Sfoglia il Catalogo illibraccio006
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 8401-8420 di 10000 Articoli:
-
Il sapere mitico. Un'antropologia del mondo antico
L'universo narrativo degli antichi non costituiva soltanto un serbatoio di storie appassionanti, ma anche uno strumento per costruire, trasmettere e comunicare modelli di pensiero e forme di comportamento sociale propri della cultura che lo aveva generato.Al centro dell'interesse di questo volume troviamo i temi di maggior rilevanza – l'essere umano, il divino, il genere, lo spazio e il tempo... – che emergono dai miti e dai racconti dei Greci e dei Romani. Tutti questi temi sono analizzati secondo una prospettiva antropologica e organizzati in modo da consentire una visione sinottica delle corrispondenze – e delle non meno significative differenze – tra le «mappe concettuali» delle due civiltà. Troppo spesso, infatti, le due culture sono ancora trattate come un unicum indistinto e confuso, nel quale la civiltà romana viene sistematicamente descritta come una copia sbiadita del supposto originale greco. Negli innumerevoli racconti di cui questo libro si compone, narrazione e conoscenza si intrecciano, per spalancare altrettante finestre sul mondo affascinante della cultura antica. -
Anima mundi. Scritti filosofici
Il piú importante filosofo italiano del Rinascimento: un'ampia antologia ragionata.I poeti e i pittori a lui contemporanei lo ritraevano come un novello Orfeo che aveva saputo scendere nei recessi dell'antichità per riportare alla luce la vera sapienza. Marsilio Ficino è l'intellettuale piú influente della famosa cerchia medicea intorno a Cosimo (che Marsilio considerava un secondo padre) e poi a Lorenzo il Magnifico. Punto di riferimento imprescindibile, prima da emulare poi da contrastare, per Pico. Spesso associato al neoplatonismo, che grazie a lui in effetti diventò la «moda» filosofica degli anni Settanta-Ottanta del Quattrocento in tutta Italia, Ficino ha un percorso molto piú variegato e complesso. Questa antologia dei suoi scritti (opere e lettere) prova per la prima volta a dar conto dell'evoluzione del suo pensiero. A partire dall'epicureismo degli anni giovanili, quando il filosofo fiorentino faceva della voluptas il vero motore del mondo, alle piú originali sintesi di platonismo e aristotelismo, fino al pensiero magico-ermetico dell'età matura. Compresa l'iniziale infatuazione savonaroliana e la furiosa invettiva finale contro il frate domenicano finito sul rogo. Un percorso punteggiato da un apparato iconografico che presenta alcuni capolavori della pittura tardo-quattrocentesca, tutti strettamente legati alla biografia o ad alcuni passaggi delle opere di Ficino. -
Karma e rinascita nel pensiero indiano
Indagando l'eterogeneità e la fluidità delle posizioni filosofiche che affermano o falsificano la causalità del karman e la continuità tra azione e nascita, tra agente e retribuzione, tra ricompensa e punizione, Halbfass fa da intermediario fra l'orizzonte dei grandi pensatori sudasiatici e quello filosofico europeo.Con questo libro, rivolto a un pubblico generale e non solo di specialisti, uno dei piú illustri studiosi delle tradizioni culturali sudasiatiche offre una visione chiara e completa della storia e del significato delle diverse dimensioni filosofiche delle dottrine indiane sul karma e sulla rinascita: due concetti intimamente correlati e i cui ambiti coprono l'intero spettro del vissuto umano, passato, presente e futuro. Infatti, se la parola sanscrita karman indica l'agire, l'operare e il fare in senso lato, l'idea di «rinascita» – veicolata dal termine sanscrito samsara – è sempre relativa ai diversi modi di intendere le conseguenze che derivano da tale agire. Non c'è azione che non risenta degli effetti dell'aver operato in passato, cosí come non c'è gesto presente estraneo ai timori e alle speranze circa ciò che andrà a produrre. In che modi il gesto venga reso azione e l'azione venga collegata a conseguenze necessarie è il tema che Wilhelm Halbfass affronta a partire dalla storia intellettuale del Sudasia, sollevando problemi e questioni che vanno ben oltre l'analisi di aspetti peculiari degli studi indologici. -
