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La correzione del mondo. Cancel culture, politicamente corretto e i nuovi fantasmi della società frammentata
Dalle statue rimosse a orde di utenti incattiviti che si segnalano su Twitter, fino alle infinite suddivisioni identitarie: La correzione del mondosi districa tra le esagerazioni, le minimizzazioni e la propaganda che inquinano il dibattito sul tema del politicamente corretto. Mentre i reazionari soffiano sul fuoco del complottismo vittimista che rende tutto un attacco al loro stile di vita, i romanzi di Roald Dahl vengono corretti prima di essere ripubblicati, un videogioco di Harry Potter è accusato di danneggiare un'intera «comunità di esseri umani» e i cartoni animati della nostra infanzia sono tacciati di «cultura dello stupro». Perché all'improvviso siamo diventati sensibili a certi temi? E perché la dimensione politica è stata soppiantata da divisioni settarie, rituali di espiazione e gare per diventare portavoce online di istanze appiattite? Andando oltre i consueti mantra distorsivi – da «dittatura del politicamente corretto» a «cancel culture» – Davide Piacenza risponde con esempi e testimonianze alle domande che monopolizzano le nostre polemiche quotidiane. -
Pietà e terrore. La tragedia greca
Un percorso alla scoperta delle immortali storie tragiche, tra tormenti, amori e follia, che arriva dritto al cuore della nostra anima. La tragedia è il regno dell’irrazionale, il trionfo degli istinti che si traducono in atti estremi, per questo Platone la temeva e la avversava; perché fa emergere la materia informe e oscura della mente e la concretizza non in parole, ma in personaggi che agiscono e somigliano così tanto a veri esseri umani. Tutto nella tragedia avviene qui, nel mondo degli uomini e delle donne. Per le nostre sofferenze non c’è una spiegazione, né sono giustificate da una colpa o da un piano divino, esistono, esiste questo groviglio in cui siamo legati: sono una parte inevitabile del gioco e in fondo a tutto c’è il mistero. Giulio Guidorizzi ci rivela, con l’acribia del grecista, i segreti del mondo degli antichi, e ci mostra, con lo sguardo appassionato del narratore, quanto di noi ancora sopravvive di un tempo tanto lontano eppure vicinissimo. Le eroine e gli eroi del dramma greco portano infatti alla luce i mille volti che ci abitano, svelandoci ciò che eravamo, ciò che siamo e ciò che, malgrado i tempi che cambiano, continueremo a essere. -
Un corpo per tutti. Biografia del mestiere di attrice
«Il mestiere dell'attrice è sicuramente una professione, ma è anche qualcosa di più. Perché dà voce alle storie di tutti. Fa spazio, dentro, ai ruoli incarnati ogni giorno dalle creature più diverse. Un corpo per tutti, un testimone». Né uomo né dio, né maschio né femmina, né buono né cattivo, né bello né brutto, e comunque mai nessuna di queste cose per sempre o in assoluto, Eros è un messaggero, un traghettatore di pulsioni. Lo si diceva ventiquattro secoli fa, durante il Simposio più celebre della storia d'Occidente, e da allora le cose non sono cambiate. Né è cambiato il ruolo dell'attore, che di Eros, da sempre, è il tramite e l'interprete. Con la sua voce, incantevole anche quando scrive, Sonia Bergamasco spiega come si realizzi, nella pratica viva del mestiere, questo farsi medium incarnato di emozioni e parole. È un processo che si costruisce per gradi, con dedizione, entusiasmo e fatica e ha come punto di partenza e di arrivo il corpo. Il corpo dell'attore è materia plasmabile: va addestrato a vibrare attraverso l'educazione al suono e al gesto; va domato attraverso l'alchimia della ripetizione; va trasceso nelle sue caratteristiche personali per insegnargli a fare spazio a quelle universali; va sedotto, infine, per dargli modo di sedurre a sua volta e ogni volta, consapevolmente, il pubblico (o l'obiettivo della macchina da presa). Con generosità, Sonia