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Vecchi a mezzanotte
Noah è il sopravvissuto. Quando la giovane insegnante d'inglese Ilana Davita Dinn lo incontra a New York, subito dopo la fine della guerra, è un ragazzo ebreo di diciotto anni, l'unico della sua famiglia che è scampato ad Auschwitz. Leon Shertov è il fuggiasco. Siamo alla fine degli anni Cinquanta, Davita è ricercatrice, Leon è un ex agente del KGB, torturatore e convinto stalinista, che ha abbandonato l'URSS a causa delle persecuzioni contro gli ebrei. Benjamin Walter è il maestro della guerra. All'inizio degli anni Novanta, mentre si combatte nel Golfo e nei Balcani, Davita, ormai affermata scrittrice, è la vicina di casa di questo anziano docente di storia militare alle prese con il conflitto più aspro, quello con il proprio passato. -
La moglie sbagliata
Rakesh Ahuja è seduto nella tenda matrimoniale e aspetta la futura sposa. L'ha vista solo una volta, quando è andato a incontrarla nella casa dei suoi genitori. Ma quando la ragazza si accomoda accanto a lui, gli occhi che intravede tra le frange d'oro non sono quelli che ricordava. I lineamenti non hanno la medesima armonia e le labbra sono troppo sottili. Sangita non è la donna che lui ha scelto. Rakesh è come paralizzato, ma sa che ormai è tardi per tirarsi indietro, il disonore sarebbe troppo grande. I due girano intorno al fuoco rituale: ora sono marito e moglie e si dovranno amare. Molti anni sono passati da quel giorno e, nonostante tutto, tredici figli si sono susseguiti uno dietro l'altro. Tredici bambini che combattono senza sosta per avere le attenzioni di un padre spesso assente. Un padre che si dedica con maggiore impegno alla sua carica di ministro dello Sviluppo urbano e alla costruzione dei cavalcavia che stanno invadendo New Delhi, piuttosto che allo sciame di ragazzini che lo insegue ogni mattina. L'unico per cui Rakesh è disposto a fare un'eccezione è Arjun, il più grande, un sedicenne ribelle, con in testa il folle desiderio di suonare come il suo idolo, Bryan Adams. È negli occhi del figlio, neri, profondi e sognanti, che Rakesh rivede il fuoco della passione, i bianchi inverni del Vermont e un tempo in cui non aveva paura di combattere tutte le convenzioni per amore. Un amore segreto, un amore di cui nessuno più si ricorda, tranne lui. -
L'impero e i barbari. Le grandi migrazioni e la nascita dell'Europa
Al tempo della nascita di Cristo, l'Europa era contrassegnata da uno straordinario contrasto. Da poco unificato sotto la dominazione imperiale di Roma, il Mediterraneo era sede di una civiltà politicamente evoluta, economicamente avanzata e culturalmente raffinata. Il resto dell'Europa era popolato da agricoltori con un'economia a livello di sussistenza, organizzati in entità politiche di piccole dimensioni. Più si procedeva verso est, più rarefatto si faceva il paesaggio: meno utensili di ferro, meno produttività nell'agricoltura e minore densità della popolazione. Mille anni più tardi troviamo un mondo completamente cambiato. Non solo i gruppi di lingua slava si sono sostituiti a quelli di lingua germanica, ma, cosa ancora più importante, il Mediterraneo ha perduto la sua centralità. A livello politico la causa va ricercata nel progressivo affermarsi nel Nord di entità statuali più grandi e solide. Tuttavia verso il Mille erano anche molti tratti culturali caratteristici del Mediterraneo a diffondersi al Nord e all'Est. In sostanza le diverse forme di organizzazione umana si sviluppavano verso un maggiore grado di omogeneità lungo una direttrice che interessava l'intera fascia continentale dell'Europa. Furono queste nuove strutture, politiche e culturali, a rompere definitivamente l'antico ordine mondiale fondato sul dominio del Mediterraneo. -
La morte di Ivan Il'ic
In questo racconto di assoluta perfezione stilistica, la penna impietosa di Tolstoj descrive, con ineguagliabile minuzia e impareggiabile maestria, il progressivo decadimento fisico e la conseguente metamorfosi psicologica di un appagato borghese al culmine della carriera. Sorpreso dalla morte che lo incalza attraverso la malattia, costretto a confrontarsi con le piccole e grandi ipocrisie, le menzogne e l'inautenticità della sua vita, solo alla fine Ivan Il'ic?trova un senso ai suoi giorni e una possibilità di pacificazione. Introduzione di Serena Vitale. -
Cime tempestose