Misurare ciò che conta. Al di là del Pil
M come Misurare. Perché è il momento di andare al di là del Prodotto interno lordo, il Pil. Dobbiamo misurare ciò che conta e ciò che conta davvero è il benessere.Nel 2009 un gruppo di economisti capitanati dai premi Nobel Joseph Stiglitz e Amartya Sen e dal prestigioso economista francese Jean-Paul Fitoussi aveva scritto un rapporto che metteva in dubbio il Prodotto interno lordo (Pil) come strumento di misura del progresso e del benessere. Ciò ha dato il via a una discussione globale in relazione al Pil e a un importante movimento tra studiosi, decisori politici e attivisti, per cambiare il modo con cui misuriamo le nostre economie. Ora con Misurare ciò che conta Stiglitz, Fitoussi e Martine Durand – ricapitolando le riflessioni di un comitato di esperti sulla misurazione della performance economica e del processo sociale, promosso dall’Ocse – propongono una nuova agenda, «oltre il Pil». Il volume offre una panoramica di tale movimento globale negli ultimi dieci anni e propone un nuovo armamentario di metriche per stabilire la salute di una società, incluse misure sulla diseguaglianza e la vulnerabilità economica, sulla sostenibilità ambientale e su come le persone percepiscono la propria vita. -
I Mandarini
Il romanzo di una generazione di intellettuali nella Parigi esistenzialista del secondo dopoguerra.Nel quadro dell'intera produzione di Simone de Beauvoir, I Mandarini, insieme all'autobiografia – Memorie d'una ragazza perbene, L'età forte, La forza delle cose, A conti fatti –, è il romanzo piú significativo ed emblematico. Nessuno meglio di Beauvoir avrebbe potuto raccontare la tumultuosa stagione di questo dopoguerra, in cui gli intellettuali francesi, i Mandarini appunto, erano gli indiscussi protagonisti della vita culturale e politica (basti pensare a Sartre e a Camus). Le vicende di Henri, Nadine, Anne, Dubreuilh, dei giovani «esistenzialisti» e delle ragazze che girano a vuoto, riflettono le lacerazioni di un mondo che non sa trovare il suo equilibrio, sospeso com'è tra speranze, ideali e il duro confronto con la realtà. -
Pinocchio. Le avventure di un burattino doppiamente commentate e ...
Dopo La follia di Hölderlin, Giorgio Agamben legge il celebre romanzo di Collodi, scansando le comuni interpretazioni esoteriche a favore di un'«illuminazione profana» in cui corpo e immaginazione si compenetrano.«Il naso è l’espressione dell’incorreggibile, picaresca insolenza di Pinocchio, e solo secondariamente della sua altrettanto picaresca furfanteria. In questione, in quel naso che non finisce mai è, piuttosto, qualcosa come una costitutiva indefinizione della natura del burattino, che, come quella degli abitanti del Regno segreto, è “pendula” e in continua rivoluzione. La menzogna è qui per cosí dire fisiologica, legata al carattere indeterminabile, alla vaghezza di un’esistenza che per questo non può che essere indefettibilmente mancata. Il naso senza fine di Pinocchio, che non passa piú dalla porta della camera e che rischia di conficcarsi negli occhi della fata, è la sua verità, che smentisce la falsa antinomia con la quale la fata vorrebbe definirlo: le bugie che hanno le gambe corte e quelle che hanno il naso lungo. La verità non è un assioma fissato una volta per tutte: cresce e diminuisce “a occhiate” insieme alla vita, al punto di diventare sempre piú ingombrante e difficile per chi vi aderisce senza riserve – come il naso di Pinocchio, appunto».