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L' osservazione partecipante. Una guida pratica
Usata nell'ambito di diverse discipline, l'osservazione partecipante trova nell'antropologia e nella sociologia la propria sfera d'applicazione privilegiata. È una tecnica che richiede a chi la adopera di passare un periodo di tempo prolungato a contatto con il fenomeno prescelto, mettendo così sempre in gioco la soggettività del ricercatore. Nel rispondere alla domanda «come si conduce una ricerca sul campo?», il volume illustra con chiarezza il metodo dell'osservazione partecipante: caratteristiche, competenze, ma anche dilemmi e problemi aperti. La nuova edizione si apre alle importanti novità metodologiche introdotte dall'etnografia visuale e digitale, e si arricchisce di una quantità di riferimenti nuovi, in relazione soprattutto a tematiche spaziali e territoriali. -
Voci della democrazia. Il futuro del dibattito pubblico
Siamo entrati in una nuova era del dibattito pubblico caratterizzata da una crescente «disintermediazione» della politica, una proliferazione delle opportunità comunicative e una distribuzione del potere e della visibilità supportate anche dalla diffusione di internet. Il dibattito pubblico è quindi sempre più frutto di una sorta di collage nel quale confluiscono voci e posizioni autorevoli e ufficiali, voci dell'opposizione, voci minoritarie che chiedono rappresentanza, voci di cittadini scoraggiati o indispettiti, voci di troll di professione che cercano di aumentare il volume del rumore. È in questo scenario che vediamo emergere fenomeni come l'inciviltà, la disinformazione e la polarizzazione che sembrano rendere il clima sociale e politico più tossico. Gli autori mostrano, però, come si tratti di «sintomi» della trasformazione del dibattito pubblico e non di «cause» che ne determinano il deterioramento e come il dibattito pubblico sia ancora vivo e abbia un futuro, seppure con tratti profondamente diversi da quelli del passato. -
Avvocati e procuratori nella Toscana d'Antico Regime. Le professioni forensi dalla tutela alla disciplina di polizia
Il volume ripercorre la storia delle professioni forensi e del loro governo nel Granducato di Toscana fino all’annessione all’Impero francese, con particolare attenzione al cruciale passaggio settecentesco, mettendo in luce le difficoltà di categorizzazione delle varie classi di difensori, lo svuotamento delle norme e delle strutture corporative e l’estrema frammentazione del regime giuridico del patrocinio giudiziario in un tipico ordinamento d’Antico Regime. Nel Settecento maturo, con l’intensificarsi del dibattito sulla riforma della giustizia, emerge l’intento di instaurare una vigilanza sempre più pervasiva sulla condotta di avvocati e procuratori, considerati una delle cause del malfunzionamento del sistema giudiziario. Pietro Leopoldo, in particolare, cerca di stabilire una disciplina uniforme centrata sull’imposizione di requisiti formativi e sull’attivazione di filtri all’accesso al mondo forense. Malgrado ciò, finisce per prevalere un modello eclettico di giurista, che supera gli antichi steccati fra avvocati, procuratori e notai e favorisce un’osmosi tra professione forense e magistratura. -
Italia 2021. Idee, visioni, incontri per ridisegnare il futuro
