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La scoperta dell'alfabeto-Le parole abbandonate
I racconti della ""Scoperta dell'alfabeto"""" (1963) sono ambientati nelle terre dell'Appennino parmense che hanno dato i natali a Malerba: la culla di una cultura contadina arcaica rimasta immune per secoli a ogni sorta di rinnovamento e infine toccata, e distrutta, dalla società dei consumi. Malerba ne rievoca l'aspra lotta contro fame e fatica, la violenza di rapporti umani basati sulla necessità di sopravvivere, una pena dell'esistere di lontanissima memoria. Tanto forte è l'interesse per questa civiltà contadina che Malerba vi ritorna anche dal punto di vista saggistico con """"Le parole abbandonate"""" (1977), «repertorio dialettale emiliano» che rappresenta il versante linguistico e antropologico della sua originale indagine narrativa. Introduzione di Paolo Mauri."" -
Ogni storia è una storia d'amore
Ancora una volta D’Avenia ci incanta e ci sorprende, riuscendo nell’impresa di coniugare il godimento puro del racconto e il piacere della scoperta. E con slancio ricerca nella letteratura risposte suggestive e potenti, ma anche concrete e vitali.rnrnL’amore salva?rnQuante volte ce lo siamo chiesti, avvertendo al tempo stesso l’urgenza della domanda e la difficoltà di dare una risposta definitiva? rnrnEd è proprio l’interrogativo fondante che Alessandro D’Avenia si pone in apertura di queste pagine, invitandoci a incamminarci con lui alla ricerca di risposte. In questo libro straordinario incontriamo anzitutto una serie di donne, accomunate dal fatto di essere state compagne di vita di grandi artisti: muse, specchi della loro inquietudine e spesso scrittrici, pittrici e scultrici loro stesse, argini all’istinto di autodistruzione, devote assistenti, o invece avversarie, anime inquiete incapaci di trovare pace. Ascoltiamo la frustrazione di Fanny, che Keats magnificava in versi ma con la quale non seppe condividere nemmeno un giorno di quotidianità, ci commuove la caparbietà di Tess Gallagher, poetessa che di Raymond Carver amava tutto e riuscì a portare un po’ di luce nei giorni della sua malattia, ci sconvolge la disperazione di Jeanne Modigliani, ammiriamo i segreti e amorevoli interventi di Alma Hitchcock, condividiamo l’energia quieta e solida di Edith Tolkien. Alessandro D’Avenia cerca di dipanare il gomitolo di tante diversissime storie d’amore, e di intrecciare il filo narrativo che le unisce, in un ordito ricco e cangiante. Per farlo, come un filomito, un “filosofo del mito”, si rivolge all’archetipo di ogni storia d’amore: Euridice e Orfeo. Un mito che svolge la sua funzione di filo (e in greco antico per indicare “filo” e “racconto” si usavano due parole molto simili, mitos e mythos) perché contempla tutte le tappe di una storia d’amore, tra i due poli opposti del disamore (l’egoismo del poeta che alla donna preferisce il proprio canto) e dell’amore stesso (il sacrificio di sé in nome dell’altro). Ogni storia è una storia d’amore è così un libro che muove dalla meraviglia e sa restituire meraviglia al lettore. Perché ancora una volta D’Avenia ci incanta e ci sorprende, riuscendo nell’impresa di coniugare il godimento puro del racconto e il piacere della scoperta. E con slancio ricerca nella letteratura – le storie che alcuni uomini, nel tempo, hanno raccontato su se stessi e l’umanità a cui appartengono – risposte suggestive e potenti, ma anche concrete e vitali. Per poi offrirle in dono ai lettori, schiudendo uno spiraglio da cui lasciar filtrare bagliori di meraviglia nel nostro vivere quotidiano, per rinnovarlo completamente nella certezza che “noi siamo e diventiamo le storie che sappiamo ricordare e raccontare a noi stessi”. -
Nella casa del verme
