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Elogio del petrolio. Energia e disuguaglianza dal mammut all'auto elettrica
Siamo davvero disposti a superare il petrolio a favore dell'ambiente? Un'analisi lucida e realista che spiega perché l'energia più efficiente ed economica, ma anche più inquinante, conviene a tutti. E perché sostituirla è così difficile.rnrnNessuno sa dire che cosa sia l'energia. Sappiamo però che senza una qualche sua trasformazione nulla si produce. I fisici attribuiscono all'energia il ruolo di motore cellulare, gli antropologi quello di motore culturale. Allora si può raccontare una storia del mondo e dell'uomo nella quale la prima fonte di energia fu il cibo. Quando il cibo divenne il prodotto dell'agricoltura e non più della caccia, cambiò il mondo. Poi la fonte dell'energia si fece fossile, e la nostra vita cambiò di nuovo, perché crescemmo e ci moltiplicammo. E adesso, forse, abbiamo bisogno di affrontare una transizione per superare i fossili, altrimenti il riscaldamento globale sfuggirà dalle nostre mani con conseguenze catastrofiche. Anche questa volta, se ci sarà una rivoluzione, la nostra vita non sarà più la stessa. Massimo Nicolazzi ha gestito importanti progetti energetici in Europa e in Asia. Negli ultimi due secoli la storia ha avuto un'accelerazione grazie a fonti di energia sempre più economiche ed efficaci: il carbone, il petrolio e poi il gas naturale. Senza queste fonti non sarebbe stato possibile il progresso civile e tecnologico che abbiamo conosciuto. D'altra parte, oggi non sono più sostenibili. Superarle sarà difficile, perché sono tanti gli interessi in gioco. Per esempio: la tassazione italiana sui carburanti fossili ha un valore più elevato del danno che ci deriva dalle emissioni del tubo di scappamento? Questa storia diventa così un'inchiesta che indaga la rete complessa dei rapporti di forza che fanno del superamento dell'energia fossile un problema di difficilissima soluzione. E ci mostra la sola certezza che abbiamo: ""è la disponibilità di energia la chiave di tutto""""."" -
Il mondo in fiamme. Contro il capitalismo per salvare il clima
Non c'è più tempo. La catastrofe del clima deve fermarsi. La giustizia sociale e la salvezza dell'ambiente sono le chiavi per una nuova azione politica.rnrnNaomi Klein è un'importante reporter della guerra economica che le grandi multinazionali hanno condotto a spese delle persone e del pianeta. Non ha mai smesso di combattere per la giustizia sociale e per la salvezza dell'ambiente, documentando le catastrofi in corso e raccogliendo dati, spesso scomodi. Questo libro svela le verità che non conosciamo e mostra le conseguenze di quelle che non vogliamo vedere, portandoci sui fronti dei disastri naturali contemporanei, dalla Grande barriera corallina ai cieli anneriti dal fumo nel Pacifico nordoccidentale, fino ai danni provocati in Porto Rico dall'uragano Maria. Quelli di Naomi Klein sono interventi tragicamente premonitori, perché ci mettono in guardia sui disastri ecologici che ci aspettano se perdiamo l'ultima occasione per agire e cambiare la direzione del nostro futuro. Per combattere la crisi climatica dobbiamo essere capaci di rinunciare alla cultura consumistica, schiacciata sull'ipocrisia di un eterno presente, e anche alla costruzione dei muri che dividono i popoli e alimentano le disuguaglianze. Dobbiamo lasciarci alle spalle l'illusione di poter dimenticare i danni che la nostra civiltà procura al pianeta. Questa catastrofe globale non è solo un problema politico: ha a che fare con la nostra immaginazione e con il coraggio di affrontare la sfida di un cambiamento radicale nel nostro stile di vita. Per superare la crisi del clima, dobbiamo cambiare il sistema che l'ha prodotta. -
Piazza grande
In questa raccolta di discorsi e interventi, Zingaretti lancia un messaggio forte e chiaro: abbiamo bisogno di riscrivere le nostre mappe con una nuova idea di società. rnrn“Il nostro Paese, guidato dal primo governo nazionalpopulista dell’Europa occidentale, egemonizzato culturalmente e politicamente dalla nuova destra, rischia un declino inarrestabile. Rischia di rimanere isolato nell’Unione Europea e diviso al suo interno, impaurito, incattivito e avvitato su se stesso. Impediremo il declino se sapremo cambiare. Riconoscendo senza reticenze gli errori e affrontando le ragioni delle sconfitte. Il primo passo sarà tornare a incontrarci, in tanti, per trovare insieme le soluzioni e costruire un’idea di società giusta.”rnrnL’Italia è entrata in una nuova fase molto pericolosa della sua storia repubblicana. Da quando la politica populista governa, tra promesse mancate e provvedimenti scellerati, miliardi di euro sono andati in fumo per l’innalzamento dello spread. La