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Brevissima relazione della distruzione delle Indie. Testo spagnol...
Nel 1552 Bartolomé de Las Casas dà alle stampe ""la Brevissima relazione della distruzione delle Indie"", vibrante atto d'accusa sulle violenze commesse dagli spagnoli nel Nuovo Mondo. Con questo memoriale, il frate domenicano invoca l'intervento dell'imperatore Carlo V, ""padre e pastore"" dei nuovi sudditi americani, per far cessare massacri e crudeltà. Con la radicale opposizione tra l'innocente bontà degli indios e la malvagità dei conquistatori, Las Casas dipinge l'invasione spagnola come un tragico flagello che ha snaturato la missione provvidenziale della corona: riunificare l'umanità in nome della fede cattolica e della fratellanza cristiana. Sarà la denuncia del genocidio materiale e spirituale degli indigeni americani compiuto da ""lupi e tigri e leoni"" mossi dalla brama dell'oro a determinare lo straordinario successo della ""Brevissima"", divenuto un classico della cronachistica spagnola sull'America. Oggi, come allora, l'opera di Las Casas più conosciuta e più letta mantiene intatto il suo valore di appassionata difesa dei diritti naturali dei popoli americani e riporta in primo piano il dovere morale del rispetto dei valori della persona. -
La signora Dalloway. Testo inglese a fronte
Dopo l'audace sperimentazione de ""La stanza di Jacob"", nel 1925 Virginia Woolf approda a ""La signora Dalloway"", il suo primo grande romanzo, per molti il più bello. A ridosso dell'""Ulisse"" di Joyce (che Virginia non amava, ma con il quale inevitabilmente intreccia un dialogo a distanza), ancora un racconto concentrato su un unico giorno (un mercoledì di giugno 1923), e un unico spazio, Londra: una fantasmagoria di strade, sguardi, prospettive e personaggi che si intrecciano e si toccano per poi perdersi e disperdersi nella splendida e lacerante forza vitale della grande città modernista. A contenere questa materia frammentaria e sfuggente sta un uso magistrale di tempo e spazio, marcati da segnali ricorrenti (il suono del Big Ben, il canto degli uccelli, il volo dell'aereo sul quale convergono gli sguardi) e, sul piano della storia, la festa - il ricevimento che Clarissa Dalloway sta preparando per quella calda sera di giugno. Ma è soprattutto la splendida Clarissa cinquantenne, alto-borghese, una vita apparentemente dorata e un passato di desideri segreti e negati - il punto di attrazione di questa ""pioggia di atomi"" (come si esprime Virginia Woolf in un famoso saggio) che attorno a lei e alla sua festa si aggrega e si trova per poi perdersi di nuovo. Clarissa e il suo ""doppio"" sconosciuto, Septimus Warren Smith - giovane, povero, reduce allucinato di una guerra che gli ha sconvolto per sempre la mente e la vita: due esistenze che si intrecciano e si rispecchiano senza mai incontrarsi. -
Sanjut de stran
Nella cerchia dei poeti raccolti intorno a Zanzotto, e tra critici autorevoli, Cecchinel gode di un'altissima considerazione, e proprio Zanzotto ha scritto sulla sua poesia interventi decisivi. In ""Sanjut de stran"", lo strumento che il poeta è tornato a usare per esprimersi - un dialetto rustico delle prealpi trevigiane - è straordinariamente efficace. Prefazione di Cesare Segre. -
Diana Vreeland after Diana Vreeland. Catalogo della mostra (Venez...
