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Io cammino da solo. Journal 1837-1861
«I diari di Henry David Thoreau, compilati tra il 1837 e il 1863, sono un manifesto ambientalista ante litteram. E insieme l'invito a una vita essenziale, liberata da ogni possesso materiale» - RobinsonHenry David Thoreau è uno degli autori americani più amati e citati di sempre, ma non per questo compresi fino in fondo. Poeta, naturalista, eremita, filosofo e attivista, Thoreau fu tante cose, e sempre a modo suo: la sua essenza sta proprio nella compenetrazione di tali sfaccettature. Ecco perché, al di là delle opere più note e compiute (""Walden"", ""Disobbedienza civile"" e ""Camminare""), i diari sono lo strumento ideale per esplorare il suo mondo: concepiti non come un memoriale privato, bensì come un'officina di auto-perfezionamento e un'opera pubblica «alla pari di qualsiasi foglia in natura», possono essere considerati il magnum opus dell'autore. -
L' uomo che parlava agli elefanti. La storia straordinaria di un ...
Lawrence Anthony è stato un conservazionista sudafricano che ha dedicato tutta la sua vita alla tutela della fauna selvatica. Proprietario insieme alla moglie della grande riserva di Thula Thula, in Zululand, un giorno riceve una telefonata destinata a cambiare la sua vita per sempre: gli offrono la possibilità di accogliere nella sua riserva un branco di elefanti particolarmente ""pericolosi"". Nonostante il suo buon senso gli suggerisca di rifiutare, Lawrence decide di concedere loro un'ultima possibilità di sopravvivere - in caso contrario il loro destino è di essere abbattuti... Ambientata sullo sfondo dell'incontaminata e selvaggia natura africana, ""L'uomo che parlava agli elefanti"" è la storia di come, negli anni che seguono, quel branco di enormi animali irrequieti e ingestibili diventano parte della sua famiglia. Così, mentre lotta per stabilire un legame con gli elefanti, Lawrence si rende conto che questi animali hanno in realtà molte cose da insegnargli sulla vita, la lealtà, l'affetto e la libertà. -
L'ascesa degli ultrarunner. Un viaggio ai limiti della resistenza...
L’ultrarunning sfida la logica: è uno sport fra i più brutali e impegnativi del mondo, eppure si sta diffondendo ovunque in modo rapido e spettacolare. Perché? È un antidoto alla vita moderna o è il sintomo di una moderna malattia? Per scoprirlo – e per capire se egli stesso può diventare un ultrarunner – Adharanand Finn compie un viaggio al cuore di questo sport. Attraverso gli incontri con i protagonisti e i vertiginosi alti e bassi delle sue gare, dalle cime innevate delle Montagne Rocciose fino al suo obiettivo finale, i 170 km dell’Ultra-Trail du Mont-Blanc, Finn ci offre una testimonianza indimenticabile di ciò che si può scoprire spingendosi oltre i limiti della resistenza umana. -
L' arte di vedere le cose. Leggere il libro della natura
Instancabile camminatore e pensatore, John Burroughs è considerato uno dei più importanti esponenti del nature writing, insieme a H.D. Thoreau e John Muir, e il suo lavoro è fondamentale per comprendere la tradizione della letteratura naturalistica americana. Burroughs apprende dalla natura l'arte di vedere le cose, un'educazione dell'occhio e dello spirito tesa a scoprire il senso e lo scopo del creato. È un'arte che necessita di pratica e fiorisce nell'ispirazione: il vero osservatore è colui che riesce a trovare ciò che non sta cercando, che vede con la ragione e con tutti i sensi, per immergersi nel flusso vitale di ciò che lo circonda. Egli non sarà più così un semplice spettatore, ma parte integrante della natura. Questi saggi, finora inediti, sono un inno alla bellezza delle cose semplici: tutto è fonte di ispirazione, dal canto di un uccello alla tana di un animale, poiché vi sono «sermoni nelle pietre e libri nel fluire dei ruscelli» - basta saperli vedere. -
Funghi fantastici
