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L'affaire 7 aprile. Un caso giudiziario tra anni di piombo e terrorismo globale
La clamorosa inchiesta del 7 aprile 1979 sulla sinistra extraparlamentare ha inciso profondamente su storia e memoria dell'Italia repubblicana dagli anni di piombo a oggi. Con questo libro trova finalmente una sua ricostruzione storica, svolta su documenti originali. Il 7 aprile 1979 una serie di clamorosi arresti colpì militanti della sinistra extraparlamentare, tra cui intellettuali che avevano fatto la storia di quel comunismo eretico espresso da gruppi sovversivi come Potere operaio e Autonomia operaia. Firmò gli ordini di cattura il magistrato Pietro Calogero della procura di Padova, città dove imperversava la violenza autonoma e dove insegnava il principale imputato: Antonio (Toni) Negri, pensatore politico e teorico del sabotaggio anticapitalista. Partito dalla provincia veneta, il 7 aprile diventò un caso nazionale in cui i ""cattivi maestri"""" di una cultura politica ribelle erano accusati di aver tirato i fili della lotta armata fino a dirigere il rapimento e l'omicidio di Aldo Moro nel 1978. Loro, i sovversivi, nella stragrande maggioranza dei casi non negavano di essere tali. Addebiti specifici a parte, la loro autodifesa passava essenzialmente attraverso un assunto: che l'inchiesta mirasse a criminalizzare una generazione politica. Da questo duello intorno ai principî-chiave dello Stato repubblicano – il dovere di difenderlo, il diritto di contestarlo – scaturisce una complessa vicenda politica e giudiziaria che ha attraversato la Guerra fredda ed è giunta fino ai giorni nostri, intrecciandosi con le urgenze securitarie dell'antiterrorismo globale."" -
La tortura
Henri Alleg nel 1957, al culmine della guerra in Algeria, è il direttore del quotidiano comunista «Alger républicain», dalle cui colonne denuncia i metodi brutali degli occupanti. Quando il giornale viene dichiarato fuorilegge è costretto a darsi alla clandestinità. Alleg è cittadino francese, cresciuto a Parigi e trasferitosi in Algeria per prendere parte a una lotta che sente appartenergli. Eppure, alla sua cattura, l'esercito francese, per ottenere informazioni sulla rete di contatti della resistenza, non esita a sottoporlo al trattamento che toccava a tutti i militanti anticolonialisti catturati: waterboarding, elettroshock, ustioni in ogni parte del corpo. Molti non ne uscivano vivi. Alleg non solo ne esce vivo ma con lui sono sopravvissute anche le sue parole, scritte nelle condizioni estreme della prigionia, fatte trapelare di nascosto, e cariche di una potenza che ancora oggi non ha pari. Con una postfazione storica di Caterina Roggero sulla guerra d'Algeria. Introduzione di Jean-Paul Sartre. -
Storie naturali
Le Storie naturali di Primo Levi uscirono nel 1966 con lo pseudonimo di Damiano Malabaila. Fu la casa editrice a suggerire all'autore una qualche presa di distanza da questi racconti fantascientifici apparentemente cosí lontani dai due libri di Levi pubblicati in precedenza: Se questo è un uomo e La tregua. Oggi che finalmente sappiamo distinguere il testimone dallo scrittore, i racconti delle Storie naturali, come già quelli del Sistema periodico, sono destinati a crescere nella considerazione dei critici e dei lettori. È un libro di invenzioni geniali, di incredibili premonizioni, di punti di vista capovolti, di giochi linguistici molto divertenti. Però, a leggerli cosí come li leggono i curatori di questa edizione, si potranno trovare momenti inquietanti nei quali gli incubi del Lager tornano in forme nuove. Un grande libro del Novecento per celebrare al meglio i cento titoli della collana «Letture Einaudi».