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Leggere Francesco. Teologia, etica e politica
«Preferisco una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze ... Più della paura di sbagliare spero che ci muova la paura di rinchiuderci nelle strutture che ci danno una falsa protezione» - Papa Francesco, Evangelii gaudiumrnrn«Un papa fa notizia perché il papa è la notizia», e Francesco fa notizia più di chiunque altro. Su di lui, figura emblematica di una svolta interna alla Chiesa, i giudizi si sono polarizzati, e sono fiorite interpretazioni parziali o forzate della sua dottrina magisteriale, nel tentativo di decifrare chi come lui si è rivelato un formidabile decifratore dei segni dei tempi. Tuttavia non si può «leggere Francesco» – insieme teologo, pastore e profeta – senza coordinate categoriali appartenenti alla tradizione ecclesiale della sua terra d’origine, l’Argentina. Da laggiù, dalla stessa «fine del mondo», viene la teologa e filosofa della politica Emilce Cuda, che dedica al suo conterraneo un saggio finalmente illuminante. Nelle pagine di Cuda la genealogia prende corpo e indica lo stretto legame tra Bergoglio e Francesco, a partire dalla teologia del popolo e della cultura, variante argentina della teologia della liberazione latino-americana, dalla quale la distingue la rinuncia a una concezione classista. Se non si richiama né al marxismo né al liberalismo, la teologia del popolo ha forse radici peroniste, e quindi entra di diritto nel dibattito attuale sul populismo? Esiste un rapporto intrinseco tra il modello trinitario e il dogma dell’Incarnazione, da un lato, e la denuncia pontificia dell’ingiustizia, dall’altro? E che cosa evoca il papa quando parla di uguaglianza, libertà, lavoro, dignità, cultura e – nozione capitale – popolo? Intende l’insieme della gente o il popolo-povero-lavoratore? Domande formulate con la massima nitidezza, e risposte che mirano a disambiguare, convocando allo scopo anche le grandi teorie politiche del Novecento, da Antonio Gramsci a Ernesto Laclau. All’inverso della celebre formula di Carl Schmitt, secondo cui i concetti politici moderni sarebbero concetti teologici secolarizzati, nel discorso di Francesco sono ben vivi concetti culturali teologizzati, che riecheggiano l’idea di un logos inculturato, sapienza preriflessiva teologale incarnata nella cultura di un popolo. Alla loro formulazione hanno contribuito i maggiori teologi argentini dell’ultimo cinquantennio, tra cui Juan Carlos Scannone, che firma qui la prefazione. -
Il mito della dieta. La vera scienza dietro a ciò che mangiamo
Ogni anno sugli scaffali delle librerie vediamo fiorire nuove ricette miracolose pronte a promettere con le loro diete percorsi più o meno facili per perdere peso, e vivere più sani e felici. Ora, grazie ali mito della dieta, abbiamo finalmente a disposizione un antidoto contro le false promesse di dietologi e ciarlatani. Per capire come funziona l'apporto nutrizionale nella nostra specie ci mancava qualche ingrediente fondamentale: il 60-70% del nostro peso è dovuto alla nostra costituzione genetica, e quindi non ci possiamo fare granché. Resta però quel 30-40%, sul quale possiamo intervenire. Ma come? La risposta si chiama «microbioma», ovvero quella complessa, variabile e poco conosciuta flora batterica che vive nel nostro intestino e che lungi dall'essere un inquilino indesiderato del nostro organismo, è una componente fondamentale per il nostro benessere. Dobbiamo dunque imparare a rispettare e curare questi batteri amici e a coltivare la biodiversità che inconsapevolmente ospitiamo. -
L'estetica triste. Seduzione e ipocrisia dell'innovazione
Di ossimoro in paradosso, Merlini con garbo ragionativo ispeziona il nostro mondo estetizzato e performante, in cui tutto è merce o aspira feticisticamente a diventarlo. Un mondo, conclude, sempre più inospitale.rn«Il libro è uno di quelli che ti fa subito pensare all'intelligenza: c'è un'idea (cosa non scontata al giorno d'oggi) ed è sviluppata con estro e sapienza» - Marco Filoni, Il Venerdìrn«Scienza triste»: l’economia non è più riuscita a liberarsi del suo epiteto ottocentesco, che metteva sotto accusa la brutalità di appetiti a malapena dissimulati dall’astrattezza dei principi regolatori del mercato. Motivi analoghi inducono oggi Fabio Merlini a qualificare come «triste» anche l’estetica, sfera a cui di solito assegniamo effetti rasserenanti, se non euforizzanti. La bella apparenza che tanto ci seduce nella scenografia della merce esercita infatti un potere di incantamento che da un lato occulta condizioni di produzione talora neoschiavistiche e offese all’ecosistema, e dall’altro stringe alleanze con i regimi di consunzione del tempo nei quali si estenua la nostra esistenza, convocata in un presente privo di orizzonte. Invece di disinnescarla, l’esuberanza delle cose potenzia la tonalità depressiva dell’innovazione, che vive di caducità indotta attraverso vettori di accelerazione: ogni novità presto confligge con la versione aggiornata di se stessa, condannandosi a rapida obsolescenza e denunciando la consanguineità tra moda e morte già colta da Leopardi due secoli fa. A questa inevitabile «tristezza» cooperano adesso la disintermediazione universale, il dinamismo immobile – immediatezza ostile a qualsiasi differimento – e la stilistica della prestazione, che all’insegna dell’easy style costringe in realtà a una sfibrante mobilitazione cognitiva. Di ossimoro in paradosso, Merlini con garbo ragionativo ispeziona il nostro mondo estetizzato e performante, in cui tutto è merce o aspira feticisticamente a diventarlo. Un mondo, conclude, sempre più inospitale. -
Arti del metallo e alchimia
Diviso in due parti, una sorta di dittico, Arti del metallo e alchimia rappresenta la summa del pensiero e degli studi di Mircea Eliade sulla mitologia alchemica.rnrnNella prima parte miti, riti e simboli peculiari alle attività del minatore, del metallurgo e del fabbro sono considerati secondo la prospettiva di uno storico delle religioni, tentando di comprendere l'atteggiamento dell'uomo delle civiltà arcaiche di fronte alla materia e di seguirlo nelle avventure spirituali in cui si è trovato quando scoprì di poter intervenire sulla natura e sul «modo d'essere» delle sostanze. Nella seconda parte Eliade affronta invece l'ideologia e le tecniche alchemiche. È qui che troviamo il nucleo di quella che solo più tardi sarebbe diventata una vera e propria scienza empirica – la chimica – quando perse la sua aura mitica, mistica e sacra per diventare un'«esperienza profana». -
Il catalogo dei libri naufragati. Il figlio di Cristoforo Colombo...