crescita si è fermata e va verso una flessione negativa. Cala la fiducia. Mancano soluzioni per affrontare il dramma della disoccupazione giovanile, per creare nuovo sviluppo e per avviare la svolta green che occorrerebbe al Paese. In poche settimane, da primo fondatore del sogno europeo l’Italia si è trasformata in una mina vagante, isolata, considerata irresponsabile e del tutto inaffidabile.rnrnIl 3 marzo 2019 Nicola Zingaretti ha vinto le primarie del PD, forse le più difficili nella storia del suo partito, perché ora la posta in gioco è molto alta. È necessario fermare la deriva della politica italiana prima che sia troppo tardi. In questa raccolta di discorsi e interventi, Zingaretti lancia un messaggio forte e chiaro: abbiamo bisogno di riscrivere le nostre mappe con una nuova idea di società. Una società che sia giusta nei confronti delle persone e amica dell’ambiente che ci circonda: serve un nuovo modello di crescita, che punti sulla sostenibilità sociale e ambientale, per garantire un futuro di sviluppo, di libertà e uguaglianza all’Italia e all’Europa. -
La strage degli innocenti. Perché Piazza Fontana è senza colpevoli
A cinquant'anni dalla strage di Piazza Fontana, nessun colpevole di quell'orrendo crimine, vero cuore di tenebra della nostra storia, è stato individuato dalla giustizia italiana. Eppure oggi molti misteri sono stati risolti. E raccontare dove nasce il mostro è possibile.rnrnVenezia, fine anni sessanta. Tutti i misteri irrisolti del capitolo più buio e violento della storia italiana vengono da qui... Gianfranco Bettin e Maurizio Dianese nel 1999 avevano pubblicato «La strage», un libro che per la prima volta portava l'origine di questa trama labirintica nel Veneto profondo. Un libro scomodo, che costò loro anche una querela per diffamazione. Da allora Bettin e Dianese non si sono mai fermati. E oggi ritornano a parlare della strage impunita, lunga ormai cinquant'anni. Pur consapevoli del ""contesto"""", vanno ancora una volta a Mestre, a Paese, a Spinea, ad Arzignano e attraversano la nebbia della provincia di Padova, di Vicenza e di Treviso. Perché è qui che bisogna tornare per cercare le ragioni della morte di diciassette persone alla Banca nazionale dell'Agricoltura di Milano il 12 dicembre 1969 e di otto persone a Brescia in piazza della Loggia il 28 maggio 1974 e delle vittime di altre stragi ancora... Questo libro racconta come si genera il mostro di una strage rimasta senza colpevoli, che continua a tormentare la memoria italiana."" -
Il destino del cibo. Così mangeremo per salvare il mondo
Cambiare il mondo un pomodoro alla volta si può. Con il cibo giusto. Non una dieta, ma un nuovo modo di produrre gli alimenti, rispettando il pianeta, la salute umana, i lavoratori e gli animali. Con la tecnologia e il coraggio della scienza. rnrnNel 2030 saremo dieci miliardi. Già ora stiamo sfiorando gli otto. Dieci miliardi di esseri umani che devono mangiare ogni giorno almeno due volte, se non vogliono ritrovarsi malati e sofferenti. Che devono assumere ogni giorno proteine, vitamine, sali minerali, fibre, zuccheri, acqua e molto altro. Non possiamo più sfruttare le risorse che ci rimangono nel modo sbagliato e questo significa soprattutto una cosa: dobbiamo modificare radicalmente il nostro modo di mangiare e quello di produrre cibo. Ma cambiare il mondo un pomodoro alla volta si può. Contaminando discipline diverse, dalla medicina alla cosmologia, dalla biologia marina alla genetica più avanzata, dall'agricoltura alla meteorologia, alcuni ricercatori hanno iniziato a lavorare per un futuro diverso. Da gesti piccolissimi sono nati grandi esperimenti, che aprono la strada all'alimentazione sostenibile. Stiamo imparando a coltivare la carne per averne in quantità illimitate, con un consumo infinitamente ridotto di risorse rispetto agli allevamenti e senza costringere gli animali alla sofferenza e ai farmaci. Stiamo studiando la straordinaria capacità di rigenerazione del mare per ricreare gli ecosistemi che abbiamo distrutto. Con i risultati provenienti dalle colonie spaziali, persino il cielo è molto più vicino. Percorrendo il confine del progresso scientifico Agnese Codignola mette in discussione la nostra cultura alimentare e ci aiuta ad aprire gli occhi su un futuro possibile, a volte addirittura già presente: il cibo che mangiamo può essere sano, sostenibile e giusto nei confronti del pianeta, degli animali e dell'uomo. -
Dove finisce l'Italia. Viaggio sulla linea sottile dei nostri confini
