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Nella melodia della terra. La poesia di Karol Wojtyla
L'interesse di Karol Wojtyla per la poesia risale alla sua prima giovinezza e mai lo abbandonerà. Egli ha lasciato un'opera letteraria composta da varie raccolte poetiche e cinque drammi. Il presente volume rivela la ricchezza dell'espressione poetica wojtyliana, che comprende ballate epiche, intuizioni liriche, prose poetiche; appassionati canti alla patria polacca, assorte meditazioni religiose, sguardi fulminei e affilati sulla creazione, il lavoro, l'animo umano. Il centro pulsante di questa produzione è la ""devozione alla parola"""" intesa come """"elemento di natura morale""""."" -
Decrescendo cantabile. Piccolo manuale per una decrescita armonica
L'idea di decrescita fa paura. È dunque opportuno proporre una dimensione che renda desiderabile la sua ineluttabilità, intuita da una parte crescente dell'opinione pubblica, cosciente dell'impossibilità di sostenere la chimera di una crescita infinita su un pianeta dalle risorse limitate. Questo piccolo libro si rivolge a coloro che desiderano opporsi al credo della crescita economica illimitata su un pianeta con risorse limitate. Vuole essere un manuale a uso degli ""obiettori della crescita"""". Le pagine qui proposte potrebbero allora servire a non lasciarsi imprigionare nelle arguzie e nei sofismi dell'economismo dominante, liberando così energie e prospettive che, solo a prima vista, possono apparire irrealizzabili."" -
Universalità del Corano
Mohamed Talbi è un intellettuale islamico internazionalmente conosciuto, professore onorario alla Facoltà di Scienze Umane di Tunisi, dove vive, con i suoi scritti ha contribuito alla conoscenza dell'Islam e al suo impatto sulla cultura contemporanea. Uomo di dialogo, scrisse un'opera con il filosofo ortodosso Olivier Clément. In questo breve testo presenta il Corano in ciò che ha di più universale, una parola per tutti e da cui tutti possono trarre alimento. Partendo dall'universalità del messaggio del Corano, l'autore tratteggia e mette in prospettiva i rapporti di Dio con l'uomo e l'universo. L'opera si rivolge ai credenti dell'Islam come ai non credenti o a credenti di altre religioni in un momento in cui con troppa facilità si pretende di leggere l'Islam secondo meccaniche prospettive politiche. Questo volumetto riconsegna l'uomo religioso dell'Islam, con cui ogni uomo è chiamato a mettersi in rapporto. -
«Due» di filosofia
«Tutti facciamo esperienza del ""due"""". Più banalmente, come polarità (tutte le volte che ci capita di dire: per un verso/per l'altro; oppure quando, col linguaggio un po' frusto della psicanalisi, facciamo riferimento alle nostre """"parti : quella maschile e quella femminile, quella buona e quella cattiva...); più tristemente, nella forma del sotterfugio, della doppiezza, della vigliaccheria; più radicalmente, nella forma della disperazione (che in tedesco si dice """"Ver-ZWEI-flung"""", e contiene un due non risolto), della doppia verità, di due istanze che si divorano a vicenda; più felicemente, nella forma della redenzione, che amando questo salva quell'altro, che s'intende di unioni ipostatiche, che non deve scegliere tra il centuplo quaggiù e l'eternità. Il """"due"""", così identificativo dell'identità europea, è, anche, lo stigma del nostro tempo. Questo libro, nei suoi sogni più irrealistici, ma non per questo irresponsabili, vorrebbe portarlo a compimento, dunque compierlo e superarlo insieme.» (Enrico Guglielminetti)"" -
Davanti al colonialismo: Engels, Marx e il marxismo
Questa breve opera sembra porre una tematica anacronistica. Lo scritto di Jaffe infatti si interroga su Engels, Marx e i marxisti di fronte al colonialismo. Di fatto il libro, che andrebbe colto all'interno dell'enorme lavoro di Jaffe sul colonialismo, ha una grande attualità a due livelli di analisi. Il primo livello concerne il fatto che il colonialismo non è né una fase né tanto meno una deriva del nostro modo di sviluppo e perciò di quelle che possiamo chiamare le società a capitalismo avanzato. Il colonialismo ne è una modalità costante, la cui pratica oggi è continuamente verificabile. Il secondo livello di analisi interviene a leggere la difficoltà che a comprendere la logica del colonialismo hanno avuto da sempre le élite progressiste europee e occidentali. In questo Jaffe va alle radici di un fraintendimento. Individua nel meccanismo di Engels quella cecità rispetto alla menzogna coloniale che rende distratto oggi molto progressismo occidentale. Questa cecità non è ravvisabile nei grandi scritti di Marx, sia pur presente in certi suoi giudizi storici, specie riguardo a Lincoln. Anzi, in Marx il colonialismo è colto come l'origine del capitalismo. In questo Marx vede la globalizzazione, oggi tanto conclamata, come la peculiarità originaria del capitalismo, nato con e dal colonialismo. Il protocapitalismo della protoborghesia europea cittadina del tardo Medioevo non sarebbe mai fiorito senza il colonialismo. -
