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«Il coraggio di essere felici»
Il volume propone Un cammino di 365 giorni con papa Francesco, con le sue parole e con il suo sogno di ricostituire una umanità più fraterna, misericordiosa, felice. Attingendo al ricco e prezioso repertorio dei suoi otto anni di Pontificato, si sono selezionate brevi riflessioni (mediazioni) su ciò che arde nel cuore di Francesco: Dio, l'esistenza umana, il mondo. 365 brani raggruppati intorno a dodici tematiche (una per ogni mese) che fungono da vere e proprie tappe di riflessione globale su: Vita - Amore - Giustizia/Misericordia - Gioia - Maria - Silenzio / Parola / Dialogo - Amicizia - Famiglia - Creato/Ecologia - Pace - Speranza - Preghiera. Insieme all'umanità che gioisce e soffre, sempre anelando alla felicità, camminiamo, sostenuti dalle parole di Francesco, verso Dio che non si stanca mai di chiamarci ""figli"", in un mondo profondamente ferito che cerca, a modo suo, gli equilibri naturali. -
Padre Nostro
Quanti modi ci sono di pregare il Padre nostro? Quanti modi per parlarne? Per spiegarne il senso? Con il suo stile narrativo e fortemente empatico Alessandro Deho’ rilegge ogni versetto di questa preghiera alla luce delle ultime pagine del Vangelo di Giovanni, perché proprio lì il Padre appare assente e il Figlio sconfitto. Il Padre nostro allora diventa una preghiera pasquale e tra ogni versetto fa capolino un personaggio, la sua storia, il suo cammino di scoperta, di conversione, di amore. Il Padre nostro dà voce così a storie di passione, dove dolore e amore si incontrano, dove ricerca e affidamento si intrecciano, dove dubbio e paura trovano la loro risposta. -
Famiglia. Amoris laetitia fatta carne
Il volume propone il grande tema dell'amore nel matrimonio, come sviluppato nel Quarto Capitolo di Amoris laetitia, ritenuto da papa Francesco il cuore dell'Esortazione apostolica. Un trattato a sé in cui il Papa si mette dalla parte dei fidanzati, degli sposi, della coppia, dei membri di una famiglia e dialoga con loro, con empatia e verità, su ciò che può tener sempre vivo l'amore nella coppia e nella famiglia, ma anche su ciò che può uccidere questo amore. Francesco, da ""innamorato"" della famiglia, ne celebra la bellezza a tutto campo. Nello stesso tempo attribuisce al sacramento del matrimonio di un uomo e di una donna la forza simbolica di essere icona dell'amore di Dio per noi; incoraggia, quindi, la coppia ad alimentare l'interrelazione d'amore e di mutuo aiuto, ogni giorno, con parole, gesti e comportamenti semplici, rispettosi e concreti. Il volume è arricchito dal commento di Gigi De Palo e Anna Chiara Gambini, marito e moglie, dediti alla formazione e animazione delle famiglie. -
Io, esule indigesto. Il Pci e la lezione del '68 di Praga
Esponente di primo piano della Primavera di Praga, Jiri Pelikàn scelse l'esilio in Italia dopo l'invasione sovietica del 1968. Nel nostro paese sperava di trovare la solidarietà del Pci, che per la prima volta, sulla questione cecoslovacca, si era distaccato da Mosca. Incontrò invece reticenze e ambiguità da parte di un partito che non se la sentiva di rompere apertamente con l'Urss. Fu accolto dal Psi di Craxi che lo portò al Parlamento europeo. Questo libro non è solo una testimonianza diretta di grande interesse, ma il tentativo di spiegare le ragioni per cui il maggiore partito della sinistra non seppe incontrarsi con il dissenso dell'Est, suo potenziale alleato. -
Una vita più vitale. Stile e pensiero in Leopardi
La definizione leopardiana di ""vita vitale"" corrisponde a quella ""poetica della vitalità e dell'energia"" che intensamente percorre gli studi qui raccolti, apparsi in varie sedi tra il 1990 e il 2002. Il percorso di lettura ripropone idealmente il processo di caratterizzazione dell'opera letteraria che è alla base del metodo critico di Emilio Bigi: dalla ricostruzione del contesto storico e delle esperienze concrete dell'autore all'indagine sul pensiero filosofico e sulla poetica, e da qui all'analisi delle strutture tematiche e dei procedimenti formali. Aprono il volume le penetranti e puntuali pagine introduttive di Luigi Blasucci. -
