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Bartleby lo scrivano. Testo originale a fronte
«Un libro triste e veritiero»: cosí Jorge Luis Borges definisce Bartleby lo scrivano (1853). Bartleby, «per natura o sue sventure… incline ad una squallida disperazione », s'impiega presso un ufficio di Wall Street. Il muro implicito nel nome della strada appare materialmente a sbarrare le finestre della sua stanza e subito s'accampa come metafora di un'esistenza senza sbocchi. Eppure Bartleby, con la sua operosità pallida e silenziosa prima, e poi con l'inflessibilità a sottomettersi agli ordini del padrone, dà a questo scorcio di commedia umana, fatta di minuzie, priva di toni altisonanti, una definitiva e indimenticabile dimensione tragica. -
Astrologica. Saggi e appunti 1908-1929
L'astrologia come snodo fondamentale tra retaggi ancestrali e nascita della modernità: tale è il filo conduttore di questi undici saggi, in parte inediti anche in tedesco, che ripercorrono lo sviluppo del pensiero di Warburg.rn«Un bel volume con una ricca introduzione che raccoglie opportunamente tutti gli scritti del grande critico d'arte sulle rappresentazioni rinascimentali dello zodiaco» – Il VenerdìrnDal 1908 (saggio sulle immagini degli dèi planetari) fino agli appunti su Giordano Bruno (1929) vergati poco prima della morte. Vent'anni di riflessioni sull'astrologia, passando per il Rinascimento, Palazzo Schifanoia, il saggio sulle immagini nell'età di Lutero, ma anche sulla cosmologia babilonese e sugli influssi delle religioni orientali nella costruzione delle immagini cosmiche. Il tema astrologico percorre il pensiero di Warburg nel tempo e in profondità: l'astrologia è infatti sia pensiero magico che, dando vita a immagini, lega il destino umano agli influssi astrali, sia descrizione matematica che nel Rinascimento conduce alla scoperta dell'infinito, al sorgere della scienza moderna e alla correlata necessità di costruire un orientamento nel cosmo. Da qui traspare l'ordito delle riflessioni filosofiche e antropologiche warburghiane. La storia dell'arte e, piú in generale, la storia della cultura procedono all'interno di una tensione tra «biomorfismo» (per cui, ad esempio, nelle costellazioni si vedono forme animali) e scienza dei segni, tra pensiero mitico-religioso, che si radica nel senso unitario del creato, e la progressiva presa di distanza tra l'io e il mondo esterno. Nell'introduzione Ghelardi ripercorre, come mai era stato fatto finora, l'itinerario culturale di Warburg e i suoi debiti con i pensatori che piú lo hanno influenzato in questo ambito: Hermann Usener, per gli studi su mito e linguaggio; Franz Boll, filologo che aveva ricostruito la Sphaera barbarica di Teucro, e lo sviluppo dei simboli astrologici; e soprattutto Ernst Cassirer, con cui Warburg intreccia stretti rapporti a partire dagli inizi degli anni Venti e con il quale condivide l'interesse per la funzione e il significato delle forme simboliche. -
L'armata dei sonnambuli
«Te lo si conta noi, com'è che andò. Noi che s'era in Piazza Rivoluzione.»«Come nel loro fortunato primo romanzo Q, i Wu Ming sono bravi a scorgere nello specchio del passato gli incubi e le speranze del presente, e brillano per le invenzioni linguistiche. Viva la Rivoluzione e chi la racconta con gusto ed energia!» – Frederika Randall, Internazionale1794. Parigi ha solo notti senza luna. Marat, Robespierre e Saint-Just sono morti, ma qualcuno giura di averli visti all'ospedale di Bicêtre. Un uomo in maschera si aggira sui tetti: è l'Ammazzaincredibili, eroe dei quartieri popolari, difensore della plebe rivoluzionaria. Dicono che sia un italiano. Orde di uomini bizzarri riempiono le strade, scritte enigmatiche compaiono sui muri e una forza invisibile condiziona i destini. Qualcuno la chiama «fluido», qualcun altro Volontà. Ma è meglio cominciare dall'inizio. Anzi: dal giorno in cui Luigi Capeto incontrò Madama Ghigliottina. -
De officiis. Quel che è giusto fare. Testo latino a fronte
Nel 44 a. C., in un periodo di profonda crisi delle istituzioni sociali e politiche di Roma, Cicerone dedica al figlio Marco un trattato che intende riordinare le forme dell'interazione tra i cittadini e rifondare la res publica. Consapevole che l'antico sistema di valori è ormai superato, Cicerone tenta di organizzare un sistema di trasmissione della memoria fra generazioni, regole di comportamento che indichino «quel che è giusto fare» ai giovani della città, cui tocca ripartire dalle rovine ancora fumanti dello Stato. Una specie di «Etica spiegata a mio figlio», come si intitolerebbe oggi, che è diventata uno snodo fondamentale per il mondo latino, medievale e moderno, permeando la cultura occidentale fino ai giorni nostri. -
Il memoriale della Repubblica. Gli scritti di Aldo Moro dalla pri...