Il mondo dei funghi - il Terzo Regno - è un luogo meraviglioso e immenso. I funghi non sono né piante né animali. Disgregano pietre e legno, creano e rigenerano il suolo sul quale camminiamo, influenzano la composizione dell'atmosfera terrestre e possono nutrire e curare, ma anche uccidere. Possono essere microscopici, ma alcuni di essi sono tra i più grandi organismi viventi sulla terra. Noti fin dall'antichità per il loro potere nutritivo e il loro fascino ambiguo, oggi sappiamo che i funghi sono un prezioso alleato per curare il pianeta, e la scienza sta iniziando adesso a comprendere tutto il loro potenziale. Paul Stamets, il più importante e apprezzato micologo del mondo, è qui affiancato da importanti ecologisti, medici e ricercatori del calibro di Michael Pollan, Andrew Weil, Merlin Sheldrake, Dennis McKenna, Eugenia Bone, e molti altri. Insieme, dimostrano i come funghi e miceli sono capaci di ripristinare gli ecosistemi del pianeta, curare il nostro corpo e la nostra mente e rinnovare il rapporto simbiotico della specie umana con la natura Le oltre 400 fotografie ad altissima risoluzione fanno apprezzare la sottovalutata e sbalorditiva bellezza delle specie più rare e incredibili, colte nel loro ambiente naturale. Inoltre è anche il libro ufficiale dell'omonimo documentario di Louie Schwartzberg, che ha acceso i riflettori sulla grande rivoluzione micologica che ci attende. -
Libertà di parola. Sul totalitarismo dei buoni
Una nuova minaccia incombe oggi sulla nostra società: quella che proviene da individui che, sognando un mondo più giusto, chiedono più censura “per il bene di tutti”. Questa nuova forma di autoritarismo sostiene la messa al bando o il divieto di circolazione di tutte le idee che essa non condivide, e percepisce il linguaggio stesso come una potenziale minaccia da sorvegliare e disciplinare. Ma tali buone intenzioni flirtano pericolosamente con il totalitarismo: la cancel culture, la sistematica demonizzazione di coloro che non si allineano, la compiacenza dei grandi media, la censura applicata impunemente dai giganti dei social network, le ingerenze di uno Stato sempre più paternalistico nel discorso privato e le ambigue legislazioni sul “discorso d’odio” sono solo alcuni degli esempi di questo fenomeno, tanto lampanti quanto sottostimati. Ma l’autoritarismo dei buoni è pur sempre un autoritarismo. Chi avrebbe mai immaginato, solo pochi anni fa, che prendere le difese della libertà di parola – la pietra angolare di tutte le altre nostre libertà – sarebbe stato sufficiente per essere etichettati come reazionari? -
Il mondo dell'animalità: dalla biologia alla metafisica
Esiste una realtà oggettiva? Che cos'è l'ambiente mentale? In che modo e in che senso specie diverse interpretano il mondo in cui vivono? Abbiamo la possibilità di superare il limite incarnato di una visione antropocentrata della realtà, unicamente fissata entro i parametri percettivi della nostra specie? Queste domande costituiscono il filo rosso che accomuna e unisce i lavori raccolti in questo volume. Due riflessioni: quella di Daniele Palmieri si rivolge alla relazione mondo-animale a partire da Jakob von Uexküll e dal concetto di Umwelt; quella di Nicola Zengiaro cerca soluzione ai due «dogmi» dell'antropocentrismo, ovvero che non sia possibile evadere dall'antropocentrismo e che questo stesso tentativo di fuga sia a sua volta antropocentrico. Il percorso tracciato contamina ora gli spazi dell'ontologia, ora quelli della metafisica. In comune, sullo sfondo, la necessità di ridefinire la nostra idea di relazione, sia essa tra individuo e individuo o tra individuo e mondo-ambiente. Introduzione di Natan Feltrin. Postfazine di Roberto Marchesini. -
Genserico. Il re dei Vandali che piegò Roma