Al centro di ""Cime tempestose"" è la passione dell'orgoglioso e ribelle Heathcliff per Catherine, unita inestricabilmente a lui, da cui pure la dividono censo e cultura, da un sentimento che non le dà pace, neppure dopo il suo matrimonio con sir Edgar Linton: un amore impossibile che porta a trasgredire ogni legge e ordine; una passione fatale e tremenda che impone ai due amanti un vincolo di reciproco, esclusivo possesso, fino all'autodistruzione. Nel capolavoro di Emily Brontë l'aspro realismo della vita quotidiana nella solitaria brughiera dello Yorkshire si fonde con spunti di eccezionale intensità emotiva e con suggestioni simboliche inquietanti in cui l'autrice fa rivivere temi e atmosfere del romanzo ""gotico"" e soprannaturale. Introduzione di Paolo Ruffilli. -
La paura e altri racconti di guerra
Negli anni immediatamente successivi alla Grande guerra, il conflitto appena concluso viene raccontato da tutti i maggiori scrittori italiani del tempo, chi in poesia e chi in prosa. Si tratta in gran parte di reduci e testimoni; per quanto possa sembrare strano, però, nessuno ha saputo narrare l'esperienza della trincea altrettanto bene di Federico De Roberto, che, ormai anziano, conobbe il fronte solo in maniera indiretta, in particolare nel celebre ""La paura"" (1921). La montagna arida e brulla, un cecchino che abbatte a uno a uno gli uomini mandati a raggiungere uno strategico posto di guardia, il panico che si diffonde nella truppa, il senso di colpa del tenente a capo dei soldati: di rado la violenza della guerra è stata messa in scena con tanta esattezza. Completano il volume un saggio critico di Gabriele Pedullà, gli altri otto racconti di De Roberto sul Primo conflitto mondiale e - per la prima volta - tre racconti di argomento militare dati alle stampe tra il 1909 e il 1915. -
Idilli. Testo greco a fronte
Nato e cresciuto in una Sicilia la cui grecità vanta radici antichissime, Teocrito è uno dei massimi esponenti della poesia ellenistica ed è considerato il padre del carme bucolico. I trenta Idilli che ci sono giunti sotto il suo nome non si limitano a dare voce alla vita dei pastori, alle gare di canto, al vagheggiamento nostalgico di una campagna idilliaca, appunto, ma non idealizzata. Alle ""Talisie"", capolavoro del genere, fanno da controcanto carmi come le ""Siracusane"", che descrive l'allegro stupore di due donne in visita alla città, o componimenti di argomento epico e di squisito gusto alessandrino come l'""Epitalamio di Elena"", l'""Eracle bambino"" o ""Il ciclope"". Alla cifra erudita di quella callimachea, la poesia di Teocrito preferisce una vena di autentica immaginazione, un profluvio di suoni e colori, il realismo dei caratteri umani, cui mai difettano misura e raffinatezza. -
Poesie
Il nome di Guido Gozzano, poeta cinico e delicato, richiama alla memoria i salotti della Torino borghese di inizio Novecento, l'attrazione crepuscolare per le «buone cose di pessimo gusto», la bellezza civettuola e «priva di lusinga» della signorina Felicita. Ma Gozzano non è solo questo: attraverso rime apparentemente facili e leggere, la voce dell'autore riesce infatti a cogliere l'atmosfera del suo tempo con una sincerità e un'esattezza che tra i contemporanei non trovano eguali. Ripercorrendo le sue più famose raccolte «La via del rifugio» e «I colloqui», per giungere infine alle meno note (e incompiute) «Epistole entomologiche», Giuseppe Leonelli propone una nuova scelta in cui il poeta di Agliè si presenta come un artista raffinato che è non solo «l'ultimo dei nostri classici», ma anche il primo dei poeti moderni. -
Lettere d'amore
Nel XII secolo, un logico e teologo di fama europea, chierico e canonico della cattedrale di Parigi, incontra una giovane donna altrettanto celebre per cultura e intelligenza. L'innamoramento è tanto inevitabile quanto scandaloso, e drammatica è la sorte cui i due vanno incontro: sposatisi in segreto in seguito alla nascita di un figlio, vengono osteggiati dalla famiglia di lei, che punisce l'uomo con la più vergognosa delle mutilazioni, e costretti a separarsi e ad abbracciare la vita monastica. La storia d'amore di Abelardo ed Eloisa ci è nota attraverso una sorta di autobiografia in forma epistolare - conosciuta come ""Historia calamitatum mearum"" («Storia delle mie disgrazie») e qui riproposta - e attraverso le lettere, accorate e disperate, che i due amanti, divisi dal destino, si scambiarono nel corso degli anni. Traboccanti di ricordi e ardenti di passione, queste epistole rievocano i giorni felici con struggente nostalgia, e per la sincerità con cui raccontano un amore sopravvissuto alla tragedia della separazione riescono ancora a parlare al cuore del lettore moderno. -