Scritto e riscritto a mano dal prigioniero, fotocopiato e battuto a macchina dai brigatisti, il memoriale che Aldo Moro produsse durante il suo rapimento per rispondere agli interrogatori delle BR è stato al centro di una rete di delitti, ricatti, conflitti tra poteri legittimi e non, che ha coinvolto alcuni tra i protagonisti della storia repubblicana e molti dei suoi snodi più inquietanti: dal generale Dalla Chiesa ad Andreotti, da Gladio alla P2, dai servizi segreti alla banda della Magliana, dall'omicidio del giornalista Pecorelli ai brigatisti Moretti, Gallinari, Senzani e Fenzi. Lo stesso memoriale è incompleto, lacerato, avvolto dal mistero: perché le BR non lo resero mai pubblico come invece avevano promesso? I dattiloscritti rinvenuti nel covo brigatista di via Monte Nevoso nel 1978 furono censurati e da chi? Perché dovettero passare dodici anni prima che nel medesimo covo fosse scoperto un nascondiglio da cui emersero numerose fotocopie degli autografi di Moro? E dove è finito il manoscritto originale? E cosa vi era scritto? Le risposte a tali domande si trovano in questo libro, dove Miguel Gotor dimostra, come già nella sua fortunata edizione delle lettere dalla prigionia, che è possibile sottrarre le carte di Aldo Moro alle dietrologie e ai sospetti, per consegnarli al rigore del metodo storico. Un enigma italiano, e la sua soluzione. -
Tra donne sole
Quando da Roma Clelia torna in una Torino ancora ingombra di macerie, si trova immersa in uno straniamento tale che le permette di vedere e giudicare l'irrequieta borghesia dell'immediato dopoguerra, gli intellettuali snob, le ragazze un po' disperate e un po' frivole, con uno sguardo piú aperto ma forse anche piú cinico.rnrn«Pettegolezzo e suicidio. Sono gli estremi tra cui si muove ""Tra donne sole""... un romanzo sull'incomunicabilità, sull'impossibilità di vivere» – Nicola LagioiarnrnEmancipata, disillusa, intelligente, Clelia, il personaggio che dice «io», è una donna che vive orgogliosamente del proprio lavoro in una ruvida e scontrosa solitudine. Quando da Roma torna a Torino, dove era nata, per allestire, nella città ancora ingombra di macerie, un atelier di moda, si trova immersa in uno straniamento tale che le permette di vedere e giudicare l'irrequieta borghesia dell'immediato dopoguerra, gli intellettuali snob, le ragazze un po' disperate e un po' frivole, con uno sguardo piú aperto ma forse anche piú cinico. Pavese pubblicò Tra donne sole con altri due romanzi brevi, Il diavolo sulle colline e La bella estate, in un volume che ne segnò la consacrazione critica, sancita anche dal Premio Strega del 1950. Con la sceneggiatura del film Le amiche di Michelangelo Antonioni; le lettere di Calvino e di Pavese; una nota di Ernesto Ferrero; la cronologia della vita e delle opere. Introduzione a cura di Nicola Lagioia. -
Storia dell'arte dell'India. Vol. 2: Dagli esordi indo-islamici a...
