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Alcifrone. Ossia il filosofo minuzioso. Testo inglese a fronte
Nella dimora bucolica di Critone si incontrano due liberi pensatori, due semplici uomini di campagna, e uno spettatore silenzioso. Lungo una settimana di appassionate discussioni, polemiche, argomentazioni, due massimi sistemi vengono contrapposti l'uno all'altro: il razionalismo critico del libero pensiero e la difesa cristiana di una concezione religiosa della vita. -
L' occhio del Novecento. Cinema, esperienza, modernità
Il cinema è stato l'arte che meglio ha saputo incarnare la grande svolta che il Novecento ha rappresentato nella Storia dell'uomo, non solo per la modernità tecnologica dei suoi mezzi, ma anche, e in senso più profondo, perché ha saputo dar voce e influenzare una nuova società con diverse esigenze estetiche. Alternando la rilettura di una quindicina di capolavori (da ""Quarto Potere"" a ""Blow Up"", da Griffith a Ejsenstejn) a squarci di teoria degli anni venti e trenta (Benjamin, Kracauer, Delluc, Epstein), e a un'analisi di alcuni procedimenti tecnici tipici del linguaggio cinematografico, Francesco Casetti guida il lettore alla riscoperta del cinema e della modernità, chiarendo perché il cinema vada considerato l'autentico ""occhio del Novecento"". -
L' uomo invaso
I racconti de L'uomo invaso appartengono al Bufalino più ""classico"", sebbene risentano di un'impronta particolare. Le storie che vi sono raccontate sembrano apparentemente lontane tra loro per luogo, epoca, umore ma in realtà sono unite da un filo comune, in un disegno coerente e unitario che le fa assomigliare a tanti capitoli di un unico romanzo. L'uomo invaso è infatti il racconto dell'uomo solo che nell'imminenza della morte fa appello alla memoria (privata, storica, culturale) per conquistarsi un'identità definitiva, e finalmente essere in grado di capire. Gli eroi di queste fiabe o racconti sono colti in bilico tra passione, cabala e realtà. -
Qui pro quo
Questo libro racconta un mistero: la morte di un editore, dovuta non si sa se a frode o a disgrazia, nella sua casa delle vacanze. Ne segue un indagine che chiama in causa tutti gli ospiti in prima persona. Finché la sua segretaria, una nubile di poche grazie e di molte virtù, risolve o crede di risolvere il caso.BUGIARDINO*GENERE – Un'escursione domenicale nei territori del giallo: è quanto ha inteso concedersi Gesualdo Bufalino, tornando in libreria dopo una pausa di felice ma fallita apartheid. Il risultato è un'opera che corregge volentieri la passione col ghiribizzo, lo spirito di conseguenza con le fandonie dell'immaginario. Pagine da usarsi per giocattolo, dunque, ma dove s'avverte talvolta uno smarrimento. Come quando si vedono negli specchi d'un lunapark moltiplicarsi e contraddirsi le maschere della ragione.ARGOMENTO – Conforme ai canoni, salvi gli arbitrii dell'ironia, il libro racconta un mistero: la morte d'un editore, dovuta non si sa se a frode o a disgrazia, nella sua casa delle vacanze. Ne segue un'indagine che chiama in causa tutti gli ospiti in prima persona. Finché la sua segretaria, una nubile di poche grazie e di molte virtù, risolve o crede di risolvere il caso.INTENZIONI – Curarsi scrivendo ma, fra i piaceri della scrittura, scegliendo il più ingenuo: lo stesso di chi riempie lo schema d'un cruciverba o disegna una freccia sul rovescio d'un francobollo... Mettere alla prova la compatibilità di certi eccessi di stile con le ingegnerie dell'intreccio... Intrattenere i lettori, proponendogli burle e trucchi, personaggi e macchiette rigorosamente incredibili... Tirare a salve (è stato anche il consiglio dei medici) su una sagoma fatta a propria immagine e somiglianza...* ""Bugiardino"", nel gergo dei farmacisti, è il foglietto che accompagna i medicinali. -
Commenti a Boezio. Testo latino a fronte