Bergamasco mette a disposizione del lettore una serie di ricordi e di esperienze sempre personali, attinte dal suo specifico percorso – che partiva in modo eccentrico e connotante dalla musica –, dai maestri (come Carmelo Bene), dai ""modelli"""" amati (come Eleonora Duse), dalle sfide accolte per continuare a evolvere, a imparare, a crescere e anche a trasmettere conoscenze e stimoli alle nuove generazioni. Curiosamente (avrebbe forse detto Luca Ronconi), l'immagine che emerge da questo sincero rispecchiamento non è un riflesso di Narciso. La figura che ci guarda e ci parla da dietro il vetro è ancora più antica, perenne, proteiforme: un corpo per tutti."" -
Le grandi dimissioni. Il nuovo rifiuto del lavoro e il tempo di riprenderci la vita
Ci hanno sempre ripetuto che il lavoro è ciò che ci definisce, il fondamento della nostra dignità di esseri umani. E allora perché, in tutto il mondo, sempre più persone si dimettono? Negli ultimi anni abbiamo avuto diverse occasioni per chiederci se la vita che stiamo vivendo è quella che vogliamo vivere. Per molti la risposta è stata no. Questo perché è cresciuta l'indisponibilità a sottostare a regole tossiche e vessatorie che numerosi contesti lavorativi impongono. A partire dal vissuto delle lavoratrici e dei lavoratori – soprattutto in Italia – Francesca Coin analizza le ragioni della crescita di una tendenza del tutto inattesa, e mostra come oggi dimettersi significhi non solo impedire alle condizioni di sfruttamento di deteriorare la nostra salute e le nostre relazioni, ma anche riconquistare tempo per noi stessi e per la nostra vita. -
Travolgente primavera. David Hockney in Normandia
«Abbiamo perduto il contatto con la natura, ed è un’assurdità, perché noi stessi ne facciamo parte, non ne siamo al di fuori. Tra un po’ di tempo questa storia sarà finita, e allora che cosa accadrà? Cos’abbiamo imparato? Le uniche cose reali nella vita sono il cibo e l’amore, in quest’ordine, proprio come per il nostro cagnetto Ruby, credo fermamente sia così, e che la fonte dell’arte sia l’amore. Io amo la vita» (David Hockney). Alla vigilia dei suoi ottant’anni, David Hockney ha cercato per la prima volta la tranquillità della campagna, un luogo in cui guardare il tramonto e il mutare delle stagioni, un luogo in cui tenere a bada la follia del mondo. E infatti, con l’arrivo del Covid e dell’obbligo di confinamento, nella Grande Cour, la secolare fattoria della Normandia dove un anno prima Hockney aveva sistemato il suo atelier, giusto in tempo per poter dipingere l’arrivo della primavera, la vita non cambiò molto. Anzi, quell’isolamento forzato divenne per Hockney un’opportunità per dedicarsi con ancor maggiore devozione alla propria arte. Travolgente primavera è un emozionante manifesto che afferma la capacità dell’arte di divertire e ispirare. Si basa su un gran numero di conversazioni e corrispondenze tra Hockney e il critico d’arte Martin Gayford, suo amico e collaboratore di lunga data. I loro scambi sono illustrati da numerosi disegni e dipinti inediti, realizzati dall’artista con l’iPad in Normandia, e accostati a opere di Van Gogh, Monet, Bruegel e molti altri. Animato da un entusiasmo contagioso e da un costante senso di meraviglia, da sempre controcorrente ma popolarissimo da più di sessant’anni, Hockney non si preoccupa dell’opinione dei critici o degli eventi della storia. È invece totalmente assorbito dall’ambiente circostante e dai temi che da decenni lo affascinano: la luce, il colore, lo spazio, la percezione, l’acqua, gli alberi; e ha molto da insegnarci, non solo sul nostro modo di vedere… ma anche sul nostro modo di vivere. -
Dove non mi hai portata. Mia madre, un caso di cronaca
