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L' isola e la Senna
Lidia è una donna di mezza età, nata nell'isola in una famiglia aristocratica e benestante. Assai giovane ha sposato Pierre, un celebre matematico francese, e si è trasferita a Parigi. Per tutta la vita ha lavorato da francesista per l'editoria italiana ma d'improvviso la sua esistenza è sconvolta dal decesso di Pierre, colpito da infarto. Ora Lidia è sola con i quattro figli già adulti, ognuno alle prese con una vita complicata. Antoine, Maurice, Duccio (l'anello debole della famiglia) e l'ultima arrivata Carole, l'unica femmina, la più coccolata e amata dal padre, bella e intelligente, che però ha con la madre un rapporto conflittuale. Lidia rimane, malgré elle, il perno di questa famiglia che vive le molte contraddizioni di una condizione borghese agiata e deve fare i conti con una vita avvizzita e i tormenti dei figli. Il romanzo si dischiude così, a poco a poco, in un'opera corale, in cui le vicende private dei familiari s'intrecciano e si accavallano con quelle di due paesi, Francia e Italia, così vicini, ma anche così diversi. -
Chora. Testo originale a fronte
La prima versione di ""Chora"""" apparve in Francia nel 1987, seguita nel '93 da una seconda che comprendeva anche altri due saggi. In un foglio volante Derrida scriveva che «si è giudicato opportuno pubblicare simultaneamente """"Passions, Sauf le nom"""" e Chora perché li attraversa il filo di una identica tematica». «Essi formano - continuava - una sorta di Saggio sul nome, in tre capitoli o tre tempi. Anche in tre fiction. Sulla scia dei segni che in silenzio i personaggi di tali fiction si indirizzano l'un l'altro, si può sentir risuonare la questione del nome, là dove essa esita sul bordo di un appello, di una domanda o di una promessa, prima o dopo di una risposta». Il nome: che cosa si chiama così? Che cosa si comprende sotto il nome del nome? E che cosa succede quando si dà il nome? Tale questione si articola con le questioni del segreto, del conferimento del senso e dell'eredità. Jaca Book pubblica singolarmente i tre volumi di questa Trilogia, momento centrale del pensiero derridiano, corredandoli del testo originale a fronte e di una Prefazione all'intera tematica."" -
L' inattingibile. Verso una filosofia della religione. Nuova ediz.
Fra i testi censurati dal regime stalinista o, come il presente, prodotti durante l'esilio, spicca quest'opera di Frank, pubblicata per la prima volta in Italia da Jaca Book nel 1977. ""L'inattingibile"""" fa parte di quella grande stagione del pensiero russo che segue la rivoluzione bolscevica ed era stata a sua volta preceduta da opere collettive dello stesso Frank, di Berdjaev, Bulgakov, Struve, come """"Vechi"""" (""""La svolta"""") e """"Iz glubiny"""" (""""Dal profondo""""). Per Frank, che passò nei suoi anni studenteschi attraverso gli studi economici e la militanza socialista e marxista, per ritrovare poi la fede cristiana, la filosofia è testimonianza e confessione dell'esperienza. Essa, nella sua profondità ultima, è esperienza religiosa, l'esperienza di un'evidenza immediata, di un incontro personale con Dio, l'ultimo «oggetto della conoscenza» è la realtà «inattingibile»."" -
Dal ritmo alla legge
Il progetto editoriale «Mappe del pensiero», nel quadro della collana «Percorsi Mechrí», mette a disposizione dei lettori i risultati della ricerca transdisciplinare condotta da «Mechrí/ Laboratorio di filosofia e cultura», un'associazione culturale che da cinque anni opera a Milano con la supervisione scientifica di Carlo Sini e la direzione organizzativa di Florinda Cambria. Preceduto da ""Vita, conoscenza"""" (2018), il volume collettaneo """"Dal ritmo alla legge"""" propone una retrospettiva sui lavori svolti nel 2016-2017, offrendo una panoramica che incrocia punti di vista differenti e convergenti. Oggetto d'indagine condiviso è l'origine ritmica della legge, intesa come