In questa gemma dark fantasy, pubblicata in America nel 1976 la potenza evocativa di Tolkien, la brutalità visionaria di Moorcock ed Herbert, e gli orrori di Lovecraft si fondono nell'immaginario multiforme di chi avrebbe ideato la grande epica de Il Trono di Spade, l'evento spartiacque del fantasy mondiale. rnrnrnIl sole sta morendo, e le tenebre incombono. Il mondo è ridotto a oceani di fuoco e lande di cenere. Nella loro fortezza, gli adepti del Verme Bianco, guerrieri e dame, danzano su pavimenti di lucida ossidiana, portano avanti rituali millenari di estasi e dolore, banchettano con le carni di nemici deformi. E al centro di quel triste carosello c'è lui, Annelyn, giovane, fiero e sicuro di sé. Fin troppo. Umiliato con alcuni amici dal misterioso Beccaio, decide di vendicarsi braccandolo nei sinistri cunicoli dove nessuno ha mai avuto il coraggio di spingersi. Ma dove regna il buio è facile che il cacciatore diventi preda. Comincia così, scandito dalla follia, un inseguimento nell'abisso, che si trascina per cunicoli soffocanti e misteriosi saloni dove marcisce un potere che magari è solo l'eco d'una tecnologia micidiale. Quella del Verme Bianco? Con l'inconfondibile magia della sua scrittura, George R.R. Martin riesce a evocare un intero universo, con le sue religioni, razze e verità sepolte, un mondo che si protende ben oltre gli accenni sapientemente calibrati che lo tratteggiano. -
L' avventuroso libro per ragazze coraggiose
Non c'è niente che una ragazza coraggiosa non possa fare e niente che non possa apprendere! Le principali mosse di karate, come costruire un monopattino, le storie delle regine guerriere, come cambiare una gomma, i racconti più spaventosi per i pigiama party, come si prepara un falò e molto altro ancora... Età di lettura: da 10 anni. -
Escobar. El patron
Una produzione internazionale firmata da due grandi autori italiani.rnrnDopo molti libri, film e serie tv (come “Narcos”, il maggiore successo di Netflix), Astorina e Oscar Ink Mondadori pubblicano la prima graphic novel sulla figura di Pablo Escobar, sceneggiata da Guido Piccoli e disegnata da Giuseppe Palumbo.rnrnL’epilogo romanzesco e tragico della grande epopea criminale dell’ultimo imperatore del narcotraffico sudamericano: dalla prigione dorata che si costruì a propri comodo e misura, alla fuga nella giungla di Medellín (braccato da 2.000 uomini, tra agenti della CIA e paramilitari colombiani), fino alla morte avvenuta il 2 dicembre 1993. -
Finché c'è musica
Con una sensibilità infinita Sarah Barukh dà voce ai sentimenti e alle emozioni di una bambina che attraversa uno dei periodi più tumultuosi della Storia. rnrn«Come si fa a vivere quando quelli a cui vuoi bene non ci sono più? Io non ci riuscirei.» «Ce la farai, come tutti. Finché c'è musica, si continua a ballare.»rnrnrnrn1946. La guerra è finita da qualche mese quando la piccola Alice incontra per la prima volta sua madre. Ha trascorso otto anni senza sapere chi fossero i suoi veri genitori, vivendo nascosta in una fattoria della campagna francese insieme a Jeanne, la balia incaricata di prendersi cura di lei fino al loro ritorno. Ora deve lasciare un mondo pieno di affetti per seguire una donna di cui non sa niente e che non è forte ed elegante come se l'era immaginata, ma silenziosa, dura, chiusa in se stessa, e con uno strano tatuaggio sul braccio. rnParigi è caotica, rumorosa, Alice si sente subito spaesata. Ma è l'incapacità di rapportarsi con la madre che la fa soffrire di più: è evidente che durante la guerra Diane ha subito dei traumi (""tua madre ha fatto grandi cose"""" le aveva raccontato un giorno Jeanne) e ora è in preda a continui incubi notturni. Ma proprio quando madre e figlia cominciano a stabilire una connessione, Diane si ammala di tubercolosi e la vita di Alice viene di nuovo stravolta: la madre viene ricoverata e l'assistente sociale le dice di aver rintracciato suo padre… rnÈ l'inizio di un importante viaggio che da Parigi la porterà a New York: grazie all'incontro con lo zio Vadim, cieco e scorbutico, ex reporter di guerra che ha girato l'Europa, Alice scoprirà che il suo passato nasconde un segreto imprevisto e si lascerà per sempre l'infanzia alle spalle. rnCon una sensibilità infinita Sarah Barukh dà voce ai sentimenti e alle emozioni di una bambina che attraversa uno dei periodi più tumultuosi della Storia. Una fantastica ragazzina capace di trovare la propria strada in un mondo devastato dalla guerra e di trasmettere agli adulti la sua incrollabile fiducia nel futuro."" -