Diana Vreeland è un personaggio così carismatico e unico nella storia della moda da correre il rischio di rimanere congelata nel racconto della sua incredibile vita tra Parigi, Londra e New York. Fissata, ancora, nella continua riproposizione delle sue frasi e delle sue azioni memorabili. Tutti i materiali che portano il segno Diana Vreeland sono il racconto del continuo presente della moda. Sono la sequenza delle ossessioni, dei desideri e dei sogni che hanno preso forma da una precisa idea di stile e di moda, ma sono anche il racconto in sequenza di tutti i momenti in cui lei si è ritrovata a vivere. Apripista, che oggi appare non replicabile. Nello slittare costantemente fra il ruolo di fashion editor e il ruolo di fashion curator, Vreeland ha saputo giocare l'arma dell'interpretation, al punto da innescare all'interno del museo quella sovrapposizione allestitiva fra luogo della riflessione culturale e luogo dello shopping, come si è andata affermando nella nostra era del total living. Ciò che è al centro del progetto di questo libro sono lo sguardo critico e il gesto interpretativo che ancora oggi definiscono la personalissima grammatica curatoriale di Vreeland, sempre eccessiva e drammatica. -
Le Esposizioni Universali. I mestieri d'arte sulla scena del mond...
La lunga, fantastica, spesso travagliata storia delle Esposizioni Universali si intreccia saldamente con l'evoluzione dei mestieri d'arte: dalla prima Expo, inaugurata a Londra nel 1851, alle avveniristiche architetture di Shanghai 2010, nei padiglioni delle Esposizioni si sono di volta in volta celebrati, proposti, trasformati, celati o riscoperti i grandi maestri, che con i loro progetti e le loro creazioni hanno rappresentato l'eccellenza delle nazioni. Frutto di un'indagine accurata sui documenti dell'epoca, sugli opuscoli, sulle pubblicazioni e sulle guide che hanno accompagnato ogni Expo, così come sui testi che ne hanno puntualmente commentato la storia e l'evoluzione anche in chiave istituzionale, ""Le Esposizioni Universali. I mestieri d'arte sulla scena del mondo (1851-2010)"" presenta un affresco storico che si dipinge sull'idea del progresso, del lavoro e della scoperta, e che mette in luce in maniera narrativamente efficace e i dialoghi, non sempre semplici ma certamente istruttivi, tra un artigianato d'arte e di scienza (ossia condotto con metodo sicuro e rigoroso) e l'espressività, l'unicità, la trasmissione di un valore artistico ed economico che diventa anche la bandiera politica di una supremazia nazionale. -
Nanni Moretti. Lo sguardo morale
""Un regard moral"", uno ""sguardo morale"": è questa l'espressione usata dal critico francese Serge Toubiana sui ""Cahiers du Cinema"" a proposito di un film di Nanni Moretti. Prendiamo in prestito l'intensa espressione per titolare questo libro e sintetizzare il cinema di Moretti, secondo la critica francese il più grande cineasta italiano contemporaneo. Un autore che ha attraversato vari decenni della storia del cinema nazionale, dagli anni settanta al nuovo millennio; un regista che ha saputo sempre interpretare, e anzi anticipare gli avvenimenti dell'ex Bel Paese, ma sempre usando un linguaggio filmico alto e sperimentando nuove vie di comunicazione; un artista che ha saputo fare Cinema anche attraverso il suo volto e il suo corpo, sino a mettersi a nudo e farci gridare che ""il re è nudo"". Ma anche un operatore culturale (produttore, distributore, esercente, direttore di festival), un intellettuale impegnato nella battaglia politica diretta e indiretta (dai primi corti ""militanti"" ai ""girotondi"", dal Portaborse al Caimano), un uomo di grande intuito e di raffinata intelligenza che ha valorizzato ogni volta, novello ""re Mida"" del nostro cinema, quello che ha toccato, da Mazzacurati a Luchetti, dall'esordio di Garrone a Cesare deve morire dei fratelli Taviani. E infine, oltre che un ""personaggio"" - non sempre facile -, una persona vera, che ci inchioda spesso alle nostre responsabilità civili e culturali, e ci obbliga a riflettere. -
