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Pura invenzione. 12 variazioni su «Frankenstein» di Mary Shelley
Finalista premio Intersezioni. Italia-Russia 2019Frankenstein di Mary Shelley diventa con Lisa Ginzburg un manuale di comportamento tra genitori e figli. Perché i genitori devono essere liberi di avere delle aspettative e i figli devono essere liberi di deluderle.rnrn«Non c’è verso: la libertà di creare, per chi scrive, arriva dopo una ri-generazione – è il risultato di un ripartorirsi, dell’audacia di muovere passi nuovi a partire da sé, dalla propria persona. Rinominarsi ma senza sfuggire alle radici» - Lisa GinzburgrnrnrnMary Shelley, la figlia di una filosofa femminista e di un filosofo politico, comincia a scrivere, nel 1816, nell'anno senza estate e per gioco, il romanzo del nuovo Prometeo, la storia di Frankenstein, il mostro reso colpevole dall'evidenza di non essere stato amato, la creatura tratta per amore dalle viscere dei cimiteri e alla quale il fulmine di Victor Frankenstein, lo scienziato, dà la vita. «Frankenstein» è il primo romanzo in cui la scienza si fa mitologia e, come la mitologia, crea i suoi esseri mortali e i suoi esseri immortali. Lisa Ginzburg, figlia di una storica del femminismo e di uno storico, a duecento anni dalla prima pubblicazione del romanzo di Shelley ci racconta, forte e conscia di questa eco bio-bibliogra?ca, il suo «Frankenstein» lettera per lettera, dalla ""F"" della Felicità di rileggerlo e ritrovarlo, alla ""N"" di Nascere, che è, sempre, il verbo dove tutto comincia. -
Uomini all'italiana 1968. La confezione Zegna dalla sartoria all'...
L'obiettivo del nuovo Gruppo Zegna al suo inizio nel 1968 è uno, e molto chiaro: conoscere la psicologia maschile per mettere a punto uno stile preciso ma volutamente duttile e aperto a suggestioni e cambi di rotta, ""italiano"" perché deliberatamente scanzonato, come lo ha definito Gillo Dorfles, incontro di forze, di pulsioni opposte, ma che insieme rafforzano il proprio significato, nella consapevolezza che all'uomo viene fornita la possibilità di creare una riconoscibile immagine di sé, un sigillo estetico della propria personalità. -
«Non mi puoi cancellare dalla tua memoria». Lettere 1904-1939
L'incontro tra i due scrittori Stefan Zweig (Vienna 1881-Petropolis 1942) e Benno Geiger (Rodaun 1882-Venezia 1965), austriaci di nascita, avviene appena varcata la soglia di quel Novecento di cui i due amici nelle lettere che si scambiano nell'arco di 35 anni si fanno rappresentanti sintomatici, ambasciatori presaghi del finire di un'era. Tra la Vienna degli ultimi valzer imperiali e la Venezia degli ultimi carnevali, tra la Berlino di Borgese e la chiassosa, sempre più tentacolare Parigi dei flâneur urbani, tra la Salisburgo del festival, della musica e delle estive occasioni gioiose e la piccola Rodaun di Hofmannsthal si snodano le pagine di un dialogo talvolta esaltato, talvolta esacerbato, esasperato proprio perché collocato sull'estremo bordo di un mondo che va disgregandosi. Due artisti straordinari, un cammino che si intreccia a quello di tutta una generazione di intellettuali, una corrispondenza poco conosciuta, la cui portata deborda dal vasto campo del genere epistolare, che si fa metaletteratura, diario di viaggio, critica letteraria ben al di là delle mode collettive e delle teorie in auge, riflettendo una realtà complessa, eterogenea e mutevole che si avvicina all'essenza della letteratura stessa. Premessa di Marco Meli. -
Teoria generale del montaggio
La ""Teoria generale del montaggio"" fu scritta nel corso del 1937 ed è rimasta per molto tempo medita. Si tratta della più ampia e audace ricognizione sul montaggio che Ejzenstejn abbia mai concepito: il cinema resta il suo referente esemplare, ma l'indagine si muove con grande libertà nei più diversi campi della produzione artistica, con illuminanti incursioni nell'antropologia e nell'estetica filosofica. Ne risulta un quadro interpretativo capace di gettar luce non solo sui fondamenti teorici e sull'evoluzione storica del montaggio ma anche sulle prospettive, ancor oggi in larga parte inesplorate, di una cultura dell'audiovisivo. -
