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Il giovane Tintoretto. Catalogo della mostra (7 settembre-2018-6 ...
A cinquecento anni dalla nascita, la figura di Tintoretto assume i contorni del mito, incarnandosi nei panni di un dotato figlio di tintore che, da autodidatta, avrebbe scelto come guida il disegno di Michelangelo e il colorito di Tiziano. Gli studi novecenteschi - da von Hadeln a Pallucchini - si sono impegnati a delineare un'immagine storicamente più credibile del pittore, mettendo in luce l'importanza che ebbe per lui, agli inizi, assistere al confronto fra la tradizione pittorica lagunare e la cultura figurativa dell'Italia centrale, promossa a Venezia dal doge Andrea Gritti e da un gruppo influente di patrizi legati alla curia romana. La questione è resa difficile dalla scarsità della documentazione nota prima dell'apparizione del ""Miracolo dello schiavo"", dipinto entro l'aprile del 1548, un'opera di forte originalità che destò reazioni anche nei cenacoli letterari legati allo stampatore Francesco Marcolini e a Pietro Aretino e nell'ambiente dell'attore e commediografo Andrea Calmo. L'itinerario della mostra si apre sulla Venezia degli anni trenta mettendo in scena le opere degli artisti più rilevanti per la formazione di Tintoretto, da Tiziano a Bonifacio Veronese, a Pordenone. Attraverso un gruppo di opere scelte ricostruisce l'arrivo dei toscani Giorgio Vasari e Francesco Salviati, attivi nei cantieri di Palazzo Cornaro e di Palazzo Grimani, e illustra le risposte che la generazione di Tintoretto diede a quelle presenze tramite le opere dell'olandese Lambert Sustris, di Andrea Schiavone, di Giuseppe Porta, il toscano che decise di restare a Venezia, e di Jacopo Bassano. Attraverso una sequenza di venti dipinti concessi da importanti istituzioni italiane e straniere e da collezioni private, la mostra affronta il complesso mondo figurativo del Tintoretto esordiente e ne indaga l'atteggiamento di rottura rispetto alla tradizione, pur nei termini di un confronto condotto nel segno di una grande originalità e di una frenetica sperimentazione che sfugge a facili codificazioni. Spiccano fra questi il soffitto con ""La contesa tra Apollo e Marsia"" di Hartford dipinto per Aretino, che introduce il tema della «prestezza» pittorica, e la ""Disputa di Gesù nel tempio"", che viene presentata dopo una delicata operazione di restauro. Nell'ultima sezione di grande interesse è la messa in scena dell'""Ultima Cena di San Marcuola"" del 1547 accanto alle tele di identico tema di Jacopo Bassano e di Giuseppe Porta Salviati. Viene per la prima volta offerto alla possibilità di una verifica diretta lo snodo culturale segnato da queste tre opere pressoché contemporanee, così da mettere in luce l'incrocio di esperienze tra gli artisti e il gioco dei rimandi tra i rispettivi linguaggi, evidenziandone al tempo stesso i caratteri individuali. A solenne conclusione, il ""Miracolo dello schiavo"", con cui Tintoretto si accredita definitivamente nel contesto lagunare, apre sulla maturità del pittore e sul personalissimo confronto con la cultura michelangiolesca e con il mondo degli scultori. -
1913. L'anno prima della tempesta
