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Easter parade
«Easter Parade», uscito originariamente nel 1976, è un romanzo esemplare della sensibilità di Yates: una saga familiare senza concessioni al romanticismo, un limpido ritratto di esistenze borghesi in bilico tra la mediocrità e le aspirazioni. Le protagoniste sono sue sorelle, dal carattere diverso – Sarah più solare e convenzionale, Emily più chiusa e indipendente – ma sempre unite da un legame che a tratti si trasforma in rivalità; i loro destini si dipanano per quasi cinquant'anni, sullo sfondo di un'America che man mano perde la sua innocenza gioiosa (quella immortalata in un'istantanea della parata di Pasqua a cui si riferisce il titolo), alla ricerca di una «felicità» difficile tanto da identificare quanto da ottenere. -
Racconto d'inverno
Il campo è quello di Gerlospass, sulle Alpi austriache. Tommaso, insieme a un gruppo di prigionieri polacchi, ucraini e italiani, lavora alla creazione di una linea elettrica tra il Tirolo e il Salisburghese. Tirano su i pali del telegrafo nella neve, sotto un cielo livido e inclemente. Le giornate hanno l'odore asprigno dei mantelli bagnati, le scarpe sono basse e rotte, le labbra dolenti come i muscoli. Alla sera, gli stanzoni si riempiono del fumo delle stufe. Fuori dai vetri corre l'urlo delle abetaie lungo i pendii lisciati dalle tormente e di notte si sente il tonfo delle imposte. Ogni tanto del pane raffermo e una tazza di caffè di ghiande danno un po' di sollievo alle gambe stroncate. Ma non si aspetta più nulla. Si guarda soltanto l'assurdo candore della neve e si pensa che l'inverno non sia più una stagione, ma uno stato dell'anima, una sorte chiusa, come se la prigionia durasse da sempre e la vita, ormai, fosse stata recisa. Oreste Del Buono è tra i primi in Italia a raccontarci l'esperienza del lager, con una lingua ruvida e urgente ma di grande espressività, e quasi in presa diretta: «Racconto d'inverno», scritto sulla base di una breve novella, uscì alla fine del 1945. Ma la sua testimonianza trascende la Storia e finisce per illuminare una condizione umana universale, quel senso di smarrimento che allora fu avvertito da molti scrittori europei: l'assistere stranieri al muto dolore del mondo e alla sua insensatezza; l'impossibilità di tornare alle parole di prima, dopo l'esperienza della guerra e della deportazione; il tradimento di tutte le attese e di tutte le speranze. -
Storie della farfalla
Tra taxi-girl e turisti del sesso, tra cinismo e perdizione, Storie della farfalla è una fiaba crudele, che trasforma in incubo contemporaneo il sogno romantico dell'amore assoluto, dell'innocenza felice.rn«Un approccio perfetto per chi voglia accostarsi a questo autore decisamente unico» – RobinsonrnrnAmici e complici di bravate, sesso e avventure, un giornalista e un fotografo americani si immergono e ci accompagnano in un lungo itinerario fra Oriente e Occidente. Nell'inferno della Cambogia, ancora segnata da un profondo retaggio di stragi e violenze, il giornalista si innamora perdutamente di Vanna, una prostituta proveniente dalla capitale. Ma anziché trovare un impossibile e forse ipocrita riscatto nell'amore, continua le sue peregrinazioni in un mondo nel quale degradazione e purezza formano un binomio inestricabile. Tra taxi-girl e turisti del sesso, tra cinismo e perdizione, «Storie della farfalla» è una fiaba crudele, che trasforma in incubo contemporaneo il sogno romantico dell'amore assoluto, dell'innocenza felice. Vollmann si spinge a individuare nella prostituzione e nello scambio economico ""onesto"" che la sottende la perfetta incarnazione dell'amore nell'era del capitalismo e del mercimonio; racconta il mercato del sesso e i suoi orrori senza alcun compiacimento o patetismo, e proprio per questo sa rappresentare l'Occidente e gli eccessi del postcolonialismo con una brutalità e un'autenticità che forse il solo Houellebecq di «Piattaforma» ha saputo eguagliare. -
Un segno invisibile e mio