Il volume comprende i due ""Commenti"" di Tommaso d'Aquino agli opuscoli teologici attribuiti a Boezio. Il ""Commento"" a ""De Trinitate"" si articola nell'esposizione letterale del testo, che tratta della conoscibilità di Dio, del rapporto fede-ragione e di quello tra filosofia e rivelazione; del principio di individuazione e dell'origine della pluralità; della divisione e infine del modo di procedere delle scienze speculative. Il ""Commento"" al ""De ebdomadibus"" consiste nella sola esposizione letterale: il grande tema in questione è quello della partecipazione, affrontato a partire dal problema del rapporto tra l'essere e il bene. Significativa è l'analisi che Tommaso offre della celebre distinzione boeziana, qui delineata, tra l'""esse"" e l'""id quod est"", cioè tra l'essere e l'ente. -
Le tre etiche. Testo greco a fronte
In un unico volume e con testo greco a fronte le tre grandi opere morali di Aristotele: l'""Etica niconomachea"", l""Etica eudemia"" e la ""Grande etica"". Questi tre scritti rappresentano tutta la riflessione etica dell'Occidente, e il punto di partenza di ogni discorso filosofico sul fine della vita umana e sui mezzi per raggiungerlo, sul bene e sul male, sulla libertà e sulla scelta morale, sul significato di virtù e di vizio. La raccolta costituisce un unicum, poichè contiene la prima traduzione in italiano moderno del trattato ""Sulle virtù e sui vizi"". Un ampio indice ragionato dei concetti permette di individuare le articolazioni fondamentali delle nozioni e degli snodi più significativi della riflessione etica artistotelica. Tramite la presentazione, contenuta nel seggio introduttivo, dei principali problemi storico-ermeneutici legati alla composizione e alla trasmissione delle quattro opere, e di un quadro sinottico dei contenuti delle opere stesse, è possibile visualizzare la struttura complessiva degli scritti e le loro reciproche connessioni. -
Introduzione alla filosofia. Pensare e poetare. Testo tedesco a fronte
Pensare e poetare è il titolo con cui Heidegger (1889-1976) aveva annunciato un corso universitario di introduzione alla filosofia per il semestre invernale 1944/45. Interrotto dopo la seconda lezione a causa della guerra, sarà l'ultimo corso accademico tenuto dal filosofo come titolare ufficiale di cattedra. Il manoscritto, finora inedito in Italia, è speculativamente densissimo e quanto mai provocatorio: la sua tesi di fondo è che non può esserci filosofia senza l'essenziale reciprocità di pensiero e poesia. L'edizione è stata curata da Vincenzo Cicero. -
Saper vedere il cinema
Che cos'è il cinema? Cosa è stato e cosa sarà? Come funziona dal punto di vista tecnico ed economico, narrativo e comunicativo? Questo libro, che esce in nuova edizione riveduta e aggiornata dopo più di venti ristampe, mostra come e dove trovare le risposte a queste domande: ora esaminando le fasi di una sceneggiatura, ora studiando il funzionamento degli effetti speciali nel cinema digitale, ora analizzando gli stili di regia. La trattazione, corredata da molti esempi, prende sempre le mosse dall'esperienza dello spettatore, disorientato dall'eccesso di offerta di immagini nell'universo dei new media. Questo libro, integrando la prospettiva storica con l'analisi delle componenti della comunicazione filmica, costituisce un'agile introduzione alla conoscenza dei vari assetti del linguaggio filmico nelle diverse età del cinema e dei rapporti tra tecnica e linguaggio. -
Retorica. Testo greco a fronte
Scritta dopo la ""Poetica"", la ""Retorica"" appartiene all'ultimo periodo della vita di Aristotele. Ci è stata tramandata in tre libri che l'antico dossografo, Diogene Laerzio, ricorda separatamente. I primi due libri hanno per oggetto generale l'argomentazione, mentre il terzo prende forma dalla composizione di due trattatelli, rispettivamente sullo ""stile"" (elocutio) e sull'ordine"" (dispostilo) delle parti del discorso. Riassumendone altrimenti i contenuti, il primo libro si potrebbe considerare ""il libro dell'oratore"", il secondo ""il libro del pubblico"", il terzo, infine, quello più vicino alle tematiche della retorica tradizionale, ""il libro della comunicazione"". L'importanza attribuita nei primi due libri al ragionamento retorico, alle argomentazioni ""concepite"" dall'oratore (I libro) e ""recepite"" dall'uditorio (II libro), sta a indicare il contributo che Aristotele apporta alla retorica tradizionale, proponendo una retorica del ragionamento in luogo di quella della mozione degli affetti, una retorica di cui l'elocutio (lo ""stile"") è ormai solo una parte e, certo, non la più importante. -