Questo secondo volume prende le mosse dall'arte indo-islamica, esito del nuovo dominio che si afferma in India intorno al 1200, capace di produrre, nell'architettura come nella pittura, una lunga serie di straordinari capolavori, in un contesto che rappresenta da un lato la propaggine orientale della grande koinè islamica, dall'altro una nuova, grandiosa fase della cultura indiana in senso proprio. Ad essa seguono i principati hindu del nord con i loro palazzi e dipinti, e le sontuose realtà urbanistiche e monumentali che sorgono nel frattempo nel meridione. Concludono il volume gli esiti artistici della dominazione inglese così come della ricerca, da parte di un'India che aspira all'indipendenza, di una compiuta identità culturale in un mondo in rapida trasformazione. -
Tutti i racconti
Celebrati, introvabili, inediti, commissionati o nati per gioco: per la prima volta in un unico volume tutti i racconti di Javier Marías, classificati secondo il suo personale giudizio – e la consueta autoironia – in «accettati» e «accettabili». Ma è difficile trovare qualcosa di meno che perfetto tra le pagine del grande maestro spagnolo, raffinato tessitore di romanzi monumentali quanto di capolavori della forma breve. Dalle atmosfere oniriche di Mentre le donne dormono, alla picaresca Hollywood di Malanimo, passando per la dimensione evanescente di Quand'ero mortale, tra temi ricorrenti e personaggi affezionati, questa raccolta rappresenta una via d'accesso privilegiata al seducente universo letterario di Javier Marías.«Racconti di racconti, che si depositano e raffreddano nella voce di un narratore solo in parte empatico, perché in quelle vicende non è coinvolto. E dunque può riportarle con un certo distacco. Con quell'andamento lucido e pacato che ne esalta la sospesa e enigmaticità, perché non giudica e non risolve» - Giuseppe Antonelli, La Letturarn«Marías ha il potere di stregarci con le sue parole. Non è solo un grande scrittore: è un incantatore di anime – New York Journal of Books«In queste storie possiamo catturare e assaporare, come in un concentrato, ciò che costituisce l'essenza del talento narrativo di Javier Marías» – La Quinzaine littéraire«Concepisco di scrivere qualcosa soltanto se mi diverto, e posso divertirmi soltanto se m'interesso. Non è necessario aggiungere che nessuno di questi racconti sarebbe stato scritto se non avessi provato interesse nei suoi confronti», dichiara Marías in una delle note preliminari di questo volume – e l'affermazione trova evidente riscontro anche nelle poche e gustose pagine introduttive – in cui per la prima volta sono riuniti tutti i suoi racconti, dalle celebri raccolte Mentre le donne dormono e Quand'ero mortale, a Malanimo, quasi un romanzo a sé, fino agli inediti piú o meno recenti. Dottori ambigui, misteriose guardie del corpo, fantasmi testardi, inquietanti doppelgänger, un'aspirante attrice porno, una donna e un uomo vittime di una lancia africana, un maggiordomo incastrato in un ascensore, un amante perseguitato dai ricordi, una coppia mafiosa caduta in disgrazia, un killer professionista che cerca di dissuadere coloro che vogliono assumerlo: varcata la soglia dell'affascinante universo dei racconti di Marías, il lettore non potrà che essere d'accordo a proposito di quella perfetta combinazione tra divertimento e interesse, e innegabile passione, che ha animato il loro autore. Che si tratti di romanzi monumentali o di piccoli tesori della forma breve, con la sua arte narrativa Marías traccia percorsi imprevedibili costellati di segreti, ossessioni, fatali coincidenze, raggiungendo un livello di profondità e tensione tale da lasciare suggestioni indelebili nella memoria del lettore. -