Il catalogo dei libri naufragati è un libro fuori dall'ordinario; contiene mondi, sogni, smanie, è un'appassionata dichiarazione d'amore per il sapere, un racconto di sconcertante immaginazione che fonde lo splendore di un'erudizione profonda alla sensibilità e alla vivacità dell'ingegno umano.rn«Leggete questo libro, vi lascerà senza fiato. Portatelo con voi in spiaggia, in campagna, ovunque. E grazie a Edward Wilson-Lee per averlo scritto, e con un tale senso di grazia vitale» - Simon Schama, autore di Gli occhi di Rembrandt e La storia degli ebreirnrn«Il catalogo dei libri naufragati è un'opera di immaginazione che rispetta però l'origine delle fonti, dove la magnificenza del racconto si fonde opportunamente all'erudizione. La ""biblioteca che avrebbe raccolto tutto"" divenne un labirinto borghesiano di ""meraviglie sconcertanti"". Wilson-Lee la descrive con passione e costella il suo racconto di elenchi, incantatori e quasi magici, degni di Rabelais» - Felipe Fernández-Armesto, ""Literary Review""rnCi sono storie che a sentirle raccontare, o a leggerle, non sembrano vere; il potere della loro fascinazione ci attrae, però, fino ad ammaliarci e a lasciarci senza fiato. La storia di Fernando Colombo, figlio naturale di Cristoforo Colombo, è una di queste: capace di irradiare meraviglia e stupore, e – al contempo – di ridisegnare la nostra conoscenza del mondo. Fernando Colombo, cadetto illegittimo dello scopritore delle Indie occidentali, Ammiraglio e conquistatore dei regni oltre il grande Mare Oceano per conto della Corona di Spagna. Hernando Colón, figlio bastardo, eppure profondamente amato, primo biografo di Cristoforo, viaggiatore avventuroso egli stesso, che con le Historie della vita e dei fatti di Cristoforo Colombo ci ha lasciato il resoconto delle alterne fortune dei quattro viaggi del padre nelle Americhe. Fernando, lettore onnivoro e vorace, preso da bruciante passione per una nuova e dirompente invenzione, la stampa a caratteri mobili, che in pochi anni rivoluzionò il mondo, al pari delle scoperte geografiche paterne. Fernando, smanioso classificatore di ogni libro che sia mai stato stampato, raccoglitore di ogni foglio mai prodotto da un torchio, corrispondente di Albrecht Dürer, Erasmo da Rotterdam, Aldo Manuzio; viaggiatore umanista ossessionato dal principio di catalogazione, perennemente in corsa – di città in città (Siviglia, Granada, Toledo, Londra, Milano, Venezia, Strasburgo, Colonia, Magonza e così via) –, alla ricerca spasmodica e costante delle migliori e ultime novità: i libri più belli – magnifica perversione – curati al meglio, stampati coi caratteri più chiari e puliti, sulla carta più durevole, e nella confezione più raffinata. Fernando, compilatore di liste vertiginose, inventore della prima biblioteca universale, catalogo dei cataloghi, che contenesse tutto il sapere umano, concepita come una macchina viva, un organismo vivente, che respira, si ammala, perde i pezzi, guarisce e sopravvive. Fernando Colombo e la sua biblioteca, monumento del Rinascimento europeo; Fernando e i suoi libri che sono andati perduti, trafugati, bruciati, che sono persino naufragati, eppure hanno resistito e sono sopravvissuti fino a noi, fino ad oggi. -
Cosa rende felice il tuo cervello (e perché devi fare il contrario)
