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Vampyr. Storia naturale della resurrezione
La storia dei vampiri ""veri"""", uomini e donne risorti, prima del mito letterario. Quando la resurrezione era una sciagura. C'è stato un tempo in cui i vampiri popolavano l'Europa centrorientale ed erano pronti a invadere il resto del continente. Cosí, almeno, dichiaravano i giornali, per i quali nel Natale del 1731 i morti sarebbero risorti e avrebbero deciso di muovere guerra ai vivi. Come un fulmine, la paura si diffuse in ogni dove, moltiplicando le testimonianze di aggressioni perpetrate da cadaveri animati, che venivano poi scoperti indecomposti nelle tombe. Unica soluzione era allora trafiggerne il cuore, tagliarne la testa e affidarne i resti a roghi purificatori, i quali avrebbero rischiarato le angosciose notti invernali d'Europa per ancora un ventennio. Fino alla primavera del 1755, quando, piuttosto che con la forza, quei personaggi infernali sarebbero stati sconfitti con l'astuzia. Il vampiro sarebbe, cosí, entrato nel mito letterario, che dopo quasi un secolo e mezzo di incubazione, avrebbe dato forma alla figura di Dracula. Risalendo il corso del tempo, questo libro indaga le origini europee della credenza nei vampiri, della quale gli eventi del XVIII secolo furono solo una tardiva manifestazione. Da tal punto di vista, se essi e le successive rielaborazioni letterarie corrispondono alla preistoria del vampirismo à la Dracula, il volume rivela la preistoria della preistoria di Dracula. Un passato remoto, ma, per alcuni versi, tremendamente prossimo."" -
Mitezza
La mitezza, esperienza umana cosí importante, e cosí dimenticata, nella vita personale e sociale, è la piú radicalmente lontana dalla aggressività e dalla angoscia, dalla impazienza e dalla fretta, dall'orgoglio e dalla superbia, dalla indolenza e dalla indifferenza, dalla distrazione e dalla sicurezza di sé. La mitezza sconfina nella gentilezza e nella tenerezza, nella timidezza e nella bontà, nella nostalgia e nella amicizia. È questa una riflessione filosofica, etica e politica sulla mitezza intesa come virtú sociale e quindi al servizio del singolo e della collettività. In queste pagine Eugenio Borgna svolge le sue considerazioni sulle possibili articolazioni tematiche della mitezza, che la sua vita in psichiatria gli ha fatto conoscere. Eugenio Borgna continua, con questo volume, la sua costruzione di un personale e toccante lessico delle emozioni. -
Mangiare fino all'estinzione. I cibi piú rari del mondo e perché dobbiamo salvarli
Dalle piccole pere rosse dell'Inghilterra occidentale alla carne fermentata tipica delle isole Fær Øer; dai pistacchi della Siria all'ostrica piatta della Danimarca; dalle mele di Sievers in Kazakistan al pollo nero di Yeonsan, in Corea del Sud: questi sono solo alcuni fra le migliaia di cibi nel mondo che oggi rischiano di scomparire per sempre. In questo libro accattivante Dan Saladino racconta i suoi viaggi attraverso il globo per scoprire le storie di questi rari alimenti. Ha incontrato contadini pionieristici, scienziati, cuochi, produttori di cibo e comunità indigene: tutte persone che tentano di preservare la tradizione gastronomica lottando per un cambiamento nelle azioni che la riguardano. L'intera storia umana è connessa a vicende come queste, dalle prime grandi migrazioni fino alla crisi odierna dei rifugiati. Ma Mangiare fino all'estinzione intende fare molto di piú che preservare il passato. -
La meraviglia è di tutti. Corpi, città, architetture