Tenero, spassoso, commovente, originalissimo, venato di tristezza ma colorato di surrealtà, il primo romanzo di Aimee Bender è un'indimenticabile favola per adulti.rnrnMona Gray, vent'anni, è innamorata dei numeri fino all'ossessione: l'ordine e la precisione dell'aritmetica le servono a difendersi dall'instabilità del mondo. Da quando il padre ha contratto una misteriosa malattia, infatti, Mona ha bloccato ogni propria aspirazione, ha paura di innamorarsi e si rifugia in una serie di piccoli gesti e oggetti scaramantici. Ma quando viene assunta come insegnante di matematica alle elementari, la sua vita – grazie a un'allieva fuori dal comune e a un collega capace di fare breccia nella sua timidezza – comincia a cambiare irreversibilmente. -
Fedele a me stesso. Interviste 1971-2011
Le interviste qui raccolte coprono i quattro decenni della carriera di Eastwood come regista, concentrandosi tanto sulle sue prassi concrete quanto sulla sua poetica e filosofia. E forniscono il ritratto completo e sfaccettato di un vero artista, popolare e raffinato al tempo stesso.rnrnNato nel 1930, dunque ormai quasi novantenne, Clint Eastwood è l’unica star del cinema americano che abbia modellato la propria carriera attraverso film da lui prodotti e spesso diretti e/o recitati. Ed è anche uno dei registi in attività più prolifici, avendo all’attivo quasi quaranta lungometraggi, dall’esordio dietro la macchina da presa di Brivido nella notte al recente The Mule, passando per autentici capolavori come Million Dollar Baby, Gli spietati, Mystic River, Gran Torino.rnSe come attore la sua fama rimane legata soprattutto ai ruoli del pistolero senza nome nei film di Sergio Leone e al personaggio dell’ispettore Harry «la carogna» Callaghan, come regista ha saputo muoversi all’interno del sistema produttivo hollywoodiano rispettandone le tradizioni ma rifiutandosi di aderire alle mode culturali ed estetiche, esplorando in chiave personale e spesso problematica una grande varietà di temi, dalla vita d’artista alla natura dell’eroismo, dal culto della violenza virile alla fragilità dei sentimenti, dal razzismo insito nella società americana all’etica dell’individualismo. -
Jim entra nel campo di basket
«A soli tredici anni, Jim Carroll scrive meglio dell'89 per cento degli autori di romanzi attualmente in attività». Questo il parere che Jack Kerouac espresse alla prima lettura delle pagine di diario da cui nasce «Jim entra nel campo di basket»: un memoir che all'epoca della sua pubblicazione, nel 1978, fece immediatamente scalpore e che da allora è sempre rimasto un libro di culto per gli amanti delle figure letterarie più «irregolari» e ribelli. Nel 1995 ne è stato tratto un film («Ritorno dal nulla»), in cui Carroll era interpretato da Leonardo DiCaprio. È il racconto di un'adolescenza newyorkese fra l'autunno del 1963 e l'estate del 1966, fatta in minima parte della normalità delle aule scolastiche e dei campetti di basket, ma nutrita soprattutto di scorribande per le strade, sperimentazioni con l'eroina e l'LSD, scoperta del sesso, contatti di volta in volta illuminanti o violenti con l'umanità più varia: preti, spacciatori, poliziotti, tossici, pervertiti, attivisti marxisti e piccoli campioni di pallacanestro – il tutto raccontato con la vitalità trascinante e l'ironia sferzante del miglior punk. -
Tenera è la notte
Tenera è la notte, pubblicato nel 1934, è l’ultimo grande romanzo di Fitzgerald e quello che tra tutti gli altri rappresenta «il romanzo della sua vita». rnrnProtagonista è Dick Diver, esponente di spicco di un jet set composto da espatriati americani, che si spostano dalla villeggiatura invernale a Saint Moritz a quella estiva sulla Costa Azzurra. Dick è diviso fra la straziante storia d’amore con la moglie Nicole – bella e ricchissima ma affetta da gravi disturbi mentali – e la passione per l’innocenza di Rosemary, giovane promessa di Hollywood. Il risultato è il ritratto di un’epoca romantica che volge ineluttabilmente al tramonto; un libro struggente sul desiderio di vivere e sulla sconfitta delle proprie aspirazioni.rnQuesta edizione è completata da una prefazione storico-critica dell'americanista Sara Antonelli e da una postfazione del traduttore. -
Miles. L'autobiografia
