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Pianura oscura. Macchine mortali. Vol. 4
Il capitolo finale della serie che ha ispirato il film Macchine Mortali.La Storia ci insegna proprio questo: che la vita va avanti, anche se i singoli individui muoiono e intere civiltà vengono distrutte; che le cose più semplici durano, ripetute in eterno dalle nuove generazioni.Sono passati sei mesi dalle vicende raccontate in Congegni infernali e Londra è ormai il fantasma della città che era un tempo. Wren sta iniziando a godersi la sua nuova vita da aviatrice, e non può nemmeno lontanamente immaginare che il padre Tom, che soffre ancora terribilmente per la mancanza di Hester, la stia tenendo all'oscuro di un'informazione molto importante che lo riguarda. Quando entrambi, per portare a termine una missione, fanno ritorno a Londra, scoprono che in quel che rimane della città predatrice si nasconde un segreto che potrebbe finalmente porre termine alla guerra. Ma cercare di portarlo alla luce, nel poco tempo che hanno a disposizione, potrebbe mettere a rischio le loro vite. Nel frattempo, molto lontano da lì, a loro insaputa, Hester è costretta a fronteggiare un nemico potente che, se non verrà fermato per tempo, potrebbe usare l'arma di cui è in possesso per distruggere l'umanità intera... -
Il mandala femminile. Come praticare la saggezza con le divinità del buddhismo tantrico
Tra le prime monache buddhiste occidentali, Tsultrim Allione ha rinunciato ai voti per sposarsi e avere figli. Ma dopo la morte in culla del suo piccolo, è tornata a rivolgersi alla saggezza buddhista in cerca di una via per trasformare il dolore in crescita spirituale. Ricca di una lunga esperienza nella meditazione mandala, in queste pagine racconta la sua vicenda di perdita e ricerca, ma soprattutto insegna ai lettori come diventare più forti nelle avversità, guidandoli lungo un cammino di risveglio che conduce verso la pratica tantrica e il cambiamento. -
Volevo i pantaloni
Che cosa sogna una ragazza in Sicilia? Prima di tutto il Principe Azzurro. Cioè un marito, come appare nelle favole e nei fotoromanzi. Annetta, invece, fa sogni controcorrente: un paio di pantaloni, la libertà, il rispetto. La storia della sua faticosa battaglia per affermarsi come persona, contro l'ottusità e la violenza fisica e morale. -
La vera storia della Lega Lombarda
Quello della Lega Lombarda è un mito recente, creato dal Risorgimento romantico. Ma quale è stata la sua ""vera"""" storia? Fu un moto patriottico? Una precoce manifestazione di nazionalismo avant la lettre? O piuttosto un patto nato dalla volontà di proteggere il benessere economico e le libertà politiche conquistati a spese dell'autorità imperiale? In questo saggio uno dei più autorevoli medievisti italiani ricostruisce quella vicenda grazie a un paziente e minuzioso lavoro di documentazione storica. La penna di Cardini restituisce gli avvenimenti, i personaggi, lo scenario sociale ed economico che fu sfondo e motore dei fatti."" -
Il conto delle minne
Ogni anno nonna Agata vuole accanto a sé la nipote Agatina per insegnarle i segreti dei dolci in onore della Santa di cui entrambe portano il nome. Mentre impastano le cassatelle a forma di seno, le ""minne"""", la nonna racconta il martirio della Santuzza, cui il crudele console Quinziano, non sopportando di sentirsi respinto, fece tagliare le mammelle. La drammatica vicenda rivela una delle regole del mondo maschile: """"... devi sapere che gli uomini, se non ci provi piacere quando ti toccano, si sentono mezzi masculi, ma guai a te se ci provi piacere, perché allora ti collocano tra le buttane"""". Parte da qui il """"cuntu"""", il racconto, della storia di una famiglia siciliana e delle sue donne straordinarie. Per ciascuna di loro, fino alla piccola Agatina che dovrà diventare grande, le minne hanno un significato speciale: grandi o minuscole, aride o feconde, amate senza pudore o trascurate da uomini disattenti, sane o malate, diventano la chiave per svelare i più intimi segreti della femminilità e dell'orgoglio di generazioni di donne e di una in particolare, forse la più coraggiosa."" -
Fino alla fine. Romanzo di una catastrofe