istanza «metrica» che educa l'azione umana, in quanto azione sapiente e coordinata, nel quadro di una comunanza attiva con gli altri e con il cosmo. Il tema viene trattato a partire da prospettive diverse, che sfumano una nell'altra come in un caleidoscopio dei saperi. La filosofia e le arti dinamiche prendono parola nei primi due capitoli, tracciando l'orizzonte in cui si stagliano le figure della legge evocate dalle altre discipline presenti nel volume: poesia e biologia, giurisprudenza e urbanistica, teologia, biopolitica e governo del fenomeno migratorio. Al confine tra queste discipline, nei loro rispettivi ambiti di applicazione e di indagine teorica, emerge la medesima esigenza di armonizzazione come legge profonda che norma l'agire sapiente e il sapere efficace. Il volume è arricchito da cinquantasette tavole a colori composte da Carlo Sini, che accompagnano e integrano il percorso filosofico da lui proposto nel Laboratorio di Mechrí."" -
Manzoni filosofo. L'invenzione della parola. In dialogo con Antonio Rosmini
Quello tra l'autore dei Promessi Sposi e Antonio Rosmini è un dialogo temerario e ""provvidenziale"""" che restituisce al lettore la radicalità del Manzoni filosofo, impegnato a sondare i temi capitali dell'origine del linguaggio, la nascita delle idee e della creazione artistica e la giustizia.rnNel profluvio di studi e iniziative manzoniane, se non è passato completamente sotto silenzio il Manzoni filosofo, non si può dire che abbia avuto una considerazione adeguata. Si tratta di una mancanza non irrilevante, se si pensa al ruolo centrale, in quegli anni di svolte cruciali sia per la cultura «laica» sia per quella cattolica, del dibattito sul problema del linguaggio. Il libro mette a tema e cerca di ricostruire il dialogo, svoltosi per più di un decennio, tra Manzoni e Rosmini. Un dialogo filosofico, che pone il problema del rapporto di un soggetto con la verità di sé. Cosa facciamo quando pensiamo? Qual è il ruolo della parola? Qual è l’origine del linguaggio? Sono queste alcune delle domande che attraversano le discussioni, i dialoghi di questi due grandi uomini e che ci consegnano l’esperienza viva di una meditazione filosofica vera, testimonianza di una amicizia profonda, sincera, schietta, che si fa sempre più intensa, e che, mentre si approfondisce, approfondisce il rapporto dei due amici con la verità."" -
Estetica medievale. Dell'eros, della mensa, della città. Nuova ediz.
Frate minore dell'ordine francescano, nato a Girona nel 1330, Eiximenis fu nominato diacono nel 1352. Viaggiò a lungo fra i principali centri universitari del suo tempo, da Parigi a Colonia, da Oxford a Roma. Teologo presso l'Università di Leída, era assai stimato da Pietro il Cerimonioso, re di Catalogna e Aragona, che lo volle al suo fianco come consigliere a Barcellona. Spinto da un interesse teologico ed etico, Eiximenis si dedicò con passione a descrivere la vita del suo tempo, tramandandoci così informazioni preziose sul costume, in particolare sull'estetica femminile, sulla convivenza privata esaminata nel momento centrale della mensa, dove non soltanto ci si ciba ma si discorre anche di amicizia o d'amore... E infine sui problemi della convivenza pubblica, in quel luogo particolare creato dall'uomo che è la città, «luogo di sapienza e di virtù, costruita a scopo di informazione e di dottrina, in cui l'uomo possa vivere con sicurezza... poiché le città sono edificate per consolare e rallegrare l'uomo». -
Dizionario del buddhismo