«I quindici ""divertimenti"""" che compongono questo libro ci invitano a trasferirci in un futuro sempre piú sospinto dalla molla frenetica del progresso tecnologico, e quindi teatro di esperimenti inquietanti o utopistici, in cui agiscono macchine straordinarie e imprevedibili. Eppure non è sufficiente classificare queste pagine sotto l'etichetta della fantascienza. Vi si possono trovare satira e poesia, nostalgia del passato e anticipazione dell'avvenire, epica e realtà quotidiana, impostazione scientifica e attrazione dell'assurdo, amore dell'ordine naturale e gusto di sovvertirlo con giochi combinatori, umanesimo ed educata malvagità. L'autore è un chimico, e la sua professione traspare nell'interesse per come sono fatte le cose dentro, per come si riconoscono e si analizzano. Ma è un chimico che sa le passioni umane non meno di quanto sappia la legge dell'azione di massa, e smonta e rimonta i segreti meccanismi che governano le vanità umane, ammiccando dalle ironiche allegorie, dalle sorridenti moralità che ci propone.» (dal risvolto di Italo Calvino per la prima edizione, 1966)"" -
Il Re del gelato
«Prima di Sabbia nera Vanina era a Catania già da un anno e aveva risolto altri casi. Ho pensato di raccontarvene uno» (Cristina Cassar Scalia). rnArrivata da poco a Catania, Vanina sta facendo conoscenza con la città quando le piomba addosso un caso delicato, di quelli che richiederebbero anche un po’ di tatto. Non proprio la sua dote principale. rnPrima qualche pillola dentro vaschette di gelato, poi un omicidio. Questo è solo l’inizio di un mistero parecchio strano che il vicequestore aggiunto Giovanna Guarrasi, detta Vanina, palermitana tornata in Sicilia dopo un periodo alla questura di Milano, è chiamata a risolvere. Per fortuna attorno a sé ha una squadra di gente in gamba, collaboratori preziosi che nonostante il suo carattere spigoloso hanno imparato subito ad apprezzarla. A fare il resto ci pensano l’istinto e il metodo investigativo che segue da sempre: scavare nel passato delle vittime. -
I cura cari
La prima volta che non l'ha riconosciuto erano seduti l'uno accanto all'altra. Si è girata verso di lui e gli ha chiesto chi fosse, con lo stesso tono che usa quando chiede una caramella. Da quel giorno Marco si è trovato davanti una nuova madre, che va perdendo la memoria ma non l'ironia. E se l'amore è sempre fatto di sfumature, gesti e persino omissioni, quello tra una madre affetta da Alzheimer e il figlio che si prende cura di lei può essere un amore nuovo, spinoso, creativo e testardo come nessun altro. I cura cari è un romanzo poetico, anzi un romanzo-pugno e un romanzo-carezza, capace di commuovere e di farci sorridere nello stesso rigo. Un libro innamorato, scritto da chi si è trovato senza bussola e ha cercato una via per raccontare la sua storia, trasmettendo una forma rara di serenità e conciliazione con la vita. «Da fuori sembra tutto normale: il cognome sulla porta, il campanello dorato, un vecchio portaombrelli e uno zerbino con la scritta Welcome. Dentro è una realtà parallela dove le cose smettono di essere cose. Con quelle cose animate, con quelle cose vive, lei ci parla». -
La tribù degli alberi
C'è una voce che sale dal bosco: è quella di un vecchio albero che vive lí da sempre, e adesso vuole dire la sua. Perché anche le piante hanno una personalità, delle passioni, ciascuna ha un proprio carattere. Cercano sottoterra per guardare il cielo. Si studiano, si somigliano, si aiutano. La tribú degli alberi è una storia emozionante e avventurosa, vivacissima e millenaria. Che ci riguarda tutti da vicino e che nessuno meglio di Stefano Mancuso poteva raccontare. E se chi dice «io» avesse centinaia, forse migliaia di anni? Intorno a Laurin, nei secoli, si è svolta la storia di una intera comunità, e lui ora – con le radici ben salde nel terreno e la chioma ancora svettante nonostante l'età – ne ripercorre le