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Il confine del futuro. Possiamo fidarci dell'intelligenza artificiale?
Che cos'è l'intelligenza artificiale? Quali sono le implicazioni etiche di questa rivoluzione? Una delle maggiori esperte mondiali di IA ci guida in un viaggio straordinario, alla scoperta delle tecnologie che cambieranno il nostro futuro.rnrnrnrnL'intelligenza artificiale è ancora in una fase di incubazione. Qualche esemplare fa già parte della nostra vita, come il navigatore satellitare o la pubblicità personalizzata sul web. Altre tecnologie arriveranno presto a cambiare il nostro mondo. Per esempio, il machine learning e la macchina a guida autonoma. Di queste tecnologie, appena sconfinate dalla fantascienza alla scienza, si occupa Francesca Rossi al T.J. Watson Research Center di Ibm a New York. Che cosa significa trovarsi al fronte del progresso scientifico? Rossi racconta dall'interno del laboratorio le sfide del ricercatore di IA e spiega che oggi non consistono solo nel potenziamento delle capacità di questa nuova tecnologia, ma anche nel massimo beneficio possibile per la società e dunque nello studio delle implicazioni etiche di questa straordinaria rivoluzione. Quando si tratta di intelligenza artificiale, la nozione di ""intelligenza"""" non è poi così lontana da quella che usiamo nel linguaggio di tutti i giorni e indica la capacità di prendere decisioni, di pianificare e di fare inferenze. """"Per poterci fidare dell'IA, allora, è importante che essa segua i nostri stessi principi etici e valori morali e che abbia compreso perfettamente qual è il problema che deve risolvere. Dato che molte tecniche di IA si basano in modo fondamentale su grandi quantità di dati personali e le aziende devono essere responsabili e trasparenti"""". Rossi, recentemente incaricata dalla Commissione Europea di guidare il gruppo di ricerca che sovrintende alla diffusione dell'IA, racconta la storia di questa rivoluzione epocale e ci guida fino alle scoperte più recenti, portandoci sino al confine del futuro, che finalmente diventa immaginabile."" -
Sindrome 1933
Che cosa c'entra la Germania del 1933 con l'Italia del 2019? Un instant book storico sulle analogie che uniscono minacciosamente il presente al passato.rnUn minaccioso déjà vu può aiutarci a capire dove stiamo andando e, forse, a non commettere gli stessi errori.rnLa campagna elettorale permanente, un partito che non è di destra né di sinistra ma ""del popolo"""", un improbabile contratto di governo, la voce grossa che mette a tacere i giornali, l'odio che penetra nel discorso pubblico, le accuse ai tecnici infidi, il debito, la gestione demagogica e irresponsabile delle finanze. Sono le analogie che minacciano il presente e rischiano di farlo somigliare pericolosamente a un passato che credevamo di esserci lasciati alle spalle. Quando Hitler nel 1933 divenne cancelliere del Reich, i cittadini tedeschi cominciarono a seguire incantati il pifferaio che li portava nel burrone. La cosa più strana, ma niente affatto inspiegabile, è che avrebbero continuato a credere religiosamente in lui anche dopo che erano già precipitati. """"I nazisti,"""" scrive Ginzberg, """"non erano bravi solo in fatto di propaganda. Toccavano tasti cui la gente era sensibile, blandivano interessi reali e diffusi (non solo gli interessi del grande capitale, come voleva la vulgata). A elargizioni concrete corrispondeva un consenso reale, crescente e formidabile. La cosa che più impressiona è come siano riusciti a trovare consenso anche sui comportamenti più atroci e disumani del regime."""" Le analogie superficiali possono portare fuori strada. Eppure non possiamo farne a meno. La mente umana funziona per analogie. Le analogie si sono sempre rivelate uno strumento potentissimo per capire e distinguere, cioè l'esatto contrario del fare di ogni erba un fascio."" -
L' asino del Messia
