Sfoglia il Catalogo feltrinelli003
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 6021-6040 di 10000 Articoli:
-
La nuova manomissione delle parole
Le parole, nel loro uso pubblico e privato, sono spesso sfigurate, a volte in modo doloso, altre volte per inconsapevolezza. Un insostituibile libro politico che segnala le ferite del nostro linguaggio, ma indica anche le strade possibili della sua liberazione.Rosa Luxemburg diceva che chiamare le cose con il loro nome è un gesto rivoluzionario. In un’epoca come la nostra, quando la democrazia vacilla e la sfera pubblica deve contenere i canali labirintici dei social, l’uso delle parole può produrre trasformazioni drastiche della realtà. Attraverso il linguaggio si esercita il potere della manipolazione e della mistificazione. Perciò le parole devono tornare a aderire alle cose. Manomissione, certo, significa danneggiamento. Ma nel diritto romano indicava la liberazione degli schiavi. Questo libro si misura con tale ambivalenza: del nostro linguaggio indica le deformazioni, ma anche la possibilità delle parole di ritrovare il loro significato autentico. È la condizione necessaria per un discorso pubblico che sia aperto e inclusivo. La manomissione delle parole era apparso nella sua prima edizione undici anni fa. Era un’altra epoca e, allo stesso tempo, era l’inizio di questa epoca. Il linguaggio era quello dell’ascesa di Berlusconi, che è divenuta la premessa di nuove manomissioni. Perciò il testo è stato storicizzato e aggiornato, con le nuove torsioni della lingua prodotte dall’avanzata populista. Sono sei i pilastri del lessico civile che questa guida anarchica e coraggiosa riscopre: vergogna, giustizia, ribellione, bellezza, scelta, popolo. A partire da queste parole chiave Gianrico Carofiglio costruisce un itinerario profondo e rivelatore attraverso i meandri della lingua e del suo uso pubblico. In un viaggio libero e rigoroso nella letteratura, nell’etica e nella politica, da Aristotele a Bob Marley, scopriamo gli strumenti per restituire alle parole il loro significato e la loro potenza originaria. Salvare le parole dalla loro manomissione, oggi, significa essere cittadini liberi. -
È cosi che ci appartiene il mondo. Genova 2001, caserma di Bolzaneto
Dei fatti accaduti a Genova nel 2001, oggi si sente un’eco.rnCi sono domande sulla violenza e sulla giustizia che dopo vent’anni sono ancora lì, senza risposta.rnrnInsieme alle urla di dolore, sentivo le risateA vent’anni dal G8 Valerio Callieri racconta una storia vera, la sua. A mezzogiorno del 21 luglio 2001 viene arrestato e rinchiuso nella caserma di Bolzaneto. Dalla cella assiste ai pestaggi e alle minacce di stupro. E sente le risate sormontare le grida. Perché aspettare tanto? Perché ci sono domande che richiedono molte stagioni. Nelle risate di Bolzaneto, sottofondo feroce e sinistro del racconto autobiografico di Callieri, già risuonava l’onda lunga che avrebbe portato la nuova destra, la risata dell’angelo restauratrice dell’ordine e, soprattutto, quella del diavolo che lo sovverte. L’ordine da restaurare è quello del vecchio Occidente bianco che spadroneggia nel mondo. L’ordine da sovvertire è quello nato a Seattle nel 1999, un’atipica manifestazione che fermò la Wto e infiammò il mondo. Da decenni non esisteva un movimento politico globale, capace di lottare per un altro mondo possibile. Cosa resta di un evento epocale che, al prezzo di una violenza disumana, ha aperto la strada ai movimenti che conosciamo oggi, fino a Greta Thunberg? Rimangono ferite e domande: “Com’è possibile infliggere dolore a un essere umano immobile, com’è possibile riderne, cosa succede quando rimani fermo di fronte a un massacro, cosa significa veramente giustizia. Le domande notturne del mistero che siamo. Ci permettono di perdere pericolosamente le nostre certezze. E di dare parola al dolore. In fondo è così che ci appartiene il mondo”. -
New York, l'arte delle lettere