1965. Un uomo e una donna, dopo aver abbandonato nel parco di Villa Borghese la figlia di otto mesi, compiono un gesto estremo. 2021. Quella bambina abbandonata era Maria Grazia Calandrone. Decisa a scoprire la verità, torna nei luoghi in cui sua madre ha vissuto, sofferto, lavorato e amato. E indagando sul passato illumina di una luce nuova la sua vita. Dove non mi hai portata è un libro intimo eppure pubblico, profondamente emozionante e insieme lucidissimo. Attraversando lo specchio del tempo, racconta una scheggia di storia d'Italia e le vite interrotte delle donne. Ma è anche un'indagine sentimentale che non lascia scampo a nessuno, neppure a chi legge. Quando Lucia e Giuseppe arrivano a Roma è l'estate del 1965. Hanno con sé la figlia di otto mesi, sono innamorati, ma non riescono a liberarsi dall'inquietudine che prova chi è braccato. Perché Lucia è fuggita da un marito violento che era stata costretta a sposare e che la umiliava ogni giorno, e ha tentato di costruirsi una nuova vita proprio insieme a Giuseppe. Per la legge dell'epoca, però, la donna si è macchiata di gravi reati: relazione adulterina e abbandono del tetto coniugale. Prima di scivolare nelle acque del Tevere in circostanze misteriose, la coppia lascia la bambina su un prato di Villa Borghese, confidando nel fatto che qualcuno si prenderà cura di lei. Piú di cinquant'anni dopo quella bambina, a sua volta diventata madre, si mette in viaggio per ricostruire quello che è davvero successo ai suoi genitori. Come una detective, Maria Grazia Calandrone ricostruisce la sequenza dei movimenti di Lucia e Giuseppe, enumera gli oggetti abbandonati dietro di loro, s'informa sul tempo che impiega un corpo per morire in acqua e sul funzionamento delle poste nel 1965, per capire quando e dove i suoi genitori abbiano spedito la lettera a «l'Unità» in cui spiegavano con poche parole il loro gesto. Dopo Splendi come vita, in cui l'autrice affrontava il difficile rapporto con la madre adottiva, Dove non mi hai portata esplora un nodo se possibile ancora piú intimo e complesso. Indagando la storia dei genitori grazie agli articoli di cronaca dell'epoca, Calandrone fa emergere il ritratto di un'Italia stanca di guerra ma non di regole coercitive. Un Paese che ha spinto una donna forte e vitale a sentirsi smarrita e senza vie di fuga. Fino a pagare con la vita la sua scelta d'amore.Proposto da Franco Buffoni al Premio Strega 2023 con la seguente motivazione: «Propongo la candidatura del romanzo Dove non mi hai portata di Maria Grazia Calandrone, Einaudi 2022, per il Premio Strega 2023 per due fondamentali motivi: la tenuta stilistica che non viene mai meno nelle 247 pagine del volume; la capacità dell’autrice di coinvolgere il lettore in una vicenda storica e umana al calor bianco.rnGià due anni fa con Splendi come vita, edito da Ponte alle Grazie, Maria Grazia Calandrone aveva visto pienamente riconosciute le proprie doti di narratrice, ben figurando nella dozzina del Premio Strega. Con questa nuova prova narrativa l’autrice, ben nota... -
La scultura raccontata da Rudolf Wittkower. Dall'antichità al Novecento
Dalle prime statue greche alle invenzioni di Michelangelo, Cellini, Vasari, Bernini, Canova, fino alle forme e alle figure del ventesimo secolo di Moore, Arp e molti altri. Presentata nella forma del racconto (il volume raccoglie in edizione economica tutto il ciclo delle lezioni di Wittkower nel 1970-71), questa storia propone un'interpretazione della scultura radicalmente diversa rispetto a quella canonica. L'autore ci fa entrare nei laboratori dei più importanti artisti di tutte le epoche e ci fa vedere come nasce l'idea di una scultura e come, con quali strumenti, si può realizzarla, evitando di cadere negli specialismi e nelle trappole retoriche degli storici dell'arte «di professione». «Studiando i metodi di lavoro degli scultori - scrive Wittkower - intendo scoprirne le idee e le convinzioni artistiche»: il suo augurio è che, al termine della lettura, lo «spettatore-lettore» sia in grado di «affrontare ad occhi aperti, e con la mente aperta, un vasto panorama di eventi artistici». Completa il volume la bibliografia -