Pirandello's story. La vita o si vive o si scrive
Il libro propone un'avventura narrativa nell'universo pirandelliano. Si dice che uno scrittore è i suoi testi, ma è anche vero che nei testi c'è tutta la persona che scrive, e che vita e opere compongono uno stretto complesso. A metà quindi tra la biografia e l'interpretazione dei testi, la ricostruzione dell'opera di uno scrittore che ha ripetuto più volte che ""La vita o si vive o si scrive""""."" -
Storia dell'uomo e cambi di clima
"Come un grande compositore che con poche note riesce a dare forma a una sonata, Yves Coppens nella sua lezione conclusiva al Collège de France delinea con tratti essenziali e rara eleganza la storia dell'uomo sulla Terra"""" (Fiorenzo Facchini). In un momento in cui l'ambiente e il clima sono all'ordine del giorno di attuali e gravi preoccupazioni ecologico-sociali, in questa lezione conclusiva della sua permanenza al Collège de France Coppens ci ricorda che l'uomo fu il primo essere capace di adattarsi come nessun altro ai cambiamenti di ambiente e di clima. Coppens ripercorre così la nostra preistoria e la legge come appassionante avventura. Ciò non toglie che l'uomo oggi abbia fatto violenza a quell'ambiente terrestre che lo ha ospitato per quasi tre milioni di anni e che ci invita a essere responsabili del suo non deterioramento." -
Agostino inForma l'Occidente
"La nuova vita di Agostino fra i moderni, da Descartes fino a Hegel, da Baader fino a Kierkegaard, passa attraverso gli sconvolgimenti del nostro presente per sfociare nel tempo escatologico della terza (ed ultima?) Europa: l'Europa dell""""umanità"""". Se è vero che ogni nostra domanda, e ogni nostro scacco, derivano da quelle tensioni che Agostino ha esperito sigillandole in formule precise e ricche di futuro, le parole con cui - nel 1933 - Erich Przywara apre questo agile saggio, in cui si cimenta in un'ambiziosa """"resa dei conti"""" tra Agostino e la tradizione filosofica dell'Occidente, rappresentano sia il punto di irradiazione di un'analisi serrata e implacabile, sia l'indicazione di un metodo di pensiero. Le opposizioni tra intellettualismo cartesiano ed hegeliano e tragicità dell'esistenza (come in Pascal e Kierkegaard) vengono articolate nelle incandescenti pagine di questo filosofo - ancora poco conosciuto in Italia - intorno a una concezione di tradizione che si scopre vivente, vale a dire sempre dentro l'uno provocato dall'incontro/scontro tra logos greco e linguaggio cristiano." -
Maccheroni acqua e farina. 90 ricette di una rinnovata cultura alimentare
Questo volumetto di ricette, ma non solo, esprime in piena semplicità lo spirito della collana. ""Terra Terra"""" vuole essere un incontro cordiale e conviviale tra amici che si interrogano sul ruolo attivo dell'uomo su questa terra. In questo caso si parla della possibilità di nutrirsi in maniera naturale, affrontando tra l'altro temi come gli OGM e gli allevamenti, la normativa nazionale ed europea e i grani antichi, la composizione dei cibi e il biologico come soluzione. Mettendo a confronto l'alimentazione delle campagne da cui proviene con il cibo industriale ripieno di conservanti, additivi, aromi artificiali che la legge consente di definire naturali, l'autore scrive in proposito: """"Quando in campagna mangiavamo una fetta di pane e formaggio, era grano e latte di pecora stagionato; voi sulle vostre tavole imbandite, vi rendete conto di che cosa mangiate? E il controllo igienico-sanitario e sulla nostra salute, nelle mani di chi l'abbiamo messo?"""". Le ricette, una novantina, sono facili e hanno veramente il sapore della terra."" -
La sfida dell'arte indigena australiana. Tradizione, innovazione e contemporaneità. Ediz. illustrata
