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Amare, capire, educare il proprio gatto
Chi possiede un gatto sicuramente gli trasmette tenerezza e affetto, ma raramente cerca di indovinare cosa si nasconda dietro certi atteggiamenti enigmatici che sono prerogativa della razza felina. In queste pagine dedicate all'animale domestico più diffuso in Europa, Joël Dehasse ci fornisce diverse chiavi di lettura per meglio comprendere l'indole dei nostri amici a quattro zampe, e lo fa con semplicità e chiarezza, mettendo davvero la sua competenza al nostro servizio. Il libro ci insegna a rendere ancora più confortevole l'esistenza del micio entrato a far parte della nostra famiglia, senza pretendere da lui una ridicola sudditanza, ma riconoscendo invece la sua natura, i suoi istinti, i suoi rituali. Dehasse dimostra che è possibile educare il nostro gatto a una convivenza basata sul rispetto reciproco, attraverso le tappe graduali di un percorso in cui l'uomo e l'animale imparano a conoscersi e ad accettarsi senza prevaricazioni. Educare un gatto, sostiene Dehasse, significa permettergli di vivere una vita da gatto in un ambiente di esseri umani, per essere felici in due. -
Lezioni di vita. Ciò che la morte e il morire ci insegnano sulla ...
È davvero questo il modo in cui voglio vivere la mia vita? Questa è la domanda centrale, l'unica veramente essenziale per riconoscere gli aspetti più autentici della nostra esistenza, quelli che conferiscono un senso alla nostra permanenza nel mondo. In un'esposizione accessibile e coinvolgente e attraverso l'esame di situazioni da loro vissute, i due autori ci comunicano le idee e le conclusioni a cui sono arrivati dopo anni di lavoro a fianco dei malati terminali. La vita è un percorso di crescita interiore in cui lentamente, anche attraverso esperienze traumatiche, facciamo affiorare la parte migliore di noi. Per percorrerlo è però necessario un atteggiamento di apertura nei confronti delle lezioni che la vita ci offre sull'amore, la paura, la perdita e il lutto, il tempo, le relazioni con gli altri. Tra tutte, quella sulla morte è forse la più importante, perché se vogliamo crescere dobbiamo accettare la nostra mortalità come un tratto essenziale del nostro essere, che dà spessore e significato alla nostra esistenza. -
Il bambino interiore. Scopri la parte più gioiosa e autentica di te
Se ti accade di sentirti inquieto e insoddisfatto senza comprenderne il motivo, se ti senti insicuro e incapace di prendere in mano la tua vita, se la malinconia ti opprime o se non riesci a liberarti da una dipendenza di qualsiasi tipo (cibo, alcol, fumo ma anche persone ed emozioni), prova a fermarti, a respirare in modo calmo e rilassato, a prenderti del tempo per ascoltarti e guardarti dentro... scoprirai che in un angolo recondito del tuo Io, c'è una parte di te stesso che hai dimenticato e che riemerge, a volte improvvisamente, attraverso rabbia, ansia, paura, tristezza: è il tuo bambino interiore. Per affrontare e risolvere i nodi della tua esistenza, e per liberarti da condizionamenti e meccanismi automatici, dovrai divenire consapevole del bambino dentro di te. Attraverso le pagine di questo libro imparerai a entrare in contatto con lui, ad averne cura, a guarire le sue ferite, ad ascoltare i suoi desideri rimasti inespressi e a sentire la sua grande energia e potenza creativa. Solo dopo aver ristabilito la relazione con questa parte di te, così profonda e saggia, potrai imparare a conoscere davvero te stesso, ad amarti completamente per ciò che sei, e quindi a iniziare un processo di realizzazione armonico e pieno. -
Summa symbolica. Istituzioni di studi simbolici e tradizionali. V...
