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Perché io sono io e non sono te? Le risposte alle domande spiazzanti dei bambini
Tomi Ungerer risponde alle domande filosofiche dei suoi piccoli e saggi lettori con l'irriverente confidenza del grande artista, che non ha mai rinnegato il proprio bambino interiore.rnrnChi ha creato Dio? Perché esiste il denaro? È interessante morire? È possibile che la mia vita sia soltanto un sogno? Il niente esiste? Perché dobbiamo amare anche gli altri e non soltanto noi stessi? Tomi Ungerer risponde alle domande filosofiche dei suoi piccoli e saggi lettori con l'irriverente confidenza del grande artista, che non ha mai rinnegato il proprio bambino interiore. Le sue risposte sorprendono, divertono, provocano, ma soprattutto suscitano la voglia di pensare. Età di lettura: da 7 anni. -
La sinistra e altre parole strane. Postilla a 25 anni di amache
Una riflessione emozionata e comica sul mestiere di scriverernrnÈ solamente la scrittura che conta, nella scritturarnrnSeduto alla scrivania di casa – sopra di lui lo sguardo vigile di Kurt Vonnegut, accanto a lui una finestra aperta su campi e boschi –, Michele Serra scrive le sue amache.rnSe non è a casa, le scrive dove capita: in treno, in macchina, al bar, in autogrill, ovunque. Praticamente senza sosta, ogni giorno, da un quarto di secolo.rnOrmai sono quasi ottomila corsivi, quasi ottomila opinioni: abbastanza per sentirsi “un caso umano”, per voltarsi indietro e interrogarsi sulle ragioni e la sostanza di tutto questo. Ecco allora la precoce familiarità di Serra con libri e macchine per scrivere, il debito di riconoscenza nei confronti di persone e luoghi che lo hanno formato, la scoperta delle parole più ricorrenti tra le centinaia di migliaia battute sulla tastiera. Fra tutte, le più utilizzate sono due, sinistra e politica. “Se l’ho scritta ben 1321 volte, la parola ‘sinistra’, è sicuramente perché stavo cercando di spiegare prima di tutto a me stesso che cosa volevo dire esattamente, dicendo sinistra. Lo stimolo fondamentale della scrittura, direi non solo della mia, è l’ignoto.” Una riflessione emozionata e comica sul mestiere di scrivere, pubblicata in sincrono con Il grande libro delle amache, in cui si può leggere la storia di questi venticinque anni mentre accadevano. Questo libretto ne è la postilla e il compendio. -
Il grande libro delle amache
Per ridere, per riflettere, per lasciarci appesi una domanda, un dubbio. Venticinque anni di consuetudine quotidiana raccolti in un volume, duemilacinquecento opinioni che Serra si diverte a rileggere, commentare e reinterpretare, aggiungendo qui e là la sua voce di oggi a quella di ierirnrnDiffidate di chi non sa ridere. In genere non sa neanche piangerernrnDal 1992 al 2017 Michele Serra, prima dalle pagine dell'«Unità» con la rubrica «Che tempo fa», poi da quelle della «Repubblica» con le sue amache, ci ha abituato ogni giorno a un suo corsivo. Per ridere, per riflettere, per lasciarci appesi una domanda, un dubbio. E venticinque anni di consuetudine quotidiana sono un anniversario che merita un regalo. Nasce così l'idea di selezionare e raccogliere in questo volume cento corsivi per ciascuno di questi anni: duemilacinquecento opinioni, che Serra qui si diverte a rileggere, commentare e reinterpretare, aggiungendo qui e là la sua voce di oggi a quella di ieri e aprendo ogni anno con un riassunto dei principali avvenimenti (ma non solo) che diviene sintesi fulminante in grado di restituire la complessità del nostro vivere e delle nostre insensatezze. In fondo al volume una serie di apparati consente al lettore più curioso un'indagine trasversale dei testi – attraverso i protagonisti, i partiti, le tematiche che ci hanno scosso per un quarto di secolo –, per tutti gli altri resta il gusto di sfogliare le pagine, come si sfoglia un album di fotografie. Per ricordarci chi siamo guardandoci allo specchio. -
La sfida della libertà. Come nasce una democrazia