Fitto di aneddoti e informazioni come una grande enciclopedia del jazz, ma animato dal calore di una personalità battagliera che odia i compromessi e vive di sfide, questo libro è una testimonianza fondamentale per la storia della musica, ma insieme un romanzo appassionante e un ritratto «militante» di mezzo secolo di cultura nera americana.rnDall’epoca d’oro del bebop alla rivoluzione della fusion, la musica di Miles Davis ha attraversato e segnato l’intera storia del jazz. In questo straordinario libro autobiografico (che la New York Times Book Review ha definito «un eccezionale contributo alla letteratura jazzistica») Davis racconta l’evoluzione del suo stile, i suoi gruppi, gli album e i concerti, ma anche gli amici, le donne, la famiglia, gli anni bui dell’eroina, i conflitti con i bianchi del mondo della stampa e del potere costituito.rnDalla sua voce di volta in volta commossa, indispettita, orgogliosa, nasce un grandioso film corale in cui fanno da co-protagonisti – e collaborano alla colonna sonora - Charlie Parker e John Coltrane, Dizzy Gillespie e Gil Evans, Jimi Hendrix e Prince, e in ruoli cameo troviamo Juliette Greco, Jean-Paul Sartre e addirittura Ronald Reagan. -
Le vite di Dubin
Considerato uno dei migliori usciti dalla penna di Bernard Malamud, questo romanzo racconta la storia di William Dubin, biografo di mezza età, che conduce una vita tranquilla insieme alla moglie in un piccolo centro di campagna dello stato di New York, studiando e raccontando le vite altrui nel tentativo, forse, di capire meglio la propria. Durante la stesura di una monografia sullo «scandaloso» D.H. Lawrence, però, il suo mondo viene scosso dall'incontro con Fanny, un'ammiratrice trent'anni più giovane di lui, vivace e disinibita. I due cominciano un'improbabile relazione adulterina che si snoderà, fra alti e bassi e in maniera spesso surreale, quasi sotto gli occhi della legittima moglie di Dubin, una donna al tempo stesso fragile e incrollabile. Dal cortocircuito fra queste tre personalità Malamud, maestro dell'ironia e dell'affabulazione, crea una gustosissima commedia psicologica sulla natura enigmatica e contraddittoria delle nostre esistenze. -
Sangue di Giuda
«L'altra sera s'hann arrubbato 'o televisore». Comincia così questa storia, con una sparizione, proprio mentre Pippo Baudo riempiva lo schermo. Le stanze, di colpo, «si sono messe tutte a sudare», e all'improvviso è scoppiato il silenzio. A raccontarlo a un commissario, nella sua lingua sgrammaticata, un misto sporco tra pugliese e campano, è Giuda o Giudarie?, un vecchio che abita nel mezzo di un paese qualunque del meridione, Merulana. Oltre che con quel televisore, Giuda condivide la sua solitudine con Ammonio, un gatto dalla vescica ballerina, e con il fantasma del padre, che è ancora arrabbiato con lui e non perde occasione per terrorizzarlo. Era stato proprio questo padre, sempre manesco e sregolato, a cambiargli l'anagrafe, compromettendone l'esistenza e imprimendogli a sangue questa nuova e infamante identità da delatore. Ora, a cinquant'anni di distanza, il furto del Mivar restituisce Giuda alla stessa strada della sua infanzia e ai suoi traffici eterni, agli insulti e alle compassioni, alla sua umanità violenta, derelitta e disperata. Da qui inizierà la sua discesa nel regno delle anime notturne e soltanto alla fine di questo lungo viaggio, cantato con amara ironia nell'epica popolare del dialetto, il protagonista potrà finalmente recuperare, a un prezzo altissimo, un po' della sua dignità usurpata e il nome di battesimo. -
Il cielo è dei violenti
Francis Marion Tarwater è stato costretto a crescere fin dall'età di quattro anni con il prozio Mason, un fanatico religioso che vive come un eremita nei boschi, è convinto di essere un profeta e ha sottratto il bambino al nipote Ryber, un maestro elementare che vive seguendo i dettami della ragione e della scienza. Quando Mason muore, Francis, ormai quattordicenne, torna a casa di Ryber, ma con una missione da compiere. Deve battezzare a ogni costo Bishop, il figlio del maestro, che a detta del prozio è nato «deficiente» per grazia divina. Comincia così una guerra senza esclusione di colpi, nella quale Ryber cerca in ogni modo di riportare Francis alla ragione e alla «normalità», mentre nella mente del ragazzo continuano a risuonare gli insegnamenti di Mason, e il richiamo di una fede tanto brutale quanto potente e liberatoria. Riproposto da minimum fax in una nuova traduzione a sessant'anni dalla sua pubblicazione, nel 1960, Il cielo è dei violenti è considerato una pietra miliare della letteratura americana: un esempio della sensibilità gotica e della potenza satirica che convergono nell'opera di Flannery O'Connor. -
Digital Plenitude. Il declino della cultura d'élite e lo scenario...