Un racconto di sconfitte e tradimenti, di una generazione smarrita, incapace di invecchiare, e di un paese quasi al capolinea.rn«Troppe volte ho visto morire questa città. Ogni volta è rinata sempre peggio. Non serve ammazzarla un'altra volta, caro ragazzo, l'alba del giorno dopo sarebbe peggiore del tramonto»rnTaranto, in un futuro prossimo. Dindo, Claudio e Valeria, detta Gorgo, hanno ormai passato i cinquant'anni. Si ritrovano a Taranto per partecipare al funerale di un vecchio amico. La piazza è piena di gente, e l'atmosfera è pesantissima, incattivita, lacerata, come si sono lacerati nel tempo i rapporti tra gli amici, tanto uniti in gioventù dalle comuni passioni, umane e politiche, quanto lontani e divisi oggi, sia per le strade diverse che hanno preso le loro vite, sia perché la loro amicizia si è frantumata contro il Siderurgico di Taranto, lo stabilimento più grande d'Europa: per alcuni la fabbrica va salvata a tutti i costi, perché non solo produce lavoro e benessere, oltre che acciaio, ma anche perché è un monumento insostituibile di memorie e di orgoglio operaio; per altri, invece, il Siderurgico è ormai solo il ""Mostro"""" da chiudere, abbattere, cancellare, bonificare, perché con i suoi fumi avvelena e uccide. «Fino alla fine» è il racconto di sconfitte e tradimenti, di una generazione smarrita, incapace di invecchiare, e di un paese quasi al capolinea: mentre l'azione si svolge incessante, attraverso sapienti escursioni nel passato vediamo i quattro protagonisti crescere, cambiare, peggiorare forse, anche se l'usura della memoria, dei rapporti e della morale non li piegherà mai del tutto allo spirito del tempo. E assistiamo anche al cambiamento dell'Italia, ridotta a una comunità composta da una moltitudine di individui in retrospettiva, trasformata in nazione liquida, disillusa, spenta; un paese di partiti deboli e personalistici, dove l'ideologia ha lasciato il posto alla comunicazione, i partiti sono diventati proprietà privata di leader che hanno sostituito i militanti con i follower e la passione civile si è trasformata in una disperata forma di ultima resistenza all'omologazione. «Fino alla fine» è un romanzo tanto travolgente e originale quanto profondo e toccante, nel quale le vicende umane dei protagonisti si innervano in quelle del paese. Fino al pirotecnico finale, in un futuro che, forse, è già presente."" -
Fa' che non sia matto. Tra terapeuta e pazienti: storie di menti che si svelano
Proprio come nel dramma shakespeariano, così personale da diventare corale, ""Fa' che non sia matto"""" racconta una pazzia piena di lucidità e affronta l'angoscia, l'instabilità, il dolore e la solitudine creando una storia multiforme, spiazzante e ipnotica che si dimostra profondamente umana e oltremodo attuale.rn«Affrontando l'infermità con umorismo e capacità narrativa, Benjamin raggiunge un risultato miracoloso» - The Guardianrn«Un libro avvincente, che nasconde nel finale un astuto colpo di scena» - The ObserverrnUn ambulatorio spoglio, dalle pareti di un azzurro gelido, nel reparto di neurologia. Davanti alla scrivania si siedono tanti pazienti, uno dopo l'altro, in attesa di essere visitati. C'è Lucy, una signora che non distingue casa sua da quella della vicina. C'è Michael, sopravvissuto a un brutto incidente durante un volo di base jumping. Ci sono Jane, un'adolescente afflitta da crisi epilettiche, e Tracy, una bambina che è stata travolta da un televisore ultrapiatto mentre cercava di accenderlo. Poi c'è lui, il terapeuta, che interroga e scruta chi gli sta di fronte, alla ricerca della diagnosi da imprimere nero su bianco nella cartella clinica. La verità straziante con cui deve convivere è che non sempre si può guarire: nel campo dei disturbi neurologici le personalità si frantumano, le evidenze sono volubili, le certezze vengono meno. Risonanze, encefalogrammi e tamponi non sono sufficienti per inquadrare un disagio, una persona, una vita. Quando un clinico si spinge nei luoghi più intimi, nascosti e inafferrabili di un paziente, contando su intuito, emozioni ed empatia, non è più importante distinguere chi è sano da chi è malato, capire ciò che è vero e ciò che invece è soltanto il frutto dell'immaginazione. Il racconto di una serie di casi clinici si trasforma allora nel confronto intenso e commovente di un terapeuta con la propria storia personale e lavorativa, che evoca l'espressività dei temi cari a William Shakespeare. Come Re Lear, che deve fare i conti con un potere decadente su un regno sempre più precario, A.K. Benjamin, pseudonimo dietro al quale si cela un neuropsicologo britannico, è un protagonista cangiante e camaleontico. Ha lavorato tra India, Nepal e America centrale, ha vissuto tra migranti, transgender, tossicodipendenti e senzatetto negli Stati Uniti e, fin da bambino, ha avuto a che fare con psicologi, psichiatri e consulenti: a vent'anni è stato sfiorato dall'idea di farsi travolgere dalla metropolitana in una delle stazioni più trafficate di Londra, ha affrontato un matrimonio andato in pezzi e la nascita di due figlie, si è trincerato dietro lo sport estremo per chiedere a se stesso prestazioni sempre più ai limiti e si è fatto strada in una professione labirintica in cui i confini tra terapeuta e paziente si sono rivelati sempre più labili."" -