vicende, le incomprensioni, le feste, i dubbi e le promesse. Le piante si organizzano in clan: c'è quello dei Cronaca, seri e coscienziosi, imbattibili nel raccogliere informazioni. Ci sono i Terranegra, i piú numerosi, originali e colorati, diversissimi tra loro. I temibili Gurra, alti e imponenti, sono taciturni (anche se al tramonto è facile sentirli cantare). I Guizza sciolgono i nodi delle scelte, pesano le decisioni e studiano i tramonti – mentre i Dorsoduro, instancabili scienziati, sono addirittura in grado di manipolare la percezione della realtà. Nella tribú degli alberi nascono amicizie speciali e legami indissolubili, qualcuno deluderà i compagni e qualcun altro li salverà. Una cosa li accomuna però: possono scegliere, e costruire un giorno dopo l'altro – se solo glielo permettiamo – il futuro del mondo in cui tutti abitiamo. Nessuno meglio di Stefano Mancuso ha saputo raccontare il regno vegetale, ma qui c'è la scoperta di una forma nuova, che coniuga la vivacità dell'apologo al rigore scientifico. Cimentandosi per la prima volta con la narrativa, il celebre botanico ha scritto una storia per tutte le età. -
Scritti politici
In queste pagine il lettore scoprirà un sorprendente filosofo civile che ha guardato con occhio acuto, talora scanzonato e apparentemente ironico, la crisi dell'Italia di provincia, di una classe politica che si spaccia per grande esperta e spesso è solo alla disperata ricerca di un posto al sole. Attraverso una riflessione sempre piú amara e tagliente, Carlo Levi delinea cosí i deficit culturali di un paese che si crede moderno e che, invece, mostra tutte le proprie inadeguatezze.Un «diario» lucido dell'alienazione collettiva elaborato nell'inverno piú buio del Novecento, quando la parola Europa significava «nuovo ordine europeo», e che, scandito al ritmo dell'espansione del nazismo su tutto il continente, ha la stessa forza argomentativa e comunicativa delle pagine che negli stessi anni vengono scritte dai piú lucidi esponenti dell'opposizione ai totalitarismi. -
Fuoco grande
Silvia ritorna a Maratea dopo lungo tempo, accompagnata da Giovanni, con cui ha una relazione. Ad attenderla, però, c'è un segreto di famiglia fino ad allora assai ben conservato. Con un procedimento davvero originale per la nostra letteratura, Cesare Pavese e Bianca Garufi raccontano, a capitoli alterni, il punto di vista di Giovanni e quello di Silvia. I fatti sono i medesimi, le versioni divergono. Fuoco grande è, al tempo stesso, un esperimento di narrazione, l'indagine del diverso modo di percepire le cose che hanno i sessi e un romanzo incompiuto eppure perfetto perché s'interrompe a segreto ormai svelato, quando il complesso nodo che lega i personaggi ha avuto piena espressione. Con l'introduzione di Mariarosa Masoero, la nota al testo, la nota biografica, la bibliografia, la ricezione critica, un'appendice di testi e due disegni di Cesare Pavese. -
Racconti dimenticati
Appuntamento, Una storia d'amore, Due sposi molto giovani, Il figlio, Le due sorelle, La moglie brutta, Lettere d'amore, Peccati, e molti altri: il libro raccoglie i racconti giovanili non compresi nello Scialle andaluso, una scelta di storie e novelle disperse in giornali e riviste, e un gruppo di «aneddoti infantili» che la stessa Morante progettava di pubblicare. Un caleidoscopio di storie, un prezioso laboratorio per i grandi romanzi futuri in cui già fanno la loro comparsa, intrecciandosi, fulminee istantanee di vita, racconti di metamorfosi e di demenze, allegri ricordi giovanili. Completa questa edizione il racconto ritrovato tra le carte della scrittrice, In peccato mortale, dove l'atmosfera e il paesaggio nei quali si muove Antonina, la protagonista, ricordano quelli della Ciociara di Alberto Moravia. -
Io sono il Libanese
