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Risalendo il Mississippi. Lucky Luke
Due capitani di battello fanno una scommessa: gareggeranno sul Mississippi e il primo ad arrivare alla meta vincerà il monopolio del traffico sul fiume. Uno dei due capitani, Barrows, sa che l'altro non esiterà a usare mezzi disonesti pur di sconfiggerlo e assume Lucky Luke per proteggerlo dai colpi contorti del suo avversario... L'episodio del cowboy che spara più veloce della sua ombra ispirato al viaggio di Mark Twain sul grande fiume americano. -
Comanche. Integrale. Vol. 1: 1972-1976
Per tutti appassionati del fumetto franco-belga e del fumetto western. Il primo di due volumi della collana che raccoglie l’intera saga originale firmata da Greg e Hermann con protagonista la bella Comanche e gli uomini del ranch “Triplo sei”. Un volume di quasi 300 pagine in formato gigante nello splendore del bianco e nero originale. -
Il costruttore di mondi e altri racconti. Gli astrostoppisti
Se volete sentire delle storie strane - ma veramente strane - fate una capatina al Bar ai Confini della Galassia. È qui che Kal e Morgan raccontano le incredibili vicende in cui sono stati coinvolti durante i loro viaggi in Astrostop. Tutte le storie realizzate dai creatori della serie, Alfredo Castelli e Nevio Zeccara (diversi anni prima della «Guida galattica per autostoppisti») raccolte in un unico volume. -
Prince Valiant. Vol. 14: 1963-1964.
Per più di 35 anni, Harold Foster ha scritto e disegnato Prince Valiant per le pagine domenicali dei giornali americani. Opera fondatrice del fumetto mondiale, unanimemente riconosciti come la più grande ""Sunday Strip"" mai realizzata, la saga di Prince Valiant è stata oggetto di diverse edizioni nel corso dei decenni. Questa collana, che sfrutta le più moderne tecniche di riproduzione e restauro dei colori, rende giustizia ai disegni di Foster. Questo volume raccoglie il quattordicesimo biennio di pubblicazione di ""Prince Valiant"". -
Buck Danny. L'integrale (2000-2008)
Nel 1983 Francis Bergése diviene il disegnatore di Buck Danny — e anche lo sceneggiatore nel 1989 —, traghettando la serie nel nuovo millennio, attraverso una naturale evoluzione della tecnologia aeronautica e dei nuovi scenari geopolitici. Venticinque anni e una dozzina di volumi dopo, questo autore appassionato di aviazione sceglie di dedicare la sua vita al meritato riposo e a volare nei cieli di Francia con il suo biposto Zenair... Questo volume riprende gli ultimi quattro episodi da lui realizzati e vedremo Buck Danny, Tuckson e Tumbler volare molto in alto nei cieli del fumetto. Introduzione di Patrick Gaumer. -
Lucky Luke monta in sella
Un omaggio d'autore per il mitico Lucky Luke che, questa volta, tocca a uno dei migliori fumettisti tedeschi già autore di numerose opere underground per i principali editori indie del mondo. In uno dei suoi viaggi attraverso la prateria, Lucky Luke trova una sella del tutto particolare, quella di una bicicletta con cui dovrà attraversare il continente nordamericano. -
Il re ne comanda una
«Stelio Mattioni ha «il potere di farci entrare in un mondo tutto suo, che è il segno dello scrittore vero» scrisse Bazlen, che volle con sé l'autore in Adelphi negli anni '60. E il mondo di questo romanzo è la casa dove Tina trova rifugio quando abbandona il tetto coniugale: un microcosmo conflittuale, perfettamente chiuso, che assume presto la forma di un harem governato da un dispotico padrone che sottomette in maniera sfuggente, ma ineludibile, la corte di donne che lo abita, e dove tutto ruota attorno alla chiave di una stanza, simbolo di un complesso rito di competizione erotica e rinuncia alla propria libertà. Nella prima edizione del libro (1968), Mattioni fu presentato come un «favolista irreprimibile», che «trasforma qualunque vicenda nella geometria della favola». Ed è così: l'autore parte da un contesto ordinario e poi pian piano lo smantella, lo deforma per mezzo delle convulse spinte passionali dei personaggi, dei loro sogni sottesi, delle ambizioni mal riposte, delle voglie di rivalsa o di autodistruzione, impedendoci alla fine di stabilire se stiamo leggendo una favola grottesca o se grottesco è il mondo reale e l'autore lo ha soltanto messo a nudo.» -