La spiaggia
Il terzo romanzo di Pavese a vedere la luce nel 1943 è strettamente legato, nei temi e nello stile, agli esordi di ""Il carcere"""" e """"Paesi tuoi"""". Chi racconta la storia è un professore sulla trentina che rincontra a Torino l'amico Doro da tempo trasferitosi a Genova e ora desideroso di tornare al paese dove l'io narrante lo accompagnerà. La scorza taciturna di un dramma privato, le amare baldorie paesane, le donne tratteggiate come vibrazioni sono quelle del miglior Pavese."" -
Il bosco degli urogalli
Storie di cacciatori, di animali selvatici, di cani, di montagne in cui si respira l'anima degli spazi aperti e di paesaggi impervi solo sfiorati dalla presenza umana. Rigoni sa rendere la limpida immediatezza di ciò che ci circonda e insieme un accento di fiducia nella vita, sprigionando un sentimento altamente poetico e un genuino amore per il suo mondo alpino. Il bosco degli urogalli narra di villaggi chiusi nell'inverno con il grato fuoco delle cucine, della solitudine delle albe per i sentieri delle montagne, dei silenzi che riempiono i boschi, attraverso un linguaggio lirico e allo stesso tempo semplice che restituisce al lettore i paesaggi fraterni e familiari del «sergente Rigoni Stern». Cronologia della vita e delle opere a cura di Giuseppe Mendicino. -
Lezioni
Chi è davvero Roland Baines? È il bambino pieno di talento che subisce le attenzioni morbose della maestra di pianoforte, ma anche il banale pianista di piano-bar che ha rinunciato alle sue ambizioni. È la vittima di una donna geniale ed egoista che lo ha abbandonato con un figlio neonato, ma anche il fallito che passa da un'esperienza all'altra a motore spento, sospinto dalla sola forza dei venti. Quali lezioni gli hanno impartito la sua storia e la Storia che si dipana sullo sfondo? Nella vita senza qualità del suo personaggio, McEwan ha disegnato il profilo del nostro tempo tragico e inquieto, affidando ai suoi lettori un romanzo di sconvolgente maestria e luminosa intensità emotiva. «Ian McEwan ritorna con la sua opera migliore dai tempi di ""Espiazione"""". E ancora una volta ci conquista» (Publishers Weekly). Figlio del capitano Robert Baines, autoritario veterano della Seconda guerra mondiale ora di stanza in Nord Africa, e di sua moglie Rosalind, Roland fatica a capire perché a soli undici anni gli tocchi lasciare le pietre calde e la pazza libertà di Libia, e il fianco tiepido di sua madre, per affrontare un'istruzione rigorosa e solitaria nella fredda Inghilterra. Là faticherà a capire che cosa voglia da lui Miss Miriam Cornell, la temibile insegnante di pianoforte del collegio, che punisce le sue manchevolezze con pizzicotti dolorosi e imbarazzanti e premia i suoi successi con languidi baci sulla bocca, e con gli uni e gli altri in egual misura lo terrorizza e lo attrae. Sarà poi la sua moglie anglotedesca Alissa a confonderlo e straziarlo quando, a pochi mesi dalla nascita del loro bambino Lawrence, abbandonerà marito e figlio al loro destino senza una spiegazione. Roland passerà il resto della vita a interrogarsi su di sé e sulla «natura del danno» che le tre donne – madre, insegnante, moglie – gli hanno procurato. Chi è davvero Roland Baines? Il giovane prodigio del pianoforte il cui straordinario talento è stato frustrato dai soprusi di un'insegnante, o l'indolente pianista di pianobar che ha rinunciato alle sue ambizioni per pavidità? È il figlio di genitori intransigenti ma amorevoli, o il fratello di bambini come lui defraudati dei loro diritti da una madre degenere? È il marito di una donna spietata che immola gli affetti piú cari alla sua arte, o è il soffocante groviglio di bisogni che l'ha costretta alla fuga? L'aspirante scrittore amante della grande letteratura, o il ladro di frasi altrui con cui confezionare biglietti per ricorrenze a pagamento? Il padre premuroso e sempre presente, o l'ostaggio imprigionato in una paternità accollata? È il bambino vittima di abusi o il giovane «incline all'intimità» e alla felicità dei sensi? È tutte queste cose insieme, forse, essere poliedrico come il secolo che la sua vita attraversa? Dalla Crisi dei missili di Cuba alla caduta del Muro di Berlino, dalla glasnost al thatcherismo, dall'invasione dell'Iraq alla pandemia da Covid, Roland pare fluttuare da un'esperienza alla successiva a motore spento, sospinto dalla sola forza dei venti. Ma strada facendo qualche lezione... -