Un saggio appassionato sul significato della parola meraviglia nel mondo di oggi, sull'architettura, la città e il paesaggio come spazi da tornare a progettare, ascoltare e curare. La meraviglia è un'emozione capace di farci rallentare il passo, di far incespicare i nostri pensieri distratti per stimolarci a capire i luoghi che abitiamo. È il motore per costruire narrazioni comuni e forme di cura in un mondo che sta cambiando. L'architettura e il paesaggio sono stati da sempre affiancati a questo sentimento. I grandi monumenti erano realizzati per destare stupore e incutere timore, per sfidare il divino oppure per costruire un'eternità che immortalasse i suoi committenti; ma anche per contribuire alla sedimentazione di una memoria condivisa. Tuttavia l'architettura vive oggi una profonda crisi di contenuto. Il significato «pieno», tridimensionale, di meraviglia è stato soppiantato da una sua versione piatta e scolorita, dalla ricerca di uno stupore immediato. È nata così la città dei grandi centri commerciali, delle torri che bucano il cielo, dove il cittadino-consumatore vive senza alcuna consapevolezza. Molinari ci invita invece a immaginare opere con una qualità formale radicale e spiazzante, capaci di dare identità agli spazi in cui viviamo senza assecondare il narcisismo dell'archistar di turno. Un invito a tornare a osservare i luoghi con nuova attenzione, e a guardare al progetto come forma collettiva di cura delle città e del paesaggio, per affrontare le sfide di cambiamento che questo tempo sta proponendo. -
Clandestino
Un serial killer che adesca le sue vittime, donne sole e disperate, nei peggiori bar di Los Angeles. Un giovane agente di pattuglia molto ambizioso. Un’indagine torbida. Una storia sospesa tra passione e orrore, che ci conduce senza un attimo di tregua nei recessi più oscuri dell’animo umano. A Fred Underhill la vita sembra semplice: deve solo ripulire le strade della città dalla feccia, fare carriera in polizia e godersi il golf e le ragazze dopo la fine del turno. Tutto però si complica quando ritrova il cadavere mutilato di una segretaria, morta per strangolamento. A quello ne seguono altri. Sempre donne. Sempre strangolate. Un’occasione per accelerare la sua scalata al successo. Oltre che con gli omicidi è costretto però a confrontarsi con il lato meno pulito della legge: un innocente viene accusato, si suicida, il caso implode e a pagarne le spese è proprio lui. Ma Fred sa che, anche senza distintivo, il solo modo per redimersi è continuare a seguire le tracce del killer e catturarlo, se necessario seguendolo persino all’inferno… «Ellroy è il Dostoevskij del mondo scintillante di Hollywood» («Time Out»). -
L. A. Confidential
Nella città degli angeli di angelico non c’è nulla, la linea di confine che separa il crimine dalla legge è completamente svanita e i poliziotti sono marci quanto i criminali, e forse anche di più. Il romanzo che ha rivoluzionato il genere noir aprendogli le porte del nuovo millennio. Ed Exley, Bud White e Jack Vincennes sono tre anime in pena in quella bolgia che è il Dipartimento di polizia di L.A. all’inizio degli anni ’50. Ed a prima vista sembra un ragazzo pulito, che vuole fare il suo dovere; Bud è il classico sbirro cattivo che si diverte a fare retate ai festini delle celebrità di Hollywood e a prendere mazzette per non spifferare tutto; mentre Jack è un uomo tormentato dai fantasmi violenti del suo passato. Il caso di un pestaggio a sangue in cella, opera di agenti ubriachi, svelerà gli sporchi segreti su cui si fondano le loro carriere di detective, trascinandoci in una spirale di morte, potere e corruzione. Un gorgo da incubo in cui nessuno, vittime e aguzzini, può dirsi pulito e dal quale nessuno è sicuro di poter uscire vivo. «Ellroy è uno scrittore funambolo, il suo stile noir ruvido e asciutto colpisce duro come una mannaia ma è preciso come uno scalpello» («Chicago Tribune»). -
Prega detective