Camminando lungo le estremità del nostro paese, Niccolò Zancan racconta la fatica e la paura di chi arriva dopo aver attraversato mari e continenti, ma anche tutto quello c'è attorno. La frustrazione, la solidarietà, la compassione e la rabbia di chi abita nei luoghi cruciali del destino di migliaia di persone. Spazi che hanno odori e rumori diversi da tutti gli altri, densi di storie e di memoria.A est, dove il Carso si separa tra il Friuli e la Slovenia. A sud, dove i due mari si mescolano attorno alla punta di Capo Passero. A ovest, su e giù per i passi che collegano Ventimiglia alla Francia. E ancora a nord, tra i boschi inselvatichiti e le case disabitate alla frontiera con la Svizzera. Per capire cos'è un confine bisogna passare di qui. Camminando lungo le estremità del nostro paese, Niccolò Zancan racconta la fatica e la paura di chi arriva dopo aver attraversato mari e continenti, ma anche tutto quello c'è attorno. La frustrazione, la solidarietà, la compassione e la rabbia di chi abita nei luoghi cruciali del destino di migliaia di persone. Spazi che hanno odori e rumori diversi da tutti gli altri, densi di storie e di memoria: il Passo Paradiso, al confine nord ovest, oggi si chiama Passo della Morte. Un nome che svela un modo di stare al mondo. Non lontano da Trieste, dove il vicesindaco butta via le coperte ai senzatetto, in una piccola città della Carinzia incontriamo Dragana, prostituta con regolare permesso di soggiorno in un bordello per soli italiani. Nella terra dei pomodorini, che da Ragusa arriva al mare, vive l'ultimo contadino comunista. Abitare queste linee di frontiera significa avere lo sguardo rivolto al tramonto: da qui si vede meglio la vecchiaia dell'Occidente. Si fa esperienza di un legame viscerale con certi valori che, una volta, l'Occidente l'hanno definito, ma anche della dolorosa consapevolezza di non poterli più onorare. Così Zancan mette in discussione l'idea che abbiamo dei confini e del loro significato: molto più che linee di separazione tra un territorio e l'altro, le frontiere sono orizzonti di attese, perimetri simbolici di valori e di desideri, così potenti da muovere le persone e sradicarle. -
La macchina e la folla. Come dominare il nostro futuro digitale
La creatività che muove il nostro futuro nel mondo digitale viene dalle periferie. Una nuova intersezione tra le macchine dell'intelligenza artificiale sta cambiando l'economia e il nostro stile di vita. Due grandi luminari ci mostrano come abitare la rivoluzione.rnrnFacebook, il proprietario del social network più popolare al mondo, non crea contenuti. Uber, la più grande compagnia di taxi del mondo, non possiede vetture. Alibaba, il più grande rivenditore online, non ha scorte in magazzino. E Airbnb, il più celebre intermediario di case per le vacanze, non ha alcuna proprietà immobiliare. Il successo di queste aziende non è legato alla vendita di un prodotto: piuttosto, sono piattaforme capaci di arrivare a moltissimi utenti in tutto il mondo. Per crescere hanno bisogno di raggiungere la moltitudine della folla, di allontanarsi dal proprio centro e allargare il più possibile il raggio della periferia a loro visibile. Come fanno? Possono farlo grazie alle macchine, cioè all'intelligenza artificiale, capace di crescere ed espandersi rapidamente, con un solo obiettivo: raccogliere dati. Il nuovo mondo che McAfee e Brynjolfsson descrivono è questo: mentre un computer può giocare a scacchi meglio di un uomo, startup come Facebook e Google distruggono giganti dell'industria mondiale come Nokia. Un'idea nata nel garage di una persona qualsiasi può esplodere e diventare un colosso globale come Apple o Amazon. McAfee e Brynjolfsson raccontano il cambiamento radicale che non solo l'economia, ma anche il nostro stile di vita sta attraversando. Un'intersezione tra macchine, piattaforme e folla, quella che abita le periferie, che sta trasformando il modo in cui organizziamo il lavoro e abitiamo il mondo. E offrono un'analisi del nostro tempo che è anche uno strumento per affrontarlo. -
Giulio fa cose
Il rapimento, le torture e l'uccisione di Giulio Regeni riguardano tutti. Perché la Ragion di Stato sembra aver messo a tacere la giustizia. Questa è la battaglia per la verità dei suoi genitori.rnrn""Chiediamo una verità processuale nei confronti di chi ha deciso sul destino della sua (e delle nostre) vite, di chi lo ha torturato, chi ha sviato le indagini, chi ha permesso e permette tutto ciò. Su Giulio sono stati violati tutti i diritti umani, compreso il diritto di tutti noi ad avere la verità""""rnrnAlla tragedia di Giulio Regeni, scomparso il 25 gennaio 2016 al Cairo, il mondo della politica non ha ancora risposto... A combattere per ottenere verità e giustizia per Giulio e per tutti i Giulio d'Egitto ci sono però i genitori, Paola e Claudio, insieme al loro avvocato Alessandra Ballerini. Ma non sono soli. Anzi: con loro c'è l'onda gialla che parla di Giulio, indossa i braccialetti, appende nei principali