Vita meravigliosa
Cosa non devo fare / per togliermi di torno / la mia nemica mente: / ostilità perenne / alla felice colpa di esser quel che sono, / il mio felice niente.Fosse vissuta sei o sette secoli fa, nelle terre umbre dov'è nata, Patrizia Cavalli sarebbe stata senz'altro una delle grandi mistiche di quel periodo. Le sue esatte visioni verbali avrebbero narrato i misteri più sensibili della divinità, e le sue estasi, i suoi terrori e le sue ebbrezze sarebbero stati registrati e trascritti con devozione dai fedeli amici intorno a lei. Nei nostri tempi, invece, Patrizia Cavalli si è proposta il compito, più arduo, di dare parola ai misteri profani di cui tutti facciamo esperienza: all'indicibile nostalgia di settembre, che ogni anno, regolarmente, ci trafigge; al pulsare frenetico della «nemica mente», quando insegue e controlla ogni lieve mutamento del corpo; alla felicità che scende, come rugiada dal cielo, se una certa luce pomeridiana si mostra all'improvviso. In ogni verso, il ragionare poetico di Patrizia Cavalli non cerca, ma trova. Il suo ardente, ostinato desiderio conoscitivo non chiede altro che arrendersi, infine, dinanzi allo stupore e all'evidenza dell'apparizione poetica. ""Vita meravigliosa"" rappresenta una summa della poesia di Patrizia Cavalli, attraverso le ossessioni ricorrenti, i temi e i molteplici registri stilistici che la caratterizzano. Insieme ai molti fulminei epigrammi, comici o filosofici (spesso le due cose insieme), compaiono i monologhi ipocondriaci, quasi teatrali, oltre alle tante poesie d'amore, non prive di ferocia descrittiva, e un breve poemetto, ""Con Elsa in Paradiso"", dove la promessa - o la minaccia? - della vita eterna apre al poeta la possibilità terrestre di «abolire, non dico la realtà / ma ogni traccia di verosimiglianza». Poco importa che il poeta dica sempre 'io': quell'io è talmente dilatato, talmente elastico da includere nella sua lingua ogni cosa, purché esista e viva. -
Caravaggio e Vermeer. L'ombra e la luce
Da un lato la lotta ancestrale tra ciò che è limpido e ciò che è tenebroso. Dall'altro un senso di laica religiosità e di mistero inespresso. Il confronto inatteso tra due pittori che nulla avevano in comune, se non la prodigiosa attitudine a dipingere la luce.I due artisti sono a grande distanza l’uno dall’altro, ma all’interno di una stessa civiltà che è quella del secolo della scienza all’origine di qualsivoglia concetto di modernità. Si guardano da lontano ma quasi si potrebbero toccare rispetto al loro universo espressivo. L’uno, per cosí dire, è figlio della notte, l’altro è figlio del giornoPunte di diamante delle piú importanti scuole pittoriche del loro tempo, Caravaggio e Vermeer hanno praticato generi diversi e vissuto vite agli antipodi. Eppure entrambi, ciascuno a suo modo, sono stati maestri nell’uso della luce. Considerato un rivoluzionario già dai suoi contemporanei, Caravaggio ha abbandonato la mediazione dello sfumato rinascimentale per lasciare spazio a una luce abbacinante, che emana direttamente dal buio senza passaggi intermedi. Quella di Vermeer è invece la luce dell’illuminazione interiore, l’aura che si forma intorno ai personaggi ritratti nell’intimità delle loro case. Con un’attenzione rivolta alle connessioni profonde e alle inevitabili differenze, Claudio Strinati ci presenta i due artisti come Minerve uscite dalla testa di Giove: entrambi sembrano nascere perfetti, con uno stile già compiuto, ed entrambi muoiono dopo una parabola breve e intensa, consegnando alla storia i capolavori che ancora oggi ammiriamo. -
Saggi 2006-2017