Storia della Repubblica di Venezia. La Serenissima dalle origini alla caduta
La storia gloriosa, suggestiva, ricca di eventi, personaggi e aneddoti, delle origini e del periodo d'oro di una città che, oggi come ieri, continua ad ammaliare il mondo con il fascino incomparabile della sua unicità.rn«Venezia, unico nido in presente di libertà, di pace, di equità; unico rifugio de' buoni... città ricca d'oro, più ricca di fama; potente per facoltà, più potente per virtù.» - Francesco PetrarcarnAlle radici dello splendore e del primato raggiunti e a lungo detenuti dalla Serenissima Repubblica di Venezia c'è l'eccezionalità di una città che ha «per pavimento il mare, per tetto il cielo e per pareti le correnti acquee» e che per molti secoli sarà il trait d'union fra Oriente e Occidente, il crocevia dei traffici commerciali nel Mediterraneo e la regina incontrastata dell'Adriatico e delle coste dell'Egeo fino a Costantinopoli. Ma molto di questo successo si deve anche all'eccezionalità del suo ordinamento politico, una singolare fusione di monarchia (il Dogado), aristocrazia (il Senato) e democrazia (il Maggior Consiglio), incarnata in un complesso corpo istituzionale continuamente ridefinito, arricchito e aggiornato nel corso dei secoli, che le ha consentito di diventare prima una potenza marinara e poi un impero coloniale, e di confrontarsi a lungo su un piano di parità con gli altri Stati europei e con la Chiesa di Roma. Senza dimenticare il ruolo giocato dalla sua eccezionalità culturale, che ne ha fatto un irresistibile polo d'attrazione per architetti, pittori, letterati e compositori, e nel Cinquecento, dopo l'invenzione della stampa a caratteri mobili, la capitale mondiale del libro. Una città-Stato impreziosita dalla sfarzosa peculiarità dei suoi usi e costumi, da rituali sontuosi e fantasmagorici come lo Sposalizio del mare e il Carnevale, e dalla suprema bellezza dei tesori d'arte custoditi ed esibiti. Riccardo Calimani ripercorre la straordinaria parabola storico-politica della sua città, dai primi insediamenti in epoca preromana alla colonizzazione delle isole lagunari a opera di fuggiaschi alla ricerca di salvezza da guerre e invasioni, dalla leggendaria nascita della Repubblica nell'Alto Medioevo ai fasti della dignità imperiale, fino alla lenta ma inesorabile decadenza, indotta dalla scoperta delle Americhe e delle nuove rotte transoceaniche, dall'ascesa di altre potenze sullo scenario continentale e dalle nuove tecnologie navali, che offuscano quel gioiello della produzione cantieristica che era stato l'Arsenale. Un declino dovuto anche al progressivo inaridimento dello spirito imprenditoriale della classe mercantile e all'immobilismo di un'oligarchia sempre più miope e retriva, che condannano la Serenissima nel 1797 alla capitolazione, sotto l'impeto inarrestabile delle armate di Napoleone Bonaparte e delle correnti profonde della modernità. -
Anni di piombo e di tritolo. 1969-1980. Il terrorismo nero e il terrorismo rosso da piazza Fontana alla strage di Bologna
Un libro per ricordare ciò che è stato ai tanti che l'hanno dimenticato, e farlo conoscere a quelli nati dopo e cresciuti in una scuola dove la storia antica è molto più in onore di quella contemporanea: un contributo a fare i conti con il passato, in un paese dove è troppo facile rimuovere.rn«Se ci ricordiamo i nomi dei carnefici e si dimenticano quelli delle vittime, vi è un corto circuito nella memoria collettiva: così si rischia di ribaltare i ruoli, di dimenticare ciò che è realmente accaduto. E la storia perde il suo senso»rnDal 12 dicembre 1969, quando esplode la filiale della Banca Nazionale dell'Agricoltura di piazza Fontana a Milano, fino all'assassinio di Roberto Ruffilli da parte delle Brigate Rosse il 16 aprile 1988, in Italia sono state ammazzate quasi quattrocento persone, e oltre mille ferite e rese invalide. Sono gli anni di «piombo e di tritolo», la stagione degli attentati a mano armata del terrorismo «rosso» – che uccide magistrati come Emilio Alessandrini, operai come Guido Rossa, giornalisti come Carlo Casalegno e Walter Tobagi, che sequestra e condanna a morte il presidente della Dc Aldo Moro – e delle stragi «nere», con gli ordigni esplosivi di piazza della Loggia, del treno Italicus e della stazione di Bologna. Quale intreccio si stabilisce tra questi due fenomeni di segno ideologico opposto? Come si inseriscono le violenze nella storia dell'Italia sospesa tra modernizzazione e democrazia bloccata? In un racconto articolato e drammatico, Gianni Oliva ripercorre i fatti di quegli anni. E ricostruisce l'Italia dei due decenni precedenti, un paese a due velocità, stretto tra le aperture della Costituzione e le rigidità del