Fenomeni. Testo greco a fronte
Con testo greco a fronte.rnSintesi di sapere poetico, filosofico e scientifico, i Fenomeni di Arato di Soli (315 ca - 240 ca a.C.) sono espressione della vivacità intellettuale del mondo greco di età ellenistica. Nella prima sezione del poema Arato osserva e accuratamente descrive il sistema degli astri e delle costellazioni, dando rilievo alle figure mitologiche dalle quali queste prendono il nome: dal cacciatore Orione con il suo fedele segugio Sirio all’«infelice Cassiopea», che protende le braccia verso la sventurata figlia Andromeda. Nella seconda parte, Pronostici, trovano invece spazio i segni premonitori celesti e naturali che si richiamano alla tradizione e alla sapienza popolari. Tradotti già anticamente da Varrone Atacino, Cicerone, Germanico e Avieno, i Fenomeni hanno goduto di larga fortuna lungo tutto il Medioevo, fino al Rinascimento, e costituiscono ancora oggi una preziosa testimonianza del profondo senso di stupore e di meraviglia con cui l’uomo ha sempre guardato alla vastità e al mistero del cosmo. -
I colloqui
""I colloqui"" raccolgono una quarantina di dialoghi del grande umanista di Rotterdam. Pubblicati nel 1518 all'insaputa dell'autore, furono poi oggetto nel 1519 di un'edizione autorizzata che sub), revisioni e ampliamenti fino al 1533. I testi presentano una grande varietà di temi e di stili, dalla diatriba erudita e colta tipica del primo rinascimento alla rappresentazione di tono popolare e macchiettistico. Richiamandosi all'autentico spirito del Vangelo e alla secolare tradizione cristiana, Erasmo smaschera il culto dei santi e altre false pratiche liturgiche diffuse fra gli ordini religiosi, si scaglia contro la guerra e il mestiere del soldato e contro le monacazioni forzate, denuncia l'ignoranza da parte del clero di una corretta esegesi biblica fondata su basi filologiche e non risparmia strali polemici alle dottrine di Lutero e Zwingli. Brillanti, argute e sarcastiche fino all'irriverenza, queste conversazioni ripropongono, con la vivacità drammatica della forma dialogica, l'Erasmo lucido e caustico degli Adagia e dell' Elogio della follia che contempla con ironia l'insensatezza dei comportamenti umani dominati dall'abitudine, dalla paura, dalla superstizione. -
Chiamalo sonno
Nel 1934 ""Chiamalo sonno"", opera prima di uno sconosciuto newyorchese di 28 anni, fu accolto dalla critica come un capolavoro. Poi l'oblio. Henry Roth si ritirò nel Maine ad allevare anatre, e per decenni il suo silenzio fu interrotto solo da qualche raro racconto. Nel 1960 influenti critici promossero la ristampa del romanzo, che in pochi anni conobbe uno straordinario successo di pubblico. Ambientato nel quartiere ebraico di New York, ha per protagonista il piccolo David Schearl, emigrato nella «Terra dorata» nel 1907 dalla Galizia e cresciuto in una torbida atmosfera famigliare, fra l'oscuro terrore che nutre per il padre e l'amore incondizionato per la madre. Si può leggere ""Chiamalo sonno"" come un romanzo di formazione, come un memorabile affresco storico della New York dei primi del secolo, come un'epopea della comunità ebraico-americana, fra esilio e appartenenza. Ma a farne un classico della letteratura del primo Novecento è la maestria di Roth nel filtrare questi elementi narrativi attraverso lo sguardo sensitivo e incantato di un bambino che si misura con il mistero della vita e scopre Dio, la morte, il sesso e l'amore, l'amicizia e il tradimento in un ineffabile cammino di iniziazione in cui tutto è epifania. -
Il manoscritto delle nuove promesse
