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Il cinema, l'immortale
Piú o meno alla fine di ogni decennio il cinema è stato dichiarato morto, da quando è nato in quel famoso 28 dicembre 1895. Gli stessi fratelli Lumière che gli diedero i natali dissero che si trattava di «una invenzione senza futuro» e lo dissero pensando alla vertiginosa evoluzione tecnologica di cui si erano fatti essi stessi interpreti in quanto industriali, produttori di pellicole e macchine da ripresa. Cosí il buon vecchio film, pur essendo nato per il grande schermo, ma essendosi adattato meravigliosamente al piccolo fin dalla diffusione dei primi apparecchi televisivi (parliamo degli anni Cinquanta del secolo scorso), pare stia facendo la parte del leone sulle innovative piattaforme digitali. Durante il blocco dovuto alla pandemia e anche dopo, i film hanno superato le serie tv. Cos'è quindi il cinema oggi? È arrivato il momento di chiederselo fino in fondo. -
Nel nome della madre
Nel 2018 Aimara Garlaschelli ha curato e tradotto La terra desolata di Eliot. Questa importante esperienza si è senz'altro riverberata in questo suo poemetto, che emblematicamente ha lo stesso numero di versi del modello eliotiano (433) e la stessa ambizione di contenere tutto. Nel nome della madre presenta infatti tracce significative delle tragiche cronache dei nostri giorni, ma anche del femminile attraverso il mito. Ci sono i corpi nel loro aspetto piú sgradevole ma anche l'incanto degli angeli, gli aborti e le nascite, e poi la storia, il linguaggio, le reminiscenze letterarie. E molte immagini di uccelli che attraversano tutto il poemetto: rondini, allodole, falchi… Tutti riuniti in un rondò finale in forma di sestina dove queste figure di volo, di elevazione e di libertà suggellano un percorso che era partito dal fondo dei mari. Nei versi di Aimara Garlaschelli c'è una forte volontà di riappropriazione del sacro al di fuori da ogni canone religioso. Il poemetto funziona da preghiera laica in cui le parole significano ma sono anche suoni rituali. La musicalità di questa poesia, attraverso il pieno controllo di una grande sapienza metrica, riesce a dire anche dove i significati non possono arrivare. -
Orizzonti. Una storia globale della scienza
La storia della scienza non è, e non è mai stata, un'impresa unicamente europea. Copernico utilizzava tecniche matematiche prese in prestito dai testi arabi. Quando Newton stabilí le leggi del moto, si basò sulle osservazioni astronomiche fatte in Asia e in Africa. Darwin scrisse L'origine delle specie consultando un'enciclopedia cinese del XVI secolo. Ed Einstein, mentre studiava la meccanica quantistica, fu ispirato dal fisico bengalese Satyendra Nath Bose. Orizzonti si spinge oltre l'Europa, esplorando i modi in cui scienziati provenienti da Africa, America, Asia e Pacifico si inseriscono nella storia della scienza, sostenendo che essa va studiata come una storia di scambio culturale globale. Se oggi gli scienziati riconoscono senza difficoltà la natura internazionale del loro lavoro, per Poskett questa tradizione ha una storia ben piú remota, tutta da scoprire. -
Generazione Settanta. Storia del decennio piú lungo del secolo br...