Codice Rocco: da un lato conservatrice e retrograda (nel 1954 condanna al carcere la «Dama Bianca» di Fausto Coppi per adulterio), dall'altro paese del miracolo economico, che si sposta con la Vespa o la Seicento, compra il frigorifero e il televisore e rimescola le sue culture con milioni di lavoratori trasferiti dal Meridione al Nord. Un convulso processo di modernizzazione che avrebbe avuto bisogno di essere governato dalla politica attraverso riforme profonde, capaci di disegnare un nuovo patto sociale. Ma è proprio ciò che in Italia non c'è stato, con il risultato di divaricazioni sempre più nette: il terremoto dei movimenti di piazza ha alimentato nella destra radicale i timori di una deriva comunista, e nella sinistra extraparlamentare l'illusione di una rivoluzione imminente. Lo Stato alla fine ha vinto la guerra, ma solo dopo aver perso (per colpa) troppe battaglie. Un libro per ricordare ciò che è stato ai tanti che l'hanno dimenticato, e farlo conoscere a quelli nati dopo e cresciuti in una scuola dove la storia antica è molto più in onore di quella contemporanea: un contributo a fare i conti con il passato, in un paese dove è troppo facile rimuovere. -
L' età della resilienza. Ripensare l'esistenza su una terra che si rinaturalizza
I virus prendono il sopravvento, il clima si riscalda e la Terra si sta rinaturalizzando. Abbiamo a lungo pensato di poter costringere il mondo naturale a adattarsi alla nostra specie e ora siamo costretti a adattarci noi a un mondo naturale imprevedibile. Questo mette in discussione la concezione del mondo a cui siamo da tempo affezionati. E, di fronte al caos che si sta dispiegando intorno a noi, ci ritroviamo senza una valida strategia. Il noto teorico dell'economia e della società Jeremy Rifkin ci invita quindi a un radicale ripensamento della concezione del tempo e dello spazio. Perché, come osserva in questo libro, l'Età del Progresso, un tempo considerata sacrosanta, è ormai al tramonto, mentre una nuova e potente narrazione è in ascesa: l'Età della Resilienza. Durante l'Età del Progresso la regola aurea era l'efficienza, che ci imprigionava nell'incessante sforzo di ottimizzare l'espropriazione, la mercificazione e il consumo dei doni della Terra, con l'obiettivo di accrescere l'opulenza della società umana, ma al prezzo del depauperamento della natura. Nella nuova era, invece, l'efficienza sta cedendo il passo all'adattività portando con sé profondi cambiamenti nell'economia e nella società. La generazione più giovane, a sua volta, si sta riorientando dalla crescita alla prosperità, dal capitale finanziario al capitale ecologico, dalla produttività alla rigeneratività, dal prodotto interno lordo agli indicatori della qualità della vita, dall'iperconsumo all'ecogestione, dalla globalizzazione alla glocalizzazione, dalla geopolitica alla politica della biosfera, dalla sovranità dello Stato-nazione alla governance bioregionale e dalla democrazia rappresentativa alle assemblee di cittadini. In un momento in cui la famiglia umana guarda con angoscia al futuro, Rifkin ci apre una finestra su un nuovo e promettente mondo e su un futuro radicalmente diverso che può offrirci una seconda opportunità di prosperare sulla Terra. -
La mappa dei libri perduti. Come la conoscenza antica è stata perduta e ritrovata: una storia in sette città
La mappa dei libri perduti è una storia delle idee e degli uomini che le hanno studiate, copiate, tradotte e diffuse, ma anche un invito a ritrovare i legami profondi tra il mondo islamico e quello cristiano, il cui incontro ha dato vita a un patrimonio intellettuale davvero universale.rn«Viola Moller ricostruisce il viaggio attraverso cui il sapere antico è giunto fino a noi in un libro tanto piacevole quanto avvincente» - Peter Frankopanrn«Un libro superbo, ambizioso e approfondito, scritto elegantemente» - The Telegraphrnrnrn Agli inizi del VI secolo, le popolazioni dell'Europa occidentale erano tormentate delle invasioni barbariche e i sovrani dell'impero romano d'Oriente attratti dall'opulenza e dal lusso: il patrimonio scientifico classico ed ellenistico sembrava in pericolo. Delle opere di Tolomeo, Euclide e Galeno erano sopravvissute solo poche copie, sparse tra Egitto, Siria, Anatolia e Grecia. Eppure, in un viaggio lungo un millennio, quei testi di astronomia, matematica e medicina, letti, tradotti e copiati nei centri di cultura medievali, riuscirono a sopravvivere e ad alimentare la rivoluzione scientifica moderna. È intorno a sette grandi città, crocevia di popoli, religioni e lingue attraverso i secoli, che ruota la ricostruzione della storica inglese Violet Moller alla ricerca delle tracce lasciate dagli intellettuali che hanno tramandato gli studi di