Nella primavera 2020 ci siamo dovuti arrendere al Covid. Abbiamo affrontato il lockdown, la didattica a distanza e il telelavoro, la sospensione delle attività ricreative e delle abitudini quotidiane. E abbiamo visto in faccia il rischio di una nuova, pesante crisi economica. In questo contesto destabilizzante politici, imprenditori, accademici hanno formulato teorie e prospettato scenari per uscire dalla catastrofe. PwC Italia ha deciso di farli dialogare, per favorire sinergie utili a sviluppare idee forti, innovative e vincenti per fare ripartire il Paese. Da maggio a dicembre 2020 il talk show Italia 2021 ha invitato oltre 80 ospiti tra cui ministri, parlamentari ed europarlamentari, giornalisti, amministratori delegati, manager, presidenti di associazioni, sindacati, ad affrontare temi rilevanti per la ripartenza post pandemia. Il volume raccoglie questo importante contributo raccontando gli incontri e contestualizzando la situazione che l'Italia stava attraversando. Nel frattempo è trascorso un anno e abbiamo capito che uscire dalla pandemia non sarà facile come riaccendere la luce. Bisognerà mettere in campo le menti migliori e le migliori energie per cogliere tutte le opportunità di rilancio che si presenteranno. E servirà una visione forte, innovativa e condivisa. -
L' azione volontaria. Dono, fraternità, bellezza sociale
Nella seconda metà del Novecento un'originale riflessione sui rapporti tra solidarietà e democrazia, azione volontaria e fraternità per la costruzione di nuove forme sociali ha contribuito a proporre soluzioni umane, inclusive, solidali. A volte ha privilegiato le pratiche conflittuali immaginando l'innovazione come decostruzione e abbattimento dell'esistente. Altre volte si è invece affermata con pratiche pacifiche, testimoniando la fattibilità di proposte minoritarie e ricche di potenzialità. Il volume ripercorre questa ricerca in un doppio dialogo: con i pionieri di questa corrente di pensiero e con quanti oggi esprimono in modi originali l'azione volontaria, mettendo a disposizione un'energia sociale che può e deve essere utilizzata meglio. La Carta dei valori dell'azione volontaria, qui presentata, ha lo scopo di valorizzare le potenzialità disponibili, prefigurando percorsi praticabili di innovazione sociale, sostenibile e ricca di opportunità per le giovani generazioni. -
La Repubblica di Weimar: democrazia e modernità
A causa del suo esito tragico, la storia della Repubblica di Weimar è stata spesso ricostruita all'ombra del suo fallimento. Il volume offre uno spaccato della riflessione storiografica critica sulla parabola weimariana e ne illustra le molte sfaccettature. I saggi qui raccolti danno conto di un complessivo mutamento di prospettiva che ha portato la ricerca storica a prendere le distanze dalle narrazioni teleologiche e a riconsiderare le ragioni della crisi della prima repubblica tedesca: la cesura della guerra mondiale, le fratture sociali prodotte dal capitalismo, le culture politiche, le implicazioni della globalizzazione e i condizionamenti del contesto europeo e internazionale. Vengono analizzate le dinamiche fondamentali della vicenda storica di Weimar ed esplorate prospettive analitiche che permettono di gettare nuova luce sui complessi nessi di relazione tra l'esperimento weimariano e la storia della democrazia e della modernità europea. -
Donne medievali. Sole, indomite, avventurose
Illuminate dalla finezza decifratoria di Chiara Frugoni, oltre che da un bellissimo corredo di immagini, incontriamo alcune personalità eccezionali, capaci di rompere le barriere di un destino rigidamente segnato: monache e regine, scrittrici geniali e personaggi leggendari, figure potenti e donne comuni ma talentuose.«Ma d'ongni chosa mi darei pace, pure che fosi chognosciuto la metà di quello ch'io fo» – Margherita Datini, lettera del 28 agosto 1398Nella società medievale, guerriera e violenta, la presenza femminile rimane in ombra: le donne, per lo più analfabete e sottomesse, offese e abusate, a volte addirittura considerate specie a parte rispetto agli uomini, come gli animali, non hanno voce. A meno di non essere obbligate al monastero, dove possono vivere in modo più dignitoso, imparando a leggere e scrivere. Da dove viene tanta misoginia? Una volta affermatosi il celibato dei preti con Gregorio VII, ogni donna è una Eva tentatrice, non compagna dell'uomo ma incarnazione del peccato da cui