Anni Settanta: il decennio piú lungo del secolo breve inizia nel 1966 con gli «angeli del fango» che accorrono a Firenze invasa dall'Arno e finisce nel 1982 con il trionfo ai mondiali di calcio. Tra questi due poli corre una storia piena di speranze e di ferocia, di sogni e di violenza in cui l'Italia, condizionata con forza dal contesto internazionale, vive trasformazioni profonde all'inseguimento di una sempre difficile modernizzazione. Questo libro racconta quegli anni generosi e terribili in cui tutto è sembrato possibile con uno sguardo generazionale non del testimone ma dello storico. Un segnale tangibile della presenza di un risveglio giovanile non legato esclusivamente alla nuova classe operaia, bensí riguardante anche la piccola e media borghesia, coinvolta nel processo di scolarizzazione di massa allora in corso, si registrò in occasione dell'alluvione di Firenze nel novembre 1966. Tantissimi giovani, mossi da una volontà d'impegno collettivo, accorsero in modo spontaneo nella città da ogni parte d'Italia per rispondere anche al bisogno di un nuovo protagonismo generazionale. Nell'immaginario comune quei ragazzi divennero i cosiddetti «angeli del fango», che s'impegnarono volontari per salvare almeno una parte del patrimonio artistico e librario custodito nei musei e nelle biblioteche fiorentine sommerse dalle acque dell'Arno. La voglia di contare si mescolava con un'ansia pungente di ribellione, che contestava i valori perbenisti e i modelli di vita borghesi. Quell'irrequietezza esistenziale poteva trasformarsi in una rabbia sorda e impotente. È da qui che Miguel Gotor inizia a raccontare i momenti chiave del «decennio piú lungo del secolo breve» arrivando fino al 1982, data del trionfo dell'Italia nei mondiali di calcio. Un decennio turbinoso, ove le contraddizioni della modernizzazione sono il basso continuo su cui si muovono la contestazione giovanile e quella operaia, e ancora la strategia della tensione, lo stragismo e la lotta armata, la solidarietà nazionale, il movimento del Settantasette e il femminismo fino al tramonto della guerra fredda. -
Il Testamento di Heiligenstadt e Quaderni di conversazione
«L'arte, soltanto lei mi ha trattenuto». I famosi Quaderni presentati per la prima volta in versione italiana nell'intero arco della loro durata. Le parole e la sofferenza che ci portano accanto a Beethoven. Trentenne, Beethoven intuisce che la sua sordità sarà per sempre. In un momento di disperazione scrive una lettera che non spedirà mai, il Testamento di Heiligenstadt. È un lucido esercizio di autoanalisi, che gli permette di superare le pulsioni autodistruttive: «L'arte, soltanto lei mi ha trattenuto». Negli ultimi dieci anni di vita, il solo modo per comunicare con lui è scrivere ogni cosa su taccuini dai quali mai si separa. Ne rimangono 139, sono i Quaderni di conversazione, il materiale biografico più intimo grazie al quale possiamo condividere la quotidianità, il lavoro creativo, la nascita della Nona Sinfonia e degli ultimi capolavori, la lunga rabbiosa vicenda giudiziaria che lo contrappone alla vedova di suo fratello per ottenere la tutela dell'unico nipote, le sofferenze provocate dall'infermità. Attorno a lui, e alla cerchia ristretta degli amici, nell'Europa uscita dalle guerre napoleoniche si rafforzano i regimi della Restaurazione, si incendiano i primi moti rivoluzionari. Sottratti al controllo della censura, i Quaderni, presentati per la prima volta in versione italiana e nell'intero arco della loro durata, rappresentano una testimonianza insostituibile. -
La tecnologia è religione
Che differenza c'è tra danzare per far piovere, e schiacciare un tasto per illuminare uno schermo? In entrambi i casi, un movimento del nostro corpo fa accadere qualcosa. Nel primo caso, la danza della pioggia si rivolge a una qualche divinità e il dispositivo che ne attiva l'intervento è il nostro corpo. Nel secondo caso il dispositivo è un prolungamento del corpo. Norbert Wiener, matematico, sottolineava, già negli anni Cinquanta del Novecento, la pericolosa e facile identità tra religione e tecnologia. È dunque ragionevole domandarsi oggi quanto politiche culturali prive di immaginazione abbiano allontanato la tecnologia dalla scienza, trasformandola in una fede che ha i propri sacerdoti, i black fridays di festa, gli eretici, gli atei e i martiri da social network. -