Roma, 1976. Un anno prima che tutto accada. Il Libanese freme. Il Libanese ha tre amici, Dandi, il Bufalo, Scrocchiazeppi. Passa con loro da un colpetto all'altro, tiene le armi delle altre bande. Il Terribile, che aspira a diventare il capo dei capi, tratta lui e gli altri pischelli come miserabili. Ma il Libanese non è uno dei tanti. Il Libanese ha un sogno. Un sogno ancora troppo grande per lui. Poi, una sera, il Libanese incontra Giada. Lei è bella, ricca, inquieta. Lei vuole cambiare le cose. Lei vuole fare la rivoluzione. Giada appartiene a un altro mondo. Il Libanese ne è stregato. E nello stesso tempo comincia a intuire che proprio da quel mondo potrà venire l'idea che gli permetterà di rendere il suo sogno una realtà. È grazie a lei, inconsapevole guida, che il Libanese penetra nel mondo dei ricchi, prima come pusher di un grande artista schiavo dell'eroina, e poi organizzando, con i suoi compari, un primo sequestro di persona (preludio di quello che segnerà, appena pochi mesi dopo, la nascita della Banda): il sequestro di un ricchissimo palazzinaro, padre di Sandro, l'amico del cuore di Giada... -
I bimbi sperduti
Sotto la forma principale di vademecum dedicato ai bambini, questo libro è un gesto di speranza. Ma nello stesso tempo in cui si auspica un mondo futuro migliore, si descrive tutta l'insofferenza verso quello presente, fatto di logiche, regole e tempi non a misura d'uomo. Il livello satirico e quello sentimentale sotterraneo convivono in un movimento sussultorio, con picchi di divertimento e di amarezza alternati, o ancora più spesso intrecciati insieme. Tutto questo grazie a una lingua sempre sorprendente, che mescola tutto e di più: dal linguaggio infantile alle citazioni colte, dalle invettive ai giochi di parole. Un funambolismo verbale che si coniuga a un istrionismo di tipo teatrale con effetti comici ma anche spaesanti, stranianti, in grado di riprodurre come pochi altri testi contemporanei il caos dei sentimenti e della vita. -
La fine degli amori. E altri addii che trasformano la nostra vita
«Ci piacerebbe che la rottura fosse un taglio netto. Preciso e chirurgico, d’un sol colpo, come la sciabola che decapita. Invece la rottura è una lacerazione». In un’epoca segnata dal culto della perfezione e della solidità a tutti i costi, la filosofa francese Claire Marin ci ricorda che un legame che finisce è sempre uno strappo doloroso, che siamo tutti esseri spezzati. È questo a renderci umani. La nostra vita è scandita dall’esperienza della perdita. Gli amori, le amicizie, i lavori, le situazioni, le vite stesse: tutto finisce. E in questi frangenti le nostre certezze sono scombussolate, la «carne del mondo» si squarcia. Ma queste inevitabili esperienze vanno coniugate con la nostra identità, che solo all’apparenza è unitaria e costante. Ci costringono a fare i conti con l’insicurezza inerente all’esistenza, a lavorare con le macerie di ciò che credevamo di essere e a vivere, davvero. -
La vita intima
Maria Cristina Palma ha una vita all’apparenza perfetta, è bella, ricca, famosa, il mondo gira intorno a lei. Poi, un giorno, riceve sul cellulare un video che cambia tutto. Nel suo passato c’è un segreto con cui non ha fatto i conti. Come un moderno alienista Niccolò Ammaniti disseziona la mente di una donna, ne esplora le paure, le ossessioni, i desideri inconfessabili in un romanzo che unisce spericolata fantasia, realismo psicologico, senso del tragico e incanto del paradosso.rnNiccolò Ammaniti è ritornato più cattivo, divertente e romantico che mai. -
Il manoscritto. Il ritorno della detective Hanne Wilhelmsen