Dopo aver studiato il mondo dei simboli fin dal 1981, nel 1996 l'Autore maturò la decisione di raccogliere tutti i suoi appunti in un'opera organica, Summa Symbolica, terminata nel 2003 ma più volte aggiornata negli anni successivi, assumendo dimensioni tanto imponenti da rendere necessaria una sua suddivisione in più parti. La terza parte di Summa Symbolica si occupa di trattare i simboli nella loro utilizzazione più pragmatica, organizzati in categorie precise che fanno parte di aspetti diversi della nostra esistenza. In questo secondo volume della terza parte l'analisi - tecnica, simbologica, storica, filosofica ed esoterica - si concentra sulle «Note musicali», sui «Simboli sociali e politici», sui «Marchi del commercio e la comunicazione pubblicitaria», sulla «Nuova frontiera dell'informatica» e, infine, sui «Simboli dell'altro mondo», quello degli alieni, delle suggestioni e del linguaggio che ne derivano. Altri capitoli, dunque, per delineare uno spaccato preciso e a volte sorprendente della presenza dei simboli nei più disparati settori della nostra vita, sia dal punto di vista degli aspetti materiali che da quello della prospettiva più spirituale. -
Shinto. Origini, storia, dottrina
Lo shint?, la religione tradizionale del Giappone, è un insieme di credenze, pratiche e istituzioni che ha avuto origine dal culto delle antiche divinità indigene e si è poi evoluto sotto l'influenza della dinastia imperiale e del buddismo. In questo volume, Bernard Marillier ne presenta e analizza i principali aspetti: dalla storia all'etica, dalla cosmogonia alla teogonia, dalla metafisica al rapporto cruciale con la figura dell'imperatore (il Tenn?, il «celeste sovrano»), fino all'arte, alla musica, ai culti. E in pari tempo ne rievoca la suggestiva ritualità ispirata sia alla natura (il sole, gli astri, i fenomeni atmosferici, le rocce, i fiumi, gli alberi, gli animali) che all'esistenza dell'uomo (gli dei tutelari della comunità, le tappe della vita, le attività produttive, dalla caccia alla pesca, all'agricoltura). Di tutte le spiritualità dell'Asia, quella shintoista è da sempre la meno conosciuta. Se una vasta letteratura è dedicata al buddismo, al taoismo o all'induismo, sono relativamente pochi i libri che analizzano la «via dei kami», le divinità (talvolta concepite antropomorficamente), definibili come «qualsiasi cosa possieda un potere superiore fuori dall'ordinario e ispiri timore reverenziale». Eppure da essa anche l'uomo occidentale contemporaneo può trarre grande nutrimento. -
Intrecci karmici. Un'avventura oltre il tempo
Max Serrano, docente di filosofia di origini spagnole, è sempre stato affascinato dalla medianità, dalla reincarnazione e dal karma. Per coltivare questi suoi interessi, partecipa alle attività di un circolo della sua città, Friburgo, che si riunisce attorno a un medium. Grazie a lui, i partecipanti entrano in contatto con entità alle quali possono porre domande. È durante una di queste sedute che Max conosce Sara Sachs, giornalista e traduttrice. Sara è sposata e ha un figlio, ma tra lei e Max nasce subito una speciale affinità d'interessi, tanto che i due iniziano a svolgere ricerche su diversi argomenti del «mondo dei misteri» e diventano amanti. Col passare degli anni, in seguito a visioni, sogni ed episodi difficili anche soltanto da immaginare, Max si accorgerà che la relazione che lo lega a Sara ricalca in modo perfetto l'amore impossibile fra il grande poeta tedesco Johann Wolfgang Goethe e la scrittrice e dama di corte Charlotte von Stein. Ma è possibile che tra la vita di Max e quella di Goethe ci sia un legame così forte e fuori dal tempo? Grazie a un racconto appassionante, in cui il passato è una presenza vivida e reale nella vita dei protagonisti, Paola Giovetti riesce a coinvolgere il lettore nelle ricerche spirituali che la impegnano da anni: dagli studi di Jung alla reincarnazione, dalla comunicazione col mondo degli spiriti ai lavori di Rudolf Steiner. ""Intrecci karmici"" è un romanzo ibrido, al tempo stesso un'indagine su diversi aspetti del sovrannaturale e un'analisi profonda di quel sentimento altrettanto misterioso che è l'amore. -
La coscienza dei luoghi. Manuale di geomanzia intuitiva. Allinear...