In questi saggi Coetzee, immergendosi nella scrittura di autori come Defoe e Beckett, Flaubert o Roth, sembra riportare alla luce una verità tanto ustionante da apparire ancora pulsante di vita.«Ogni saggio di questo libro vale come una ""master class"" nell'arte di leggere e scrivere romanzi, un corso di perfezionamento in cui imparare le cose da fare e non fare quando ci mettiamo a scrivere» – The Guardian«Coetzee è un pensatore tanto raffinato e originale che, anche quando affronta romanzi già dissezionati migliaia di altre volte come ""Madame Bovary"", è in grado di allargare gli orizzonti della nostra lettura» – Financial TimesQuesti Saggi danno la sensazione che Coetzee abbia fissato negli occhi gli scrittori di cui parla. Non importa che molti siano uomini e donne di decenni e secoli passati: ogni volta Coetzee, immergendosi nella scrittura di autori come Defoe e Beckett, Flaubert o Roth, sembra riportare alla luce una verità tanto ustionante da apparire ancora pulsante di vita. Il gusto per il dettaglio biografico inatteso (Robert Walser soffriva di «crampi psicosomatici» che attribuiva ad un'avversione per la penna; Irène Némirovsky scriveva «finali affrettati» perché cominciava sempre un altro romanzo prima di concludere il precedente), la capacità di cogliere e interpretare ogni sfumatura dei personaggi piú emblematici, il passo narrativo e una scrittura che anche nello spazio di un breve saggio conserva la sua potente precisione, rendono questo volume un compendio di critica letteraria impareggiabile. -
Voltare pagina. Dieci libri per sopravvivere all’amore
Curare le pene d’amore coi libri si può, ma bisogna saper leggere. C’è una storia giusta per ogni struggimento del cuore, il romanzo perfetto per voltare pagina: è cosí che la penna sulfurea di Ester Viola diventa un balsamo per lenire le ferite. Anna Karenina, Nick Hornby, L’amica geniale, Sally Rooney, Domenico Starnone, Frammenti di un discorso amoroso: nelle loro pagine ogni innamorato tradito, geloso o non corrisposto potrà trovare risposte impreviste alle sue domande impossibili. Dieci racconti irresistibili, un manuale di self-help letterario, una microterapia per cuori infranti. «Non esistono libri capaci di salvare la vita ai lettori, ma alcuni ci provano meglio di altri». C'è chi non si è mai ripreso dal primo amore; chi di amori ne ha mille, e nessuno buono; chi è tradito e vede tutti traditori; chi è tradito e fa finta di niente, perché la coppia funziona meglio in tre; chi è alle prese con un narcisista. E poi c'è la ragazza che dalla vita ha avuto tutto e adesso non le piace niente; quella che non ha avuto niente e pensa che niente è quello che si merita... In una Milano scintillante ma severa, soprattutto negli uffici legali frequentati dalla protagonista di questi racconti, proliferano solitudini e matrimoni andati a male, rimpianti per la provincia e dipendenze dai social network. Ma l'amore rimane comunque un affare complicato, basta rileggersi Anna Karenina. Esistono i libri medicinali? Quelli capaci di farci «voltare pagina» nella vita? Ci si rifugia nei libri per distrarsi, per trovare conforto, per capire meglio cosa non ha funzionato e non ripeterlo. Una pagina, un personaggio, perfino una frase: a volte bastano per curare una ferita del cuore, se non per raddrizzare una storia storta. Perché se trovi le parole per raccontarle, «le cose perdono la punta, l'ago e il veleno». -
Plasmare il mondo