comuni, università e luoghi di cultura quello striscione giallo per chiedere verità e giustizia. Perché Giulio era un cittadino italiano, un cittadino europeo che aveva scelto lo studio e la cultura come strumento di solidarietà e giustizia sociale. Nato a Trieste e cresciuto a Fiumicello, in Friuli-Venezia Giulia, aveva conseguito la laurea a Leeds (UK), un master a Cambridge e aveva un dottorato in corso a Cambridge. Al Cairo stava lavorando a una tesi, rivolta agli aspetti socio-economici principalmente dell'Egitto, in cui affrontava anche tematiche sindacali. La lotta dei genitori di Giulio Regeni affinché sia fatta chiarezza sulla sua cattura e la sua uccisione deve essere anche la nostra. Perché la verità e la giustizia sono diritti e spettano a tutti i cittadini. Con la collaborazione di Alessandra Ballerini."" -
Noi siamo la rivoluzione. Perché la piazza può salvare la democrazia
Nella nuova epoca buia della democrazia, la lotta di Hong Kong per la libertà riguarda tutti. Questa è la storia coraggiosa di un giovane ribelle e di una intera generazione che si batte per i nostri diritti.""Anche se siamo lontani, la nostra ricerca di democrazia e di libertà è la stessa. Vi prego di stare con Hong Kong, perché la nostra lotta non è ancora finita."""" rnQuesta battaglia è cominciata anni fa, quando Joshua Wong era un adolescente. Mentre gli adulti stavano in silenzio, Joshua organizzò la prima protesta studentesca nella storia di Hong Kong per opporsi alla riforma dell'istruzione voluta dal governo filocinese. Da allora, ha guidato la Rivolta degli ombrelli, il grande movimento di resistenza pacifica al braccio sempre più lungo di Pechino sull'ex colonia britannica. Ha fondato un partito politico, Demosist?, e ha attirato l'attenzione della comunità internazionale sulle proteste contro l'ingerenza della Cina nell'autonomia della città. Più di due milioni di persone sono scese nelle piazze e nelle strade di Hong Kong. Joshua è stato ripetutamente in carcere. Per la prima volta racconta la sua storia, che fa rumore ovunque nel mondo e, soprattutto, è la testimonianza di una battaglia che ci riguarda da vicino. La sua è la lotta della libertà contro la censura e dei valori democratici contro il titanismo totalitario della Cina. Joshua Wong è un ribelle ed è un testimone straordinario della sua generazione, perché è ispirato da ideali che portano alla nascita di diritti nuovi. I diritti, infatti, non stanno fermi. La loro area non è definita per sempre. Le trasformazioni della società comportano nuove domande. Ed è proprio questa la trama della democrazia. Una democrazia sempre a rischio, in Oriente come in Occidente. La battaglia di Hong Kong è anche la nostra. Restare in silenzio non è più possibile."" -
Il fuorilegge. La lunga battaglia di un uomo solo
Si può infrangere una legge ingiusta? Un racconto personale e allo stesso tempo collettivo, che mette alla prova la nostra democrazia e, soprattutto, noi stessi.""Con l'accoglienza, Riace aveva dimostrato di avere un'anima, aveva riscoperto la propria identità.""""In ogni periodo di crisi le disuguaglianze rischiano di allargarsi e i diritti di essere rispettati sempre meno. Da dove può ripartire oggi l'Italia? Nel disastro economico e sociale in cui siamo precipitati all'improvviso, abbiamo un enorme bisogno di idee. Prima di diventare un modello per ridare vita a una comunità, Riace era un'idea. O meglio, un'idea di futuro che a Mimmo Lucano venne in mente per la prima volta guardando il mare. A Riace, alla fine degli anni novanta, non esistevano quasi più né l'agricoltura, né l'allevamento. L'unica possibilità per i pochi abitanti rimasti era fuggire. Poi il sistema di accoglienza diffuso creato da Lucano ha cambiato tutto. Le case del centro, da tempo abbandonate, si sono ripopolate. Centinaia di rifugiati hanno potuto ricostruire le loro famiglie e hanno rimesso in moto l'economia del paese. Ma Lucano, si sa, è un fuorilegge. Il 2 ottobre 2018, mentre il ministero dell'Interno era sotto la responsabilità di Matteo Salvini, è stato arrestato con l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. I progetti di accoglienza sono stati chiusi e il paese di nuovo spopolato. Lucano non ha mai smesso di credere nella sua idea: ogni comunità deve fondarsi sul rispetto della dignità umana. La storia di Mimmo Lucano è la storia dell'Italia, perché il suo coraggio ha saputo indicare il confine oltre il quale una democrazia tradisce i propri valori fondamentali. Un racconto personale ed eroico di piccoli gesti che diventano grandissimi. Una testimonianza diretta e profonda che ci invita ad aprire gli occhi su chi siamo e su chi vogliamo essere."" -
Schiavi del clic. Perché lavoriamo tutti per il nuovo capitalismo?