L' occhio selvaggio
1965: non si è ancora spento lo scandalo del documentario ""Mondo cane"", quando uno dei suoi registi, Paolo Cavara, decide di riflettere su quell'esperienza controversa. Per mostrare il cinismo di un reporter che viaggia in luoghi esotici alla ricerca dell'orrido, con l'alibi di mostrare la realtà. E per denunciare il potere inquietante e pericoloso della macchina da presa. Ne esce un film, ""L'occhio selvaggio"" (1967), interpretato da Philippe Leroy e Delia Boccardo, alla cui sceneggiatura Cavara chiama a collaborare due grandi nomi della cultura italiana: di Tonino Guerra sono le invenzioni più surreali e le intuizioni più poetiche; ad Alberto Moravia, grande viaggiatore, si devono le riflessioni più spietate sul sadismo dell'incombente società dello spettacolo. A quasi cinquant'anni dall'uscita del film, questo volume offre per la prima volta ai lettori un documento finora dimenticato. In appendice, saggi, testimonianze inedite, e il trattamento originario scritto da Cavara con altri due maestri della scrittura per il cinema: Fabio Carpi e Ugo Pirro. -
I pescatori
Finalista Premio Letteraria 2017 per la traduzione di Beatrice MasinirnrnQuello che voglio è che siate pescatori di sogni buoni, che non si arrenderanno finché non avranno catturato la preda più grossa.rnrn«Nel suo viaggio attraverso i misteri, le atrocità, gli orrori che possono popolare la mente umana, i colori della vita in africa, fatta di tessuti variopinti e alberi carichi di frutti, ma soprattutto con la sua capacità di creare la tensione drammatica tipica dei racconti africani, Chigozie Obioma è il vero erede di Chinua Achebe» - New York Times Book ReviewrnrnNigeria, 1996. Quattro fratelli maschi, in scala, dai quindici ai nove anni. Un padre severo trasferito in una città lontana dalla banca per cui lavora. Una madre presa dai due bambini più piccoli e dal suo banco al mercato. Per Ikenna, Boja, Obe e Ben tutto questo vuol dire libertà. La libertà di andare al fiume, pericoloso e proibito, a farsi pescatori di pesci e di occasioni; la libertà di sfidarsi, litigare, misurare i propri limiti. È proprio al fiume che incontrano il pazzo Abulu, un mendicante noto per i suoi vaneggiamenti ridicoli quanto terribili. Ed è su Ikenna, il maggiore, che si abbatte la profezia di Abulu, annunciando un destino spaventoso per tutta la famiglia. I fratelli impareranno presto che quando il male invade la vita è come un fiume grande che ti porta via. Opporsi è inutile; si può solo cercare di raccontare la propria storia con onestà, come fa Ben dando voce anche a chi non c'è più. Il fato, l'infanzia che se ne va, la famiglia: sono i temi dell'esordio di Chigozie Obiorna, un romanzo di formazione sospeso tra il mito e l'epica, ma anche concreto e sporco come un gioco nel fango, una storia su ciò che si perde e ciò che del passato resta per sempre con noi. -
Dell'essenza della libertà umana. Introduzione alla filosofia. Te...
Il corso ""Dell'essenza della libertà umana"", tenuto a Friburgo nel 1930, è il primo esplicito confronto di Martin Heidegger con il tema della libertà. Essa viene posta in questione tanto nei termini di libertà negativa e libertà positiva quanto in quelli di libertà trascendentale e libertà pratica. Kant infatti è l'autore di riferimento, sebbene l'interrogazione sia diretta alla messa in luce del pensiero dell'essere, di cui la libertà si dimostra fondamento. Un'introduzione alla filosofia dunque come sguardo sull'intero di ciò che è, a partire dalla questione sulla libertà, ma ancor di più quale aggressione all'individuo che pone la questione, tale che lo costringe a decidere della propria essenza. -
L' inferno allestito. Poema di un rabbino del Seicento sull'oltre...