La vita involontaria
«Mia madre morì alla mia nascita. Mio padre in guerra, quando avevo circa undici anni. Fui allevato da una zia che si dimostrò molto buona con me. Poi morì anche lei e, con l'incoraggiamento di un amico assai colto e intelligente, venni a Vallona per studiare filosofia.» Può davvero, la vita, ridursi a un elenco di eventi che determinano chi siamo in maniera irreversibile e del tutto involontaria? È questa l'incessante, sottesa domanda che spinge il giovane Pintus a lasciare il mare e i ""Tetti Rossi"" di Oblenz per avventurarsi in una città di estranei, di desideri incerti e fuorvianti, rassicurante nella sua magnanima indifferenza. Il prezzo da pagare sarà la distruzione di tutto quanto c'era prima: affetti, illusioni, ricordi, amicizie, tutto cancellato da una necessità assoluta di autodeterminazione, di riconoscersi tra le pieghe della volontà altrui e le diversioni arbitrarie del Caso. Pubblicato da Einaudi nel 1975, La vita involontaria si pone nel solco della migliore letteratura mitteleuropea per atmosfere, sensibilità e intenzione. Prefazione di Ilaria Gaspari. -
Che paura, nonno!
Finalista Premio Andersen 2021. Miglior libro 6/9 anniScheletri danzanti, streghe dal naso verrucoso, spettri puzzolenti, lupi mannari ghiottoni e brutti ragni pelosi: c'è proprio da tremare di paura alle storie che il nonno racconta, in questa fredda notte di tempesta! E allo stesso tempo... che brivido spassoso! Esiste forse al mondo un bambino che non rimanga incantato dall'elettrizzante richiamo di fantasmi impalpabili e mostri strambamente ripugnanti, quando ha la sicurezza che, conclusa la favola, potrà sempre trovare rifugio fra le amorevoli braccia del suo caro nonno? James Flora, autore per bambini e acclamato illustratore di dischi jazz, arriva Che paura, nonno!, pubblicato originariamente nel 1978 e finora inedito in Italia. Una serie di storie che sono una miscela di assurdo e giocosità, raccapriccio e divertimento, con le estrose e vibranti illustrazioni dell'autore, ricche di dettagli come i quadri di Mirò. Un libro che ""stregherà"" grandi e bambini. -
Per una scienza degli scacchi
Anche lo scacchista più debole gioca seguendo i suoi principi, che ne sia cosciente o no, ma finché le sue idee saranno grezze e primitive non potrà mai ambire a risultati brillanti. Per arrivare alla maestria nel gioco degli scacchi è necessario affinare un arsenale di principi generali esemplari e idee efficaci, ricorrendo a uno studio metodico e scientifico degli elementi essenziali. A partire da queste premesse, Richard Réti propone il suo criterio di analisi, applicandolo a tre argomenti di interesse basilare: il gioco posizionale, l'attacco all'arrocco e le idee strategiche del Gambetto di Donna. Per una scienza degli scacchi è la raccolta di una serie di lezioni che Réti tenne a Buenos Aires nel 1924, pagine dall'indiscusso valore didattico che ci regalano una straordinaria fotografia dello stato delle idee della scuola ipermoderna nel momento del suo più delicato e vigoroso fiorire. Con la prefazione di Federico Cenci. -
Il bambino di pietra. Una nevrosi femminile
Giunta alla piena maturità, Cassandra inizia un percorso di psicoanalisi con lo scopo di risolvere le nevrosi che la affliggono da tempo, legate alla sua educazione, alla sessualità, all'onnipresente fantasma della maternità. La scrittura diventa il timone di un viaggio interiore, usata non solo a scopo terapeutico, ma come bussola nella comprensione della sua storia familiare e sociale, che appare come una rotta incerta tra l'infanzia dominata dai maschi e dal potere matriarcale e un matrimonio tiepido che l'ha resa accettabile agli occhi della famiglia. La vicenda di Cassandra è paradigmatica di un tempo che offre alle donne pochissime definizioni e spazi esigui per rappresentarsi come individui. ""Il bambino di pietra"" è una narrazione in prima persona priva di indugi e autoindulgenze, che cerca nella sgradevolezza della verità una soluzione agli enigmi interiori. Finalista al premio Strega nel 1979, ""Il bambino di pietra"" è centrale nell'opera di Laudomia Bonanni, che definì il personaggio di Cassandra come ""la protagonista di tutto quello che ho scritto"". Prefazione di Dacia Maraini. -