«Nessun libro finisce», ha scritto di Pinocchio Giorgio Manganelli. «I libri non sono lunghi, sono larghi. La pagina non è che una porta ad altra porta, che porta ad altra. Finire un libro significa aprire l’ultima porta, affinché nessuna porta si chiuda piú». È una porta di questo genere, che comunica segretamente col suo libro precedente su Hölderlin, che Agamben apre con questo doppio commento, tre volte illustrato, del libro piú letto e tradotto di tutta la letteratura italiana. E lo fa togliendo decisamente di mezzo e, insieme, riformulando da capo le interpretazioni esoteriche delle avventure del burattino, dalla morte alla rinascita, dalla metamorfosi asinina all’inghiottimento nel ventre della balena. Collodi inventa poeticamente, non applica dottrine massoniche trasmesse da imprevedibili iniziati. È vivendo le sue avventure di burattino, la vendita dell’Abbecedario, l’ingresso nel Gran Teatro, la fuga nel Paese dei balocchi, l’incontro col Gatto e la Volpe, la trasformazione in ciuco e il viaggio nel ventre del Pesce-cane che Pinocchio, come Lucio nel romanzo di Apuleio, è iniziato, ma ciò a cui è iniziato è la sua stessa vita. E il libro che ne risulta non è una fiaba, non è un romanzo, non è ascrivibile ad alcun genere letterario, proprio come il suo protagonista, che non è né un animale né un ragazzo, non è nemmeno un «che», ma solo un «come»: è, nel senso piú stretto della parola, una via di uscita o di fuga, tanto dall’umano quanto dall’inumano – per questo non fa che correre, e quando alla fine si ferma è perduto. -
Seta. Fibre, tessuti e moda. Ediz. illustrata
Tutto sulla seta: tra storia e geografia, la produzione della regina dei tessuti in un prezioso volume rilegato in stoffa e magnificamente illustrato con una selezione di tessuti, arredi e vestiti, dall'antichità ai giorni nostri. Con oltre 600 illustrazioni.«Attraverso la storia e le illustrazioni, il libro celebra la gloria delle mani degli artigiani che hanno fatto della seta un'opera d'arte.» – Tiziano Gianotti, D - la RepubblicaLa seta ha ispirato la creatività nella produzione di tessuti per millenni. Attingendo alle eccezionali collezioni del Victoria and Albert Museum di Londra, il volume, riccamente illustrato, offre un resoconto dettagliato di come la seta è stata coltivata, tessuta, tinta, modellata, venduta e indossata in tutto il mondo negli ultimi 2000 anni. Dai tesori storici in Cina e Sud America alle mostre internazionali europee del diciannovesimo secolo e le collezioni degli stilisti d'America, Asia ed Europa, il volume organizza una selezione mozzafiato di sete. I colori, i motivi e le trame di Seta rivelano una varietà davvero notevole di tecniche decorative e il ricco scambio di idee e abilità tra culture diverse. -
Cronache dal selvaggio West. Hap e Leonard, le origini
Risse da bar, scazzottate sul ring, barbecue in famiglia e l'incessante lotta contro i torti sui piú deboli: cinque avventure inedite che riportano Hap e Leonard alla loro giovinezza e fanno luce sulle origini della loro leggendaria amicizia.«Spero che vi piacerà leggere questi racconti tanto quanto a me è piaciuto scriverli. E questo è quanto. Dalle terre selvagge del Texas orientale, vi mando un saluto.»Con l'umorismo nero che lo contraddistingue, e la malinconia di chi ha passato una vita con i propri personaggi, in Cronache dal selvaggio West Joe R. Lansdale approfondisce e arricchisce il mito di Hap e Leonard: a volte drammatici, a volte esilaranti, e sempre sopra le righe, in questi racconti estremamente autentici si ha la sensazione di tornare a casa dopo tanto tempo. Perché, come dice Hap: «Ci sono persone con cui non parli per un paio d'anni, forse di piú, ma appena le vedi ti sembra che abbiano lasciato la stanza solo un momento fa, e cosí fu per me e Leonard». -