Le torri di Bois-Maury. Vol. 1
Il capolavoro di Hermann per la prima volta in edizione integraleL'epopea del nobile decaduto Aymar di Bois-Maury che, attraverso l'Europa del XII secolo, ha segnato per sempre la storia del fumetto franco-belga. Contiene i numeri dall'uno al dieci (Integrale) dell'opera. -
Il trono di spade. Ediz. illustrata
"Era stata un'alba chiara e fredda, la limpidezza dell'aria quasi un annuncio che l'estate stava finendo."""" Concepita da George R.R. Martin per celebrare il ventennale della saga delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, questa edizione illustrata e in grande formato de """"Il trono di spade"""" è accompagnata da 73 nuove illustrazioni in bianco e nero e da 8 illustrazioni a colori." -
Noi fratelli
Nella storia del rapporto tra mondo cristiano e Islam hanno prevalso le divisioni e gli egoismi. Ma il dialogo è essenziale per un futuro di comprensione e amore tra popoli e religioni.rnNella «nuova avventura» del cristianesimo condotta da papa Francesco, caratterizzata da un confronto aperto con tutte le altre religioni, un ruolo particolare sta assumendo il dialogo con l'islam. Ma quali sono stati nel corso della storia i rapporti tra le due grandi fedi monoteiste, che contano oggi quasi cinque miliardi di fedeli? Giancarlo Mazzuca e Stefano Girotti Zirotti ripercorrono i momenti salienti di un dialogo spesso interrotto, a partire dal VII secolo, quando l'islam incominciò la sua espansione con il profeta Maometto. Ecco allora raccontati i primi incontri tra cristiani e musulmani, i doni che si scambiarono Carlo Magno e Harun al-Rashid, il califfo delle ""Mille e una notte"""", i tentativi di san Francesco d'Assisi per riportare pace e amore tra i contendenti delle crociate e il successo di Federico II nel promuovere nella Città Santa un periodo di convivenza tra popoli di diverso credo, ma anche gli errori e le incomprensioni che scatenarono veri e propri massacri, le nove crociate e le lotte sanguinose per la conquista di Gerusalemme, per poi passare alle più recenti guerre coloniali e mondiali, fino alle Primavere arabe e agli attentati terroristici degli ultimi anni. Se oggi, con papa Francesco, il dialogo è particolarmente fecondo, nel corso dell'ultimo secolo molti leader e personaggi chiave hanno dato il loro contributo nella costruzione di un ponte ideale: per esempio, Charles de Foucauld si impegnò nell'evangelizzazione dei Paesi magrebini e si dedicò all'assistenza di poveri e malati nelle terre colonizzate dalla Francia; Benito Mussolini faceva trasmettere da Radio Bari un programma quotidiano in lingua araba e ricevette nel deserto la Spada dell'Islam a suggello di un legame duraturo; Enrico Mattei fu grande ambasciatore nel mondo dell'islam con il petrolio. Osservando le azioni compiute nel corso dell'ultimo secolo, gli autori ravvisano un progetto per la costruzione di un ponte basato sulla fratellanza. Un traguardo difficile da raggiungere, ma fortissimamente voluto da tutti coloro che lottano contro gli estremismi e i fanatismi e che si sono schierati per la pace e l'amore dicendo con forza, come ripete spesso papa Francesco, «mai più guerre nel nome della religione»."" -
A caccia dell'Orso. Ediz. a colori
Una famiglia parte per una caccia all'orso. Ma cosa succede se, dopo aver attraversato un campo di erba frusciante, un fiume freddo e fondo, una pozza di fango limaccioso, un bosco buio e fitto e una tempesta di neve che fischia, chi cerca l'orso finisce per trovarlo davvero? -
Libro delle epoche. Come non farsi intrappolare dalla civiltà occidentale