Genserico è stata una delle figure chiave dell'ultimo periodo di vita dell'Impero romano d'Occidente. Genserico re dei Vandali fu una delle figure più importanti del V secolo e uno degli artefici della caduta dell'Impero Romano d'Occidente. Giunse al potere quando il suo popolo, stabilitosi in Spagna dopo essere penetrato nell'Impero, era tenuto in scarsa considerazione dai contemporanei: Genserico lo condusse in Africa, dove fondò un Regno con capitale Cartagine, sottraendo a Roma una provincia fondamentale per l'economia e per il gettito fiscale dell'Impero. I Vandali, da guerrieri a cavallo, si trasformarono in marinai e iniziarono una serie di incursioni per mare sulle coste del Mediterraneo. Clamorosa fu l'incursione del 455, che portò i Vandali a risalire il Tevere e a saccheggiare Roma. Tutti i tentativi di eliminare il Regno fondato da Genserico fallirono miseramente e la crisi in cui versava l'Impero ne risultò accelerata. Genserico morì dopo mezzo secolo di governo, facendo in tempo ad assistere alla deposizione dell'ultimo Imperatore d'Occidente. -
L' insolenza e l'audacia. Sul disordine dei nostri libri
Come mantenete la vostra biblioteca? Ordinata per autore, editore, altezza o magari colore? Oppure forse lasciate i libri progressivamente accumularsi in casa in un disordine creativo? Di piatto, in doppia fila, in alte pile traballanti che dal pavimento anelano, come stalagmiti cartacee, verso l'alto? Se appartenete a questa seconda categoria, il testo che avete fra le mani è la guida ideale perché vi farà scoprire (con dovizia di riferimenti puntuali ed eruditi) che nella storia della bibliofilia - o della bibliomania - siete tutt'altro che soli: da Zenodoto a Naudé, da Borges a Roberto Calasso a Karl Lagerfeld, molti si sono interrogati sull'organizzazione ideale, o sull'altrettanto ideale disorganizzazione, della (propria) biblioteca e sovente si sono arresi all'evidenza che il vero piacere di chi ama i libri sta proprio nel disordine, in quell'anarchia incontrollata nella quale i volumi amano perdersi, nascondersi, prendersi gioco di voi a non essere ritrovati, o a esserlo quando ormai non ne abbiamo più bisogno. Prefazione di Luigi Mascheroni. -
Non sono morti gli dèi. Kavafis e l'eredità dell'Ellenismo. Testo...
Kavafis aveva l’abitudine di selezionare con estrema cura i componimenti che considerava validi; li conservava in ordine cronologico e vi ritornava continuamente. Solo la morte del poeta pose fine all’incessante lavoro di rifinitura sui versi, cristallizzandoli nella forma in cui possiamo oggi leggerli ed esponendoli, così, alle possibilità della traduzione in altre lingue. Trasportate in culture vicine ma di idioma differente, come è la nostra, le poesie di questo straordinario autore possono essere osservate un po’ più da lontano, e suscitare (come i panorami mediterranei) nuove prospettive di interpretazione. È ciò che è accaduto ad Aldo Setaioli, curatore della raccolta: ha estratto dalla (tutto sommato esigua) produzione superstite di Kavafis le liriche che hanno un legame esplicito con la letteratura e la mitologia dell’antica Grecia, e con la storia e la cultura della terra d’origine e – soprattutto – dei nuovi paesi ai quali l’ellenismo si era esteso con la conquista di Alessandro Magno; quindi, le ha ridisposte in un ordine logico, ben più che cronologico, in base al periodo storico cui riservano qualche riferimento. Il risultato è sorprendente: un modo assolutamente rispettoso di leggere l’opera, ma anche nuovo, profondamente illuminante, rivelatore di significati che forse finora erano sfuggiti a molti. -
Kreisleriana di Robert Schumann
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Avrei voluto lo zucchero filato
Ci sono cose che puoi sognare e sperare, ci sono sempre. Poi ci sono cose che non puoi sapere, nemmeno immaginare, a vent'anni, come a trenta. Sogni e progetti prendono forma nella tua testa prima ancora che nella vita vera; quando poi le speranze abitano il cuore, si amplifica il desiderio che si trasformino in realtà. E ci sono cose, poi, che nei tuoi sogni avevano tinte diverse da quelle dipinte in seguito dalla vita. -
Piccola enciclopedia di psicologia. Nuova ediz.