L'ultima parte dell'autobiografia di Nelson Mandela, rimasta incompiuta e completata da un grande scrittore sudafricano. L'impresa di un uomo che ha fatto di un paese devastato dall'apartheid una democrazia.rnrnNel 1994 Nelson Mandela è diventato il primo presidente eletto democraticamente in Sudafrica. Fin dall'inizio, era determinato a prestare servizio per una sola legislatura. E nel corso dei cinque anni dell'incarico, lui e il suo governo hanno compiuto un'impresa straordinaria, trasformando una nazione lacerata da secoli di colonialismo e apartheid in una democrazia autentica, nella quale tutti i cittadini sudafricani siano uguali di fronte alla legge. «La sfida della libertà» è la storia degli anni della presidenza di Mandela, a partire dalle memorie che lui stesso cominciò a scrivere nell'ultimo periodo del suo mandato, senza però riuscire a finirle. Oggi Mandla Langa, una delle voci letterarie più autorevoli in Sudafrica, ha completato l'opera e ha portato a termine il progetto incompiuto di Mandela, raccogliendo note dettagliatissime scritte in tempo reale e una grande quantità di materiale d'archivio ancora inedito. Con una prefazione scritta dalla vedova di Mandela, Graça Machel, il risultato è un resoconto vivido e ricco di ispirazione, che ricostruisce giorno dopo giorno la creazione di una nuova democrazia. E racconta la vicenda eccezionale di un paese che affronta un cambiamento profondo e radicale, testimoniando le lotte che Mandela ha sostenuto per rendere finalmente realtà la propria visione di un Sudafrica libero. -
Stiamo calmi. Come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare l'ansia
Abbiamo sempre pensato all'ansia come a un problema: qualcosa che peggiora le nostre vite e quelle degli altri. Ma se non fosse così?rnrnSaverio Raimondo è un comico. Ma prima ancora è una persona. Ansiosa. Figlio di madre ansiosa, che a tavola esortava il suo appetito di bambino con l'invito «Mangia, che stai morendo». Dopo essere cresciuto nell'ansia altrui, Saverio in età adulta ne ha sviluppata una sua, personale. Ma nell'ansia Saverio non ha trovato un ostacolo alla sua vita o alle sue attività, anzi: non solo ha imparato a conviverci e a scherzarci su, ma riconosce in essa una forza motrice che lo spinge a evolversi e migliorarsi. Da questa esilarante prospettiva Saverio Raimondo scrive il suo personale elogio dell'ansia: individua in essa uno dei principali fattori evolutivi dell'uomo nel corso dei secoli; rilegge in chiave ""ansiosa"""" alcuni dei principali avvenimenti e dei personaggi più stressati della storia; rivaluta il senso di colpa come baluardo della civiltà; e affronta con umorismo e ironia tutte le principali fonti di ansia del mondo contemporaneo - dal terrorismo al cibo alla privacy. Fino alla provocazione finale: ricaviamo energia dall'ansia. Energia verde e rinnovabile. Mescolando, con la sua personalissima forza comica, autobiografia, speculazioni filosofico-umoristiche e surreali applicazioni pratiche, Saverio Raimondo riabilita agli occhi del lettore uno dei mali più diffusi nelle nostre società, producendo un ribaltamento cardinale: non bisogna farsi paralizzare dall'ansia, ma lasciarsi ispirare e guidare da essa!"" -
The Nobel lectures
“Quando ero giovane, era il mio eroe. Senza le parole e la musica di Dylan, probabilmente non sarei diventato uno scrittore.” - Kazuo Ishiguro, Premio Nobel per la Letteratura 2017rnrnCome per Omero e Saffo, in Dylan la musica si fa poesia. O viceversa. È questa in sintesi la motivazione con cui l’Accademia di Svezia annuncia il 13 ottobre 2016 il conferimento del Premio Nobel per la Letteratura al cantautore più amato del mondo. Il resto è storia nota: Dylan non va a ritirare il premio a causa di impegni presi in precedenza, la sua lettera di ringraziamento viene letta dall’ambasciatrice degli Stati Uniti in Svezia, Patti Smith esegue A Hard Rain’s A-Gonna Fall e si commuove. Intanto l’eterno dibattito si riaccende: una canzone può essere letteratura? In queste pagine, che contengono la lettera di ringraziamento e il discorso tenuto all’Accademia di Svezia durante una cerimonia privata, non si trovano le risposte di Dylan a questa domanda, ma c’è il suo rapporto con quello che ha letto e quello che ha ascoltato, con le storie che ha amato, con i linguaggi che lo hanno nutrito. Perché se è vero che “mai una volta ho avuto il tempo di chiedermi se le mie canzoni sono letteratura”, è anche vero che le pagine dei libri ti danno “un modo di guardare la vita, una comprensione della natura umana e un metro con il quale misurare le cose”. È così che, nel suo modo di guardare la vita, ci sono Omero e Buddy Holly, Moby Dick e Niente di nuovo sul fronte occidentale. E soprattutto ci sono incontri e ricordi, perché “le canzoni sono vive nella terra dei vivi” e Dylan, come Omero, invoca la Musa chiedendole semplicemente di cantare, attraverso la sua bocca, una storia.rnNel suo discorso per il Nobel Dylan non parla solo del rapporto tra letteratura e musica, ma del rapporto tra letteratura e vita. -
