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Il decimo libro dei ritratti di santi
Un lavoro fatto che ricostruisce la materia delle vite dei Santi in maniera che il racconto sia intriso di teologia e la ricerca storica illumini non soltanto le vicende del passato, ma anche i problemi e le speranze del nostro presente. In questo decimo volume di ""Ritratti"""", troviamo una rapida incursione nel lontano Medioevo (motivata dal desiderio di far conoscere ai più giovani sant'Alberto Magno, il Santo Dottore di Colonia, patrono dell'ultima Giornata Mondiale della Gioventù). Tutti gli altri santi appartengono invece agli ultimi due secoli della nostra storia. Un particolare risalto hanno i ritratti di Paolo VI e Giovanni Paolo II, che hanno ostinatamente insegnato e vissuto l'insegnamento conciliare della """"chiamata universale alla santità"""". Ed è stata volutamente inserita anche una recentissima vicenda di martirio (quello di Annalena Tonelli), che la Chiesa non ha ancora proclamato santa, ma che già è ricordata nel """"martirologio della Chiesa contemporanea"""". Un profilo di Maria Santissima corona questo decimo volume, ma si colloca idealmente al vertice dei cento ritratti che l'autore ha delineato in un ventennio di appassionante lavoro."" -
I sacramenti. O i gesti mirabili del crocifisso glorioso
Una piccola ""somma"""" sui sacramenti cristiani, che altro non sono se non i gesti mirabili del Crocifisso glorioso. E, infatti, i sacramenti trovano la loro genesi in Gesù Cristo, che ne è l'autore, non solo perché li ha istituiti, ma perché, insieme con il suo Spirito, è sempre presente a dare sostanza e valore ai gesti sacramentali della Chiesa, che nasce dai sacramenti e offre a essi lo spazio della sua fede e del suo ministero. Fuori dai misteri di Cristo, e specialmente dalla sua Passione, e fuori dalla storia della salvezza, che in Cristo si è compiuta, i sacramenti non potrebbero avere né consistenza né possibilità di essere compresi. A cominciare dal sacramento principale che è l'Eucaristia. Anzi, essi si collocano nel disegno divino cristocentrico, dove si trovano eternamente progettati. Essi, poi, riescono se ne viene ottenuta la """"realtà"""" o il fine: quello di introdurre esistenzialmente nella comunione con Gesù Cristo mediante la carità. D'altra parte, a motivo della signoria di Cristo, che non è vincolato al modo sacramentale, questo fine può anche essere raggiunto col """"desiderio"""", quello che anima ogni sincero atto di culto, il cui valore non può andare perduto proprio in virtù della grazia di Gesù, Salvatore universale, che segretamente ed efficacemente opera in ogni tempo e in ogni cuore e gesto sincero. Questi alcuni dei contenuti dell'opuscolo, che si distingue per la sua densità e forse per qualche novità di prospettiva."" -
La carità è sempre possibile. Alla scuola di Vincenzo de' Paoli, ieri e oggi
Un incontro con Vincenzo de' Paoli che disorienta perché, pur descrivendo un'epoca da noi distante, il Seicento, interviene con straordinaria pertinenza nelle istanze esistenziali, nelle contraddizioni sociali e nelle opacità dell'annuncio cristiano sperimentate dall'uomo d'oggi. Di fronte a questo ""santo della carità"""", a quest'uomo di preghiera che ha consumato, e invitato a consumare, la vita per i bisognosi, il testo di Giovanni Burdese non tratteggia un semplice, seppur edificante, quadro agiografico, ma fornisce una sintesi culturale e spirituale di carattere storico, teologico ed ecclesiale. Il guascone Vincenzo de' Paoli ne emerge come straordinario esempio di antropologia religiosa cristiana che ha segnato i secoli successivi del cristianesimo, interpellandoci ancor più nell'oggi. La prima parte del saggio propone un breve quadro storico, con riferimento alle grandi correnti spirituali dell'epoca, facendo vedere come san Vincenzo vi sia inserito, pur sviluppando una cristologia e una spiritualità tutta sua. La seconda tratta di tre principi tipici della spiritualità vincenziana, vale a dire: la religione verso il Padre; l'amore verso l'uomo; l'unione tra amore affettivo ed effettivo. La terza traduce storicamente i suddetti principi in due applicazioni: l'amore alla verità e la valorizzazione del genio femminile. Infine, nella quarta parte vengono esposte alcune considerazioni per l'oggi."" -