Al termine di una lunga ricerca, più di 2500 anni fa, Siddhartha Gautama scoprì improvvisamente la soluzione al problema del dolore umano che assillava il suo spirito. Dopo una notte di meditazione, mentre era seduto ai piedi di un fico pipal, raggiunse il risveglio alla verità, o illuminazione, e ottenne l'incrollabile pace dell'estinzione delle passioni, così come la liberazione definitiva dal dolore e dal ciclo delle esistenze. Riprendendo il bastone da pellegrino, il Buddha propone agli uomini una saggezza che sfocia in un cammino di liberazione dalla sofferenza, diventa la guida e il medico della carovana umana. La saggezza del Buddha si fonda sulla sua concezione dell'uomo e della condizione umana nel cosmo; sul ruolo dell'azione umana caricata di una potenza karmica, relativa cioè alla legge di causa-effetto insita nell'agire; sulla nozione di nirvana; sul nobile cammino del risveglio; sui tre rifugi: il Buddha, la Legge, la Comunità. Dopo 2.500 anni, il buddhismo continua il suo cammino e mantiene oggi il suo ascendente su una parte dell'umanità, presentandosi come una via di risveglio proposta all'uomo perché la sua condotta di vita lo porti sulla strada della felicità. Investito nella sua esistenza dalla fiumana degli eventi, l'uomo è come una ruota, un essere in divenire, un nucleo di sentimento e di volontà, una fiamma che si autoalimenta, un'esistenza che dipende da tutto ciò che precede. Risvegliato al dovere, egli deve realizzare la padronanza di sé e stabilire l'equilibrio con il mondo esterno - uomini, donne e ambiente -, orientare la propria sessualità con energia, rinunciare alla schiavitù del desiderio e vivere in uno stato di pace (nirvana) che è equilibrio spirituale e corporale, benevolenza verso gli altri, accordo di sé stessi sull'intonazione altrui. Così per l'uomo moderno il buddhismo si offre come una via di risveglio al dovere, cammino in uno sforzo personale continuo, in uno stato di pace interiore e di benevola compassione nella vita sociale, con uno sguardo spirituale sul mondo ma senza una preoccupazione di tipo religioso. Cosciente della precarietà della condizione umana, il buddhista cerca il risveglio, la liberazione dal dolore e l'illuminazione interiore. Presentazione di Julien Ris. -
Globalettica. Teoria e politica della conoscenza
Il concetto di globalettica è ricavato dalla forma del globo. Sulla sua superficie non esiste un centro: ogni punto è ugualmente centrale. Per quanto concerne il centro interno del globo, tutti i punti della superficie sono equidistanti da esso - come i raggi della ruota di una bicicletta che si congiungono nel mozzo. La globalettica coniuga globalità e dialettica per descrivere un dialogo che influisce su tutti gli interlocutori - o multilogo - nel contesto dei fenomeni della natura e della cultura, in uno spazio globale che sta rapidamente trascendendo gli spazi delimitati in modo artificiale, come la nazione e la regione. Il globale è ciò che vedono gli esseri umani a bordo di un'astronave o di una stazione spaziale internazionale; il dialettico è la dinamica interna che essi non vedono. La globalettica abbraccia l'interezza, l'interconnessione, l'eguaglianza di potenzialità delle parti, la tensione e il movimento. È un modo di pensare e di porsi in relazione con il mondo, in particolare nell'era della globalità e della globalizzazione. -
Ode laica per Chibok e Leah. Testo inglese a fronte
Il male è sottoposto a un processo di incubazione infinito, che non conosce momenti di stanca. Una volta covato, rigurgita spore di orrore e odio in direzioni insospettate, con effetti disastrosi su chi ne rimane coinvolto, soffocando il bene sotto una coltre di sospetti. Oggi il destinatario può essere Christchurch, in Nuova Zelanda, domani, a un polo di distanza, un altro luogo irreprensibile, un oscuro villaggio nel nord-est della Nigeria che prende il nome di Dapchi. Le conseguenze sono identiche. Ci troviamo dunque davanti a un problema di vita o di morte che, con brutalità inusuale, si è ritorto contro un continente che non è estraneo al disprezzo, se non addirittura alla negazione, della natura umana. Non si tratta solo di una questione di sopravvivenza, bensì di esistenza – ma in che forma? La questione è particolarmente pertinente sul fronte africano perché il nostro è un continente le cui popolazioni hanno subito ondate di disumanizzazione nel corso dei secoli, operate a cuor leggero da forze esterne. -