Il primo romanzo di James Ellroy. E ovviamente al centro non possono che esserci Los Angeles e i relitti umani che la affollano, come il detective Fritz. La sua vita sembra scorrere dritta su un binario morto, quando gli si presenta l’occasione di riaprire un vecchio caso, riabilitarsi agli occhi della società e forse trovare anche l’amore. Il detective Fritz Brown viene ingaggiato da Fat Dog Baker per indagare su sua sorella e su un vecchio uomo d’affari che la mantiene. Baker ha la faccia da psicopatico, dice di fare il caddie, anche se ha troppi soldi in tasca per essere uno che porta mazze da golf: un tipo poco raccomandabile insomma. Ma Fritz intuisce che quel tipo poco raccomandabile può diventare la sua ultima occasione per dare un senso a un’esistenza impazzita. Baker infatti nasconde qualcosa, una vecchia faccenda che sarebbe meglio non riaprire, sepolta sotto cumuli di segreti, morte e dollari. Una faccenda che rischia di tramutarsi in un incubo senza via di scampo. «Una scrittura dura e piena di guizzi. Ellroy ci trascina in un complicato intrigo senza perdere un colpo» («The New York Times»). -
White jazz
Il crepuscolo degli anni ’50 a Los Angeles ha il volto del tenente Dave Klein: estorsione, omicidio, mazzette, pestaggi, tutte procedure nella norma per lui. Quando però i federali decidono di aprire un’indagine sulla corruzione in tutto il Dipartimento, la situazione precipita... Il tenente Klein è la mela marcia perfetta, troppo succulenta perché l’Fbi se la faccia scappare. Non c’è colpa di cui non si sia macchiato, non c’è collusione criminale che non lo riguardi, e adesso rischia di dover espiare tutti i suoi peccati. Perché più in alto ci sono interessi troppo grandi che non possono essere toccati: pezzi grossi, politici locali e boss che controllano lo spaccio di stupefacenti in città. Klein deve pagare il conto per se stesso e anche per loro. E deve pagarlo con la vita. Ma non darà via la pelle tanto facilmente, cercherà di scamparla in ogni modo, servendosi di tutta la malvagità di cui è capace. La sua è una discesa negli inferi in cui lo seguiamo girone dopo girone, scoprendo un mondo sotterraneo dove a farla da padrone sono l’avidità, la perversione e l’ambizione più sfrenata e mostruosa. «“White Jazz” è opera di uno dei grandi scrittori americani del nostro tempo» («Los Angeles Times Book Review»). -
I ragazzi di sessant'anni
Quello che hai tra le mani è un piccolo romanzo luminoso che ti farà ridere e commuovere. E scoprire con che passo la malinconia e la comicità possano andare a braccetto. Un po' come capita nell'amore, ti sembrerà, leggendolo, di guardarti allo specchio, di riconoscere le tue paure e i tuoi desideri, di vedere il tuo passato, presente e futuro. Perché quei ragazzi di sessant'anni che leggono senza occhiali e vanno in scooter anche d'inverno, che la sera vorrebbero bersi un prosecco con gli amici anche se «a un certo punto della vita gli aperitivi tendono a diradare», che hanno mogli e figli capaci di spiazzarli, idee vive sotto la pelle e un'energia testarda con cui prendere di petto l'esistenza, siamo noi. I ragazzi di sessant'anni sono i protagonisti, anzi il protagonista di questo romanzo, dato che nel libro «I ragazzi di sessant'anni» è un nome proprio, quello del marito di Stefania: un plurale singolare di grande potenza simbolica. I ragazzi di sessant'anni hanno una moglie, due figli, un buon lavoro e sempre meno amici. Hanno vecchi, inquieti amori che non smettono di parlargli in testa. Vestono marchi per giovani, si tengono in forma con una palestrina casalinga e litigano con i ragazzi di ottant'anni, che non mollano e «scartavetrano e martellano e raschiano e grattano e scrostano e trapanano e stuccano». Piú che la morte, temono, forse, i ragazzi di quattordici anni e la loro pazza elettricità. Intorno la città è cambiata, il mondo è cambiato, ma i ragazzi di sessant'anni continuano a essere ostinatamente se stessi. Non sono né depressi né inossidabili: sorridono. Hanno desideri, e paure. E un vicino di casa insopportabile che un po' li intenerisce un po' li infiamma. Insieme alla loro, seguiamo le vite di altri: ragazzine che vagano nella notte rischiando di perdersi per sempre, donne che sembrano destinate al fallimento e invece si rivelano grandi imprenditrici, notai che hanno compiuto un passo falso – tutti vicini e lontanissimi nella luce radente del tempo. -
Il Dante di tutti. Un'icona pop