La Chiesa e la Cina
Quel che san Francesco Saverio, morendo nel 1552 al largo del continente cinese, aveva tanto desiderato, annunciare il Vangelo di Cristo all'Impero del Centro, fu possibile per i suoi confratelli gesuiti che inaugurarono, o quasi, un lungo periodo di reciproco fascino, ma anche di malintesi, tra il cristianesimo e la Cina. Étienne Ducornet, storico e teologo, profondo conoscitore della lingua cinese e della vita cristiana in Cina, conduce la sua ricerca fino ai nostri giorni, interrogandosi sui rapporti tra due mondi di pensiero. Individua tre sfide che la Chiesa cinese deve oggi raccogliere: l'inculturazione, la comunione e la modernità. Il suo libro, che sa far luce senza semplificare, rispettando le zone d'ombra e gli aspetti complessi, informa e, ponendo domande vere, fa riflettere sull'immensa posta dell'incontro di due destini. -
Letteratura e cristianesimo nel primo Novecento
Pur apparsi da decenni nel volume intitolato ""Aspetti religiosi della letteratura contemporanea"""", i saggi di Giovanni Colombo qui ripubblicati conservano tutta la suggestione dello spirito e dell'intenzione che li ha dettati. Sulla scia di Giulio Salvadori, l'autore mira a cogliere l'anima degli autori. Oltre l'interesse immediatamente storico e filosofico delle loro opere, egli si sofferma a ritrovare e a interpretare gli ideali e le ansie interiori ed esistenziali, che suscitano e muovono le loro opere. Così egli incontra Ibsen, con la sua """"angoscia dell'impossibile autonomia""""; Pirandello, con il suo """"dramma della relatività""""; Chesterton, con l'avventura della sua lucente e liberante ortodossia; Claudel, con la potente e sofferta evocazione della """"lotta tra la Grazia e la natura"""" e con la celebrazione nell'arte del """"mistero della Chiesa""""; e infine Papini e Mauriac, il primo che """"dall'inquietudine intellettuale riconduce l'uomo moderno a Cristo, infinita Certezza"""", il secondo che """"dall'inquietudine del cuore e dei sensi riconduce l'uomo moderno a Cristo, infinito Amore"""". Qualcuno ha parlato di """"cristocentrismo estetico"""" di Giovanni Colombo: infatti, egli era persuaso che poeti e scrittori si potessero intimamente intendere come testimoni o della felice presenza, o della drammatica assenza, o dell'inquieto e inconsapevole desiderio di Gesù Cristo, come senso e soluzione dell'esistenza."" -
Il cristianesimo orientale e noi. La cultura ortodossa in Italia dopo il 1945
Quali sono le caratteristiche teologiche, spirituali, liturgiche e artistiche del cristianesimo d'Oriente? In che cosa il cristianesimo orientale si differenzia da quello occidentale e latino-germanico? In quali contesti storici e religiosi sono nate e si sono sviluppate le numerose Chiese sparse nell'area geografica che dall'Egitto e dall'Etiopia, passando per l'area mediorientale, dopo aver attraversato l'ampio mosaico dei popoli slavi, giunge alla lontana Armenia, alla Georgia e all'India? Il breve studio intende ricostruire le tappe e le modalità dell'incontro tra la cultura storico-religiosa e teologica italiana e il cristianesimo orientale di matrice bizantino-slava, con particolare riferimento alle Chiese ortodosse russa, greca e romena. -
Le mie radici sono in cielo
Padre Ceyrac da quasi settant'anni aiuta i più poveri dell'India, dove, come Madre Teresa, è considerato una leggenda. In questo paese egli rende la dignità a coloro che credevano di averla perduta, li aiuta a ridivenire padroni del proprio destino, apre loro un cammino di libertà e di felicità. Non dice mai ""no"""" a un bambino in difficoltà e si dedica senza risparmio a più di 40.000 orfani. A oltre novant'anni padre Ceyrac è lungi dall'aver terminato la sua lotta e dichiara che vuole """"fare gli straordinari per imparare ad amare"""". In questo libro egli rende omaggio a coloro che ha incrociato sulla sua strada, affida la speranza che ha in sé al crepuscolo della vita e insegna a non disperare mai dell'essere umano. Il testamento di un uomo di fede che ha trascorso tutta la vita ad aiutare gli altri, senza fare rumore."" -