Karmapolis
Chiara ha 22 anni, un ragazzo che la trascura un po', delle amiche ficcanaso e un sacco di progetti per il futuro. Una ragazza come le altre, sembrerebbe, se non fosse che un giorno si ritrova un dono che non desidera affatto: lei può portare sfortuna a suo piacimento. Se qualcuno le fa un torto, basta uno schiocco di dita e questo scivola su una buccia di banana. Comodo? Neanche troppo, se poi si ritrova arruolata da strane divinità pagane e incaricata di riequilibrare il karma dell'universo...uno sgarro alla volta! -
Viaggio in Siam (1685-1688)
Era il 1685 quando Forbin, al seguito del Cavaliere de Chaumont, giunse nel Siam per scambiare doni e stringere accordi commerciali. Al ritorno, nel 1688, le sue rivelazioni sulle condizioni del Paese, oltre a quelle sul poco edificante comportamento dei missionari gesuiti, gli procurarono inimicizie e ostilità negli ambienti aristocratici e religiosi di Versailles. Una conseguenza inevitabile del personale approccio alla narrazione, e dovuta al fatto che, come egli stesso scrive: ""io mi sono soprattutto proposto di non scrivere nulla che non sia conforme alla più stretta verità, sia parlando degli avvenimenti ai quali ho partecipato personalmente, sia non evitando di narrare i miei errori. Spero che il lettore mi sarà riconoscente per questa sincerità e che, apprendendo quello che ho fatto di bene, mi perdonerà ciò che può esserci stato di brutto nella storia di un uomo d'arme poco abituato a scrivere e che, senza troppo preoccuparsi di abbellire il testo, deve solo cercare di farsi capire"". -
Roma. Coloring tour
È un nuovo concetto di libro da viaggio: un carnet da colorare, dialogando con gli originali disegni di Silvia Stecher, e una guida da leggere, per scoprire curiosità e notizie sulle più belle città d'Italia. -
Le mele d'oro
Le mele d'oro è il capolavoro che consacra Eudora Welty - premio Pulitzer nel 1973 - maestra indiscussa della forma breve: una raccolta in cui ogni racconto è legato all'altro dal destino, unico, degli abitanti della fittizia città di Morgana.rn«Se ne parla poco, forse, perché i racconti seducono meno i lettori. Invece è bello entrare in un mondo e restarci per poco» - Marco Rossari, D, Repubblicarn Nel Sud degli Stati Uniti ogni vita è intrecciata all'altra, i protagonisti si ritrovano e riscoprono di racconto in racconto ogni volta con un senso e una prospettiva diversi. Questa raccolta vicina al romanzo è un capolavoro strutturale in cui il pettegolezzo si mischia al lirismo purissimo e alla descrizione più minuziosa, in un microcosmo dove ogni tragedia - mariti che abbandonano le mogli, maestre di piano che diventano pazze, bambine che rischiano di affogare - viene risolta da un'epifania di tenerezza del tutto imprevedibile un solo momento prima. Mai come qui, al suo massimo splendore, Eudora Welty si accosta per libertà e agilità alla penna della sua adorata e indiscussa maestra Virginia Woolf. -
Guida alla notte per principianti
A Robison basta pochissimo, ancora meno che alla sua Gardenia, una trentaseienne che si accontenta di rimanere sobria e non andare troppo in rosso con la Mastercard. Le sue, sono storie che ci precipitano dentro un’America domestica eppure sconosciuta.rn«Ecco, è questo il segreto della scrittura di Robison, non tanto la banalità del male ma il male della banalità. Le nostre abitudini sono analizzate come fossero di per sé sintomatiche di disagio, come se il fatto stesso di possedere una routine ci rendesse creature passibili di un crollo. E il crollo - quando arriva - è altrettanto sommesso, deprivato di enfasi o smanie di redenzione» - Veronica Raimo, Tuttolibrirnrn«Sono