La lanterna delle peonie. Storia di fantasmi
A San'yutei Enchó (1839-1900), uno dei declamatori più rappresentativi del Novecento giapponese, si devono famose storie umoristiche e di fantasmi, alcune originali e altre elaborate partendo da antiche leggende giapponesi e cinesi. Sulle orme del padre, comincia a calcare la scena fin dai sei anni sperimentando diverse modalità e generi di narrazione teatrale. Negli ultimi anni della carriera si dedica ad adattamenti di trame occidentali firmando testi come ""Meijin kurabe. Nishiki no maiginu"" (""Maestri a confronto. Il vestito da ballo di seta"", 1894), che deriva da ""La Tosca di Victorien Sardou"", a lui raccontata dal giornalista e scrittore di teatro Fukuchi Ochi, e per un caso elaborata prima di Tosca di Puccini, con il quale non ci furono mai contatti. -
L' angelo di neve. Misteri d'Islanda. Vol. 1
«È avvincente il debutto di Ragnar Jónasson, il più giovane autore nella schiera di giallisti di qualità islandesi.» - Andrea Tarquini, la RepubblicarnSiglufjörður, cittadina di pescatori nel punto più a nord dell'Islanda, accessibile dal resto del paese solo attraverso un vecchio tunnel, è soffocata dalla morsa dell'inverno. La temperatura è ben al di sotto dello zero, il vento scuote le tegole, e la neve che cade incessante da giorni la fa sembrare un luogo incantato dove tutto può succedere. Finché qualcosa di inaspettato succede davvero. Una giovane donna viene ritrovata in un giardino priva di sensi, in una pozza di sangue. Un vecchio scrittore muore nel teatro locale in seguito a una caduta. Ari Þór, ex studente di teologia diventato poliziotto quasi per caso, si immerge nell'indagine malvolentieri, stretto tra la nostalgia della fidanzata rimasta a Reykjavík e la diffidenza di una comunità che fa fatica ad accoglierlo. In un clima di tensione claustrofobico, dovrà imparare a farsi largo tra l'attenzione morbosa della stampa e i segreti dei residenti, a convivere con le bufere sferzanti e a trovare la strada della verità in un buio senza fine. -
Il denaro «Sterco del demonio»
Un attacco corrosivo e radicale alla società contemporanea di cui il denaro, con il suo abnorme sviluppo, è insieme metafora e concretissimo strumento. Il denaro - che non va confuso con la moneta in cui si incarna - è in realtà una logica, affascinante ma terribilmente insidiosa, che ha finito per soggiogarci. Una storia del denaro documentata che è anche una storia di un'affascinante scommessa sul nulla. -
Recycled cinema. Immagini perdute, visioni ritrovate
""Recycled cinema"" è un libro sul riuso delle immagini. Una pratica crescente del cinema contemporaneo che trae linfa dal suo passato per creare nuove esperienze della visione. Un'attenzione al riciclo nimico capace di coinvolgere home movies, sequenze del cinema muto o frammenti televisivi. E infine, come insegnano Guy Debord e Jean-Luc Godard, l'intera storia del cinema, considerata un immenso giacimento per scavi della visione migrante. Distribuite in rete, nel normale circuito cinematografico o, sempre più, in quello espositivo-museale, sono opere che amplificano i ludici montaggi delle avanguardie artistiche - dal collage al ready-made - con forme di editing sperimentale, per un cinema al tempo stesso archeologico e in digitale. Una cultura visiva meticcia, fra videoarte, cinema d'artista e sperimentazioni documentarie che definisce il found footage film. Un fenomeno nazionale - fra gli altri, si pensi ai lavori di Paolo Gioli, Alina Marazzi, Roberto Nanni, Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi - e internazionale, con le opere di Bill Morrison, Cécile Fontaine, Gustav Deutsch, Peter Forgàcs... Il libro è il primo tentativo italiano di una riflessione teorica e attraversa orizzonti estetico-filosofici e di politica culturale. Marco Bertozzi pone una serie di stimolanti interrogativi anche a partire dalla sua esperienza diretta, maturata sia in istituzioni archivistiche sia in qualità di regista cinematografico. -
