music hanno aperto la strada alla new wave, al synth pop e al movimento New Romantic degli anni Ottanta, influenzando intere generazioni di musicisti, dai Joy Division ai Duran Durali, dai Depeche Mode agli U2."" -
Cat Power. Una brava ragazza
Americana della Georgia, figlia di due hippie - madre affetta da disturbi psichici, padre musicista fallito - e carattere a dir poco difficile, Chan Marshall-Cat Power si è affermata come il personaggio femminile di gran lunga più rilevante della musica indie degli ultimi quindici anni. Adorata e detestata in egual misura, per via del suo indubbio fascino e della sua personalità contorta, ha finito per diventare un'icona non solo del rock alternativo ma anche del mondo della moda e della cultura pop in generale. Ripercorrendo i fatti con puntiglio giornalistico e sincera partecipazione emotiva, dagli inizi nel profondo Sud degli Stati Uniti alle peregrinazioni newyorkesi, dal tracollo nervoso alla resurrezione sulle spiagge di Miami, Cat Power. Una brava ragazza scava nell'anima di un essere umano al contempo fragile e potente. Con l'ausilio di interviste esclusive a musicisti come Nick Cave, Thurston Moore, Yoko Ono, e ad autorevoli critici musicali come Greil Marcus, Elizabeth Goodman ci offre il ritratto nitido della vera Chan Marshall: la ragazzina, la donna, l'artista. -
Dave Matthews Band. The DMBook
Nel 2012, nel pieno della crisi del mercato discografico, la Dave Matthews Band è diventata l'unico gruppo al mondo a raggiungere, con sei dei suoi album in studio, il primo posto nella classifica Billboard, vendendo più di 33 milioni di dischi in vent'anni di carriera. Un successo straordinario anche e soprattutto perché ottenuto al di fuori delle consuete politiche dell'industria musicale, grazie al passaparola dei fan e a un'incessante attività on the road che, con oltre duemila concerti e il record assoluto di spettatori, ha consacrato la band come il più importante gruppo live della scena musicale americana. Mai nessuno prima d'ora aveva ricostruito dettagliatamente le complesse dinamiche e le fatali circostanze che hanno determinato la nascita, l'ascesa al successo e, dopo i tormentati anni di crisi creativa e la tragica scomparsa di LeRoi Moore, l'ormai consolidata rinascita di uno dei gruppi musicali più originali al mondo, artefice di un unicum creativo che ha attraversato i generi, le mode e le sonorità più in voga negli anni, sfuggendo a ogni tentativo di definizione. Corsina Andriano, presidente di DMB Con-Fusion - il fan club ufficiale italiano dedicato alla Dave Matthews Band - e tra i maggiori esperti delle vicende del gruppo americano, ha trasfuso il proprio entusiasmo da fan appassionata in una documentata e rigorosa ricerca, verificata e arricchita dal contatto personale con i musicisti della band e con il loro entourage... -
Il diavolo all'opera. Viaggio in 20 tappe liriche da questo mondo all'altro
Che cos’è il Diavolo? È una metafora del male assoluto, e di chi compie il male assoluto. Ma è anche uno specchio assoluto dell’anima dell’uomo, di quel pozzo nero che a stento riusciamo a sondare e ancor più a stento riusciamo a decifrare. Perché la fisica del metafisico c’ha una regola semplice ma assai malvagia, che così fa: a ogni nera azione corrisponde una umana reazione. E cosa c’è di meglio se non la Lirica, quella con la L maiuscola, per incarnare i tanti tipi umani e non che fanno capo a questa diabolica regoletta? Tipo il perfido Jago nell’Otello di Verdi, o Mefistofele in quella di Boito, o ancora tipo il Don Giovanni di Mozart, che flirta con le donne e con la Morte; o tipo il Franco cacciatore di Weber o il Faust di Busoni, che giocano d’azzardo con le infere potenze; o ancora tipo l’Orfeo cantato da