Non aprite quella morta
Dai jinn infuriati alle ombre malevole, dagli spettri di antichi viaggiatori fino ai mutaforma succhiatori di anime, Joe R. Lansdale e sua figlia Kasey dànno vita alle avventure di un duo di detective donne come non si era mai visto nella letteratura del sovrannaturale. Che si tratti di un faro maledetto, di una villa infestata in Italia, di un inquietante sfasciacarrozze in Texas o di un sinistro villaggio sotterraneo, Dana Roberts e la sua assistente Jana si ritrovano ogni volta a indagare su casi inspiegabili e parecchio pericolosi. Ad assisterle, oltre all'intuito infallibile e un ingegno analitico che tanto ricordano quello di Sherlock Holmes e John Watson, una serie di preziosissimi oggetti-amuleti: acqua santa, candele fatte di grasso umano, polveri benedette, terra di cimitero e vari strumenti di magia che acquistano potere grazie alla fede di chi li possiede. Qualsiasi cosa pur di impedire agli esseri provenienti da altre dimensioni di creare scompiglio nel nostro mondo. Una raccolta di storie inedite popolate da personaggi memorabili che colloca Joe e Kasey Lansdale al fianco dei maestri indiscussi dei libri dell'orrore. -
Immunità comune. Biopolitica all'epoca della pandemia
Per la prima volta nella storia, quando l'intera comunità mondiale richiede di essere salvaguardata, l'immunità sembra perdere i suoi connotati costrittivi e richiedere una nuova interpretazione, insieme biologica e politica.Che negli anni della pandemia l'immunizzazione sia diventata il baricentro dell'intera esperienza contemporanea è ormai sotto gli occhi di tutti. Dalla medicalizzazione della politica al disciplinamento degli individui, dal confinamento sociale al controllo della popolazione, le società contemporanee sembrano preda di una vera sindrome immunitaria. Per comprendere gli effetti ambivalenti di questo fenomeno bisogna risalire alla sua genesi moderna, allorché i linguaggi del diritto, della politica e della medicina cominciano a saldarsi nell'orizzonte biopolitico in cui da tempo viviamo. La stessa democrazia ne risulta profondamente modificata nelle sue procedure e nei suoi presupposti. Questo processo, preconizzato venti anni orsono da Roberto Esposito in Immunitas , è oggi al centro del dibattito filosofico internazionale. Le tensioni drammatiche che sperimentiamo in questi anni tra sicurezza e libertà, norma ed eccezione, potere ed esistenza, rimandano tutte al rapporto complesso tra comunità e immunità, che questo libro ricostruisce nei suoi snodi decisivi. A venire illuminate da uno sguardo rigoroso e originale sono le dinamiche sociali, politiche, antropologiche del nostro tempo. Ma anche ciò che si affaccia ai suoi confini esterni. -
Paralleli ovvero similitudini
Le Parabolae di Erasmo sono un'opera del 1514 costituita da 1369 frasi brevissime in cui vengono fatti dei paragoni tra attività della vita quotidiana e comportamenti dell'uomo dal punto di vista morale. Nel commento si evidenzia per ogni aforisma la fonte (spesso Plutarco, ma anche Seneca, Plinio il Vecchio e altri) di volta in volta rielaborata piú o meno liberamente da Erasmo. Il libro è fratello minore degli Adagia e risponde allo stesso gusto per i motti, per il ""pensiero breve"", per la letteratura al servizio dell'etica. Tutto pervaso di cultura classica, non presenta soggetti e tematiche religiose. Fu un grande successo editoriale: ben otto edizioni successive ancora vivente l'autore, e poi riutilizzi di vario genere: come vademecum della saggezza degli antichi, i Paralleli diventeranno anche un manuale scolastico. Senza contare gli autori che in tutta Europa, per tutto il Cinquecento, hanno copiato lo schema e attinto a piene mani dal testo erasmiano. Lo propone in questa prima traduzione italiana Carlo Carena, che già di Erasmo ha tradotto l'Elogio della Follia e, per l'appunto, gli Adagia, e ha lungamente tradotto Plutarco. Dunque sa ben cogliere il passaggio di testimone fra i due. Accomunati da un tipo di riflessione morale che non è mai tetro moralismo ma anzi gusto per la vita. E sempre piacere della lingua, arguzia, sottile ironia. Testo latino a fronte. -