Una storia silenziosa. Il collezionismo privato a Ferrara nel Seicento
Davvero la storia dell'arte e la grandezza di Ferrara, città degli Estensi, teatro fra il Quattro e il Cinquecento di una straordinaria produzione culturale, finiscono nel 1598, con la devoluzione della città allo Stato Pontificio e con il trasferimento della corte di Cesare d'Este a Modena? O esiste un'altra possibilità di lettura delle vicende artistiche ferraresi nel Seicento? Sulla base di alcuni pionieristici studi recenti e grazie a una lunga ricerca d'archivio, il volume traccia un quadro articolato del collezionismo privato a Ferrara nel XVII secolo, riportando alla luce personaggi e fatti di una realtà poco conosciuta ma ricca di novità e talenti, in cui il passato cinquecentesco è il motore e l'ispiratore di una cultura artistica originale e attrattiva per gli altri centri italiani, legata inizialmente alle presenze di Guercino, di Scarsellino e Carlo Bononi. I viaggi e i contatti di artisti, committenti e collezionisti contribuiscono ad alimentare una storia silenziosa ma avvincente. -
Verde. Storie di un colore
Non solo un colore. Il verde, chiaro segnale di via libera, è diventato l'orizzonte sterminato di una speranza senza confini, che occupa tempo e spazio di un immaginario - tanto individuale quanto universale - ""secolo verde"". Il verde fin dalle sue origini è buono quando fa parte della natura, non è buono quando entra nel corporeo e nel serpentino. La sua doppia natura fonde insieme i due colori che lo compongono: il giallo della luce del sole, il blu dell'ombra notturna. Ma si tratta di un colore assolutamente originario, il colore più presente sopra la terra a partire da quello stagno di rane dove si è coltivata la vita molto umana, la vita di ogni essere che ha camminato, dal paradiso terrestre alla conquista della terra promessa, anch'essa sempre molto verde. L'itinerario nel verde che qui si propone è necessariamente saltellante come una inquieta e vorace cavalletta, tra divinità e paradisi verdi, cavalieri e fate verdi, pietre, terre e case verdi, riportando le diverse storie a una loro matrice originaria, e cercando di approdare a quel territorio verde, sostenibile o insostenibile che sia, di una speranza ancora verde che ha il colore intermittente delle lucciole nel bosco. La virtù della speranza verde sta sempre in mezzo, con la fede bianca alla destra e alla sinistra la carità rossa - un tricolore ancora inedito. -
Fraternità. Rilettura civile di un'idea che può cambiare il mondo
Dalle contraddizioni e dai paradossi della nostra epoca emerge prepotentemente una richiesta: riprendere l'idea di fraternità. Oggi non è più sufficiente denunciare la persistenza di una questione etica o di una questione morale. Nel delicato momento che stiamo vivendo è necessario recuperare in chiave etica e politica un'idea troppo a lungo oscurata o identificata con le letture parziali che ne sono state date nel corso della storia. Questo libro spiega come rimettere al centro della nostra concezione del mondo e dell'agire umano la fraternità, una nuova ""bussola"" contro il fondamentalismo individualista, ma anche contro le derive comunitariste e settarie, di qualsiasi matrice. Ripercorrendo e rivelando le narrazioni della fraternità in Occidente - la concezione cristiana, la concezione illuminista e quella marxista -, le rimette in discussione dando a ciascun lettore gli strumenti per costruire una propria visione della fraternità in chiave laica e civile. Prefazione di Giuseppe Vacca. -