Bernardo e Tommaso. «Duplice vertice sublime di unica fiamma»
A prima vista può sembrare strano associare e proporre in un unico volumetto i profili di Bernardo di Clairvaux e di Tommaso d'Aquino, icona del monaco, il primo, al quale convengono il chiostro e la contemplazione, e modello del maestro di scuola, il secondo, al quale si addicono l'università e le questioni. E, infatti, dalle pagine rapide ma nitide e incisive che Inos Biffi dedica loro, le due figure risaltano nella loro precisa e distinta identità, ognuna con la genialità propria inconfondibile. Due ""capolavori"""" di umanità e di Chiesa, eloquenti testimoni, l'uno e l'altro, della sorprendente e multiforme ricchezza del """"mirabile medioevo"""". D'altronde, riconosciuta la diversità tra l'abate di Clairvaux e il docente di Parigi, a una lettura più penetrante non risalta meno la loro intima sintonia e convergenza. Le loro """"teologie"""" divergono e, pure, tutte e due - quella monastica di Bernardo e quella scolastica di Tommaso - nascono dalla stessa passione per """"il mistero""""."" -
Saggi teologici. Vol. 5: Homo creatus est.
"Homo creatus est"""" è l'ultimo e più recente dei 5 volumi dei Saggi teologici di Hans Urs von Balthasar. Come suggerisce il titolo, l'opera presenta l'antropologia del grande teologo, la visione dell'uomo quale è stata fatta propria da Giovanni Paolo II e da Benedetto XVI. Non a caso il libro è dedicato al cardinale Joseph Ratzinger. La visione dell'uomo, dunque. Ma non c'è da attendersi cedimento alcuno al pensiero contemporaneo, alla nuova scolastica o alle infinite correnti nate dalla dissoluzione della metafisica. Il punto di partenza di von Balthasar è da una parte il 'desiderium Dei' presente nella creatura di cui parla sant'Agostino, dall'altra la considerazione dell'uomo 'de arriba' (sant'Ignazio). Ne possono nascere due antropologie diverse: l'una ascendente, a partire dall'uomo che cerca il proprio compimento in Dio; l'altra discendente, di Dio che va incontro all'uomo portandolo così a salvezza e compimento. Le due opzioni possono trovare un punto d'incontro nell'amore originario di Dio, il quale crea l'uomo come libero partner dell'alleanza. L'uomo, di conseguenza, realizza se stesso, giunge alla sua pienezza nel momento stesso in cui si apre all'incontro con Dio. Una tematica di grande fecondità è quella legata all'eros, alla differenza sessuale, alla dignità della donna." -
Una santa famiglia. Teresa di Lisieux e i suoi genitori Zelia Guérin e Luigi Martin
"Sono passati 111 anni dalla morte di Teresa di Lisieux, ed è stato un percorso glorioso: la """"piccola Teresa"""" - una giovane carmelitana morta a 24 anni - è statau via via proclamata santa nel 1925 (""""la più grande santa dei tempi moderni"""", disse san Pio X), poi patrona di tutte le missioni cattoliche, poi Dottore della Chiesa (nel 1997). Ed ecco che il 19 ottobre 2008 Teresa raggiunge un altro primato: la Chiesa riconosce ufficialmente anche la santità dei suoi genitori: Zelia Guérin e Luigi Martin. Così i loro tre ritratti diventano l'unico ritratto di una santa famiglia: leggendoli assieme sarà più facile accorgersi che la santità è tutta grazia di Dio, ma è anche un dono che possiamo reciprocamente scambiarci. Questa pubblicazione può ricordare a tutti i cristiani che Gesù, loro maestro e signore, non li chiama soltanto a una santità individuale, ma anche a una """"santità familiare"""", il mondo di oggi ne ha un bisogno struggente"""". (dalla Prefazione dell'autore)" -
Il figlio unigenito e i suoi fratelli. Unicità del Cristo e pluralismo religioso