Africani europei. Una storia mai raccontata
La straordinaria storia degli africani europei che rivela antichi e svariati legami tra due continenti.Nel III secolo d.C. san Maurizio, un egiziano, divenne capo di una leggendaria legione romana. Fin da allora ci sono stati innumerevoli incontri tra quelli che sono definiti «africani» con coloro che vengono definiti «europei». Eppure ancora oggi si ritiene perlopiú che gli africani e gli africani europei siano in Europa una presenza recente. Olivette Otele ricostruisce un ampio retaggio afroeuropeo attraverso le vite di individui comuni e straordinari. Svela cosí un passato dimenticato, da quello dell'imperatore Settimio Severo a quello di africani ridotti in schiavitú che vivevano in Europa durante il Rinascimento; fino a giungere ai migranti dei nostri giorni che si dirigono verso le città europee. Nell'esplorare una storia che è stata ampiamente trascurata, Otele getta luce su questioni di grande attualità: il razzismo, l'identità, il potere e la resilienza.Sono stati scritti molti libri preziosi sulle vite dei neri nei contesti geografici piú disparati. Ma solo un numero ridotto di essi si occupa nello specifico dell'esperienza delle persone di origine africana in Europa prima dei due conflitti mondiali. Africani europei va a fondo nelle pieghe della storia europea in Africa e, viceversa, della storia africana in Europa, per capire come questi due continenti si siano contaminati a vicenda fin dall'antichità. Un esempio di questo scambio mai proficuo per la parte africana: san Maurizio veniva dall'Egitto e divenne capo di una legione romana nel III secolo d.C. ed è infatti spesso raffigurato come un santo dalla pelle nera. Proprio questo è il punto: la storia degli africani in Europa è sempre stata raccontata per eccezionalismi, ovvero singole figure che arrivavano da un altro continente e diventavano protagonisti di storie d'amore, spiritualità e violenza. Olivette Otele invece, per la prima volta, tenta di raccontarne la storia completa, eccezionale perché di tutti. Il suo obiettivo è offrire una molteplicità di storie che siano un punto di partenza per studiare il passato e smantellare l'oppressione razziale nel presente, decifrare connessioni temporali e spaziali, sfatare miti persistenti e riportare alla luce le vite degli afroeuropei. Africani europei è un omaggio a storie – africane, europee e mondiali – di collaborazione, migrazione, resilienza e creatività che aspettavano da secoli di essere raccontate. -
Body Art
Una storia di fantasmi, forse. L'allucinazione di un'artista costretta a confrontarsi con un dolore piú grande di lei, una meditazione sul tempo e sullo spazio e un viaggio dentro il mistero della creazione artistica.«Il tempo sembra passare. Il mondo accade, gli attimi si svolgono, e tu ti fermi a guardare un ragno attaccato alla ragnatela. C'è una luce nitida, un senso di cose delineate con precisione, strisce di lucentezza liquida sulla baia. In una giornata chiara e luminosa dopo un temporale, quando la piú piccola delle foglie cadute è trafitta di consapevolezza, tu sai con maggiore sicurezza chi sei.»Chi è lo sconosciuto dall'aspetto dolce e infantile per cui tempo, spazio e linguaggio non hanno senso? O almeno non lo stesso senso che hanno per noi. O per Lauren, la giovane body artist che se lo trova davanti all'improvviso in una delle tante stanze della vecchia casa sulla costa del Maine dove vive sola. Rey, suo marito da pochi mesi, si è suicidato, e lo sconosciuto parla con la sua voce, pronuncia frasi che Lauren è sicura di avere già sentito... Un libro scarno e perturbante che racconta la storia di un abbandono e traccia il diario di ogni solitudine. -