La nostra relazione con la natura può essere il risultato di due diversi approcci. Il primo è culturale e razionale, e a lungo termine produce un allontanamento dalle nostre origini e si trasforma in una sostanziale minaccia per la vita. Il secondo è basato sulla comunione tra le energie universali e quelle personali, non richiede quasi nessun ragionamento e anzi prevede come requisito fondamentale il sentire intuitivo e simbolico. I suoi effetti sono sempre positivi per ogni forma di vita e per il futuro di tutti. ""La coscienza dei luoghi"" invita i lettori a intraprendere, con coraggio e attraverso una pratica continua, paziente e personale, la seconda strada. Si tratta infatti di un manuale basato sulle esperienze dirette dell'autore e su decenni di osservazione, dialogo e fusione con la Natura, con i luoghi ad alta energia e con diverse tipologie di emanazioni energetiche naturali o create dall'uomo. Grazie a una lunga serie di esercizi pratici e ad alcune tavole illustrate, adatte a visualizzare e schematizzare gran parte dei concetti espressi nel libro, Pierluca Zizzi invita i lettori a perseguire un unico obiettivo: stimolare la propria natura di sperimentatori e geomanti, allenandola a percepire, dialogare e gioire dei legami più sacri con il pianeta. -
Sogno, dunque rischio. Percorsi di vita e sfide opportune
Nella vita la variabile del rischio è insopprimibile, è un fattore di incertezza che si frappone al raggiungimento dei nostri obbiettivi. Questo vale nel lavoro, qualunque cosa si faccia: il manager, l'imprenditore, il professionista, il commerciante, il lavoratore dipendente. Ma a maggior ragione per la vita privata: le nostre scelte personali, l'educazione dei figli, la pienezza della nostra esperienza. Massimo Tammaro ci propone una visione spiazzante del rischio come opportunità. Pilota militare, Comandante delle Frecce Tricolori, Executive Consultant prima del Team Principal di Formula 1 poi del Direttore HR, ha creato la funzione di Enterprise Risk Management ed è diventato il Corporate Risk Manager di Ferrari. Oggi è imprenditore e collezionista d'arte. Sempre con la stessa visione: desiderare ardentemente, lavorando duro con metodo e razionalità. Umiltà, rispetto, spirito di sacrificio, dedizione, senso del dovere e lealtà hanno indirizzato l'ago della bussola di un percorso esistenziale in divenire e naturalmente predisposto all'accettazione con entusiasmo di sfide nuove e difficili. -
Il progetto del reparto operatorio di chirurgia robotica
La chirurgia robotica, determinando il radicale abbandono della tradizionale ""cultura di sala"", ha infatti rivoluzionato i ruoli, le abilità, le interazioni e il rapporto fisico tra i professionisti in campo. Le nuove forme di cooperazione originate dalla ""nuova chirurgia"" hanno inciso significativamente sul carico di lavoro, sui modelli comunicativi ed in particolare sull'organizzazione spaziale e funzionale dell'ambiente chirurgico. In particolare, l'introduzione del robot da Vinci® in sala operatoria ha portato enormi cambiamenti , modificando la classica disposizione dei membri del team in sala, separando gli operatori nello spazio e delocalizzando il chirurgo dal campo operatorio. La distanza fisica tra gli operatori ha dunque generato nuove esigenze operative che influenzano il flusso di lavoro chirurgico rendendo le interazioni tra professionisti ancora più problematiche e difficoltose, se non supportati da un layout adeguato. Per queste ragioni, risulta indispensabile determinare procedimenti e metodi progettuali finalizzati al raggiungimento di nuovi livelli qualità dell'ambiente operatorio, Questo ha richiesto una profonda conoscenza del flusso di lavoro, dell'andamento delle procedure, dell'impatto del robot sulle attività eseguite in sala e i movimenti richiesti per allestire, movimentare e riposizionare il robot tra un'operazione e l'altra. La conoscenza di tutti questi fattori ha consentito di definire un nuovo quadro esigenziale e di definire le azioni necessarie a minimizzare gli spostamenti degli operatori, migliorare il flusso chirurgico e la visibilità del lavoro da parte degli operati, minimizzare le distrazioni tra i membri del team, coordinare in modo efficiente e in sicurezza le attrezzature/interfaccia utenti e le work station cliniche, e quindi aumentare l'efficienza e la qualità delle procedure e ottimizzare gli spazi della sala operatoria robotizzata. -
Trucco e bellezza nell'antichità. I segreti del make up nell'antichità
Molte sono oramai le scoperte archeologiche, sovente con riferimenti e conferme nella letteratura, che ci permettono di tracciare un profilo piuttosto preciso delle pratiche riguardanti la cosmesi presso Le varie civiltà del passato. Questo volume indaga a fondo tali pratiche in uso nelle antiche popolazioni mediterranee (Egizi, Cretesi, Micenei, Etruschi, Romani e Bizantini), focalizzandosi sull'analisi dettagliata dei tratti distintivi e caratteristici di ogni singola civiltà. È un'indagine che ci conduce a formulare sorprendenti parallelismi con l'attualità e ad annullare talvolta le distanze con il mondo antico. -
Ai piedi degli dei. Le calzature antiche e la loro fortuna nella ...