Dalla corrispondenza di Italo Calvino, Ralph Ellison, Kahlil Gibran, J.D. Salinger, Helen Keller, Yoko Ono, PëtrČCˇajkovskij, Jacqueline Kennedy, Dylan Thomas, Anaïs Nin, Martin Scorsese…Una raccolta di lettere indimenticabili su New York. Alexis de Tocqueville, messo in difficoltà dalla loro lingua ma piacevolmente colpito dagli americani per i modi sempre affabili e cordiali. Il sindaco Ambrose Kingsland che preme sul Consiglio comunale per creare Central Park. E.B. White che si lamenta del design dei taxi cittadini con Harold Ross, cofondatore del “The New Yorker”. Andy Warhol che riceve una lettera di lamentele per gli strascichi delle feste alla Factory. Anaïs Nin e Italo Calvino entrambi sedotti ed esaltati dalla vitalità magnetica della città. New York ha molti nomi – Gotham City, Empire City, La città che non dorme mai – e un tempo è stata anche la capitale degli Stati Uniti. È nata solo nel 1898 eppure è diventata velocemente una delle metropoli più potenti e importanti al mondo, influenzando l’arte, la cultura, le finanze e i media di tutto il pianeta. Questa iconica raccolta di lettere esplora con eleganza e intelligenza la storia della vita nelle sue cinque circoscrizioni. -
Il salto. Segni, figure, parole: viaggio all'origine dell'immaginazione
Un viaggio in un passato infinitamente lontano, alla scoperta dei luoghi remoti e misteriosi dove gli esseri umani hanno iniziato a immaginare. E hanno inventato figure, simboli, parole: qualcosa di completamente nuovo, di potente e di eterno.«Non è un libro di atletica, è un racconto nel tempo, più precisamente ""La storia dei salti che hanno portato al pensiero astratto, alla proiezione di qualcosa di diverso da quello che c'è"""". In altre parole, alla rappresentazione di un'idea. La forza del libro è la descrizione dei luoghi, in Europa e in altri continenti, la forza narrativa delle pagine dove si riferiscono le emozioni provate entrando in una grotta.» – Corrado Augias, Il Venerdì - la RepubblicaDalle impronte nella grotta di Pech Merle a quelle di Yenikapı in Turchia, dalle giraffe incise nel deserto del Sahara ai petroglifi giganti delle Hawaii, dai templi di Göbekli Tepe ai segni enigmatici nelle grotte del Salento, Silvia Ferrara ci guida lungo uno straordinario cammino di salti verso l’invisibile. Così scopriamo la nostra antichissima storia di manipolatori della natura, impastatori della sua materia grezza, orditori di trame inaspettate, esploratori dei meandri oscuri del possibile, tessitori di un mondo di fiction. Incontriamo disegni di uomini e donne e di animali estinti, figure astratte senza interpretazione, il senso di spazio condiviso. Come e perché sono nati? Come nasce un simbolo, un’icona, un segno? Chi lo crea? E chi lo capisce? Come passa il messaggio? Che cosa si voleva dire? In mezzo a queste migliaia di anni, tra le pieghe di generazioni che scivolano come grani di sabbia, ci sono i tentativi di dare risposte e il senso del viaggio di questo libro. Forse, però, lungo il cammino alcune domande devono rimanere sospese, per lasciare spazio allo stupore che ci riserva la nostra innata capacità di plasmare la realtà per come la percepiamo, per dar vita a qualcosa di diverso da quello che è. Innanzitutto per sopravvivere, e poi per sopravvivere per sempre. Per lasciare una traccia viva di noi."" -
Sotto il vulcano. Rivista trimestrale. Vol. 1: Cronache dal mondo nuovo