Un esame attento della produzione e della diffusione delle creazioni artistiche indigene australiane contemporanee degli ultimi ottant'anni mette in discussione i ricorrenti stereotipi occidentali che relegano le popolazioni aborigene in un tempo passato, immutabile ed esotico. Questa raccolta invita il pubblico italiano a valutare la creatività e l'innovazione della produzione artistica aborigena in ambiti che vanno dalla pittura alla musica, dalla letteratura alla cinematografia e alla tecnologia multimediale, nello spazio interculturale dell'Australia coloniale e neocoloniale. Sovvertendo la distinzione e opposizione tra ""arte tradizionale"""" e """"arte moderna"""", i contributi di studiosi e le testimonianze di artisti indigeni raccolti in questo volume tracciano percorsi interculturali che rendono l'arte indigena australiana il prodotto di processi storici complessi."" -
Egitto. Dalla civiltà dei faraoni al mondo globale
La rimarcabile unità geografica da sempre caratteristica dell'Egitto è il primo fondamento della sua eccezionale continuità storica, che si è costruita nell'alternarsi e nel confronto tra diverse dimensioni di espansione e influenza: quelle asiatica e africana sul piano continentale, quelle nilotica e mediterranea sul piano regionale. Il libro introduce a questa molteplicità di dimensioni e piani - storico, politico e culturale - che hanno via via contribuito a trasformare e arricchire l'identità dell'Egitto. Si apre con due contributi sulla civiltà dei Faraoni e le sue espressioni religiose; si svolge poi attraverso la diffusione del cristianesimo e l'elaborazione di forme artistiche proprie, tardo-antiche e cristiane, fino ai cambiamenti portati dalla conquista araba e dalla diffusione dell'Islam. I secoli medievali e quelli del governo dei Turchi, prima mamelucchi poi ottomani, rappresentano per il paese un'alternanza di luci e ombre, una complessità della quale rende conto anche un capitolo sulla società e la cultura del Cairo medievale. La modernità, giunta con l'esercito napoleonico, affascina molti esponenti della società egiziana e, attraverso essi, si irradia in altre regioni del Vicino Oriente. I temi propri del Risorgimento arabo e poi dell'individuazione di quali dimensioni privilegiare tra le tante proprie del paese - islamica, araba, egiziana, mediterranea - hanno fatto dell'Egitto nel Novecento un vero laboratorio di riflessioni e decisioni politiche cariche di conseguenze. -
Palestina. Quale futuro? La fine della soluzione dei due stati
Questa raccolta di saggi presenta in modo aggiornato e articolato l'attuale situazione del conflitto israelo-palestinese nella più ampia prospettiva della scena mediorientale e internazionale. Emerge con forza da queste pagine l'impraticabilità della cosiddetta soluzione dei due Stati, che comporterebbe la concreta costituzione di uno Stato palestinese pienamente sovrano su di un territorio dotato di una minima coesione e con un livello accettabile di accesso alle risorse per i suoi abitanti. Alla luce dell'attuale estrema frammentazione della Cisgiordania, aggravata dalla progressiva costruzione del Muro di separazione, tale soluzione si rivela semplicemente impraticabile di fronte a un'elite politico-militare israeliana che prosegue implacabilmente nella trasformazione dei territori palestinesi in entità territoriali satellite, circondate dallo Stato di Israele e da esso completamente dipendenti sotto ogni profilo. Lo studio della politica militare e demografica di Israele si affianca qui all'analisi della scena politica palestinese e del drammatico confronto tra Hamas e Fatah. Sullo sfondo, paradossalmente meno utopico della soluzione dei due Stati, resta lo scenario di un unico Stato democratico e pluralista capace di ospitare tutti e di difendere i diritti di tutti. -
Storia di un capitalismo piccolo piccolo. Lo stato italiano e i capitani d'impresa dal '45 a oggi
La nascita e la successiva perversione del capitalismo moderno in Italia, attraverso le biografie dei capitani d'industria e le cronache dell'affermazione e declino delle loro imprese, ripercorrendo le tappe della nascita e della liquidazione del capitalismo di stato, sostituito dall'allegra gestione delle privatizzazioni dell'ultimo decennio: di questa storia parla il libro. Mentre in altri paesi il capitale ha continuato a effettuare investimenti produttivi capaci di creare buona occupazione, le grandi fortune industriali del Belpaese si sono presto convertite in investimenti finanziari, manovre bancarie e di Borsa, acquisti e fallimenti ad arte che non generano ricchezza sociale, erodendo progressivamente i livelli occupazionali dell'industria, dell'amministrazione pubblica e dei servizi. La finanziarizzazione, il ricorso continuo alla sovvenzione (non al sostegno) statale e l'illegalità che pervade la pratica economico-politica in Italia, ancora in attesa dagli anni di Tangentopoli di una ponderata riflessione storica e politico-economica, sono le risposte asfittiche di un gruppo imprenditoriale oggi più che mai incapace di confrontarsi con i mercati esteri, con la sfida delle esportazioni, con i competitori internazionali. Tutto lascia pensare che l'attuale fase di crisi del sistema industriale e, più in generale, del sistema economico italiano oltrepassi il livello delle contingenze e abbia radici più profonde. -