The Florence experiment. Ediz. italiana e inglese
Le piante reagiscono alle emozioni umane? Questa è l'ipotesi analizzata in ""The Florence experiment"", attraverso due esperimenti. Nel primo i visitatori sono invitati a scendere, con un vaso contenente una piantina di fagioli inserito in una cintura, lungo uno dei due grandi scivoli installati nel cortile di Palazzo Strozzi. L'ipotetica reazione delle piante è quindi studiata in un laboratorio appositamente attrezzato. Il secondo esperimento, invece, costringe le piante rampicanti sulla facciata del Palazzo a scegliere di crescere o verso un'apertura che emette aria proveniente da un cinema in cui si proiettano film horror, o verso un'apertura che emette aria che scaturisce da un cinema in cui si presentano commedie. -
Storia di Ochikubo
Al pari di tante altre opere della narrativa giapponese classica, tuttora ignota è l'identità dell'autore di ""Storia di Ochikubo"". Di certo, a giudicare per lo meno dallo stile e dalla terminologia di molti passi, l'opera fu il frutto della fantasia di uno dei numerosi aristocratici che nel corso della prima metà del periodo Heian (794-1185) produssero letteratura a uso e consumo delle dame di corte di Kyoto. Per molti secoli il romanzo fu attribuito a Minamoto no Shitago (911-983), letterato e poeta il cui nome è legato ad altri due testi del periodo: il ""Taketori monogatari"" (inizio X secolo) e l'""Utsuho monogatari"" (fine X secolo). Il più antico manoscritto dell'""Ochikubo monogatari"" esistente è una copia della metà del XV secolo. -
Edoardo II. Testo inglese a fronte
""Edoardo II"" è da molti considerato il capolavoro di Marlowe, il più grande drammaturgo elisabettiano dopo Shakespeare. La compattezza dell'intreccio narrativo, la costruzione equilibrata e un perfetto senso del ritmo costruiscono, infatti, un dramma di grande impatto teatrale. La storia narra la grande passione di un re che, al di fuori di ogni ragionevolezza, non sa rinunciare al desiderio di bellezza e a un amore trasgressivo e fatale. È lo scontro violento tra libertà dell'individuo e responsabilità pubblica, in un crescendo di dolore e crudeltà che si conclude con la morte violenta di Edoardo. Dopo un immediato successo popolare, il testo, con le sue implicazioni politiche e sessuali, sparisce dalle scene fino a questo secolo. -
Il dialogo dei melii e degli ateniesi. Testo originale a fronte
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Nella colonia penale
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La canzone di Achille
Dimenticate Troia, gli scenari di guerra, i duelli, il sangue, la morte. Dimenticate la violenza e le stragi, la crudeltà e l'orrore. E seguite invece il cammino di due giovani, prima amici, poi amanti e infine anche compagni d'armi – due giovani splendidi per gioventù e bellezza, destinati a concludere la loro vita sulla pianura troiana e a rimanere uniti per sempre con le ceneri mischiate in una sola, preziosissima urna. Madeline Miller, studiosa e docente di antichità classica, rievoca la storia d'amore e di morte di Achille e Patroclo, piegando il ritmo solenne dell'epica alla ricostruzione di una vicenda che ha lasciato scarse ma inconfondibili tracce: un legame tra uomini spogliato da ogni morbosità e restituito alla naturalezza con cui i greci antichi riconobbero e accettarono l'omosessualità. Patroclo muore al posto di Achille, per Achille, e Achille non vuole più vivere senza Patroclo. Sulle mura di Troia si profilano due altissime ombre che oscurano l'ormai usurata vicenda di Elena e Paride.COME COMINCIAMio padre era un re, figlio di re. Come la maggior parte di noi, non era molto alto e aveva la corporatura di un toro, era tutto spalle. Sposò mia madre quando lei aveva quattordici anni, dopo che la sacerdotessa gli aveva assicurato che sarebbe stata feconda. Era un buon accordo: lei era figlia unica e tutte le fortune del padre sarebbero andate a suo marito. Fu