Poemetti
Scritto nel 1593 durante la peste di Londra, il poemetto erotico-mitologico Venere e Adone dà una versione modificata della vicenda raccontata da Ovidio. Come paradigma dell'eros piú carnale e ossessivo diventerà un best seller, ristampato innumerevoli volte. L'anno dopo Shakespeare riprende un episodio dell'antica storia romana: lo stupro di Lucrezia da parte di Sesto Tarquinio (figlio di Tarquinio il Superbo). Un raptus di violenza incontrollabile raccontato per la prima volta, in modo sconvolgente, direttamente dalla voce della donna che ne è vittima. Venere e Adone e Lo stupro di Lucrezia, oltre ad essere due capolavori assoluti, sono le uniche opere di Shakespeare di cui il drammaturgo abbia curato la stampa personalmente, cosa mai accaduta né con le sue opere teatrali né con i Sonetti. Si tratta di due testi di grande raffinatezza stilistica ma anche di grande potenza narrativa e drammatica. Non a caso Valter Malosti li ha messi in scena in due spettacoli memorabili e premiati. La traduzione è dunque quella realizzata per la rappresentazione teatrale. Lo stesso Malosti nell'introduzione ci racconta il personalissimo rapporto con i due poemetti e ne dà un'interpretazione originale che tiene insieme le ragioni della filologia e del teatro. -
Reliquie
Questo di Daniele Gorret è un libro particolare, monotematico, tutto dedicato ai resti, a ciò che rimane per poco o per molto tempo: una pietra che resiste dal paleozoico, il cadavere di un passero che invece fra pochi giorni non ci sarà piú, un vecchio quaderno di scuola, un disco dei nonni, i peli di un cane morto da anni che ogni tanto riemergono da un tappeto o da un cuscino dismesso... La reliquia è un concentrato di vita vissuta, di memoria, di dignità con cui viene attraversato il tempo. Ma è anche un oggetto, sempre in bilico tra il museo e la pattumiera. È un corpo, un corpo esposto e predisposto alla devozione. Cosí Gorret snoda questa raccolta di poesie come un rito atto a evocare l'essenza piú profonda della vita e della morte. -
L'erba di nessuno
Enrico Testa è sicuramente fra gli autori piú rilevanti nella poesia italiana contemporanea. La sua visione del mondo è tragica ma lontana dal nichilismo: nelle immagini e nelle voci (dei vivi, dei morti, degli animali), nei silenzi e nelle reticenze che filtrano dai suoi versi emergono, infatti, realtà piccole e fragili, da cui emana «un tiepido soffio». La vita si insinua negli interstizi con la sua veste piú dimessa e in una consistenza assai simile al nulla, ma non è il nulla. Il nulla, anzi, un nulla avvelenato è nella rumorosa vanagloria, nella retorica, nella soddisfatta insolenza di chi vanta la propria presenza nel mondo. Al centro di questo nuovo libro stanno le erbe di nessuno, erbe che raccontano «una vita plebea», spesso in ambienti ostili, e che finiscono, come il taràssaco (già amato da Emily Dickinson), in un soffio nel vento. Una poesia dominata dall'ombra e dall'«eco sfuggente delle cose». Impreziosita da alcune versioni da Quevedo, Larkin e altri grandi autori: poesie in cui Testa si identifica totalmente tanto da farle sue nella forma e nel senso profondo. -
Sacro minore