Parliamo degli stessi mondi? Visione orientale e occidentale a confronto
Octavio Paz fu ambasciatore del Messico in India dal 1962 al 1968. Qui conobbe e strinse amicizia con Panikkar, come testimoniano lettere, riflessioni e appunti qui riportati. Nel libro si trova anche la trascrizione integrale di un incontro svoltosi alla televisione messicana nel 1982 sul tema «Oriente e Occidente», da cui scaturisce la forma diversa delle intelligenze dei due interlocutori, più erudita e intellettuale quella di Paz, più spirituale e propriamente religiosa quella di Panikkar. Tale aspetto riemerge nell'appassionata confessione dello scrittore contenuta in una lettera a Panikkar datata 1976, in cui descrive il proprio rapporto conflittuale con le due forme di temporalità che descrivono l'esperienza umana, quella lineare della storicità occidentale e quella circolare della spiritualità orientale, esemplificata dalla figura del sadhu. Il libro include infine un testo di Panikkar a commento del poema Vrindaban, che il poeta messicano aveva avuto modo di recitare all'amico catalano. -
Dizionario dell'induismo
L'Induismo è la religione della grande maggioranza degli abitanti dell'India. Per capirla occorre partire dal pensiero e dalle concezioni culturali degli invasori indoeuropei, gli Arii, penetrati nelle valli dell'Indo e del Gange duemila anni prima della nostra era. Ma ancor più bisogna considerare che questo pensiero vedico si è trasformato e diversificato nel corso dei secoli a contatto con le culture pre-vediche, radicate in India molto prima della penetrazione dei conquistatori Arii. L'Induismo si fonda anche su alcune costanti, messe in evidenza dalla ricerca indianista, come il Veda, tradizione orale prima di essere messo per iscritto, che ha fornito numerose nozioni fondamentali, utili a strutturare il pensiero religioso e sociale nel corso dei secoli: l'idea di un ordine cosmico (dharma) che ingloba l'universo, l'uomo e la vita e la cui armonia impedisce il caos; la nozione di un tempo ciclico che comporta un perpetuo ritorno; un sistema di caste che andrà moltiplicandosi e costituirà un vero e proprio tessuto sociale; una concezione degli stadi della vita e delle tecniche di liberazione dello spirito (yoga), ereditata forse dall'epoca pre-vedica. Il vedismo ignorava i templi e le immagini delle divinità. Sotto l'influenza di fattori non ancora ben determinati, all'inizio della nostra era l'Induismo conoscerà un grande cambiamento con la nuova corrente di devozione, la bhakti. Il sacrificio cede il posto all'offerta (púja) e alla preghiera davanti alle effigi e alle statue delle divinità nei templi eretti dai fedeli, una grande innovazione. I devoti si rivolgono alla divinità da loro scelta e le testimoniano il loro amore in un contesto di relazioni personali. È il grande successo degli dei della bhakti come Visrnu e Krsna. Nel corso dei secoli l'Induismo conoscerà poi numerose sette e gruppi religiosi, fino alla nostra epoca. -
Dizionario delle concezioni religiose
Aperta agli sconfinamenti, è l'esperienza fondamentale che precede la nascita delle grandi religioni.rnrnL'esperienza religiosa si colloca all'inizio della storia dell'umanità come pratica creativa di familiarizzazione dell'uomo con il sacro. Questa tensione è, in quanto personale, mistica e in quanto collettiva, pubblica. -
La vita dei filosofi