Monteverdi, che cerca in casa del diavolo la sua defunta sposa; o magari tipo la Lulu di Berg, che ci parla del diavolo che è qui fra noi, o il Ligeti creatore di inferni patafisici in salsa medievale, sempre pronti a stupirci. Perché mille sono i volti del Diavolo. Ma anche di più, se ci sono di mezzo le note; giacché come dice il detto: all’inferno ogni diavolo è un eroe. E questo libro ve lo racconterà, attraverso le diabolicissime opere dei vari Prokofiev, Hindemith, Stravinskij, Čajkovskij, Bartók, Gluck, Penderecki e dulcis in fundo Beethoven. E ora silenzio in sala, e che il diavolo inizi la sua opera! -
Il jazz e l'Italia. Cento musicisti si raccontano 1923-2023
Questo libro compone il trittico ideale del sound afroamericano: dopo “Il jazz e i mondi” e “Il jazz e l’Europa”, ecco raccontare il jazz dell’Italia e l’Italia del jazz, attraverso 100 conversazioni con altrettanti protagonisti del ritmo sincopato tricolore, ovvero il “giezz” nazionale o ancora, in altre parole, l’Italian Jazzy o “the jazz made in Italy”. Per fornire un quadro sintetico ma esauriente su quanto viene creato, improvvisato, cantato, suonato, ballato, ascoltato nel nostro Paese, l’autore si confronta con i maggiori esponenti – solisti, accompagnatori, cantanti, strumentisti, arrangiatori, capigruppo, direttori d’orchestra – degli stili revival, swing, bebop, cool, free, postbop, fusion, world; e attraverso incontri, telefonate, email, appuntamenti, scambi di opinioni, serate nel backstage o al ristorante, i musicisti parlano di sé, della loro musica, dei grandi maestri, talvolta di politica e società rivelandosi via via colti, preparati, intenditori dall’orecchio fine e dal fiuto infallibile: persone sempre gentili, disponibili, incuriosite. Le testimonianze dei 100 – Stefano Bollani, Franco Cerri, Paolo Conte, Franco D’Andrea, Dino Piana, Paolo Fresu, Giorgio Gaslini, Lelio Luttazzi, Lino Patruno, Enrico Rava, giusto per nominare un’ipotetica top ten dei “famosi”, senza nulla togliere agli altri 90 – restano altresì tracce durature per riassumere i nostri trascorsi di nazione musicale, facendo quasi presagire la situazione odierna e dimostrare in fondo i tanti (o pochi?) cambiamenti nel nostro Paese, in base ad esempio ai gusti del pubblico o agli aiuti dello Stato a favore della cultura, di cui il jazz ormai è parte integrante, recepita quale arte classica e al contempo nazional-popolare. E il libro diventa quindi una storia sui generis, un viaggio nella memoria, una riflessione generazionale su un credo artistico, un costante dialogo fra uno e gli altri, con tantissimi aneddoti. Completa il volume la più importante bibliografia finora mai realizzata sul jazz italiano sotto ogni angolazione. -
Nero a metà. Dalle origini a «Grande madre» tutta la poesia di Pino Daniele
Questa storia ha radici lontane: un giovane soldato nero americano abbandona la sua casa e la sua famiglia per andare dall'altra parte dell'oceano a porre fine all'incubo tedesco. Il ragazzo sbarca a Napoli e rimane irretito dalla bellezza della sirena Partenope, se ne innamora, è corrisposto, tenta un approccio, la donna non si sottrae e dalla loro unione nasce un bambino bellissimo, nero anche lui ma solo a metà. Quel bambino è il simbolo della mescolanza, della fusion, di un meticciato sociale, culturale, artistico ma soprattutto umano. Quel bambino è la chitarra e la voce di Pino Daniele, a metà tra il blues dei neri americani e la musica popolare napoletana. Quel bambino è ""Ue man!"""", """"A me me piace 'o blues"""", """"Have You Seen My Shoes"""". Quel bambino è """"Napule è"""", """"Chi tene 'o mare"""", """"Lazzari felici"""". È il Supergruppo, è l'anima di 200mila persone radunate in Piazza Plebiscito, è l'indice sollevato di Massimo Troisi in """"Ricomincio da tre"""". Quel bambino è una carriera più che trentennale costellata di successi e collaborazioni importanti, da Gato Barbieri a Don Cherry, da Pat Metheny a Nanà Vasconcelos, fino ad arrivare a Eric Clapton. Quel bambino è la voglia di sperimentare, la passione per le chitarre, l'ostinata idea di non fermarsi mai, anche se il mondo non ha più orecchie per ascoltare. Perché, per chi come Pino Daniele ha dentro la bellezza di quel bambino, l'unica cosa davvero importante """"è la musica""""."" -