Nello spirito del Vaticano II, che ha già tracciato un primo tornante attraverso il riconoscimento di ""ciò che è vero e santo"""" nelle altre religioni, questo libro è un invito a un itinerario che consente di pensare l'unicità del Cristo nel contesto di un mondo segnato da una pluralità di tradizioni culturali e religiose. Dopo una presentazione dei dibattiti sull'unicità del Cristo e un tentativo di chiarirli a partire dalla tradizione cristiana, il volume propone una serie di contributi esegetici e teologici per pensare oggi, nel contesto del pluralismo religioso, il mistero dell'""""Unigenito"""" e dei suoi """"fratelli"""". La globalizzazione può condurre, per certi versi, a relativizzare radicalmente ogni pretesa all'assoluto e a colpire quindi il concetto di """"unicità"""", tanto che essa viene spesso concepita dall'Oriente come un concetto """"occidentale"""" che sembra impedire l'espressione di un vero pluralismo. In questa situazione, domande cruciali sono ormai poste al cristianesimo, il quale infatti, per la tradizionale affermazione dell'unica mediazione di Cristo, è talvolta sospettato di assumere un atteggiamento di intolleranza nei confronti delle altre religioni. Eppure la sfida principale di questo libro consiste nel comprendere che l'unicità della mediazione di Cristo non è esclusiva di altre forme di mediazione, cioè di religiosità, sebbene ne costituisca l'origine e il termine."" -
Capire Rancé. La spiritualità dell'abate di La Trappe sullo sfondo del suo tempo
Sia durante la sua vita, sia dopo la morte, Armand Jean Le Bouthillier, abate de Rancé, fu una figura controversa. Da vivo, fu stranamente ammirato da molti, benché avesse, come ha osservato un recente biografo, ""un genio infelice per incorrere in ostilità non necessarie"""". Da morto, continuò a suscitare reazioni estreme - fu amato così come detestato. Un biografo lo soprannominò """"l'abate tempesta""""; altri lo dipinsero in panegirici agiografici. Il presente volume colloca Rancé sullo sfondo colorito e stravagante della Francia del Seicento e corregge le caricature, sia quelle menzognere, sia quelle troppo elogiative, esplorando il mondo che circondava e che formò questo monaco sempre affascinante: i circoli esclusivi dell 'ancien regime in cui il giovane Rancé si mosse; e l'austero ambiente monastico che egli creò a La Trappe. """"Questo non è tanto un libro su Rancé, ma intorno a Rancé"""", scrive l'autore. """"Non mi aspetto che convincerà la gente che non ama Rancé ad amarlo; però può servire a spiegare perché disse e fece quel che disse e fece nella maniera in cui lo disse e lo fece"""". Prefazione di Anna Maria Caneva."" -
Newman, ossia: «I padri mi fecero cattolico». Un profilo
Questo saggio di Inos Biffi non solo ci fa comprendere l'itinerario culturale di Newman, ma a un tempo ci illumina sulla sua santità. Tema fondamentale di questo opuscolo è la relazione tra Newman e i Padri, che - egli afferma - lo hanno fatto cattolico. L'incontro con questi «antichi luminari della Chiesa» appare precoce nella vita di Newman, ma la loro frequentazione, che nasceva da una profonda consonanza intellettuale e affinità spirituale, lo accompagnerà per tutta la vita. Egli affermerà che la lettura dei Padri era per lui fonte di «delizia»; li sentiva, infatti, e li considerava come suoi familiari. Alcuni di essi erano i suoi «vecchi amici del secolo IV», e i loro scritti li considerava come i suoi «archivi di famiglia». Il primo capitolo offre una sintesi di questa ""amicizia"""", partendo dal testamento in cui richiama alcuni di questi Padri, affidando loro la sua anima e il suo corpo. Il secondo capitolo descrive minutamente la sua visita a Milano, la «città di sant'Ambrogio» - come egli la chiama, scrivendo agli amici in Inghilterra -: di quel «maestoso Ambrogio» che fu uno dei «vecchi amici» di quel secolo IV, dove egli ritrovò il modello dell'ortodossia e quindi della Chiesa """"cattolica"""", o la Chiesa vera e """"compiuta"""". L'ultimo capitolo ricorda il cardinalato di Newman e delinea i tratti della sua san¬tità: una santità maturata nel silenzio e nella persuasione che - sono parole sue -, «se siamo pazienti, Dio lavora per noi.»"" -
Dorothy Day. Una biografia