fuggire. Eppure, da questa folla negletta emergono alcune personalità eccezionali, capaci di rompere le barriere di un destino rigidamente segnato. Illuminate dalla finezza decifratoria di Chiara Frugoni, oltre che da un bellissimo corredo di immagini, incontriamole: sono monache e regine come Radegonda di Poitiers, scrittrici geniali come Christine de Pizan, personaggi leggendari come la papessa Giovanna, figure potenti come Matilde di Canossa, donne comuni ma talentuose come Margherita Datini. Tutte hanno scontato con la solitudine il coraggio e la determinazione con cui hanno ricercato la piena realizzazione di sé. -
Il grande racconto di Roma antica e dei suoi sette re. Ediz. illustrata
Giulio Guidorizzi dischiude, con garbata sapienza, un mondo prodigioso, e ci invita a seguire i primi passi di una civiltà destinata a conquistare l'abbagliante titolo di Caput Mundi.«Infine Enea arrivò a quella terra d'Italia che è chiamata Laurento, dal nome dell'alloro, su cui regnava Latino... Quello era dunque il luogo che il fato indicava per fondare una città» – Origine del popolo romanzo, 10-11Favolosi, intemporali: ogni città ha i suoi miti di fondazione, costellati di profezie e oracoli, il suo parterre di eroi. I Romani, che pure attingono a piene mani dalla mitologia greca – appena cambiando i nomi: Ermes/Mercurio, Atena/Minerva, Herakles/Ercole... –, dispongono di un ampio repertorio di racconti autoctoni, che parlano delle origini del loro popolo. Vi si narra di ninfe dei boschi; del fondatore Enea, straniero e designato; dei gemelli abbandonati Romolo e Remo, della lupa che li allattò; del pastore Faustolo che li raccolse; di un fratricidio, a ricordarci che gli albori scontano sempre un atto barbarico; di una serie di re, Romolo appunto e i restanti sei. Tra mito e storia, accanto agli eroi entrano in scena le donne, con il ratto delle Sabine, la sventurata Tarpea, Egeria che dettò le leggi a Numa, Lucrezia e il suo nobile senso dell'onore, le vestali, Clelia e le giovani romane. Un mondo prodigioso, quello che Giulio Guidorizzi dischiude con garbata sapienza, invitandoci a seguire i primi passi di una civiltà destinata a conquistare l'abbagliante titolo di Caput Mundi. -
Sofocle. Antigone e la sua follia
"Per me, avere questa sorte non è dolore; ma se il figlio di mia madre, morto, avessi lasciato insepolto cadavere, di quello avrei sofferto: di questo invece non soffro. E se sembra che io ora agisca da folle, questa follia la devo, forse, ad un folle. Non sono nata per condividere l'odio, ma l'amore"""". È saggezza o follia quella di Antigone, che seguendo le leggi non scritte degli dei si ribella alle leggi scritte della città e per questo è condannata a una morte atroce? Una tragedia intessuta di angoscia, percorsa da una fortissima tensione emozionale, costellata di snodi terribili e febbrili che oggi può ancora parlare alla coscienza di ciascuno di noi. I temi della solitudine e della morte, della disperazione e del lutto, della violenza e della condanna, della potenza della parola e del silenzio, del dissidio tra la legge e la coscienza, sono anche i drammi brucianti della vita di oggi. Un interprete sensibilissimo della nostra psiche discende negli abissi più remoti dell'interiorità, faccia a faccia con i suoi spettri e le sue ombre, per dare voce ancora una volta alla sofferenza di ogni essere umano." -
L' ultimo Neanderthal racconta. Storie prima della storia