117a East Quay, Londra. Emily, ferma a quell'indirizzo, non può credere che l'eredità lasciatale dalla nonna sia una caccia al tesoro legata ai libri. Una caccia al tesoro che ha il sapore delle pagine dei suoi romanzi preferiti: ""Alice nel Paese delle meraviglie"", ""Anna dai capelli rossi"", ""Matilde"" e ""La fattoria degli animali"". Prima tappa, una vecchia libreria londinese in cui incontra un simpatico libraio. È lui a dirle che, a Parigi, l'aspetta un negozio pieno di polverosi volumi. Poi tanti altri fantastici luoghi che Emily mai avrebbe immaginato di visitare. Luoghi che, a prima vista, non hanno nulla a che fare gli uni con gli altri. Ancora non sa il motivo di tutto quanto sta accadendo. Giorno dopo giorno, però, si rende conto che le persone che incontra hanno fatto parte del passato della nonna. Un passato di cui era completamente all'oscuro e che ora le restituisce ricordi inediti di una persona che pensava di conoscere a fondo: Emily deve vincere la paura e scoprire quale messaggio si nasconde dietro quella strampalata eredità. Lei, che ha sempre vissuto la sua vita nascondendosi tra le pagine dei romanzi, deve sfogliare il libro più difficile di tutti, quello in cui sono raccontati il suo cuore e la sua anima. Perché ogni ricerca ha il suo tesoro da trovare. -
Le notti bianche
Al centro delle Notti bianche, racconto pubblicato per la prima volta nel 1848, c'è un sognatore, un giovane che vive una vita tutta sua, avulsa dalla realtà, fatta di chimere, fantasticherie, impalpabili emozioni. Nelle calde notti senza tramonto di una Pietroburgo estiva e deserta, il timido e notturno protagonista, triste vittima della vita urbana, vagabonda senza meta per la città fra palazzi e canali, e sogna a occhi aperti. Proverà a inseguire l'amore: quello della bella e appassionata Nasten'ka, che però ama, desidera, attende un altro. Così, dopo quattro notti di esaltata eccitazione, l'ultimo mattino porta con sé un amaro risveglio: il disincanto di un addio. Introduzione di Fausto Malcovati. -
La saggezza degli animali
I polli cresciuti all'aperto sono più felici? Che cosa sognano i cani? Quale senso del tempo ha una farfalla? Con la stessa capacità di incuriosire con cui aveva descritto il linguaggio segreto degli alberi e grazie alla quale avevamo scoperto come le piante parlano, comunicano e si aiutano a vicenda, Peter Wohlleben rivolge ora la sua attenzione agli altri abitanti della foresta: gli animali. Scopriamo uccelli come il corvo imperiale, capace di provare amore e rimanere fedele al proprio partner per tutta la vita; ci accorgiamo, con un po' di stupore, che alcuni animali hanno una consapevolezza emotiva della morte, come le ghiandaie della Florida che compiono una veglia funebre di due giorni alla scomparsa di una di loro; e quasi ci commuoviamo leggendo della straordinaria empatia degli scimpanzé, capaci di adottare cuccioli orfani per proteggerli dai predatori. Peter Wohlleben sfata pregiudizi - la storia del lupo cattivo, della capra stupida o del cerbiatto timido - e ci invita a riflettere sulle conseguenze del nostro comportamento quotidiano, rendendo pagina dopo pagina sempre più evidente perché un atteggiamento attento nei confronti degli animali è un bene per noi umani e per il futuro dell'intero pianeta. -
Venezia minima
Per il magistrale cantore del Mediterraneo era inevitabile misurarsi con la sua città più emblematica e affascinante, sospesa tra la terra e il mare, tra l'Oriente e l'Occidente. Di questa Venezia, rappresentata innumerevoli volte fino a diventare quasi un luogo comune, Predrag Matvejevic è riuscito a cogliere immagini e sensazioni diverse, nuove e vere. Perché non c'è solo la Venezia delle basiliche e dei grandi pittori, del leone alato e dei palazzi affacciati sul canale. In ""Venezia minima"" Matvejevic ci fa apprezzare le diverse sfumature di patine e dorature sul legno, sulla pietra, sul mattone. Esplora antiche mappe anonime. Fa esplodere la magnificenza dei tramonti, ascolta la musica dei passi sui ponti, ci accompagna in giardini invisibili, ci svela i segreti di antichi mestieri... Dettaglio dopo dettaglio, ricompone il disegno complessivo della città e del suo mutare con lo scorrere del tempo e della storia. Come ha scritto nella sua prefazione Raffaele La Capria, ""è dall'osservazione del piccolo ma significativo particolare, anzi dalla sua scelta, che nasce la poesia; e così mentre ci sembra di leggere un saggio, una descrizione, un diario, in realtà si superano i limiti del genere e si entra in un'altra zona che è quella della fantasia"". -
Sleep. Poesie in inglese