Non incoraggiate il romanzo. Sulla narrativa italiana
""Che cos'è un romanzo? Non cedo qui alla tentazione di definirlo. Che il romanzo è un genere di consumo e di intrattenimento ""per tutti"", lo si è sempre saputo. Ma il consumo è diventato più veloce, più distratto e l'intrattenimento lo si trova in abbondanza altrove. Quanto a qualità artistica, valore conoscitivo e documentario, la maggior parte dei romanzi che si pubblicano sono poco convincenti e non dimostrano nessuna memoria letteraria. Anche quando funzionano come trappole acchiappa-lettori, non provocano riflessioni e interpretazioni critiche impegnate, ""non fanno storia"". L'attuale sovrapproduzione di narrativa dà perciò l'impressione di essere più un segno di patologia che di salute. La quantità è soverchiante e crea una letteratura senza forma e senza confini che vanifica l'efficacia della critica e nel suo insieme si sottrae a ogni definizione. Il lettore troverà in questo libro un panorama problematico della narrativa italiana degli ultimi decenni, nel quale ho evitato teorizzazioni, dando spazio a ritratti e analisi di singoli autori e testi."" (Alfonso Berardinelli ) -
Scandali segreti
Tra ""Il grido"" (1957) e ""L'avventura"" (1960), Michelangelo Antonioni ha diretto una compagnia di prosa composta da Monica Vitti, Virna Lisi e Giancarlo Sbragia. Il repertorio era incentrato su ""Scandali segreti"": l'adattamento teatrale di un soggetto cinematografico mai realizzato. La commedia - scritta con Elio Bartolini - salda idealmente i film degli anni '50 a quelli degli anni '60, e costituisce un tassello importante per comprendere la poetica del regista alla soglia della maturità espressiva. -
Un paesaggio di ceneri
Nella Francia occupata dai nazisti, Lea Lévy, di cinque anni, viene separata dai genitori, ebrei russi, nella speranza che così le sia più facile sfuggire alla deportazione. Accolta in un collegio religioso della regione di Bordeaux, la bambina si rivela testarda e ribelle, dando filo da torcere alle suore che la nascondono e proteggono. Sarà la grande amicizia che la lega a Bénédicte, di due anni più grande, ad aiutarla a evadere in un mondo infantile, lontano dalla violenza degli adulti. Ad accomunare le due bambine, il pesante tormento di non sapere più nulla dei genitori scomparsi. Ma se alla Liberazione per l'una ogni cosa si chiarisce, tutto rimane immerso nella tenebra più fitta per l'altra, che niente e nessuno riuscirà a distogliere dalla sua ostinata ricerca della verità. Bénédicte si batterà per restituire un futuro a Lea. Ma quando l'identità di una ragazzina è stata distrutta, la sua coscienza saccheggiata e devastato il suo immaginario, è ancora possibile rinascere dalle proprie ceneri? Salutato all'uscita in Francia come un avvenimento letterario, ""Un paesaggio di ceneri"" costituisce sotto molti aspetti il seguito ideale di ""Suite francese"", il romanzo capolavoro di Irene Némirovsky, madre dell'autrice. Nella drammatica e struggente storia della piccola Lea si rispecchiano, trasfigurate in grande letteratura, le vicissitudini personali e famigliari della Gille. -
Riccardo II. Testo inglese a fronte