I Neanderthal sono un buon modo per raccontare la scienza delle nostre origini e i suoi formidabili progressi. Ne abbiamo bisogno ancora di più oggi, noi esseri umani dell'Antropocene, con tutte le sfide che dobbiamo affrontare. «Sono seduto su un grande masso di fronte al mare. Alle mie spalle la grotta del Monte Circeo frequentata dai Neanderthal». Con queste parole ha inizio un sogno: un incontro immaginario tra un paleoantropologo e l'ultimo dei Neanderthal. I due condividono le competenze di oggi e le esperienze vissute nel tempo profondo. Dialogano così sull'origine, sulle caratteristiche e sui comportamenti dei Neanderthal, come pure sul loro destino. Ne deriva l'affascinante narrazione di una specie simile alla nostra, ma anche profondamente diversa da noi, con la quale ci siamo confrontati dopo centinaia di millenni di separazione evolutiva. Non solo, però: la vicinanza genetica ha reso possibili incroci che hanno lasciato tracce durature in tutti noi. I Neanderthal sono ancora qui. -
Storie di fuoco. Patrioti, militanti, terroristi
Per la politica uomini e donne hanno abbandonato affetti e interessi, si sono gettati nella mischia, hanno dato la vita: nelle lotte per l'indipendenza nazionale, nelle guerre, nelle rivoluzioni e controrivoluzioni.«Questo mettere continuamente in gioco la propria vita ha di per sé un grande fascino» – Ernst Jünger«Le granate ci sorvolano fischiando. Sono di buon umore, quasi inebriato dal rombo dei cannoni» – Ludwig WittgensteinPer oltre due secoli la politica è stata una passione che ha indirizzato le scelte di vita delle persone. Un fuoco dentro. Per la politica uomini e donne hanno abbandonato affetti e interessi, si sono gettati nella mischia, hanno dato la vita: nelle lotte per l'indipendenza nazionale, nelle guerre, nelle rivoluzioni e controrivoluzioni. Paolo Macry racconta con partecipazione le storie di questi volontari, dal filoellenico Santorre di Santarosa ai mazziniani di Belfiore, dai giovani accorsi nel carnaio del '14-18, Jünger, Stuparich, Wittgenstein, Gadda, alle gesta di Orwell e Koestler nella guerra di Spagna, dalla resistenza di Marc Bloch, della Rosa Bianca, di Ada Gobetti ai repubblichini Vivarelli e Mazzantini. Fino agli anni di piombo di Moretti, Mambro, Fioravanti. Ragioni pubbliche e inquietudini esistenziali, furori ideologici e narcisismi, senso d'onnipotenza e d'impotenza s'intrecciano nella loro scelta, spesso fatale, di andare fino in fondo con le armi in pugno. -
Paisà, sciuscià e segnorine. Il Sud e Roma dallo sbarco in Sicilia al 25 aprile
«Tutti correvano incontro alla speranza della fame finita, della paura finita, della guerra finita, incontro alla miserabile e meravigliosa speranza della guerra perduta. Tutti fuggivano l'Italia, andavano incontro all'Italia» - Curzio Malaparte. È stato chiamato «l'altro dopoguerra» il periodo vissuto dall'Italia meridionale e Roma tra il luglio del 1943, quando gli alleati sbarcano in Sicilia, e il maggio del 1945, quando la guerra finisce. Un lungo periodo, segnato dal procedere lento della linea del fronte verso nord, con combattimenti accaniti, violenze, atti di resistenza. Ma anche un vitale, caotico, difficile ritorno alla pace e alla libertà. La presenza ingombrante degli alleati, il ritorno dei partiti, delle radio, della stampa libera, la voglia di normalità e di divertimento, e poi la fame, la prostituzione, il banditismo, le marocchinate, la criminalità. Attingendo a lettere, diari, corrispondenza censurata, relazioni delle autorità italiane e alleate, giornali, canzoni, film, il libro compone un racconto corale, colorato, curioso e in tanti dettagli inedito di quell'Italia che per prima si affacciava al dopoguerra. -
Una pianta non è un'isola. Alla scoperta di un mondo invisibile