Il 1913 è l'anno chiave del Novecento, l'anno che avrebbe plasmato tutto un secolo. A dispetto dell'incombente tragedia - lo scoppio della prima guerra mondiale -, cento anni fa si manifestarono un fermento e una fecondità di opere e di talenti senza pari. Mentre Franz Kafka arriva quasi a impazzire d'amore, Ernst Ludwig Kirchner disegna le cocotte di Potsdamer Platz; Virginia Woolf ha pronto il suo primo libro mentre Robert Musil consulta un neurologo; Igor Stravinskij festeggia la prima assoluta di Le sacre du printemps e incontra la sua futura amante, Coco Chanel; Picasso e Matisse vanno a cavallo insieme; Freud e Jung incrociano le spade; Louis Armstrong si esibisce per la prima volta in pubblico e Charlie Chaplin firma il suo primo contratto con una casa cinematografica; Prada inaugura a Milano la sua prima boutique; montando la ruota anteriore di una bicicletta su un comune sgabello da cucina Marcel Duchamp compie la grande rivoluzione concettuale del Novecento. A Monaco, un uomo venuto dall'Austria dipinge acquerelli con le vedute della città e cerca di venderli. Si chiama Adolf Hitler. -
I racconti di Ise
Lo ""Ise monogatari"" (""I racconti di Ise"") è una delle opere più conosciute e apprezzate della produzione letteraria del periodo Heian (794-1185). Nella versione ritenuta dagli studiosi più rappresentativa, si presenta come una raccolta di 125 brevi aneddoti (dan) incentrati sulla descrizione di momenti particolarmente salienti delle avventure amorose di un anonimo nobile di corte. Tradizionalmente interpretata come una biografia romanzata di Ariwara no Narihira (825-880), non rappresenta però solo un raffinato e ben congegnato canzoniere d'amore dell'antico Giappone. L'importanza e la popolarità dell'opera risiedono anche nella sua capacità di esprimere i dettami del codice estetico del f?ry?, termine di origine cinese usato in Giappone per alludere all'aristocratica eleganza che infonde le esistenze dei protagonisti dei monogatari. Dopo il ""Genji monogatari"" (La storia di Genji, XI secolo), è di certo l'opera di letteratura classica che presenta il maggior numero di traduzioni in giapponese moderno e in lingue occidentali, di riduzioni in manga e di studi critici. -
I letterati e lo sciamano. L'indiano nella letteratura americana ...
Una morfologia delle civiltà indiane d'America è assai più di una mera registrazione storica della conquista coloniale di quel continente negli ultimi cinque secoli, del tentativo sistematico da parte bianca di ripulsa e oblio dei forzieri di una sapienza atavica, che nessuna indagine etnologica aveva mai colto nel profondo né voluto immettere nei repertori della cultura dominante. Nel lontano 1969 Elémire Zolla ricostruiva ne ""I letterati e lo sciamano"" la tregenda subita dagli Indiani ma anche la sfaccettata ricchezza simbolica e metafisica di una vita tradizionale inscritta sciamanicamente tra la terra e il cielo. Lo fece esumando per la prima volta testimonianze e scritti, talvolta eccelsi, degli stessi Indiani, che negli ultimi cento anni si sono conquistati un posto di assoluta eminenza nella letteratura americana. Questa ristampa dell'opera, salutata al tempo in Nord-America come una rivelazione, è arricchita da una congerie di scritti zolliani del ventennio 1968-1988 dove spicca la trascinante vicenda del narratore antropologo Carlos Castañeda alle prese con il maestro yaqui che lo inizia al potere magico nei deserti del Nuovo Messico. -
In difesa dell'Italia (Contra eum qui maledixit Italie). Testo la...