La fortuna popolare – cominciata già nel Trecento – ha finito col rendere Dante un'icona, nel senso di un simbolo legato a un immaginario condiviso. Il centenario appena celebrato ha dimostrato una volta di più quanto sia grande la vitalità di Dante a sette secoli dalla sua morte. Ma mai come in queste celebrazioni è stato chiaro che Dante sopravvivrà ancora a lungo anche grazie a quella percezione collettiva che lo ha reso ormai in tutto il mondo una straordinaria icona pop. C'è il Dante emblema della nostra identità culturale, la cui effigie passa dalle lire agli euro. C'è l'immagine di Dante usata già da tempo, non solo in Italia, come marchio commerciale e in chiave pubblicitaria. C'è il Dante personaggio che ritorna – fino in America, fino in Giappone – nelle trame di libri, film, fumetti, giochi di successo. Tutte proiezioni popolari di quell'inarrivabile poeta in grado di cantare con una potenza senza pari l'amore, la morte, la bellezza, l'orrore, la vita terrena e quella ultraterrena. -
Racconti di caccia
La caccia che viene narrata da Rigoni Stern in questi quattordici racconti non è un hobby o uno sport, è una passione. È una lotta contro se stessi, contro la fame, la stanchezza, il sonno, il freddo, sapendo che bisogna essere giusti al momento giusto, perché alla base c'è un rapporto non tanto con l'animale, quanto con il selvatico, la preda. Eppure queste storie, attraverso un linguaggio lirico e allo stesso tempo semplice, non ci parlano solo di uomini in attesa e animali braccati, ma anche di silenzi più importanti delle parole, di verità che scottano come il fuoco, di valori incontestabili e solenni. Sono storie a volte commoventi a volte un po' barbare, ma la violenza non è mai gratuita, è inesorabilmente regolata dai meccanismi della natura. Perché il male, sembra ricordarci Rigoni Stern, è solo dell'uomo, quando dimentica o disprezza o distrugge gli equilibri della montagna e del bosco. -
L'intelligenza matematica. Cosa abbiamo che le macchine non hanno
Si parla cosí tanto della minaccia rappresentata dalle macchine intelligenti, che sembra ormai inevitabile doversi arrendere ai «signori robot». Ma Junaid Mubeen non è ancora disposto a gettare la spugna. Per lui abbiamo un vantaggio creativo sulle macchine, frutto di un particolarissimo sistema di pensiero che gli esseri umani hanno sviluppato nel corso dei millenni. E sappiamo bene chi ce lo fornisce: la matematica, anche se spesso è insegnata male e la sua natura il piú delle volte viene fraintesa. I computer sono bravi a far di calcolo, produrre schemi e a eseguire alla perfezione operazioni enormemente complicate. Non vi è dubbio, dove c'è da calcolare, le macchine regnano sovrane. Ma Mubeen identifica sette aree dell'intelligenza in cui gli esseri umani possono mantenere un vantaggio cruciale, ed esplorando tutte queste aree ci svela un mondo affascinante in cui possiamo sviluppare i nostri superpoteri, esclusivamente umani. -
Il cuore è un guazzabuglio. Vita e capolavoro del rivoluzionario Manzoni
Un Manzoni trasgressivo, lontano dalla figura impolverata e un po' bigotta che, purtroppo, a volte si spiega a scuola. Un Manzoni prima uomo e poi scrittore, che Eleonora Mazzoni ci racconta intrecciando le pagine dei Promessi sposi con una biografia costellata di slanci arditi, delusioni cocenti e brucianti amori. Il Manzoni, sempre chiamato con l'articolo a precedere il cognome, che immaginiamo da studenti è un uomo perennemente di mezz'età, dallo sguardo grave e un po' assente, simile a quello ritratto da Francesco Hayez in uno dei suoi dipinti più celebri. Un uomo che difficilmente riesce a ispirare simpatia, così come difficilmente può ispirarla il suo capolavoro, I promessi sposi, che da adolescenti svogliati sorbiamo come una medicina amara da ingerire perché «fa bene». Ma, leggendo con attenzione le milleottocento lettere che ci ha lasciato e le testimonianze di familiari e amici, Manzoni risulta molto diverso da così. Conversatore ironico e affabile, all'avanguardia su tutto, animato da un ardente fuoco politico, da giovane fu ribelle e libertino, rimanendo inquieto per tutta l'esistenza. Anzi, una volta diventato scrittore, Alessandro, chiamiamolo per nome adesso, riversò la propria inquietudine nella sua opera, come pochi altri hanno saputo fare. I promessi sposi riflette, infatti, tutte le passioni che hanno agitato una vita avventurosa e piena di tumulti emotivi: l'abbandono materno, l'assenza di un padre, il travaglio spirituale, la lotta civile per un'Italia unita e libera dall'oppressore straniero. Un grande romanzo popolare, attraversato da uno spirito indomito, capace di penetrare gli esseri umani e il loro cuore. E di scuotere ancora oggi la nostra anima. -