Queste poesie - composte tra il 1953 e il 1966 - toccano alcuni degli aspetti tra i più personali, se non privati, dell'opera di Amelia Rosselli. I due grandi temi della raccolta, l'amore come desiderio e il rapporto con Dio, sono dominati da un'intima inquietudine e da un forte senso di estraneità. Estraneità che si riflette del resto anche nell'uso della lingua: un inglese tortuoso, e continuamente piegato all'andamento ritmico del dettato italiano. In questi versi, il senso di non appartenenza è tuttavia lontano da rassegnazione e compiacimento: rappresenta una condizione esistenziale e non definitiva, in cui trova espressione, con impressionante efficacia, l'identità complessa, multiforme e tormentata dell'autrice. -
L'amorte
«Te lo dirò nella mia lingua / poi la inghiottirò. / Infinita riconoscenza allo stremo.»Il primo libro di poesia di Bergonzoni può essere la dimostrazione che, a forza di «praticare l'inesistente che c'è», non ci si riduce, anzi, ci si spande e si dilaga. Con quest'opera infatti riparte, ancora, per una delle sue prime incalcolabili volte. Una scrittura piovana, anfibia e incrociata, di chi si sente «più autorizzato che autore, più scritturato che scrittore, perché il pensiero è frequenza e a noi è concesso captarla, accoglierla, farla abitare». -
Ore italiane
Nella folta schiera degli scrittori-viaggiatori che, da Goethe a Stendhal, da Gautier a Ruskin, hanno reso omaggio al Bel Paese e ai suoi tesori artistici e naturali, Henry James è senza dubbio uno dei più raffinati. «Pellegrino appassionato» affetto da un incurabile «mal d'Italia» («the luxury of loving Italy»), visitò la penisola ben tredici volte nell'arco di quarant'anni. Ore italiane è il taccuino di viaggio che raccoglie gli scritti composti tra 1872 e 1909, testimonianze in cui la vivacità del reportage non rinuncia alla seduzione narrativa. Gli itinerari jamesiani ricalcano a grandi linee le tappe canoniche del Grand Tour: Venezia, Firenze, Roma, le cittadine dell'Umbria e della Toscana, la campagna romana disseminata di ruderi, l'incanto azzurro e abbagliante di Capri. Concepito come un Baedeker per i viaggiatori americani, è in realtà un sofisticato viatico per turisti sentimentali, svagati e umorali, disposti a cedere alla estatica, indefinita fascinazione della storia e della bellezza. Introduzione di Franco Cordelli. Prefazione di Attilio Brilli. -
L'estate dell'innocenza
Ricordi quando eri bambino? Ricordi quando tutto era possibile? Finché, in un'estate, ogni cosa è cambiata.C'è un'età della vita in cui sono gli altri a scegliere, perché noi non siamo ancora in grado di farlo da soli. È la magia dell'essere bambini, il segreto che si nasconde dietro l'innocenza di quegli anni. Così è per Beatrice durante le vacanze estive dei suoi dieci anni, in compagnia del mare della Costa Brava che brilla di mille puntini all'orizzonte e della sua famiglia un po' fuori dagli schemi: donne tenaci, indipendenti e a volte nevrotiche, che non si sono mai rassegnate al ruolo di mogli e madri. Sua mamma non ha peli sulla lingua ed è in cerca di protezione, più che offrirne. Olga, la zia preferita, colta e sofisticata, è come avvolta in un'aura di luce e la trascina in un mondo fatto di abiti di seta e balli. In loro Beatrice vede la donna che vuole diventare. In loro intravede, senza capirlo appieno, l'equilibrio sottile delle relazioni con gli uomini, fatto di amore e, talvolta, dolore. E mentre suo padre sembra non interessarsi di nulla, ridotto a pura presenza fisica, lo zio Albert le chiede il vero motivo per cui da grande vorrebbe fare la scrittrice, ed è l'unico a dirle che la vita non è come appare: né migliore né peggiore, ma diversa. Beatrice è solo una bambina ma, in quell'estate, qualcosa comincia a cambiare. Una crepa scheggia la sua innocenza portandola lontano dall'infanzia. Il ricordo delle onde e della sabbia sui piedi resterà per sempre nel suo cuore, insieme al sapore di un'età in cui tutto è possibile, ma al contempo si fa strada in lei la consapevolezza che crescere vuol dire cambiare mille volte corpo, voce e volto. L'estate dell'innocenza è una perla che Clara Sánchez regala ai suoi lettori. Dall'autrice bestseller in Italia che in patria ha vinto i tre più importanti premi letterari, un libro poetico, delicato e vero allo stesso tempo. Un affresco romanzato della vita che ha fatto di lei una scrittrice amata e apprezzata in tutto il mondo. Tutti siamo stati bambini. Tutti siamo stati innocenti. Tutti ricordiamo l'attimo in cui ci siamo spinti un passo più in là: un passo verso il futuro, qualunque cosa potesse significare.