Quando si spense la notte. Il principe di Trabia, la spia che non voleva la guerra
Torna Raimondo Lanza Branciforte principe di Trabia, inarrestabile protagonista del fortunato Mi toccherà ballare: spia, nobile, seduttore, cacciatore di tigri e ideatore del calciomercato.rnrnPrimo settembre 1939: con lo scoppio della guerra in Polonia, quanto durerà la non belligeranza dell'Italia? Galeazzo Ciano, ministro degli Affari esteri, è ben conscio che le truppe del Regno siano impreparate. Ha dunque bisogno di un uomo di fiducia che lavori al suo fianco per tenere l'Italia lontana dalla guerra. Già volontario in Spagna con i franchisti e decorato al valor militare, fascinoso, donnaiolo, celebre per la vita sregolata, intimo dello stesso Galeazzo e di sua moglie Edda Mussolini, Raimondo Lanza Branciforte principe di Trabia lavora per il Sim, il Servizio di intelligence militare del regime, ed è dunque l'uomo perfetto a cui affidare la delicata missione. Ciò che il conte Ciano ignora è che la devozione di Raimondo è ripartita: da un lato il lavoro di spionaggio e la fedeltà al regime, dall'altro Cora, spia inglese alle prime armi di cui si è invaghito. Tra fughe rocambolesche in tenuta monacale e avvelenamenti sventati per un soffio, pur di salvare la giovane dalla stretta del collega Santo Emanuele, Raimondo decide di includerla nella sua missione: recarsi in Sud Tirolo per guastare le relazioni con l'alleato Hitler. Grazie all'inedita testimonianza della nipote di Cora e all'accurata ricerca su documenti d'epoca, Ottavia Casagrande torna a studiare la figura del principe di Trabia e ricostruisce i nove mesi che dall'inizio della guerra portarono all'ingresso dell'Italia nel conflitto, con l'urgenza del ricordo e un ritmo irrefrenabile degno del più appassionante James Bond. -
Il sogno di Solomeo. La mia vita e l'idea del capitalismo umanistico
L'autobiografia di chi ha realizzato il sogno di combinare etica e capitalismornIl sogno di Solomeo è quello di un contadino che, seguendo i valori umanistici scoperti nella vita rurale e nella fi losofi a, diventa un grande industriale. Un sogno in grado anche di mostrare che si può restituire vita ai centri antichi e nobiltà alle periferie.rnBrunello Cucinelli ripercorre il suo cammino personale ed evoca il senso dell’umano appreso dai Greci, che ogni giorno l’ha accompagnato nella ricerca della saggezza e della pratica virtuosa. Le sue guide sono la dignità morale e quella economica dell’uomo. I punti cardinali che orientano questo viaggio sono la bellezza, quando è unita alla custodia, e la vecchiezza, quando è amata dai giovani, la ricchezza, quando è unita al dono, e la semplicità delle cose davvero grandi. Nasce così il concetto di “lavoro giusto” come rispetto della natura, dell’uomo e della sua aspirazione al sogno: è questo il “capitalismo umanistico”.rnDei maestri del passato si ritrova in queste pagine la ricerca del silenzio, del raccoglimento, e di quella luminosa solitudine popolata di ricordi e pensieri che è l’unica condizione per non essere soli.rn -
Italia da salvare. Gli anni della Presidenza di Italia Nostra (1965-1980)