In quale modo l'accumulazione dei dati alla quale tutti partecipiamo si converte in una forma di lavoro non retribuito? Un'inchiesta sul nuovo capitalismo delle piattaforme digitali.rnrnL'intelligenza artificiale non eliminerà il lavoro. Al contrario: i nuovi schiavi del clic sono il cuore dell'automazione. Opporsi alla rivoluzione in corso è un'illusione e un errore. Riconoscere questo lavoro, invece, è necessario.rnrnC'è un'opinione diffusa sulla rivoluzione tecnologica ed è che l'intelligenza artificiale sostituirà gli uomini, cancellando il lavoro come lo conosciamo. Questa idea è del tutto infondata. L'intelligenza artificiale non renderà superfluo il lavoro. Al contrario: gli operai del clic sono il cuore dell'automazione. Con un'inchiesta sul nuovo capitalismo delle piattaforme digitali, Antonio Casilli dimostra che, in realtà, l'intelligenza artificiale ha sempre più bisogno di forza lavoro, che viene reclutata in Asia, in Africa e in America Latina. Gli operai del clic leggono e filtrano commenti sulle piattaforme digitali, classificano l'informazione e aiutano gli algoritmi ad apprendere. Quella in corso è una rivoluzione profonda e ci riguarda da vicino, perché trasforma il lavoro in un gesto semplice, frammentario e pagato sempre meno o addirittura nulla, quando a compierlo sono addirittura i consumatori. Quante volte al supermercato abbiamo scelto le casse automatiche per evitare la fila? Così, con una velocità esponenziale, l'accumulazione gigantesca dei dati alla quale tutti partecipiamo si converte in una forma di lavoro non retribuito, di cui spesso siamo inconsapevoli. È un nuovo taylorismo, nel quale le piattaforme digitali come Amazon, Facebook, Uber e Google sono i principali attori capaci di sfruttare i propri utenti inducendo gesti produttivi non remunerati. Stiamo creando una tecnologia che ha bisogno di lavoro umano e ne avrà bisogno sempre di più. Un lavoro non sarà mai sostituito da un'automazione. Perciò le lotte per il riconoscimento di questo lavoro sono legittime e soprattutto necessarie. -
Riprendiamoci lo Stato. Come l'Italia può ripartire
Perché il nostro Paese non riesce a liberarsi dalla burocrazia? Come si può restituire all'Italia il suo futuro?Più che mai oggi l'Italia ha bisogno di tornare a crescere. Già prima della catastrofe sanitaria, era, insieme alla Grecia, l'unico paese europeo in cui il reddito disponibile pro capite delle famiglie fosse diminuito nell'ultimo quarto di secolo. Ora è nel mezzo di quella che potrebbe essere la peggiore recessione della storia repubblicana e la montagna del debito pubblico non è mai stata così alta. Per quattro anni Tito Boeri è stato presidente dell'Inps e ha visto dall'interno la macchina più grossa e importante dello Stato italiano, quella che paga le pensioni di 16 milioni di italiani, assicura contro la disoccupazione 23 milioni di lavoratori, paga la cassa integrazione e ha sussidiato partite Iva e autonomi durante la chiusura per la pandemia, arrivando a gestire oltre il 50 per cento della spesa pubblica. Questo è il racconto della palla al piede che impedisce al Paese di crescere. Un dispositivo fatto di burocrati non all'altezza e troppo politicizzati, leggi assurde che creano burocrazia a mezzo di burocrazia, interessi privati, lottizzazioni, politici miopi e sindacati ancora più miopi. Entrare nel labirinto infinito della burocrazia significa scontrarsi con tutte le contraddizioni e le disfunzioni del nostro Paese. Eppure, questo viaggio nelle deviazioni e nelle storture dello Stato ci offre innumerevoli occasioni per ragionare sulle soluzioni possibili e ci rivela anche che ci sono civil servants che interpretano il loro ruolo come missione al servizio dei cittadini. Solo il tempo a disposizione sta per scadere. Dobbiamo ridefinire confini fra pubblico e privato anche alla luce dell'esperienza accumulata nella lotta contro la pandemia e aprire gli occhi sull'amministrazione pubblica, chiamata a garantire continuità anche nell'instabilità politica, e riprenderci lo Stato. -
Liberi dal male. Il virus e l'infezione della democrazia
Un viaggio oltre la paura, per capire come questa epidemia sta cambiando le nostre libertà, i nostri diritti, la nostra democrazia.rn“Mentre il potere attacca il virus, il virus ha già intaccato il potere. Non è lui che muta, come temevamo nei peggiori incubi: si sta accontentando di modificare noi, cioè il rapporto tra i cittadini e lo Stato.”La modernità ci ha abituato a guardare alla morte come a un evento insensato, incongruo. Invece un agente patogeno sconosciuto ci ha costretto a fare ogni giorno proprio il calcolo più elementare, quello tra chi vive e chi muore. Ma ogni diagramma, ogni conteggio che sembra possa svelarci il segreto della sventura, in realtà è doppio, parla di lui e di noi, e il saldo è la quantità della nostra paura quotidiana. Per scampare al male ci siamo nascosti, mettendoci al riparo, abbandonando le relazioni sociali per imprigionarci tra le mura di casa. Intanto un secondo contagio, invisibile, stava dilagando silenziosamente, e nessuno sa ancora quante vittime farà: è un contagio che trasferisce la paura e l'emergenza dalla salute all'organizzazione sociale. Il virus sembra rendere inadeguato ciò che fino a ieri ritenevamo una conquista, arriva dritto al cuore del sistema attaccando il meccanismo