Sotto il Vulcano è una rivista trimestrale che, nell’arco di una serie di dieci numeri, si propone di mostrare, documentare, raccontare e reimmaginare la realtà. La scommessa è che da un trauma come quello che stiamo vivendo nascano pensieri e narrazioni nuove. Il proposito è di raccoglierli e, senza promettere risposte, aprire uno spazio in cui le domande più profonde, serie, affascinanti vengano a galla e trovino voce.Ogni numero vede una condirezione diversa, con il compito di sviluppare insieme a Marino Sinibaldi un grande tema, che occupa la parte centrale della rivista. Lo declinano scrittori, filosofi, artisti e scienziati, italiani e stranieri, attraverso racconti, reportage, memoir, interviste, poesie, pezzi giornalistici, graphic novel, riflessioni personali e analisi sociali.Iniziamo con le Cronache dal mondo nuovo, a cura del Premio Strega Helena Janeczek.Con scritti di: Andrea Bajani, Marco Balzano, Simone Beretta, Javier Cercas, Pietro Del Soldà, Fabio Deotto, Tishani Doshi, Paola Dubini, Claudia Durastanti, Franco Farinelli, Adriano Favole, Maurizio Ferraris, Ilaria Gaspari, Fabio Genovesi, Mariangela Gualtieri, Etgar Keret, Francesca Mannocchi, Colum McCann, Andrea Migliorini, Luca Molinari, Giulio Mosca, Giacomo Papi, Telmo Pievani, Marco Rossari, Alessandra Sarchi, George Saunders, Igiaba Scego, Giorgia Serughetti, Walter Siti, Chiara Valerio, Juan Gabriel Vásquez. -
Sotto il vulcano. Idee/Narrazioni/Immaginari. Rivista trimestrale. Vol. 2: Metamorfosi
“Sotto il vulcano” è una rivista trimestrale che, nell’arco di una serie di dieci numeri, si propone di mostrare, documentare, raccontare e reimmaginare la realtà. La scommessa è che da un trauma come quello che stiamo vivendo nascano pensieri e narrazioni nuove. Il proposito è di raccoglierli e, senza promettere risposte, aprire uno spazio in cui le domande più profonde, serie, affascinanti vengano a galla e trovino voce. In questo secondo numero, la condirezione della parte centrale della rivista è a cura del Premio Strega Melania G. Mazzucco che, insieme a Marino Sinibaldi, ha scelto il tema Metamorfosi. Lo declinano scrittori, filosofi, artisti e scienziati, italiani e stranieri, attraverso racconti, reportage, memoir, interviste, poesie, pezzi giornalistici, graphic novel, riflessioni personali e analisi sociali. Contributi di: Andrea Bajani, Marco Balzano, Jonathan Bazzi, Alberto Cristofori, Pietro Del Soldà, Silvia Ferrara, Giorgio Fontana, Fumettibrutti, Ilaria Gaspari, Fabio Genovesi, Paolo Giordano, Laura Imai Messina, Vittorio Lingiardi, Valerio Magrelli, Francesca Mannocchi, Luca Molinari, Elvira Mujčić, Marco Pellitteri, Katja Petrowskaja, Telmo Pievani, Carlo Rovelli, Beatrice Salvioni, Giorgia Serughetti, Walter Siti, Davide Toffolo, Vincenzo Trione, Nicla Vassallo, Enrique Vila-Matas, Ian Williams, Banana Yoshimoto. -
Hidden Valley Road. Nella mente di una famiglia americana
Stati Uniti, metà del secolo scorso. La famiglia Galvin è la personificazione del sogno americano. Il padre Don si avvia a una brillante carriera nell’esercito e i suoi numerosi trasferimenti non impediscono alla coppia di mettere al mondo ben dodici figli, dieci maschi e due femmine, ragazzi sani e intelligenti, dei campioni negli sport e nella musica. Una famiglia di successo. Ma le cose, con l’adolescenza, cominciano a non andare come dovrebbero. Il figlio maggiore mostra comportamenti strani e aggressivi, seguito nel giro di poco tempo da altri cinque fratelli. In un crescendo di allarme, violenze e angoscia, la famiglia Galvin precipita in una spirale che non le lascerà scampo: a sei dei figli viene diagnosticata la schizofrenia, e la loro vita non sarà mai più la stessa. Sono gli anni in cui la scienza compie i primi passi nella comprensione dell’origine della malattia mentale. Genetisti, psicanalisti, biologi si scontrano a suon di teorie ed evidenze contrastanti e, tra manicomi, misure contenitive, psicofarmaci, elettroshock, i Galvin saranno protagonisti e oggetto di una ricerca che a tutt’oggi non ha ancora dato risposte precise. Attraverso la loro vicenda, realmente accaduta, l’autore offre un pungente, incredibile viaggio nella realtà della malattia mentale, e uno spaccato dei progressi scientifici nel tentare di far luce su uno dei mali più oscuri e universali dell’essere umano. -
Leader ma non troppo. Arte e fatica di guidare un'azienda