Nel 1373 Francesco Petrarca aveva ormai visto la sconfitta di una battaglia politica condotta con una lunga e inesausta passione, quella per il ritorno a Roma della sede pontificia. Ma l'idea di Roma non ammetteva sconfitte: così il grande intellettuale trasforma l'occasione di una polemica personale in un manifesto di quell'ideale. Le pagine dell'Invettiva definiscono e ricreano il mito di Roma, con rabbia ed entusiasmo, con pietà di cristiano e rigore di storico, e lo consegnano come conquista storiografica e modello culturale, al Rinascimento europeo. -
Sonata di primavera
Ambientata in Italia ai tempi del papa-re, la Sonata, come le altre storie della tetralogia, racconta in forma autobiografica una stagione delle emozioni sentimentali del marchese di Bradomin, dandy e dissacratore, ""brutto cattolico e sentimentale"". Una storia d'amore peccaminosa, nata nella dimora di un prelato morente, che ha come vittima la maggiore delle sue cinque nipoti, Maria Rosaria, ventenne destinata al convento. Una trama di amore e di morte, dove le belle maniere e i buoni sentimenti diventano un gioco di apparenze che accende in segreto il furore delle passioni. La storia ha un epilogo tragico e la perversione del seduttore si vena della malinconia decadente di fine secolo. -
L' oca selvatica
Otama, mantenuta di un anziano usuraio, si innamora di uno studente, Okada, che vede passare ogni giorno sotto la sua finestra. Anche Okada è attratto dalla ""donna della finestra"", che rappresenta per lui l'ideale della bellezza femminile irraggiungibile. Sapremo alla fine che Okada ha di proposito evitato di stringere un legame con la donna perché è in partenza per l'estero. A Otama resta la nostalgia di un sogno di giovinezza e di illusione perduta. -
Sotto la foresta di ciliegi in fiore e altri racconti
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Fare un film è per me vivere. Scritti sul cinema
Se con Michelangelo Antonioni si fa cominciare il cinema della modernità non è per gusto di formule ma perché con questo regista - più che con altri - il cinema si è fatto interprete dei contrasti del cambiamento, del mutare del tempo, ""non più solamente a livello della grande storia - scrisse Roland Barthes - ma all'interno di quelle piccole storie di cui è misura l'esistenza di ciascuno di noi"". La difficoltà delle relazioni tra individuo e ambiente, il doloroso distacco del soggetto dal tempo degli eventi, la ""malattia dei sentimenti"" sono stati analizzati dalla sensibilità di questo autore del disagio filtrandoli attraverso gli umori più vivi della cultura contemporanea. Ma il suo ""cinema della crisi"" ha significato prima di tutto messa in crisi del cinema, del sistema rappresentativo come si era andato consolidando e che non rispondeva più ai bisogni del nuovo modo di mostrare e raccontare. L'essere dentro la storia di Antonioni è nel senso dei suoi film, l'averla anticipata è nelle sue innovazioni formali. Questo volume raccoglie gli scritti e le più significative interviste al regista e fornisce quindi uno strumento indispensabile per penetrare nel suo mondo poetico, per intendere la complessità delle sue scelte stilistiche, per comprendere i rapporti tra cinema e altre forme espressive. -
Storia della letteratura giapponese. Vol. 1: Dalle origini al XVI...
Questo primo volume della ""Storia della letteratura giapponese"" giunge sino al XVI secolo e spazia dalla più antica antologia poetica, il ""Man'yoshu"", ai racconti popolari, dalla narrativa delle ""dame di corte"" di Heian tra cui primeggia l'opera di Murashaki Shikibu, ""Storia di Genji"", alle epopee cavalleresche. Filo conduttore di tutta l'opera è la convinzione dell'autore che i giapponesi (al contrario dei cinesi e degli occidentali) non siano affatto portati al trascendentale e all'assoluto, ma siano ancorati a ""questo mondo"" in una visione prettamente terrena della vita che egli ritrova nella maggior parte della produzione culturale. -
Macbeth. Testo inglese a fronte