"Dopo Il bambino nella neve Wlodek Goldkorn racconta la sua nuova vita in Israele, immerso nelle sue contraddizioni.rnrn""""Gli asini sono gli stupratori. Gli uomini malvagi non possono essere umani, sono animaleschi. Bestia era Esaù, il fratello maggiore di Giacobbe, l'irsuto, il selvaggio. Bestie sono gli Amalek, discendenti di Esaù""""rnrn""""Guarda, questi sono i luoghi di re David, dei profeti"""". Nel 1968 Wlodek Goldkorn è un ragazzo gettato dal cuore dell'Europa in una stradina di Gerusalemme. Con la sua famiglia fugge da Varsavia, dove il suo stato è quello di apolide, di """"non cittadino"""", in Israele, per trovare una terra in cui poter essere libero. Da un luogo perduto a un luogo da conquistare. """"Osservavo mio padre, con le mani saldamente aggrappate alle assi del pick-up. Era di fronte a me. Anche io, come lui, ero posato sulla panchina in modo che tutta la superficie del mio culo vi aderisse per non perdere l'equilibrio e non cadere, lo sguardo rivolto fuori, i miei occhi pieni di curiosità, perché volevo conoscere, imparare a memoria, fare mio, il nuovo paesaggio della Patria"""". A Gerusalemme, Goldkorn sperimenta la curiosità per la sua nuova terra, ma anche l'attrazione per tutto ciò che è arabo. Con un formidabile esercizio della memoria, lo stesso protagonista di «Il bambino nella neve» racconta Israele e Gerusalemme: non solo la città reale, ma anche le altre Gerusalemme, immaginarie e sognate. Riflette sui simboli e le identità, su quella sovrapposizione dei ricordi e dei luoghi che in certi angoli della città ha qualcosa di morboso e di artificiale. La chiave di questo racconto è la nostalgia del futuro, che mette in moto il bisogno di ricostruire un passato denso di dolore, di contraddizioni, ma anche del desiderio di conoscere e di vivere che appartiene a ogni adolescente intento nella fatica di diventare uomo." -
Ti mangio il cuore
Un'inchiesta sull'abisso non ancora esplorato della Società foggiana, la quarta mafia italiana. Nessuno parla, nessuno vede, nessuno ricorda. Perché chi parla è un morto che cammina.rnrnDa tempo in Italia non esistono più soltanto la mafia siciliana, la camorra e la 'ndrangheta. C'è una quarta mafia, che oggi è la meno raccontata e conosciuta. Eppure, dopo la 'ndrangheta è la più potente. E anche la più feroce. Nelle terre che si estendono dal promontorio del Gargano a Cerignola, fino a Foggia e San Severo, la Società foggiana ha il proprio centro operativo, ma i suoi tentacoli sono ormai estesi in un enorme giro di affari internazionale. La sua violenza è arcaica e bestiale. I suoi membri firmano gli omicidi sparando al volto della vittima, perché deturpare le sue sembianze significa cancellarne la memoria. Della vittima, poi, leccano il sangue. Fanno sparire i cadaveri dandoli in pasto ai porci - per forza predatoria e per omertà. Si nasce, si cresce e si muore nel culto della vendetta. Sangue chiama sangue. Dagli anni Settanta ad oggi gli omicidi irrisolti sono 280. Trentacinque solo nel biennio 2015-2017. Negli ultimi dieci anni, dunque, il pedaggio di sangue è stato di due morti ammazzati al mese. La Società foggiana è oscenamente ricca. Ha il monopolio dell'industria agroalimentare. I silos di grano più grandi d'Europa sono qui. Da molti anni gestisce per la camorra e la 'ndrangheta i traffici di droga, cocaina ed erba, e ora anche di rifiuti. E la politica è subalterna. Un'inchiesta inedita che intreccia le dichiarazioni di investigatori, magistrati e semplici testimoni di questo inferno, per smascherare una catastrofe civile che è stata ignorata troppo a lungo. -
La grande invenzione. Storia del mondo in nove scritture misteriose