Un prezioso libro perduto, una giovane editor, un corpo sfigurato. E il ritorno della detective più celebre del noir nordico, Hanne Wilhelmsen, alle prese con l’infido mondo dell’editoria. Per Hanne Wilhelmsen, costretta da tempo in sedia a rotelle e da anni in uno stato di esilio autoimposto, le strade rese silenziose dalla pandemia sono un dono. Oslo è di nuovo la sua città. Così quando l’agente Henrik Holme le chiede aiuto per un caso – una donna è stata ritrovata nuda nel bagagliaio di un’auto, il corpo intatto, il viso irriconoscibile – Hanne accetta. Nel frattempo la giovane editor Ebba Braut deve rintracciare l’inestimabile manoscritto perduto dell’autrice più celebre e venduta del Paese. E anche lei finisce per rivolgersi a Hanne Wilhelmsen, che ha recentemente proposto il suo primo romanzo poliziesco alla sua casa editrice. Così, proprio mentre il mondo si ripiega su sé stesso, Hanne torna alla vita, e a quel che sa fare meglio di chiunque altro: indagare. E scoprire i colpevoli. -
Contagi. Le malattie e il corso della storia umana
La monumentale ricostruzione del ruolo decisivo e paradossale delle malattie nello sviluppo delle civiltà umane in un esemplare intreccio di storia sociale, biologia, genetica, geografia ed economia. Kyle Harper ci spiega perché vi sia un gruppo di malattie pericolose per l'umanità cosí radicato in profondità nel nostro passato evolutivo e perché la sua crescita sia accelerata dal progresso tecnologico. Dimostra come la storia delle malattie sia connessa con la storia della schiavitú, del colonialismo e del capitalismo, rivelandoci gli effetti duraturi delle epidemie del passato negli andamenti di prosperità, salute, potere e disuguaglianza. E ci racconta come l'umanità sia riuscita a evitare alcune malattie infettive, un successo che ha reso possibile la vita per come la conosciamo, ma che destabilizza l'ambiente favorendo nuove patologie. Con sguardo panoramico, il libro traccia il ruolo delle malattie nel passaggio all'agricoltura, la diffusione delle città, l'avanzare dei trasporti e l'eccezionale incremento della popolazione umana. Harper offre una nuova interpretazione del percorso intrapreso dall'umanità per controllare le malattie infettive, mentre l'evoluzione di nuove minacce si oppone al progresso umano e gli effetti devastanti della modernizzazione contribuiscono a grandi disuguaglianze tra le diverse società. La salute umana è globalmente interdipendente e inseparabile dal benessere del nostro pianeta e Harper, mettendo in prospettiva la pandemia di Covid-19, racconta la storia passata della nostra specie per aiutarci a decidere il nostro futuro. -
L' Europa e il mondo atlantico (1350-1750)
Tra il 1350 e il 1750 il mondo atlantico fu uno spazio di comunicazione tra Europa, Africa e Americhe: l'oceano Atlantico si trasformò da area di confine e di totale separazione fra i tre continenti in uno spazio fondamentale di scambi economici e culturali. Fino al XV secolo, africani, americani ed europei non sapevano nulla dell'esistenza degli altri due «mondi» e dei loro abitanti. Nell'area mediterranea arrivavano al massimo alcuni schiavi neri e vaghe notizie dei regni del Sudan portate dagli ebrei e dai musulmani nordafricani. Con l'epoca delle grandi scoperte transoceaniche, una serie di attività e di eventi congiunturali decisivi misero in moto la secolare espansione dell'Europa. I cinque paesi occidentali del «Vecchio Mondo» assoggettarono il «Nuovo Mondo» e integrarono l'Africa occidentale in un sistema commerciale finalizzato soprattutto a rifornire l'America di schiavi africani: l'America si popolò più di schiavi africani che di europei. L'Atlantico si trasformò in una sorta di mare interno tra la vecchia Europa e i nuovi territori europei d'oltreoceano e il loro comune partner commerciale, l'Africa occidentale. -
Invecchiare al tempo della rete