Passeggiare in un orto, in un prato fiorito, lungo un fiume, e saper percepire la vita nelle reti nascoste della comunità vegetale...«Nessun uomo è un’isola, completo in se stesso; ogni uomo è un pezzo del continente, una parte del tutto», scriveva il poeta John Donne. La stessa identica frase è vera anche se alla parola uomo sostituiamo pianta. Da quando hanno colonizzato la terra infatti, circa 470 milioni di anni fa, le piante hanno svolto funzioni che sono alla base della vita sul nostro pianeta, e non lo hanno fatto da sole: ci sono riuscite grazie a una rete di interazioni stabilite non solo con le loro simili, ma anche con invisibili comunità microbiche composte da milioni di organismi che abitano il suolo e le radici. Relazioni tanto nascoste quanto preziose sia per la salute dell’uomo sia per quella dell’ambiente, ora in pericolo a causa prima di tutto del cambiamento climatico. Le scopriremo attraverso sette passeggiate ideali, tanto che non sarà più possibile tornare in un bosco senza immergersi anche nelle sue radici. -
Il mercato delle verità. Come la disinformazione minaccia la democrazia
Perché la «questione della verità» è tornata così prepotentemente proprio nell'epoca della massima disponibilità delle informazioni? E perché servono nuove regole sul rapporto tra disinformazione e democrazia o, se si vuole, tra libertà e verità? Il dramma della pandemia e le elezioni americane del 2020 ci hanno consegnato il trionfo della disinformazione. Notizie false, distorte, emozionali si presentano a noi in modo sempre più credibile. Non siamo dunque immersi in un libero e aperto «mercato delle idee», dove la concorrenza tra le informazioni genera nuove possibilità di conoscenza e di scelta, ma precipitiamo in un paradossale «mercato delle verità», dove compriamo e vendiamo fatti verosimili, spinti da una manipolazione fondata sulle nostre preferenze. Questo libro ci propone un'analisi provocatoria e pungente, da cui emerge con urgenza il bisogno di nuove regole per riconciliare libertà d'espressione e buon funzionamento della democrazia. -
Né intelligente né artificiale. Il lato oscuro dell'IA
Chiunque acquisti su Amazon, interroghi Alexa, ricorra a Siri, condivida sul cloud, navighi su Google, interagisce con l’IA: non un raffinato software immateriale bensì una megamachine che saccheggia risorse naturali, lavoro umano, privacy e compromette l’eguaglianza e la libertà.La immaginiamo come qualcosa di astratto, un asettico amalgama di algoritmi, hardware, dati mentre essa implica una materialità, per lo più ancora opaca, che richiede gigantesche infrastrutture produttive: dai cavi sottomarini che congiungono i continenti ai dispositivi personali e loro componenti, dalla trasmissione di segnali che passano nell’aria all’approvvigionamento di dati estratti da ogni piattaforma e dispositivo che utilizziamo ogni giorno. Per renderla tangibile questo libro ci accompagna in un viaggio attraverso siti minerari, fabbriche, centri logistici e data center necessari a farla «funzionare», mostrando quanto essa comporti lo sfruttamento di enormi quantità di risorse naturali e di lavoro umano e come essa influenzi la vita di miliardi di persone spesso al di fuori di una regolamentazione e di un controllo democratico. La sua fattibilità e sostenibilità dipendono quindi dai limiti che sapremo porre al suo potere. -
Il «Corriere della Sera». Biografia di un quotidiano
Frutto di minuziose ricerche d'archivio, questo libro racconta quasi centocinquant'anni di vita di un quotidiano divenuto presto il più influente della penisola.«Giammai l'annunzio d'un giornale suscitò tanti e sì furibondi attacchi. Si capiva che stava per aprirsi una bocca che non sarebbe stata facile chiudere» – Eugenio Torelli ViollierIl 5 maggio 1876 usciva a Milano il primo numero del «Corriere della Sera», fondato e diretto da un intraprendente napoletano, Eugenio Torelli Viollier. Frutto di minuziose ricerche d'archivio, questo libro racconta quasi centocinquant'anni di vita di un quotidiano divenuto presto il più influente della penisola. I direttori, gli amministratori, le grandi firme e gli scrittori che vi hanno collaborato, ma anche Milano, la sua borghesia e le dinastie imprenditoriali succedutesi alla proprietà. Nel palazzo di via Solferino, trasfigurato da Buzzati nella Fortezza Bastiani del Deserto dei Tartari, s'è riflessa l'intera storia d'Italia. E la storia di questo giornale – dalle pressioni politiche agli arrembaggi finanziari, dalle lotte intestine ai certami sindacali, dal frastuono delle rotative al ticchettio delle macchine da scrivere – rivive in queste pagine, assieme all'orgoglio di un mestiere ancora indispensabile. -