Anselmo d'Aosta e dintorni. Vol. 2
I ""dintorni"""" sono tre: Lanfranco di Le Bec, priore di Anselmo e poi suo predecessore nella sede episcopale di Canterbury, - qui presentato nel suo profilo generale e nella prerogativa di esegeta, in cui spunta già il teologo; Guitmondo d'Aversa - alunno di Lanfranco soprattutto come maestro di dialettica nel monastero di Le Bec; e Urbano II, del cui comportamento Anselmo non sarà totalmente soddisfatto - pur non cessando mai di riferirsi alle sue decisioni sull'indipendenza ecclesiale nelle nomine episcopali -, e qui studiato nei suoi principi di riforma della Chiesa. Ma a emergere nel volume è lo stesso Anselmo d'Aosta, riscontrato nelle vicissitudini complesse e nelle tribolate peripezie che ne tratteggiano e ne snodano la vita, sempre toccandola e coinvolgendola nell'intimo. Ne risulta così ampiamente ricostruita la sua figura di monaco e di abate amabile, di teologo sottile, di ostinato difensore della """"libertà della Chiesa"""" e di assertore tenace del primato delle ragioni della verità e della coscienza. Il volume mira anche a essere una introduzione o iniziazione a sant'Anselmo in vista del IX centenario della sua morte - 21 aprile 1109 -, che chiamerà a convegno studiosi e ricercatori dalla sponda sia della filosofia sia della teologia."" -
Jacques Ellul. L'uomo che aveva previsto (quasi) tutto
Jacques Ellul (1912-1994) è più conosciuto negli Stati Uniti che nel suo paese, la Francia. Agli inizi degli anni Sessanta, Aldous Huxley fece tradurre e pubblicare il suo capolavoro ""La tecnica rischio del secolo"""". Questo libro, nello stesso tempo libertario e credente, solitario e impegnato nel suo secolo, aveva previsto tutto, o quasi. Crisi come quelle della mucca pazza, e il nostro sgomento davanti al piatto? Lui li aveva previsti. La sgradevole impressione, in questo campo come in altri (OGM, riscaldamento climatico, scorie nucleari, pesticidi, amianto, ripetitori, fatti come Seveso, ecc.), di essere messi di fronte a scelte che ci trascendono infinitamente, di andare verso un mondo sempre più insicuro, rischioso, alienante? Lui l'aveva previsto. La ferma volontà degli scienziati di fabbricare, con clonazione e manipolazioni genetiche, non solo piante e animali """"migliorati"""", ma un uomo superiore, un superuomo? Lui l'aveva previsto. Non solo aveva previsto questi fenomeni, ma li aveva pensati, analizzati, giudicati attraverso un'opera feconda e torrenziale. Persuaso che è la tecnica a condurre il mondo (molto più della politica e dell'economia), ha passato la vita ad analizzare i mutamenti che provoca nella nostra società e la sua influenza totalitaria sulle nostre vite. In quest'opera, Jean-Luc Porquet espone venti idee forti di Ellul, e le illustra su temi di attualità."" -
Luoghi e modernità. Pratiche e saperi dell'architettura
Negli ultimi due secoli un fondamentale inquadramento storiografico d'arte e d'architettura ha costituito un riferimento condiviso ad ampio raggio, un medesimo orizzonte interpretativo. Negli ultimi decenni sono emerse tuttavia, in modo ancora frammentario, nuove esigenze critiche e una più lucida cognizione storiografica, che impegnano sia a rovesciare in domande alcune apodittiche affermazioni di principio dell'avventura modern, sia a ripensare alla ""veridicità"""" di tale inquadramento storiografico. Inoltre, la registrazione delle radicali trasformazioni delle condizioni di vita sul pianeta ha orientato l'attenzione di architetti, storici e progettisti alla realtà concreta dell'ambiente costruito e al senso attuale dei luoghi dell'abitare."" -
La violenza inevitabile: una menzogna moderna