Ogni civiltà è un organismo vivente, un «io collettivo» che vive periodi ciclici regolari suddivisi in dodici «stagioni» di sei anni ciascuna, per cui ogni 72 anni si ripete un'intera fase. È la teoria storica – suffragata da molti studiosi e soprattutto dalla lettura dell'Apocalisse – che Sibaldi illustra in queste pagine, analizzando, dal 1760 in poi, tutti i periodi che si sono susseguiti nella Civiltà Occidentale, fino all'attuale, quello del «Non si può più aiutare nessuno». Sibaldi non si limita però a spiegare come funzioni una civiltà, ma insegna anche come si possa vivere meglio e più intensamente senza di essa, sfuggendo alla tirannia del Soggetto Collettivo nelle sue molteplici forme, dalla famiglia all'azienda, dalla religione allo Stato. -
La Costituzione raccontata ai bambini. Nuova ediz. Con Poster
Le parole della Costituzione rompono le righe e si mettono a giocare. Così gli articoli diventano filastrocche, immagini poetiche per far conoscere ai bambini i principi fondamentali, i doveri inderogabili e i diritti inviolabili come la libertà, l'uguaglianza, la pace, la giustizia, la dignità e il lavoro. Per sentirsi veri cittadini e vivere insieme nel pieno rispetto reciproco. Età di lettura: da 8 anni. -
Moniti all'Europa
Scelti e pubblicati da Mondadori nel 1947, a cura di Lavinia Mazzucchetti, i testi etici e politici raccolti in questo libro furono scritti da Thomas Mann tra il 1922 e il 1945. La silloge si apre con il grande discorso berlinese del 1922 «Della repubblica tedesca» che segna l'approdo di Mann al pensiero democratico, e comprende tra l'altro la lettera al preside dell'università di Bonn che gli aveva tolto la laurea honoris causa, e i cinquantacinque radiomessaggi violentemente antinazisti inviati dall'America al popolo tedesco durante la guerra. Come scrive Giorgio Napolitano nella sua Introduzione, «la riflessione di Mann resta incancellabile – al di là dell'influenza che poté esercitare nel suo Paese prima e dopo essere stato costretto all'esilio –, riflessione che di certo non poté essere tale da salvare la Germania da quindici anni di regressione barbarica. È una lezione che torna ad ammonirci e illuminarci, nelle crisi sociali, culturali e politiche di questo inizio del XXI secolo in Europa». -
Metti via quel cellulare. Un papà. Due figli. Una rivoluzione
Aldo Cazzullo si rivolge ai figli e a tutti i ragazzi: li invita a non confondere la vita virtuale con quella reale.rn""Il telefonino e la rete sono il più grande rincoglionimento dell'umanità."""" Aldorn""""Il telefonino e la rete sono parte della nostra vita. E sono il nostro futuro."""" Rossana e FrancescornMa anche a non bruciarsi davanti ai videogame, a non andare sempre in giro con le cuffiette, a non rinunciare ai libri, al cinema, ai concerti, al teatro; e soprattutto a salvare i rapporti umani con i parenti e i professori, la gioia della conversazione vera e non attraverso le chat e le faccine. I suoi figli, Francesco e Rossana, rispondono spiegando al padre e a tutti gli adulti il rapporto della loro generazione con il telefonino e la rete: che consente di vivere una vita più ricca, di conoscere persone nuove, di mettere lo studente al centro della scuola, di leggere i classici. Ne nasce un dialogo serrato sui rischi e sulle opportunità del nostro tempo: la cattiveria online, gli youtuber e l'elogio dell'ignoranza, i cyberbulli, gli idoli del web, i padroni delle anime da Facebook ad Amazon, l'educazione sentimentale affidata a YouPorn, la distruzione dei posti di lavoro e della cultura tradizionale, i nuovi politici da Trump a Grillo, sino all'uomo artificiale; ma anche le possibilità dei social, i nonni che imparano a usare le chat per parlare coi nipoti, la rivolta contro le dittature, la nascita di una gioventù globale unita dalla rete."" -
A proposito di Marta. Le poche cose che ho capito di mia figlia