Il sacro quotidiano, minuscolo, persino minimo. Il sacro dei nostri corpi che si incrociano, e si incastrano, e si allontanano, quaggiù sulla terra. «La poesia di Arminio nasce tutta nel ""qui"""" dei corpi e della geografia. In questo libro la sua scrittura commossa e spaventata evoca un possibile altrove che, riuscendo impossibile, viene tirato giù in un realissimo """"qui"""", costretto a svelarsi e adattarsi nelle pieghe di queste nitide immagini avvolte da un'umile bellezza. Sacro è per definizione ciò che ha importanza suprema per un suo misterioso legame con il trascendente. Non potendo vedere ciò che non esiste, Arminio ha costruito con Sacro minore un calibrato e assai originale breviario poetico con l'intento struggente di affermare il sacro unicamente con quello che c'è intorno a noi: un filo d'erba, una lumaca, una radiografia. Così dicendoci che non solo è possibile ripensare il sacro, ma anche imparare a pregare nuovamente. Perché per Arminio la poesia è anzitutto questo: pregare» (Andrea Di Consoli)."" -
Pirati, cannibali e guerre dello streaming. I media in trasformazione
Molto di ciò che pensiamo di sapere su come internet abbia sconvolto le industrie dei media è errato. La pirateria non ha distrutto l'industria discografica, Netflix non sta uccidendo i film di Hollywood e l'informazione non ha alcuna intenzione di essere gratuita. In questo libro, Amanda Lotz ricostruisce ciò che è realmente accaduto allorché le industrie discografiche, della carta stampata, del cinema e della televisione si trovarono nell'epicentro del terremoto digitale. Le nuove tecnologie non hanno introdotto «nuovi media», spiega Lotz, hanno invece offerto a quelli esistenti nuovi strumenti per raggiungere le persone. Ad esempio, nel caso della musica registrata in mp3, poiché internet ha permesso inedite modalità per fruire e comprare musica, la principale fonte di reddito per l'industria discografica è passata dalla vendita diretta a quella su licenza. I fornitori di televisioni via cavo, ritenuti irrecuperabili dinosauri predigitali, sono diventati i principali provider di servizi internet. Le testate giornalistiche si sono impegnate a riformulare il proprio business di fronte al crollo di investimenti degli inserzionisti, mentre l'industria cinematografica ha diviso i suoi affari tra film che obbligano la gente ad andare al cinema e altri maggiormente adatti per lo streaming. Lotz esamina in dettaglio come e perché la diffusione di internet abbia rivoluzionato ogni settore. Le storie di trasformazione aziendale che racconta sono autentiche lezioni per sopravvivere e persino su come prosperare a fronte di cambiamenti tecnologici epocali. -
Il primo libro di psicologia sociale
La psicologia sociale esplora alcune delle domande più importanti che dobbiamo affrontare come persone: cos'è e come creiamo e comprendiamo l'identità sociale? In che modo la nostra «mente sociale» influenza la volontà e il contenuto dei pensieri e del comportamento? Come ci relazioniamo con gli altri individui, i gruppi e con le infinite forme e i processi di interazione sociale? Esaminando le teorie alla base della nostra comprensione del modo in cui le persone entrano in relazione tra loro, questo libro esplora il nostro comportamento di individui funzionanti all'interno dei gruppi, come comprendiamo noi stessi e gli altri, i processi chiave alla base dell'influenza sociale e i modi in cui la disciplina si è evoluta (e continua a evolversi). E dimostra inoltre come l'applicazione della psicologia sociale incida profondamente nel mondo reale. Individuando temi fondamentali, nodi problematici, applicazioni, casi di studio e profili dei protagonisti della disciplina, questo libro costituisce un'esemplare introduzione alla materia. -
Il ladro di quaderni