Attingendo a esempi, opere e protagonisti tratti da tutto il mondo e da ogni epoca, gli autori considerano la scultura come una forma d'arte transnazionale, caratterizzata da una storia autonoma e avvincente, analizzando materiali e tecniche, ma anche temi generali come lo spazio, la luce e l'oscurità. Entrambi sono convinti che la scultura costituisca una forma di pensiero fisico, e ci invitano a guardare ad essa, e piú in generale al mondo che ci circonda, in un modo completamente diverso.«La scultura può coinvolgere il corpo – o dominarlo – e, attraverso il corpo, catturare la mente. Perciò la scultura è una forma fisica di pensiero. È la sua natura. È come l’alchimia: opera trasformando un ammasso di argilla o pietra in qualcosa di completamente diverso. La sua premessa di base è un po’ come quel vecchio detto: la materia pesa piú di tutto. In questa nostra èra digitale rimane una maniera vitale di interrogare il mondo e ciò che abbiamo creato». - Antony Gormley«Questo nostro dialogo è stata un’opportunità straordinaria per osservare la storia dell’arte non – come accade abitualmente – da una certa distanza, attraverso documenti e mostre, ma dal punto di vista di qualcuno che la sta facendo davvero. Come appare chiaro dalle pagine che seguono, la nostra esplorazione ci ha portati oltre i confini abituali di ciò che viene solitamente inteso come “scultura”. Affrontiamo temi come la magia, i rituali e la danza e abbiamo incluso opere che consistono in luce, gesti e spazi vuoti. Tutti questi elementi – e molto altro – possono svolgere un ruolo nel dare forma alla materia grezza del mondo per donarle un significato dal punto di vista umano». - Martin GayfordLa scultura è un’arte universale, che risale a un lontanissimo passato ed è praticata da tutte le culture del mondo. Le prime pietre sagomate giunte fino a noi potrebbero persino precedere l’avvento del linguaggio. L’impulso a dare forma a pietra, argilla, legno e metallo è profondamente radicato nella nostra psiche e biologia. Per questo, chiedersi cos’è la scultura equivale in un certo senso a chiedersi cosa sia l’umanità. In questo libro, due voci complementari – una di un celebre artista attento alle tradizioni asiatiche e buddhiste quanto alla storia della scultura occidentale, l’altra di un critico e storico dell’arte – considerano come la scultura sia stata centrale per l’evoluzione della sensibilità e del pensiero dell’uomo. La scultura non può essere vista esclusivamente come una ricerca estetica; essendo invece legata all’irresistibile istinto umano a lasciare un segno nel paesaggio, a costruire, a dare forma a un credo religioso come ad articolare un pensiero filosofico. -
Germogli della terra
La scelta del luogo, la richiesta di una compagna per condividere le fatiche, la costruzione di una capanna, poi di una casa, poi di una stalla per gli animali da allevamento. Le semine, i raccolti, la siccità, il freddo. Il paese piú vicino a una giornata di cammino. E a poco a poco, con gli anni, Sellanraa si popola. Qualcuno vorrebbe fare i soldi con le miniere, qualcuno tenterà l’avventura nelle città, ma Isak e suo figlio Sivert continueranno a passare l’aratro e l’erpice e a seminare: «Il bosco e la montagna li guardano, ogni cosa è sublime e potente, tutto ha un senso e uno scopo». In questa epopea quotidiana del colono nelle terre selvagge, Hamsun racconta il sentimento della vita contadina con uno stile particolarissimo che alterna scrittura minuziosa ed ellittica. E lo fa attraverso personaggi indimenticabili.