Fondato su ricerche d'avanguardia, questo libro si propone come un manuale di science-help, che è cosa ben diversa dal self-help.rnrnNegli ultimi anni gli studi cognitivi, le ricerche di psicologia sperimentale e le neuroscienze hanno accumulato una grande quantità di dati sul cervello umano, svelando meccanismi che ci erano completamente oscuri e ridisegnando le nostre conoscenze in questo campo. Così, a mano a mano che ci si addentra nei meandri del nostro cervello e dei suoi comportamenti, avviene che le bizzarre ricette dei guru del benessere psichico o dei sedicenti maestri del successo personale ci appaiano sempre meno plausibili. Con l'avanzare degli studi siamo in effetti sempre più in grado di fornire un altro tipo di ""ricette"", empiricamente fondate, che ci aiutano a tenere sotto controllo certe evidenti deviazioni di quel prodigioso organo del pensiero che non ha cessato di evolversi da milioni di anni. Per tutto questo, e altro ancora, siamo ora in grado di capire perché spesso ci comportiamo in modo avventato, per non dire apertamente autolesionista, senza un motivo apparente. Il cervello agisce secondo schemi adattativi complessi ma prevedibili, e in molte occasioni specie nella vita dell'uomo moderno - con pessimi risultati. Per dirla con David DiSalvo: ""Il nostro cervello è una macchina per prevedere e rilevare schemi ricorrenti, che ama la stabilità, la chiarezza e la coerenza: tutto meraviglioso, tranne quando non lo è"". -
I fili della vita. Una storia del mondo attraverso la cruna dell’ago
«Il cucito è un modo di dare voce alla nostra identità, di lasciare la prova indelebile della nostra esistenza nei punti fermi tracciati dal lavoro delle nostre mani.»«Meraviglioso... Hunter sfrutta una mirabile capacità di narrazione per far entrare il lettore in un mondo in cui gli oggetti diventano personaggi a cui il pubblico si affeziona... Molto ben scritto» – Times Literary Supplement«Non aspettatevi una noiosa enumerazione di manufatti e tecniche. Hunter ""intreccia"" la sua esperienza personale e quella dell'umanità. Lo fa in modo appassionato, competente, coinvolgente» - Annachiara Sacchi, La Lettura«Un libro di ispirazione per chiunque abbia sottovalutato l'arte dell'ago e del filo, e il suo più nobile significato» – Mail on SundayCon I fili della vita, Clare Hunter ci consegna una riflessione straordinaria e inedita sull'importanza del ricamo, e più in generale del cucito, un'arte spesso considerata minore, ma con la peculiarità di essere stata molto diffusa e assolutamente trasversale, presente nell'educazione di tutte le donne di tutti i ceti sociali. Il ricamo, soltanto in apparenza uno strumento espressivo del tutto «candido», si è rivelato un linguaggio efficace per comunicare in mancanza di altri mezzi, per passare informazioni oltre la censura, per dare voce a ciò che le circostanze non permettevano di esprimere altrimenti. Con un excursus storico che copre tutto il millennio scorso, Clare Hunter ci accompagna dunque tra le storie di chi ha affidato ad ago e filo il proprio messaggio. A partire dall'arazzo di Bayeux - in apparenza una celebrazione dei conquistatori normanni, e in realtà pieno di lodi indirizzate allo sconfitto re Harold -, ai ricami della regina di Scozia Maria Stuart - dove lei è un topo e la rivale Elisabetta I un gatto rosso -, ai lavori di cucito considerati terapeutici e imposti come rieducazione alle carcerate inglesi dell'Ottocento, fino ai foulard e agli scialli delle madri di Plaza de Mayo, su cui era ricamato il nome del figlio desaparecido per riaffermarne l'identità negata dalle istituzioni, e alle arpilleras, patchwork di denuncia del regime cileno. Clare Hunter ci rivela come il ricamo abbia evidenziato ingiustizie, celebrato tradizioni etniche e familiari, espresso gioie e dolori, raccontato massacri, epurazioni e fughe disperate, rese dei conti dopo un colpo di Stato, proteste per sparizioni o incarcerazioni. È una cronaca di memorie narrate attraverso le storie di uomini e donne che, nei secoli e attraverso i continenti, hanno usato il linguaggio del ricamo per far sentire la loro voce, anche nelle più avverse delle circostanze. -
La sostanza delle cose. Storie incredibili dei materiali meravigl...