Nato ad Amsterdam nella prima metà del Seicento, Mosèh Zacuto trascorse gran parte della propria vita in Italia, prima a Venezia e poi a Mantova, dove rimase Fino alla morte nel 1697. Rabbino, cultore della mistica ebraica (la cosidetta cabbalà), esperto di giurisprudenza talmudica e finissimo poeta, la sua figura riassume i diversi poli geografico-culturali che costituiscono l'esperienza ebraica della prima età moderna. Autore prolifico, Zacuto ha lasciato un'opera imponente e variegata, tuttora in parte manoscritta. Al suo periodo italiano risale anche la composizione del ""Toftèh arùkh"". (L'inferno allestito), un lungo poema drammatico dedicato alla descrizione, in accesi toni coloristici, dell'oltretomba ebraico e delle pene che attendono i malvagi nella gehenna. Scritto in un linguaggio di straordinaria complessità e macabra suggestione, traboccante di astrusi riferimenti cabbalistici, ""L'inferno allestito"" si proponeva in realtà scopi didascalici e di moralizzazione, assai simili a quelli perseguiti, in ambito cristiano, dalla vibrante oratoria sacra di epoca controriformista. Vagamente ispirato all'Inferno dantesco, il poema di Zacuto si collocava alla confluenza tra la cultura ebraica tradizionale e le tendenze letterarie e intellettuali europee, contribuendo a consacrarne l'autore tra i più alti esponenti della poesia ebraica di età barocca. -
Organon. Testo greco a fronte
Il volume presenta una nuova e originale traduzione dei sei trattati che costituiscono la raccolta conosciuta con il nome di Organon e che viene considerata come l'atto di nascita della ""logica"" occidentale. L'originalità della proposta editoriale non si limita alla traduzione, scientificamente accurata e particolarmente attenta alle esigenze e al linguaggio del lettore di oggi. La novità maggiore è la chiave interpretativa: la decisione è stata quella di non proiettare su questi testi il peso del grande sviluppo successivo della logica. In effetti l'Organon non può essere considerato solo come un'opera di logica proprio perché questa nasce ""dopo"" e ""per effetto"" di questi scritti. Non a caso il lavoro è stato svolto da giovani studiosi di storia della filosofia antica, ognuno dei quali ha curato uno specifico trattato, in un'attività che però ha sempre coinvolto l'intera équipe. Si è così riusciti sia a ricostruire un quadro unitario nel rispetto delle notevoli differenze tra i testi, sia a cogliere e valorizzare, oltre agli elementi tecnicamente ""logici"" presenti soprattutto negli Analitici, tutti gli importanti collegamenti che le opere hanno con altri ambiti del pensiero aristotelico, come la retorica e l'etica. È così emersa una delle caratteristiche del pensiero classico, interessato a capire la realtà molto più che a costruire un sistema chiuso e perfettamente coerente. -
Ultimo venne il verme. Favole
""Contro te povero verme le lagnanze sono eterne"", scriveva Toti Scialoja. Nello spirito del nonsense, con uno spiccato gusto della battuta, una raccolta di favole abitate da molti animali ma qua e là anche da qualche umano. La balena che si sente piccola, il cane poeta che recita la luna per le orecchie di una talpa, bambini fiori e bambini di traverso che bisogna proprio raddrizzare: una raccolta di favole del nostro tempo, in cui la morale è ribaltata e vince il paradosso o semplicemente la stravaganza dei punti di vista. -
Muchachas. Ediz. speciale. Vol. 2
Hortense è sempre più determinata a trovare il successo nel mondo della moda, Gary è assorbito dal suo concerto finale alla Juilliard School: a farne le spese è la loro vita sentimentale, che procede tra alti e bassi. Quando Hortense trova finalmente l'idea decisiva per lanciare la maison che porterà il suo nome, Gary dovrà fare uno sforzo per condividerne l'entusiasmo tanto è frastornato dall'intesa con Calypso, la violinista cubana con cui sta preparando il concerto. A colpire Gary non sono soltanto le doti musicali della ragazza, tutt'altro che bella, ma anche la sua grazia e riservatezza. La vita di Calypso è completamente dedicata alla musica e a un violino di grandissimo valore, dono del nonno, figura intorno a cui ruota un mistero che la coinvolge. Intanto, la madre di Hortense, Josephine, professoressa di Storia medievale all'Università di Lione 2, da qualche tempo è perseguitata da uno strano individuo che si presenta in aula, la osserva con insistenza, senza mai avvicinarla. Hortense non se ne cura, perché è troppo impegnata con il suo progetto, mentre la sorella, Zoe, è molto più spaventata ma non sa cosa fare per proteggere la madre. In realtà, la stessa Josephine è presa da tutt'altro: Philippe, l'uomo che ama, ma dal quale vive separata per assecondare Zoe che da Londra è voluta tornare a Parigi, sembra aver iniziato una relazione con Shirley, sua collaboratrice e migliore amica di Josephine. -
Commento al «Cratilo» di Platone. Testo greco a fronte