Dalle incisioni sulle tavolette cretesi a quelle rinvenute sell'Isola di Pasqua, dall'Europa alla valle dell'Indo, dall'alba della civiltà fino ad oggi, un viaggio mai raccontato tra i misteri dei segni indecifrati.rn«Un bellissimo libro dedicato alla nascita della scrittura» – Robinsonrn""La scrittura è la più grande invenzione del mondo. Senza, saremmo solo voce, sospesi in un presente continuo. Questo libro racconta quest'urgenza di permanere"""" rnrnQuesto libro parla di un’invenzione ancora avvolta nel mistero: la scrittura. È ormai quasi sicuro che sia stata concepita da zero più volte nella storia. Ma come si è arrivati a questa rivoluzione? Che cosa ci ha portato a scrivere? Per aiutarci a svelare questo arcano, Silvia Ferrara ci guida alla scoperta delle scritture inventate dal nulla e di quelle rimaste indecifrate fino a oggi, non solo tra i segreti della storia, ma anche nei meandri della nostra mente.rnCina, Egitto, Messico, Mesopotamia, Cipro e Creta. Gli enigmi delle isole, la grande macchina delle città e degli imperi. Gli esperimenti sulla scrittura e le invenzioni solitarie, i sistemi ancora indecifrati dell’Isola di Pasqua e della Valle dell’Indo, il manoscritto di Voynich, gli oscuri khipu inca, il disco di Festo e tanti altri.rnQuesto libro è un viaggio nella nostra capacità illimitata di creare storie e simboli, fatto di iscrizioni sibilline, di lampi di genio nel passato, della ricerca scientifica di oggi e dell’eco, vaga e imprevedibile, della scrittura del futuro."" -
Sulla scrittura, sull'amore, sulla colpa e altri piaceri
Un originale e brillante autoritratto di Amos Oz in forma di dialogo.rn«Questo libro mostra Amos Oz come lo conoscevano i suoi amici: aperto e straordinariamente ironico e divertente» – David Grossmanrn«Un autoritratto originale dello scrittore israeliano» – Il VenerdìrnAmos Oz si racconta. «Di che cosa è fatta una mela?» è un dialogo su vita e scrittura, ma la voce di Shira Hadad, la sua redattrice, è in fondo la coscienza del grande scrittore, che gli pone domande sul proprio passato, sui temi che l'hanno coinvolto, sulla sua intimità di uomo e scrittore. Ne scaturisce un ritratto a tutto tondo che è una sorta di testamento artistico, spirituale e familiare. -
Gatti. L'arte delle lettere
30 indimenticabili lettere sui gatti.T.S. Eliot che batte a macchina un invito per tutti i gatti di Jellicle a partecipare al compleanno del suo figlioccio di quattro anni. Ernest Hemingway che cataloga i suoi amici felini all'ex moglie. La madre di Jack Kerouac che piange il lutto del gatto di famiglia. Jack Lemmon che suggerisce con malizia a Walter Matthau di andare insieme ad aprire un rifugio per gatti in Messico. Questa raccolta offre uno sguardo affettuoso e gentile al luogo che occupano i gatti nei nostri cuori e nelle nostre vite. Queste trenta lettere catturano il profondo piacere di avere o di osservare un gatto, e rivelano la natura felina come la nostra. -
Pasternak e Ivinskaja. Il viaggio segreto di Zivago
La grande storia d'amore dietro alla complessa vicenda editoriale del Dottor Živago.rnrnLa vicenda editoriale del Dottor Zivago è un romanzo sul romanzo, una storia tanto avventurosa e labirintica quanto quella del grande capolavoro. In «Zivago nella tempesta» Mancosu si fermava alla morte di Pasternak, avvenuta il 30 maggio 1960. Ma restavano da chiarire molti interrogativi, e molte piste dovevano ancora essere seguite. Perché il caso editoriale più clamoroso del Novecento rimane oscuro se non si racconta la storia d'amore tra Pasternak e la sua compagna Ol'ga Ivinskaja e se non si rivolge l'attenzione al destino della donna. Un destino segnato dalla costante presenza del Kgb, degli apparati politici sovietici e dei comunisti italiani legati a Pasternak. Lavorando da detective su documenti che per sessant'anni erano rimasti custoditi negli archivi Feltrinelli, Mancosu racconta una storia in cui si susseguono i colpi di scena e include l'intercettazione da parte del Kgb del ""testamento"""" di Pasternak, la costruzione di documenti falsi, fino all'arresto di Ol'ga e di sua figlia Irina e alla loro condanna al campo di lavoro in Siberia. Un caso editoriale che non si capisce se non si entra nei dettagli della storia dei dattiloscritti dello Zivago. A partire da importanti documenti, conservati negli archivi Feltrinelli e in altri archivi in Europa, Russia e Usa, Mancosu ricostruisce le peripezie dei sette dattiloscritti che Pasternak inviò da Peredelkino in Occidente nella speranza che almeno uno trovasse la via della pubblicazione. Così ricostruisce quale dei sette dattiloscritti fu la fonte dell'edizione russa pirata orchestrata dalla Cia nel 1958 e l'identità di chi fornì il microfilm del dattiloscritto alla Cia."" -