L' era degli scarti. Cronache dal Wasteocene, la discarica globale
Un viaggio nella nostra epoca, il Wasteocene, l'era degli scarti. Un'era segnata dalla continua produzione di persone, comunità e luoghi di scarto. Una discarica globale che dobbiamo smantellare.Secondo alcuni studiosi siamo entrati in una nuova era geo- logica, l'Antropocene, segnata dal dominio degli umani sull'intero pianeta. Questo libro propone una lettura diversa della nostra crisi socio-ecologica; invece che di Antropocene, bisognerebbe parlare di Wasteocene (dall'inglese waste , scarto), ovvero di un'epoca segnata dalla continua produzione di persone, comunità e luoghi di scarto. L'imposizione di relazioni socio-ecologiche che producono comunità umane e non umane di scarto implica la costruzione di ecologie tossiche fatte di sostanze e narrazioni contaminanti. In un viaggio tra Napoli e Agbogbloshie, in Ghana, tra fantascienza ed epidemie, Marco Armiero porterà i lettori nelle viscere del Wasteocene, ma indicherà anche le esperienze di resistenza che lo stanno smantellando. -
L'Italia nel Novecento. Dalla sconfitta di Adua alla vittoria di ...
Una storia del Paese-Italia e non soltanto della nostra nazione che ripercorre le tappe di una difficile modernizzazione tra l'Europa e il Mediterraneo.«La materia italiana che compone questo libro è come un magma sotterraneo ancora ribollente» – Adriano ProsperiL'Italia nel Novecento è una storia del Paese-Italia e non soltanto della nostra nazione che ripercorre le tappe di una difficile modernizzazione tra l'Europa e il Mediterraneo. Con un taglio divulgativo ma un'impostazione scientifica rigorosa, il libro si rivolge a un pubblico ampio grazie a una prosa chiara e avvincente. Il lavoro presenta soprattutto due originalità. La prima: affronta i classici nodi della storia italiana con piena consapevolezza dei dibattiti revisionistici che hanno attraversato il confronto storiografico negli ultimi trent'anni, ma al tempo stesso li storicizza depurandoli della loro origine ideologica e militante. La seconda: offre una lettura sintetica, ma generale, di una serie di fenomeni – movimenti sociali, violenza politica, lotta armata, stragismo, terrorismo interno e internazionale – nell'arco lungo 1966-85, che ha dei tratti di novità e di presa di distanza, dovuti, anche in questo caso, a una ragione di tipo generazionale. -
Arancia meccanica
La storia di Alex, della violenza che si porta dentro e di quella del mondo cinico e ottuso che pensa di poterlo curare. Un grande classico contemporaneo, terrificante e meraviglioso.«Per molti versi il libro sono io: perché quello che scriviamo riguarda molto quello che siamo. E il libro rivela una battaglia interiore con questa idea: quella del male. Non solo il male, ma il pericolo di provare a correggerlo. In linea di massima sono molto scettico riguardo all'uso del potere per cambiare gli altri. Alla fine noi, in quanto esseri umani, dobbiamo scendere a patti da soli con il dilemma del bene e del male, di ciò che è giusto e sbagliato, come di qualsiasi altra cosa. Dio non lo farà al posto nostro. Se un Dio c'è, è un Dio sovrumano: a lui poco importa delle motivazioni umane. Anche se al mondo non ci fossero piú esseri umani i principî del bene e del male continuerebbero a esistere. Non credo che tra duemila anni, sempre se esisterà ancora, il mondo sarà meno malvagio, o meno buono. Il conflitto non finisce mai.» (Anthony Burgess)Prefazione di Martin Amis. A cura di Andrew Biswell. Completano il volume un glossario, un'appendice di testi inediti dell'autore, alcune pagine annotate del manoscritto originale. Nuova traduzione di Marco Rossari. -
Le stagioni di Giacomo