Anche la conoscenza, disse Nietzsche, ha una vita e una storia. Non una successione astratta di dottrine e di scritti isolati dal mondo, ma un confronto con le vite reali e immaginarie degli autori e dei loro compagni di umanità, posti di fronte alla sempre imminente esperienza della morte che assedia ogni impresa umana. Di qui la vicenda filosofica rivisitata con altro sguardo e nuova consapevolezza, come una esemplarità di tappe emblematiche del nostro destino futuro: Marco Aurelio nella sua tenda e Diogene Laerzio nel suo millenario mistero; la morte di Cartesio nel paese degli orsi; Nietzsche e Wagner a Basilea; Husserl sul Lago di Como, a Vienna e a Praga; Cassirer e Heidegger ad Amburgo e a Davos; James e Santayana ad Harvard; Wittgenstein e Russell a Cambridge. Passioni, propositi, contese che travalicano il fatto biografico accidentale per divenire parte della nostra stessa vita di «buoni Europei», come disse Husserl, usciti dalla devastazione delle guerre mondiali e faticosamente rinati a un progetto di umanità futura. La proposta concreta di un nuovo racconto della nostra storia morale ed esistenziale e di un modo nuovo di praticare la filosofia. -
Pensare nell'Islam
Questo libro si occupa del pensiero islamico classico e del suo paradigma fondativo, l'idea dell'Unità e Unicità di Dio (tawbìd), nelle sue implicazioni metafisico-ontologiche e in quelle cosmo-gnoseologiche. L'idea dell'assoluta Unità e Unicità di Dio, che è stata e rimane il metro di paragone con cui confrontare il senso profondo, autentico, della cultura musulmana con qualsiasi altro tipo di fenomenologia culturale o scientifica o politica, ha rappresentato un potentissimo strumento di avanzamento non solo intellettuale e morale, ma anche pratico. Essa, infatti, non solo ha ispirato, va da sé, le speculazioni teologiche e filosofiche (molti storici ritengono quello islamico il monoteismo più «puro»), ma ha rappresentato lo sprone dell'azione ortopratica, poiché, come diceva Louis Massignon già settant'anni fa, l'Islam antepone il ben agire al credere «ortodosso». Il focus di questo libro sarà tutto sull'Islam teoretico, per radiografarlo dall'interno nella fase più alta, quella erroneamente definita «medievale», della sua cultura. -
Venti maestri del secolo breve
Che cosa trasmettiamo ai nostri giovani, ai nostri figli? E siamo ancora capaci di far passare qualcosa di significativo o abbiamo abdicato, noi adulti, al nostro ruolo? In una società mobile e rarefatta come la nostra, i veri protagonisti della sfida educativa sono quei maestri che hanno saputo farsi anche testimoni. I venti personaggi che l'autore ha intervistato negli ultimi decenni sono figure che si pongono al confine tra poesia e profezia e che esprimono la necessità di un dialogo vitale tra credenti e non credenti, ancor più oggi che tutte le ideologie sono cadute e che i venti del nazionalismo si riaffacciano in maniera inquietante nella nostra Europa. Pensatori come René Girard ed Edgar Morin, Luigi Pareyson e Italo Mancini, Jean Guitton e Nicola Abbagnano, ma anche scrittori come Mario Tobino e Paolo Volponi, fino a intellettuali propensi all'impegno come Serge Latouche e Salvatore Natoli, sino a due cardinali italiani che hanno fatto della dimensione culturale uno dei motivi del loro essere uomini di Chiesa, Carlo Maria Martini e Giacomo Biffi, ci aiutano con le loro sollecitazioni a comprendere meglio il mondo contemporaneo. E a capire che senza l'aiuto della cultura difficilmente potremo uscire dalla crisi. -
Territori dell'umano
Le tecnoscienze dominano la nostra vita. Si parla sempre più di un superamento dell'umano, del mito del superamento delle malattie e persino della morte. Siamo ormai prossimi, è stato scritto, al postumano: al momento in cui uno deciderà come, quando e addirittura se morire. Il libro discute questa mitologia, confrontandola con i territori in cui l'umano si manifesta nella complessità del quotidiano, faccia a faccia con il mondo e con i problemi che investono uomini e donne nella profondità della loro esistenza, nella profondità del loro rapporto con il dolore, con la morte e con una diversa consapevolezza di sé. Il libro si chiude nel luogo misterioso dell'infanzia in cui i bambini disegnano la mappa di un altro territorio: il territorio spesso ignorato di un altro umano con cui confrontarci. -
Come rane in un pozzo. Le nuove Vie della seta. Nuova ediz.