Questa ""Piccola Enciclopedia di Psicologia"" è il compendio di anni di studi, di esperienze cliniche e di una lunga esperienza professionale. Presenta, in un modo semplice e comprensibile,quanto ognuno di noi dovrebbe conoscere per capire meglio il mondo che ci circonda e noi stessi, per raggiungere un miglior equilibrio e benessere psicofisico. Comprende i principali temi: dall'amore al sesso, dall'aggressività all'ansia, dalla depressione alla mente, dall'omosessualità ai sensi di colpa. Cento temi che occorre conoscere per una miglior conoscenza di noi stessi e degli altri. -
Primi approcci di statistica
Questa un'opera che consente di sviluppare la capacità dei bambini di raggruppare oggetti e di creare degli insiemi, facendo acquisire, anche ai più piccoli, una certa sensibilità verso alcuni concetti elementari di statistica. Con un approccio giocoso, basandosi su esperienze e giochi quotidiani, questo testo permette di avvicinare i bambini al mondo della statistica, mettendo in luce le relazioni esistenti fra numeri e forme. L'opera illustra concetti complessi in modo molto semplice e intuitivo, sfruttando una grafica accattivante, tipica del libro illustrato. In questo risponde ad una esigenza molto concreta, poiché con una logica problem solving, propone dei temi piuttosto complessi, stimolando le capacità intuitive degli alunni. Gli esempi proposti consentono di adattare questo strumento didattico a vari livelli di difficoltà, rendendolo utile in situazioni di apprendimento molto differenziate e facilmente adattabili alle esigenze ed alle capacità dei bambini ed alle diverse situazioni di apprendimento. Questo testo può essere utilizzato anche in situazioni esclusivamente ludiche, stimolando, attraverso attività laboratoriali, la curiosità del bambino verso alcuni aspetti di statistica elementare in un'ottica metacognitiva. -
Gesù meglio di Freud
Cos'hanno a che fare Gesù e Freud? E perché uno sarebbe meglio dell'altro? Lo spiegano gli autori, con i rispettivi ambiti di competenza: la spiritualità e la psicologia. Romeo Sinigaglia, attuale parroco di Santa Rita da Cascia a Padova, ha preso spunto da piccoli gesti quotidiani, anche dai piatti della cucina di casa, ma non solo, per commentare in modo nuovo e incisivo l'esperienza umana di Gesù. L'ha resa appetibile, viva e pulsante con uno stile evocativo che va dritto al cuore. Damiano Pellizzari, psicologo psicoterapeuta, ha raccolto alcuni suoi scritti, dando loro forma e struttura, in due gruppi tematici, il primo dedicato al cibo e il secondo a temi forti e apparentemente contrastanti, sfruttando anche la sua esperienza di scrittore. Entrambi concordano sul fatto che la psicologia può essere un ottimo strumento per attingere alle istanze della spiritualità e viceversa. -
Terranova. I segreti di una famiglia nascosti da un muro di omert...
Sicilia 1933-1974. “Sentivo di dover portare a compimento un disegno che parlava di verità nascoste, che era iniziato da nonno Emanuele, era passato attraverso mamma ed era giunto a me, instillato nelle mie inconsapevoli memorie e consegnato in aria senza spiegazioni. Dovevo chiudere quel cerchio, dovevo conoscere quello che era accaduto a mia madre per rendere pace a tutte le anime a noi connesse. Dovevo capire perché avendo una famiglia del genere ero stata rinchiusa fin dalla nascita in un istituto per orfani, io che orfana non ero.” -
Lettere disperse
Perché Disperse? La risposta, come in molti casi, va trovata nell'opera dell'Autore stesso. È infatti Petrarca che - in conclusione delle Familiari 24 13 6-7 - accenna a lettere non comprese nelle sillogi organiche delle Familiari, delle Senili e delle Sine nomine e, pertanto, non riconducibili ad una sistemazione canonica: «extra ordinem». Sono ottanta lettere che si riferiscono agli anni 1339-1372, tutte dotate di un particolare valore storico e documentale. Con una scelta stilistica che predilige, via via, verso i destinatari, il «tu umanistico» (dall'iniziale e reverenziale voi), in quanto, in una repubblica delle lettere, il senso della comunità riveste più che mai il significato di una vicinanza di intenti, Petrarca si apre, di volta in volta, ai suoi interlocutori, con una particolare vitalità argomentativa che ci fa riflettere sull'importanza del considerare o del riconsiderare l'Autore - sul fondamento del suo epistolario latino - non solo come Poeta del Canzoniere, ma come attento e sensibilissimo osservatore della sua contemporaneità politica, sociale, culturale. Ciò grazie anche alla sua opera di rilettura della tanto amata