Volontà e destino, rito e potere si fondono assieme in quello che Coleridge definì il ""dramma più schiettamente storico di tutto il teatro shakespeariano"". La scena, alla fine del XIV secolo, è quella della drammatica deposizione di Riccardo II, osteggiato e sconfitto dal cugino usurpatore Enrico Bolingbroke, che ascenderà al trono con il nome di Enrico IV. Figura sacra e rituale dell'ordine simbolico medievale, di un mondo di istituzioni e cerimonie che sta collassando su se stesso per cedere il passo a una visione più moderna di regalità, Riccardo è però anche un uomo dalla profonda intuizione e dal pathos sofferto, un individuo che accoglie su di sé il declino tragico della perdita del nome e dell'identità, e che sceglie di arrendersi, prima ancora di aver lottato, alla propria disperata fragilità. Oscure trame, segreti inganni, vuoti cerimoniali e laceranti monologhi costituiscono lo sfondo e al contempo l'essenza di questo profondo dramma politico e psicologico, che sin dalle prime rappresentazioni ha dimostrato la sua imperitura capacità di significazione. Adattato e rivisitato con il passare dei secoli, declinato nei suoi molteplici interrogativi sul potere, il Riccardo II gode di enorme successo fin dal Settecento e nel Novecento vede tra i suoi registi i nomi di Giorgio Strehler, Gabriele Lavia, Anthony Quayle e Peter Hall. L'ultimo secolo assiste anche al fiorire delle traduzioni... -
Martial Raysse. Ediz. illustrata
L'arte è un linguaggio universale. Questo potrebbe essere il motto di Martial Raysse, maestro francese dell'arte pop e neorealista, celebrato oggi con una nuova grande personale a Palazzo Grassi, la prima in Italia, dopo quella recente del Centre Pompidou che l'ha definitivamente consacrato. Oltre 350 opere, che spaziano in tutti i campi esplorati dal grande artista visionario (pittura, scultura, video, fotografie e disegni), ci consentono di apprezzare e conoscere il percorso artistico di Raysse, singolare, indipendente e sempre ai margini dei grandi trend artistici degli ultimi 50 anni. -
Racconti dal ghetto di Lodz. Gli scritti ritrovati di un adolesce...
Ritrovati a Lodz dopo la guerra e conservati dalla sorella per cinquant'anni, i taccuini di Abram Cytryn costituiscono un documento eccezionale e sconvolgente sul ghetto di Lodz, dove Abram ha vissuto dal 1940 al 1944. Vi si descrive la vita quotidiana all'interno dell'universo concentrazionario con una lucidità sorprendente, un forte talento poetico e una frenesia che enfatizza la prossimità della morte. Dimenticati dalla storiografia italiana, nonostante i maggiori studiosi europei della Shoah li considerino un capolavoro della memoria, i ""Racconti dal ghetto di Lodz"" si inseriscono a pieno titolo nel solco tracciato da ""Se questo è un uomo"" di Primo Levi, dal ""Diario"" di Anne Frank e dagli scritti di Elie Wiesel, con i quali condividono un'urgenza drammatica: scrivere per non affondare, ""scrivere per lottare contro l'inferno in terra"", come sottolinea Frediano Sessi nella Prefazione, ""per comporre un' opera letteraria capace di dare voce alle energie vitali di una comunità destinata allo sterminio e alla scomparsa totale; scrivere per ottemperare a un impegno preso con i morti del ghetto o di Auschwitz: innalzare al cielo una targa che obblighi il lettore a ricordare, in ogni tempo e in ogni luogo"". -
Imagine. Nuove immagini nell'arte italiana (1960-1969). Catalogo ...
Nell'Italia degli anni '60, al culmine del miracolo economico, le sperimentazioni artistiche si susseguono e intrecciano con una rapidità e intensità straordinaria: il loro obiettivo comune è uscire dalla disillusione dell'immediato dopoguerra, per costruire un nuovo vocabolario di segni e immagini, che possa restituire il fermento della società e della cultura contemporanea. Alla ricchezza propositiva di questo decennio è dedicato questo volume, secondo uno sguardo e una prospettiva nuovi sull'arte italiana di questi anni. Vengono rappresentati artisti come Franco Angeli, Mario Ceroli, Domenico Gnoli, Giosetta Fioroni, Tano Festa, Fabio Mauri, Francesco lo Savio, Michelangelo Pistoletto, Mario Schifano. -
L'Italia del Family day. Dialogo sulla deriva etica con il leader...