L'acciaio è «indomito», la carta «fidata», il cioccolato naturalmente è «delizioso», la plastica «immaginifica» e la grafite è semplicemente «indistruttibile». Poi c'è la schiuma («meravigliosa»), il vetro (ovviamente «invisibile»), la porcellana («raffinata»), e certo non può mancare il comune, onnipresente, «fondamentale» cemento. Sono le sostanze di cui è fatto il nostro mondo. Basta gettare l'occhio intorno a noi e ne vediamo a centinaia, eppure sappiamo così poco di loro. Invece, quando Mark Miodownik si guarda intorno vede ben più in là delle apparenze superficiali delle cose ed è capace di raccontarci per ognuno di questi materiali una quantità incredibile di storie affascinanti, da restare a bocca aperta per lo stupore. Ogni sostanza diventa un mondo. In questo libro compaiono cose antichissime come il ferro accanto a sostanze futuristiche come i biomateriali o l'aerogel, tutte presentate nella loro caleidoscopica varietà di forme e di funzioni, colori e proprietà, ognuna con un suo messaggio nascosto e un'avvincente storia da narrare. I materiali hanno contribuito a rivoluzionare il nostro stile di vita, fanno parte del nostro mondo e senza di loro non saremmo ciò che siamo. Il mondo materiale non è una semplice ostentazione della nostra tecnologia e della nostra cultura: è parte di noi. L'abbiamo inventato, l'abbiamo costruito, e lui in cambio fa di noi ciò che siamo. -
Kabbalah. Il segreto, lo scandalo e l'anima
In queste pagine, la storia della Kabbalah diventa una narrazione alternativa della storia dell'ebraismo, condotta con grande maestria da Harry Freedman in un libro al tempo stesso avvincente e documentato.rnrn«Freedman naviga nella storia con grande abilità» – The Daily TelegraphrnrnL'essenza della Kabbalah consiste nel tentativo di comprendere in che modo la volontà divina abbia concepito e creato l'universo e riesca a preservarlo, utilizzando tale comprensione per avvicinarsi all'inconoscibile fonte di ogni cosa e, infine, riportare il cosmo imperfetto alla sua perfezione originaria. Naturalmente, la faccenda è ben più complicata di così.rnrnOggi la parola Cabbalà evoca mistero, segreti millenari, verità cosmiche sussurrate nel buio di una stanza, angeli potenti, magie inspiegabili e tremende, e mondi ultraterreni. Questa visione esoterica ha una storia precisa e documentabile, che ha inizio nell'Italia del Rinascimento, dove vari personaggi erano stati attirati da certe antiche tradizioni ebraiche, che tuttavia reinterpretavano a modo loro. La Cabbalà (con la C) è la stessa che sta anche all'origine di una moda contemporanea, intrisa di New Age, talvolta al centro di scandali e di oscuri giri di denaro. La Kabbalah (con la K), invece, è una cosa ben più complessa, più antica e senza dubbio più affascinante. La storia che Harry Freedman racconta magistralmente in questo libro lascia intravedere la complessità della ricerca mistica del divino e del suo rapporto col mondo operata da generazioni e generazioni di pensatori ebrei e tramandata con sacralità e timore reverenziale nel corso di due millenni. È forse il più complesso tentativo intellettuale mai concepito per avvicinarsi il più possibile all'inconoscibile fonte di ogni cosa, allo scopo di sanare l'universo, curarne le imperfezioni e ricondurre il cosmo alla sua perfezione originale. La storia comincia con l'inizio stesso della Bibbia: «Che sia la luce. E la luce fu». In questi versi antichi si dice infatti che il mondo scaturì direttamente dalla voce di Dio; ma la voce è fatta di parole e le parole di lettere, e le lettere sono i mattoni del mondo. Per capire la creazione bisogna allora studiare a fondo le lettere e il loro significato più nascosto, soprattutto quello numerico, che ogni lettera ebraica racchiude in sé. Da questo studio deriveranno poteri immensi, come quello – reso famoso dalla letteratura yiddish – di creare un golem dall'argilla, che, sempre con l'uso sapiente delle lettere, può essere fermato. Dal «Libro della Creazione», composto tra I e IV secolo, allo splendore dello «Zohar», dalle comunità ebraiche del XII secolo tra Spagna e Provenza alla scuola di Safed, in Galilea, dai movimenti messianici del XVIII secolo ai saggi eruditi otto e novecenteschi: la storia della Kabbalah diventa in queste pagine avvolgenti una narrazione alternativa della storia dell'ebraismo, condotta con grande maestria da Harry Freedman in un libro al tempo stesso avvincente e documentato. -
Presi per la gola. Perché quasi tutto quello che ci hanno detto s...
Un libro innovativo, che ci costringe a mettere in discussione ogni programma dietetico, ogni raccomandazione ufficiale, ogni supposta cura miracolosa e ogni dettagliata etichetta alimentare, incoraggiandoci a ripensare completamente la relazione tra uomo e cibo.«""Presi per la gola"" propone uno sguardo molto divertito e critico sui comuni miti alimentari, dall'affermazione che le calorie misurano accuratamente quanto un alimento ci faccia ingrassare all'idea che tutta la carne sia dannosa. Il professor Spector entra davvero nella scienza del cibo e le sue conclusioni sono chiare e divertenti. Questo libro è la degna continuazione del Mito della dieta, il suo best seller precedente» – Michael Mosley, autore di ""La dieta del microbioma""«La rivoluzione della nutrizione è in corso e Tim Spector è uno dei visionari che la stanno guidando. La sua scrittura è illuminante e incredibilmente attuale» – Yotam Ottolenghi, chef e autore di ""Jerusalem"" e ""Plenty""Il primo mito da sfatare, parlando di cibo, è che le linee guida e i piani dietetici siano buoni per tutti. Non è così. La verità è che siamo diversi e quello che vale per una persona non è detto che valga per tutte. Anche per questo motivo, Tim Spector ci mette in guardia contro le facili e onnipresenti «diete miracolose» che ormai a centinaia invadono le nostre vite, il più delle volte basandosi su dati scientifici a dir poco fallaci, quando non del tutto inesistenti. In realtà, più studiamo davvero la nutrizione, meno chiare sembrano le cose. È incredibile scoprire quanto poche prove valide ci siano per molte delle nostre idee più radicate sul cibo. Per questo, ogni capitolo di questo libro si pone l'obiettivo di sfatare un mito. Le calorie indicano quanto un cibo faccia ingrassare? Non proprio. La carne fa sempre male alla salute? Non è detto. Bere caffè fa male? Non sempre. I prodotti locali sono sempre i migliori e i più sostenibili? Non esattamente. Spector esplora la scandalosa mancanza di buona scienza alla base di molte raccomandazioni mediche e denuncia come l'industria alimentare domini le politiche nutrizionali degli Stati e le nostre scelte. Presi per la gola è un libro innovativo, che ci costringe a mettere in discussione ogni programma dietetico, ogni raccomandazione ufficiale, ogni supposta cura miracolosa e ogni dettagliata etichetta alimentare, incoraggiandoci a ripensare completamente la relazione tra uomo e cibo. La dieta può essere la medicina più importante che abbiamo; c'è urgente bisogno di imparare a usarla al meglio, non solo per la nostra salute, ma anche per il futuro del pianeta. -
L'interpretazione dei sogni. Nuova ediz.