""Se dovessimo dare una risposta alla domanda 'cosa distingue l'Uomo dagli altri animali', siamo istintivamente tentati di perderci in complesse questioni teoretiche che rischiano di sconfinare nella teologia e nel dogmatismo. Eppure, per un tale quesito, esiste una risposta semplice e incontestabile: la stazione eretta. Unico fra tutti gli esseri viventi, primati compresi, l'Uomo è in grado di camminare per lunghi tratti, mantenendo il tronco dritto e le ginocchia estese. A giudizio dei paleoantropologi questa singolare attitudine, oltre a determinare una graduale specializzazione e differenziazione degli arti superiori da quelli inferiori, fu all'origine di un processo che comportò l'aumento della scatola cranica e del suo contenuto. I piedi, autentici protagonisti di questo salto evolutivo, erano quindi arti preziosi che al pari, e forse più, delle mani, andavano accuratamente protetti. Forse non fu Dio il primo calzolaio della Storia, come pure credeva l'Antiquaria francese del XVII secolo, ma le scarpe furono senz'altro fra i primi indumenti in assoluto a esser stati pensati e creati dall'Uomo per difendere e, se possibile, accrescere esponenzialmente il suo speciale potere. Queste banali considerazioni credo siano sufficienti da sole a renderci persuasi che la scarpa non ha mai avuto il ruolo di semplice accessorio del vestiario, bensì quello di autentico protagonista della storia della cultura e della civilizzazione, divenendo espressione diretta dei rituali sociali, del gusto e persino del credo religioso di coloro che le hanno create. Nonostante questo, gli studiosi hanno a lungo dedicato un interesse marginale ed episodico al mondo delle calzature. Mostre dal taglio analogo a quello affrontato da 'Ai piedi degli dei', ad esempio, sono sorprendentemente rare nell'intero panorama internazionale degli ultimi decenni. Credo che proprio l'idea di affrontare un argomento così interessante, eppure stranamente così trascurato dagli addetti ai lavori, sia il principale merito che debba essere riconosciuto ai curatori di questa iniziativa. Non ho dubbi, infatti, che questo catalogo segnerà l'inizio di un grande interesse per una branca di studi del tutto nuova in Italia, che potremmo battezzare col neologismo di calceologia (dalla parola inglese calceology), destinata a raccogliere risultati ancora difficili da immaginare in tutte le sue potenziali ricadute. I saggi raccolti in questo volume offrono solo alcuni spunti per intuire quali possano essere questi futuri sviluppi. La scarpa così come emerge da questi lavori, opera di alcuni fra i più sensibili e aggiornati studiosi di questa materia, è infatti protagonista indiscussa del mito come delle convenzioni sociali, della musica come della letteratura, dei riti di passaggio dell'uomo e della donna come della seduzione e del mondo dell'eros. [...] per illustrare compiutamente questo 'destino' della calzatura, i cui presupposti sono già nel mondo greco-romano, si è voluto allargare il tema della mostra a due espressioni della cultura contemporanea intimamente legate fra di loro: il cinema e la moda. Sotto l'egida della classicità, i curatori hanno esplorato questo inedito aspetto della fortuna dell'antico, recuperando suggestioni, echi e consonanze che, attraverso le pellicole di film come 'Cleopatra' e l'ispirazione di stilisti come Ferragamo, Pucci a Yves Saint Laurent, creano un inaspettato... -
Storie di pagine dipinte. Miniature recuperate dai Carabinieri. E...