Pierluigi Battista è un padre che non sale in cattedra, ma si sforza di ascoltare i pensieri e le ragioni della figlia Marta, senza però mai mancare di far sentire la sua voce quando vede che alcuni valori essenziali di ieri rischiano di andare perduti nel grande cambiamento che sta rivoluzionando il mondornrn«Che libri leggi? Che film hai visto? Che musica ascolti? Quali oggetti acquisti, e di quali senti di non poter fare a meno? Cosa mangi, e che rapporti hai con la medicina, con la scienza? Quali vestiti indossi? E che mi dici della politica? Credi in Dio? Ti soddisfa il mondo così com'è, o vorresti cambiarlo? E hai fiducia che possa essere cambiato?». Un padre nato negli anni Cinquanta tempesta la figlia venticinquenne con domande pressanti, talvolta invadenti, ma sempre animato dalla voglia incontenibile di conoscere i suoi interessi, le sue scelte di vita, i suoi dolori e le sue speranze e, attraverso di lei, quelli della generazione dei cosiddetti «millennials», dai quali sente di essere diviso da una voragine psicologica e culturale. Le risposte che riceve lo lasciano dubbioso, a volte incredulo, recalcitrante e persino adirato, ma non spengono il suo desiderio di capire come va il mondo di adesso, quale direzione ha preso, con quale linguaggio parla, con quali immagini si emoziona. E così, per farsene un'idea più chiara, si ritrova a rubare brandelli di conversazione, a scavare nei ricordi, a spiare gergo, gesti e gusti, a scrutare comportamenti e rituali collettivi (la figlia in compagnia degli amici) che spesso precludono ogni genere di dialogo. Alla fine scoprirà che le tante, drastiche differenze (l'abbandono completo dei giornali, la sacralità della «natura» contrapposta alla scienza e alla tecnica, il diverso valore attribuito alla medicina, la preferenza accordata all'erboristeria rispetto alla farmacia, il ruolo centrale assunto dalla qualità del cibo e dalla cura del corpo, il culto del vintage), al pari delle insospettabili affinità (l'amore per i libri, ancora intatto nonostante certe statistiche, o la passione per la musica, per il cinema e per i musei, sia pure virtuali), descrivono una realtà in cui tutto muta a una velocità forsennata. Eppure qualcosa resta, anche se non sempre sappiamo riconoscerlo fino in fondo. Nel suo spiritoso e autoironico racconto di cose vissute, che ruota attorno a un sapiente intreccio di sfera personale e sfera pubblica, Pierluigi Battista è un padre che non sale in cattedra, ma si sforza di ascoltare i pensieri e le ragioni della figlia Marta, senza però mai mancare di far sentire la sua voce quando vede che alcuni valori essenziali di ieri rischiano di andare perduti nel grande cambiamento che sta rivoluzionando il mondo. -
Endurance. Un anno nello spazio, una vita di scoperte
Oltre al toccante elenco delle cose «terrestri» di cui ha sentito maggiormente la mancanza, il racconto di Kelly trabocca di autentico entusiasmo per la spedizione e di quell'amore per la conoscenza che lo ha spinto a sperimentare per un anno la propria capacità di sopravvivenzarnrn«Scott Kelly racconta in modo intenso e avvincente cosa significhi vivere un anno nello spazio, affrontando il rigore e le difficoltà di una vita senza peso all'interno di una macchina dalle dimensioni di un campo da football che viaggia an 28.000 chilometri orari. Ricco di umorismo, di emozioni e di dettagli surreali, Endurance è un omaggio sentito ai pionieri che rischiano tutto per guidare le esplorazioni dell'uomo alla scoperta di una vastità infinita.» - Khaled Hosseini, autore di Il cacciatore di aquilonirnrnrnIl 27 marzo 2015, dal cosmodromo di Baikonur, in Kazakistan, viene lanciata la navicella Sojuz TMA-16M, destinazione ISS, la Stazione Spaziale Internazionale che dal 1998 orbita a 400 chilometri dalla Terra. A bordo, oltre ai due cosmonauti russi Michail Kornienko e Gennadij Padalka, c'è l'astronauta statunitense Scott Kelly. Non è certo la sua prima missione, ma questa volta dovrà compiere un'impresa mai realizzata da un americano: trascorrere un anno intero nello spazio e sottoporsi a test medici sugli effetti dei voli interplanetari di lunga durata. Un'avventura straordinaria, costellata di momenti indimenticabili - emozionanti passeggiate nello spazio, stupefacenti aurore boreali, albe e tramonti mai visti -, ma eccezionalmente impegnativa dal punto di vista psicofisico. Lassù, infatti, viaggiando a una velocità di 28.000 chilometri orari, Kelly e gli altri membri dell'equipaggio che si