democratico, con la proposta di un potere nuovo e diverso, fondato sull'anomalia come necessità. Così l'infezione sta trasformando sotto i nostri occhi non solo i rapporti sociali, affettivi, ma anche le libertà, il lavoro e i diritti: in una parola, la politica. Per questo, se nella pandemia siamo entrati tutti uguali, rischiamo di uscirne diversi. Ezio Mauro racconta il percorso del virus da quando è nato in Cina a oggi, come se fosse un soggetto sociale, studiandone la tattica, la strategia, il carattere. E intanto riflette su di noi, su come ci stiamo trasformando nel vortice dell'emergenza. Lui e noi: tutto il libro è costruito su questi due piani, in uno scambio continuo dalla prima all'ultima pagina. ""Siamo vittime di un attacco universale che per la prima volta minaccia l'intero genere umano, e insieme protagonisti di un esperimento sociale senza precedenti: ne usciremo diversi, ho provato a capire come e quanto."""" """"Mentre il potere attacca il virus, il virus ha già intaccato il potere. Non è lui che muta, come temevamo nei peggiori incubi: si sta accontentando di modificare noi, cioè il rapporto tra i cittadini e lo Stato."""" Un viaggio oltre la paura, per capire come questa epidemia sta cambiando le nostre libertà, i nostri diritti, la nostra democrazia."" -
La salute del mondo. Ambiente, società, pandemie
La salute degli uomini e quella del pianeta oggi sono più intrecciate che mai. Il clima, la crisi ambientale, le regole della politica e i dilemmi dell’etica sono nomi diversi per lo stesso problema. E a un problema globale deve corrispondere una risposta globale.Nell’epoca del Covid-19 e della crisi ambientale un epidemiologo e un filosofo si ritrovano al capezzale del mondo malato. Dal loro dialogo nasce questo libro appassionante che propone, con un’unica voce, un nuovo approccio per affrontare le sfide del ventunesimo secolo. Le domande spaziano dai dubbi del cittadino comune ai dilemmi del medico che lavora in terapia intensiva o del filosofo che si interroga sulle origini del male: Quali sono le cause della pandemia? Cosa può fare la politica a favore dell’ambiente? Qual è il migliore criterio per distribuire i vaccini? Chi curare prioritariamente? Come prendere decisioni che coniughino competenza scientifica e partecipazione democratica? Capitolo per capitolo si delinea un’“agenda globale” che rimette in discussione molte delle nostre più radicate convinzioni.rnIl pianeta si presenta sempre più come un’entità globale in cui i viventi sono strettamente interconnessi. Il benessere della Terra e dell’ambiente sono beni comuni, e come tali vanno preservati. Per ottenere questo obiettivo è necessario imparare a pensare diversamente. Bisogna andare oltre la distinzione tra natura e cultura, riconoscendo relazioni e reti al posto di oggetti e soggetti, umani e non umani. Bisogna lasciarsi alle spalle una concezione dell’etica fondata su criteri antropocentrici e una visione della politica ridotta a pura tecnica. Bisogna, soprattutto, sostituire all’idea di una lotta contro qualcosa o qualcuno l’idea di una mobilitazione per un bene da salvaguardare: la salute del mondo. -
All'inferno e ritorno. Per la nostra rinascita sociale ed economica
Una guida nel labirinto della nostra ricostruzione economica ma anche un’idea per il futuro dell’Italia, a partire da tre parole d’ordine: uguaglianza di possibilità, merito e solidarietà.rnDalla crisi stiamo emergendo, ma non basta tornare a dove eravamo nel 2019, l’anno che ha chiuso il peggior ventennio nella storia economica d’Italia. Per ripartire davvero servono riforme radicali nella nostra economia e nella nostra società.Il mondo sta affrontando la peggiore crisi economica dalla Seconda guerra mondiale. Il virus sta facendo danni più gravi di Lehman Brothers. E l’Italia? Bisogna tornare al 1945 per trovare un dato peggiore di caduta del Pil.rnLa crisi ha messo in luce le nostre debolezze, certo, ma anche i nostri punti di forza, compresa la capacità di rispondere bene in condizioni di emergenza. Ma affrontare l’emergenza non basta, e non basta tornare a dove eravamo nel 2019: ora abbiamo davanti a noi la responsabilità della ricostruzione.rnCarlo Cottarelli si pone al confine tra il mondo che crolla e il mondo che verrà dopo. E, mentre ci accompagna nel labirinto delle possibilità economiche oggi a nostra disposizione, ci mostra come l’Italia abbia bisogno di tornare a crescere in modo sostenibile da un punto di vista sociale, finanziario e ambientale. Dobbiamo salvare la nostra economia, ma per farlo abbiamo bisogno di più uguaglianza, soprattutto nelle opportunità che vengono fornite alle nuove generazioni.rnPer questo ci vuole la politica, e infatti questo è un libro (anche) politico. Perché parla di come la società italiana dovrebbe funzionare sulla base di un principio ideale: la possibilità per tutti di avere un futuro nella vita, indipendentemente dalle condizioni in cui si è nati. È importante che le agende politiche partano da una chiara enunciazione della società che si vorrebbe realizzare. Altrimenti, la politica diventa personalismo, opportunismo e cinismo. -
Io posso. Due donne sole contro la mafia