«""Germogli della terra"" è di un'attualità sconcertante perché ci mostra il puerile senso di onnipotenza fondato su impalpabili rancori che vediamo scorrere a fiumi nelle nostre strade, siano esse reali o digitali» – Luca D'Andrea, Robinson - La Repubblica«Provengo dalla terra e dal bosco con tutte le mie radici» - Knut HamsunI nemici della sostenibilità in Germogli della terra sono le imprese minerarie (straniere) che non sentono alcuna responsabilità nei confronti del territorio in cui si stabiliscono, lo sfruttano finché c’è qualcosa da afferrare e poi abbandonano i luoghi e i loro abitanti lasciando dietro di sé carcasse di macchinari e paesi fantasma in cui avevano creato un’effimera economia. Non è di investitori e di soldi che ha bisogno il paese – sostiene il personaggio di Geissler, che può essere considerato l’ideologo del romanzo – ma di uomini come Isak, che sanno usare l’aratro e andare lenti, camminare al ritmo della vita. E se al tempo del Nobel il romanzo fu premiato per la proposta di un epos del lavoro unificante (il lavoro agricolo solidale in opposizione all’alienazione di quello operaio), oggi – a un secolo di distanza – è possibile leggerlo con gli occhi di chi ha assistito al disastro dovuto allo sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali in nome del capitale. Dalla prefazione di Sara Culeddu -
Uomini, boschi e api
«I miei brevi racconti non parlano di primavere silenziose, di alberi rinsecchiti, di morte per cancro, ma di cose che ancora si possono godere purché si abbia desiderio di vita, volontà di camminare e pazienza di osservare.»«Amo gli scrittori di arie aperte, Cervantes, Conrad, London. Mario Rigoni Stern è iscritto a questo mio albo personale» – Erri De Luca«Vorrei che tutti potessero ascoltare il canto delle coturnici al sorgere del sole, vedere i caprioli sui pascoli in primavera, i larici arrossati dall'autunno sui cigli delle rocce, il guizzare dei pesci tra le acque chiare dei torrenti e le api raccogliere il nettare dai ciliegi in fiore. In questi racconti scrivo di luoghi paesani, di ambienti naturali ancora vivibili, di quei meravigliosi insetti sociali che sono le api, ma anche di lavori antichi che lentamente e inesorabilmente stanno scomparendo. Almeno qui, nel mondo occidentale. Nella prima parte leggerete ricordi di tempi assai tristi, quando da giovani, ci trovammo coinvolti in quella che dalla storia viene definita ""Seconda guerra mondiale"". Leggendo piú avanti troverete anche storie di animali selvatici e di uomini che vivevano e qualcuno ancora vive in un ambiente sempre piú difficile da conservare. I miei brevi racconti non parlano di primavere silenziose, di alberi rinsecchiti, di morte per cancro, ma di cose che ancora si possono godere purché si abbia desiderio di vita, volontà di camminare e pazienza di osservare.» (Mario Rigoni Stern) Cronologia della vita e delle opere a cura di Giuseppe Mendicino. -
Oliver Twist o la storia di un orfanello
Maestro nell'intrecciare le vivaci e allucinate descrizioni dei bassifondi londinesi agli oscuri indizi di drammatici segreti e turpi misfatti, Dickens ci ha regalato un romanzo travolgente che continua ad affascinare i lettori di ogni età.Le avventure del piccolo Oliver, cresciuto in un ospizio, maltrattato in un'impresa di pompe funebri, reclutato a Londra da una banda di ladri, non sono solo una superba galleria di celebri figure dickensiane che non dimenticheremo mai (Fagin, il capo della banda di giovani delinquenti, l'assassino Sikes, la prostituta Nancy, il misterioso e malvagio Monks), ma anche un magnifico racconto sull'innocenza oppressa e uno splendido ritratto di un mondo e di un'epoca. -
Colibrì salamandra
