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Improve your English. Livello B1
Un quaderno per imparare e migliorare il tuo inglese in modo efficace, esercitandoti per gradi e obiettivi specifici. Strutturato secondo il quadro comune europeo di riferimento per le lingue, il corso offre parti audio scaricabili on line, spiegazioni grammaticali e un gran numero di esercizi. All'interno troverai un test generale per accertare il tuo livello iniziale di conoscenza dell'inglese e un test finale di verifica. Livello B1: al termine del corso saprai raccontare esperienze, avvenimenti, sogni, speranze e ambizioni e sarai in grado di spiegare le tue opinioni e i tuoi progetti. -
Gli strumenti. I miei piccoli libri sonori. Ediz. a colori. Vol. 2
Che suono fanno gli strumenti musicali? Basta premere il bottone magico per scoprire il clarinetto, il violoncello, la tromba, l'arpa, la chitarra elettrica e la batteria. Età di lettura: da 3 anni. -
Saggi. Testo francese a fronte
I ""Saggi"" di Montaigne non sono un breviario di saggezza ben temperata, un prontuario di morale salutifera, ma lo specchio delle paure e delle difese di un essere che si scopre frammentario e diversificato. È infatti Montaigne stesso il soggetto di questo libro: soggetto mutevole, di cui appunto non l'essere si può descrivere, ma solo il passaggio, e un passaggio ""di giorno in giorno, di minuto in minuto"", adattando la descrizione al momento. Con alcuni secoli di anticipo sulle ricerche della psicologia, Montaigne sperimenta come la personalità sia un aggregato provvisorio, incomprensibile e affascinante, di soggetti istantanei, un mosaico di io che variano secondo le contingenze. Non per nulla i Saggi sono un'opera in divenire, in continua trasformazione. I due libri consegnati al tipografo per la prima volta nel 1580 (e ristampati con alcune aggiunte nel 1582), nella successiva edizione del 1588 si trovano accresciuti d'un terzo libro, non solo, ma intarsiati di più di seicento addizioni: via via che l'io muta - senza peraltro rinnegare la sua forma precedente - l'opera, sosia dell'io, dovrà mimarne le metamorfosi. Il testo stabilito da André Tournon sull'Esemplare di Bordeaux (corredato da un completo apparato di varianti) e la nuova traduzione di Fausta Garavini fanno di questa edizione un contributo fondamentale agli studi su Montaigne. -
Il secolo infelice
A un critico che metteva in dubbio la coerenza tra i suoi saggi e le sue opere narrative, Imre Kertész, nell'introduzione a questo libro, risponde che tutte le sue opere parlano del medesimo soggetto: ""L'Innavicinabile"". Lo scrittore ungherese, nella propria esistenza, ha vissuto per ben due volte ""L'innavicinabile"": incarnato nei campi di sterminio di Auschwitz e Buchenwald, dove è stato recluso, e nella situazione storica in cui ha iniziato a raccontare la sua esperienza nei lager, ovvero sotto il tallone del regime comunista sovietico. ""L'Olocausto e le condizioni di vita in cui scrivevo dell'Olocausto si erano fusi in modo indissolubile."" L'Olocausto diventa allora un verbo coniugato al presente: è lo stato dal quale l'autore continua instancabilmente a inviarci messaggi e a costruire ponti per testimoniare la verità di quel ""secolo infelice"" che ha preceduto l'inizio di questo millennio e vi è poi confluito. Ecco perché, ci avverte lo stesso Kertész, gli scritti raccolti qui non possono essere considerati propriamente ""saggi"" ma, in modo più pregnante e corretto, devono essere definiti ""approssimazioni"": resoconti lucidi, crudeli, talvolta ironici ma sempre impietosi, della realtà e della natura umana di cui chi narra ha conosciuto gli straordinari abissi. -
Mio padre votava Berlinguer