Gli innamorati
Di chi si innamorano davvero gli innamorati? Della persona che hanno davanti o di un'illusione che hanno in testa? Se l'amore è un mistero a due, il matrimonio è un mistero collettivo. Lo sa bene Flaminia Aloisi, che ha conosciuto Carmine quando era spiantato, giovane e splendente, così spavaldo da dirle «Io ti sposo». Ora hanno un attico con vista sul Tevere, una figlia adolescente e due carriere invidiate da tutti: ogni istante brilla come il sole sui tetti di Roma. Ma sotto quella luce non è facile nascondersi per sempre.rnPeppe Fiore ha scritto un romanzo profondo, umano e dolorosamente ironico sulla fiducia e sulla menzogna, i segreti e le vanità. La storia di un legame che sembra scritto dal destino, e insieme un affresco della borghesia romana: lo sfarzo, le ambizioni e gli intrighi. Perché quando si ha tutto, è il momento di chiedersi a cosa si è rinunciato.rn«I sentimenti erano il contrario della realtà».rnLa prima goccia le cade sul naso in una giornata in apparenza serena, come una premonizione. Flaminia alza lo sguardo: è l’inizio di un temporale che paralizzerà Roma per una settimana. Il Tevere esonda, nessuno esce di casa. Anzi, no. La Guardia di Finanza, più ostinata del diluvio, arriva a prelevare proprio suo marito, accusato di riciclaggio. In quel momento esatto, l’universo di Flaminia cambia forma. Possibile che Carmine Rebora, uno degli architetti più stimati della capitale, il grande amore della sua vita, abbia fatto una cosa così grave da finire sotto inchiesta? Eppure loro due sono la coppia più invidiata di Roma. Flaminia vive immersa nella bellezza, l’arte è il suo mondo, è al vertice di un importante museo cittadino. E ora all’improvviso si rende conto che tutto ciò che ha costruito, grazie alla sua intelligenza e alle sue relazioni, sta per dissolversi. Compreso il matrimonio. Prima che quella pioggia iniziasse a cadere, Flaminia e Carmine avevano tutto. Si proteggevano a vicenda, come i trapezisti in equilibrio sul vuoto. Adesso, mentre la fiducia reciproca viene meno, sembrano destinati ad affondare insieme all’intera città. Con grande maestria e con uno sguardo umanissimo – ironico ma sempre amorevole – verso i suoi personaggi, Peppe Fiore ci mostra l’intima natura dei legami che ci tengono uniti agli altri. La paura e il desiderio, la fiducia e le ambizioni sbagliate. Più piccola è la crepa, più imprevedibile sarà lo schianto: c’è un giorno in cui si rimane soli, e bisogna decidere se perdersi per sempre o scegliersi di nuovo. -
La moda giusta. Un invito a vestire in modo etico
Proteggere la saggezza dell’artigianalità, sostenere la produzione locale, usare gli stessi indumenti per molti anni. Sapere come, dove e da chi sono prodotti i nostri vestiti. Tirare il freno. Agire su piccola scala. Un viaggio nel mondo della moda attraverso percorsi poco battuti, per imparare a comprare di meno e a scegliere meglio. Il titolo La moda giusta ha un doppio significato. Il primo si riferisce ad avere nel proprio armadio il numero giusto di vestiti, quello necessario, essenziale. Per sfuggire alla voracità dell'acquisto. Il secondo significato riguarda il modo in cui scegliamo ciò che è prodotto, avendo sempre cura di verificare che provenga da un contesto corretto. Dal momento che un abito è qualcosa di inanimato, dobbiamo essere noi a caricarlo di coscienza attraverso l'impegno a sapere meglio chi c'è dietro la produzione di quel vestito. Perché questa scelta ha delle conseguenze. Ogni nostro abito è uno strumento di comunicazione. Mostra agli altri chi siamo e a noi stessi chi vorremmo essere. Queste pagine propongono strade alternative lungo il cammino sconsiderato del consumo. L'obiettivo è quello di comprendere il sistema dall'interno: acquistare molto meno, scegliere meglio. -