«Se mi stai leggendo fa' conto che io sia già morta». Jane è un'analista specializzata in cybersecurity. Un giorno, nel suo caffè di fiducia, riceve una busta dal barista. Qualcuno l'ha pagato affinché gliela consegnasse. Dentro la busta ci sono una chiave, un indirizzo e un numero: 7. Jane si fa portare all'indirizzo, scoprendo che si tratta di un magazzino. Dentro il deposito numero 7 trova il primo indizio: una scatola con un colibrí imbalsamato di una varietà estinta da tempo e un biglietto con su scritto «Colibrí… Salamandra. Silvina». Jane è turbata: le salamandre rappresentano per lei un ricordo molto caro legato alle scorribande con suo fratello Ned, scomparso da ragazzo, e di quando insieme, lungo il fiume, andavano alla ricerca di questi animali. Jane è decisa a capire, anche a costo di scivolare tra le maglie soffocanti di una cospirazione mondiale. In un mondo sull'orlo del disfacimento, tra pandemie sconosciute, devastanti effetti dovuti ai cambiamenti climatici e un controllo impietoso della vita privata, Jane deve muoversi in fretta perché sente che non c'è piú tempo, per lei, per Silvina, e per il pianeta. Con la sua scrittura ipnotica e avvolgente, Jeff VanderMeer sa usare come nessun altro oggi trame avventurose per raccontare il presente. Attraverso i temi che gli sono piú cari – i cambiamenti climatici, l'Antropocene, il rapporto autodistruttivo con la natura – con Colibrí Salamandra VanderMeer firma ancora una volta un'invenzione narrativa visionaria e grandiosa. -
Le vite nascoste dei colori
Nero mezzanotte con una punta di luna, indaco che sa di mirtillo, giallo della pesca matura un attimo prima che si stacchi dal ramo: Mio sa cogliere e nominare tutti i colori del mondo. Ha appreso l'arte dei dettagli invisibili guardando danzare ago e filo sui kimono da sposa, e ora i colori sono il suo alfabeto, la sua bacchetta magica, il suo sguardo segreto. Aoi, invece, accompagna le persone nel giorno piú buio: lui prepara chi se ne va e, allo stesso modo, anche chi resta. Conosce i gesti e i silenzi della cura. All'inizio sembra l'amore perfetto, l'incanto di chi scopre una lingua comune per guardare al di là delle cose. Ma il loro incontro non è avvenuto per caso. -
Scrittura dell'anima nuda. Taccuini 1976-1992
«Ricordare è tutto: l'etica fondamentale della vita». È con questa consapevolezza che l'esperimento giocoso di compilare taccuini diventa per Goliarda Sapienza un'abitudine, un esercizio letterario e mnemonico, e infine un vizio di cui non può fare a meno. Nelle ottomila pagine di quaderni, agende, fogli irregolari, si trova la sua vera voce. Quella riservata a se stessa, intima e diretta, che allo stesso tempo confida al lettore la sua storia, senza omettere nessun dettaglio: gli umori incostanti, gli inciampi e le sorprese nella quotidianità e nella scrittura, gli autori piú amati e i viaggi che hanno modificato per sempre la percezione dello spazio. Tra le pieghe degli appunti spiccano poi le riflessioni politiche e l'analisi delle differenze generazionali. Ma è sicuramente il tocco personale e profondo di Goliarda a illuminare e rendere preziosi i suoi taccuini. A cura di Gaia Rispoli. Prefazione e Ritratto di Goliarda Sapienza a cura di Angelo Pellegrino. -
Le avventure di Tom Sawyer
Dal 1876 Tom Sawyer e i suoi compagni di avventure Huck Finn, Joe Harper e Becky Thatcher hanno conquistato intere generazioni che hanno letto e fatto leggere le mirabolanti storie di cui sono protagonisti i ragazzi (e un po' gli adulti) di St Petersburg sul Mississippi, un vero centro del mondo proprio perché isolato dal resto della terra. Qui, ai confini della società civile, prima che scomparissero le frontiere e in una natura incontaminata, Mark Twain ambienta il suo romanzo piú amato insieme con Huckleberry Finn, che ne è il seguito: le vicende dei giovani protagonisti scuotono il villaggio dal suo pacifico torpore e diventano, come ha scritto Cesare Pavese, «autentiche storie di un'anima – di un corpo, – memorie, per cui il reale non è un dato, ma una scoperta inesausta». Con un saggio di Vernon Louis Parrington. Traduzione di Enzo Giachino. Introduzione di Gianni Zanmarchi.