tanti i personaggi che l'autrice statunitense ci propone, con un registro narrativo capace di restituire un effetto di realtà sconcertante. Il risultato sono pagine autentiche, dense di piccoli grandi dettagli da cogliere, tra parole da captare e atmosfere mutevoli, che offrono al lettore il privilegio di decifrare il brusio quotidiano e scavare sotto la superfice di un'America domestica e contemporanea» - ANSArnrn«Amata da scrittori come Richard Yates, David Leavitt e John Barth, Mary Robison è tra le poche scrittrici donna appartenente alla corrente del minimalismo americano» - il Giornalernrnrn«Le storie di Robison affrontano, nel dettaglio, i drammi domestici, le solitudini, le sventure nel quotidiano e quei sentimenti atipici che stanno fuori dal coro» - la LetturarnCi sono due ragazze che baciano i rispettivi ragazzi in una Honda Civic parcheggiata sotto alla notte stellata: sono madre e figlia, Harriet e Lindy, due che potrebbero venir scambiate per sorelle ma non lo sono. Non ci sono trucchi da quattro soldi nei racconti di Robison e anche il fraintendimento è senza inganno. Lindy, poi, si è comprata coi suoi risparmi un telescopio per scrutare i cieli, ma la sua autrice sembra più interessata a rivolgere l’obiettivo dentro le abitazioni, per meglio scrutare ciò che è celato dall’ultimo vero confine da varcare, quello della porta di casa.rnrnRossella Milone scrive nella postfazione a questo libro che Robison «ha sempre prestato orecchio al suono del mondo»: e così ci ritroviamo ad ascoltare le parole che faticano a sovrastare il chiasso mentre la moglie passa l’aspirapolvere e un marito si taglia i capelli in bagno. Una conversazione mobile e sfuggente innerva anche la casa di un coach arrivato finalmente alla stagione della svolta e sua moglie Sherry, una pittrice in cerca dei suoi spazi. Daphne, la figlia, sta per entrare al college dove allena il padre, ma la squadra familiare sembra mostrare le prime crepe e, man mano che orecchiamo, il solco si va allargando. -
Neroconfetto
L'esordio di una nuova voce del weird italiano.«Giulia Sara Miori ha una scrittura spedita, limpida, sostenuta da dialoghi sempre precisi e straniati al punto giusto. I suoi racconti si chiudono cosi` all'improvviso da rendere le sue conclusioni come delle tagliole.» - Giulio Mozzi, autore di Le ripetizioni«Neroconfetto regala al lettore un'esperienza nuova e avvincente. C’è una logica compositiva autoriale, un montaggio, una idea e un fine in questi racconti weird.» - Demetrio Paolin«Nel mondo di Neroconfetto realta` e immaginazione, letizia e tragedia, amore e ossessione hanno il confine incerto, labilissimo. Giulia Sara Miori maneggia la materia perturbante con grande abilita` e con una lingua che alterna la crudezza del controllo al ritmo di una cupa ninnananna.» - Giorgia Tribuiani, autrice di Blu«C’e` un’incrinatura nel mondo plasmato dai racconti di Neroconfetto, una lacerazione della normalita` all'inizio minima che, pagina dopo pagina, si dilata fino a trasformarsi in voragine.» - Valentina Durante, autrice di EnneDal racconto La giacca: «In un negozietto vintage scovi una giacca che ti fa sentire bellissima, e quando la indossi finalmente attiri gli sguardi che hai sempre voluto, quelli che la tua migliore amica ha sempre ricevuto senza alcuno sforzo. Quando hai la giacca indosso, le persone si contendono la tua compagnia, e gli uomini non nascondono l’attrazione, ma quello che sembrava un sogno che si avvera diventa presto una prigione, un incubo da cui vorresti solo risvegliarti.»In Neroconfetto le cose non sono mai come sembrano. L’orrore è nascosto in ciò che immaginiamo più innocente: una bambina e le sue bambole, un abito che ci fa sentire più belle, un gatto di porcellana su una mensola; gli amori delle giovani protagoniste di questi racconti sono ossessioni, dei loro desideri esplode la forza distruttiva. La voce perturbante di Giulia Sara Miori ci guida nel territorio dello strano e del macabro, e ci mostra il lato nascosto di ogni ideale di bellezza e perfezione. -