A 120 anni esatti dalla prima edizione in lingua tedesca – novembre 1899 – Bollati Boringhieri ripropone nella versione esemplare, integrale e definitiva l’opera che ha dato il via alla rivoluzione psicoanalitica.rn«L’interpretazione dei sogni è la via regia per la conoscenza dell’inconscio, il fondamento più sicuro della psicoanalisi e il campo in cui ogni praticante deve maturare il proprio convincimento e perseguire il proprio perfezionamento». Con queste parole Freud definiva nell’autunno del 1909 il valore propedeutico del suo libro sui sogni uscito dieci anni prima e che, come è accaduto spesso alle grandi opere rivoluzionarie, la critica scientifica e accademica ufficiale aveva accolto con imbarazzata ostilità. Ma Freud ebbe sempre piena coscienza che si trattava della «più valida» delle sue scoperte, «intuizione che capita, se capita, una volta sola nella vita». L’enorme risonanza che quest’opera ha suscitato e continua a suscitare gli ha dato ragione: chiunque voglia accostarsi con qualche serietà allo studio della psicoanalisi o voglia solo rendersi conto di quale radicale mutamento di prospettive essa abbia prodotto nella cultura moderna, non può prescindere dalla lettura di questa che è non soltanto l’opera capitale di Freud, ma anche il suo libro più affascinante e sconvolgente. -
L'illusione della realtà. Come l'evoluzione ci inganna sul mondo ...
Che cosa succederebbe se ""Matrix"" non fosse solamente un film, ma lo strumento migliore che la filosofia ha a disposizione per descrivere la realtà? È quello che ci racconta Donald Hoffman, utilizzando la filosofia, le teorie della percezione, il marketing, la teoria dei giochi e la selezione naturale. «Un capolavoro di logica, razionalità, scienza e matematica. Leggete questo libro attentamente e cambierete per sempre la vostra comprensione della realtà, sia dell'universo sia di voi stessi» - Deepak Chopra, autore di Guarirsi da dentrorn«Veramente radicale, la teoria di Hoffman ci costringerà a pensare la realtà sotto una luce completamente diversa. Maneggiatela con cura. La vostra percezione del mondo intorno a voi sta per essere smantellata» - Chris Anderson, autore di La coda lunga. Da un mercato di massa a una massa di mercatiMettendo insieme i contributi di queste discipline, il risultato - allo stesso tempo straordinariamente semplice e sorprendente - è proprio quello svelato dalla famosa pillola rossa del film: ""ciò che percepiamo non è la realtà"", ma - e qui interviene la selezione naturale di Darwin - ciò di cui abbiamo bisogno per sopravvivere. Da quando Homo sapiens ha messo piede sulla terra, la selezione naturale ha favorito una percezione che ha avuto l'obiettivo di guidarci verso azioni utili, modellando i nostri sensi non per conoscere le cose come sono ma per poterci tenere in vita e riprodurci. I geni sono stati - e continuano a essere - dei timonieri scaltri ed egoisti. Vediamo una macchina passare a tutta velocità, e non attraversiamo la strada. Notiamo che sul pane sta crescendo la muffa e decidiamo di buttarlo via invece di mangiarlo. Ma nella realtà oggettiva non esistono né la macchina né la strada né la muffa né il pane. Non esistono nemmeno lo spazio e il tempo. Proprio come le icone sul desktop dei nostri computer sono dei simboli utili e non delle rappresentazioni veritiere di ciò che esiste davvero dentro alla macchina, anche gli oggetti che vediamo ogni giorno sono come delle semplici «icone», che ci consentono di muoverci nel mondo con sicurezza e facilità, ma non ci dicono nulla su cosa ci sia davvero là fuori. Oggi i nostri occhi ci salveranno la vita. Ma lo faranno mostrandoci la verità o nascondendocela? In ""L'illusione della realtà"" Donald Hoffman ci costringe a ripensare tutte le nostre certezze; a comprendere che i vantaggi adattativi sono molto più importanti per la nostra specie della verità; e soprattutto a riconoscere che ciò che chiamiamo realtà è soltanto la più sofisticata ed evoluta delle illusioni. -
I segni del drago. La vera Cina nei misteri di una lingua millenaria
L'imprevedibile scoperta di un paese che non abbiamo mai realmente conosciutorn«La storia e l'attualità della più antica scrittura ancora in un uso in un libro che va letto. Con uno sguardo storico fulminante e i capitoli Suono, Caratteri, Ordine e Potere entriamo finalmente nel cuore della Cina» - Tagesspiegel«Un libro appassionante anche per chi appassionato d'Asia non è, volume utile, specie ora» - Marco del Corona, La LetturarnrnLa Cina e il suo espansionismo spaventano l'Occidente. Si teme però solo ciò che non si conosce - spiega la sinologa Thekla Chabbi - e l'unico modo per capire il gigante dell'economia globale è avvicinarsi alla sua quintessenza: la lingua. Vero legame identitario, anche al di fuori dei confini nazionali, il cinese riflette le evoluzioni di una cultura millenaria e rappresenta uno strumento di potere fondamentale. Questo saggio avvolge il