I pirati dei libri
Di quali inganni, sotterfugi e malizie furono capaci tipografi, librai e altri piccoli venditori nella Venezia d'età moderna? Da questa raccolta di documenti emergono comportamenti illeciti tenuti da piccoli e grandi attori del mondo del libro, nuove norme e nuove contraffazioni e, sullo sfondo, l'immagine di una città che offriva spettacoli a cielo aperto nascondendo qualche segreto. -
Fuori norma. La via sperimentale del cinema italiano (2000-2012)
Questo volume intende analizzare, da diverse prospettive, un fenomeno che si è manifestato con evidenza negli ultimi anni, e che continua a manifestarsi: quello di un cinema (e di un video) ""fuori norma"", fuori dalle regole correnti, controcorrente. Esso riguarda film di finzione, documentari, film di animazione, film sperimentali, corti, medi e lunghi, in pellicola o in video, che hanno l'ambizione di collocarsi al di fuori delle regole canoniche dei diversi generi per proporre esplorazioni innovative di forme espressive. L'indagine condotta ha rivelato un vasto universo, benché spesso sotterraneo, che testimonia di una vera corrente di nuovo cinema italiano che merita di essere indagata da vicino. C'è una esplosione di sperimentalismo indipendente, a volte diffusa solo nella rete. Essa è il segno da una parte di una insofferenza, e di una opposizione, alle forme consuete di produzione e distribuzione, dall'altra è certamente il risultato della presenza del digitale. Ci sono autori che hanno avuto una qualche forma di visibilità, come Paolo Benvenuti, Franco Piavoli, Tonino De Bernardi, Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi, Daniele Cipri e Franco Maresco, Michelangelo Frammartino, Alina Marazzi, Corso Salani, Pietro Marcello, ma molti altri - la maggior parte - sono sfuggiti a una vera forma di distribuzione. Contribuiscono al volume saggisti, spesso giovani, che si sono interessati a queste ""periferie"" del nostro cinema. -
Microfilosofia del cinema
Nel cinema, Deleuze rivendica la centralità della dimensione intellettuale. ""I concetti sono immagini - dice -. Sono immagini di pensiero"". Il cinema dunque non è lontano dal pensiero. Anzi ne è straordinariamente vicino. E se la filosofia è una forza, cioè un sapere concettuale che ci consente di allargare e di approfondire la conoscenza del cinema, il cinema, insieme, affronta i problemi e le figure della filosofia e li declina per immagini. Il cinema e la riflessione sul cinema, cioè, sono un modo per dialogare con la filosofia e proporre idee, concetti che - forse - interessano anche la filosofia. ""Microfilosofia del cinema"" è quindi un libro che ruota attorno ai concetti creati dalla filosofia, ma anche dal cinema. Anzi è un libro che riflette sulla relazione cinema-filosofia attraverso i concetti. Non è una teoria del cinema intesa in senso tradizionale. È un percorso intellettivo che indaga su un doppio movimento, dal cinema alla filosofia e dalla filosofia al cinema. Considera quindi il cinema non come un terreno che la filosofia può rischiarare, ma come un orizzonte che crea concetti e rielabora idee: e dunque pensa il cinema non come una dimensione subalterna, ma come una macchina che produce anche sul piano della speculazione. Questa idea di cinema è sviluppata attraverso analisi di film e di autori importanti della storia del cinema, da Bunuel a Fellini, da Godard a Wenders, da Lang a Hitchcock, dall'espressionismo ad Antonioni sino alla ricerca contemporanea di Lynch... -
Oh capitano! La vita favolosa di Celso Cesare Moreno in quattro c...