Ha nelle vene un po' del sangue di don Enrico Tazzoli, il più famoso dei cinque martiri di Belfiore. Da giovane scelse l'""opzione privilegiata per i poveri"". Militava nei Cristiani per il socialismo e professava la teologia della liberazione. Aveva i suoi riferimenti spirituali e politici in Giulio Girardi, Ernesto Balducci e Giovanni Franzoni. Votava Psi e leggeva ""Com Nuovi Tempi"". Al referendum del 1974 si espresse a favore del divorzio. Poteva finire arruolato nelle Brigate rosse o in Prima linea. La svolta avvenne il 14 maggio 1977, quando a Milano partecipò al corteo di protesta in cui il poliziotto Antonio Custra, 25 anni, fu ucciso con una rivoltellata da un manifestante che aveva il volto coperto da un passamontagna. Davanti al sangue che scorreva sull'asfalto, lo studente universitario prossimo alla laurea cominciò a diventare l'uomo che è oggi. Eppure lo descrivono come sanfedista, oscurantista, omofobo, retrogrado, reazionario. Ma chi è in realtà, che cosa vuole e fin dove è disposto ad arrivare Massimo Gandolfini, il presidente del comitato Difendiamo i nostri figli, comparso all'improvviso all'orizzonte dell'Italia con il Family day? E perché ha sfidato il premier Matteo Renzi? Questo movimento di popolo diventerà un partito? -
Aldo Manuzio. La costruzione del mito. Ediz. italiana e inglese
Il volume raccoglie gli atti in italiano e inglese del convegno tenuto a Venezia il 26-28 febbraio 2015 per celebrare il quinto centenario della morte di Aldo Manuzio, il grande editore umanista attivo a Venezia tra il 1494 e il 1515.Gli interventi offrono una panoramica degli studi più recenti su Manuzio, affrontando i diversi aspetti della sua opera: la biografia, l'attività editoriale e tipografica, le edizioni greche, la complessa e affascinante eredità lasciata ai posteri. Com'è noto le intuizioni aldine hanno condizionato sino al xx secolo il libro come strumento culturale. E anche per questo che le sue edizioni sono sempre state oggetto di desiderio per i collezionisti di tutto il mondo e di ispirazione per grafici, tipografi ed editori. -
Più che l'amore. Eleonora Duse e Gabriele D'Annunzio
Fra Eleonora Duse e Gabriele D'Annunzio fu vero amore? La più autorevole biografa del Vate rivela i sorprendenti retroscena del controverso legame«Narrata e rinarrata da oltre un secolo, la leggenda dei divi amanti era un castello di carte destinato a crollare.»Venezia 1894. Trentasei anni lei, trentuno lui. Un incontro fortuito, quello tra Eleonora Duse e Gabriele d'Annunzio, che segna l'inizio di una storia lunga un decennio. Un breve tratto nell'arco di una vita, ma per entrambi capitale. Gabriele offrirà alla sua musa una serie di capolavori; Eleonora li metterà in scena. Nasce con questo giuramento il motto araldico della coppia: «More than love». Lui, infatti, è perentorio: esige «più che l'amore». Lei lo corrisponde a oltranza, recitando un trasporto da Baccante orgiastica: «Vorrei potermi disfare tutta! Tutto donare di me, e dissolvermi». Al banco di prova, però, la verità sarà un'altra. Occorreranno anni prima che d'Annunzio prenda atto che l'attrice simula un consenso che si guarda bene dall'accordargli. In questo libro Annamaria Andreoli mette in discussione la vulgata, confermata da oltre un secolo, che dipinge la Duse come sottomessa al Vate. Se corrispondono al vero passione, tradimenti e umiliazioni, sono da ribaltare i ruoli: fu lui la vittima e lei il carnefice. È quanto emerge dai numerosi documenti, sottoposti a nuovo esame con un'avvertenza: a varare la favola dei divi amanti fu Gabriele, maestro nel creare leggende. La personalità carismatica di una donna ben lontana dai cliché dell'epoca e lo sfolgorio di una società europea in cui il teatro e la cultura italiana erano protagonisti sono i cardini di una vicenda che non smette di affascinare. -
Scenari per la Comédie-Italienne