""Continuo a scrivere papà, scrivere veloce, con la parola che attacca la parola, la riga che rincorre la riga, con lo spazio che si accorcia, e con le cose da dire che pretendono di essere raccontate."" È una confessione al padre, questo libro. Un padre operaio-calzolaio sordomuto, scomparso, ma che è ancora vivo nel ricordo e nelle parole di chi ha preso la penna per fissarlo per sempre, per iscriverlo nei dati sfuggenti della vita. È un padre, quello di cui si parla, che votava Berlinguer, ma, prima che per una scelta ideologica, per la consapevolezza che lui era ""una brava persona"", e questo giudizio continua a premere sulla realtà rimasta, di oggi, e a porre problemi. Un buon padre, certo, anche se l'alcol era una delle sue debolezze. E un figlio che ripercorre una sua vita di cadute e risalite, private e pubbliche, alla luce del sole: un figlio che rivendica la sua terza media, il suo operaismo, la sua irregolarità di scrittore, e che si pronuncia sull'attualità rimpiangendo, ma a occhio asciutto, la ""fatica"" di un tempo, la solidarietà. Fino a comprendere che se parliamo con i nostri morti, essi non muoiono davvero, ma anzi, eccoli tornare qui, in una danza che ci coinvolge tutti e ci fa capire che la memoria è vita. Pino Roveredo in questo libro racconta se stesso più che mai. È lo scrittore che ha molto vissuto, lirico, duro e puro. -
Che cos'è la filosofia? Testo inglese a fronte
""Che cos'è la filosofia?"" costituisce il presupposto imprescindibile per comprendere il resto del pensiero di Hildebrand, che si estende all'etica, all'estetica, alla filosofia della comunità, della religione e del linguaggio. Ma quest'opera può anche essere considerata uno dei manifesti principali della fenomenologia realista, corrente del movimento fenomenologico contemporaneo che ritiene di essere rimasta fedele all'appello a ricondurre la filosofia alle cose in se stesse. Hildebrand accoglie l'intento husserliano di rendere la filosofia una scienza rigorosa, dunque un sapere certo, critico e sistematico, che conserva le proprie specificità rispetto alle forme di conoscenza. -
L' anima e il corpo-Parva Naturalia. Testo greco a fronte
Qual è il ruolo della sensazione nella vita dell'animale e come avviene la sintesi percettiva? Come si formano i ricordi e come è possibile richiamarli alla memoria? In che cosa consiste il sonno e qual è la sua funzione? Qual è la natura dei sogni e in che senso è possibile interpretarli? Perché alcuni animali sono più longevi di altri? Come avviene la respirazione? Che cosa sono la vita e la morte? Aristotele si interroga sull'unità e sulla molteplicità del vivente, vale a dire sul rapporto che intercorre tra l'anima e il corpo e sul modo in cui secondo questo rapporto si svolgono tutte le attività della vita animale, da quelle più elementari, che attengono all'accrescimento, a quelle più elevate, che riguardano l'esercizio della sensazione. -
Dove c'è fumo
Alcuni momenti bruciano nella mente per sempre.rnrn«Il punto forte di Beckett è la scrittura caustica e potente; i suoi letali giochi psicologici non sono per i deboli di cuore» – The Timesrnrn«Intelligente, scritto in maniera egregia e totalmente avvincente» – Sunday ExpressrnrnLa stanza è immersa in un buio irreale, sembra di camminare nell'inchiostro. Kate cerca di farsi strada a tentoni tra mobili sconosciuti. Non c'è tempo per fuggire. Poi un lampo di dolore, e sangue. Kate Powell è una donna di successo sulla trentina, indipendente, poco incline ai compromessi. Eppure sente che il tempo scorre inesorabile e la vita le appare sempre più vuota, priva di significato. Vuole un figlio, ma è rimasta scottata troppe volte da relazioni inconcludenti e non riesce più a fidarsi. Così decide di ricorrere all'inseminazione artificiale e scegliere il donatore pubblicando un annuncio: a rispondere è Alex Turner, psicologo affascinante e riservato. Il candidato ideale. Se non fosse che l'apparenza inganna. Un thriller psicologico teso e sorprendente dall'autore della fortunata serie di David Hunter. -
Lo scroccone
Forse soltanto Bouvard e Pécuchet sta accanto a questo meraviglioso Scroccone per la comicità asciutta e feroce. I buoni lettori lo videro subito, quando il romanzo fu pubblicato, nel 1892, e ci fu anzi chi sussurrò: «Come crudeltà, batte di molto Bouvard e Pécuchet». Qui l’immortale coppia flaubertiana è sostituita dalla esilarante simbiosi fra il giovane Henri, parassita letterato, e Madame Vernet, brava e sognante signora borghese, mitemente bovaristica, sotto gli occhi torpidi di Monsieur Vernet, che non ha tempo per le mollezze poetiche dalle quali è però bovinamente incantato, e lascia che si sviluppi in casa sua un flirt adulterino all’insegna della vigliaccheria, della