Interviste 1955-1993
"La mia opera narrativa è coerente perché credo di avere un pensiero politico e sociale da esprimere e da sviluppare...""""rnrn«Bassani dovrebbe vivere e andare in giro con un registratore nella tasca dei pantaloni, e con un microfono elettronico nel taschino della giacca. Appena si accorge di cominciare a parlare sul serio, dovrebbe premere l'apposito bottoncino. Così, alla fine di ogni stagione, avrebbe un libro bell'e pronto da dare alle stampe. Scrittore di primissimo ordine ma, come scrittore, tanto parco e cauto quanto, come parlatore, è generoso e pronto». L'osservazione è di Mario Soldati, che di Giorgio Bassani fu collega e primo amico: ed è sufficiente a presentare questa raccolta di cinquanta conversazioni - molte delle quali finora sconosciute alle bibliografie e tradotte in italiano per la prima volta - che percorrono e ricostruiscono con volante felicità l'intera vicenda dello scrittore, dagli esordi come autore di poesie e brevi racconti fino al grande ciclo de «Il romanzo di Ferrara»: la sua formazione politica, la lotta antifascista e l'impegno per l'ambiente; le sue convinzioni estetiche e le frizzanti polemiche che ne conseguirono; il suo lavoro come editor e grande scopritore di talenti; i suoi viaggi in tutto il mondo come ostinato esercizio dell'attenzione. Nella viva voce di Bassani, questo libro ci disegna il più completo e mobile dei suoi autoritratti. Il volume è corredato da una Premessa di Paola Bassani, da una Introduzione di Domenico Scarpa e dalle Note ai testi di Beatrice Pecchiari." -
I miei figli spiegati a un razzista
Una famiglia normale scopre un giorno di essere diventata speciale. Due adolescenti milanesi scoprono un giorno di avere la pelle nera, quando vengono insultati su un autobus. Com'è la nuova quotidianità di una mamma adottiva in un paese razzista?rnrnrn«Caro Salvini, sono una mamma adottiva di due splendidi bambini africani». Gabriella Nobile, madre adottiva di due bambini nati in Congo e in Etiopia, ha cominciato così la sua lettera a Matteo Salvini, poco prima delle elezioni politiche di marzo 2018. «Volevo ringraziarla perché sta regalando ai miei figli dei momenti di terrore davvero fuori dal comune. Mia figlia di sette anni prima di andare a letto mi chiede: Ma se vince quello che parla male di noi mi rimandano in Africa? E piange disperata. Mio figlio, invece, prende l'autobus per andare agli allenamenti di calcio quasi tutti i giorni e da un paio di mesi mi racconta gli insulti che è costretto a subire». La lettera di Gabriella è diventata subito virale. Decine di madri in tutto il paese si sono riconosciute nelle sue parole piene di indignazione e di coraggio. Così hanno raccontato la propria storia, testimoniando episodi di violenza fisica e verbale che in comune hanno un elemento inquietante: il razzismo. Un fenomeno che avevamo confinato nel passato torna a far parte della vita di tutti i giorni. Difendersi da soli, però, è molto difficile. Per questo Gabriella ha fondato Mamme per la pelle, un'associazione che ha lo scopo di coinvolgere madri italiane e straniere, che siano adottive, biologiche o affidatarie, per difendere i figli che subiscono discriminazioni per le proprie origini e sostenere le loro famiglie. Questo libro racconta l'Italia che crediamo di conoscere e saper proteggere meglio, quella delle nostre famiglie, e ci costringe ad aprire gli occhi sulla quotidianità della violenza discriminatoria, che dal dibattito pubblico è capace di penetrare fin dentro le mura di casa. -
Gli inganni di Pandora. L'origine delle discriminazioni di genere nella Grecia antica