questi celebri autori. Come Galeno di Pergamo, chiamato a Roma dall'imperatore per esercitare la professione di medico di corte dopo essersi formato a Smirne, Corinto e Alessandria d'Egitto, proprio dove Euclide compose gli Elementi e Tolomeo l' Almagesto . Quando la città sede della più ricca biblioteca dell'antichità andò in rovina, la sua eredità culturale trovò dimora nel mondo islamico: a Baghdad, grazie al mecenatismo del califfato, la ricerca matematica, amalgamando le conoscenze tradizionali alle rivoluzionarie scoperte indiane, lo zero e l'idea di infinito, raggiunse vette inaspettate. Giunta in Europa per fuggire alle persecuzioni degli Abbasidi, la dinastia omayyade portò l'eccellenza araba a Cordova, favorendo così il confronto tra studiosi ebrei, cristiani e musulmani e il perfezionamento di molte teorie scientifiche. Queste risalirono poi la penisola iberica fino a Toledo divenuta, con la Reconquista, la porta di accesso alla cristianità, che aveva preservato il sapere antico nei monasteri, tra i quali spiccava Montecassino. Toccò quindi all'Italia meridionale: a Salerno, Costantino l'Africano introdusse i testi di Galeno, che resero la scuola medica cittadina all'avanguardia nel campo della fisiologia e della farmacologia; a Palermo, maestosa capitale normanna, le opere furono tradotte direttamente dal greco al latino. Infine, il viaggio si conclude a Venezia, dove nella seconda metà del XV secolo le prime tipografie diedero alle stampe i manoscritti di quell'antica conoscenza, che, all'alba del Rinascimento, ha raggiunto le biblioteche disseminate in ogni angolo d'Europa per arrivare fino a noi. La mappa dei libri perduti è una storia delle idee e degli uomini che le hanno studiate, copiate, tradotte e diffuse, ma anche un invito a ritrovare i legami profondi tra il mondo islamico e quello cristiano, il cui incontro ha dato vita a un patrimonio intellettuale davvero universale. -
Appunti di vita
Un viaggio emozionante da Milano fin dentro l'Africa e se stessi.rnrn«Sapete qual è la cosa buffa dei ricordi? È che decidono loro quando restare e quando andare via. Sbucano fuori all'improvviso, e voi non potete farci niente, si mischiano come gli pare a loro. È un insieme di fatti, di sensazioni, di cose che vi si sono piantate nella testa e hanno messo le radici, ciò che fa di voi la persona che siete al momento in cui siete. Perché lì, nei vostri ricordi, sta la vostra biografia. E ogni minuto che scorre, ogni momento della vostra vita che diventa un ricordo, segna il modo in cui guarderete a quelli che verranno. Esperienza, apprendimento, evoluzione, crescita; chiamatelo un po' come volete. È il tempo che passa.»rnrnQuesta è la storia di un viaggiatore, di un dilettante di genio e di un bravo narratore di storie con la passione dell'insolito. Milano contemporanea. Una vita normale, borghese, forse anche felice. Squarciata dallo scoprirsi perso in una crisi d'identità alla ricerca di un futuro indefinito. Il protagonista lascia la moglie, i figli, il lavoro, i genitori e parte per l'Africa. Il luogo giusto per fuggire da non si sa bene che cosa. La sua vita ritmata dalla normalità si trasforma in un'avventura fondata sull'incognito e sull'estremo. L'Africa è la geografia perfetta per il pensiero e per l'allucinazione, per la solitudine e per l'esilio. Appunti di vita fra baracche di lamiera, assurdi chalets, vaste fattorie. E ogni tappa è una miniatura di romanzo. Fino all'incontro con un altro uomo, un uomo affascinante portatore di una filosofia di vita dove saggezza e intemperanza, crudeltà e tenerezza continuamente si alternano e confondono. L'uno si specchia nell'altro. Tra sfida e identificazione. L'uno diventa l'altro, l'amico e il guru. -
Al Tayar. La corrente
Un noir sensuale, scuro e dolente, dove il destino degli uomini non viene deciso dalla malvagitù delle loro azioni, ma dallo scorrere inesorabile del Nilo. Una corrente in cui non si può far altro che lasciarsi andare, anche a costo di perdere l'anima.rnNell'oceano di sabbia, l'auto non risponde subito ai miei comandi. Qualcosa in questa navigazione clandestina, che ci ha portato tanto lontano dal mondo abitato, ricorda la pirateria. Sono certamente pirati quelli che abbiamo appena incrociato. Ma siamo pirati anche noi, e così ci avranno immaginato quelle teste rotonde che sussultavano nel furgone telonato vedendo da lontano quell'ambulanza che non darà salvezza ma dolore, e che domani si porterà via, sotto ghiaccio, un bottino così prezioso e così ripugnante che nessuno lo vorrebbe tra le mani.rnAlessandro Merisi, venticinque anni e un lavoro da fotografo ormai abbandonato, è appena atterrato al Cairo. Nella sua valigia pochi vestiti, quanti bastano per nascondere