sensiblerie e della totale falsità. Henri, lo scroccone, paga con fini motti il suo pensionato permanente in casa Vernet, si lancia in esaltate rêveries passionali sulla signora, frenate soltanto – e subito – dal timore di perdere qualche piccolo vantaggio della sua posizione, tenta persino un maldestro stupro sulla nipote («se stupra, si meraviglia di non stuprare come in letteratura», scriverà Schwob), infine, per evitare spiacevoli crisi, abbandona la famiglia Vernet per cercarne un’altra dove ricominciare lo stesso lavoro: infatti, come scrive Alfredo Giuliani nella sua nota a questa edizione, «abietto, lucido e pusillanime, innaturale e fervido di simulazioni, fulmineo nello schivare al tempo giusto l’inetta catastrofe che ha provocato, questo letteratuccio arrampicatore non s’inganna mai», sicché – dopo appena poche pagine che lo vediamo in azione – sappiamo già di trovarci di fronte a un essere indistruttibile, promesso a eterne reincarnazioni, uno dei rari grandi archetipi psicologici che la letteratura moderna sia riuscita a creare. Con questo breve libro Renard ha raggiunto il vertice della sua arte: in una prosa tutta piccoli scatti infallibili, freddi e nevrastenici, frastagliata in rapidi dialoghi che, nella loro travolgente banalità, sondano l’abisso dello humour nero, ha composto un romanzo di una modernità che lascia allibiti, ha affilato una lama che taglia sempre perfettamente. -
Della pittura italiana. Studi storico-critici. Le gallerie Borghe...
Di Giovanni Morelli è stato detto che la sua opera sta alla critica darte come quella di Freud alla psicologia (e di fatto fu Freud stesso a ipotizzare un parallelismo fra la tecnica psicoanalitica e il metodo morelliano). Questo grande conoscitore, dallo spirito impertinente, antiaccademico e mistificatorio, è infatti linventore di un «metodo» che rivoluzionò le attribuzioni di celebri quadri nei più grandi musei dEuropa (nel solo museo di Dresda cinquantasei quadri cambiarono firma in seguito a scoperte di Morelli). Quel metodo si fondava sullesame stilistico della esecuzione di certi dettagli anatomici (per esempio la forma di ununghia o il lobo dellorecchio) e da questi tratti stilistici risaliva allautore. Morelli scrisse il suo libro fondamentale, Della pittura italiana, in tedesco e lo pubblicò nel 1890 con lo pseudonimo Ivan Lermolieff. Lopera fece scalpore, anche perché in essa per la prima volta Morelli esponeva il suo metodo di attribuzione, illustrandolo con numerosi esempi sensazionali: per esempio, lidentificazione di alcuni ritratti di Raffaello, in precedenza attribuiti ad altri, di opere di Dosso Dossi e Piero di Cosimo. Ledizione italiana, curata da Gustavo Frizzoni, amico di Morelli, nel 1897, da allora non è stata più ristampata. Ma linfluenza di questopera è stata immensa e ultimamente, soprattutto attraverso gli studi di Edgar Wind, è stata rivendicata anche limportanza di Morelli come teorico. Diversi aspetti della vita e del carattere di Morelli erano tuttavia rimasti in ombra, e la presente edizione porterà molte novità anche in questo senso. La curatrice, Jaynie Anderson, ha infatti avuto accesso ad archivi sino ad ora ignoti e ha così ricostruito per la prima volta un sorprendente profilo biografico di Morelli, accompagnando poi il testo con una puntuale analisi delle complicate vicende, sino a oggi, dei quadri da lui attribuiti. -
Dolori precoci
Questo breve libro è tutto un disordinato riaffiorare di ricordi. I personaggi sono quelli che i lettori di Kis già conoscono: l'incongrua famiglia di ""Giardino, cenere"" procede impavida, comica, disperata, grandiosa nel turbine fosco della storia che la ignora e vuole solo disfarla, come tante altre famiglie ebraiche dell'Europa centrale negli anni dell'ultima guerra. -
Un antropologo su Marte. Sette racconti paradossali
Dopo ""L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello"", una sequenza di «romanzi neurologici» raccontati dallo scrittore che più di ogni altro sa entrare nel mondo a parte della malattia, talora distante da noi come un pianeta che aspetti di essere visitato e capito da un antropologo. -
Il viaggiatore incantato