lettore nelle armonie ritmiche del mandarino, la lingua più parlata al mondo, e lo conduce nella dimensione etica ed estetica degli enigmatici caratteri cinesi, la scrittura più antica dell'umanità ancora in uso. Vengono così raccontati miti e storie, curiosità e aneddoti che svelano l'unicità delle dinastie imperiali e le contraddizioni della Repubblica Popolare di oggi. Con acume e ironia, Chabbi descrive i pregiudizi alla base dell'incontro fra Oriente e Occidente, decostruisce frasi, decifra giochi semantici per sottolineare valori e modalità di pensiero, come ad esempio il particolarissimo concetto di tempo. Molteplici piani di lettura si intersecano in un'architettura solida, in cui grammatica e sintassi svelano la struttura della società, rendendoci parte di una straordinaria ricchezza culturale e di una logica spesso considerata inafferrabile. Così anche il lettore che non sa nulla dell'Asia può calarsi negli abissi della storia cinese, dagli insospettabili riti confuciani alle antiche poesie della dissidenza, dalla corsa agli armamenti alla sorveglianza dei social network, fino alla censura legata all'epidemia del Coronavirus. Unendo passato e presente più di quanto non faccia un'altra lingua occidentale, il cinese riesce a intessere la continuità della Storia nelle storie, singole e potenti, di chi rende viva e attuale la sua eredità millenaria. -
L'universo matematico. La ricerca della natura ultima della realtà
Max Tegmark ci conduce attraverso il passato, il presente e il futuro, dall'infinitamente grande all'infinitamente piccolo. Attraverso la fisica, l'astronomia e la matematica ci introduce con una prosa lucida e originale alla sua teoria del «multiverso definitivo».«Una miscela esplosiva di fisica, matematica e filosofia» – Andrei Linde«""L'Universo matematico"" affronta una delle questioni più profonde che stanno al confine tra fisica e filosofia: perché la matematica è così incredibilmente efficace nel descrivere il mondo?» – Brian Greene, autore di L'universo elegante«Audace, radicale, innovativo. Una lettura obbligata per chiunque sia interessato al nostro universo» – Michio Kaku, autore di Fisica del futuroL'Universo matematico è uno di quei rari esempi di libri divulgativi singolarmente chiari, che contengono una novità rivoluzionaria e originale. Un libro che potrebbe cambiare il destino di una disciplina, ma che interessa quasi tutti i campi del sapere, dalla matematica, alla cosmologia, alla filosofia.Tutto ha inizio con Galileo, secondo il quale «l'universo è scritto in lingua matematica». Una rivoluzione. Tre secoli dopo, nel 1960, il premio Nobel Eugene Wigner fa un ulteriore passo avanti, interrogandosi sull'«irragionevole efficacia della matematica»: se la matematica è lo studio formale di concetti puramente astratti, indipendenti dal pensiero umano, com'è possibile che sia tanto accurata – addirittura perfetta – nel descrivere il mondo reale, che è fatto di oggetti materiali? È qui che entrano in scena Max Tegmark e questo incredibile libro. Se l'ipotesi di una realtà esterna a noi è vera, allora la «teoria del tutto» – la descrizione completa della realtà – deve essere indipendente dal nostro pensiero (visto che noi della realtà facciamo parte), e l'unica cosa completamente svincolata dal pensiero umano è, appunto, la matematica. Dunque, per Tegmark il mondo reale coincide con la matematica, non è solo descritto dalla matematica, ma è matematica. Con questa idea travolgente, discussa da tempo tra gli specialisti e ora finalmente fissata sulle pagine di questo libro per tutti, Max Tegmark ci conduce attraverso il passato, il presente e il futuro, dall'infinitamente grande all'infinitamente piccolo. Attraverso la fisica, l'astronomia e la matematica ci introduce con una prosa lucida e originale alla sua teoria del «multiverso definitivo». -
Neandertal. Vita, arte, amore e morte
Questo libro fa per i Neandertal quello che Sapiens di Harari ha fatto per noi. Rivelando una storia più profonda e sfumata, dove l'umanità stessa cessa di essere nostra esclusiva prerogativa. E si rivela invece una comune, antichissima eredità condivisa.«Una nuova storia completa dei Neandertal... che sintetizza migliaia di studi accademici in un unico, accessibile racconto. Una lettura importante per chiunque sia interessato all’umanità» – Yuval Noah Harari, The New York Times«Una combinazione di competenza scientifica e talento di scrittura» – The Guardian«Un libro splendido, evocativo, autorevole» – Brian Cox, fisico e presentatore televisivo«Vivido e coinvolgente... Distrugge gli stereotipi» – Nature«Di una portata impressionante... Splendidamente dettagliato» – ScienceNeandertal è un viaggio straordinario. Che è iniziato con una fascinazione d'infanzia verso il passato; ha guadagnato slancio con la scoperta della ricchezza del Pleistocene; ed è infine diventato una carriera accademica spesa alla scoperta dell'archeologia dei