A Tora e Piccilli tutto è uguale da sempre, il mondo inizia e finisce lì. Davide fa il guardiano di maiali, capisce le bestie meglio degli uomini ma ruba i quaderni al mercato del paese. Teresa invece è andata a scuola, ha voglia di scappare e l'audacia di chi sa quello che vuole. Ma un giorno arrivano trentasei ebrei da Napoli, mandati al confino proprio lì. Il Duce ha detto che vanno allontanati, eppure Davide li va a cercare. Soprattutto Nicolas, che guarda la luna nel cannocchiale e nomina «il petto profondo dell'oceano». È la guerra che li fa incontrare e scontrare, poi li separa. Fino a scambiare i loro destini. «Non sapevamo ancora verso cosa ci stavamo dirigendo, non sapevamo da cosa stavamo scappando, eravamo solo certi dei nostri corpi giovani. La mia vita cominciò con quel salto». Tora e Piccilli (a nord di Caserta), settembre 1942. Davide trascorre le giornate, a volte anche la notte, coi maiali ai quali fa la guardia: li conosce così bene da chiamarli per nome. Zoppica dalla nascita, e per questo è deriso dai coetanei e maltrattato dal padre. Solo Teresa, che lavora nella corderia di famiglia e passa tutto il tempo libero a leggere, ha il coraggio di prendere le sue difese. Davide non riesce a immaginare altra vita che quella a Tora. Teresa invece non fa che ripetere che un giorno se ne andrà lontano, e Davide sa che dice la verità. L'arrivo di trentasei ebrei di Napoli, inviati nel paesino dalle autorità fasciste, cambierà per sempre le loro vite. Nicolas, con la sua bellezza inquieta, si porta dietro un mondo sconosciuto e scombussola le loro giornate. Davide comincia a frequentare di nascosto le lezioni del padre di Nicolas, che ha messo su una scuola clandestina. E così l'analfabeta figlio di un fascista impara a leggere e scrivere grazie a un ebreo. Davide, Teresa e Nicolas esplorano insieme la campagna intorno al paese, fino alle Ciampate del Diavolo (la credenza popolare dice che sul versante del vulcano spento vi siano impresse le impronte del maligno), ma anche il mondo inespresso dei loro sentimenti. Il fantasma di Nicolas accompagnerà Davide negli anni a venire, a Napoli dopo la guerra. Quando lavorerà duramente in fabbrica, quando comincerà per caso a frequentare una compagnia teatrale, quando – ormai uomo, un altro uomo – calcherà il palco come attore acclamato. Sarà proprio Nicolas, vivo eppure così simile a un fantasma, a ricondurlo a Tora, là dove tutto è iniziato. -
L' età degli imperi globali (1870-1945)
L'imperialismo è stato una forza decisiva non solo per la politica internazionale, ma anche per le economie e le culture del mondo. Concentrandosi sui punti di forza in termini di modernizzazione e sulle catastrofiche conseguenze del potere imperiale, Tony Ballantyne e Antoinette Burton ricostruiscono la creazione e la disintegrazione delle forme dell'ordine mondiale tra il 1870 e il 1945. Elevando gli imperi britannico, giapponese e ottomano a casi di studio esemplari, i due storici evidenziano quali furono i sistemi di comunicazione, trasporto ed economia alla base della costruzione e del funzionamento del sistema mondiale degli imperi. Sottolineano come tali realtà fossero «regimi di pianificazione territoriale» volti a organizzare lo spazio geografico in territori distinti. I funzionari coloniali cercavano di gestire le usanze e gli stili di vita delle popolazioni indigene attraverso i militari, i missionari, nei luoghi di lavoro e all'interno delle famiglie, dovendo comunque fare i conti con le consuetudini locali preesistenti. Senza dubbio, i legami imperiali contribuirono alla contrazione del tempo e dello spazio su scala mondiale, ma le invasioni coloniali provocarono anche un'opposizione, che spesso si manifestava nei luoghi dell'attività quotidiana, dai campi e le fabbriche alle scuole e le prigioni. I territori colonizzati dettero vita a una varietà di forme di resistenza organizzata, con veri e propri movimenti nazionalisti che esplosero sulla scena globale tra le due guerre mondiali. Ballantyne e Burton dimostrano che gli imperi non furono qualcosa prodotto nelle capitali europee e implementato «là fuori». Al contrario, i sistemi imperiali, con le loro molteplici implicazioni politiche, economiche, razziali e di genere, estesero le loro propaggini in tutte le loro parti, dalle metropoli europee all'ultimo sperduto avamposto. -