Io sono Ozzy
La gente mi chiede com'è che sono ancora vivo, e io non so cosa rispondere. Se da ragazzino mi avessero messo contro una parete coi miei coetanei del quartiere e mi avessero domandato chi di noi ce l'avrebbe fatta ad arrivare ai sessant'anni, chi di noi si sarebbe ritrovato con cinque figli e quattro nipoti e due case in California e nel Buckinghamshire, col cazzo che avrei scommesso su di me. Invece eccomi qua: pronto a raccontare la mia storia, a parole mie, per la prima volta. Ogni singolo giorno della mia vita è stato un evento. Ho assunto miscele letali di alcol e droghe per trent'anni. Sono sopravvissuto a un tamponamento aereo, ai tentativi di suicidio per overdose, alle MST. Sono stato accusato di tentato omicidio. E ho pure rischiato di morire andando a sbattere con un quad a due all'ora. Non tutto è stato piacevole. Ho fatto delle brutte cose in vita mia. Sono sempre stato attratto dal lato oscuro, io. Ma non sono il demonio. Sono solo John Osbourne: un ragazzino della classe operaia di Aston che ha lasciato il lavoro in fabbrica e ha cercato di spassarsela. -
Real World. Sulle strade di Bruce Springsteen
Giornalista rock il primo, fotografo il secondo, Ermanno Labianca e Giovanni Canitano condividono la stessa passione per Bruce Springsteen, di cui hanno seguito tutti i tour a partire dai primi anni Ottanta a oggi. In questo libro raccontano il divo del rock in una biografia ""trasversale"""", uno scrapbook fatto di immagini e parole. Il libro ritrae venticinque anni di rock'n'roll presentando le trascrizioni dei lunghi discorsi offerti da Springsteen prima di eseguire i brani dal vivo, le immagini dei tour, le dichiarazioni dell'artista su famiglia, amore, amicizia, altruismo, povertà, emarginazione e gli altri temi centrali della sua opera."" -
Woodstock. Ricordi, aneddoti, sentimenti diffusi
Cinquantaquattro anni sono passati dai “tre giorni di pace e musica” più celebri della storia, e ogni anno si celebra la ricorrenza intorno a Ferragosto, come fosse in eterno “il compleanno di Woodstock”. L’occasione, di volta in volta, è buona per riannodare i fili della memoria, capire sempre più a fondo cosa è stato quel leggendario festival e cosa ha lasciato nelle nostre esistenze, nella nostra cultura, nella nostra visione del mondo. È ciò che fanno i tre curatori di questo volume: attraverso una fitta rete di contributi, “ripensano” Woodstock a oltre mezzo secolo di distanza, con tutta la bellezza della musica, le vite cambiate, le utopie tradite. Partecipano alcuni che “c’erano” (Lucio Salvini, a quei tempi responsabile del settore estero della Ricordi; Eddie Kramer, ingegnere del suono a Woodstock; Simonluca, studente di fine anni Sessanta e successivamente cantautore di successo) ma anche tanti che Woodstock lo hanno studiato, sognato, desiderato: Gianni De Berardinis, Paolo Siani, Luciano Boero, Oliviero Lacagnina, Gianni Leone, Bernardo Lanzetti, Vittorio Nocenzi, Andrea Mingardi e tutto lo staff di MAT2020. Sono musicisti, giornalisti, semplici appassionati, tutti accomunati da sentimenti personali che riportano a un’età ormai lontana ma, al contempo, permettono di commentare la storia con il giusto distacco.