Tasmania
Tasmania è un romanzo sul futuro. Il futuro che temiamo e desideriamo, quello che non avremo, che possiamo cambiare, che stiamo costruendo. La paura e la sorpresa di perdere il controllo sono il sentimento del nostro tempo, e la voce calda di Paolo Giordano sa raccontarlo come nessun’altra. Ci ritroviamo tutti in questo romanzo sensibilissimo, vivo, contemporaneo. Perché ognuno cerca la sua Tasmania: un luogo in cui, semplicemente, sia possibile salvarsi.rnCi sono momenti in cui tutto cambia. Succede una cosa, scatta un clic, e il fiume in cui siamo immersi da sempre prende a scorrere in un’altra direzione. La chiamiamo crisi. Il protagonista di questo romanzo è un giovane uomo attento e vibratile, pensava che la scienza gli avrebbe fornito tutte le risposte ma si ritrova davanti un muro di domande. Con lui ci sono Lorenza che sa aspettare, Novelli che studia la forma delle nuvole, Karol che ha trovato Dio dove non lo stava cercando, Curzia che smania, Giulio che non sa come parlare a suo figlio. La crisi di cui racconta questo romanzo non è solo quella di una coppia, forse è quella di una generazione, sicuramente la crisi del mondo che conosciamo – e del nostro pianeta. La magia di Tasmania, la forza con cui ci chiama a ogni pagina, è la rifrazione naturale fra ciò che accade fuori e dentro di noi. Così persino il fantasma della bomba atomica, che il protagonista studia e ricostruisce, diventa un esorcismo: l’apocalisse è in questo nostro dibattersi, e nei movimenti incontrollabili del cuore. Raccogliendo il testimone dei grandi scrittori scienziati del Novecento italiano, Paolo Giordano si spinge nei territori più interessanti del romanzo europeo di questi anni, per approdare con felicità e leggerezza in un luogo tutto suo, dove poter giocare con i nascondimenti e la rivelazione di sé, scendere a patti con i propri demoni e attraversare la paura. -
Le ricette perdute del ristorante Kamogawa
In un vicoletto di Kyoto, tra vecchi templi e piccole botteghe, c'è il ristorante Kamogawa. Un locale accogliente dove, con ricette uniche e preparate a regola d'arte, un padre e una figlia aiutano i clienti a rivivere i momenti piú importanti della loro vita. Un libro caldo, evocativo, a tratti nostalgico, che mescola tutto il fascino fiabesco e rincuorante del Giappone al piacere e alla sensualità del cibo. A Kyoto, alle spalle del tempio Higashi Hongan, al riparo dalle folate del monte Hiei, c'è un'osteria gestita da Kamogawa Nagare e dalla figlia Koishi. È qui che clienti abituali e avventori di passaggio approdano per chiedere ai proprietari, che hanno fama di investigatori di enigmi culinari, di rintracciare le loro ricette del cuore: cibi unici, stravaganti, legati a un periodo speciale della loro vita. Da un uomo vedovo che vuole riassaggiare gli udon che gli cucinava la moglie scomparsa, allo stufato di manzo che una vecchina ricorda di aver mangiato all'unico appuntamento, finito male, con il suo primo amore. Un omaggio nipponico all'importanza dei ricordi, delle tradizioni e, naturalmente, alla cucina. -
Il viaggio più lungo. La cecità dell'Occidente e l'imperialismo russo nel racconto di una scrittrice ucraina