Quello che Rigoni Stern racconta è un mondo ancora integro, dominato da un forte senso della comunità, sapiente nella sua conoscenza e nel rispetto della natura e dei suoi ritmi: una civiltà armoniosa che oggi appare travolta da un degrado irreversibile.rn«Le stagioni del bosco, le stagioni della comunità, le stagioni di Mario... per confrontarci con la carne viva dell'esistenza» – Laura ParianiUna piccola comunità dell'Altipiano di Asiago è uscita stremata dalla Grande Guerra: ovunque macerie, povertà, disoccupazione. Chi non emigra all'estero ha davanti a sé come unico lavoro possibile quello del «recuperante»: battere la montagna alla ricerca dei residui bellici da rivendere per pochi centesimi. Giacomo, il protagonista del romanzo, apprende il mestiere fin da bambino: quando una giornata di recupero significava un concreto aiuto al magro bilancio familiare, o un piccolo svago domenicale. Al seguito del padre e nel silenzio dei monti, impara a dialogare con i soldati scomparsi, ma anche a conoscere la natura, ad amarla, a decifrarne il linguaggio segreto. Quello che Rigoni Stern racconta è un mondo ancora integro, dominato da un forte senso della comunità, sapiente nella sua conoscenza e nel rispetto della natura e dei suoi ritmi: una civiltà armoniosa che oggi appare travolta da un degrado irreversibile. L'autore ce la restituisce con poetica semplicità in un libro che è testimonianza appassionata, narrazione di memoria e «foto di gruppo» di profonda verità umana. Cronologia della vita e delle opere a cura di Giuseppe Mendicino. -
Arboreto salvatico
Rigoni Stern sceglie venti alberi a lui particolarmente cari e li «racconta», dandone le caratteristiche botaniche e ambientali, illustrandone la storia e le ricchezze, spiegando gli influssi che hanno avuto nella cultura popolare e nella letteratura, e animando il suo arboreto con le proprie esperienze di uomo di montagna, i ricordi, la nostalgia di «quando gli uomini vivevano con la natura».«Di Rigoni Stern è il libro piú poetico e insieme piú scientifico... Un libro luminoso e misterioso» – Paolo CognettiDal larice «albero cosmico lungo il quale scendono il sole e la luna», alla quercia con la sua forza araldica, al faggio «albero felice agli dèi», al tasso simbolo della morte e dell'eternità: Rigoni Stern sceglie venti alberi a lui particolarmente cari e li «racconta», dandone le caratteristiche botaniche e ambientali, illustrandone la storia e le ricchezze, spiegando gli influssi che hanno avuto nella cultura popolare e nella letteratura, e animando il suo arboreto con le proprie esperienze di uomo di montagna, i ricordi, la nostalgia di «quando gli uomini vivevano con la natura». La descrizione si intreccia cosí alle riflessioni personali dello scrittore che vede una consonanza di vicende e di destini tra gli uomini e gli alberi, chiusi nella parabola eterna di nascita e morte, gioia e sofferenza, destinati magari a vivere a lungo, ma comunque condannati a sparire, a essere sostituiti. Cronologia della vita e delle opere a cura di Giuseppe Mendicino. -
Cosmopolis
Un giorno nella vita del giovane miliardario Eric Packer. Un'odissea contemporanea, surreale, sullo sfondo di un'oscura minaccia e del crollo dei mercati mondiali.Aprile 2000. Mattina. Sull'East River. Il giovane miliardario Eric Packer esce dal suo lussuoso attico a tre piani e sale sulla limousine bianca per andare a tagliarsi i capelli a Hell's Kitchen. È l'inizio di un viaggio lungo un giorno che lo porterà ad attraversare Manhattan per andare incontro al proprio destino. Durante il tragitto Packer, ossessionato da una folle scommessa finanziaria contro lo yen e da un'oscura «minaccia attendibile» alla propria incolumità, incontra gli uomini e le donne della sua vita sullo sfondo di scenari erotici, o tragici, o enigmatici. Con un vivace alternarsi di situazioni metafisiche e comiche, dove il tempo subisce un'accelerazione e il presente finisce per confondersi con il futuro, Don DeLillo descrive il mondo contemporaneo con una profondità che sfiora la premonizione. -