sono avvicendati al suo fianco in quei dodici mesi, tra i quali l'italiana Samantha Cristoforetti, si misurano quotidianamente con sfide estreme: isolati da tutto e da tutti, devono affrontare le conseguenze dell'assenza di gravità, il rischio che il più piccolo inconveniente possa trasformarsi in tragedia, il disagio della convivenza forzata in ambienti claustrofobici e, soprattutto, l'irrimediabile lontananza dagli affetti più cari. Ma oltre al toccante elenco delle cose «terrestri» di cui ha sentito maggiormente la mancanza, il racconto di Kelly trabocca di autentico entusiasmo per la spedizione e di quell'amore per la conoscenza che lo ha spinto a sperimentare per un anno la propria capacità di sopravvivenza in condizioni pressoché proibitive, contribuendo così a rendere sempre più concreta e prossima la realizzazione di un altro grande sogno dell'umanità: il viaggio su Marte. -
Le leggi naturali del bambino. La nuova rivoluzione dell'educazione
Sono oltre un migliaio in Francia gli insegnanti che già si ispirano a Céline Alvarez, e sono quasi due milioni coloro che seguono il suo blog, nel quale si possono trovare le testimonianze, i video e tutti i materiali relativi alle attività didattiche sperimentate con successo a Gennevilliers.rn«Quando un bambino inizia a sviluppare ciò che è, allora è come assistere al sorgere del sole»rnrnI bambini nascono programmati per apprendere e per amare, e ogni giorno la psicologia cognitiva e le neuroscienze ci rivelano il loro potenziale straordinario. Tuttavia, il sistema educativo tradizionale sembra ignorare tanto i meccanismi naturali dell'apprendimento umano quanto i principi fondamentali dello sviluppo. E la scuola, anziché essere un luogo di gioia e di emancipazione, spesso si rivela un ambiente inadeguato, se non addirittura un ostacolo al nutrimento dell'intelligenza dei bambini. Non a caso i dati e le statistiche internazionali registrano tutti in maniera inequivocabile gli alti tassi di insuccesso e di abbandono scolastici, nonché le gravi lacune nelle competenze di base che compromettono seriamente il proseguimento di una scolarità normale. Per non parlare poi dell'incapacità della scuola di garantire il successo dei meno privilegiati, di valorizzare la diversità, di promuovere l'altruismo. Seguendo le «leggi naturali del bambino» è possibile però rivoluzionare l'educazione. Lo dimostrano i risultati ottenuti da Céline Alvarez nel corso di una sperimentazione condotta in una scuola dell'infanzia di Gennevilliers, un comune a nord di Parigi, in un quartiere periferico e «problematico». Dando piena attuazione ai principi pedagogici di Jean Itard, Édouard Séguin e in particolare di Maria Montessori, Alvarez è riuscita laddove il sistema tradizionale di solito fallisce: ha creato un ambiente confortevole, accogliente e ricco di stimoli; ha concesso ai bambini tempo, fiducia, libertà e attività coinvolgenti; soprattutto, ha dato loro la possibilità di imparare a interessarsi agli altri, ad ascoltare, a creare solidi legami sociali. In breve, ha messo i suoi alunni in «contatto col mondo» e con se stessi. E inevitabilmente le straordinarie performance in tutte le discipline, dalla scrittura alla matematica alla lettura, non hanno tardato ad arrivare, in modo spontaneo. Le leggi naturali del bambino dimostra quindi che nella scuola, al di là delle innumerevoli riforme o della presunta panacea dell'innovazione tecnologica, un altro mondo è possibile. E infatti sono oltre un migliaio in Francia gli insegnanti che già si ispirano a Céline Alvarez, e sono quasi due milioni coloro che seguono il suo blog, nel quale si possono trovare le testimonianze, i video e tutti i materiali relativi alle attività didattiche sperimentate con successo a Gennevilliers. -
Il gusto per le cose giuste. Lettera alla generazione Z