Come abbiamo potuto lasciare che un nuovo totalitarismo prendesse piede nella complicità generale? Cosa c'è in gioco in questa guerra nel cuore dell'Europa? Un pamphlet lucido e pieno di rabbia della più importante scrittrice e intellettuale ucraina. Il 24 febbraio 2022 Oksana Zabuzko, in Polonia per promuovere il suo nuovo libro, viene informata che Kyjiv, la sua città, è sotto attacco russo. Ma la messa a punto delle teorie russe per soggiogare i Paesi confinanti risale, ci ricorda lei, ai primi anni Settanta, con un piano in quattro fasi che prevedeva la demoralizzazione, la destabilizzazione, la crisi e la normalizzazione di un popolo. Di fronte alla resistenza e al senso di appartenenza ucraini, però, Putin non ha potuto far altro che ricorrere all'invasione armata. Intrecciando la storia dell'Ucraina e della Russia, Zabuzko mostra come «la cosiddetta Rivoluzione Arancione» e «l'inverno del Majdan» non abbiano fatto altro che preparare il terreno per la guerra odierna. Sullo sfondo di un trauma collettivo, Zabuzko mescola esperienze personali a riflessioni storico-politiche dando vita a un testo emotivo, provocatorio e incandescente. «Quando nel gennaio del 2022 una testata occidentale mi ha invitata a partecipare a una discussione su come l'Ucraina non debba ""irritare Putin"""", in modo che l'Occidente possa """"dormire sonni tranquilli"""", ho risposto al redattore capo che per me la cosa più tragica è proprio che si possa parlare apertamente di come """"la vittima possa soddisfare l'aggressore"""", a quasi novant'anni dai trionfi europei di Hitler - un segno del fatto che della Seconda guerra mondiale il genere umano non ha capito e imparato niente, per cui ogni discorso che non parta dal presupposto che la Russia è uno Stato terrorista e che il suo presidente è un serial killer lo trovo in ritardo di almeno otto anni e completamente privo di senso»."" -
La letteratura oggi. Romanzo, editoria, transmedialità
Quale sia la funzione che possiamo oggi attribuire alla letteratura è questione che sempre piú spesso si pongono lettori, insegnanti, critici, editori e analisti della cultura. Per rispondere, questo libro propone un percorso attraverso undici casi di studio, selezionati secondo il criterio del loro successo internazionale e delle relazioni inter e transmediali che li caratterizzano. I saggi sono preceduti dall'analisi dei principali fattori di cambiamento: le nuove dinamiche del mondo editoriale; la crisi della critica e l'emergere di nuove forme di mediazione; l'espansione su piú media dei mondi finzionali. Lungi da proporre un canone, piú o meno alternativo, o da promuovere una sorta di top ten di titoli da consigliare in lettura, gli autori forniscono una guida aggiornata alla comprensione delle condizioni di produzione e fruizione del romanzo, il genere letterario maggiormente investito dai mutamenti occorsi dagli anni Ottanta del Novecento a oggi. Alle considerazioni di contesto si accompagna l'interpretazione minuziosa delle opere, per mappare la posizione che occupa la letteratura nell'odierno sistema dei media, senza rinunciare all'interconnessione tra l'analisi interna e quella esterna ai libri. -
Umanisti italiani. Pensiero e destino
Una reinterpretazione storico-culturale profondamente innovativa, destinata a cambiare le opinioni comuni sull'Umanesimo e dunque su una grossa fetta della letteratura e della filosofia tra la fine del Trecento e gli inizi del Cinquecento. Umanesimo come scuola di retorica, culto dei Latini e dei Greci, nascita della filologia? Le cose sono piú complesse e meno schematiche di cosí, e la stessa filologia umanistica va in realtà inserita in un progetto culturale piú ampio nel quale l'attenzione al passato è complementare alla riflessione sul futuro, mondano e ultramondano. Dunque una filologia che è intimamente filosofia e teologia. E i nodi filosofici affrontati dagli umanisti (che in quest'ottica non iniziano con Petrarca o con i padovani, ma con lo stesso Dante) sono difficilmente ascrivibili a sistemi armonici o pacificanti, secondo una visione tradizionale del Rinascimento. Un'antologia di testi nel segno del tragico e di un'antropologia filosofica destinata a farsi teologia, ermetismo e profezia. Tra gli autori antologizzati: Petrarca, Leonardo Bruni, Poggio Bracciolini, Lorenzo Valla, Leon Battista Alberti, Marsilio Ficino, Cristoforo Landino, Pico della Mirandola, Poliziano, Savonarola, Leonardo da Vinci, Machiavelli.