Nel dicembre del 1968 Natalia Ginzburg scrisse un breve saggio intitolato La vecchiaia. Ginzburg a quei tempi aveva 52 anni e tutto il testo è attraversato da un doppio tono: quello profetico, una sorta di manualistica sentimentale su come salvarsi, su come provare a non diventare vecchi dentro un percorso ineluttabile, e quello legato all’accettazione dolorosa della propria decadenza connessa al tempo: un tempo implacabile, che sarà uguale per tutti. Le parole della scrittrice rimangono parole del secolo scorso, fuori da qualsiasi schema digitale, e il digitale è invece la grammatica di questo tempo. Lette oggi restano intatte nella loro bellezza e profondità ma reclamano alcuni aggiustamenti e qualche nuova domanda. Come si diventa vecchi oggi? Nessuno è diventato vecchio su internet, almeno finora. Sono passati venticinque anni da quando tutto è cominciato e la rete ha avvolto le vite di molti. In ogni caso, ovunque nel pianeta, e ogni giorno di piú, le persone invecchiano su internet, dentro un luogo differente da quello in cui invecchiavano prima. Una landa inedita, in buona parte inesplorata. -
Sette brevi lezioni sullo scetticismo
La complessità del mondo genera ansia. Spesso dobbiamo prendere posizione su questioni che non conosciamo; o incontriamo culture o religioni con valori lontani dai nostri. Nel primo caso può accadere che, privi degli strumenti per orientarci, fatichiamo a formarci un parere. Nel secondo caso possiamo piú facilmente avere un'opinione, ma rischiando di ricadere senza accorgercene in pregiudizi che alimentano diffidenza o intolleranza. Qualche esempio: i vaccini sono davvero pericolosi? È meglio il sistema di votazione proporzionale o maggioritario? Dobbiamo lasciare i crocefissi nelle aule? Forse è ora di imparare ad applicare lo scetticismo. Sesto, detto Empirico, fu il primo, nella cultura occidentale già nel II secolo d.C., a dirsi scettico. Il suo suggerimento era quello di esercitare la skepsis – parola che in greco, la lingua in cui scriveva, significa semplicemente indagine, ricerca – e dopo di che comportarci in base a come le cose ci appaiono, sapendo bene che ad altri potrebbero apparire diverse. In sette brevi lezioni, questo libro ci aiuta a saperne di piú. -
La cura dell'acqua
Tre ragazze, tre sorelle. Grace, Lia e Sky vivono in un luogo da sogno, un'isola di pace dove splende sempre il sole. Al sicuro. Perché oltre il mare, oltre l'orizzonte, si nascondono insidie mortali: gli uomini. È dalle loro tossine che i genitori hanno sempre protetto le figlie, sottoponendole a duri allenamenti quotidiani per scongiurare quella terribile minaccia che incombe su ogni donna. Sono forti, Sky, Lia e Grace, ma con l'arrivo inatteso di tre naufraghi tutte le loro certezze vacillano. Le sorelle possiedono davvero l'antidoto per quel temibile veleno? «Che avvincente favola nera» (Margaret Atwood). King, il padre, ha pensato a tutto: il territorio delimitato con il filo spinato, le boe al largo. È proibito sfidare quei limiti, nessuno deve oltrepassare il confine – in un senso e nell'altro. Proteggere le tre figlie è la priorità assoluta: insieme alla loro madre, King si impegna perché l'ambiente in cui vivono sia puro, libero dalle tossine che infettano l'aria al di là del mare, sulla terraferma. Una foresta in cui cercare un po' d'ombra ogni tanto, la spiaggia tutta per loro, un grande hotel in disuso che è diventato casa. Solo qui, in questa necessaria segregazione, Sky, Lia e Grace sono al sicuro. Ma il confinamento non basta. Da tutta la vita le tre sorelle si allenano quotidianamente per scongiurare la minaccia che incombe su di loro, e su ogni donna. Del resto, per quanto duri, gli esercizi imposti dai genitori sono un sacrificio più che accettabile: le sorelle ricordano bene tutte quelle donne ferite che si rifugiavano lì per farsi curare. Ricordano i segni, sui corpi e nell'anima, e quanto era difficile, anche con le premure di King e Mamma, anche