Un'appassionata lettera, che diventa anche manifesto politico, alla generazione Z. A tutti i ragazzi e le ragazze compresi tra i 13 e i 30 anni, a quei centennials nativi digitali che sono cresciuti con lo smartphone in mano. rn«Dovete rendervi i protagonisti del vostro futuro. Perché sarà, comunque vada, soltanto vostro»rnrnLa loro vita è fatta di post alla perenne ricerca dei like, iperconnessi tra centinaia di amicizie virtuali. Ma la iGeneration è isolata anche quando si trova in mezzo alla gente. Sfuggenti alle categorizzazioni, i giovani di oggi accolgono ogni sfumatura di diversità, criticano la superficialità e cercano passioni autentiche, lottando per rimanere fedeli a loro stessi, per guadagnarsi un futuro in un mondo instabile e precario. A loro si rivolge in queste pagine Andrea Segrè - eclettico professore universitario, ideatore e promotore di tante iniziative visionarie come la campagna europea Spreco Zero e il più grande parco tematico agro-alimentare al mondo (F.I.CO) - per declinare una nuova «grammatica» che sfidi la palese ingiustizia di cui questa generazione Z è vittima: quella di non poter vedere il proprio futuro, bloccata com'è dall'assenza di prospettive. Ma il futuro, comunque vada, sarà solo e soltanto loro: i giovani di oggi ne saranno i protagonisti. E bisogna che vi arrivino preparati, sapendo le cose giuste. Come? Imparando a guardare il presente da diverse angolazioni, perché la diversità è sempre una ricchezza e la contaminazione fra saperi aiuta a crescere; studiando, in una scuola aperta e inclusiva; cercando dei maestri di vita; sapendo dire anche «Basta!»; facendo proprio il rispetto dei limiti naturali; riconoscendo la reciprocità nella condivisione dei beni; rispettando la dignità delle persone e del lavoro; perseguendo - in una parola - un dolce «stilmedio», cioè una condotta, basata sull'equilibrio personale, sulla cura degli altri, sulla sostenibilità ecologica, sulla circolarità dell'economia. Finito il tempo delle ideologie rimangono le idee, le visioni, i progetti e le azioni. E allora, in un mondo in cui l'identità è spesso derivata da ciò che si possiede, l'esortazione più profonda di un adulto ai giovani non può che essere: «Provate a trovare voi stessi». Questo libro spiega come. -
La casa dei morti. La Siberia sotto gli zar
Alla luce di un'imponente mole documentaria, attinta a fonti poco note o inedite, Daniel Beer traccia una storia della Siberia come terra di contenimento e reclusione che ha i tratti di una discesa agli inferi.rnrn«La Siberia era, nello stesso tempo, una terra di opportunità e una colonia penale, un paese di lioberi migranti e di esiliati prigionieri. Questa contraddizione, che verso la fine dell'Ottocento divenne stridente,rn avrebbe provocato il collasso non solo del sistema carcerario basato sull'esilio e sul lavoro coatto, ma della stessa autocrazia zarista»rnrn La Siberia, la sterminata regione asiatica che a partire dal XVI secolo è diventata parte integrante prima dell'impero zarista, poi dell'Unione Sovietica e, oggi, della Federazione Russa, si è guadagnata la sua sinistra fama di luogo di dolore e di morte nell'Ottocento, dopo la sua trasformazione in meta di deportazione ed esilio per criminali comuni e oppositori politici, e nel Novecento, in quanto desolata e gelida scena del crimine del Gulag «rosso». Alla luce di un'imponente mole documentaria, attinta a fonti poco note o inedite, e avendo come modelli narrativi il Dostoevskij di Memorie di una casa morta e il Čechov di L'isola di Sachalin , Daniel Beer traccia una storia della Siberia come terra di contenimento e reclusione che ha i tratti di una discesa agli inferi, dove a suggestive descrizioni di paesaggi e preziose notazioni antropologiche si alternano potenti scorci socio-politici e racconti di vite eroiche e miserabili, di episodi di sublime virtù e di sordida abiezione. Fulcro dell'analisi è il progressivo disfacimento di un sistema penale basato sull'esilio e il lavoro forzato, e minato dall'insanabile contraddizione tra le esigenze di una colonizzazione che avrebbe potuto, specie con le scoperte e gli strumenti della modernità, sfruttare al meglio le enormi ricchezze naturali della regione e quelle, opposte, di un sempre più traballante regime