Oggi la cultura dei media comprende un universo di forme (siti web, videogiochi, blog, libri, film, programmi televisivi e radiofonici, riviste e molto altro) e una moltitudine di pratiche che includono la creazione, il remix, la condivisione e la critica. Tale molteplicità è tanto vasta da non poter essere capita nel suo insieme. In questo libro, Jay David Bolter trova le radici del nostro multiverso mediale in due sviluppi della seconda metà del ventesimo secolo: il declino dell'arte di élite e l'ascesa dei media digitali. Abbiamo smesso di credere, come collettività, alla cultura con la C maiuscola. Le gerarchie che classificavano la musica classica come più importante del pop, i romanzi letterari come più meritevoli dei fumetti, o la televisione e il cinema come poco seri si sono guastate. L'arte precedentemente nota come «alta» trova il suo posto nella pienezza dei media. La cultura elitaria del Novecento ha lasciato il segno, nel nostro panorama mediale, nella forma di quello che Bolter chiama «modernismo popolare». Nel frattempo sono emerse nuove forme di media digitali che hanno amplificato questi cambiamenti. Bolter individua e racconta una serie di dicotomie che caratterizzano la nostra cultura mediale: la catarsi e il flusso, il ritmo continuo dell'esperienza digitale; il remix e l'originalità; la storia (non riproducibile) e la simulazione (ripetibile all'infinito); ancora, i social media e una politica coerente. Uno sguardo acuto sui media contemporanei. -
Come funzionano i romanzi. Breve storia delle tecniche narrative ...
In una nuova edizione aggiornata, torna un classico della critica letteraria. Da Flaubert a McEwan, da Dostoevskij a Wallace, una galoppata nella narrativa degli ultimi due secoli, per svelarne i segreti, la struttura, gli stili. Che cos'è che rende così speciale una storia? Che cos'è esattamente lo stile? Qual è la connessione tra il realismo e la vita reale? Sono solo alcuni degli interrogativi ai quali James Wood fornisce una risposta in questo saggio scintillante. Spaziando lungo tutto l'arco della storia letteraria, ma soffermandosi soprattutto sull'Ottocento e il Novecento, rispettivamente la stagione d'oro del romanzo borghese e il secolo dell'incertezza e della crisi del realismo, Wood accompagna il lettore, passo dopo passo, in un viaggio attraverso gli elementi basilari dell'arte narrativa. E approda a quella che si può definire una vera e propria «filosofia del romanzo», ma anche una guida alla lettura e alla scrittura, indispensabile per chiunque voglia avvicinarsi all'arte del racconto. -
Social Media Entertainment. Quando Hollywood incontra la Silicon ...
In questo studio approfondito, che raccoglie le indicazioni di oltre cento professionisti, si racconta passo dopo passo la nascita e lo sviluppo del Social Media Entertainment e si analizza il suo forte impatto sulla produzione e sul consumo dei media.In poco piu` di dieci anni, numerose piattaforme di social media sempre in competizione tra loro, come YouTube, Facebook, Twitter, Instagram e Snapchat, hanno creato dal nulla una nuova industria creativa. Il Social Media Entertainment si pone all'incrocio tra l'intrattenimento e l'interattivita`, tra il contenuto e la pubblicita`. I creator hanno sfruttato queste piattaforme per generare tipologie inedite di testi, diversi dal modello – durato secoli – delle proprieta` intellettuali e delle classiche imprese di intrattenimento. Questa forma inedita di produzione di contenuti si e` diffusa molto in fretta, costringendo i media tradizionali a cedere parte del loro potere e della loro influenza ai creator, ai fan, agli abbonati. Le piattaforme digitali hanno ritagliato uno spazio di mercato perfetto per ospitare promozione mescolata alle narrazioni, cambiando cosi` in profondita` pure i mondi della comunicazione e del marketing. E tutto questo ha finito per creare nuovi bisogni e nuove sfide per artisti, addetti ai lavori, intermediari e audience. In questo studio approfondito, che raccoglie le indicazioni di oltre cento professionisti, si racconta passo dopo passo la nascita e lo sviluppo del Social Media Entertainment e si analizza il suo forte impatto sulla produzione e sul consumo dei media. La trasformazione dei social e il coinvolgimento degli utenti hanno stravolto l'intrattenimento contemporaneo, e solo adesso cominciamo a capire meglio questa rivoluzione e le sue molte conseguenze. -