Neandertal. In questo stesso viaggio, Rebecca Wragg Sykes accompagna anche noi: scavando siti antichi, tenendo in mano gli eleganti manufatti che i Neandertal hanno lasciato, ma anche provando a esplorare – grazie a un amore di lunga data per la letteratura e la poesia come strumenti per evocare luoghi, tempi e sentimenti – connessioni emotive più profonde, attivate dai dettagli sorprendenti che possiamo ricostruire sulle loro vite. Dalla loro scoperta – avvenuta più di 160 anni fa – i Neandertal si sono trasformati, da perdenti dell'albero genealogico umano, in ominini di serie A. Rebecca Wragg Sykes usa la sua esperienza all'avanguardia nella ricerca paleolitica per condividere la nuova comprensione che abbiamo di loro, mettendo da parte il cliché dei bruti vestiti di stracci in una terra desolata e gelida. Ci rivela invece che erano curiosi, intelligenti conoscitori del loro mondo, tecnologicamente inventivi ed ecologicamente adattabili. Soprattutto, sono sopravvissuti con successo per più di 300.000 anni, durante tempi di massicci sconvolgimenti climatici. Pianificazione, cooperazione, altruismo, artigianato, senso estetico, immaginazione, forse anche un desiderio di trascendenza che guarda oltre la mortalità: molto di ciò che ci definisce era anche dei Neandertal, e il loro DNA è ancora dentro di noi. Questo libro fa per i Neandertal quello che Sapiens di Harari ha fatto per noi. Rivelando una storia più profonda e sfumata, dove l'umanità stessa cessa di essere nostra esclusiva prerogativa. E si rivela invece una comune, antichissima eredità condivisa. -
Il punto dove scavare. La storia dell'archeologia in otto scopert...
Non esiste civiltà o comunità umana che non sia stata affascinata dalle vestigia dei propri predecessori. Ci siamo sempre relazionati con il passato: è il canovaccio da cui prende le mosse lo spettacolo della nostra vita, senza cui ci sentiamo smarriti. Attraverso il racconto di otto sensazionali scoperte, Michael Scott ripercorre la storia dell'archeologia moderna – dalle spedizioni coloniali agli scavi all'avanguardia di oggi – portando alla luce trappole, maledizioni e tesori sepolti lungo il percorso. Scopriamo perché periodi e luoghi diversi hanno catturato la nostra attenzione e la nostra immaginazione fino all'ossessione. Incontriamo i personaggi, alcuni celebri e altri dimenticati, al centro dei più famosi e avventurosi ritrovamenti – come la stele di Rosetta, i guerrieri di terracotta, Machu Picchu. Indaghiamo su antiche e misteriose impronte umane, su catastrofici naufragi, su mitiche principesse e su sorprendenti e dimenticati rituali come chiavi di accesso alle meraviglie delle civiltà del passato. Per toccare con mano come le grandi scoperte archeologiche non coinvolgano soltanto grandi dosi di coraggio, determinazione e preparazione, ma anche pressioni geopolitiche, conoscenza locale, scelte etiche discutibili e tanta, tanta fortuna! Abbracciando in un solo sguardo milioni di anni e una miriade di paesaggi, dalle giungle del Sud America agli altipiani ghiacciati dell'Asia centrale, Scott rivela quanto la scoperta del passato sia sempre intrecciata con la storia del nostro presente e perché, come dice Indiana Jones, la X non indica mai il punto dove scavare. -
I motori della vita. Come i microbi hanno reso la terra abitabile
Per quattro miliardi di anni la Terra è stata abitata solamente dai microbi. Nel brodo primordiale non c'era altro, e il nostro pianeta, in tutto quel lungo periodo, era molto diverso dal luogo caldo e ospitale che conosciamo oggi. Per un lungo, lunghissimo periodo di tempo i microrganismi hanno svolto il loro meticoloso, ostinato, instancabile lavorìo biochimico grazie alle loro sofisticatissime nanomacchine biologiche, trasformando radicalmente in milioni di anni la composizione chimica del pianeta e rendendo in questo modo la Terra abitabile anche per le altre forme di vita, esseri umani compresi. I motori della vita è il libro che ci racconta come sia potuta accadere questa improbabile meraviglia e ci mostra come, ancora oggi, senza i microbi la vita sarebbe del tutto impossibile. I microrganismi sono gli autentici «edificatori» della Terra. È all'interno degli apparati citoplasmatici di queste creature che avvengono i passaggi cruciali che permettono a tutto il mondo vivente di continuare il proprio cammino nel mondo, tanto che per potersi evolvere gli organismi superiori sono stati costretti a inglobare nelle loro cellule proprio questi piccoli miracoli di efficienza biologica, in una simbiosi vincente che dura ormai da centinaia di milioni di anni. Falkowski ci svela così che tutti noi, in fondo, non siamo altro che un agglomerato evoluto di microbi, e lo fa muovendosi in questo mondo con un umorismo e una competenza incredibili, raccontando con voce felice l'evoluzione da un punto di vista originale e inusuale. -
Il mito dei neuroni specchio. Comunicazione e facoltà cognitive. ...