Macbeth, dramma tra i più foschi nel panorama sia shakespeariano sia elisabettiano, deve probabilmente la propria fortuna alla natura quanto mai complessa e tortuosa del suo protagonista. Egli appare a più riprese incerto, timoroso, e poi ferocemente dilaniato dai rimorsi. Come si conciliano questi due risvolti del suo comportamento, presupposto l'uno di aridità d'animo, l'altro di esasperata sensibilità? Certo è che ha incontrato attenzione, interesse e favore proprio e soprattutto per le discrepanze del suo atteggiamento. Né è da meno la sua consorte, su cui tanta critica si è arrovellata. -
Amleto
La celeberrima tragedia di Shakespeare è una grande parabola morale, in cui le forze del bene e del male continuano la loro eterna lotta, coinvolgendo l'uomo in un turbine inarrestabile di dubbi e di passioni che lo porterà alla morte, insieme alle persone amate e ai peggiori nemici, per tenere fede al suo giuramento di vendetta e di giustizia. -
Lorenzo Da Ponte. Arte, amori e avventure di un grande viaggiatore
La biografia del poeta e libertino Lorenzo Da Ponte, amico di Casanova, collaboratore di Mozart, per il quale scrisse libretti. Il libro fa rivivere il clima di un secolo affascinante sullo sfondo di varie città d'Europa e del nuovo mondo e rivela dettagli di una vita segreta e autentica, ricca di poesia e di pathos. -
L' esemplarità imperfetta. Le «Confessioni» di Ippolito Nievo
Le confessioni di un italiano sono uno dei grandi libri della narrativa italiana dell'Ottocento. Romanzo affollato di luoghi, persone, eventi, ibrido quanto al genere, variegato nei toni, è un tipico esempio delle potenzialità dell'impura forma romanzesca. Falcetto esplora gli scenari, l'uso del tempo, il senso inquieto e dinamico della realtà, non cercando di ""normalizzare"" il romanzo, ma rispettandone il sapore insieme ottocentesco e moderno. -
Storia di un tagliabambù
""L'antenato è il primo ad apparire di tutti i 'monogatari'"", così Murasaki Shikibu (XI secolo) consacra ""Storia di un tagliabambù"", testo risalente al 909 ca. Il termine 'monogatari' caratterizza una prosa, spesso inframmezzata da componimenti poetici, che si identifica con la grande pagina letterararia di epoca Heian (794-1185). ""Storia di un tagliabambù"" è il primo 'monogatari' perché l'anonimo autore racconta in modo nuovo una storia presa dalla tradizione orale, dandole una struttura narrativa che rimarrà nei secoli. L'estensore del testo è senza dubbio da identificare in un intellettuale, buon conoscitore della lingua cinese e così vicino all'ambiente di corte da permettersi di adombrare personaggi realmente esistiti. -
Edipo a Colono
Prosecuzione ideale all'""Edipo re"", l'""Edipo a Colono"" è stato letto spesso come una meditazione sulla vecchiaia: l'itinerario di Edipo è un cammino verso la morte; il cammino di un cieco, come del resto lo è quello di tutti i mortali. -
Il lungo viaggio di Vittorini. Una biografia critica
Vittorini uomo e Vittorini scrittore, Vittorini editore e Vittorini intellettuale, Vittorini traduttore e Vittorini scout di giovani talenti: uno dei protagonisti della cultura nel Novecento raccontato e studiato da uno scrittore-editore che gli è stato vicino, come amico e come assistente, per dodici anni. L'opera di Crovi descrive l'itinerario politico dello scrittore siracusano fattosi milanese d'elezione; ripercorre le scelte letterarie, culturali, civili e conoscitive dello scrittore; ne rievoca l'accidentata vita familiare e professionale, ne svela i segreti rapporti amorosi e d'amicizia, ne decifra le proiezioni utopiche, ne rivela le interrogazioni esistenziali e religiose. -
Saggi critici. Vol. 2
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La principessa di Sumiyoshi
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Antigone. Variazioni sul mito
Un mito che attraversa più di due millenni e la cui presenza nella storia della civiltà occidentale è pressoché ininterrotta. Antigone ribelle, Antigone dolente, Antigone eroica, Antigone martire... sempre e per sempre Antigone, la donna per la quale, anche a prezzo della morte, il diritto privato è superiore al diritto pubblico. Due capolavori del teatro moderno, opera di Anouilh e Brecht, sfidano l'Antigone di Sofocle e ripropongono assieme alla storia esemplare, una domanda a cui è difficile dare una risposta: perchè il mito greco continua a dominare ininterrottamente nell'immaginario occidentale?