Parco della Favorita, Palermo. Due sorelle finiscono al centro di una tenaglia terribile: da una parte c’è la mafia, dall’altra lo Stato. La mafia le perseguita, lo Stato non le considera vittime. Questo libro vuole cambiare il finale alla storia.rnIo posso e tu no perché io sono lo Stato e tu no“Immaginate di tornare un giorno a casa vostra e di trovare un costruttore legato alla mafia lì davanti. Immaginate che vi dica che quella non è casa vostra, ma sua. E che, qualche anno dopo, ve la danneggi gravemente per costruirci accanto un palazzo più grande. E immaginate di dover aspettare trent’anni prima che un tribunale italiano vi dia ragione. Immaginate che, dopo tutto questo tempo, vi riconoscano un compenso per i danni, che però nessuno vi pagherà mai dato che il costruttore nel frattempo è stato condannato perché legato alla mafia e lo Stato gli ha sequestrato tutto. E ancora, immaginate che di quella somma, che non riceverete mai, l’Agenzia delle entrate vi chieda il 3 per cento.rnQuesto è quello che, più o meno, è successo a Maria Rosa e Savina Pilliu. E diciamo ‘più o meno’, perché in trent’anni, in realtà, è successo questo e molto altro. Intorno al palazzo abusivo si aggireranno vari personaggi: mafiosi eccellenti, assessori corrotti, killer latitanti, avvocati illustri, istituzioni pavide, vittime di lupare bianche, anonimi intimidatori e banchieri generosi.rnE poi ci mettiamo anche noi due che, venuti a conoscenza della vicenda, abbiamo deciso di scrivere questo libro. La nostra intenzione è cambiare il finale di questa storia, con l’aiuto di tutti. Raggiungendo tre obiettivi. Il primo: attraverso la vendita di questo libro raccogliere la cifra necessaria per pagare quel famoso 3 per cento dell’Agenzia delle entrate. Il secondo: far avere lo status di ‘vittime di mafia’ alle sorelle Pilliu. Il terzo: ristrutturare le palazzine semidistrutte e concederne l’uso a un’associazione antimafia.rn‘Io posso’ è una sorta di mantra a Palermo. Non importa cosa dice la regola, perché tanto ‘Io posso’. Le regole valgono solo per gli stupidi. ‘Io posso’ sottintende sempre: ‘E tu no’. Ecco, a noi piace molto questa frase. La gridiamo a gran voce ma con un senso opposto. Io posso e tu no perché io sono lo Stato e tu no.” -
Il mercato non basta. Dieci lezioni per il mondo dopo la pandemia
Lenin una volta disse: «Ci sono decenni nei quali non succede nulla e settimane in cui accadono decenni». Questo è uno di quei momenti in cui, all'improvviso, la storia accelera.Il virus, per il momento, ha ridotto drasticamente i nostri orizzonti. Ogni giorno i nostri movimenti sono limitati. Lavoriamo da casa, dobbiamo mantenere la distanza dagli altri, siamo separati da amici e famigliari. Per la prima volta facciamo esperienza della solitudine. È difficile guardare al futuro in un momento nel quale la nostra sicurezza economica, le libertà personali e la nostra salute sono precarie come non lo erano mai state. E c'è un senso crescente di disgregazione globale. Nell'anno in cui la democrazia statunitense è stata in bilico, in tempo reale Zakaria ha costruito una mappa del nostro futuro, perché una cosa è sicura: è già cominciato. Il Covid-19 non ha stravolto il mondo che conosciamo, piuttosto sta accelerando processi che già erano in atto. Le contraddizioni si spalancano, le soluzioni da perseguire diventano più chiare. L'eredità della pandemia sarà dolorosa, turbolenta e tutt'altro che uniforme tra i diversi Paesi. Siamo già entrati in un mondo nuovo, ma è un mondo più difficile da ordinare di quello che conosciamo, soprattutto se vogliamo renderlo più giusto. Abbiamo bisogno di liberarci dei dogmi del neoliberismo sfrenato, che hanno impoverito lo stato sociale e ci hanno fatto trovare impreparati di fronte alla calamità della pandemia. D'altra parte, oggi siamo tutti più connessi. La corsa al 5G, l'economia digitale globale, l'autorità decrescente degli Stati Uniti: queste trasformazioni sono state accelerate dal coronavirus e sono destinate a portare una rivoluzione nella nostra vita in comune e nelle istituzioni, nei nostri valori, nei nostri desideri e nelle nostre priorità personali – probabilmente per sempre. Un'analisi che tiene assieme la politica, l'economia e la tecnologia per costruire una visione di questo futuro, che già oggi è la nostra nuova realtà. -
Acido. Cronache italiane anche brutali
Le pagine di Carlo Verdelli sono la cronaca dell'animo tormentato del nostro Paese. Con inchieste taglienti e dure, il giornalista costruisce una storia tanto profonda quanto sinistra dell'Italia, come non l'abbiamo mai sentita.«Achille è un neonato sano, bellissimo come tanti, sfortunato come pochi. I genitori, quelli dell'acido, stanno in cella, con accuse tremende e una condanna di 14 anni a testa, per adesso. Ma l'ombra che si allunga su questo minuscolo Achille viene anche dalla gestazione che ha subìto, i rischi di salute che ha corso mentre stava nel grembo che doveva proteggerlo, la cascata di dolore che gli ha fatto da liquido amniotico durante l'approdo in questa scheggia di Milano bene e di giovani vite strapazzate. Non basteranno a compensare le babbucce bianche che il magistrato Marcello Musso, lo stesso che ha incastrato chi l'ha concepito, gli ha portato di persona alla clinica Mangiagalli, insieme a un cartoncino scritto a mano: Con infinita tenerezza, per un lungo cammino.» Dell'Italia esiste una storia dietro le quinte, fatta di trame che Carlo Verdelli ha raccontato nella sua lunga carriera di giornalista. Trame senza le quali si perde un pezzo importante dell'animo del nostro Paese, un lato oscuro, geniale, inafferrabile. Non si capisce Milano oggi se non si fa almeno il tentativo di avvicinarsi alla psicologia della banda dell'acido. E neanche se del Parco Lambro si conosce solo la metà frequentata dalla gente che corre in tuta. C'è un'altra metà, «una specie di Aspromonte lombardo», che alla fine degli anni ottanta divenne il cuore della capitale italiana dell'eroina. Così come non si capisce nulla di lotta alla mafia se non si legge la storia di una piccola emittente televisiva a Trapani e del suo anchorman, Mauro Rostagno, ammazzato nel 1988. Una raccolta di pagine dure e tumultuose, che raccontano l'Italia da Vallanzasca al caso di Enzo Tortora, da Olindo e Rosa alla banda dell'acido. -