La vera leadership è quella che ne genera altra. È l'arte di scomparire, creare spazio per il talento altrui e non rendersi mai indispensabili.Esistono tanti libri che parlano di leadership, ma trovare la definizione di un concetto così vasto e spesso abusato è difficile. Giuseppe Morici ha visto dall'interno tante grandi aziende e con la leadership ha fatto i conti da ogni prospettiva. Con l'esperienza ha capito una cosa: essere leader significa sapersi rendere non indispensabili. Un buon capo intercetta talenti e crea le condizioni migliori affinché le capacità altrui possano maturare e svilupparsi. Ecco perché la leadership, in fondo, è l'arte di scomparire. Nel saper occupare la scena nella giusta misura, però, non c'è nulla di facile: come tutte le arti, anche questa richiede ingegno, tecnica, pratica e tanta fatica. Dopo il successo di Fare marketing rimanendo brave persone e Fare i manager rimanendo brave persone, questo libro affronta il livello più alto della vita aziendale ed esplora il territorio della leadership, del ruolo del capo-azienda: meglio leader che sappiano fare o leader che sappiano delegare? Capi carismatici oppure operativi? Meglio la strategia o l'esecuzione? Come combinare la gestione del presente con il disegno del futuro? Sono più importanti la diversità e l'inclusione oppure l'omogeneità dei valori e di una certa idea del mondo? Con il suo consueto taglio umanistico e la sua visione integrale e ostinatamente non tecnica delle cose, Morici indaga le relazioni tra leader, obiettivi e comunità, arrivando alla conclusione che il dovere del leader, forse, è quello di occuparsi di ciò che non c'è, lasciando agli altri la gestione di tutto il resto e assicurando così un futuro all'azienda. E non solo. -
Su tutti i vivi e i morti. Joyce a Roma
Enrico Terrinoni affronta il buco nero della vita di Joyce: i sette mesi e sette giorni che trascorse a Roma. Un periodo abissale e oscuro, che spiega molti misteri dello scrittore, primo fra tutti la scintilla che diede origine all'Ulisse. Una biografia dell'immaginario, un resoconto travolgente dell'intreccio segreto capace di unire la vita e la scrittura del più grande autore del Novecento.Esistono tanti resoconti biografici di Joyce. Quel che manca è una storia. Questo libro non è una biografia, ma una storia. Parla di una vita, e di come le esperienze fatte, le parole dette o scritte, gli incontri casuali inneschino nella nostra mente pensieri e connessioni, e in quella degli artisti grandi intuizioni estetiche ed esistenziali. Fu Joyce a scrivere nel Finnegans Wake una meravigliosa parola inventata: beogrefright. Sta chiaramente per biography, ma contiene anche il virus della paura, dello spavento (fright), e anche quello del male nella fantasia fanciullesca: ogre ovvero ""orco"""". Una biografia, infatti, come una storia, nel saper evocare quelle forze occulte che rendono possibile il miracolo della transustanziazione di esistenze in inchiostro, può, o anzi deve anche spaventare. Perché la nostra vita non è inchiostro, ma il nostro ricordo, il ricordo di noi stessi, in certi casi, lo diventerà. E questa cosa può far paura. Esiste una via d'accesso abissale, eppure rivelatrice, alla vita di Joyce e alla trasformazione di quei percorsi oscuri nella sua opera: sono i sette mesi e sette giorni tormentati che trascorse a Roma. Da qui si può ricostruire il filo sotterraneo e segreto dei misteri del più grande scrittore occidentale del Novecento. Si capiscono gli episodi da cui scaturirono le paure e le ossessioni che attraversano l'Ulisse. Ci si imbatte in una serie di straordinarie rivelazioni sull'identità del modello di Bloom. Si tocca da vicino la nascita dell'interesse per il socialismo e l'anarchismo, che portano nelle opere un forte afflato antitotalitario. Una nuova narrazione di pochi mesi misteriosi ma fondamentali per accedere al segreto della vita e dell'opera di Joyce."" -
Zig zag. Conversazioni con Carlos Gumpert e Anteos Chrysostomidis