Antichi manoscritti miniati, pagine e miniature ritagliate, provenienti dalle numerose istituzioni religiose italiane, trafugati e in seguito recuperati dal Carabinieri, celebrano il lavoro svolto negli anni dai Carabinieri dell'Arte, richiamando l'attenzione sulla fragilità estrema del nostro patrimonio storico artistico e sulla necessità della tutela e della corretta conservazione. Il percorso espositivo presenta una serie di ""casi di studio"" esemplari, che documentano i diversi metodi per ricostruire la storia di questi oggetti, spesso manomessi per favorirne il commercio illegale: grazie a indizi anche minimi, avvalendosi di competenze interdisciplinari, è possibile ricollegare questi oggetti dispersi al loro contesto fisico e geografico di appartenenza. Oltre a spiegare le caratteristiche peculiari di questi gruppi di codici rispetto al percorso della storia della miniatura, di ognuno si evidenzieranno le pagine recuperate e, se ve ne sono, quelle ancora da ricercare. Un aspetto inedito: la infografica di Vanna Vanni con i suoi penetranti disegni! -
Romanzo d'estate
Nell'Inghilterra vittoriana, tre sorelle sono mandate dalla loro istitutrice in vacanza in posti diversi ma vicini con il compito di scrivere un diario. Dai tre diari emergerà una realtà completamente diversa sul conto del barone Patterson, uomo dall'insospettabile tripla vita. -
Inchiostro malleabile
Lorenzo Ricci non ha imboccato la strada maestra. Ha deciso di condurre i suoi passi su vie ignote, attraversando terre di nessuno, preferendo una sublime solitudine alle piazze affollate. La sua poesia è così: un sussurro in un bosco di silenzio, che suona come un grido alle anime in ascolto. Inchiostro Malleabile è posare occhi nuovi su cose antiche, e modellarle con l'indipendenza del proprio animo. -
La verità su Medjugorje. Il grande inganno
Medjugorje, un tempo un desolato villaggio dell’Erzegovina, è oggi una delle capitali mondiali del turismo religioso grazie alle presunte apparizioni mariane su cui la Chiesa mantiene da decenni una posizione attendista. Questo libro rappresenta molto più di un punto di vista scettico sulle origini, la storia e l’attualità del fenomeno. L’autore, pagina dopo pagina, facendo ricorso a un rigoroso ed esemplare metodo critico e a un’analisi meticolosa di tutta la documentazione esistente, opera una sistematica «decostruzione» della vicenda, portando alla luce, con pacatezza, chiarezza e oggettività, la realtà che si nasconde dietro ai racconti dei sei veggenti. Una lettura per tutti quelli che vogliono conoscere, valutare e capire. -
In difesa della carne
In un momento in cui il settore zootecnico sembra la causa di tutti i mali del pianeta e la produzione di carne e salumi viene sempre più stigmatizzata, disporre di una corretta informazione è più che mai essenziale. Dopo l'overdose di trasmissioni televisive che, sull'onda emotiva di un sensazionalismo veg-animalista ormai fuori controllo, hanno attaccato uno degli ambiti più importanti e rappresentativi del Made in Italy, c'è chi ha sentito l'esigenza di prendere posizione raccontando, da dentro, come stanno veramente le cose. In questo libro Andrea Bertaglio presenta il punto di vista degli allevatori, dei produttori e di chi segue una dieta onnivora, dando voce a chi non ha generalmente modo di dire la sua, né sulla stampa né all'interno dei salotti televisivi. L'obiettivo è quello di ribaltare stereotipi e luoghi comuni e di dimostrare che il mondo dell'allevamento, nonostante i problemi e le storture da correggere, non è affatto così eco-insostenibile come lo si vorrebbe dipingere. -
Il mito dell'eterno ritorno. Archetipi e ripetizioni
Il mito dell’eterno ritorno è il frutto di uno studio che Mircea Eliade aveva compiuto sull’uomo delle società arcaiche, o «tradizionali», sia quelle che vengono comunemente definite «primitive», sia quelle che espressero le antiche culture dell’Asia, dell’Europa e dell’America. Concentrandosi sulla concezione che l’uomo aveva di sé stesso e del posto che occupava nel cosmo, ne mostra la sostanziale differenza rispetto a quella moderna, fortemente influenzata dal giudeo-cristianesimo. Nelle società arcaiche l’uomo era solidale con il cosmo e i suoi ritmi e aveva una concezione circolare del tempo. Attraverso il mito dell’eterno ritorno e le cerimonie e i riti che ripetono e riattualizzano gli avvenimenti dell’inizio del tempo, le civiltà tradizionali rigeneravano simbolicamente il cosmo e la società. Con questo saggio, che considerava «come il più significativo» dei suoi libri, raccomandando di leggerlo prima di tutti gli altri, il grande storico delle religioni propone quella che riteneva un’introduzione a una filosofia della storia. Dopo aver illustrato il modo in cui l’uomo tradizionale riusciva a «sopportare» la storia, Eliade affronta il problema degli storicismi attuali e fornisce all’uomo una guida rispetto a una questione che considera essenziale, l’individuazione di ciò che «permette anche all’uomo moderno di sopportare la pressione sempre più potente della storia contemporanea». -