I furiosi anni venti. La guerra fra Stati, aziende e persone per un nuovo contratto sociale
La politica e l'economia del mondo intero sono sempre più governate da poche multinazionali americane e cinesi. Per non rimanere schiacciata, l'Italia ha bisogno di un modello di crescita che rispetti i diritti dei cittadini. I furiosi anni venti sono appena cominciati. La partita che deciderà il nostro futuro è aperta.Le aziende plasmano la nostra vita quotidiana da più di due secoli, nel bene e nel male. Tutto è cominciato con la Rivoluzione industriale: allora gli stati si attrezzarono per fare da contrappeso e controllare l'influenza crescente di aziende e imprenditori, mentre i cittadini potevano scegliere i propri leader. Il patto si è conservato fino a oggi. Negli anni venti questo equilibrio si è rotto. Il mercato viene monopolizzato da poche multinazionali, che diventano sempre più ciclopiche: negli Stati Uniti la linea di confine che separa Walmart, la più grande catena di negozi al dettaglio, dalle sale del Congresso è diventata sottile come un rasoio. Questo fenomeno apparentemente inarrestabile riguarda tutti i Paesi del mondo, anche l'Italia. Che rischia di restare soffocata. È sempre più nell'interesse delle aziende comportarsi come nazioni – e quindi investire in difesa, contratti esteri, data mining e intelligence. E quando i governi si affannano in infinite trattative diplomatiche, rallentati dalla burocrazia e incapaci di prendere decisioni rapide sull'assistenza sanitaria e sul cambiamento climatico, le persone cominciano a guardare proprio alle aziende, che ostentano l'agilità e la potenza necessarie ad affrontare i grandi problemi del nostro tempo. Nei prossimi dieci anni le nostre vite cambieranno. Alec Ross conosce molto bene le persone e le regole che governano le big tech e le grandi multinazionali e impongono la metamorfosi esistenziale, politica ed economica che stiamo attraversando. Da insider, Ross svela le logiche del potere di questi colossi, racconta storie affascinanti e geniali di reazione al loro monopolio e così getta le basi per un nuovo contratto sociale, capace di ascoltare i lavoratori e i cittadini di fronte a una rivoluzione globale senza precedenti. -
Il libro delle emozioni
Viviamo in un'epoca di esibizione delle nostre emozioni. Crediamo che l'unico spazio autentico sia quello dei nostri vissuti emotivi, che da tempo, però, non ci appartiene più. Oggi dobbiamo sorvegliare il futuro dei nostri figli, sempre più connessi, che frequentano una scuola incapace di educare, perché ignora l'apparato sentimentale dei nativi digitali, e la politica che, soprattutto nella sua versione populista, ha fatto delle nostre reazioni emotive il proprio linguaggio. Con la guida di Umberto Galimberti ritorniamo alla natura delle emozioni e ritroviamo questo spazio essenziale, liberandolo dalle esigenze del successo e del mercato.La mente e il cuore. Platone invita a privilegiare la mente razionale capace di governare le passioni del cuore. Ma noi non possiamo dimenticare che anche il cuore ha le sue ragioni. Anzi, prima che la mente giungesse a guidare la vita dell'uomo, per i nostri antenati la vita era governata dal cuore, che con le sue sensazioni giungeva a capire, come peraltro fanno gli animali, in modo rapido e senza riflettere, che cosa è vantaggioso e che cosa è pericoloso per il mantenimento della vita. Il cuore promuove le azioni più rapidamente della ragione e senza troppo indugiare sul da farsi, perché il mondo non è ospitale e i pericoli, che sono a ogni passo, richiedono decisioni immediate. Le decisioni del cuore sono promosse dalle emozioni come la paura che il cuore avverte di fronte al pericolo, o come il desiderio che approda all'accoppiamento per la preservazione della specie. Tutto questo senza riflettere, perché la luce della ragione ancora non c'è. La nostra è un'epoca di spaventosa espansione della razionalità tecnica. Da un lato, questa espansione impone la rimozione delle emozioni e dall'altro innesca una reazione di ritirata emotiva nel proprio sentimento, assunto come unica legge di vita. A questo si aggiungono la ricerca costante di visibilità e di notorietà, che trasformano le nostre emozioni in merci. Ma allora siamo ancora capaci di riconoscere che cosa sia un'emozione? Umberto Galimberti costruisce un cammino straordinario nelle profondità del nostro vissuto e ci insegna a ritrovare il nostro spazio intimo, cioè lo spazio che si nega al pubblico per concederlo a chi si vuol fare entrare nel proprio segreto profondo e spesso ignoto a noi stessi.