Grazie alla presenza di due lunghe e fondamentali interviste apparse finora soltanto in Spagna e in Grecia, e finalmente tradotte nella nostra lingua, Zig zag è il più ricco e completo libro di conversazioni con Antonio Tabucchi a disposizione di lettori, studiosi, studenti e appassionati. Il volume è il frutto di una serie di incontri avvenuti nell’arco di diversi mesi fra Tabucchi e due suoi traduttori “d’eccellenza”: lo spagnolo Carlos Gumpert e il greco Anteos Chrysostomidis. L’importanza di questi dialoghi è accresciuta dal rapporto di intesa intellettuale fra l’autore e i suoi interlocutori, profondi conoscitori della sua opera. La traduzione era del resto per Tabucchi – egli stesso traduttore – un atto tra i più complessi ed essenziali per la comprensione piena di un testo. Non sorprende, dunque, che abbia risposto in modo ampio ed esaustivo alle domande di Gumpert e di Chrysostomidis, relative non solo alla sua opera, ma anche alla vita, al rapporto con la scrittura, la letteratura, le arti figurative, il cinema, a questioni di natura filosofica e speculativa, politica e sociale. Sono nate così queste pagine, che di Tabucchi restituiscono – come sottolinea Anna Dolfi nella sua penetrante introduzione – “un’immagine nella quale riusciamo infine a riconoscere il suo ironico, dolce, irridente e provocatorio sorriso”. -
Un canto salverà il mondo. 1933-1953: la musica sopravvissuta alla deportazione
Un grande pianista e compositore è impegnato da oltre trent'anni in un'impresa epocale: costruire un archivio della musica composta nei Campi di prigionia fra il 1933 e il 1953.Da più di trent'anni Francesco Lotoro, pianista e compositore, recupera la musica scritta nei Campi di concentramento e nei luoghi di cattività militare e civile tra il 1933, anno dell'apertura del Lager di Dachau, e il 1953, anno della morte di Stalin e graduale liberazione degli ultimi prigionieri di guerra detenuti nei Gulag sovietici. Questo libro racconta la sua ricerca, che con un lavoro instancabile di recupero, studio, revisione, archiviazione, esecuzione e registrazione ha portato alla costruzione di un archivio di ottomila partiture, tutte opere di musica concentrazionaria. Oltre alle partiture, Lotoro ha ritrovato diecimila documenti di produzione musicale nei campi (microfilm, diari, quaderni musicali, registrazioni fonografiche, interviste a musicisti sopravvissuti) e tremila pubblicazioni universitarie, saggi di musica concentrazionaria e trattati musicali prodotti nei Campi. È l'impresa epica della costruzione di un archivio straordinario e unico al mondo. Un viaggio nella musica e nella storia che svela un modo nuovo di raccontare i capitoli più bui del Novecento: indagando le strategie del genio creativo e dell'emozione attraverso le quali una vicenda umana può entrare in una partitura e da qui oltrepassare le maglie del suo tempo per accedere all'eternità. -
Un amore partigiano
Iole Mancini e il marito Ernesto Borghesi, entrambi partigiani nei Gap, combattono i nazifascisti nella Roma occupata. Ernesto è coinvolto nel fallito attentato a Vittorio Mussolini, il secondogenito del Duce, il 7 aprile 1944; Iole viene reclusa nella prigione di via Tasso, uno dei simboli più feroci dell'occupazione nazista nella Capitale. Interrogata a più riprese da Erich Priebke, il boia delle Fosse Ardeatine, non tradisce Ernesto né i suoi compagni. Divisi l'uno dall'altra sfuggono romanzescamente alla morte. Poi la guerra finisce ma le cose non vanno come Iole le aveva immaginate. Come fare i conti con un destino ostile? A centodue anni Iole racconta con parole piene di commozione una storia d'amore e di resistenza alle avversità della vita. -
Gesù e Giuda
Chi è Gesù per un ebreo? E Giuda? Se la figura di Giuda è alla base dell'antisemitismo cristiano, possiamo immaginare che la relazione fra Gesù e Giuda sia stata diversa da quella raccontata finora? Introdotto da Erri De Luca, Amos Oz ci regala una rilettura brillante, inedita, iconoclasta, irriverente, romantica e personale delle figure di Gesù e Giuda. -