Colori d'autunno
Che Thoreau riconoscesse nella Natura la dispensatrice di ogni bene e il vero e imprescindibile contesto di riferimento per l'esistenza umana, è noto soprattutto attraverso Walden (1854). Ma in quella, che è la sua opera più nota, come anche in Caminare e in Mirtilli o L'importanza delle piccole cose, il rapporto con l'ambiente naturale è importante per la vita dell'uomo in generale. A emergere invece in questo breve saggio dedicato ai colori autunnali apparso per la prima volta sull'«Atlantic Monthly» nell'ottobre 1862 - è la sua ricaduta puramente estetica. La Natura ogni anno mette a disposizione un raccolto immenso che non si riduce affatto a quello che mangiamo. C'è «un'altra sagra dei frutti, e su scala infinitamente più grande» che nutre in modo specifico il nostro gusto per il bello. Di questo tesoro perlopiù ignorato fanno parte i colori di cui si rivestono le campagne del New England dalla tarda estate in poi, nei mille toni di verde, giallo, rosso e viola di erbe, cespugli e alberi. Sono questi che entrano nell'erbario puramente descrittivo di Thoreau, nell'ordine in cui si offrono alla vista a partire dalla fine di agosto. Un vero splendore di cui quasi non ci accorgiamo, interessati soltanto a quanto risulta concretamente utile, mentre ogni pianta, anche la malerba, ha la sua ragion d'essere nella capacità «di conferire forma visibile a qualche nostro pensiero o emozione». La Natura mantiene infatti utilità e bellezza ben distinte, ma organicamente assortite, per rispondere a tutte le esigenze umane. Basta solo alzare lo sguardo per accorgersene. E capire di essere già in paradiso. -
Il clown e la coscienza. Homo stupidens
L'immagine del clown è sempre stata legata al mondo del circo e dunque confinata nella sfera dell'animazione e dell'intrattenimento. Negli ultimi decenni, tuttavia, questa figura è radicalmente cambiata grazie a un grande maestro, Pierre Byland, che l'ha portata in teatro e ne ha fatto l'elemento centrale del proprio lavoro creativo. Gerardo Mele, allievo e collaboratore di Byland, ci parla qui del nuovo clown e del percorso di trasformazione interiore richiesto a tutti coloro che si dedicano a questa forma d'arte. Perché essere clown significa tornare alle origini e recuperare la capacità di stupirsi di fronte alla realtà, ritrovando dentro di sé gli aspetti ridicoli e naïf senza preoccuparsi per la propria reputazione. Significa, in altre parole, riappropriarsi dello sguardo di un bambino che scopre il mondo. Il vero desiderio del nuovo clown è semplicemente essere, ritornare al punto zero, cioè all'Homo stupidens, che non si preoccupa né del passato né del futuro, ma vive esclusivamente nel presente. Soltanto così si apre lo spazio vuoto della creazione, dove la mente è capace di grande amore ed è veramente libera. Questo libro, arricchito da una prefazione di Pierre Byland e Mareike Schnitker e da un'intervista di Grazia Roncaglia a Pierre Byland, è un piccolo viaggio all'interno del mondo del clown teatrale sul filo di una ricerca non solo artistica, ma anche interiore, umana e spirituale. -
Il mio paese
Scritto intorno al 1880, ma pubblicato postumo nel 1972, Il mio paese narra l'infanzia di Alessandro (Sandrino) in un piccolo paese della montagna pistoiese, Castello di Cireglio. Immaginato e composto da Policarpo Petrocchi dopo il suo trasferimento a Milano, è un romanzo generato dalla distanza - geografica, ma soprattutto sociale, politica e umana - tra il mondo nel quale lo scrittore è nato e cresciuto (regno dell'oralità, degli affetti autentici, di una esistenza sana e misera) e il capoluogo lombardo. Dolce e affettuoso omaggio a una terra e a un'età della vita ormai passata, a tratti malinconico ma anche ironico, caratterizzato da dialoghi coinvolgenti e da pagine descrittive di delicata poesia, Il mio paese è al tempo stesso una storia autobiografica, il racconto corale della vita di una comunità di montagna alla metà dell'800 e un romanzo di formazione. Con la descrizione delle piccole strade del borgo, delle botteghe, dei lavori nei campi e nei castagneti, delle serate trascorse nei metati, dei giochi infantili fatti nelle piazzette e nei boschi, è del resto anche la guida ideale per visitare oggi Castello di Cireglio (dove è stato istituito il Parco letterario Policarpo Petrocchi), recuperando la memoria e le tradizioni di un tempo e rintracciando con facilità case, luoghi e panorami rimasti immutati.