solo durante le nozze che lui si rese conto che mia madre era debole di mente. Il padre di lei aveva fatto in modo di tenerla velata fino alla cerimonia e mio padre aveva accettato di buon grado. Se fosse stata brutta, c'erano sempre le schiave e i giovani servitori. A quanto si dice, quando alla fine venne scostato il velo, mia madre sorrise. E fu così che mio padre capì che era idiota. Le spose non sorridono. Quando partorì me, un maschio, mio padre mi sfilò dalle sue braccia e mi passò a una levatrice. Mossa a compassione, la donna diede a mia madre un cuscino da stringere al mio posto. Lei lo abbracciò. Non parve notare alcuna differenza. Ben presto, mi rivelai una delusione: piccolo e sottile. Non ero veloce. Non ero forte. Non sapevo cantare. La cosa migliore che si poteva dire di me era che non ero cagionevole. I malanni e i crampi che affliggevano gli altri bambini non mi sfioravano nemmeno. Questo non faceva altro che insospettire mio padre. Ero forse una creatura non umana? Mi studiava accigliato, mi teneva d'occhio. Quando sentivo il suo sguardo su di me, mi tremavano le mani. E poi c'era mia madre, che non era capace di bere senza versarsi il vino addosso. -
Sette leggende. Testo tedesco a fronte
Le ""Sette leggende"" nascono come parodia di quelle cattolicheggianti esaltanti l'ascesa, il sacrificio, la tortura - di un fanatico pastore protestante, Theobul Kosegarten: conversioni che agiscono all'incontrario, la Vergine che mette in atto astuzie e travestimenti per aiutare le sue protette a realizzare l'unione con l'amato, diavoli che si trasformano in ninfe, un paradiso in cui risuona il rimpianto per la perduta felicità terrena, madonne che scendono dagli altari, si travestono da cavalieri e combattono contro il diavolo. Gravata al suo apparire dal sospetto di iconoclastia e irriverente spirito antireligioso, la raccolta è invece la descrizione di un mondo metamorfico e gentile sottratto alle leggi della necessità. -
Il sogno e la sua storia. Dall'antichità all'attualità
Al sogno appartiene un'impronta genetica e storica, ma esso è anche e soprattutto la memoria dell'individuo che permane oltre le cancellazioni imposte dalla necessità di selezionare le esperienze per sopravvivere agli ingorghi della realtà. ""Questo libro è un discorso organico che si stende sopra i millenni della storia e gli spazi della terra e li accomuna oltre le diversità così come a tutti gli uomini è comune l'esperienza del sognare"". Alla introduzione storica che spazia dall'antichità a oggi, si aggiungono alcuni casi clinici di analisi del rapporto tra sogno e transfert. -
Gli amanti timidi
Riscrittura di uno scenario composto per i comici parigini del Thédtre Italien, la commedia ""Gli amanti timidi"", che appartiene all'ultima fase creativa dello scrittore, riporta in scena come protagonista Arlecchino. Goldoni annoda l'intreccio intorno a oggetti tipici della tradizione dell'Arte, reinterpretandone però la funzione, fino a farne oggetti-metafora. Così, il ritratto di Arlecchino ha, negli 'Amanti timidi', una funzione drammaturgica nel suo essere motore dell'azione, ma, in quanto pegno d'amore, è altresì pretesto e strumento di uno scavo psicologico che indaga la relazione d'amore. -
Truffaut. Il piacere della finzione
François Truffaut ha giocato molto sul rapporto tra diversità e analogia esistente nei suoi film. Ha infatti mutato continuamente di registro, passando dalla commedia al dramma, dal film di genere al film-saggio, dal monologo al quadro corale, dalla derivazione letteraria al soggetto autonomo. In queste ricercate differenze e in questa voluta discontinuità non è difficile tuttavia rintracciare delle precise costanti, tematiche e stilistiche. In questo libro Giorgio Tinazzi interpreta Truffaut rinunciando all'impianto monografico e proponendo invece un'angolazione critica articolata per ""voci"", che riuniscono in contenitori particolarmente significativi le varie indicazioni, sia formali che di contenuto. -
Una parola creata sull'ostacolo. La fortuna critica di Clemente R...