Eva Cantarella illumina alcuni momenti di una vicenda lunghissima, che dal mito giunge ai medici e ai filosofi che hanno fondato il pensiero occidentale.rnL’inferiorità di genere è un’idea antica. Una storia che comincia in Grecia con il mito di Pandora e arriva fino a noi.rnrnSiamo abituati a pensare ai greci come alla culla della nostra civiltà: a loro dobbiamo l'idea di democrazia, la storiografia, la filosofia, la scienza e il teatro. Eppure di questa eredità fa parte anche il modo in cui consideriamo il rapporto tra i generi: un lascito che ha superato i secoli e i millenni con tracce che continuano a pesare sulle nostre vite come macigni. Nella nostra storia antica c'è stato un momento in cui la differenza tra il genere maschile e quello femminile si è trasformata nell'idea che le donne siano inferiori agli uomini e quindi in una serie di inevitabili, pesanti discriminazioni. Tutto comincia con un mito. Esiodo racconta la nascita della prima donna, mandata da Zeus sulla terra per punire gli umani della colpa commessa da Prometeo: rubare il fuoco agli dei per donarlo agli uomini, riducendo così la distanza che li separava dagli immortali. Pandora è ""un male così bello"""" da essere un """"inganno al quale non si sfugge"""". Rappresenta un'alterità incomprensibile agli uomini, tanto misteriosa da essere paragonabile solo alla morte. Da lei, dice Esiodo, discende """"il genere maledetto, la tribù delle donne"""". Eva Cantarella illumina alcuni momenti di una vicenda lunghissima, che dal mito giunge ai medici e ai filosofi che hanno fondato il pensiero occidentale. Attraverso le voci di Parmenide, Ippocrate, Platone e Aristotele vediamo come la differenza di genere viene costruita e codificata, fino a diventare un pilastro dell'ordine sociale e della cultura giuridica greca. Scopriamo l'origine delle convenzioni sociali, delle teorie filosofiche e delle pratiche giuridiche che oggi ripropongono visioni 'essenzialiste' delle diverse identità personali"""". Conosciamo una parte molto antica di noi stessi e facciamo esperienza di un passato da cui finalmente possiamo prendere le distanze per realizzare il nostro futuro."" -
Il fiume della vita. Una storia interiore
L'autobiografia intellettuale del grande psichiatra, un racconto straordinario che mostra l'intreccio struggente tra la vita e il pensiero.rnrn“A tredici anni una prima svolta nella mia vita: dopo l’8 settembre 1943, mio padre entrava nella Resistenza""rnrnIn questo libro Eugenio Borgna ricostruisce la propria storia, in un grande racconto dell'esperienza vissuta della psichiatria, vera protagonista di quest'opera, che rivolge il proprio sguardo all'interiorità di chi cura e a quella di chi è curato, l'una intrecciata all'altra in un dialogo infinito. Emergono ricordi nitidi dell'infanzia e dell'adolescenza: il ritorno alla grande casa paterna devastata dai tedeschi durante l'occupazione, la prima lettura di Thomas Mann e le poesie di Leopardi, il fascino della letteratura tedesca durante gli anni del liceo dai salesiani. La scoperta della neurologia a Milano, il lavoro al manicomio femminile di Novara. Poi la legge Basaglia cambia tutto e Borgna diviene il primario di psichiatria all'Ospedale Maggiore di Novara. Via via si spalanca davanti agli occhi dello studioso la vastità arcana e insondabile di esperienze umane di tristezza e angoscia, di attese e di speranze infrante, di ricerca di un infinito mai raggiungibile. La psichiatria diventa uno sguardo sulla vita delle emozioni e delle passioni, sulla fenomenologia del mondo sociale. E il racconto di una vita si rivela una narrazione che mostra l'intreccio tra l'esperienza quotidiana e il pensiero, tra le vicende vissute e le idee."" -
E finsero felici e contenti. Dizionario delle nostre ipocrisie
Un'opera di satira chirurgica e impietosa, che fa ridere e fa riflettere sulle finzioni comode e talvolta mostruose a cui siamo tutti assuefatti.Nel 1852 Flaubert scriveva queste parole a proposito del suo Dizionario dei luoghi comuni: ""Bisognerebbe che in tutto il libro non ci fosse una parola mia, e che, una volta letto il dizionario, non si osasse più parlare, per paura di dire spontaneamente una delle frasi che vi si trovano"""". Anche noi, oggi, ci ostiniamo a usare parole vuote e politicamente corrette, per comodità, per pigrizia o per interesse. Viviamo nell'epoca dello storytelling e delle fake news