"Il mondo è diventato moderno perché la storia è passata veramente di qua; ne abbiamo le prove sparse in tutto il territorio""""rnrnOltre a essere narratore e poeta, consulente editoriale per Feltrinelli e vicedirettore della Rai, Giorgio Bassani fu tra i fondatori di Italia Nostra, associazione nazionale che ha tutt'oggi l'obiettivo di diffondere nel paese la cultura della conservazione del paesaggio urbano e rurale, dei monumenti, del carattere ambientale delle città. «L'Italia è un Paese sacro non soltanto per noi, ma per il mondo intero» scriveva Bassani, ai vertici di Italia Nostra per quasi trent'anni. La sua posizione e il suo impegno sono evidenti in questi testi, raccolti e ripresentati in una nuova edizione ampliata e corretta: interventi, discorsi, lettere, interviste e articoli scritti o pronunciati dal grande intellettuale nell'ambito della sua attività di presidente dell'associazione, dal 1965 al 1980, e come presidente onorario negli anni seguenti. Il risultato di queste pagine è un vero e proprio bilancio non solo della sua attività letteraria ma del suo strenuo impegno civile. Scrive la figlia Paola: «Per Bassani [...] questo patrimonio è """"sacro"""" e colpisce con quanta consapevolezza storico-critica, con quanta vis polemica e pedagogica, con quanta appassionata e laica religione, egli si getti, ogni volta, nella mischia, sappia affrontare senza alcun complesso presidenti della Repubblica, ministri e amministratori vari: l'obiettivo è quello di trasmettere allo Stato italiano la forza morale necessaria per difendere il proprio patrimonio dai pericoli e le sopraffazioni del boom economico e delle avidità locali, perché anteponga l'interesse generale a quello settoriale o privato, perché si convinca insomma ad esistere e a funzionare»." -
Le entità oscure. Viaggio ai limiti dell'Universo
"La sorpresa viene da lontano. Molto, molto lontano. Dalle sorgenti delle galassie, dalle fucine delle stelle, fonti di un'energia inesausta. Là dove abbiamo cominciato a guardare e ormai non possiamo più smettere."""" La materia e l'energia oscura sono il grande rompicapo della fisica del XXI secolo. E finché rimarranno un enigma, dell'universo conosceremo solo una piccolissima porzione e nulla sapremo della sua origine e del suo inevitabile destino. Perciò in questa ricerca si misurano, in una serrata competizione, schiere di fisici, astrofisici e cosmologi, professionisti e dilettanti, sperimentali e teorici, scienziati e filosofi. Tutti spinti dall'inarrestabile ambizione di contribuire a un passo decisivo nello sviluppo della conoscenza. Che scuoterà dalle sue fondamenta non solo la scienza, ma l'idea stessa che abbiamo dell'uomo e del suo posto nel cosmo. Cristiano Galbiati coordina l'esperimento DarkSide nei Laboratori del Gran Sasso. è uno dei protagonisti di questa ricerca e sa che la materia e l'energia oscura sono i segreti più misteriosi e affascinanti della natura. Gelosamente custoditi e ancora da decifrare. Ma che mandano segnali inequivocabili, lasciando sempre nuove tracce della loro esistenza: """"Una serie di osservazioni ha lacerato il tenue velo che copriva l'infinito. Da questi strappi discontinui e irregolari fa la sua comparsa - rapida, sfuggente, momentanea e subito rimpianta - un mondo inaspettato. Talmente inatteso che desta tanta confusione quanta meraviglia"""". In questo mondo misterioso si cela il segreto, che queste pagine attraversano in un viaggio senza ritorno, alla scoperta dell'universo per come lo conosciamo e per come potremmo scoprire che non è mai stato." -
Loro. Diario del Film
L'appassionata documentazione di Gianni Fiorito rende questo volume fotografico un vero e proprio percorso dentro il film, fra foto di scena e foto di set oltre alle foto di alcune sequenze tagliate. Un diario di lavorazione che consente di fermarsi sul dettaglio di un'espressione, di un gesto, di una scena corale, di cogliere l'intelligenza, la fatica, l'intensità e lo studio meticoloso di ogni inquadratura, oltre che la magistrale interpretazione di Toni Servillo nei panni di Silvio Berlusconi. Un volume da leggere come un racconto per immagini, ma anche da esplorare come accesso privilegiato al lavoro di un grande maestro del cinema. -
La casa del governo. Una storia russa di utopia e terrore