La notte delle farfalle
A dieci anni dal suo ultimo romanzo, Aimee Bender torna a esplorare, con una lingua unica per eleganza e limpidezza, un mondo nel quale gli oggetti più banali e quotidiani si trasformano in finestre verso un'altra dimensione e in amuleti di salvezza. E rinnova la dolce magia che ha fatto dell'Inconfondibile tristezza della torta al limone un libro di culto.La notte in cui sua madre viene portata in un ospedale psichiatrico dopo un accesso di follia, Francie ha solo otto anni e rimane sola con la sua babysitter aspettando di poter prendere, la mattina dopo, il treno che la porterà a Los Angeles a vivere con gli zii. Accanto al divano sul quale dorme c'è una lampada con un paralume decorato di farfalle. Al risveglio, Francie vede una farfalla morta, identica a quelle sul paralume, che galleggia dentro un bicchiere d'acqua. Senza farsi vedere dalla babysitter, la deglutisce. Vent'anni dopo Francie si trova costretta a fare i conti con quel momento, immergendosi nel passato e ripescando nella memoria altri due incidenti, molto simili: la scoperta, in un quaderno di scuola, dello scheletro essiccato di uno scarafaggio, e la presenza di un bouquet di rose che riproduce il motivo floreale delle tende di casa. Mentre il mondo intorno a lei sembra quasi perdere di consistenza, i ricordi si fanno sempre più luminosi, e gli insetti e i fiori sembrano aprire lo sguardo verso una terza dimensione. Comincia una dolce battaglia, nella quale salvare e proteggere la farfalla, lo scarafaggio, le rose è forse l'unico modo possibile per ritrovare l'amore di una madre adorabile e folle, e poter ricominciare, una volta per tutte, a vivere. -
Le colline della morte
Un delitto senza un apparente perché, in una terra dove tutti conoscono tutti e quasi sempre, quando muore qualcuno, il motivo è fin troppo chiaro; un uomo complicato, che ama e odia le colline in cui è nato e la comunità che le popola; un'indagine difficile, nella quale sono in gioco i valori che danno un senso alla vita: la fedeltà, il rispetto, la giustizia. L'approdo definitivo di Offutt nel territorio del noir letterario.Mick Hardin, un veterano di guerra che lavora come investigatore per l'esercito, è tornato a casa, tra le colline del Kentucky, ma la sua licenza è quasi finita. La moglie sta per partorire, ma i loro rapporti sono ormai ridotti ai minimi termini. La sorella, appena nominata sceriffo, è alle prese con il suo primo caso di omicidio, ma i politici che le hanno consegnato la stella sembrano ansiosi di toglierle le indagini, per lasciarle nelle mani della polizia del capoluogo, o dell'Fbi. Credono che il loro sceriffo non sia in grado di risolvere un omicidio apparentemente senza ragione, o ci sono altri motivi, molto meno confessabili? Spetterà a Mick scoprirlo, in una corsa contro il tempo nella quale dovrà confrontarsi con il suo passato, e con un mondo che sperava di essersi lasciato alle spalle, ma che, in fondo, si è sempre portato dentro. Le colline della morte è un romanzo incentrato sul tradimento: sessuale, personale e tra clan; e sulla violenza che spesso ne consegue. Offutt ci regala un protagonista assolutamente originale, disincantato quanto a suo modo romantico, duro e fragile, laconico e onesto, destinato a restare a lungo nella memoria del lettore. -
Come diventare se stessi. David Foster Wallace si racconta
David Foster Wallace (1962-2008) è stato uno degli esponenti più significativi della letteratura americana degli ultimi trent'anni. Con libri come ""Infinite Jest"", ""La ragazza dai capelli strani"", ""Una cosa divertente che non farò mai più"" ha saputo rivoluzionare la narrativa e la saggistica contemporanea, guadagnandosi la stima della critica e l'amore dei lettori. All'indomani dell'uscita americana di ""Infinite Jest"", invitato dalla rivista Rolling Stone a scrivere un lungo articolo su Wallace, il giornalista David Lipsky trascorse cinque giorni ininterrotti al suo fianco, viaggiando con lui per centinaia di chilometri, assistendo ai suoi reading, alle lezioni del suo corso di scrittura, ma soprattutto impegnandolo in una conversazione personale e profonda su letteratura, politica, cinema, musica e sugli aspetti più privati della sua vita, compresi il rapporto con le droghe e la battaglia contro la depressione. Questa è la fedele trascrizione del materiale registrato all'epoca: il ritratto in presa diretta di un indimenticabile maestro della letteratura. Da questo libro è stato tratto il film ""The End of the Tour"" con Jason Segel e Jesse Eisenberg. -