con la cura dell'acqua, eliminare le tossine con cui gli uomini le avevano contaminate. Grace, Lia e Sky hanno piena fiducia nei genitori, ed è per questo che ogni giorno rinnovano la loro volontà di non allontanarsi, di non fare e non farsi domande, di ubbidire alle regole di quel paradiso rovesciato. Ma un giorno King sparisce misteriosamente e l'autorità materna comincia a incrinarsi sotto il peso della perdita. Poi, all'improvviso compaiono tre naufraghi che con la loro presenza rendono tangibile il pericolo paventato per tutta una vita. E minano ogni certezza di quel mondo in cui le sorelle hanno sempre creduto. -
La storia da dentro
Vent'anni dopo Esperienza, Martin Amis torna a prendere la parola in una fluviale «autobiografia romanzata» che, mescolando il materiale privato all'invenzione narrativa, la meditazione filosofica, il manuale di scrittura, il gossip piccante, il saggio, l'elegia e le splendide «chiacchiere sul nulla», ci restituisce il vibrante ritratto di un uomo e di uno scrittore, ma anche dei suoi mentori, amici e compagni di strada – Philip Larkin, Saul Bellow e Christopher Hitchens in testa. La «storia da dentro» di tutti loro fornisce un'efficace chiave d'accesso a una delle vene piú preziose della cultura contemporanea. «Accorato, generoso e molto commovente, che parli di paternità, d'amore o di amicizia. La storia da dentro è il miglior libro che Amis abbia scritto da anni a questa parte» (Alex Preston, «The Observer»). Se Martin Amis è da tempo uno degli scrittori piú elegantemente massimalisti dei nostri tempi, campione di una prosa sinuosa, fluviale e al tempo stesso perfettamente controllata, maestro di intrecci gargantueschi capaci di sorprenderci a ogni passo, La storia da dentro è la definitiva consacrazione del suo particolare genio. A vent'anni da Esperienza, l'autobiografia in cui ha raccontato il rapporto col padre Kingsley e i tanti traumi piú o meno attesi affrontati al volgere della mezza età, Amis riprende le fila della sua vita rimescolando ancora una volta le carte. Romanzo, memoir, zibaldone, manuale di scrittura, centone di critica letteraria: La storia da dentro riesce a essere tutte queste cose insieme, ma è soprattutto una elegiaca e struggente meditazione sull'amicizia e sulla morte, ovvero sulla morte degli amici. E qui gli amici sono il poeta Philip Larkin, il romanziere Saul Bellow e il saggista Christopher Hitchens, tre nomi (a cui andrebbero aggiunti quelli di Vladimir Nabokov, Salman Rushdie, Ian McEwan, Julian Barnes e tanti altri) la cui «storia da dentro» fornisce una preziosa chiave d'accesso a una linea, eccelsa e intransigente, della cultura contemporanea. Ad abitare le pagine di questo libro non sono però solo gli amici perduti e gli scrittori le cui opere continuano ad accompagnarci (nel caso di Martin Amis le due categorie tendono a coincidere), ma anche gli amori presenti e passati, le donne sempre desiderate e mai davvero possedute, che qui si incarnano nella figura sfuggente ed emblematica di un personaggio di finzione, Phoebe Phelps, tirannica, spregiudicata, irresistibile. Da un elegante appartamento nella Brooklyn gentrificata a un remoto villaggio sulle coste dell'Uruguay, dai fumosi uffici del «New Statesman» alle serate ad altissimo tasso alcolico nei pub della swinging London, dalla New York traumatizzata dall'11 settembre alla distopica «Tumorville» di Houston in cui si trova relegato Hitchens alla fine dei suoi giorni, dall'«esilio agreste» nel Vermont di un Bellow che va scivolando nella demenza senile all'inspiegabile autoreclusione di Larkin in uno Yorkshire «dove la nebbia perenne puzza di pesce», Amis ci conduce nei tentacolari meandri spazio-temporali di una vita che non è solo la sua, una vita che non cessa di interpellarci e destabilizzarci.