Nel 1992 un gruppo di neuroscienziati dell'Università di Parma annunciò la scoperta di una nuova classe di cellule nella corteccia motoria dei macachi. Queste cellule, in seguito battezzate «neuroni specchio», rispondevano allo stesso modo sia che la scimmia compisse in prima persona un'azione motoria, sia che osservasse un'altra scimmia compiere quell'azione. Si affacciò subito l'idea che questi neuroni avrebbero permesso alle scimmie di comprendere le azioni dei loro simili simulando nel proprio cervello le azioni che vedevano compiere, cioè in qualche modo «sentendole», come se fossero loro stesse, effettivamente, a compierle. Col tempo l'idea si è dimostrata talmente seducente che presto i neuroni specchio hanno abbandonato i macachi e sono approdati nella testa degli uomini, causando una vera tempesta tra gli scienziati di tutto il mondo. Un fiume in piena di studi ha da allora invocato queste cellule miracolose per spiegare praticamente ogni cosa: l'evoluzione del linguaggio, lo sviluppo dell'empatia umana, le basi neurologiche dell'autismo, e poi la schizofrenia, l'abuso di droghe, l'orientamento sessuale, la contagiosità dello sbadiglio e molto, molto altro. Forse troppo. Gregory Hickok riesamina criticamente l'intera vicenda. Muovendo da un corpus imponente di osservazioni, dagli studi sul comportamento animale fino alle moderne tecniche di neuroimaging, Hickok sostiene che le basi teoriche dei neuroni specchio in realtà non reggono di fronte all'evidenza sperimentale. Ci sono altre possibili interpretazioni, che l'autore espone con competenza e semplicità, che sembrano più promettenti. Il mito dei neuroni specchio fornisce una storia molto istruttiva su come procede l'indagine scientifica e ci regala intuizioni profonde sull'organizzazione e le funzioni del cervello umano e sulla natura della cognizione e della comunicazione. -
La vita segreta dei semi
Ogni seme è un giardino nascosto, un racconto vivente dell'evoluzione. Ma anche il protagonista di storie e mitologie, ricerche scientifiche e suggestioni artistiche. Ogni seme, da quelli microscopici delle orchidee a quelli da venti chili delle noci di cocco delle Seychelles, nasconde una storia avvincente, spesso inaspettata. I semi raccontano l'evoluzione delle piante, degli animali e dell'uomo e la diversità della vita sul nostro pianeta. Jonathan Silvertown svela in un racconto vivido e appassionato l'importanza e la forza ispiratrice dei semi: protagonisti silenziosi del regno vivente, importanti testimoni della ricerca sull'evoluzione genetica, ma anche simboli affascinanti e universali, ispiratori di poesie e racconti, di miti e leggende, nell'arte e nella letteratura. -
Napoli in guerra. 1940-1943
Tra il 27 e il 30 settembre 1943 Napoli insorse nelle «4 giornate». Quel momento culminante era stato preceduto da tre anni di bombardamenti e violenze atroci che hanno lasciato un trauma profondo nella città. Oggi, a ottant'anni di distanza, la memoria di quanto avvenne allora sfuma sempre di più nel passato, anche per via di una certa retorica, che in maniera sempre più invasiva ha preso il posto dei ricordi vivi e delle enormi sofferenze patite dalla popolazione. Napoli in guerra ripropone la prima parte del libro Guerra totale (2005), lavoro che Gabriella Gribaudi aveva dedicato allo studio dell'intero fronte meridionale della seconda guerra mondiale. Riproporre questo libro oggi, focalizzando l'attenzione sulla capitale del Mezzogiorno, assume un significato particolare e necessario. Napoli è stata la città più bombardata d'Italia. È stata anche la prima città a insorgere contro i nazifascisti, benché nella storiografia resistenziale e di guerra venga spesso trascurata. Tuttavia, raccontare la guerra e i bombardamenti, in una storia «dall'alto», è solo una delle due possibili prospettive: quella che racconta i piani di battaglia, le strategie militari, gli ordini impartiti dai comandi militari, gli attacchi e le ritirate. L'altra prospettiva, quella «dal basso», è raramente indagata, e riguarda la popolazione, le persone reali, quelle che i bombardamenti li hanno subiti sulla loro pelle. Attraverso l'analisi della documentazione militare e degli archivi locali e internazionali e, parallelamente, attraverso le testimonianze e le memorie individuali e familiari, questo libro raccoglie il racconto di una città in guerra da entrambe le prospettive, restituendo centralità al trauma profondo subito da Napoli nel triennio 1940-1943.