La misura del tempo
Finalista Premio Strega 2020Un romanzo magistrale. Una scrittura inesorabile e piena di compassione, in equilibrio fra il racconto giudiziario – distillato purissimo della vicenda umana – e le note dolenti del tempo che trascorre e si consuma.«Guerrieri è un personaggio meraviglioso» – The TimesTanti anni prima Lorenza era una ragazza bella e insopportabile, dal fascino abbagliante. La donna che un pomeriggio di fine inverno Guido Guerrieri si trova di fronte nello studio non le assomiglia. Non ha nulla della lucentezza di allora, è diventata una donna opaca. Gli anni hanno infierito su di lei e, come se non bastasse, il figlio Iacopo è in carcere per omicidio volontario. Guido è tutt'altro che convinto, ma accetta lo stesso il caso; forse anche per rendere un malinconico omaggio ai fantasmi, ai privilegi perduti della giovinezza. Comincia cosí, quasi controvoglia, una sfida processuale ricca di colpi di scena, un appassionante viaggio nei meandri della giustizia, insidiosi e a volte letali. -
Il silenzio
All'improvviso, non annunciato, misterioso: il silenzio. Internet tace, tutti gli schermi si oscurano. Cosa sta succedendo?Manhattan, 2022. Una coppia è in volo verso New York, di ritorno dalla loro prima vacanza dopo la pandemia. In città, in un appartamento nell'East Side, li aspettano tre loro amici per guardare tutti insieme il Super Bowl: una professoressa di fisica in pensione, suo marito e un suo ex studente geniale e visionario. Una scena come tante, un quadro di ritrovata normalità. Poi, all'improvviso, tutta la tecnologia digitale ammutolisce. I tweet, i post, i bot spariscono. Tutti gli schermi, che come fantasmi ci circondano ogni momento della nostra esistenza, diventano neri. Le luci si spengono, un black-out avvolge nelle tenebre la città (o il mondo intero? Del resto come fare a saperlo?) L'aereo è costretto a un atterraggio di fortuna. E addio Super Bowl. È l'inizio di una guerra, o la prima ondata di un attacco terroristico?Con un saggio inedito dell'autore. -
I dolori del giovane Werther
Aneliti, passioni e dolori scaturiscono da quelli del protagonista Werther, giovane d'animo sensibile e ardente, per la virtuosa Lotte dagli occhi neri, già promessa sposa di un altro uomo e dunque a lui preclusa. La frustrazione e la disperazione che ne conseguono inducono lo sfortunato amante dapprima a tentare la sublimazione del suo trasporto amoroso coltivando una fraterna amicizia con il legittimo pretendente e poi consorte di Lotte, Albert, e in seguito a spezzare il triangolo filadelfico da lui stesso architettato togliendosi la vita. Primo dandy della letteratura europea, Werther incendiò la sensibilità di un'intera generazione, quella dello Sturm und Drang, che lo rese eroe senza tempo della cultura ribelle, che preferisce l'intensità del sentimento all'aridità della ragione. Postfazione di Luigi Forte. -
William Morris
William Morris fu un pioniere del movimento Arts and Crafts e uno dei designer piú influenti della storia britannica. Ponendo l’accento sull’originalità, il talento artistico e la dimensione artigianale, Morris contribuí a rivoluzionare gli interni tardo vittoriani trasformando radicalmente il nostro stesso modo di concepire gli oggetti che costruiamo e possediamo, nonché il nostro rapporto con la natura e la realtà. Da subito celebre poeta, Morris ebbe una vita dagli interessi vastissimi. Fu socialista impegnato, scrittore prolifico, pioniere dell’ambientalismo, uomo d’affari e imprenditore di successo, nonché designer raffinato e originale. La sua versatilità artistica, l’abilità tecnica e la fulgida creatività spiccano in tutto ciò che egli produsse negli ambiti piú diversi, con dipinti e disegni, vetrate, mobili, piastrelle e stoviglie, carta da parati, tessuti, calligrafia e stampa. Morris raccolse intorno a sé un gruppo di talentuosi collaboratori, quali Edward Burne-Jones, Dante Gabriel Rossetti, Philip Webb e le donne della sua cerchia, in particolare sua moglie Jane e la figlia May. Il libro illustrato piú ampio, completo – e bello – mai pubblicato su William Morris; un contributo essenziale per conoscere l’arte, la vita e le idee di una delle figure piú straordinarie e influenti della cultura moderna. Con 660 illustrazioni. -