i farmaci che ha il compito di trafugare in Egitto. Non ha scelta, questo è il tributo che gli è stato imposto per un debito dal quale teme di non liberarsi più. Alex ha la scaltrezza necessaria per superare i controlli all'aeroporto, ma niente può prepararlo a ciò che lo aspetta quando l'auto venuta a prelevarlo arriva a destinazione: una clinica privata dove la disperazione di chi non ha più nulla da vendere se non la propria salute incontra quella di ricchi stranieri la cui vita dipende da un trapianto. Sedotto dal fascino di una metropoli in preda agli spasmi di un regime morente, Alex intravede l'occasione per conquistarsi una seconda vita, anche se significa lasciarsi trascinare nel mondo terrificante del traffico di organi. Nella danza macabra che unisce criminali spietati, vittime sacrificali e donne incantevoli, a chi toccherà il trionfo, a chi la fuga, a chi una fine atroce? Con pennellate vivide, emozionanti e mai convenzionali, Mario Vattani dipinge un noir sensuale, scuro e dolente, dove il destino degli uomini non viene deciso dalla malvagità delle loro azioni, ma dallo scorrere inesorabile del Nilo. Una corrente in cui non si può far altro che lasciarsi andare, anche a costo di perdere l'anima. -
Cari Mora
Nessuno scrittore contemporaneo è mai riuscito a evocare nei lettori in modo tanto vivido e terrificante quei mostri annidati nelle crepe sottili che si creano tra il desiderio dell'uomo e la sopravvivenza della donna. Cari Mora, sesto romanzo di Thomas Harris, segna il grande ritorno del maestro americano.rn«Meraviglioso come sempre. Leggere la sua prosa è come passare una mano sulla seta gelida» - Stephen Kingrn Venticinque milioni di dollari in lingotti d'oro appartenuti a Pablo Escobar sono sepolti in una grande e misteriosa villa nella baia di Miami Beach. Il bottino fa gola a molti, gente senza scrupoli che tiene d'occhio la casa. Primo tra tutti Hans-Peter Schneider, un uomo perverso e pericoloso che vive delle fantasie malate di altri uomini ricchi. Cari Mora è una ragazza colombiana di venticinque anni con un passato drammatico, scampata alla violenza del suo paese. È l'unica persona ad aver accettato di fare la custode di quella villa; la sola a non temere le voci inquietanti che circolano su quel luogo. Bella e coraggiosa, è la preda perfetta per Hans-Peter, che nel frattempo ha affittato la villa per cercare di mettere le mani sul tesoro di Escobar. E sulla ragazza. Ma Cari Mora ha doti sorprendenti, un'intelligenza fuori dal comune e innanzitutto è una sopravvissuta. Nessuno scrittore contemporaneo è mai riuscito a evocare nei lettori in modo tanto vivido e terrificante quei mostri annidati nelle crepe sottili che si creano tra il desiderio dell'uomo e la sopravvivenza della donna. Cari Mora , sesto romanzo di Thomas Harris, segna il grande ritorno del maestro americano. -
Faccio la mia cosa
Il primo libro del rapper più colto, autorevole e seminale della discografia italiana, la doppia genesi dell’autore di Quelli che benpensano e del genere musicale che ha dato e dà voce alle speranze, i tormenti, le battaglie sociali e personali di intere generazioni di ragazzi e ragazze sparsi in tutto il Pianeta.rnÈ il 1992 e il secondo millennio è ormai agli sgoccioli quando in radio debutta un pezzo rap destinato a diventare un classico istantaneo: si tratta di Fight da Faida, le cui rime impegnate e corrosive sono destinate a cambiare l’idea di musica di denuncia sociale. Quasi trent’anni dopo, il suo autore, Frankie hi-nrg mc – al secolo Francesco Di Gesù – è considerato uno dei numi tutelari del rap italiano. Oggi per la prima volta si racconta, dall’infanzia nomade al seguito dei genitori alla scoperta della musica e all’incisione del primo disco; ma Frankie hi-nrg mc ricostruisce anche le tappe cruciali di un’altra storia, quella che negli stessi anni si gioca dall’altra parte dell’oceano, a New York, dove un gruppo di musicisti autodidatti sta dando vita a un sound completamente nuovo, fabbricando fisicamente la strumentazione necessaria per mixare pezzi diversi e inventando la cultura hip hop: grazie a un rivoluzionario sistema di qr-code, potranno essere ascoltati in diretta classici e perle meno conosciute del rap. rnDue strade che sembrano correre parallele e che invece sono convergenti, destinate a incontrarsi proprio nel giorno in cui Frankie hi-nrg mc dà alle stampe Fight da Faida, il disco che ha sdoganato il rap impegnato nel nostro Paese, e che ha consegnato il suo autore alla storia della musica italiana. -
Arcana. Il castello dei destini sbagliati