e, spesso senza accorgercene, siamo diventati tutti attori, grandi maestri di ipocrisia. Oggi la famiglia ideale non prevede più una mamma e un papà, concetti ormai obsoleti, tradizionalisti e dunque intimamente """"fascisti"""", ma corrisponde a quella formata da Genitore 1 e Genitore 2. I lavoratori licenziati si chiamano """"esuberi"""". Martina Navratilova, nove volte vincitrice a Wimbledon e lesbica dichiarata da decenni, è stata espulsa dall'associazione delle tenniste Lgbt per aver detto che la competizione tra tenniste donne e tenniste transgender non era equa. Per vedere come si fa ad abitare la nostra gigantesca finzione collettiva basta aprire questo dizionario e andare, per esempio, alla voce """"trump: L'ennesimo 'nuovo Hitler'. Definirlo un 'fascista'. Il sogno di tutti coloro che hanno l'indignazione in tasca. Come lui solo Salvini e, staccati di qualche lunghezza, Putin e Boris Johnson"""". Giuseppe Culicchia gioca con le parole dello spirito del tempo in modo spiritoso e feroce: ci sono gli Immigrati, i Marocchini e i Meridionali, e poi i Razzisti, i Russi, i Sovranisti, Ariana Grande e la Merkel. Un'opera di satira chirurgica e impietosa, che fa ridere e fa riflettere sulle finzioni comode e talvolta mostruose a cui siamo tutti assuefatti."" -
PlayList Spring. Dodici racconti per cantare una stagione
Dodici pezzi dal sound inconfondibile. Dodici racconti scelti e commentati da Scuola Holden per sentire come suona la primavera. Leggere la primavera, quando si fa primavera. E dopo la primavera, l’estate, l’autunno, l’inverno. Tutto qui. Tutto, meravigliosamente, qui.rn Quattro stagioni, quattro playlist: ogni volta, dodici racconti magistrali in cui perdersi per scoprire i colori, gli odori, il sentimento, i segreti racchiusi in una stagione. E così leggere per un anno intero.rnRitrovare la voglia di leggere. Di lasciarsi guidare nella lettura. Perché non fare qualcosa di semplice, di naturale, di comodo? Dall'esperienza della Scuola Holden, un'antologia a cui tornare di mese in mese. Di stagione in stagione. Perché è bello avere un posto semplice e naturale e comodo a cui tornare. In PlayList ci sono solo racconti che iniziano e finiscono, storie da leggere d'un fiato.1. Etgar Keret Cosa abbiamo in tasca? 2. Dorothy Parker Una bella bionda 3. Maurizio Maggiani L’uomo sul divano 4. George Saunders Polacche 5. Gabriel García Márquez Monologo di Isabel mentre vede piovere su Macondo 6. Lauren Groff Sopra e sotto 7. Hans Christian Andersen Il grano saraceno 8. Luigi Malerba L’amore in fondo al pozzo 9. Miranda July Dieci cose vere 10. Kurt Vonnegut Gridalo dai tetti 11. Danilo Kiš L’Enciclopedia dei morti 12. Bob Dylan The Times They Are A-Changin’ -
La tentazione del muro. Lezioni brevi per un lessico civile
Con gli strumenti teorici della psicoanalisi Massimo Recalcati attraversa con grande capacità di sintesi gli snodi fondamentali e i paradossi che caratterizzano la vita psichica degli individui, dei gruppi umani e delle istituzioni.rn“Il mio cuore è il primo nome dello straniero.”rnEsiste ancora un lessico civile? Nel tempo in cui i confini si sono trasfigurati in muri, l'odio sembra distruggere ogni forma possibile di dialogo, la paura dello straniero domina, il fanatismo esalta fantasmi di purezza per cancellare l'esperienza della differenza e contaminazione, la libertà aspira a non avere più alcun limite, è ancora possibile pensare il senso dello stare insieme, della vita plurale della polis? Con gli strumenti teorici della psicoanalisi Massimo Recalcati attraversa con grande capacità di sintesi gli snodi fondamentali e i paradossi che caratterizzano la vita psichica degli individui, dei gruppi umani e delle istituzioni. In primo piano una divisione che attraversa ognuno di noi: difendere la propria vita dall'incontro con l'ignoto o aspirare alla libertà di questo incontro; vivere nel chiuso della propria identità o iscrivere la nostra vita in una relazione con l'Altro. Sono queste due tendenze che, con la stessa forza, definiscono la vita umana. In cinque brevi e potenti lezioni uno psicoanalista tra i più originali del nostro paese offre ai suoi lettori una nuova lettura del nostro stare insieme. -