Angeli
Angeli. Angeli che aiutano, angeli che proteggono. Angeli che assistono, angeli che perdonano. Angeli che vendicano. Aveva mani magiche, Nando Iaccarino, capaci di mettere a punto qualsiasi motore. Fuori della sua officina, pulita e ordinata piú di una stanza d'ospedale, facevano la fila gli appassionati di auto e moto d'epoca, perché quello che gli altri avrebbero buttato, lui lo riparava, sempre. Sapeva prendersi cura delle cose, Iaccarino. Ora lo hanno ucciso, e tocca ai Bastardi di Pizzofalcone scoprire chi è stato. Anche se ciascuno di loro sta vivendo un momento difficile, anche se ognuno ha le sue angosce, i suoi dolori, i suoi segreti. Anche se i grandi capi della questura, che proprio non li sopportano, sperano ancora di vederli cadere. Come succede perfino agli angeli. -
Non esiste saggezza. Edizione definitiva
Donne che appaiono all'improvviso e all'improvviso scompaiono. Uomini alla ricerca di qualcosa che ignorano e che li spinge oltre i confini del prevedibile. Situazioni consuete che d'un tratto virano nei territori dell'inquietudine. Interviste impossibili. Storie d'amore che nascono nei luoghi piú inattesi, in bilico fra sogno e realtà. Non esiste saggezza è un affresco commovente fatto di domande profonde e illuminazioni repentine. Un libro in cui, con un sottile ma nitido filo di Arianna, Gianrico Carofiglio insegue il senso impalpabile dell'avventura umana. -
Klara e il Sole
Seduta in vetrina sotto i raggi gentili del Sole, Klara osserva trepidante il fuori e le meraviglie che contiene: i passanti tutti diversi, Mendicante e il suo cane, i bambini che la guardano dal vetro, con le loro allegrie e le loro tristezze. Ogni cosa la affascina, tutto la sorprende. Ma in realtà Klara è un robot umanoide di generazione B2 ad alimentazione solare, un modello piuttosto sofisticato di Amico Artificiale, in attesa del piccolo umano che la sceglierà e la porterà a casa. A sceglierla è la quattordicenne Josie. E fi n dalla sua prima visita al negozio Klara sente di appartenerle, per sempre. Josie è una ragazzina vivace e sensibile, ma afflitta da un male oscuro che minaccia di compromettere le sue prospettive future. E quando la malattia di Josie colpisce piú duramente, Klara sa che cosa fare: deve trovare colui da cui ogni nutrimento discende e intercedere per la sua protetta, anche a costo di qualche sacrificio; deve impegnarcisi anima e corpo, come se anima e corpo avesse. -
La malora
«Un romanzo storico per risalire a un tempo (apparentemente) senza storia. Una tranche de vie naturalista... Una parabola sulla perdita, sul rimpianto e sulla perseveranza, che non si lascia richiudere in nessuna verità confessionale. La malora è tutto questo e molto altro ancora» (Gabriele Pedullà). Pubblicato per la prima volta nel 1954 nella collana dei «Gettoni», due anni dopo I ventitre giorni della città di Alba, La malora racconta, con un tono ruvido che nulla concede alla retorica e al sentimento, la vicenda carica di destino del giovane Agostino che, morto il padre, va a servizio in un'altra cascina. Una storia elementare di fatica e di silenzi, di dolore e di violenza che ci riporta al dramma della miseria contadina delle Langhe e che trova il suo linguaggio nello stile scarno e partecipe di Fenoglio, lo stesso stile antiretorico e «barbarico» che procurò allo scrittore l'accusa di aver tradito i valori della Resistenza. Proprio questa asprezza e la continua invenzione linguistica fanno di Fenoglio uno dei massimi scrittori italiani del Novecento. Con La strada e i paracarri di Paolo Di Paolo, una nota bibliografica e la cronologia della vita e delle opere. Introduzione di Gabriele Pedullà. -
Operazione Buon Governo. Un laboratorio di comunicazione politica...