Celso Cesare Moreno incarna in modo straordinario lo spirito avventuroso dell'Ottocento: la sua vita, che colpì la fantasia di scrittori come Giovanni Faldella, Carlo Dossi e Charles Yriarte, e che del resto pare presa di peso da un romanzo di Emilio Salgari, fu infatti un'ininterrotta serie di rocambolesche vicende dall'Europa all'India, dal Sud Est asiatico agli Stati Uniti, dalla Cina alle Hawaii. Coinvolto in guerre, rivolte e rivoluzioni, sposò la figlia di un rajah di Sumatra, concepì grandi progetti tecnologici, diventò primo ministro di un regno oceanico, ebbe geniali intuizioni sul futuro del Pacifico e della Cina e per decenni fece parlare di sé la stampa internazionale. Incontrò re e imperatori e in generale gli uomini più eminenti del suo tempo, tentò di fare una carriera politica in Italia, esplorò regioni vergini in Asia e sempre nutrì un odio incrollabile contro l'Inghilterra e, ancor più, contro consoli e ambasciatori d'Italia sparsi dall'Estremo Oriente all'America... Benché il suo nome sia noto, in particolare, a tutti gli studiosi dell'emigrazione, in quanto fu proprio Moreno a sollevare, con molto anticipo e con grande energia, il problema dello sfruttamento del lavoro italiano in America, questa è la prima biografia che gli viene dedicata, e non per caso. Per metterla insieme, infatti, è occorso esplorare archivi di mezzo mondo, e incrociare le fonti più varie. -
Stillbach o della nostalgia
Alla morte improvvisa di Ines, sua amica d'infanzia, Clara si mette in viaggio verso Roma per portarle un ultimo saluto. Mettendo ordine tra le sue cose, trova un manoscritto in cui Ines racconta dell'estate del 1978, l'anno in cui, nel periodo delle vacanze, era scesa nella capitale per lavorare presso l'Hotel Manente. Tra quelle pagine, Clara legge anche della storia di un'altra donna che, come loro, veniva da Stillbach, luogo immaginario immerso tra le montagne dell'Alto Adige: Emma Manente dirigeva allora l'albergo che portava il suo nome, e già dal 1938 aveva lasciato la sua valle per amore di un uomo, un italiano, voltando le spalle per sempre alla famiglia, e accettando così di perdere la gioia delle parole dell'infanzia; rassegnata a sentire, per tutta la vita, la mancanza di qualcosa che neppure saprà più di cercare. Tra le voci più incisive di una letteratura che racconta di una terra di confine e di un'identità da ricostruire, Sabine Gruber ha scritto un romanzo in cui, dall'Alto Adige a Roma, il privato s'innesta nella Storia. Alla ricerca di una verità, rivelando crimini e tradimenti, racconta l'intreccio tra i destini individuali e la politica, a volte così potente da determinare la felicità, l'amore, e la nostalgia, di ognuno di noi. -
Scultura nei giardini delle ville venete. Il territorio vicentino...
Il volume illustra uno dei capitoli più ricchi e interessanti ma meno indagati dell'arte veneta, la statuaria da giardino, un genere che trova nel territorio di Vicenza un punto di partenza quasi obbligato poiché soprattutto in quest'area si realizzò l'età d'oro della villa veneta. Qui, inoltre, si trovano le cave delle pietre calcaree con cui venne realizzata la stragrande maggioranza delle opere; e qui, infine, operarono con continuità alcuni degli scultori italiani più importanti, come gli Albanese e, soprattutto, i Marinali. Artisti che, insieme ad altre personalità, anche meno note, emerse dalla ricerca, hanno saputo dar vita ad una ""galleria"" di straordinaria consistenza quantitativa ed estetica. La statuaria da giardino ricopre, infatti, un ruolo nient'affatto secondario poiché costituisce quel necessario complemento di natura manipolata finalizzato al pieno godimento del ""gentilhuomo"", che contribuisce in modo sostanziale a definire l'inconfondibile organismo spaziale della villa veneta in cui sempre convivono coerenza funzionale e alta qualità estetica. In tale contesto le statue ricoprono il ruolo di ""semiofori"" capaci d'intrattenere ancora oggi con l'osservatore avveduto un fitto e fruttuoso dialogo. -
Costruttori di bellezza. Filosofia della calzatura maschile secon...
Questo volume, realizzato dalla Fondazione Cologni dei Mestieri d'Arte in stretta collaborazione con Santoni, una delle più prestigiose imprese artigiane italiane, internazionalmente nota e riconosciuta, si propone di raccontare dall'interno una case-history di eccellenza in uno dei settori manifatturieri che sono fiore all'occhiello del nostro Paese. Attraverso il vivace e puntuale racconto di Andrea Guolo, giornalista esperto del settore, e le immagini di Susanna Pozzoli interamente realizzate all'interno dell'azienda marchigiana, il mestiere della calzatura maschile di eccellenza viene qui raccontato in tutta la sua complessità tecnica, arte e poesia.