Con questo libro, accompagnato da una prefazione di Tiziano Terzani, Robi Ronza lanciava con notevole anticipo sui tempi odierni l'idea di una riapertura dell'antica Via della Seta al moderno commercio internazionale quale strada maestra per un positivo riequilibrio generale dell'economia del globo. Mentre si era ancora nel tempo della Guerra Fredda, e perciò si riteneva comunemente che fosse l'asse Ovest-Est quello più carico di problemi e di tensioni, l'autore non esitava ad affermare che la dialettica fondamentale delle relazioni internazionali si avviava ad essere quella Nord-Sud, e che la riapertura dei grandi itinerari trans-continentali terrestri, dunque in primo luogo la Via della Seta, fosse di decisiva importanza ai fini dello sviluppo e della pace. Quella che allora era un'audace prospettiva è divenuta un evento di prima pagina dell'attualità internazionale. La Nuova Via della Seta nata per iniziativa cinese e a cui l'Italia ha aderito formalmente nel marzo 2019 non è tuttavia esente da rischi per il nostro Paese - privo di una politica estera consistente - che vengono puntualmente messi in evidenza da Ronza nel testo che apre il volume. -
Heidegger. La questione dell'essere e la storia. Corso dell'ENS-ULM 1964-1965
In Francia, all'inizio degli anni '60 del secolo scorso, le opere di Heidegger erano ancora poco conosciute. Nel 1964, Jacques Derrida inaugura il suo insegnamento all'École normale supérieure con il corso, rimasto fino ad oggi inedito, interamente dedicato al pensatore tedesco: nove intensissime lezioni in cui il corpo a corpo con Heidegger si sviluppa soprattutto a partire dalle ampie parti di ""Essere e tempo"""" che all'epoca non erano state ancora tradotte in francese. La lettura serrata e paziente compiuta da Derrida disvela, lezione dopo lezione, il progetto filosofico heideggeriano: non la fondazione di una nuova ontologia ma la sua «distruzione» (termine che, nel nuovo conio «decostruzione» che appare in questo corso per la prima volta, ha prodotto non pochi fraintendimenti dell'opera derridiana) in nome della critica radicale al concetto stesso di «fondazione». I lettori e gli studiosi di Derrida sanno che il confronto con l'opera di Heidegger attraversa come un filo rosso l'intera opera del filosofo algerino, ma in questo corso, per i vecchi come per i nuovi lettori, viene presentata per la prima volta la radice di tale confronto, anticipatrice di molte opere successive. La «questione dell'Essere» e la «Storia» vengono discusse nel corso di lezioni che affrontano spesso anche la traduzione del complesso lessico di Heidegger, e in questo caso cominciano ad affacciarsi termini come «scrittura», «testo», «innesto» che, al di là di Heidegger, svolgeranno un ruolo di fondamentale importanza nel cammino di pensiero di Derrida. Questo corso dedicato ad Heidegger rappresenta dunque, nello stesso tempo, uno spaccato della sua ricezione in Francia e la matrice di alcuni temi e motivi operativamente centrali nell'opera di Derrida: un confronto tra due cammini di pensiero radicalmente diversi ma ugualmente fondamentali per la filosofia del nostro tempo, in cui «la questione dell'Essere e la Storia» vengono attraversate da domande coraggiosamente nuove e oltremodo necessarie."" -
La Terra brucia. Per una critica ecologica al capitalismo
Questo libro è in primo luogo un doveroso tributo (ma anche un doveroso ringraziamento) a un grande dissidente come Giorgio Nebbia. Dissidente perché la sua critica ecologica al capitalismo smascherava impietosamente le contraddizioni del sistema. Essa torna oggi di grandissima attualità, noi convivendo con gli effetti sempre più pesanti prodotti da un riscaldamento climatico figlio di questo modello capitalistico e (paleo)tecnico; ma di grande attualità anche con la pandemia da coronavirus, per non dimenticare che, ben più grave della pandemia, è proprio il cambiamento climatico. Ma questo libro è anche - vorrebbe essere anche - un vademecum per i giovani che si impegnano da mesi per la difesa della Terra. Ricordando loro che l'ecologia non nasce oggi, che l'ambientalismo è una filosofia politica antica e che già più mezzo secolo fa si lanciavano allarmi sul futuro della Terra. Un libro, questo, che vuole dunque ricordarci come critica ecologica e critica politica e culturale - cioè dissidenza - debbano procedere insieme. Era (è) la grande lezione di Giorgio Nebbia. -
Origine. Testo inglese a fronte
«La sua poesia, non a caso, si fonda su un immaginario estremamente fertile e reattivo, e combattivo anche; e quasi per nulla sull'elegia, sul rammarico, sul compianto» - Roberto Galaverni, la LetturaLa poesia di Yang Lian coniuga una straordinaria irruenza espressiva di valenza sciamanica con la scrittura modernista di Pound, Eliot, William Carlos Williams e quella decadente di Baudelaire, senza mai smarrire l'esemplare misura della poesia classica cinese. L'energia metamorfica che percorre i suoi versi trasfigura il mondo naturale e storico secondo una morfologia antropocentrica, dove l'originale reinvenzione del meraviglioso ricorda la foga decontestualizzante della «scrittura automatica» surrealista. (Tomaso Kemeny)