Il ciclo del Buon Governo, dipinto nel 1338 da Ambrogio Lorenzetti nel palazzo del Comune di Siena, è in assoluto una delle opere piú celebri dell'arte italiana, da sempre oggetto di attenzione da parte di studiosi del pensiero politico, dell'arte, della società, della letteratura, della moda, delle istituzioni, del diritto. Ma quei 36 metri di pittura, intrecciati con i 62 versi di una Canzone che poteva essere cantata e ballata, innovarono anche il linguaggio della comunicazione politica. All'analisi di questa innovazione, chiamata qui «Operazione Buon Governo», è dedicato questo libro. Essa prese forma dalla volontà di governare con il consenso una società non pacificata e un'economia in trasformazione, mentre il governo dei mercanti, committente dell'opera, chiedeva la fiducia sul suo programma politico, e le leggi del Comune venivano rinnovate in un imponente testo statutario che si richiamava al diritto romano. Gli affreschi si presentano dunque come il prodotto non solo dell'artista ma anche dell'humus culturale della comunità civica e politica di cui Lorenzetti fu erede e protagonista. Con la sua magnifica inventiva, la sua abilità tecnica e una notevolissima perizia retorica, l'artista seppe rappresentare ogni aspetto della tumultuosa realtà sociale dell'epoca, dove i principî, le virtú e i vizi della politica generavano simbolicamente i loro «civili effetti». -
La gatta sul tetto che scotta
La nuova traduzione di Paolo Bertinetti si basa sulla versione del testo che Tennessee Williams scrisse per la messa in scena del 1974 e si discosta significativamente da quella originaria scritta per il primo allestimento del 1955. Il testo del 1955 aveva subito una revisione importante da parte del regista Elia Kazan. Quando sull'onda dell'enorme successo teatrale venne pubblicato, Williams volle presentare due versioni del terzo atto: una, chiamata Broadway Version, era quella andata in scena; l'altra, chiamata Cat Number One, cioè «la Gatta numero uno», era la versione originale prima degli interventi di Kazan. Poi nel 1958 arrivò la famosa trasposizione cinematografica con Paul Newman e Liz Taylor (che a Williams non piacque affatto), basata sulla Broadway Version ma ancora piú edulcorata, nascondendo l'omosessualità di Brick dietro ambigui accenni poco decifrabili. La versione del 1974 è stata considerata dall'autore quella a tutti gli effetti definitiva, l'unica che rispondeva pienamente alle sue scelte di scrittura drammatica. Possiamo cosí leggere per intero lo scontro verbale tra Brick e il padre che ha il suo climax proprio sul tema dell'omosessualità (ma il padre, splendido personaggio, è assai piú tollerante di quanto Brick, e il lettore, si aspettino). Possiamo cosí comprendere come si articola piú esattamente il tema della falsità, che è il tema fondamentale del testo, per non dire assoluto: il dilemma tra vivere nell'ipocrisia o autodistruggersi per evitare di farlo. -
La zia Julia e lo scribacchino
Pedro Camacho, detto il «Balzac creolo», è uno strano e fecondissimo inventore di trame melodrammatiche e truculente per un programma feuilleton di Radio Lima. Tutti in città attendono con impazienza le «puntate» della sua fantasia, fatte di arresti misteriosi, morti segrete, incesti, sangue e passioni. In parallelo scorre la storia di Mario – pallidamente autobiografica, come il nome del protagonista lascia intendere – giovane aspirante scrittore attratto da questa curiosa macchina dell'immaginario. Ma anche lui ha la sua storia complicata da raccontarci: s'innamora, quasi con platonica indifferenza, d'una zia vedova e piú matura, che finirà per sposare, prima di trasferirsi in Europa e affermarsi come scrittore. Saggio critico e traduzione di Angelo Morino.