La storia epica del palazzo in cui vissero i dignitari del Partito comunista sovietico prima di essere eliminati dalle purghe di Stalin.rnrn«La Casa del governo» è diverso da qualsiasi altro libro sulla Rivoluzione russa. Nella tradizione di «Guerra e pace» di Tolstoj, «Vita e destino» di Grossman e «Arcipelago Gulag» di Sol?enicyn, la scrittura travolgente di Slezkine racconta la storia vera degli abitanti di un enorme edificio di Mosca, dove vissero gli ufficiali del Partito comunista e le loro famiglie prima di essere epurati dalle purghe di Stalin. Una narrazione vivida delle vite pubbliche e private di coloro che hanno creduto nel bolscevismo, che comincia con la loro conversione al comunismo e finisce con la perdita della fede da parte dei loro figli, mentre sullo sfondo crolla l'Unione sovietica. Completata nel 1932, la Casa del governo, oggi conosciuta come la Casa sull'argine, sorgeva non lontano dal Cremlino, lungo la Moscova. Cinquecentocinque appartamenti ammobiliati erano collegati da spazi comuni che contenevano tutto, dal cinema alla biblioteca, dal campo da tennis al poligono di tiro. Slezkine racconta la storia spaventosa degli abitanti della Casa, di come vivessero tranquillamente negli appartamenti e governassero lo stato sovietico, fino al giorno in cui quasi ottocento persone furono sfrattate e condotte, una a una, in prigione o alla morte. A partire da lettere, diari, interviste e centinaia di fotografie rare, La Casa del governo intreccia biografia, critica letteraria, storia dell'architettura insieme a nuove affascinanti teorie della rivoluzione, a profezie millenaristiche e all'affresco di un regno del terrore. Il risultato è l'indimenticabile saga umana di un edificio che, come la stessa Unione sovietica, è divenuto una dimora maledetta, tormentata per sempre dai fantasmi di chi è scomparso. -
Falegname di parole. Le canzoni e la musica di Fabrizio De André
Questo libro è stato scritto tra il 1992 e il 1999, contemporaneamente a ""Non per un dio ma nemmeno per gioco"""". Con questo secondo volume, ricco di ricordi e testimonianze, si completa così l'idea originaria di realizzare uno studio approfondito sulla vita del grande cantautore, sulla sua opera e il suo stile. rn«Da uno dei più attenti studiosi del più amato dei nostri cantautori. Un modo per ripercorrere la sua avvincente storia di poeta della musica, canzone dopo canzone, album dopo album. Da La canzone di Marinella a Smisurata preghiera» - Robinson, La Repubblicarn“Cantautore? Lo sono, sì. Ma è un termine vago, che non definisce nulla. Se proprio fa comodo un’etichetta, preferirei si dicesse trovatore.” - Fabrizio De AndrérnrnQuella di Fabrizio De André è una vita geniale, da ripercorrere attraverso la sua musica. Luigi Viva ci guida in un viaggio per conoscere in profondità l'equilibrio struggente fra il senso dell'ironia e il senso del dramma, il coraggio e la misura, le esperienze di vita del """"falegname di parole"""" e le sue letture, i personaggi di un sottoproletariato che sfugge alla politica, e per questo vicini all'ideale di un'anarchia bonaria. E poi l'amore per i semplici, gli sconfitti e l'attenzione per """"gli ignorati e perseguitati dal potere"""". Questo libro è stato scritto tra il 1992 e il 1999, contemporaneamente a """"Non per un dio ma nemmeno per gioco"""", e il lavoro fu condiviso con Fabrizio De André, che ebbe l'opportunità di vederlo e commentarlo con l'autore. Con questo secondo volume, ricco di ricordi e testimonianze, si completa così l'idea originaria di realizzare uno studio approfondito sulla vita del grande cantautore, sulla sua opera e il suo stile. Ed è come sentire la voce di De André: attraverso i suoi appunti, la sua calligrafia, le fotografie più intime, gli spartiti originali, i testi autografi con le sue correzioni e i suoi ripensamenti."" -
Le cinque vite di Giorgio Scerbanenco
Un viaggio struggente e avventuroso attraverso la memoria, la storia e le trame uniche inventate da un padre di cui scopriamo non una, ma cinque vite.rnrn«La distruzione di Giorgio Scerbanenco ebbe inizio il 19 novembre 1929. Giorgio Scerbanenco, costruito nel 1911 un modello longilineo - linfatico, a intelligenza pronta, non era ancora finito in tutti i particolari, che l'opera di distruzione s'iniziò con solerte ardore. [...] Un giorno, la signora Della Falce, passando, per la casa dove abitava Giorgio Scerbanenco, ne vide lo scheletro coperto di stoffa e lo tagliò via. Era il 6 dicembre 1969. La distruzione di Giorgio Scerbanenco era stata condotta a termine». Così scrisse Giorgio Scerbanenco su un pezzo di carta tra il 1937 e il 1938. Morirà il 27 ottobre 1969. Si era sbagliato solo di un mese. Comincia a Milano in un grande armadio a muro, nell'appartamento in via Plinio 6, il pellegrinaggio di Alberto Scerbanenko nei faldoni della corrispondenza, nelle