Su un battello che naviga sul lago Ladoga, il ""viaggiatore incantato"", dalla ""gradevole e manierata voce di basso"" racconta le peripezie della sua esistenza: avventure mai cercate che sembrano precipitare su di lui come eventi della natura. Storie dove entrano ed escono di scena vagabondi e prostitute, padroni e mercanti, principi e cavalieri nomadi. Storie che assomigliano ad un pulviscolo vorticoso. -
Party sotto le bombe. Gli anni inglesi
""Libro salvato"" dopo un lungo lavoro filologico, questo volume conclude l'autobiografia di Canetti con gli anni dell'emigrazione in Inghilterra. Un paese che suscita in lui reazioni contrastanti: ammirazione per i suoi istituti democratici e per il coraggio mostrato contro Hitler, ma anche insofferenza per la britannica arte di escludere, per l'altezzosa condiscendenza esibita verso gli apolidi della cultura. ""Ma Lei ha conosciuto Kafka?"" gli chiede l'insolitamente benevolo ospite di un party. Accade così che Canetti, negli anni roventi in cui elaborava ""Massa e potere"", vivesse in una paradossale situazione di solitudine intellettuale, pur abitando in una città di alta tradizione come Londra. -
Arte sumera, arte romanica-Ritratto di Jurgis Baltrusaitis
Quando fu ravvisata la sorprendente affinità della scultura romanica con le immagini dell'antica arte mesopotamica, non pochi archeologi e storici si dedicarono con fervore all'esplorazione del nuovo, affascinante territorio di studi. Ma solo il giovane Baltrusaitis doveva individuare, con facoltà rabdomantica, il complesso e occulto reticolo di vie che aveva messo in contatto due mondi così distanti nel tempo e nello spazio. E il saggio in cui condensò i suoi studi, apparso nel 1934, non mancò di produrre un effetto dirompente nel mondo della storia dell'arte, rivelandosi subito, nella sua ""prodigiosa rapidità"", un'opera fondamentale. A quell'opera si accompagna qui il ""Ritratto"" tracciato da Jean-François Chevrier - che resta ancora oggi l'unica, preziosa fonte sulla vita di Baltrusaitis - in cui vediamo delinearsi con vividezza la ""mitologia personale accuratamente nascosta, dissimulata nei libri"", di uno studioso che seguì una linea audacissima di ricerca, dove si apriva la strada da solo. Una biografia intellettuale e al tempo stesso l'inaspettata apertura di un uomo elusivo, che per la prima volta ha accettato di svelarsi confidando ""sceltissimi ricordi"": per esempio di quando Pasternak, amico di famiglia, mimava buffe scenette davanti a lui bambino; o di quando, trovandosi a Milano con i genitori, a otto anni, ""si smarrì in mezzo alla folla, ma come per miracolo riuscì a ritrovare l'albergo. ""Un angelo è sceso da una guglia del Duomo e mi ha preso per mano"" disse"". -
La moneta di ferro. Testo spagnolo a fronte
Nel 991, l'esiguo drappello di sassoni scampato a un attacco vichingo sulle coste dell'Anglia orientale decide di non sopravvivere al suo signore caduto in battaglia; solo Werferth, il cantore, fuggirà, per tramandare la memoria di quel giorno: ""li vide perdersi nella penombra del giorno e delle foglie, ma alle sue labbra già affiorava un verso"". Così Borges, appassionato cultore della ""germanistica d'Inghilterra e d'Islanda"", immagina si sia svolta la storica battaglia di Maldon. E il gesto di Werferth, deciso a salvare quel che il ""vento del tempo"" travolge, potrebbe essere l'insegna della ""Moneta di ferro"", che, pubblicato nel 1976, raduna poesie (oltre a due testi in prosa) redatte nell'arco di un anno, a ridosso di eventi decisivi: la scomparsa della madre, dolorosa ma liberatoria, la felicità di un amore corrisposto, il lungo soggiorno a East Lansing, nel Michigan, insieme a Maria Kodama, la caduta di Isabelita Perón. -
Gli aforismi di Siva