carcerario esposto a evasioni, ribellioni, suicidi collettivi e, soprattutto, all'esecrazione interna e internazionale nei riguardi di pratiche vessatorie come i micidiali trasferimenti a piedi e in catene e la fustigazione. Nel caotico avvicendarsi di innumerevoli percorsi individuali e legami familiari distrutti da condizioni di reclusione degradanti, Beer individua un filo rosso che lega i nobili e raffinati «decabristi» russi che per primi si ribellarono all'autocrazia nel 1823, i patrioti polacchi deportati da quella che era una provincia dell'impero dopo le insurrezioni indipendentiste del 1830 e 1863, e i circoli terroristici social-rivoluzionari, anarchici e marxisti della seconda metà dell'Ottocento e dei primi due decenni del Novecento. I loro adepti popolarono galere, fabbriche, miniere e luoghi d'insediamento coatto dello sconfinato subcontinente siberiano e propiziarono, con il «contagio» delle loro idee, debolmente contrastato da alti funzionari locali corrivi o impauriti, la fatale svolta del 1917, nel marasma di un potere centrale falcidiato da centinaia di assassinii politici. E così, dopo le rituali celebrazioni di vittime e martiri dello zarismo, tutti ascritti d'ufficio alla propria causa, il nuovo regime comunista iniziò a ricostituire in Siberia – ampliandola – quella «prigione a cielo aperto» a cui sembra condannata, a dispetto della... -
Origin
Dan Brown ha ambientato la nuova, emozionante avventura del suo personaggio di maggior successo, Robert Langdon, nelle suggestive cornici di Bilbao, Barcellona e Madrid, fra capolavori dell'arte, edifici storici, testi classici e simboli enigmatici.rnrnChiunque tu sia.In qualunque cosa tu creda.Tutto sta per cambiare.rnrnRobert Langdon, professore di simbologia e iconologia religiosa a Harvard, è stato invitato all'avveniristico museo Guggenheim di Bilbao per assistere a un evento unico: la rivelazione che cambierà per sempre la storia dell'umanità e rimetterà in discussione dogmi e principi dati ormai come acquisiti, aprendo la via a un futuro tanto imminente quanto inimmaginabile. Protagonista della serata è Edmond Kirsch, quarantenne miliardario e futurologo, famoso in tutto il mondo per le sbalorditive invenzioni high-tech, le audaci previsioni e l'ateismo corrosivo. Kirsch, che è stato uno dei primi studenti di Langdon e ha con lui un'amicizia ormai ventennale, sta per svelare una stupefacente scoperta che risponderà alle due fondamentali domande: da dove veniamo? E, soprattutto, dove andiamo? rnMentre Langdon e centinaia di altri ospiti sono ipnotizzati dall'eclatante e spregiudicata presentazione del futurologo, all'improvviso la serata sfocia nel caos. La preziosa scoperta di Kirsch, prima ancora di essere rivelata, rischia di andare perduta per sempre. Scosso e incalzato da una minaccia incombente, Langdon è costretto a un disperato tentativo di fuga da Bilbao con Ambra Vidal, l'affascinante direttrice del museo che ha collaborato con Kirsch alla preparazione del provocatorio evento. In gioco non ci sono solo le loro vite, ma anche l'inestimabile patrimonio di conoscenza a cui il futurologo ha dedicato tutte le sue energie, ora sull'orlo di un oblio irreversibile. rnPercorrendo i corridoi più oscuri della storia e della religione, tra forze occulte, crimini mai sepolti e fanatismi incontrollabili, Langdon e Vidal devono sfuggire a un nemico letale il cui onnisciente potere pare emanare dal Palazzo reale di Spagna, e che non si fermerà davanti a nulla pur di ridurre al silenzio Edmond Kirsch. In una corsa mozzafiato contro il tempo, i due protagonisti decifrano gli indizi che li porteranno faccia a faccia con la scioccante scoperta di Kirsch… e con la sconvolgente verità che da sempre ci sfugge. rnBrillante riflessione sull'eterno conflitto tra scienza e fede e sulle sfide che le nuove tecnologie e l'intelligenza artificiale ci pongono quotidianamente, Origin è un romanzo ricco di spunti colti e di invenzioni narrative, in cui passato e futuro si incontrano in una contemporaneità sorprendente.