Le guerre perdute di Jurij Beljaev
Quando arriva in Ucraina nel 2014 per coprire la guerra del Donbass, il ventunenne Pierre Sautreuil entra in contatto con «il Gatto», tale Jurij Beljaev. Ex poliziotto diventato mafioso, milionario in rovina, leader di un partito di estrema destra, militare durante la guerra nell'ex Iugoslavia e accusato di aver ucciso piú di sessanta bosniaci, sospettato di aver tentato di uccidere Boris El'cin, latitante ricercato in Russia, Beljaev ha deciso di rifugiarsi sul fronte di Lugansk. Quando Pierre Sautreuil lo incontra, in lui vede un uomo anziano un po' stanco, braccio destro di Aleksandr Bednov, comandante del battaglione Batman, milizia filorussa impegnata ad accaparrarsi una parte del bottino ucraino senza guardare in faccia nessuno – tantomeno la legge internazionale. Presto, però, il giornalista alle prime armi stringe con il mercenario incallito un legame fatto di confessioni ambigue, di fascinazione e repulsione. Mentre la guerra devasta il paesaggio ghiacciato del Donbass, Pierre insegue il protagonista per conoscere la sua storia: Jurij sparisce, si nasconde, e nel frattempo racconta di essere sopravvissuto a un attentato, di incarcerazioni ed evasioni, lasciando l'autore in balía delle sue preoccupazioni e della sua ricerca di risposte. Sautreuil con la storia di Jurij ripercorre gli ultimi trent'anni di storia russa, dal crollo dell'Unione sovietica alle mai sopite aspirazioni imperiali sempre piú imbevute di nazionalismo sovranista. Le guerre perdute di Jurij Beljaev attraverso il ritratto di un personaggio tragicamente unico e allo stesso tempo «banale», a suo modo tipico prodotto del disfacimento di un impero, mediocre come spesso è mediocre il male, è una discesa nei territori piú neri d'Europa, dal Donbass a Mosca, dalla Bosnia alla Cecenia. «Un ritratto a tinte forti, una storia vera avventurosa, piena di colpi di scena: attraverso la vita del suo antieroe, Sautreuil racconta la grande Storia dell'Est» («L'Obs»). -
Self-Portrait. Il museo del mondo delle donne
In questo nuovo Museo del mondo, Melania Mazzucco crea una galleria di capolavori nei quali la donna è ""soggetto due volte"""": perché concepisce e realizza l'opera e perché ritrae se stessa o un'altra donna. Qui il lettore incontrerà artiste straordinarie, la cui grandezza è stata ignorata, sminuita o del tutto negata, poiché spesso gli uomini insinuavano che dietro la sapienza inventiva e la perizia tecnica si nascondesse una mano maschile. Anche quando riconoscevano alle donne una certa bravura, trovavano il modo di ridimensionarla. Di Plautilla Nelli, Vasari diceva: «Avrebbe fatto cose meravigliose se, come fanno gli uomini, avesse avuto commodo di studiare et attendere al disegno e ritrarre cose vive e naturali». Mazzucco ci chiede di rovesciare la frase: «Nonostante, invece che se. Nonostante non avesse potuto studiare né conoscere il mondo e la natura, nonostante avesse dovuto lavorare su repertori e immagini di altri e creare pittura dalla pittura e non pittura dalla natura e dalla vita, nonostante avesse difficoltà ad aggiornarsi e nessuna libertà di muoversi, Plautilla Nelli possiede cognizioni geometriche, un buon disegno, il dono di combinare i colori. È una Maestra, insomma». Da Artemisia Gentileschi a Plautilla Briccia (""""l'architettrice""""), da Frida Kahlo a Georgia O'Keeffe, fino a Carol Rama, Louise Bourgeois e Marlene Dumas, Mazzucco ci affascina e ci coinvolge con nuovi, emozionanti racconti dall'universo della pittura e della scultura. Un percorso collettivo, tutto femminile, nel quale le donne rivendicano il diritto di realizzarsi nell'arte, superando i ruoli che la società e la cultura del tempo hanno sempre assegnato loro.""