pile di dattiloscritti e nei mucchi di copie di romanzi pubblicati e qualche volta inediti del padre. Una ricerca labirintica delle ragioni delle parole con cui Giorgio Scerbanenco profetizzò la propria morte. Quello di suo figlio è un viaggio struggente e avventuroso attraverso la memoria, la storia e le trame uniche inventate da un padre di cui scopriamo non una, ma cinque vite. Vite ambientate a Kiev, a Roma, a Milano e poi in esilio in Svizzera dal 1943 sino alla fine della guerra. Giorgio Scerbanenco ha fatto molti mestieri, è entrato nel mondo dell'editoria, ha collaborato con importanti quotidiani e ha diretto i periodici femminili «Bella» e «Novella». I suoi romanzi l'hanno rivelato come l'inventore del noir italiano con storie dure e travolgenti che hanno ispirato il miglior cinema, da «Milano calibro 9» a «I ragazzi del massacro». -
Piccole tracce di vita. Poesie urgenti
Andrea Melis si definisce un semplice parolaio, ma è in realtà un fine cantore dell’immediatezza e un esponente di quella nuova generazione di poeti contemporanei che riesce a parlare anche ai più giovani e ai nativi digitali.rnrn“Con le parole si possono fare tante cose:rnagitare rivoluzioni,rnsmuovere cuori,rnspostare montagne,rncostruire o distruggere mondi e persone.rnMa la cosa più difficile da fare con le parolernè il silenzio.”rnrnrnrnLa poesia è negli occhi di chi legge. Ma chi legge ne è inconsapevole. Nell’era della comunicazione, siamo sempre connessi con gli altri ma sempre meno con noi stessi. E così sono i poeti ad aiutarci a dar voce alle emozioni, a ricordarci la nostra grammatica interiore. Nato come un fenomeno “dal basso”, prima sui social network – dove i lettori sono arrivati a condividere una sua poesia più di centomila volte – e poi in libreria – grazie a una raccolta autoprodotta tramite crowdfunding –, Andrea Melis si definisce un semplice parolaio, ma è in realtà un fine cantore dell’immediatezza e un esponente di quella nuova generazione di poeti contemporanei che riesce a parlare anche ai più giovani e ai nativi digitali.rnCatturando le piccole tracce di vita quotidiana – un padre che accompagna a scuola la figlia, un bucato steso al vento o una caffettiera che borbotta –, senza però trascurare temi più impegnati come il razzismo o il femminicidio, Melis è capace di concentrare in “poco” concetti di grande complessità e di descrivere emozioni antiche, che tutti noi conosciamo ma che, nella frenesia moderna, sappiamo sempre meno esternare. Il commento più frequente dei suoi lettori è: “Tu racconti quello che io provo, ma non so esprimere”. Questo fa delle sue poesie uno strumento di resistenza contro l’analfabetismo dei sentimenti e una potente arma per una battaglia “di cuore in cuore”.rnPerché “di sogni non si vive/ma senza si muore”. -
L'età dei muri. Breve storia del nostro tempo
Da Varsavia a Berlino, dal Mar dei Caraibi alle spiagge della Normandia, dalla Palestina alla Corea, per finire al confine tra Messico e Stati Uniti e nella ""fortezza Europa"""", Carlo Greppi racconta le vite di quattro testimoni che convergono nella trama inquietante del nostro tempo, l'età dei muri.rn«Trent'anni fa, quando crollava il muro di Berlino, pensavamo che fosse finita un'epoca. Ma era solo un nuovo inizio»rnNel 1941 un soldato della Wehrmacht, Joe J. Heydecker, scavalca un muro e scatta le foto che testimonieranno il terribile esperimento del ghetto di Varsavia, nel cuore nero dell'Europa nazista. Intanto lo storico Emmanuel Ringelblum, imprigionato dietro quel muro con la famiglia, raccoglie dati, """"contrabbanda storia"""" perché qualcuno la possa raccontare. Quasi mezzo secolo dopo John Runnings, un reduce canadese della Seconda guerra mondiale, è a Berlino per il venticinquesimo anniversario della """"Barriera di protezione antifascista"""". Ed è il primo a salire sul Muro per abbatterlo. Sarà ricordato come il """"Wall Walker"""". Nell'anno in cui cominciava la costruzione del simbolo della Cortina di ferro, il 1961, un giovane giamaicano nato nel 1945 stava inventando un nuovo genere musicale per cantare la lotta contro l'oppressione politica e razziale. Il suo nome era Bob Marley, e veniva da una famiglia di costruttori che avrebbe fatto fortuna: anche lui, senza saperlo, aveva