L' architettura italiana nel Duecento
Il Duecento è stato forse il secolo di maggiore sperimentazione nella storia dell’architettura medievale italiana. Il suo racconto è avventuroso, perché include edifici straordinari come la basilica di Assisi, il battistero di Parma, i castelli di Federico II nel Mezzogiorno, i palazzi pubblici delle città, le grandi cattedrali di Siena, di Firenze e di Orvieto. Politicamente instabile e frammentata, dal punto di vista artistico l’Italia è un mosaico che racchiude tessere multiformi: sperimentazioni, ibridazioni, flussi di committenze. Nel Duecento, fanno la loro comparsa fenomeni che trovano proprio in Italia la loro origine, come l’architettura degli ordini mendicanti e la promozione pubblica dei palazzi comunali. Con Federico II e la committenza dei papi l’arte diventa manifestazione di autorità contrapposte che utilizzano gli edifici come un veicolo di propaganda e di affermazione. L’architettura si fa strumento potente nelle mani di chi detiene il potere. -
Grammatica del costituzionalismo
Costituzione, sovranità, democrazia, stato di diritto. Quante e quali sono le parole del costituzionalismo moderno? Scritta a più mani da costituzionalisti e filosofi del diritto, questa «grammatica» non si concentra su un ordinamento giuridico in particolare, ma enuclea le idee fondamentali che hanno attraversato la dottrina dello stato costituzionale in Europa. Leggendo il costituzionalismo attraverso l'evoluzione delle sue parole, il libro ricostruisce le radici storico-culturali della nostra Carta e le prospettive future, invitando a partecipare al dibattito tutt'oggi in corso su come distribuire il potere in una società di cittadini considerati eguali. -
Storia essenziale dell'Italia repubblicana
L'Italia repubblicana, nata con la fine della guerra e il referendum del 2 giugno 1946, ha ormai compiuto 75 anni; sulla sua storia, nel tempo, sono state scritte moltissime pagine e il patrimonio di conoscenza continua ad accrescersi. Questa nuova sintesi vuole essere «essenziale» perché proprio nella sua brevità intende fornire gli elementi di base per seguire con facilità la linea di sviluppo della nostra storia recente, connettendo la storia politica a quella economica, sociale e culturale, e collocando ove opportuno le vicende interne in una dimensione internazionale che ne riconosca cause e influenze globali. In questa ricostruzione, tra crisi e ripartenze, scopriremo un paese meno anomalo di quanto a volte si dica. -
Nuova grammatica dell'italiano adulto
Una grammatica amichevole ed essenziale del nuovo italiano, rivolta a chi è cresciuto o cresce in esso, lingua materna o della nuova patria, e sente l'esigenza e il gusto di una conoscenza ragionata e adulta, non scolastica o mnemonica, del suo funzionamento, delle norme che si rispettano (spesso senza saperlo) e degli errori che si commettono (sempre senza volerlo). Le regole sono qui spiegate a partire dalle infrazioni più comuni (di pronuncia, grafia, morfologia, sintassi), illustrando le prospettive future delle une e le cause remote delle altre. Questa nuova edizione, ampliata e aggiornata, affronta anche le questioni linguistiche di più controversa attualità, come quelle relative alla marcatura di genere, con le sue ricadute ortografiche, fonetiche (asterisco? scevà?) e morfologiche (i femminili dei nomi di professione: sindaca, assessora), o ai cambiamenti in corso nell'uso di certi verbi (intransitivi che si usano con costrutto transitivo come il famigerato uscire il cane).