Tutte le vite di Spinoza. Amsterdam 1677: l'invenzione della libertà
Ispirato, misterioso e figlio del suo tempo, Spinoza è il protagonista di una vicenda travolgente, avvolta nella luce di un dipinto del Secolo d'oro olandese.rnrnQuesta vicenda inizia nel 1590, quando la famiglia Spinoza, ebrei sefarditi costretti a convertirsi al cristianesimo, si prepara a fuggire dal Portogallo verso l'Olanda. Baruch Spinoza nasce ad Amsterdam, dove la comunità ebraica è agitata da una violenta lotta tra fazioni. Il nonno e il padre, entrambi commercianti, ne sono due protagonisti. Forse, racconta Maxime Rovere, nascono proprio in questo periodo le radici del rifiuto di ogni dogmatismo che farà del giovane Spinoza uno dei più grandi pensatori della storia. I filosofi, diceva Marx, non crescono come funghi. Il loro pensiero dipende dalle condizioni materiali e sociali nel quale si sviluppa. Ecco perché conoscere Spinoza significa entrare nella pluralità delle vite che si sono intrecciate con la sua: la sua famiglia, i primi maestri, le amicizie eterne, gli ultimi discepoli, Leibniz e gli altri corrispondenti di penna, gli amori delusi e gli incontri folgoranti. La vita entra prepotentemente nella storia del pensiero e getta luce su un mondo lontano nei secoli, che ha visto la nascita della ragione moderna tra rivoluzioni scientifiche, guerre di religione, espansione vertiginosa del commercio e la costituzione degli stati europei. Un sogno storico e filosofico, completamente costruito su fatti e testi, trasforma la biografia del grande pensatore nel ritratto affascinante di una compagnia di uomini e donne innamorati della libertà, che nell'Olanda seicentesca si lancia nell'avventura della ragione. -
Libero di sognare
A cosa servono il potere dell'immaginazione, la determinazione e il coraggio? A realizzare il sogno di un bambino: diventare leggenda.«Forse qualcosa cambia tra i campetti improvvisati di campagna e i migliori stadi del mondo, ma io sono sempre rimasto lo stesso. Io sono Franco Baresi. E sono nato così: libero.»Questa storia comincia a Travagliato, nella campagna di Brescia, con un'infanzia scandita dal ritmo della vita contadina. Su quei campi Franco Baresi ha dato i primi calci al pallone e ha cominciato a inventare il gioco semplice ed elegante che l'ha reso un mito. A quattordici anni inizia l'avventura nel Milan, e non ne ha ancora compiuti diciotto quando esordisce in Serie A. Fin dall'inizio Baresi ha conosciuto il calcio del coraggio gentile, e qui racconta il suo viaggio attraverso le tappe di una carriera straordinaria, svela le emozioni che hanno accompagnato le brillanti vittorie e i momenti di crisi, ci fa vivere l'impresa epocale dei Mondiali '94, negli Stati Uniti, quando si riprese miracolosamente dopo un grave infortunio al ginocchio. Un lungo viaggio di libertà e passione, fino alla partita d'addio nell'ottobre del 1997 e il primo indimenticabile ritiro di una grande maglia del calcio italiano: la numero 6 del Milan. -
Della gentilezza e del coraggio. Breviario di politica e altre cose
Un inedito, avvincente manuale di istruzioni per l'uso delle parole, del dubbio, del potere. Un grande romanziere racconta la passione civile, l'amore per le idee, le imprevedibili possibilità della politica. Un breviario denso, lieve e necessario.Gentilezza insieme a coraggio significa prendersi la responsabilità delle proprie azioni e del proprio essere nel mondo, accettare la responsabilità di essere umani.La qualità della vita democratica scaturisce innanzitutto dalla capacità di porre e di porsi buone domande, dalla capacità di dubitare. E questo vale tanto per chi il potere ce l'ha quanto, forse soprattutto, per chi apparentemente non ce l'ha. Cioè noi. Perché i cittadini hanno un potere nascosto, che li distingue dai sudditi e che deriva proprio dall'esercizio della critica e dunque della sorveglianza. In queste pagine Gianrico Carofiglio, con la sua