in mano il suo pezzo di muro. Da Varsavia a Berlino, dal Mar dei Caraibi alle spiagge della Normandia, dalla Palestina alla Corea, per finire al confine tra Messico e Stati Uniti e nella """"fortezza Europa"""", Carlo Greppi racconta le vite di quattro testimoni che convergono nella trama inquietante del nostro tempo, l'età dei muri. Sono più di quaranta le barriere che dividono popoli e paesi nel mondo e oltre tre quarti sono state innalzate dopo il 1989. «È tutto collegato. Il mondo sembra in fiamme, oggi, e non sappiamo cosa verrà fuori da queste macerie, da questo business impressionante, da questa nuova religione dell'esclusione»."" -
Prove di autobiografia
Luca Ronconi si svela in un’autobiografiarnfinora inedita, corredata di fotografie mairnviste prima.rnUn’occasione straordinaria per conoscerernl’uomo, l’artista, l’intellettuale.rn«Testo ricchissimo di note, citazioni, rimandi, precisazioni, date, che trasformano le parole dell'inventore di incanti teatrali nel romanzo inedito di un personaggio ricco e complesso, che in vita non si era mai rivelato se non ai pochi amici cui era stato imposto il silenzio» - Natalia Aspesi, Il VenerdìrnDi Luca Ronconi (1933-2015), uno dei grandi intellettuali del secondo Novecento, è nota la proverbiale riservatezza. Qui, a differenza dei molti libri su di lui, è Ronconi stesso a parlare di sé. Ascoltiamo dunque sulla pagina la voce del regista, che - raggiunti i sessant'anni - ripercorre la propria esistenza, non inseguendo gli aneddoti o i capricci della memoria, ma cercando di arrivare alla scoperta del senso della vita. Si vedono così scorrere l'infanzia, negli anni della guerra, in un collegio svizzero, la Roma dell'apprendistato all'Accademia d'Arte drammatica (che sono anche quelli della «Dolce vita»), il faticoso passaggio da attore a regista, il trionfo europeo dell'«Orlando furioso», la direzione del Settore Teatro della Biennale di Venezia, tra Grotowski e Wilson, l'esperienza politica e culturale del Laboratorio di Prato, nella Toscana ""rossa"""", l'approdo alla direzione di un Teatro Stabile, con il senso di responsabilità che questo comporta e la volontà di istituire una scuola per attori. Tutto questo è raccontato in maniera piana e accompagnato da un corredo fotografico - sia nel testo, una trentina di foto per buona parte inedite, sia in un trentaduesimo a colori - e da note di servizio, messe a punto da Giovanni Agosti, che sciolgono le allusioni, identificano i personaggi, mettono a tema le linee di fuga e costituiscono un viatico per comprendere chi, più di ogni altro regista, è andato alla ricerca delle proprie ragioni espressive. Il manoscritto, raccolto da Maria Gregori, è stato ritrovato nell'archivio di Ronconi, oggi depositato presso l'Archivio di Stato di Perugia."" -
La vita è un racconto
Riedizione ampiamente riveduta e ampliata di un volume già pubblicato da Giunti nel 2003, Il tesoro dell'ombra.rnrn""Uno degli artisti più entusiasmanti dei nostri tempi. Un profeta della creatività"""" - Kanye WestrnrnAlejandro Jodorowsky confessa che deve la sua salvezza da un'infanzia difficile alla passione per la lettura delle storie. Da allora gli piace raccontarle: corte, lunghe, sagge o folli. Le storie sono state le vertebre della sua vita e della sua traiettoria come scrittore. I 206 racconti che compongono «La vita è un racconto» vanno dall'autobiografico (come l'incontro post mortem con la madre che riesce a perdonare per averlo maltrattato da piccolo, grazie alle allucinazioni provocate da una medicina preparata dalla curandera Panchita), ai racconti sapienziali, gli aforismi, i microracconti, le battute, i racconti erotici, del terrore, i sogni e gli incubi. È un libro volutamente disordinato, dove ciascuno può pescare il racconto che preferisce secondo l'umore del momento, la sensibilità, la disposizione d'animo. Come lo definisce lui, è una sorta di bonsai liberato."" -
Paolo Borsellino. Essendo Stato