Exmachina. Storia musicale della nostra estinzione 1992 – 8
Nei primi anni Novanta il cyberteorico Arthur Kroker profetizzò che la nuova musica elettronica sarebbe stata l'avanguardia per i futuri rapporti tra specie umana e tecnologie digitali. Nello stesso periodo Brian Behlenford, fondatore di Apache e guru della Silicon Valley, lanciava una mailing list tutta dedicata alla cosiddetta Intelligent Dance Music di produttori come Aphex Twin, Autechre e in seguito Boards of Canada: tre nomi tra i più venerati del panorama musicale degli ultimi decenni, maestri indiscussi del suono elettronico nato dalla grande stagione techno. Eppure AFX, AE e BOC restano figure misteriose, sfuggenti, le cui biografie non hanno nulla del respiro epico a cui ci hanno abituati decenni di mitologie pop. Ma allora perché la loro influenza è tanto cruciale? A trent'anni da Artificial Intelligence, la compilation- manifesto che sancì la nascita della «musica da ballo intelligente» imponendosi come testo sacro per l'allora emergente internet culture, Exmachina offre una risposta - azzardata, paranoide, eppure spaventosamente convincente - invitandoci a leggere le parabole di questi artisti come tre capitoli di un'unica storia: quella che comincia con l'irruzione dell'algoritmo emlla quiete delle nostre camerette, passa per la spietata potenza di calcolo del processo macchinico, e finisce con l'estinzione della nostra specie. -
Randagio è l'eroe
Giuan è un gigante, un vecchio orco, un girardengo di cento chili, con un «fiocco caldo, invincibile nel segreto del cuore». Nelle ore del giorno riproduce il cenacolo di Leonardo; al riparo della notte, insieme alla sua Olona, vaga in bici per le strade di Milano a capovolgere l'odio scritto sui muri in appelli pieni d'amore e d'ironia. Sogna di dare il largo alle bestie dello zoo e di vederle correre in piazza del Duomo o invadere i tram. Di liberare i vecchi dagli ospizi. Sente che c'è urgenza di un miracolo, per «il ventre sciagurato del mondo». Di un'ultima decenza, prima dell'ultima cena. Gli uomini hanno bisogno di eroismo, di bene, di non credersi soltanto delle scarpe spaiate, ma nessuno ci riesce più. Per questo è necessario lasciare un segno, e restaurare per prime le parole, e tra tutte quelle della fratellanza. Ed è con delle parole nuove, con una lingua di sorprendente temerarietà, reale e surreale, funambolica e profetica, lirica e straziata, che Giovanni Arpino inaugurò all'inizio degli anni Settanta la sua trilogia fantastica con questa parabola evangelica contemporanea, un romanzo attraversato da una tristezza remota e quasi disperata per le sorti del mondo. Un'opera che, anche dal punto di vista letterario, si schiera dalla parte dei randagi e degli sbandati, ne racconta le avventure improbabili e picaresche, si fa cronista della frattura in atto tra candore e disorientamento. Una lezione, come sempre, di stile e di coraggio, e di generosissima fiducia nella letteratura. -
L' opera galleggiante
Una mattina di giugno del 1937 Todd Andrews – un'avviatissima carriera di avvocato, una sobria vita borghese in una cittadina del Maryland, un improbabile ménage a trois con l'amico Harrison, erede di un impero dei sottaceti, e la graziosissima moglie di lui – si sveglia, si alza dal letto e guardandosi allo specchio scopre che la risposta a ogni suo problema è il suicidio. Vent'anni dopo, ancora vivo, racconta al lettore gli sviluppi di quella fatale giornata. Pubblicato originariamente nel 1956 e rivisto dallo stesso autore nel 1967, L'Opera Galleggiante è considerato da molti il capolavoro di John Barth: spirito nichilista e humour nero, critica di costume e spunti metanarrativi si fondono in un romanzo sperimentale e godibilissimo che inaugurava la narrativa postmoderna e che a più di sessant'anni di distanza nulla ha perso del suo smalto.