Collezionisti e musei. Una storia culturale
Oggi il museo non solo rientra fra i principali luoghi di formazione del sapere e di produzione culturale, ma, coinvolgendo l'uso politico del patrimonio, si rivela anche una potente arena per la rappresentazione, talvolta utopica, delle rispettive identità. Le eredità del passato, riconfigurate nel presente, generano cosí nuove narrazioni. Questo libro propone un approccio innovativo alla disciplina, che supera la tradizionale divisione netta fra la parte storica e quella metodologica, l'una consacrata alla genesi dei musei e alla storia del collezionismo e delle mostre, l'altra alle tipologie architettoniche, all'evoluzione degli standard museali e alle pratiche connesse a un'efficace gestione della «macchina museale». Raffaella Fontanarossa allarga inoltre la consueta prospettiva eurocentrica, indagando le concezioni, talvolta antitetiche, che hanno preso forma in contesti culturali e linguistici lontani dai nostri, come per esempio la Cina e il Giappone, dove si sta scrivendo un nuovo, significativo capitolo della lunga e affascinante storia dei musei. -
Lo spazio delle donne
Per tanto tempo le donne sono state abituate a sentirsi incapaci e senza talento. La memoria delle loro opere non ha contato. Per illuminare uno spazio cosí fuori campo non basta aggiungere nomi, né la soluzione è cancellare il passato. Piuttosto, servono altre parole e nuove inquadrature.«Nel volume, dalla scrittura limpida al pari delle argomentazioni proposte, s'incontrano Virginia Woolf e Doris Lessing, Alice Munro e Annie Emaux, Ruth Bader Ginsburg e Toni Morrison, Alba de Céspedes ed Elena Gianini Belotti, Carla Lonzi e Luisa Muraro, senza contare i tanti riferimenti al cinema e all'arte. Il messaggio, però, è politico, ancor prima che culturale: l'augurio, allora, è che la politica sappia recepirlo, e agisca.» – Eliana Di Caro, Domenica - Il Sole 24 OrePer molti secoli sono state ritenute interessanti solo le opere e i libri degli uomini, mentre le donne sono state addestrate a non avere talento. Sono state silenziate, dimenticate, messe fuori. La soluzione ora è ricostruire l'intero campo su cui si gioca la partita della cultura. La tesi di fondo di questo libro è: come smettere di considerare il mondo solo in termini maschili. Uscire da questa ""naturalezza"" e da questa ""normalità"" pregiudiziali non è un obiettivo polemico, ma un'opportunità critica di crescita e di confronto, anche interculturale. Per smettere di considerare il mondo e la cultura solo in termini maschili non si tratta di guardare il paesaggio culturale del Novecento, per esempio, aggiungendo anche le donne, né di ripetere la logica dell'harem, dell'aiuola, o del club per soli uomini. Bensí di far contare la presenza e l'importanza delle donne, anche quando sono state ammutolite o oscurate. -
Gli Effinger. Una saga berlinese
La saga degli Effinger ha inizio con Paul e Karl – figli del capostipite Mathias, orologiaio a Kragsheim – che da un piccolo paese si dirigono alla volta della Berlino cosmopolita per cercare fortuna. Ambiziosi e irrequieti, mecenati talentuosi e sensibili, ardenti patrioti e prussiani, in poco tempo gli Effinger riescono a guadagnarsi la fama di abilissimi imprenditori e a diventare una delle famiglie piú importanti della città. Ma dopo la Prima guerra mondiale, le loro certezze borghesi cominciano a sgretolarsi e piano piano anche le loro splendide feste non possono piú nascondere l’antisemitismo sempre piú dilagante e brutale. Un classico in corso di pubblicazione in tutto il mondo. Prima edizione italiana. -
Artù, Lancillotto e il Graal. Vol. 3: Lancillotto del lago (La ca...