L’ultimo secondo di vita di Paolo Borsellino. In questo infuocato residuo di tempo, il magistrato dubita di essere ancora vivo e suppone di essere già morto. Rivive così la sua esistenza dall’angolazione del trapasso raggiungendo una lancinante lucidità: l’amore per la sua terra, per la moglie, la madre, i figli, insieme alla lotta contro la mafia e lo Stato deviato sono sottoposti a un luminoso processo interiore che libera parole di straordinaria energia umana e civile.rn""Palermo non mi piaceva, per questo ho imparato ad amarla. Perché il vero amore consiste nell'amare quello che non ci piace, per poterlo cambiare"""" - Paolo BorsellinornrnrnIn Paolo Borsellino Essendo Stato, Ruggero Cappuccio si concentra sull’ultimo secondo di vita del magistrato palermitano. In questo infuocato residuo di tempo, Borsellino dubita di essere ancora vivo e suppone di essere già morto. Rivive così la sua esistenza dall’angolazione del trapasso raggiungendo una lancinante lucidità: l’amore per la sua terra, per la moglie, la madre, i figli, insieme alla lotta contro la mafia e lo Stato deviato sono sottoposti a un luminoso processo interiore che libera parole di straordinaria energia umana e civile.rnLa nascita del testo fu accompagnata dall’entusiasmo di Agnese Borsellino, che nel 2004 dichiarò pubblicamente come nelle parole di Cappuccio si concretizzasse la resurrezione spirituale di suo marito.rnEssendo Stato diventa così una messinscena che da quindici anni attraversa i più prestigiosi teatri italiani. La scrittura di Cappuccio viene richiesta da gruppi di magistrati di Milano, Trieste, Salerno e recitata in numerose letture pubbliche. Nel 2016 Essendo Stato è andato in onda su Rai Uno e Rai Storia in forma di docu-film per l’interpretazione e la regia dello stesso Cappuccio.rnrnIl testo è arricchito dalla deposizione che Borsellino fornì dinanzi al Consiglio superiore della magistratura il 31 luglio 1988. In quell’occasione il giudice era stato convocato con la minaccia di provvedimenti disciplinari per le dichiarazioni pubbliche da lui rilasciate in relazione all’inefficacia dell’azione di contrasto che lo Stato avrebbe dovuto svolgere contro la mafia.rnSecretata per ventiquattro anni, l’autorizzazione a rendere pubblica l’audizione viene finalmente concessa su richiesta di Cappuccio: gli italiani potranno così leggere le parole che Borsellino pronunciò in un’atmosfera tesissima, parlando per quattro ore della solitudine del suo lavoro, dell’immobilismo e dell’ostruzionismo che lo accerchiarono.rnrnCon i disegni di Mimmo Paladino e le fotografie di Lia Pasqualino."" -
Strade perdute. Viaggio sentimentale sulle vie che hanno fatto la storia
Storie di mondi lontani nel tempo e nello spazio, di pellegrinaggi a piedi e di navigazioni eroiche rivelano che per conoscere le nostre radici europee dobbiamo spingerci verso luoghi remotissimi. Per scoprire chi siamo dobbiamo metterci in viaggio.rnrnIn questo secolo dove tutto si è fatto sempre più vicino e immediato, crediamo che il centro del mondo sia quello che vediamo intorno a noi, a portata di smartphone. L'unica dimensione in cui viviamo davvero, quella che conta, è il nostro presente. E così la storia ha cominciato a parlarci sempre meno. Molto tempo fa, invece, la storia fu parte del mondo e della vita. Chi si inerpicava per sentieri rocciosi, navigava per mare o cavalcava per gli altipiani asiatici, faceva al tempo stesso geografia e storia. Allora, se vogliamo sperare che il passato torni a fare parte della nostra vita, è necessario ricominciare a mettersi in viaggio. Con le storie di Alessandro Vanoli percorriamo a piedi l'antica via di commercio e di guerra che ha condotto i persiani nel Mediterraneo, a dorso di cammello arriviamo alla Grande muraglia lungo le vie delle spezie, per i sentieri della Francigena incontriamo i viaggiatori che si recarono all'incoronazione di Carlo Magno e infine con il treno prendiamo la rotta transiberiana, mentre intorno la Rivoluzione d'ottobre cambia per sempre la nostra storia. Queste strade perdute sono segnate dai passi di personaggi noti e ignoti, ciascuno capace di farsi portatore di una pietra miliare nella mappa mondiale delle nostre radici europee. Compongono la rete dei percorsi delle lingue e delle culture che si sono mescolate nei secoli. Così, di ritorno da queste avventure, scopriamo che la storia del Vecchio continente si sviluppa lungo assi che sconfinano lontanissimo nel tempo e nello spazio. E facciamo esperienza delle nostre radici, che sono antiche, profonde e soprattutto estremamente larghe.