scrittura affilata e la sua arte di narratore, ci accompagna in un viaggio nel tempo e nello spazio e costruisce un sommario di regole – o meglio suggerimenti – per una nuova pratica della convivenza civile. Una pratica che nasce dall'accettazione attiva dell'incertezza e della complessità del mondo ed elabora gli strumenti di un agire collettivo laico, tollerante ed efficace. Partendo dagli insegnamenti dei maestri del lontano Oriente e passando per i moderni pensatori della politica, scopriamo un nuovo senso per parole antiche e fondamentali, prima fra tutte la parola gentilezza. Non c'entra nulla con le buone maniere, né con l'essere miti, ma disegna un nuovo modello di uomo civile, che accetta il conflitto e lo pratica secondo regole, in una dimensione audace e non distruttiva. Per questo la gentilezza, insieme al coraggio, diventa una dote dell'intelligenza, una virtù necessaria a trasformare il mondo. E contrastare tutte le forme di esercizio opaco del potere diventa un'attività sovversiva, che dovrà definire l'oggetto della nostra azione, della nostra ribellione. -
Una pietra può soffrire? Piccolo manuale filosofico
C'è un momento in cui ognuno di noi prova a guardare il mondo con gli occhi di un bambino. E così incontra alcune domande fondamentali, quelle domande che i più piccoli si pongono senza paura e che invece gli adulti a volte dimenticano o nascondono dietro la frenesia della vita di tutti i giorni. Come rispondere quando una figlia vuole sapere se i suoi genitori l'hanno voluta proprio così com'è, o se magari pensavano che sarebbe stata diversa? Come spiegare cosa sono la vita e la morte, perché le pietre non provano dolore e gli animali non parlano? Che cosa significa mantenere una promessa? Che cosa rappresentano gli amici immaginari con cui giochiamo da piccoli? La filosofia è questo: meraviglia e scoperta del mondo. E le domande di questa indagine, qualche volta, contano ancora di più delle risposte. Un piccolo manuale per ritrovare il bambino che è in ciascuno di noi e vedere la bellezza delle cose con i suoi occhi curiosi. -
Una nuova storia (non cinica) dell'umanità
C'è un pregiudizio che per secoli ha condizionato la nostra storia: gli uomini sono egoisti, votati al male e alla guerra, a mettersi in lotta l'uno contro l'altro. Rutger Bregman, il giovane storico olandese che a Davos ha provocato i grandi ricchi del mondo invitandoli a pagare le tasse, interpreta con una chiave nuova il nostro passato per immaginare il nostro futuro sostenibile.I migranti sono pigri parassiti. I banchieri sono avidi ricattatori. Chi riceve aiuto dallo stato sicuramente se ne approfitterà. L'uomo è una bestia, dicevano i re. Un peccatore, dicevano i sacerdoti. Una persona egoista, dicevano i contabili. Non c'è da stupirsi se, da sempre, le regole e le leggi che mettono ordine nella nostra vita in comune si ispirano all'idea che delle persone, per via della loro natura, non ci sia da fidarsi. Questa visione cinica dell'umanità viene da secoli di filosofia e di psicologia, è piena di echi nella letteratura e di prove nella storia. Insomma, è ovunque. E anche se nella storia c'è stato qualche tentativo di dimostrare la bontà della natura umana, l'egoismo e il cinismo sono le idee più antiche del pensiero occidentale. Per secoli siamo stati condizionati dalla credenza nella depravazione dell'uomo e abbiamo organizzato la società di conseguenza. E se ci fossimo sempre sbagliati? In questo libro, Rutger Bregman intreccia psicologia, economia, biologia e archeologia e ci accompagna in un viaggio attraverso la storia che dà nuove risposte a vecchie domande. Perché la nostra specie ha conquistato la terra? Come possiamo spiegare i nostri crimini più grandi? E, nel profondo, siamo inclini al bene o al male? La sfida è scommettere che, al contrario, gli uomini tendano a essere buoni. Con una serie di aneddoti affascinanti, nuove interpretazioni ed episodi dimenticati della nostra storia, dopo Utopia per realisti Bregman dimostra che cambiare il corso già scritto del nostro futuro è ancora possibile.