Il ''Commento al Cratilo'' di Proclo è una raccolta di appunti o di estratti (probabilmente di un allievo) dalle lezioni che il filosofo neoplatonico tenne su questo articolato e complesso dialogo di Platone. Si tratta di un testo significativo per comprendere la concezione tardo-neoplatonica relativa alla natura dei nomi e del linguaggio nel suo insieme.rnIn esso s'intrecciano considerazioni di vario genere, di carattere non solo ''linguistico'' e ''etimologico'', ma anche e soprattutto concezioni teologiche desunte dall'interpretazione dei teonimi.rnLa riflessione sulla natura della realtà divina, nelle sue diverse articolazioni, è strettamente connessa in questo commentario a una ripresa e rielaborazione di arcaiche concezioni mitico-sacrali sulla natura dei nomi divini, cui fa eco un'ampia serie di riferimenti a quella particolare forma di ''magia filosofica'' nota come teurgia. In questo testo, la riflessione di natura logico-razionale sul linguaggio viene così a fondersi, in modo affascinante e suggestivo, con prospettive di matrice magica e mistica, anche attraverso una fitta serie di citazioni e rimandi agli oscuri versi degli ''Oracoli Caldaici'', considerati come il prodotto della diretta comunicazione divina. -
Trattato della natura umana. Testo inglese a fronte
Il ""Trattato della natura umana"" è prima di tutto una monumentale opera sulla scienza dell'uomo. E' una riflessione imbevuta di forti istanze conoscitive e, a un tempo, un pensiero che, invece di arroccarsi a sistema, rivolge il suo intero apparato concettuale agli esseri umani, di cui si prende a cuore l'educazione intellettuale. Di fronte a questa sterminata e inesplorata scienza dell'uomo, Hume si pone come indagatore davanti a un enigma: cerca la chiave, l'elemento chiarificatore. Cerca una forza estesa e potente quanto la gravitazione universale: una forza talmente vivace da infrangere tutti gli argomenti scettici, e da guidare correttamente l'intelletto nel suo esercizio. -
L'ente e l'essenza. Testo latino a fronte
''L'ente e l'essenza'' è uno dei primi scritti di Tommaso d'Aquino, ma anche uno dei più noti e fortunati, come testimoniano sia l'ampia tradizione manoscritta e a stampa, sia i numerosi commenti medievali e rinascimentali. Composto a Parigi tra il 1252 e il 1256, quando Tommaso non era ancora maestro, l'opuscolo verte essenzialmente sul rapporto tra l'ordine metafisico e quello logico, proseguendo e approfondendo la problematica tracciata da Porfirio nell'''Isagoge''. Tuttavia, affronta anche una serie di questioni centrali nel pensiero tomista: il principio di individuazione, il problema degli universali, il rifiuto dell'ilemorfismo universale, l'indefinibilità formale di Dio. ''L'ente e l'essenza'' rappresenta, così, un punto d'accesso privilegiato al lessico filosofico di Tommaso d'Aquino e dell'intera sua epoca. Quest'edizione è curata da Pasquale Porro, professore di Storia della filosofia medievale all'Università di Bari. Il commento al testo è articolato su due livelli, in modo da offrire da una parte un approccio semplice e immediato al testo (''introduzione'', ''parole chiave''), e dall'altra uno strumento di consultazione anche per gli specialisti (''note all'introduzione'', ''note alla traduzione''), con un'attenzione costante alle differenti interpretazioni storico-critiche dei singoli punti problematici dell'opuscolo. L'ampia ''bibliografia'' raccoglie, oltre alle notizie sulle edizioni e sulle traduzioni del ''De ente et essentia'', i contributi più significativi sui temi discussi nell'opera. Completano il volume due appendici, la prima delle quali è dedicata al commento di Tommaso de Vio (il Gaetano) al ''De ente et essentia'', mentre la seconda offre una ricostruzione d'insieme della questione storiografica, tradizionalmente molto controversa, inerente alla distinzione di essere e essenza. Il testo latino a fronte riproduce l'edizione critica inclusa nel tomo 43 della Leonina (Roma, 1976). -
Libro d'ombra
''Fra i sensi l'Occidente ha privilegiato la vista, da cui è partito per la sua geometrizzazione dell'esperienza, e ha così svalutato altre sensazioni (auditive, olfattive, tattili eccetera). E' contro tale guasto, o squilibrio, nell'ecologia della sensibilità, che Tanizaki reagisce in ''Libro d'ombra'', polemizzando contro gli eccessi dell'illuminazione elettrica e opponendo, a un mondo di nude superfici radiose, un universo acquietante della consistenza e della densità, avvolto da ombre (di gabinetti, di monasteri, di case delle geishe) descritte a una a una, come un campionario di stoffe pesanti e pregiate. Leggendo questo saggio ci si rende conto di come tutta la nostra civiltà, tutta la nostra vita quotidiana, e dunque anche l'idea che ci facciamo del piacere, siano fondate sull'irritazione di alcuni sensi e sull'atrofizzazione di altri, mai su un tentativo di armonizzazione.'' (Dalla nota di Giovanni Mariotti)