Libera. Diventare grandi alla fine della storia
Anni ottanta, a pochi chilometri da noi l’ultimo decennio del comunismo è appena cominciato. Lea Ypi è una bambina e la sua vita è scandita dalle promesse del socialismo di stato dell’Albania: un futuro preordinato, in cui si può crescere al sicuro tra compagni entusiasti. Tutto vero, fino al giorno in cui Lea si ritrova aggrappata a una statua di pietra di Stalin, appena decapitata dalle proteste degli studenti. Il comunismo non era riuscito a realizzare l’utopia. Il mondo attorno inizia a crollare. Lea si chiede chi è quel vecchio primo ministro dell’Albania accusato di collaborazione con i fascisti che porta il suo stesso cognome. Lei non sa che la sua famiglia paterna è una grande famiglia nobile dell’impero ottomano. Non sa che quando i suoi genitori parlano di amici appena laureati si riferiscono in realtà a fatti gravissimi. Lea sa che esiste la Coca-Cola solo perché nel mercato nero girano alcune lattine vuote, che diventano suppellettili rarissime. Con una nonna elegante, intellettuale e francofona, un padre che crede nei movimenti sociali del Sessantotto e una madre thatcheriana ultraliberista, Lea Ypi cresce attraversando questi tempi di rivoluzioni e di grande disorientamento, con un’educazione politica unica e ricchissima. La sua è una storia di faticosa liberazione dalle menzogne: quelle del regime comunista, quelle che la sua famiglia le racconta per proteggerla. Ma la menzogna più dolorosa è quella che si svela con il crollo del regime: la promessa di libertà segna invece l’inizio di un conflitto sanguinario. Il tentativo difficilissimo di entrare in Occidente è l’abisso di tutte le illusioni. Il Novecento è tramontato, ma dopo non c’è più nulla. La sensazione è claustrofobica: il progetto di costruzione di una società giusta è degenerato nella dittatura, ma la fine della dittatura non corrisponde alla libertà. E allora, la libertà, come si conquista? -
Jova Beach Coloring
Jova Beach Party è un grande gioco, dove ognuno mette del suo e le linee creano campi da colorare, attraversare, far vivere. Divertitevi a remixare, immaginare, fantasticare. -
L' uomo con la faccia in ombra. Manuale autobiografico di sceneggiatura per fumetti
"Tutto ti può perdonare un lettore, tranne la noia."""" Come si fa una storia? Come si crea un personaggio? Come si sviluppa un soggetto? Un grande maestro del fumetto confessa tutto in un completo (e divertente) manuale di sceneggiatura." -
Sotto il vulcano. Idee/Narrazioni/Immaginari. Rivista trimestrale. Vol. 3: Fuori luogo
"Sotto il Vulcano"""" nasce per registrare e raccontare le trasformazioni delle cose, dei pensieri e degli immaginari nella tempesta che stiamo vivendo. Che ha soprattutto la forma tremenda di una pandemia ma le cui onde sussultorie arrivano ovunque,» spiega Marino Sinibaldi nell'editoriale d'esordio della rivista. Dopo due numeri curati da due vincitrici del premio Strega, Helena Janeczek e Melania G. Mazzucco, che hanno ospitato contributi inediti, tra gli altri, di George Saunders, Etgar Keret, Javier Cercas, Colum McCann, Banana Yoshimoto e Paolo Giordano, sarà Andrea Bajani, finalista dell'ultimo premio Strega e dell'ultimo premio Campiello, a condividere con Marino Sinibaldi la scelta del tema principale del numero. Che avrà per titolo La vendetta del nomadismo e proverà a raccontarci come e perché i flussi umani, ma anche il nostro modo di intendere il mondo attraverso mappe e confini, siano di nuovo al centro della discussione per comprendere l'attualità. Tra gli autori ospitati, Jumpa Lahiri, Cees Nooteboom, Mircea Cartarescu, David Szalay e Angelo Ferracuti, oltre a Walter Siti, Fabio Genovesi, Marco Balzano, Juan Gabriel Vásquez, Ilaria Gaspari e Laura Imai Messina, che proseguono la loro collaborazione attraverso le loro rubriche." -
Senior Service. Nuova ediz.