Colto appassionato di esoterismo, misticismo e magia, Maurizio Temporin è riuscito nell'impresa impossibile di raccontare con una chiave nuova, eccitante e ironica il più amato e misterioso dei mazzi di carte, quei tarocchi tanto cari alla nostra migliore letteratura fantastica, da Italo Calvino a Dino Buzzati.rn«Tutti voi se volete potete andarvene...» ribadì il vecchio cieco col massimo della serietà «ma quello che vi sto offrendo qui... non lo troverete da nessuna parte là fuori» li indicò uno a uno sbagliando notevolmente le loro posizioni, ma nessuno rise. «Tutti voi avete avuto delle vite difficili, lo so bene. Anche io sono una cosa vecchia e rotta. Ma se vi dicessi che so come cancellare i momenti bui che vi hanno distrutti, se vi dicessi che posso insegnarvi a cambiare persino il passato... allora rimarreste?»rnI tarocchi sono sempre stati usati per conoscere il futuro, ma se qualcuno sapesse usarli per cambiare il passato? Una ballerina di tango che non sente il dolore, un chirurgo estetico col debole per il gioco d'azzardo, una ragazzina misantropa, uno stunt-man masochista e un wedding planner dalla doppia personalità. Cinque sconosciuti, cinque persone troppo ferite e sole, disposte a tutto pur di ricucirsi addosso una speranza… Anche ad accettare misteriosi inviti, come quello di Ermete, un anziano in sedia a rotelle che vive in un castello tra le nebbie del Nord Italia. Il vecchio, che sostiene d'essere un mago, li ha scelti per farli diventare personificazioni di altrettanti Arcani Maggiori, allo scopo di creare un vero e proprio mazzo vivente, capace di modificare gli eventi. Ospiti e prigionieri della sua follia scopriranno fin dove sono disposti a spingersi pur di rimediare ai loro errori, anche a costo di non capire più quali siano i confini tra realtà e immaginazione. -
L' inverno sta arrivando. Il mondo medievale de «Il trono di spade»
Cosa succede se una studiosa di letteratura e cultura medievale si mette a guardare Il Trono di Spade e a leggere Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco?rnIl ""Trono di spade"""" è un fenomeno planetario: che si tratti del ciclo di romanzi di George R.R. Martin, o della spettacolare serie tv che ne è derivata, ovunque - sui giornali, nei blog online, nelle conversazioni tra appassionati - fioriscono le discussioni. Perché Westeros non ha ancora visto una rivoluzione industriale? L'astronomia è in grado di spiegare le peculiarità climatiche del continente e i suoi imprevedibili solstizi? Ma soprattutto: a cosa si è ispirato l'autore per creare il suo universo, dal sapore inequivocabilmente """"medievale""""? All'ultima domanda risponde Carolyne Larrington, studiosa di antiche saghe, e questo libro è il risultato di ciò che succede quando i medievisti appassionati del """"Trono di spade"""" si riuniscono, dibattendo su cosa abbiano in comune Westeros ed Essos con il mondo medievale storico, ma anche con il mondo assai più vivido e arcano dell'immaginario medievale. Carolyne Larrington ha cercato e raccolto i miti e le leggende che hanno acceso l'immaginazione di Martin, e qui li racconta, trascinando il lettore in un viaggio tra un Oriente esotico e oscuro e i boschi incantati delle saghe norrene, popolate di folletti, giganti, e, ovviamente, draghi. Dagli Estranei alla Donna Rossa, da Castel Granito al Mare dei Brividi, un'indispensabile guida alle fonti storiche che hanno ispirato la più grande creazione fantasy del ventunesimo secolo."" -
Ancillary. Justice-Sword-Mercy. Trilogia Imperial Radch. Titan edition
Un'immensa astronave distrutta. Un'intelligenza artificiale intrappolata in un corpo umano. Un lungo viaggio verso la vendetta. rnSu un lontanissimo pianeta coperto di ghiaccio, Breq sta per recuperare l'oggetto di cui è in cerca da tempo – un prezioso manufatto costruito dall'inconoscibile e temutissima specie aliena Presger –, quando si imbatte in un corpo semiassiderato nella neve.rnÈ Seivarden Vendaai, una persona che Breq credeva morta da mille anni. Perché Breq non è ciò che sembra: diciannove anni, tre mesi e una settimana prima di quel giorno era la Justice of Toren, una gigantesca astronave da trasporto truppe in orbita attorno al pianeta Shis'urna insieme alle sorelle Sword e Mercy. Come tutte le navi dell'impero Radchaai, la Justice è un'intelligenza artificiale che controlla ancelle umane. Ma ora la Justice è stata distrutta e della sua coscienza pensante è rimasto solo un frammento: Breq. Chi l'ha devastata ha portato via tutto ciò che le era più caro; solo due cose le rimangono: un fragile corpo umano nel quale sta imparando a nascondersi e un'inesauribile sete di vendetta. Il suo obiettivo è Anaander Mianaai, Lord del Radch, la creatura semi-immortale che da tremila anni detiene il potere assoluto sull'impero grazie alle sue migliaia di corpi interconnessi. Già considerata un classico del genere, la premiatissima trilogia Ancillary disegna un universo estremamente originale e ricco di particolari spiazzanti, tanto complesso quanto coerente: un sistema nel quale le intelligenze artificiali si appassionano alla musica polifonica e sono ossessionate dal tè, mentre le differenze di genere non hanno senso. Ann Leckie esplora con incredibile immaginazione le sottigliezze psicologiche, i pregiudizi razziali, le passioni politiche e religiose dei suoi personaggi. Ma soprattutto fa ciò che da sempre fa la grande fantascienza: accompagnare il lettore, tra gigantesche battaglie interplanetarie e viaggi spaziali, alla scoperta di nuovi mondi, dove nessuno è mai giunto prima. -