cultura classica nelle nuove prospettive culturali. I destinatari tutti di queste lettere - da Giovanni Boccaccio a Ludovico di Beringen, dal Papa Urbano V al delfino di Francia Carlo di Valois, da Cola di Rienzo a Jan ze St?eda, per citarne solo alcuni - offrono misura della ricchezza di relazioni del Petrarca con i Grandi dell'epoca e dell'intensità della sua partecipazione ad una realtà complessa. Di questa edizione de Le Disperse fa parte l'ultimo impegno di Ugo Dotti. Il ricordo di Ugo Dotti, che ci ha lasciati il 27 settembre 2017, rispecchia il sentimento profondo di tutti noi per la centralità del critico e dello studioso di grandi problemi e tematiche della cultura e della letteratura. -
Iridescenze. Note e recensioni letterarie (1941-1976)
Questo libro documenta una parte non secondaria del lascito di Angelo Maria Ripellino, il suo côté militante, da cui ritaglia il corpus di recensioni e note di argomento letterario (finora disperse in periodici o riproposte in raccolte parziali) distese in un arco di 35 anni, dai precoci esordi agli ultimi fuochi, così componendo una sorta di biografia intellettuale, il 'ritratto mobile' di un maestro, irregolare quanto si voglia, del Novecento. È qui all'opera il 'sistema' che guida le esplorazioni di Ripellino, la sua sostanza 'biologica'. Il suo singolare comparativismo che cerca «la sincronia e la convergenza delle arti», convocando una pluralità di universi letterari e un'amplissima gamma di ambiti artistici, culturali, di costume sembra infatti avere origine, prima che in una scelta esegetica (pure ben delineata fin dalle primissime prove), nell'entusiasmo, nell'impulso vitale che vuole tutto abbracciare e tutto stringere, nello slancio acrobatico di una giovinezza bramosa di «reggere il mondo sul mignolo». -
Falso trattato di estetica
Apparso per la prima volta nel 1938 e rimasto per molto tempo inosservato, il ""Falso Trattato di estetica"" di Benjamin Fondane fu ripubblicato in Francia nel 1998, a cento anni dalla nascita dell'autore. Non senza subire l'influsso del pensiero di Lev Sestov (che Fondane aveva conosciuto a Parigi nel 1924), quest'opera brillante e anticonformista intende reagire all'estetica istituzionale che, sottoponendo la poesia al controllo della ragione, la sradica dalla concreta e palpitante realtà dell'esistenza. Un progetto simile doveva inevitabilmente dare luogo a un trattato che suonava «falso» per più d'una ragione. Falso perché parlava della poesia come di un atto di forte partecipazione alla vita e ne proponeva una visione per l'appunto «falsa» dal punto di vista delle codificazioni ufficiali. Falso perché era scritto in uno stile che falsificava e vanificava tutte le aspettative della trattatistica convenzionale. Falso perché, attraverso un'innovativa esaltazione della poesia, mostrava che «il falso è ontologicamente più ricco del vero». -
Profilo minore
Withholding pattern del libro di Federico Federici - tra le voci giovani, oggi, di maggiore consapevolezza concettuale: portato sicuro della sua vocazione interdisciplinare - è la misura. Quella del tempo e quella dello spazio, come fisica insegna, si implicano a vicenda; e strumento di tale misura è la luce. Il concetto ha poi, com'è ovvio, una valenza metapoetica. Anche il verso è una misura, unità di senso della fisiologia umana in quanto presa di respiro, e insieme principio costruttivo della pagina e del libro: come ha insegnato una volta per tutte Amelia Rosselli. Non a caso ricorre, nel testo, la parola «rima». Non perché sia poesia ""in rima"", questa (che pure ci propone, sempre, costrutti formali attentamente congegnati): ma perché, etimologicamente, la rima è la ""fessura"" che percorre il terreno e, così definendolo, istituisce un territorio (ci si ricorda del mito della fondazione di Roma). Come nelle piste megalitiche di Nazca, disegnate dagli antichi Incas rivolgendosi ai loro dèi, o come in una certa misterica pagina del Gordon Pym di Edgar Allan Poe, il disegno che compongono queste rime non è immediatamente intelligibile, rinviando a una definizione che si prolunga indefinitamente, interminabilmente forse, nello spazio e appunto nel tempo. La nota dell'autore allude al proprio testo come a un organismo vivente, o un conglomerato geologico, che la pubblicazione si limita a fotografare in un grado del suo farsi. Come un archeologo, o un cacciatore-raccoglitore, il lettore è chiamato a decifrare questi segni, e magari ad avventurarsi a percorrerli a sua volta: ""a margine del paesaggio, un segno certo, di passaggio"".» (Andrea Cortellessa)