Giangiacomo Feltrinelli, editore con ""la testa tra le nuvole e i piedi per terra"""". L'infanzia, il legname di famiglia, il dopoguerra, la militanza nel PCI, lo spirito del """"fare le cose"""", un """"mausoleo bavarese"""", le """"carte della Rivoluzione"""", un viaggio a Osnabrück, gli anni cinquanta, la Cooperativa del libro popolare, la nascita della casa editrice, il """"terribile"""" 1956, un dattiloscritto in cirillico, l'""""Operazione Gattopardo"""", la luna di miele tra Bassa California e Zihuatanejo, la """"politica estera"""", Africa, l'Eskimosa nel fiordo di Trondheim, libri """"osceni"""", libri """"necessari"""", Fratelli d'Italia a Villadeati, la """"Biblioteca di psicologia e psichiatria clinica"""", i beatnik e un """"bruco agrimensore"""", ping-pong con Henry Miller, juke-box in libreria, Cuba Cuba Cuba, un politico-politico e un politico-impolitico, la prima intervista di Yasser Arafat, Sgt. Pepper's e la stanza del camino, una lettera a Lyndon Johnson, la Bolivia e il diario del Che, il Sessantotto, """"dipingi di giallo il tuo poliziotto"""", il Vietnam, il """"colpo di Stato all'italiana"""", piazza Fontana, l'""""irreperibilità"""", """"Caro Carlino, è tanto tempo che non ti scrivo..."""", la pistola del console, i Gap, la lotta armata, le minacce, la fine. Senior Service è una sigaretta inglese, una storia di famiglia e molto altro ancora."" -
Pasolini. Il fantasma dell'origine
Un ritratto di Pasolini: il dissidio irrisolto tra vita e storia, corpo e ragione, individuo e comunità, mito e demitizzazione; le metamorfosi del potere e la resistenza della parola. -
Cosa c'entra la felicità? Una parola e quattro storie
Felicità è una parola di cristallo, la più soggettiva del vocabolario. Cambia a seconda dei valori, delle condizioni di salute, delle idee, della fede, dell'età, del rapporto con il tempo e con la morte. Muta svariate volte nel corso della vita poiché a cambiare siamo prima di tutto noi con il nostro orizzonte di desiderio. Definirla, quindi, non è impresa da poco, ma può rivelarsi un'avventura avvincente. Il suo significato, infatti, apre mille strade e mille orizzonti. Per me è uno stato di estasi, per te un momento di inconsapevolezza. Il luogo dove si trasforma di più è proprio la lingua, con i suoi labirinti etimologici perché le parole contengono immagini originarie, miniere di storie e di misteri, che nei sotterranei della nostra mente agiscono e danno forma ai pensieri e alle emozioni di ogni giorno. Marco Balzano varca la soglia della felicità con le chiavi della lingua, o meglio di quattro. Sono quelle in cui la civiltà occidentale affonda le sue radici: il greco e il latino della tradizione classica, l'ebraico di quella giudaico-cristiana e infine l'inglese, lingua universale del nostro tempo. In ognuno di questi idiomi la parola felicità dischiude immagini e significati molto differenti che illuminano valori etici e morali, questioni politiche, atteggiamenti psicologici e, più genericamente, maniere di guardare alla vita e alla morte, al futuro e alla memoria, agli altri e a noi stessi. L'etimologia restituisce alle parole la loro complessità e, così facendo, ci mette in condizione di prenderci cura della lingua: per praticarla liberamente, evitarle il deterioramento a cui la sottopongono i social, la pubblicità o la propaganda, e proiettarla nel tempo. Capire da dove vengono e come sono arrivate a noi le parole ci mostra quanto influiscano sulla nostra vita e come ci plasmino. Al punto da poterci indicare nuovi modi di essere felici.