Non riconosciuta per i suoi meriti poetici negli anni dieci se non da una ristretta cerchia di studiosi, l'opera di Clemente Rebora ebbe ancora per decenni una vicenda critica contrastata, attirando riconoscimenti più ampi solo negli ultimi anni della sua vita. Questo volume, quarto della serie ""Nuovi quaderni reboriani"", esplora per la prima volta in profondità la vicenda critica di Rebora, ricomponendo, attraverso un lavoro interpretativo che va dagli esordi del poeta al 1957, anno della sua scomparsa, il profilo storico-critico di un autore protagonista del Novecento italiano. -
Storia del cinema italiano. Vol. 5: 1934-1939.
Il quinto volume, ma settimo a essere pubblicato, della ""Storia del cinema italiano"" di Marsilio si concentra sugli anni che vanno dal 1934 al 1939. Curato da Orio Caldiron, analizza la nascita di Cinecittà e della cineteca italiana, i film di Blasetti e Camerini, il cinema coloniale, l'asse Roma-Berlino, Mario Soldati e Cesare Zavattini, i cinegiornali Luce, l'editoria cinematografica, i rotocalchi illustrati. -
Ragione e fede in dialogo
Gennaio 2004. Joseph Ratzinger e Jürgen Habermas si incontrano a Monaco presso la Katholische Akademie in Bayern per rispondere alla domanda: ""La democrazia liberale ha bisogno di premesse religiose?"" Ne nasce un dialogo nel quale il Cardinale e il Filosofo fanno l'uno all'altro concessioni sorprendenti. -
David Lynch. Ediz. illustrata
David Lynch con i suoi film realizza un universo di straordinaria intensità in cui realtà e sogno, corpi e fantasmi si intrecciano inestricabilmente; un mondo visionario che possiamo abitare. Paolo Bertetto è professore di cinema all'Università di Roma La Sapienza. Ha pubblicato vari libri e cataloghi, tra cui ""L'enigma del desiderio"" (Premio Umberto Barbaro Fimcritica), ""Lo specchio e il simulacro"", ""Il cinema d'avanguardia (1910 -1930)"", e ""L'interpretazione dei film"". -
L'idea del capitale in Occidente
Molto si discute di capitalismo ma raramente ci si domanda cosa sia il capitale. Perché? Si tratta di un concetto che non si lascia afferrare, e disorienta mutando continuamente forma. Tuttavia, affrontarlo è un passaggio obbligato per capire l'economia moderna. La tesi di questo libro è che si possa pensare il capitale come un mezzo oppure come un fine. Nel primo caso esso acquista una valenza sociale, nel secondo risulta svuotato di ogni istanza di giustizia. Boldizzoni ripercorre la storia di una dicotomia che ha lacerato l'Occidente dal Rinascimento ai nostri giorni istituendo una relazione sistematica tra la dimensione intellettuale e le trasformazioni materiali e culturali di scenario. L'altalena delle grandi potenze: dalla Spagna degli Asburgo alla Francia di Luigi XV, dall'Inghilterra vittoriana alla Germania del Terzo Reich, entra in gioco con un peso a volte decisivo nello spiegare il successo o la sfortuna di ciascuna visione teorica. La centralità dell'Europa rispetto a questo dibattito viene bruscamente meno con lo scoppio della Seconda guerra mondiale. Un'analisi disincantata del primato culturale degli USA nei successivi decenni apre uno scorcio imprevedibile sulla crisi del pensiero economico contemporaneo. -
Da Torino a Bangkok. Architetti e ingegneri nel regno del Siam. E...
Tra Ottocento e Novecento, architetti e ingegneri si muovono sulle rotte percorse da esploratori, commercianti e diplomatici, mettendo in circolazione competenze e modelli professionali maturati in seno ai contesti urbani e alle scuole europee. La dimensione internazionale delle carriere professionali, degli immaginar! figurativi e delle culture costruttive costituisce uno degli aspetti più interessanti dell'architettura di questo periodo. L'autrice ripercorre le tracce di un gruppo di architetti e ingegneri diplomati a Torino che nel primo quarto del Novecento lavora all'interno del Dipartimento dei Lavori Pubblici di Bangkok. L'eclettismo che connota la loro produzione architettonica veicola insieme a stili, linguaggi e tecniche, anche modi di progettare e concepire la professione che, radicati nell'Ottocento, sopravvivono in Siam, come in molti paesi extraeuropei, alla conclusione del secolo.