Composti nel IX secolo, ""Gli aforismi di Siva"" (Sivasutra) sono una delle opere basilari del cosiddetto Sivaismo del Kashmir, o Trika, ""Triade"". Riscoperti solo nel Novecento, gli insegnamenti delle scuole Trika - che rientrano nell'ambito più vasto del Tantrismo e sono improntati a un non-dualismo radicale (paramàdvaita, ""supremo non-dualismo"") - si sono andati rivelando i più alti raggiungimenti della speculazione e della spiritualità indiana di ogni tempo, e hanno attratto un numero crescente di studiosi e di ricercatori, dall'India all'Europa agli Stati Uniti. Secondo l'insegnamento essenziale del Tantrismo, il progresso spirituale deve essere visto non già come un cammino di negazione e di rinuncia, ma come una coltivazione e intensificazione di tutte le linee di energia che animano l'esistenza ordinaria e, in primo luogo, l'individuo nella sua fisicità e nelle sue pulsioni, compresa quella sessuale. Il mondo non appare quale un fosco e incerto sogno da cui risvegliarsi al più presto, ma come la spontanea espressione del divino, che per suo tramite si manifesta liberamente. In miracoloso equilibrio, il Tantrismo kashmiro si muove tra spiritualità, epistemologia e una avanzatissima speculazione che apre l'esperienza religiosa e filosofica alla contemplazione estetica - ed è proprio negli ambienti tantrici sivaiti che il pensiero estetico si definisce nella sua forma più compiuta, elegante ed estrema. -
Questa vita tuttavia mi pesa molto
Ciò che fa di Edgardo Franzosini uno scrittore diverso da qualsiasi altro è la sua capacità di raccontarci storie vere di personaggi, generalmente poco noti, che sembrano inventati per quanto sono fuori del comune. In questo libro Franzosini ci regala un'altra delle sue ipnotiche ""vite immaginarie"" percorrendo, con quella visionarietà e quella levità che lo contraddistinguono, la breve, singolare esistenza dello scultore Rembrandt Bugatti (fratello di Ettore, il fondatore della casa automobilistica, il quale sceglierà proprio il suo Elefantino danzante per il tappo della lussuosissima Bugatti Royale), divenuto celebre negli anni Dieci del Novecento per i suoi bronzi raffiguranti animali, di preferenza non domestici: tigri, giaguari, pantere, elefanti, leoni... Con gli animali Bugatti ha sempre vissuto in una sorta di struggente empatia, passando ore e ore davanti alle gabbie del Jardin des Plantes, a Parigi, o negli splendidi edifici orientaleggianti dello zoo di Anversa, a guardarli vivere, muoversi, mangiare, soffrire - identificandosi totalmente con loro. Al punto da subire un autentico shock allorché, di fronte alla minaccia dei bombardamenti tedeschi, le autorità del Belgio decisero di sterminare tutte le bestie dello zoo. ""Non sono in molti"" ha scritto Giuseppe Pontiggia a proposito di Franzosini ""a scrivere libri che hanno questa leggerezza e questo humour discreto"". -
Il riccio nella nebbia. Ediz. a colori
Dal capolavoro di Yuri Norstein, considerato da molti il più bel film d’animazione di sempre, una fiaba di straordinaria bellezza e magia, impossibile da dimenticare.rnrnCome ogni sera Riccio, col suo barattolo di marmellata, attraversa il bosco per andare da Orso a bere una tazza di tè e contare le stelle. Ma, pedinato da una civetta ululante e un tantino suonata, finisce per perdersi nella nebbia – un sogno di ombre, acque e creature misteriose. Non era in fondo quello che voleva? Dal capolavoro di Yuri Norstein, considerato da molti il più bel film d’animazione di sempre, una fiaba di straordinaria bellezza e magia, impossibile da dimenticare. -
Gilgamesh. Il poema epico babilonese e altri testi in accadico e ...
Il poema in cui si manifesta, una volta per sempre, campeggiante fra cielo e terra, il primo personaggio della letteraturaEmersa dalla tradizione orale dei Sumeri nel terzo millennio a.C., e tramandata per migliaia di anni da molti popoli del Vicino Oriente su tavolette d'argilla scritte in caratteri cuneiformi, l'epopea di Gilgamesh si pone alle origini stesse della letteratura mondiale. Re di Uruk, Gilgamesh è infatti il primo eroe a partire in cerca di avventure, a uccidere mostri, sfidare gli dèi, viaggiare ai confini della terra deciso a conquistarsi con le sue gesta un nome imperituro. Ma quando la morte gli strappa Enkidu, il compagno per eccellenza, Gilgamesh, atterrito e ormai solo, affronta l'impresa che travalica ogni altra: la ricerca del segreto della vita eterna - un segreto che solo Utnapishtim, l'unico sopravvissuto al Diluvio Universale, può insegnargli. Farà infine ritorno a Uruk a mani vuote, ma ricco di una nuova consapevolezza: la morte è il destino ineluttabile che gli dèi hanno assegnato all'uomo, e nel godimento di questa vita effimera risiede la sua sola saggezza.