Oggetti desueti, frammenti di un rimosso che ritorna, tracce superstiti di una scrittura drammatica che ripensa il percorso di una vita, i documenti teatrali raccolti in questo volume tratteggiano la lunga attività di Carlo Goldoni per la Comédie-Italienne di Parigi (1761-1775). rnrnSommari, documenti dell’archivio teatrale parigino, recensioni, copioni manoscritti sono qui riuniti insieme per la prima volta, come in una “stanza delle meraviglie”, per tratteggiare nella loro eterogeneità e nella loro logica progettuale l’ultima storia non scritta del fare teatrale di Goldoni. Così da offrire al lettore curioso le ombre superstiti dell’itinerario drammaturgico francese per- corso dal grande commediografo veneziano. Le numerose edizioni settecentesche che s’intersecano l’una con l’altra, la mancanza degli autografi e la vastità dell’impresa di fronte alle cento e più commedie, alle decine di melodrammi giocosi, di drammi per musica e di altri componimenti teatrali, cui si affiancano poesie, prose amplissime di memoria e un cospicuo epistolario, hanno impedito fino ad ora che si affrontasse la questione dell’edizione critica delle opere di Carlo Goldoni. La cultura italiana e internazionale si era rassegnata e accomodata all’ombra della grande, meritoria fatica di Giuseppe Ortolani iniziata nei primi anni del secolo, senza, tuttavia, un chiaro progetto e senza precisi criteri filologici. Alla base di questa edizione nazionale vi è stata una preliminare indagine sulle stampe volute dall’autore dal 1750 agli anni ultimi della sua lunga vita al fine di determinare, opera per opera, i diversi stadi del testo. Da qui la presenza di un ricco apparato di varianti che illustra l’evoluzione della singola opera fino al momento in cui l’autore non impone ad essa una fisionomia definitiva. Consegnati al teatro, i testi, che erano nati per esso, riprenderanno immediatamente il loro cammino nella continua e molteplice dinamica dell’interpretazione che qui viene di volta in volta ricostruita nelle pagine de- dicate alla fortuna. -
Perché insegnare l'italiano ai ragazzi italiani. E come
Nel 2017 il solito appello degli intellettualirne giornalisti denuncia che i giovani non sannornpiù l’italiano e propone dettati, analisi logicarne grammaticale. Il volume offre tre risposternpiù utili: distingue tra saper usare l’italianorn(comprendere, parlare, scrivere, riassumerernecc.), che va consolidato perché gli studentirnne hanno una competenza limitata, e saperernsull’italiano, che serve pochissimo per la qualitàrndella lingua, ma è fondamentale, essenzialerne irrinunciabile per imparare a ragionare,rna creare categorie e a classificare quellornche i ragazzi sanno meglio: la loro lingua.rnMa loro oggi non vogliono farlo:rn«L’italiano lo so già!». Ecco perché il nucleorndel volume è la riflessione su come motivarerndei (pre)adolescenti e come realizzarernin maniera coinvolgente delle attivitàrndi riflessione sulla lingua (ma anche sui gestirne gli altri linguaggi). -
Flat Tax. Aliquota unica e minimo vitale per un fisco semplice ed equo
Per il nostro fisco, così come per il nostro sistema di assistenza, è arrivato il momento di una riforma radicale. rnrnNon è questione di poco conto, perché si tratta di una vera e propria ridefinizione del rapporto tra Stato e cittadini, allo scopo di renderlo più trasparente ed equo. Oggi risulta invece compromesso dal peso eccessivo di una fitta selva di norme e da innumerevoli trattamenti di favore che finiscono per agevolare l’evasione, senza peraltro raggiungere l’obiettivo di aiutare chi davvero è rimasto indietro, come dimostrano i dati sempre più preoccupanti sulla diffusione della povertà. Nicola Rossi mostra come una riforma incentrata su una flat tax – un’imposta personale ad aliquota unica o «piatta» – permetterebbe di superare molti dei limiti del sistema in vigore, mantenendo un equilibrio fra una necessaria riduzione della pressione fiscale e l’urgente definizione di un efficace strumento di contrasto alla povertà. La proposta si articola in alcune semplici mosse: una sola aliquota – pari al 25% – per tutte le principali imposte; la definitiva abolizione di Irap, Imu e Tasi; l’introduzione del «minimo vitale» come sostituto delle mille attuali prestazioni assistenziali; la revisione delle modalità di finanziamento di alcuni servizi pubblici, in particolare sanità e università. Presupposto irrinunciabile: il paese non può permettersi una significativa riduzione delle imposte se non attraverso un rinnovato impegno a contenere la spesa pubblica. -
L' interpretazione dei film. Undici capolavori della storia del c...