Questo studio si pone questioni antiche, ma non ancora affrontate sulla base delle conoscenze scientifiche moderne. Siamo violenti per natura? La guerra è l'espressione umana della lotta naturale per la sopravvivenza? La presentazione è accessibile e multidisciplinare per rivolgersi a chi s'interessa di problemi socio-culturali in generale e di studi sulla pace in particolare. Le problematiche affrontate riguardano le origini del comportamento umano, la cooperazione, la violenza, la nonviolenza, la soluzione dei conflitti e la guerra. -
Cronologia del museo
L'architetto Virgilio Vercelloni è morto in un tragico incidente nel 1995, lasciando - oltre molti scritti - un enorme archivio di immagini e di appunti sulla vita, sulla forma, sul significato e sullo sviluppo dei musei, e alcuni manoscritti, uno dei quali è la cronologia che viene qui pubblicata a dodici anni dalla scomparsa dell'autore. È una cronologia che il tragico incidente ha interrotto bruscamente, lasciandoci una stesura forse non affinata, ma efficace per sintesi e chiarezza. Presentiamo il testo nello stato in cui l'autore l'aveva lasciato, perché, per le sue peculiarità, fornisce un quadro della storia dei musei e del loro sviluppo culturale e scientifico profondamente diverso da molte altre storie della museologia. Durante la sua vita Vercelloni ha più volte sottolineato la forza interpretativa dei musei e il loro essere tasselli del mosaico della cultura universale. Su questi due elementi egli ha costruito la Cronologia del Museo. In duecentotredici voci, affiorano così sia le intersezioni fra le diverse discipline, sia l'idea di un'immersione globale in ogni sezione della storia, secondo il metodo ""blochiano"""" di lettura a ritroso. Questi due elementi rendono la Cronologia di Vercelloni una sorta di enciclopedia universale, quasi interattiva, nel senso che permette letture incrociate su un lasso di tempo che va dal VII secolo a.C. agli anni Novanta del secolo appena passato e su tutte le civiltà, e fornisce così una visione globale della storia dei musei."" -
«Che» Guevara economista. Attualità del dibattito sulla transizione tra Cuba e URSS
"Che cosa ci permette di dire che con questo volume su """"Che"""" Guevara economista non si sta facendo né un'opera di amarcord, né una filologica memoria di un dibattito da veteromarxismo tra Guevara e il manuale di economia sovietico dell'epoca? Due sono le risposte che rendono questo libro uno strumento di conoscenza e di lavoro attuale. La prima, estrinseca, la constatazione che molti sono i Paesi che si trovano oggi in situazioni similari a quella di Cuba alla fine degli anni '50, ognuno con le sue peculiarità, ma tutti gravati da una mancanza di sovranità alimentare e dalle regole del giogo economico internazionale. La seconda, intrinseca: per rendere un Paese indipendente sul piano economico, transitandolo fuori dall'economia coloniale capitalistica in una società socialista, occorrono scelte economiche sia di largo orizzonte che peculiari alla situazione. Pianificazione, sistema statale con distribuzione di budget alle imprese, compresenza della legge del valore e del mercato nella transizione: questi sono gli strumenti economici che, non disgiunti dal grande tema della responsabilità umana in un processo di cambiamento, qualsiasi società che volesse uscire dalla morsa di ciò che chiamiamo globalizzazione liberista dovrebbe, accanto ad altri, affrontare.""""" -
A partire da Jacques Derrida. Scrittura, decostruzione, ospitalità, responsabilità. Atti del Convegno (Bergamo, 12-13 dicembre 2006)
Se fosse possibile azzardare un paragone musicale quando si parla dei tanti contributi critici che - nel corso del tempo - sono stati generati dall'opera di Jacques Derrida, si dovrebbe ricorrere necessariamente al contrappunto, vale a dire al rapporto tra voci che sono indipendenti rispetto al ritmo e interdipendenti rispetto all'armonia. Il 12 e il 13 dicembre 2006, presso l'Università degli Studi di Bergamo, si è svolto un convegno che ha messo alla prova la verità di tale polifonia e ha sviluppato linee di fuga e passaggi tonali a partire da quattro parole - scrittura, decostruzione, ospitalità, responsabilità - che, come note su un pentagramma, scandiscono il percorso filosofico di uno dei maestri più importanti del Novecento. Consapevoli del fatto che Derrida non amava celebrazioni o monumentalizzazioni, gli studiosi che sono intervenuti (i quali, tra l'altro, appartengono a generazioni diverse), non si sono chiesti soltanto che cosa Derrida può ancora dare, ma hanno cercato di comprendere in che senso tutto ciò che lo concerne si gioca ora, avviene ora, vale a dire nella piena corresponsabilità del suo gesto di lettura.