Cracking
Un uomo in rivolta nella fabbrica dei veleni e degli inganni.rnUn gran bel cracking, ci vorrebbe. Scomporre tutto, pensa, ricondurre le cose a se stesse, più leggere, liberandone i nuclei, materia vivente e inanimata, gli elementi selvaggi di cui siamo fatti.rnCeleste Vanni ha lavorato per una vita, quasi una vita, al Petrolchimico di Porto Marghera, e lì nello spettacolare scenario di una delle più grandi industrie del mondo, produttrice di ricchezza e di morte, tra rovine spettrali e reparti in metamorfosi, tra i quali il ""cracking"""" in cui si spaccano le molecole, solo e isolato Celeste continua a vivere, a contare i morti, a raccontare storie di lotta e malavita, e a lasciarsi visitare da infiammati pensieri di giustizia. Gli è accanto, quasi figura di nebbia, la moglie Rosi, che, attraverso il filtro del tempo, gli appare indomita e dolcissima, a rammentare, senza nostalgia, quando esisteva una forte classe operaia, esistevano parole d'ordine fiere e condivise, ed esisteva anche il monte Civetta a promettere il conforto di fughe in altezza. E anche ora, mentre la fabbrica giace, """"smoke on the water"""", davanti alla laguna, Celeste pensa a un gesto che ha a che fare con l'altezza. Lui e la ciminiera incisa come un allarme nel cielo della notte: si arma di zaino, di corde, e sale, sale, sale, fin dove si può vedere in lontananza la cima pallida e rocciosa. Che cosa ha in mente? Che cosa ha da opporre al silenzio, alla rassegnazione, al vuoto? Cosa può fare un uomo solo? Mentre l'alba si avvicina, lungo la parabola della notte, torna la vita vissuta, tornano le promesse fatte, e, tornito nel buio, prende forma un gesto di rivolta, perché là sotto, da Venezia all'Europa, nella distesa del tempo bisogna decidere: se la Storia è davvero finita o è appena cominciata."" -
Il canto dell'ippopotamo
"Il canto dell'ippopotamo"""" è il racconto nitido e senza filtri di uno scrittore e della ricerca di se stesso e della propria poetica, quando """"letteratura e destino esistevano e avevano un significato persino frastornante"""", la confessione a cuore aperto di un'anima che ha saputo affrontare il Male Oscuro, e vincerlo.rnVent'anni da sentivo che il mio destino era la letteratura, posso giurarlo, e per quel destino e una gloria che sarebbe arrivata probabilmente postuma valeva la pena sacrificare la vita intera.rnrnrnEsiste per tutti un momento in cui la vita si decide. A volte ha i colori del dramma, altre il rombo della gioia, ma nel primo come nel secondo caso quell'istante segna la sterzata capace di farci diventare chi dobbiamo essere. Il momento in cui la vita di Alberto Garlini si decide è una sera di fine millennio, quando a una lettura pubblica incontra Pierluigi Cappello, il poeta delle """"parole povere"""". Garlini è in un momento complesso della vita - ha una laurea in Giurisprudenza in tasca e la certezza che non sia quella la sua strada - e in Cappello trova un gemello di anima unico, presto indispensabile. La loro amicizia, fatta di scambi di versi a notte fonda, vino e feste di provincia, segna per entrambi la scoperta che la letteratura, e soprattutto la poesia, è un modo di stare al mondo, di vivere, perfino di respirare. Quella manciata di anni carbonari sono per Alberto Garlini anche l'inizio di un'odissea fisica e spirituale in giro per l'Italia, alla ricerca di un equilibrio spezzato, di un'identità letteraria, di una pacificazione a lungo creduta impossibile, tra entusiasmi e cadute qui raccontati senza pelle, con tenerezza, onestà e feroce ironia. Ma rivisitando i suoi ricordi, Garlini capisce che per quella sofferenza che vent'anni prima gli lacerava la carne oggi prova un'infinita nostalgia, che sofferenza e infelicità furono il suo modo di essere giovane, e che gli sprazzi di luce che talvolta gli davano tregua gli permisero di illuminare almeno una parte del mistero della vita che ci sta intorno. Perché, se si è in grado di pagare il prezzo di essere ciò che si è, la vita può essere un paradiso, o ciò che più si avvicina al paradiso."