Dorothy Day (1897-1980) è stata per decenni la figura più scomoda del cattolicesimo americano del secolo scorso. Attivista libertaria e giornalista impegnata politicamente, si fa cattolica nel 1927 e fonda nel 1933 con Peter Maurin ""The Catholic Worker"""", il periodico cattolico più importante per il sottoproletariato americano. Il periodico, tuttora pubblicato, è stato il cuore di un vasto movimento, il Catholic Worker Movement. Dorothy resterà per tutta la vita una attivista e una donna d'azione, non cesserà mai di protestare contro l'ingiustizia sociale, contro la guerra e contro il razzismo. Ma due nuove dimensioni con la conversione e la realizzazione del Catholic Worker Movement entreranno nella sua vita.La dimensione della carità nell'impegno con i più diseredati, nel dare alloggio e attività ai sottoproletari, ai lavoratori agricoli stagionali, ai senza fissa dimora, agli emigranti, ecc. La sua è una vita di dedizione e lotta per gli ultimi della terra in una metropoli come New York e in disparati luoghi degli Stati Uniti.La seconda dimensione che cresce nella vita di Dorothy è una dimensione che spesso appare nella storia del cristianesimo in coloro che sono ricordati come """"i santi della carità"""", a partire da un Vincenzo de' Paoli. Si tratta della dimensione mistica. Una quotidianità di relazione con Cristo e il soprannaturale che dà una forza inesauribile al quotidiano impegno con i bisogni umani più elementari e nelle lotte per la giustizia."" -
Preghiera e poesia negli inni di Sant'Ambrogio e di Manzoni
Il mistero cristiano si fa poesia e canto negli inni sacri di sant'Ambrogio e di Alessandro Manzoni. Il volumetto contiene i commenti di Inos Biffi a questi inni. Anzitutto a quelli dell'antico vescovo di Milano, che, con fine intuito pastorale e con autentica ispirazione poetica, insegnò ai suoi fedeli a rendere ""canora"""" la confessione della fede e a proclamarla in versi: sono gli inni ambrosiani di continuo imitati ma non mai superati. I fedeli imparavano l'autentico Credo cantandolo nei momenti principali della giornata e nelle feste dell'anno liturgico. Ma la Chiesa di Milano ha conosciuto un altro poeta dell'anno liturgico: Alessandro Manzoni con i suoi Inni Sacri. Anch'egli, attratto dai misteri della redenzione, li ha convertiti in lirica. E la stessa Chiesa di sant'Ambrogio ne ha riconosciuto il valore, inserendone larghi tratti nella sua stessa liturgia. Come si vede: un santo vescovo e un grande scrittore e testimone della fede, che hanno dotato di un prezioso patrimonio la tradizione della preghiera cristiana. I commenti di Inos Biffi, pur nella loro brevità, iniziano al gusto di questi gioielli di ortodossia e di poesia."" -
Mater ecclesia. Inni di lode alla chiesa tratti dal primo millennio della letteratura cristiana
"Affinché ognuno possa avere Dio per Padre, deve avere innanzitutto la Chiesa per madre"""". Questa espressione di Cipriano non è solo l'esclamazione ammirata ed entusiasta di un singolo dottore della Chiesa, ma è una efficace sintesi di tutta una spiritualità incentrata nel mistero della Chiesa. Dalla gioiosa contemplazione del mistero della Domina Mater Ecclesia nacque nel primo millennio cristiano un genere poetico nuovo, dei canti semplici e spontanei di cui Hugo Rahner ci offre una scelta in questo libro. Vari e molteplici i temi di questa ecclesiologia: la Chiesa è, prima di tutto, """"madre dei viventi"""" in cui si adempie pienamente quanto era stato detto di Eva e quanto, nella nuova creazione, ha avuto inizio in Maria. La Chiesa è, inoltre, """"madre dei dolori"""" perché essa è nelle doglie del parto mentre accompagna i suoi figli nel loro iter intramondano. Madre dei viventi, madre dei dolori, la Chiesa è anche """"regina eterna"""". Essa è regina non solo escatologicamente ma iam nunc, perché il futuro mistero della sua gloria regale è già chiuso nel fondo della sua oscurità terrena. La presentazione di questi inni da parte di Rahner non è certamente dettata da nostalgia o da interesse puramente storico. Essa vuole piuttosto offrire a tutti coloro che nutrono interesse per l'ecclesiologia, in modo particolare teologi e studenti di teologia, una meditazione e una """"rilettura"""" del mistero ecclesiale in funzione della Chiesa dei nostri giorni." -