""L'interpretazione dei film"" presenta le analisi di undici grandi film della storia del cinema, effettuate da studiosi specializzati nella lettura del testo. Sono analisi sviluppate con metodi diversi, che consentono di comprendere in profondità l'orizzonte immaginario e gli stili di messa in scena di autori del cinema classico e del cinema moderno. Francesco Casetti legge ""King Kong"" di Cooper e Schoedsack come configurazione esemplare dell'imprenditorialità e dello spirito industriale nel suo incontro con l'immaginario, lo spettacolo e il consumo. Veronica Pravadelli individua in ""Susanna"" di Hawks le strutture essenziali dello stile classico e studia il modo di produzione delle identità sessuali nella messa in scena hawksiana. Vito Zagarrio analizza in ""Ombre rosse"" le tecniche della regia di Ford, cogliendo particolarità e anomalie che allargano l'orizzonte del classico. Giorgio De Vincenti descrive i presupposti estetici del cinema moderno, le sue forme e le sue ambiguità, attraverso ""La regola del gioco"" di Renoir. Giulia Carluccio ripercorre ""Quarto potere"", e coglie la varietà del progetto di regia, approfondendo alcuni snodi legati al punto di vista e alla morte. Paolo Bertetto coglie la presenza di un sofisticato meccanismo metacinematografico in un film al limite del cinema classico come ""La finestra sul cortile"" di Hitchcock. Dario Tornasi allarga il discorso al cinema giapponese, illustrando le tecniche di regia di Ozu e la ricerca dell'armonia formale in ""Fiore d'equinozio"". Giorgio Tinazzi individua i caratteri fondamentali dell'innovazione narrativa e di messa in scena dell'Antonioni de ""L'avventura"" e la nuova concezione del personaggio. Paolo Bertetto analizza lo stile della regia del Godard di ""Fino all'ultimo respiro"", correlandolo alle figure dell'immaginazione esistenziale, dalla libertà al nulla. Sandro Bernardi percorre le strutture narrative e rappresentative di ""2001: Odissea nello spazio"" di Kubrick, cogliendo i modi di allargamento del cinema moderno. Di Donato analizza l'affermarsi dell'orizzonte filmico postmoderno in ""Strange Days"" di Bigelow, descrivendo insieme l'emergere di nuove tecnologie del visivo. -
L' inferno è una buona memoria. Visioni da «Le nebbie di Avalon» ...
Passando per l’isola mitica di Avalon e ammettendo finalmente le donne alla tavola rotonda di re Artù, Michela Murgia racconta il suo apprendistato intellettuale dall’infanzia in Sardegna alla vita di oggi.rnrn«Salii sulla nave con in borsa quel librone da viaggio con avventure cavalleresche un tanto al chilo senza immaginare che si trattava di uno degli atti di militanza più forti che mi sarebbe capitato di vedere nella vita, ma l’ho compreso prima ancora di arrivare alla pagina 10, quando era già evidente che quella che fino a quel momento avevo considerato come “la storia di Artù” o al massimo quella “dei cavalieri della tavola rotonda” era in realtà la storia di Morgana, di Igraine, di Morgause, di Viviana e di Ginevra» - Michela MurgiarnrnrnQuanto somiglia Cabras, Sardegna, paese natale di Michela Murgia, ad Avalon, Britannia, luogo mitico legato a Re Artù? Come Morgana, Igraine e Viviana, le ""Signore del Lago"", hanno il potere di sollevare le nebbie con le loro parole, influenzare e curare le vite dei cavalieri della Tavola Rotonda, così Michela Murgia, nata in mezzo alle acque di Cabras, ha il potere di sollevare le nebbie intorno alle storie e alle idee che stanno alla base dei suoi romanzi e dei suoi saggi: la versione delle donne, la versione degli uomini, la versione di Dio. In un viaggio che comincia in mezzo al mare e in mezzo al mare ritorna, Michela Murgia, una delle maggiori scrittrici italiane, racconta come e perché è diventata femminista, come e perché ha cominciato a temere le gerarchie religiose, come e perché non ha mai smesso di giocare di ruolo nel mondo magico di Lot, come e perché certi libri che ci hanno fatto crescere, in effetti, li abbiamo mangiati più che letti, e soprattutto come e perché creare ogni giorno il mondo che ci circonda è un gesto politico.