«Lettrici e lettori che siano arrivati fin qui, nel loro percorso attraverso le pagine del ciclo di Lancillotto e del Graal, avranno già oltrepassato la metà dell'immenso edificio narrativo. Dopo gli antefatti della Storia del Santo Graal e le storie di Merlino e del giovane Artú (vol. I), le prime due sezioni del grande romanzo centrale, il Lancillotto del Lago (vol. II), hanno seguito il migliore dei cavalieri dall'infanzia presso la Dama del Lago e dall'arrivo alla corte di Artú attraverso le sue mille avventure, l'amore ricambiato per la regina Ginevra, l'amicizia con Galehaut, l'odio di Morgana, l'ammissione alla Tavola Rotonda, le guerre, i tornei, le foreste e gli incantamenti. A metà del romanzo, nella pagina che chiude il volume precedente di questa edizione, quel mondo sembra essere arrivato a un punto di non ritorno, con la tragica morte di Galehaut. Il re delle Isole Lontane, che pur essendo in grado di sconfiggere Artú gli si era sottomesso solo per amore di Lancillotto, e che aveva avuto poi un ruolo decisivo nel favorire la reciproca dichiarazione d'amore e il primo bacio tra lui e Ginevra, l'amico che aveva assicurato a Lancillotto in ogni momento un punto d'appoggio sicuro nel suo complesso rapporto con la corte arturiana, muore di dolore, credendo che il suo amico sia morto. Questo snodo dell'intreccio era necessario per introdurre la vicenda della carretta, la prova infamante a cui Lancillotto si sottopone per salvare Ginevra, rapita dal crudele Meleagant: l'episodio, con cui inizia la seconda metà del romanzo in prosa, era stato infatti oggetto del celebre romanzo in versi di Chrétien de Troyes, Le chevalier de la charrette (1180 ca.), il primo a noi noto che abbia Lancillotto come protagonista, e in quel romanzo la figura di Galehaut non è menzionata. L'autore del Lancillotto del Lago introduce qui l'episodio (CVII-CXIII), quando Galehaut è morto ma Lancillotto ancora non lo sa: lo apprenderà solo in seguito, quando troverà la sua tomba (CXX). Con questo accorgimento il romanzo in prosa può inserire l'episodio della carretta seguendo il celebre precedente quasi alla lettera, sfruttando la fama di Chrétien ma allo stesso tempo incastonando quel singolo exploit, ben noto al suo pubblico, nella complessa storia del protagonista. Dopo aver appreso della morte di Galehaut in realtà Lancillotto non sarà piú lo stesso: per due volte, sebbene inconsapevolmente, tradisce Ginevra, è costretto a fare i conti con i propri limiti, che gli impediranno, a lui il cavaliere migliore del mondo, di essere il predestinato all'impresa del Graal, e in piú d'un'occasione si abbandona alla follia (incarnando un modello ben presente all'Ariosto per la pazzia di Orlando). E con la trasformazione del suo protagonista, il romanzo prende un andamento diverso.» (dalla Premessa di Lino Leonardi)Traduzione, introduzioni e commento di Carlo Beretta, Luca Cadioli, Massimiliano Gaggero, Claudio Lagomarsini, Elena Stefanelli, Roberto Tagliani.I.La storia del Santo GraalLa storia di MerlinoIl seguito della storia di MerlinoII.Lancillotto del Lago (La Marca di Gallia - Galehaut)III.Lancillotto del Lago (La carretta - Agravain)IV.La ricerca del Santo GraalLa morte di...