Lessico Teilhard de Chardin
Questo lavoro risponde a un'esigenza dei lettori degli scritti di Teilhard de Chardin. Le prima difficoltà che essi incontrano nel comprenderli derivano dall'utilizzo di un vocabolario originale, fatto di neologismi interamente inventati dall'autore, o semplicemente di termini tecnici o anche del linguaggio comune che egli riveste di un significato particolare. La seconda parte dell'opera è un dizionario dei nomi di persone che sono o corrispondenti di Teilhard o persone di cui egli parla, per la maggior parte poco conosciute o addirittura sconosciute ai nostri contemporanei. All'autore è parso importante dare tale complemento biografico, poiché la comprensione dell'opera di un pensatore non può prescindere dalla società nella quale è vissuto e dai personaggi che ha incontrato e che l'hanno in qualche modo segnato. L'insieme costituisce uno strumento prezioso - che non ha eguali - per penetrare nell'universo teilhardiano. -
Pustinia: le comunità del deserto oggi
Siamo di fronte a un classico della ""spiritualità cristiana"""" del '900. Catherine de Hueck Doherty è una figura che per l'impegno sociale e la profondità spirituale si accompagna a Madre Teresa, Dorothy Day e Suor Emmanuelle. Ma Catherine ci lascia anche un'opera, Pustinia, che, se è ad un tempo testimonianza e descrizione del suo operato, è divenuta un classico contemporaneo di riferimento per lo spirito di carità e per la dimensione mistica. Nata nel 1896 nella Russia contadina, sposa di un membro della bassa nobiltà, lascia a vent'anni il suo paese. Passa in Europa occidentale e giunge in America dove vive nella povertà, poi, rimasta vedova, si risposa, lavora, diviene ricca, decide di dare tutto ai poveri e fonda, col consenso del marito, una famiglia religiosa. Istituisce Madonna House e le sue succursali di accoglienza per tutti i bisognosi. Non basta; Catherine, cattolica, ha la cultura russa nel sangue: questo mondo della tecnica, delle comunicazioni e delle merci ha bisogno dell'esperienza del deserto, pustinia in russo. Come in Russia ci sono nelle foreste delle pustinia e dei pustinikki che nel silenzio sono disponibili ad accogliere chiunque si rivolga a loro, nell'esperienza di Madonna House nascono le pustinia, i deserti, anche nelle metropoli. Catherine prima realizza una casa di campagna dove si va a sperimentare nel silenzio, nel digiuno e con solo una Bibbia sul tavolo, il rapporto con Cristo, poi crea delle pustinia anche nelle città."" -
Il tempo della grazia. Brevi meditazioni per l'anno liturgico
Queste brevi meditazioni raccolte da Inos Biffi - secondo lo spirito, l'argomento e i testi, specialmente ambrosiani, dell'anno liturgico intendono invitare per qualche attimo al raccoglimento e alla preghiera, e alimentare la comunione all'orazione e al rito più disteso che la Chiesa compie nella sua liturgia. Il formato tascabile del volumetto ne rende agevole l'uso. Il ""breviario"""" parte dall'avvento e percorre l'intero anno sacro o tutta la """"corona della benignità dell'anno di Dio"""". Sarà facile ritrovare il tempo che la Chiesa sta vivendo, per mettersi in sintonia con essa, e incontrare il Signore forse nelle occasioni e nei luoghi più impensabili. Infatti, come ricorda sant'Ambrogio: """"Tu appena incominci a cercarlo, e Cristo ti è già vicino""""."" -
Poeta. Saggio sulla poesia. Antologia poetica. Il sogno di Geronzio
Questo volume delle ""Opere"""" di Newman raccoglie il meglio dell'autore in quanto poeta e in quanto cultura di poesia. Nel costituire questa antologia poetica essenziale non poteva mancare l'opera, ad un tempo poetica e teatrale, che è il """"Sogno di Geronzio"""", una premonizione della vita eterna. Culmine dello sforzo poetico dell'autore, ma anche espressione piena dell'orizzonte filosofico e teologico che Newman, nel fare poesia, non abbandonava ed anzi trasfigurava in un registro espressivo più universale della stessa saggistica.""