1977. Don't call it punk. Storia illustrata dell'anno che cambiò ...
""Se quello che c'è attorno non mi piace, me lo reinvento e lo ricostruisco, come voglio io"". Il 1977 è l'anno dell'enorme produttività del movimento punk, il momento in cui si caratterizza come corrente giovanile di grande impatto musicale ed estetico con il suo epicentro a Londra. In questo libro il '77 viene raccontato attraverso una dettagliata cronistoria che giorno dopo giorno ci ricorda i clamorosi eventi di cronaca - spesso gonfiati all'inverosimile dalla stampa scandalistica inglese, le innumerevoli uscite discografiche, i concerti, i libri, le fanzine e le recensioni dei principali giornali musicali anglosassoni. La pubblicazione è un ricco almanacco di immagini d'epoca arricchito da una raccolta di aneddoti generosamente raccontati all'autore da chi ha vissuto quell'epoca in prima persona, si tratta di musicisti, scrittori, fotografi come Gaye Black degli Adverts, il mitico fondatore del Roxy Club An-drew Czezowski, Ana da Silva delle Raincoats, il fotografo Peter Gravelle, Lora Logic degli X-Ray Spex, il giornalista Kris Needs e molti molti altri ancora. ""1977 - Don't call it punk"" è una ricerca e un approfondimento che ci guiderà attraverso un esplosivo mix artistico/musicale generatosi in questo periodo, teatro di variegate e contraddittorie meraviglie creative. Edizione bilingue italiano e inglese. -
I geroglifici. Manuale per leggere la scrittura egizia
Gli Egizi, nella loro scrittura, vollero rappresentare con estremo realismo il mondo che li circondava. I caratteri geroglifici formavano quelle che essi chiamavano le ""parole del dio"": leggendole e pronunciandole, queste magicamente avrebbero ripreso vita, facendo divenire reale il loro intrinseco significato. Caduti per secoli nell'oblio e considerati unicamente simbolici, questi segni tornarono ad essere interpretati grazie agli studi di J.-F. Champollion e oggi, a quasi duecento anni di distanza, non ci appaiono più così criptici. Attraverso questa semplice grammatica, con esempi esplicativi e un agile dizionario, carpiremo i segreti di questa affascinante lingua, ma soprattutto scopriremo ciò che è indispensabile sapere per visitare con soddisfazione un museo o una collezione egizia. -
Stormi in volo sull'Oceano
Il 12 settembre 1929, a soli trentatré anni, Italo Balbo fu nominato ministro dell'Aeronautica, carica tenuta fino ad allora dal Duce. L'idea per una crociera aerea oltreoceano gli venne in mente durante un viaggio negli Stati Uniti, dove si convinse che il primo gruppo di aerei che avesse attraversato in formazione l'oceano Atlantico sarebbe passato alla storia. Balbo persuase l'ingegnere Marchetti a mettere a punto per l'impresa gli idrovolanti S.55A che sarebbero andati ad equipaggiare uno stormo creato ad hoc a Orbetello. Dodici idrovolanti - insieme a cinque cacciatorpediniere di appoggio forniti dalla Regia Marina - partirono per la crociera aerea transatlantica Italia-Brasile da Orbetello il 17 dicembre 1930, guidati personalmente da Balbo, alla volta di Rio de Janeiro, dove arrivarono, non senza lutti e incidenti, il 15 gennaio 1931. Italo Balbo aveva ragione, sarebbe passato alla storia.